INFERNO ROSSONERO - MILANO SIAMO NOI - A.C. Milan Forum

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    OPINIONI
    GUERRA IN UCRAINA
    12 MARZO 2022
    09:16
    Perché la prossima guerra della Russia sarà quella per l’Artico e contro chi la combatterà

    L’Artico è una delle zone più ricche di risorse dell’intero pianeta: è pieno di combustibili fossili ed enormi giacimenti minerari.

    A cura di Fabio Deotto

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    Mentre ci avviciniamo alla terza settimana di guerra, le attenzioni europee sono comprensibilmente concentrate su Mariupol, Kiev, Chernihiv, sulle colonne di sfollati ai confini occidentali dell’Ucraina, sulle condizioni delle centrali nucleari. Ma se vogliamo capire come il conflitto in Ucraina stia incidendo sull’assetto geopolitico globale, è il caso di tenere un occhio anche 2000 chilometri più a nord, oltre il circolo polare artico, dove un equilibrio sorvegliato da trent’anni di laboriosa cooperazione internazionale sta mostrando le prime crepe.

    Lo scorso 3 marzo, sette stati membri del Consiglio Artico, il forum intergovernativo creato per discutere delle problematiche relative ai territori artici, si sono autosospesi dichiarando che non parteciperanno ai lavori finché continuerà l’aggressione russa in Ucraina. Questo significa che, attualmente, l’unico membro attivo nel Consiglio rimane la Russia, che fino al 2023 ne detiene la Presidenza.

    Sulla carta, la mossa di Danimarca, Svezia, Finlandia, Canada, Islanda, Norvegia e Danimarca, potrebbe risultare come un gesto simbolico, ma è sufficiente osservare come negli ultimi dieci anni le coste artiche siano state pesantemente militarizzate, per capire che questa landa dimenticata è già ora uno dei punti più caldi dello scacchiere geopolitico mondiale.

    Uno scrigno di risorse naturali pronto a essere aperto

    Siamo abituati, per ragioni storiche e culturali, a considerare l’Artico come una terra lontana ed esotica, sostanzialmente spopolata e sostanzialmente lontana da interessi economici o commerciali, uno sfondo monocromatico buono per i documentari sulla fauna polare e i thriller a basse temperature. In realtà si tratta di una delle zone più ricche di risorse dell’intero pianeta.

    Stando ai calcoli più recenti dell’Istituto Geologico degli Stati Uniti, i ghiacci che (per ora) coprono una buona parte del territorio e dei fondali artici custodiscono 412 milioni di barili di petrolio e gas fossile, praticamente il 22% delle riserve globali, per un valore totale di 28.000 miliardi di dollari (per capirci, il prodotto interno lordo degli Stati Uniti non supera i 21.000 miliardi).

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    Oltre ai combustibili fossili, le terre artiche ospitano enormi giacimenti minerari, in particolare bauxite, diamanti, ferro, oro, apatite e altri fosfati (fondamentali per la realizzazione di fertilizzanti). Inoltre, lo scioglimento dei ghiacci groenlandesi sta rivelando giacimenti di terre rare, che come sappiamo sono indispensabili per la costruzione di batterie, pannelli fotovoltaici e altre tecnologie indispensabili per la transizione ecologica.

    Che l’Artico sia uno scrigno di risorse naturali è noto da tempo, fino a pochi anni fa però queste risorse erano virtualmente inaccessibili, principalmente perché l’estensione dei ghiacci per buona parte dell’anno rendeva impossibile raggiungere le zone di estrazione o anche solo trasportare quanto estratto. Negli ultimi due decenni la situazione è cambiata: il ghiaccio artico si sta sciogliendo rapidamente, basti pensare che ne perdiamo circa il 13% ogni decennio, e che solo negli ultimi 30 anni la porzione più spessa e antica della calotta polare si è ridotta del 90%.

    Di questo passo, entro il 2040 il Mar Glaciale Artico sarà completamente privo di ghiaccio nei mesi estivi. Il che non significa soltanto che queste risorse diventeranno presto accessibili, ma che si apriranno nuove rotte commerciali che diverse nazioni non vedono l’ora di rivendicare. Fino a soltanto due anni fa, il passaggio a nord-est, ovvero la rotta navale che collega il Mare del Nord e l’Oceano Pacifico costeggiando l’intera Siberia, era sostanzialmente impraticabile nei mesi invernali.

    Tra il gennaio e il febbraio del 2021, la nave metaniera Christophe de Margerie ha completato un viaggio completo di andata e ritorno lungo questa tratta. Si è trattato di un evento epocale, che però è destinato a diventare la norma, se davvero, com’è probabile, i ghiacci artici continueranno a sciogliersi a questo ritmo. Non solo, di qui al 2030 ci si aspetta che l’assottigliarsi della calotta artica apra un tratto completamente nuovo, la cosiddetta rotta trans-polare, che consentirebbe di attraversare il Circolo Polare Artico tagliando direttamente per il polo.

    Chi si prepara a rivendicare l’Artico

    Nell’agosto del 2007 due sommergibili si sono spinti sotto la calotta polare, hanno raggiunto i fondali del Mar Glaciale Artico e hanno piantato una bandiera russa in corrispondenza del Polo Nord. Questa chiassosa spacconata arrivava dopo che la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare aveva bocciato la richiesta da parte della Russia di estendere del proprio dominio sulle acque artiche. Quella bandiera era sostanzialmente una dichiarazione d’intenti: la Russia si prepara ad accaparrarsi le risorse di buona parte del fondale artico, e a gestire una nuova rotta marina che consenta alle navi di raggiungere il Mediterraneo senza passare dal Canale di Suez.

    Ad oggi, la Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, firmata da 168 stati membri, stabilisce che solo 5 nazioni possano sfruttare le risorse dell’Artico, che poi sono quelle che hanno una costa affacciata sulle sue acque: Canada, Russia, Danimarca, Stati Uniti e Norvegia. Stando a questo documento, questi paesi possono rivendicare le zone di fondale in un raggio di 370 chilometri dalle proprie coste, una quota che può essere estesa a 560 chilometri per quelle aree che possono essere considerate parte della stessa piattaforma continentale.

    Nei fatti, però, non c’è un vero accordo sui confini esatti di questa suddivisione. Il che è problematico; e lo è ancora di più se pensiamo che gli Stati Uniti non hanno ancora ratificato la Convenzione. In sostanza, mentre gli altri stati firmatari da tempo si stanno confrontando sui possibili confini delle rispettive competenze territoriali, gli USA siedono al tavolo delle trattative in silenzio. Alla luce di un assetto geopolitico sempre più teso, questo potrebbe portare a rendere nulli i (pochi) punti fermi segnati negli ultimi trent’anni, trasformando l’Artico nel tavolo di un pericoloso braccio di ferro.

    Una guerra congelata (ancora per poco)

    La bandiera russa piantata in fondo al Mar Glaciale Artico ha segnato l’inizio di un processo di militarizzazione delle coste artiche che dal 2007 non ha dato segni di rallentamento. Negli ultimi 15 anni la Russia ha riaperto diverse basi militari risalenti alla Guerra Fredda, ne ha create di nuove, ha costruito aeroporti e porti, ha reclutato due brigate artiche (9000 soldati in totale) e ha sancito l’indipendenza della Flotta Artica (240 navi, tra cui anche sottomarini nucleari) rispetto al resto del distretto militare settentrionale.


    Questa corsa agli armamenti è particolarmente visibile nella penisola di Kola, unico territorio russo nella Fennoscandia, dove le immagini satellitari negli ultimi anni hanno rivelato un progressivo accumulo di bunker e strutture per l’alloggiamento di testate nucleari. Alcuni analisti sostengono che questa progressiva militarizzazione abbia principalmente uno scopo difensivo, il che avrebbe perfettamente senso, considerando che la costa artica russa è lunga 24.000 km (più di due terzi del perimetro dei territori russi affacciati sul mare) e che, con la crisi climatica, il rapido scioglimento della calotta polare la sta esponendo sempre di più a potenziali aggressioni. Ciò non toglie che la Russia abbia tutto l’interesse a instaurare un dominio nell’Artico.

    Basti pensare che già oggi il 90% della sua produzione di gas e il 60% della produzione di greggio avviene in territorio artico, ed è qui che si trova il 60% delle riserve russe di idrocarburi. Insomma, l’Artico, con i suoi giacimenti, è cruciale per il tipo di orizzonte futuro a cui guarda Putin, ossia uno in cui la macchina produttiva russa e quella mondiale saranno ancora alimentate da combustibili fossili.

    Ma come abbiamo visto, non è solo una questione di idrocarburi: ci sono i giacimenti minerari e le terre rare; c’è il fatto che già oggi Mosca ricava il 30% del suo pesce dall’Artico, e punta ad approfittare dello scioglimento dei ghiacci per massimizzare la produzione ittica; ma soprattutto: c’è una questione commerciale. Le rotte marittime che emergeranno dallo scioglimento della calotta artica rappresentano un’allettante opportunità economica e commerciale non solo per la Russia ma anche per altre nazioni come l’Australia e, in particolar modo, la Cina, che già punta a includere la rotta polare nella sua Nuova via della Seta.

    Che l’Artico rientri anche nelle mire di Pechino, del resto, non è un mistero per nessuno: nel 2012 il governo di Hu Jintao ha definito la Cina “uno stato quasi artico”, chiedendo che il paese fosse ammesso nel Consiglio Artico con il ruolo di osservatore. Non c’è da stupirsi allora se negli ultimi dieci anni Russia e Cina hanno sviluppato una collaborazione sempre più stretta nell’Artico, e ancora meno sorprende la posizione attendista della Cina nei confronti del conflitto in Ucraina.

    Un nuovo teatro di guerra?
    Nel frattempo, lo strappo nel Consiglio Artico è ancora lontano dall’essere ricucito. In seguito all’abbandono dei sette paesi membri, il delegato russo Nikolai Korchunov ha dichiarato che per la Russia non c’è alternativa allo sviluppo ininterrotto dei suoi territori artici e che l’attuale presidenza russa si concentrerà sulle necessità interne rispetto alla regione. Tecnicamente, il Consiglio Artico è nato per favorire la cooperazione dei governi artici su questioni scientifiche e sociali, oltre che per fornire una piattaforma di confronto alle popolazioni indigene che abitano quei territori; non dovrebbe quindi occuparsi di questioni geopolitiche.

    La Dichiarazione di Ottawa, firmata nel 1996, del resto lo dice chiaramente: “Il Consiglio Artico non ha ruolo per quanto concerne problematiche di sicurezza militare.” Negli ultimi anni, però, le cose hanno cominciato a cambiare. Nel 2019, l’allora Segretario di Stato americano Mike Pompeo ha dichiarato che la regione artica è diventata “un’arena per il potere e la competizione,” e che “gli otto stati artici devono adattarsi questo nuovo futuro.” Dichiarazione che che guadagna peso specifico a fronte della progressiva militarizzazione, negli ultimi 10 anni, delle coste artiche americane e di altre nazioni NATO come la Norvegia e il Canada.

    Nel marzo del 2021, l’esercito statunitense ha pubblicato un documento intitolato “Regaining Arctic Dominance”, in cui viene esplicitamente riconosciuta l’intenzione di aumentare l’investimento militare entro il circolo polare artico. In un famoso discorso tenuto a Murmansk nel 1987, Michail Gorbačëv lanciò un appello affinché l’Artico fosse custodito come un “polo di pace”, un modello di cooperazione internazionale per il mondo intero. E in effetti per decenni l’Artico ha mantenuto, almeno in apparenza, il ruolo di un territorio al riparo dai conflitti. Ma questo eccezionalismo sembra avere i giorni contati. Se davvero Svezia e Finlandia entreranno a far parte della NATO, la Russia rimarrebbe l’unica nazione non-NATO nel Consiglio Artico.

    E se la scelta di alcune compagnie petrolifere occidentali di tagliare i ponti con Mosca spingesse ancora di più la Russia in un sodalizio duraturo con la Cina, si andrebbero profilando nell’Artico due fronti sempre più distinti. Nel maggio del 2021, quando pochi ancora riuscivano a immaginare una guerra entro i confini geografici europei e le prime pagine dei giornali erano ancora dominate dalla pandemia, l’analista slovacca Katarina Kertysova aveva lanciato un monito che oggi suona cupamente realistico: “In assenza di un dialogo sulla sicurezza
    militare o di una piattaforma adatta a discutere problematiche di questo tipo, l’eventualità che si verifichino incomprensioni o errori di calcolo, con conseguenti escalation, sta diventando sempre più probabile.”

    CITAZIONE
    Fabio Deotto è scrittore e giornalista. Laureato in biotecnologie, scrive articoli e approfondimenti per riviste nazionali e internazionali, concentrandosi in particolare sull’intersezione tra scienza e cultura. Ha pubblicato i romanzi Condominio R39 (Einaudi, 2014), Un attimo prima (Einaudi, 2017) e il saggio-reportage sul cambiamento climatico “L’altro mondo” (Bompiani, 2021). Insegna scrittura creativa alla Scuola Holden di Torino. Vive e lavora a Milano.

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    In questo esatto momento...per non dimenticare:
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    The difensive's boss

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    Capisco che potrebbe esserci lesa maestà, ma non mi trattengo: He's French Baresi!
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    Andreazzoli: "Bajrami e Zurkowski da Milan? Sono sulla strada di Bennacer"

    12.03.22 23:37 di Antonello Gioia

    Aurelio Andreazzoli, tecnico dei toscani, si è così espresso in conferenza stampa nel post Milan-Empoli, sfida valida per la 29esima giornata del campionato di Serie A e terminata 1-0:
    "Il risultato pieno non arriva. Possiamo solo comportarci così e cercare di cambiare le situazioni. Cerchiamo di giocare sempre alla stessa maniera, cercando di essere più precisi possibili. Non abbiamo prodotto tanto rispetto al passato, ma prima del Genoa la squadra ha sempre prodotto molto. Con la Juve abbiamo concretizzato e potevano essere di più, però una ricetta per eliminare questo problema neanche la medicina".

    Che partita è stata?
    "Il Milan è stato bello e aggressivo come doveva essere nel primo tempo, noi un po' con il freno a mano tirato. Ci hanno pressato bene e non ci hanno fatto fare il calcio che piace a noi. Noi ci abbiamo messo del nostro: avevamo diverse situazioni favorevoli, ma non siamo riusciti a sfruttarle perché nella fase iniziale o finale abbiamo sbagliato sempre il passaggio decisivo. Fatte scelte non come nel secondo tempo, siamo stati più lineari e con più tirmo e questo ha dato fastidio al Milan. Alla fine ti devi accontentare della parata di Maignan su una palla che sembrava ormai dentro e di un Milan che a fine partita perdeva tempo".

    Bajrami e Zurkowski sono in futuro da top club come il Milan?
    "Ho sentito dire prima che Bennacer è stato il migliore in campo ed era con noi, così come Krunic. Bajrami e Zurkowski sono sulla stessa strada. Devono fare qualche progresso, qualche passo in avanti, ma io credo che il loro futuro sia più importante del palcoscenico di Empoli. Ma non solo loro due eh... Ce ne sono altri molto molto importanti".

    È preoccupato per il digiuno di Pinamonti?
    "La preoccupazione è per la squadra, non solo per lui. Vorrei che ne facesse uno tutte le domeniche, è un ragazzo che se lo merita... È migliorato molto: è tanto che è Pinamonti, ma è un ragazzo giovane".

    L'altro nome interessante è Arsllani?
    "Ha sbagliato solo due passaggi. Ha personalità, interpretazione, kilometri fatti... Avrà fatto 12 km, per un play è tanta roba. Noi che osserviamo diciamo che è tanta roba. C'è anche altro".

    . milannews.it

    Pioli in conferenza: "Scudetto? Il nostro obiettivo è migliorare l'anno scorso"

    12.03.22 23:33 di Antonello Gioia

    Stefano Pioli, tecnico rossonero, si è così espresso in conferenza stampa nel post Milan-Empoli, sfida valida per la 29esima giornata del campionato di Serie A e terminata 1-0 per i rossoneri: "Abbiamo vinto una partita complicata e difficile. Abbiamo difeso molto bene: è una vittoria molto importante".

    Poco fa ha detto che parlerà di Scudetto solo all'ultima giornata: perchè?
    "Il nostro obiettivo è quello di migliorare il punteggio dell'anno scorso: ora siamo a più tre rispetto alla passata stagione, ma sappiamo che l'anno scorso nel finale di campionato abbiamo corso veramente tanto. Dobbiamo ragionare su quello che ci siamo detti il primo giorno a Milanello, mantenendo grande equilibrio e grande umiltà".

    7 goal in 7 partite: la preoccupa questo dato?
    "Non mi preoccupa l'aver segnato poco, abbiamo sempre creato tanto. Stasera potevamo fare due tre goal nel primo tempo e non ci siamo riusciti, ma siamo molto soddisfatti della prestazione difensiva della squadra. Stasera abbiamo lavorato bene e tanto di spirito e di volontà: sono queste le caratteristiche che servono in queste partite".

    Un commento alla prestazione di Florenzi.
    "Florenzi ha fatto una buona partita, ha lavorato molto bene: è totalmente affidabile in qualsiasi ruolo, può farne 4-5".

    Queste prestazioni di Kalulu accellereranno il suo rinnovo?
    "Non tratto io il rinnovo di Kalulu. Ha lavorato sempre con tanta serietà anche quando giocava poco: è questo il premio".

    È mancato l'istinto del killer al Milan?
    "Abbiamo avuto l'istinto del killer: vincere 1-0 vuol dire essere determinati e volere la vittoria. È quello che ci è mancato in passato: con la Salernitana, con lo Spezia e col Sassuolo vincevamo e poi non abbiamo portato a casa il risultato. Questa volta ce l'abbiamo fatta".

    Due clean sheet consecutivi per il Milan.
    "Vedo il lavoro di una squadra completa. Tutti difendono la porta, sono attenti, intensi e organizzati. Poi un centrocampo fisico e di gamba aiuta di più. Davanti oggi abbiamo lavorato bene tanto, contro una squadra tecnica che ha campo"

    . milannews.it
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    Maignan...7
    Calabria...5,5
    Kalulu...7
    Tomori...6
    Florenzi...6,5
    Bennacer...6
    Tonali...7
    Messias...5,5
    Kessie...5,5
    Leao...5
    Giroud...6
    Krunic...sv
    Saelemaekers...5,5
    Diaz...5,5
    Rebic...5,5
    Ibrahimovic...sv

    Pioli...6
    Squadra...6
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    Pierre le Roi.
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    In carreggiata

    Vittoria sofferta, ma meritata.
    Tre punti di vitale importanza.
    La pressione si sente e si può quasi toccare con le mani, vedendo come i ragazzi temono di sbagliare.
    Kalulu uomo partita: non solo tira fuori dal nulla il gol della vittoria, ma difende con ordine e personalità.
    Bene anche Tonali e Florenzi. Il primo sembra un veterano, il secondo dà tanto in termine di esperienza e non solo: dimostra sempre di più di essere un esempio nel gruppo.

    Restano ora 27 punti da fare.
    La guida è giusta. Perché correre?
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    Napoli-Milan, la testimonianza surreale di diversi tifosi che non hanno potuto assistere alla partita: il racconto

    12.03.2022 11:25 di Salvatore Trovato

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    Riceviamo e pubblichiamo...

    Ciò che è successo domenica durante la trasferta a Napoli è una vergogna che non vedevamo da anni!

    I problemi iniziano già con la vendita dei biglietti, nessun tagliando riservato alla tifoseria organizzata e vendita libera del settore ospiti comprese le ricevitorie di Napoli e provincia, dove più di un tifoso napoletano acquista i biglietti destinati ai tifosi del Milan, vista la mancanza di biglietti in tutti gli altri settori.

    Questura e società partenopea si accorgono della frittata quando ormai è fatta e invece di limitare la vendita del settore ospiti sulle ricevitorie della Lombardia (come richiesto dalla nostra società ancor prima che partissero le vendite!), decide di introdurre l’obbligo di tessera del tifoso, andando contro anche alle indicazioni dell’osservatorio. Risultato: molte tessere non si riescono a censire sul sito di ticket-one o anche se censite, non consentono l’acquisto dei tagliandi ai possessori regolarmente registrati al sistema. Informiamo di tutto questo il Milan, ribadendo che tale problematica si ripete da inizio anno ogni qualvolta viene imposta la TDT.

    La nostra società chiede al Napoli di smarcare il problema di chi ha la tessera non funzionate (per via del censimento), adottando una vendita impostata diversamente, sempre previa autorizzazione della Questura di Napoli, ma anche qui trovando risposta negativa. Viene quindi informata sulla forte possibilità di dover chiedere circa 50 cambi nominativi (ricordiamo per i meno informati che per legge si può fare il cambio nome può essere fatto in tutti i settori tranne che per gli ospiti, non si sa per quale assurdo motivo).

    Tutti muniti di biglietto partiamo verso la Campania e arrivando di buon’ora, veniamo convogliati al punto di ritrovo dove troviamo ad accoglierci l’esercito, svariati funzionari di Polizia, Finanza e Carabinieri che dopo oltre un’ora in cui uno ad uno ci fotografano con biglietto e documento alla mano, ci fanno partire alla volta del San Paolo. Lo stadio è vicino ma i brillanti responsabili dell’ordine pubblico decidono di allungare di solo 70km il tragitto, portandoci fino alla provincia di Caserta e mantenendo l’ottima velocità di crociera di 25km/h. Ebbene dopo un’ora e mezza di processione arriviamo allo stadio alle 20.30, dopo circa 3 ore dal nostro arrivo alle porte di Napoli, e qui accade l’impensabile: viene fatto scendere un pullman alla volta (14 pullman già tutti perquisiti!) e veniamo sottoposti nuovamente a rigidi controlli (ben quattro filtraggi di perquisizione dopo quelli al punto di ritrovo, PAZZESCO!).

    Dopo le rassicurazioni iniziali dei funzionari su cambi nominativi facciamo entrare tutte le persone munite di biglietto con il nome corretto, mentre le altre ci dicono che devono attendere per poi entrare in coda al gruppo. La Questura partenopea improvvisamente cambia idea, e mentre stiamo percorrendo la salita che a piedi ci porta ai tornelli d’ingresso, veniamo inspiegabilmente bloccati fuori dal settore. Tra di noi ci sono donne ma anche bambini, i quali iniziano inevitabilmente a piangere, tutta gente che ha speso decine di euro e preso giorni di ferie per essere li. In quel momento realizziamo che allo stadio non saremmo mai entrati, ma come se ciò non bastasse, veniamo letteralmente sequestrati dai plotoni della celere in assetto anti sommossa pronti a menare le mani al primo respiro sbagliato. I ragazzi all’interno dello stadio che hanno gli amici fuori e vogliono uscire vengono rinchiusi dentro il settore, quelli fuori che dovevano entrare vengono circondati e sequestrati davanti al cancello senza avere neanche la possibilità di poter andare in bagno (con donne costrette da una funzionaria a urinare tra le auto parcheggiate), o di poter tornare sui pullman (nel frattempo inizia a piovere e fa freddo). Addirittura ad un signore di oltre 70 anni viene negato il permesso di andare sul pullman a prendere i medicinali di cui necessita quotidianamente. Veniamo nuovamente sottoposti ad una nuova perquisizione seguita da un’altra identificazione fotografica, alla quale giustamente molti si oppongono, rischiando di subire le coccole della celere.

    Al termine di tutto questo schifo attendiamo gli altri tifosi che escono dallo stadio alle 00.45, due ore dopo la fine della partita e tutti insieme facciamo rientro a Milano dove arriviamo alle 11.00 del mattino seguente.

    Dopo questo spettacolo non degno di un paese civile sorgono spontanee alcune riflessioni:

    Per quale strano motivo non si mette mano ad una norma folle e si permette il cambio nominativo per il settore ospiti così come avviene per tutti gli altri settori, senza dover chiedere ogni volta l’intervento di funzionari che rispondono in base a come si svegliano al mattino?
    Per quale strano motivo una persona che sottoscrive la tessera del tifoso deve vedersi negato il diritto di accedere allo stadio solo perché sistemi obsoleti di ticketing gli impediscono di comprare un regolare biglietto, senza che il responsabile del booking del Napoli, regolarmente stipendiato per fare il suo lavoro, riesca a risolvere il problema?
    Con quale diritto uno o più funzionari di Polizia napoletani, evidentemente incapaci di organizzare l’ordine pubblico, sequestrano 14 pullman tenendoli in giro per quasi 3 ore facendo arrivare di proposito i tifosi in ritardo dopo che hanno pagato 130€ tra pullman e biglietto stadio per seguire la propria squadra lontano da Milano?
    Con quale diritto altri funzionari presenti allo stadio sequestrano i tifosi fuori dal settore (compreso donne, anziani e bambini), privandoli di qualsiasi diritto e libertà?
    La questura di Napoli deve vergognarsi perché le sporcacciate a cui abbiamo assistito domenica non sono degne neanche di un paese del terzo mondo, e queste cose sono anni che si ripetono in misura più contenuta, ma questa volta avete superato tutti i confini della decenza umana!

    . milannews.it
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    2-1

    Giroud Leão - Pinamonti
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    Pioli: "La Juve mi fa paura? No, a me fa paura l'Empoli domani. Zlatan sta un pochino meglio"

    11.03.22
    di Manuel Del Vecchio

    La conferenza stampa di mister Stefano Pioli.

    La corsa al biglietto dei tifosi questa settimana e in tutta la stagione:
    "Credo che la soddisfazione più bella che possiamo avere è vederli felici, quando ci riusciamo siamo soddisfatti. La loro passione ci può fare molto bene e siamo contenti di trovarli anche domani sera".

    L'umore dopo Napoli: "Soddisfatti della prestazione sì, ma l'ultimo gradino no: l'ultimo gradino sarà la prossima. Dobbiamo rimanere attaccati al presente e alla quotidianità. Ho visto una squadra concentrata che si è preparata molto bene".

    La media punti contro le "piccole":
    "Non dobbiamo farci ossessionare dal nostro passato, ma pensare che ogni partita è diversa dalle altre. Dobbiamo giocare con continuità, qualità e ritmo per far emergere le nostre caratteristiche".

    Sul testa a testa con l'Inter ora che sono usciti dalla Champions:
    "La settimana è stata contraddistinta dal nostro lavoro e non dalle altre partite. Saranno 10 partite molto tirate, le prime 5 del campionato cercheranno di fare più punti possibili, sarà una lotta serrata. Noi dobbiamo concentrarci sulla prossima e dare il massimo".

    Cosa ti aspetti da queste ultime 10 partite?
    "Difficile fare previsioni, è stato un campionato particolare: nessuno è riuscito ad allungare. Continuo a pensare che le prime 5 sono squadre molto forti che potrebbero fare una striscia di vittorie consecutive, il campionato italiano è molto difficile".

    La Juve fa paura?
    "A me fa paura l'Empoli domani. Abbiamo visto la partita dell'andata, ci hanno creato difficoltà e abbiamo bisogno di giocare bene".

    È importante vincere, non importa come?
    "Sì, ma credo che giocare bene ti aiuta a vincere. Tutti i campionati si lottano e vincono con le partite sporche, le partite vanno sofferte e lottate. Dovremo essere umili e credere nelle nostre qualità".

    È un peso psicologico rimanere così in alto?
    "Io vedo una squadra determinata, convinta e con la serenità necessaria per affrontare questo finale di campionato. Sapremo affrontare le partite con la giusta concentrazione e determinazione".

    Hai visto Real Madrid-PSG "Partita di livello con grandissimi giocatori, è la dimostrazione che in una partita ci possono essere più partite. Le squadre che riescono a viverle con più determinazione e attenzione hanno più possibilità di vittoria".

    Sul lavoro fisico:
    "Quando abbiamo avuto il periodo che abbiamo giocato tanto la settimana la passavi solo a recuperare energie, ora la settimana la passiamo anche a lavorare bene le partite. Per qualcuno ci sarà da lavorare di meno, altri di più, bisognerà essere bravi a gestire le situazioni individuali".

    Sull'importanza di domani:
    "Non c'è stato bisogno del mio intervento per far capire quanto è importante la sfida di domani. L'esperienza del passato è stata utile, ma è inutile continuare a guardare al passato".

    Cosa apprezza di più di Giroud?
    "Di Olivier mi piace tutto, di come gioca per la squadra, sa lavorare in pressione, sa venire a giocare per smistare, sa attaccare la profondità e mi piace soprattutto la persona che è, molto determinata e serena, una persona con cui è un piacere lavorare".

    Su un possibile passaggio al 4-3-3:
    "Non è stata la prima volta che l'abbiamo fatto, prepariamo ogni partita per avere dei vantaggi e sono situazioni che posso effettuare perché ho la fortuna di avere giocatori molto disponibili e mi aiuta molto a preparare le partite".

    Su Ibra:
    "Zlatan dà tutto e tanto alla squadra in tutto quello che fa, per il suo carisma, per la sua qualità, per il giocatore intelligente che è in campo: sa quando riempire l'area e quando no. Sta un pochettino meglio, ci darà un grande supporto".

    Sul gioco con i piedi di Maignan:
    "Il giocatore che è in possesso palla è più o meno bravo in base ai movimenti dei compagni senza palla. Gli avversari ormai ci conoscono bene, è importante dare soluzioni con i movimenti. Mike sta sfruttando al meglio tutte le sue qualità, sia col gioco corto che lungo".

    Tonali può rifiatare domani?
    "Tonali sta bene come stanno bene Kessie, Bennacer e Diaz. Giochiamo in 11, sapete quanto è importante avere caratteristiche diverse in panchina. Sono molto fiducioso perché abbiamo i giocatori adatti per cominciare la partita e per avere soluzioni a partita in corso".

    Tra Romagnoli e Kalulu che scelta sarà?
    "Tecnica, cerco di schierare la formazione migliore. Chi riterrò migliore tra i due lo schiererò dall'inizio. Alessio sta bene dopo l'infortunio, chi comincerà lo vedremo domani".

    Sul sostituto di Theo domani:
    "Florenzi con la Sampdoria mi era piaciuto molto, al momento preferirei Calabria a destra e Florenzi a sinistra. Vedremo domani".

    Sull'Empoli:
    "L'Empoli è una squadra molto tecnica e dinamica, non è facile giocare contro un centrocampo che ha due vertici. La nostra squadra sa l'importanza della partita ed è concentrata, da questo punto di vista credo che arriveremo bene a questa partita".

    Su Bajrami:
    "È una squadra imprevedibile, che ama gli inserimenti dei centrocampisti. La qualità dei singoli ci sono. Sono partiti con l'obiettivo di salvarsi, sono molto vicini e bisogna fare i complimenti ad Andreazzoli per il lavoro svolto".

    Il suo tratto identitario nel suo lavoro nel Milan:
    "L'entusiasmo che questo ambiente mi ha dato e l'entusiasmo che ho nell'approcciarmi ai miei giocatori: dobbiamo essere una squadra che ha bisogno di emozione, abbiamo bisogno di sentire qualcosa dentro".

    Che Empoli si aspetta, propositivo o compatto?
    "Credo che con noi all'andata abbiano fatto un'ottima partita. Poi il percorso può cambiare, non so che scelte faranno: aspettiamoci entrambe le cose".

    Se domani potesse giocare dove si metterebbe?
    "È giusto che giochino i ragazzi che stanno bene. Non sono in condizioni di giocare (ride, ndr). Meno male? Ora non esageriamo (ride, ndr). Non ero così scarso come giocatore".

    Su Florenzi:
    "Fa parte di quei giocatori come Giroud, Kjaer, Zlatan che hanno vinto. Hanno personalità, carattere e che sono esempi per il gruppo".

    Termina qui la conferenza stampa di mister Stefano Pioli.

    . milannews.it
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    Più difficile dalla precedente.
    Facciamo i pronostici.
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    Ah mo'...petrolio venezuelano...
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    Gli eventi però dicono che sono ormai da quasi 2 anni che i progressi si vedono. Solo chi non li vede, o si dimentica di come eravamo prima, o ce l'ha con Pioli da quando è seduto sulla nostra panchina. Pensate che anch'io non lo volevo quando è uscito il suo nome per la panchina. Oggi sono un suo fiero sostenitori, vada come vada la stagione.
    Per chi vuole comunque attendere il finale stagione consiglio di darci il beneficio di dover avere almeno 3 punti in più nella classifica.
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    Empoli, Andreazzoli: "Partita difficile, dobbiamo dare il massimo"

    di SIMONE GALLI

    La conferenza stampa dell'allenatore dell'Empoli Aurelio Andreazzoli. La partita col Milan è alle porte e sentiremo quali sono le speranze e le ambizioni del tecnico toscano.

    Come si ferma la capolista a San Siro?
    "Facendo il massimo di quello che puoi fare, sia come squadra che come individualità. Devi augurarti anche di avere buona sorte e che loro non siano nella loro giornata migliore. Il divario è alto, ma noi dobbiamo esaltare ciò che abbiamo sotto controllo"

    Come sta la squadra?
    "Io ho sempre sensazioni buone, non ho mai motivi per essere scontento. Si tratta di un gruppo che va in autonomia, noi siamo lì per questo, ma ti posso assicurare che il gruppo non ha bisogno di tanti stimoli per lavorare"

    Che differenze ci saranno rispetto alla gara di andata?
    "All'andata ci eravamo comportati bene, sono tutte situazioni che ti auguri ma non ti danno certezze. Noi abbiamo affrontato il Milan con quattro punti di svantaggio dal primo posto, ora sono primi, questo significa che sono migliorati notevolmente"

    Domani si aspetta una gara di sacrificio come a Genova?
    "Questa esperienza ci mancava, non siamo più all'inizio e i ragazzi si sono confrontati con molti modi di giocare, sapendosi adattare. Quella di domenica è stata una battaglia, mi è dispiaciuto vederla raffigurata utilizzando aggettivi per lo più negativi, ma per me è un gran bel passo avanti. Non solo per il comportamento ma per la presa di coscienza che a volte va raschiato il barile. La classifica è buona e non ha bisogno di certi aggettivi negativi che ha usato qualcuno questa settimana, perché altrimenti significa che abbiamo perso coscienza di chi siamo. Stiamo giocando la Serie A, non giochiamo contro il Querceta o il Castagnola, ma il Genoa si era rinnovato molto ed è una squadra molto insidiosa. La critica deve essere giusta, sembra che siamo diventati l'Empoli che è partito con l'idea di andare in Champions, quindi diamoci una regolatina tutti quanti"

    Chi toglierebbe al MIlan?
    "Ce ne hanno tanti, sono tutti calciatori che ti dà il piacere di vederli all'opera. Parliamo di un gruppo di lavoro tecnico che secondo me ha fatto la differenza"

    Verre e Benassi si stanno inserendo?
    "Sapevamo che erano indietro sotto il piano atletico, ma li aspettiamo. Sono persone serie che hanno tanta voglia di fare, che daranno il loro contributo e che lo daranno prima della fine del campionato"

    Finisce la conferenza stampa di Andreazzoli.

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