Quale Tag Heuer Monaco acquistare? Recap Dicembre 2023 su acquisto del nuovo

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    Negli ultimi mesi l'idea di far mio un Heuer Monaco, era sempre più grande, al punto che ho iniziato a leggere decine di vecchi post ed a studiare anche su vari siti di settore, tra cui anche il sito ufficiale di Tag Heuer che riporta notizie interessanti.

    Oramai il Monaco è il primo della mia lista, quindi sicuramente il mio prossimo acquisto :UH:

    Ho notato che tutti gli appassionati di orologeria conoscono il Monaco (ma come non si potrebbe?) ma molti ignorano alcuni particolari. E così, mentre voglio fare alcune valutazioni anche sull'aspetto economico, dal momento che recentemente i prezzi sono ancor più schizzati in alto, vorrei anche ripercorrere alcuni aspetti storici.

    Spero che vi faccia piacere... altrimenti se siete interessati solo all'aspetto più economico in senso stretto, potete scorrere fino alla fine, nell'ultima parte.


    STORIA DEL HEUER MONACO IN SINTESI

    Siamo nel 1969. E mentre lo Speedmaster andava sulla Luna, Jack Heuer aveva appena trovato la prima cassa quadrata impermeabile della storia da montare su un nuovo orologio che sarebbe servito ad evidenziare la nascita del primo cronografo automatico della storia.

    Gli era stata presentata da Erwin Piquerez, titolare di un'importante azienda svizzera specializzata nella produzione di casse per orologi. Si trattava di una nuova cassa quadrata appena brevettata per garantire l'impermeabilità, un primato per il mondo delle (poche) casse quadrate dell’epoca. Quest'innovazione era resa possibile dalla tensione creata da quattro tacche che si agganciavano al retro della cassa monoscocca.

    La genialità del design colpì immediatamente Jack Heuer, che intraprese negoziati con Piquerez per ottenere i diritti esclusivi su questa innovativa cassa quadrata grazie alla quale sarebbe nato il primo cronografo automatico di forma della storia dell'orologeria.

    In realtà però, dobbiamo però fare un passo indietro:

    nel gennaio del 1969, Zenith annunciava con timore reverenziale il suo El Primero, il primo cronografo automatico al mondo, con un discreto annuncio su un giornale locale. Ma nel mentre Zenith affinava ancora la sua creazione, qualcuno già danzava sul palcoscenico, conquistando i riflettori dell'attenzione mondiale: Heuer.

    In uno spettacolo di abilità e intraprendenza, a Basilea di quell’anno, Heuer non si limitò a presentare uno o due prototipi come Zenith, ma lanciò ben un centinaio di cronografi automatici pronti per essere indossati. Un'entrata trionfante che lasciò il mondo dell'orologeria a bocca aperta, un po' come se Heuer avesse anticipato il futuro con una mossa magistrale.

    Era il frutto del progetto con nome in codice “project 99” per un consorzio capitanato da Heuer che coinvolse Breitling per far fronte alla onerosità del progetto, i quali si rivolsero a loro volta a Dubois-Depraz e Buren che nel frattempo venne acquistata da Hamilton, che si trovò quindi anche essa coinvolta, in modo seppur indiretto, nel progetto.

    Quello che oggi noi appassionati critichiamo e definiamo in modo snobistico “panino” era un calibro modulare costruito da una parte base di Buren con microrotore, e “a panino” c’era la parte cronografica realizzata da Dubois-Depraz.

    Con questa soluzione, Heuer aveva già conquistato il cuore degli appassionati di orologi dell'epoca.

    La sua strategia? Una combinazione di maestria tecnica, audacia commerciale e una dose di stile irresistibile. Heuer non solo faceva orologi, ma creava leggende, trasformando una semplice competizione in un'affascinante narrativa di trionfo e anticipazione.

    Il Monaco nasceva come “aggiunta”, creando così un’offerta di marketing con intriganti caratteristiche:

    Carrera rappresentava l’eleganza.
    Autavia era “testimonial” delle corse automatiche.
    Monaco rappresentava l’avanguardia (divenendo però il più legato proprio alle corse automobilistiche).


    IL MONACO: uno stile… avanti nel tempo

    Con il suo design differente e la prima cassa quadrata impermeabile della storia il Monaco era davvero unico e spiccava su tutti.

    C’era stato uno studio interessante in ogni particolare, incluso la corona di carica che si trovava a sinistra.

    GIÀ… MA PERCHÉ LA CORONA DI CARICA A SINISTRA?

    Grazie al fatto di avere un calibro modulare, bastò ruotare il calibro Buren, e portarlo a sinistra. In questo modo, come raffigurato anche dalle pubblicità dell’epoca, si evidenziava il fatto che “la ricarica era inutile” ed era a sinistra, mentre i tasti del cronografo erano a destra. Una caratteristica mantenuta ancora oggi nel modello “Caliber 11”. Tra l'altro la corona opposta ai pulsanti risolveva brillantemente un difetto estetico dei cronografi modulari, ovvero il fatto di avere corona e pulsanti disallineati.

    Qui vediamo la pubblicità dell'epoca:

    monaco-1%20-%206

    Qualche "disfattista" ha dichiarato che in realtà questa rotazione era indispensabile, e che il fatto che fosse stata spostata a sinistra era solo una trovata di marketing. Ma onestamente lo trovo del tutto ininfluente, perché anche se fossero stati obbligati a metterla così, sta di fatto che "la trovata" di marketing era comunque geniale e destinata ad essere una importante caratteristica distintiva del Monaco anni '70.

    Qualche anno più tardi, forse a causa design troppo innovativo per l’epoca, e complice anche il mercato dei quarzi che incalzava, la produzione del Monaco cessò, per essere poi riproposta solo a fine anni '90.

    STEVE McQUEEN E IL FILM "LA 24 ORE DI LEMANS"

    Quando si parla del Heuer Monaco, non si può ignorare che a distanza di anni, il film che abbia contribuito a creare una vera leggenda, sia stato "La 24 ore di Le Mans". Un film controverso, costato ben 7 milioni e mezzo di dollari... nel 1970! Una cifra immensa per un film che restò per varie ragioni, praticamente senza trama... divenendo un film documentario più che un vero e proprio film. All'epoca fu un colossale fiasco al botteghino, per essere poi apprezzato molto più in là negli anni ed oggi è considerato un film Cult, probabilmente il più importante film di auto da corsa e. E cosa ci ricorda, se non proprio la storia anche dell'Heuer Monaco? :D

    L'idea da parte di Steve McQueen che faceva anche parte della produzione, e quindi con un grosso potere decisionale, era quella di avere come riferimento da imitare, il pilota svizzero Jo Siffert, uomo di punta del team Porsche. Inoltre alla produzione erano stati dati diversi orologi da parte di Heuer, ma i Monaco erano gli unici ad esserne 3: uno per Steve, uno per la controfigura ed uno di riserva o per primi piani, riprese dettagliate o altro.

    Così, proprio come Siffert, McQueen decise di indossare una tuta uguale, dove c'era un grande logo Heuer sul petto e, naturalmente, un cronografo Heuer al polso.

    C'è chi dice (tra i dettrattori del mito del Monac) che McQueen, portasse un Rolex Submariner durante i fuori scena del film e nella vita di tutti i giorni. Ed è vero. Ma... chi se ne frega? È come dire che Sean Connery indossava davvero un Submariner nella vita di tutti i giorni, non solo quando era nei panni di James Bond. Insomma, dettagli che trovo del tutto insignificanti.

    Quello che conta è che Steve McQueen che contribuì a dare una eccezionale visibilità all'orologio durante le riprese del film.

    Allego qualche foto, pazientemente scattata durante la visione del film originale:

    presentazione_monaco%20-%202

    presentazione_monaco%20-%204

    presentazione_monaco%20-%208

    Qui invece un fuori scena (vedete miei cari appassionati malignetti? Indossava ANCHE il Monaco) :asd:

    presentazione_monaco%20-%209

    È interessante notare come ci siano stati anche altri testimonial, anche non retributi affatto, tra i quali, gli appassionati di automobilismo ricorderanno Clay Regazzoni (purtroppo non sono riuscito a trovare foto), ma anche tantissimi altri piloti non pagati da Tag Heuer, perché chiaramente la leggenda di nome Monaco, aveva conquistato tantissime persone del mondo dei motori.

    Attualmente, ma come testimonial ufficiale, è da nominare Verstappen, come mostrato qui sotto:

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    Inoltre è chiaro che il Monaco abbia fatto breccia nel cuore di tanti personaggi famosi, come ad esempio Stanley Kubrick:




    COSA ACQUISTARE OGGI: LA STORIA O L’INNOVAZIONE?

    Piccola premessa: vari motivi mi hanno portato a non considerare i secondi polsi, e li sintetizzo qui:

    Il modello più iconico, è quello del 1969, con referenza 1133B o 1133G. Il primo è quello utilizzato da Steve McQueen nel film "La 24 ore di Le Mans". Attualmente costa sui 10/15.000 Euro con tutte le difficoltà di esser certi di riuscire a prendere un pezzo coevo, visto che siamo nel vintage spinto, che la considero una "branca a parte" della passione dell'orologeria, molto "da vintagista". Per altro non vedo un orologio del genere, quello da mettere "tutti i giorni" al polso (ovemai si possa considerare il Monaco "da tutti i giorni".

    Gli altri secondi polso fanno riferimento ad altri calibri montati successivamente, tra i quali il calibro 12 ed il calibro 17. In linea di massima sono quelli più appetibili e che si acquistano a prezzo migliore sul mercato dell'usato (€ 3.500/4.000 circa), ma l'idea di non avere la corona di carica a sinistra non mi piace. Ovviamente chi riterrà questo particolare ininfluente, oppure considererà l'importo attuale eccessivo per un Monaco "più rispondente" a quello iconico del 1969, potrà considerarli e portarlo a casa a buon prezzo.

    Ricordiamo infatti che nel 1975 il Monaco uscì di produzione a causa del fatto che era il meno venduto degli Heuer, e che comunque complessivamente l'orologeria subiva la nota crisi data dall'inondazione di orologi al quarzo.

    Solo a fine anni '90 Heuer, ora divenuta TAG Heuer (perché acquistata negli anni '80 prima da Piaget e poi dopo poco ceduta a sua volta al gruppo Tag) aveva ben pensato di riproporre nuovamente il Monaco, ottenendo un grandissimo successo. E di qui poi si sarebbero alternate varie versioni.

    Quindi, volendo considerare solo il nuovo disponibile in boutique o concessionario, al momento in cui scrivo, TAG Heuer offre due versioni altrettanto straordinarie di questo iconico orologio. Un omaggio alla sua eredità senza tempo e una celebrazione della modernità (ovviamente a mio avviso, ci mancherebbe!).

    La prima versione, abbracciando con grazia la tradizione, presenta il Calibro 11. OK, non è una replica del 1133B, (cosa che molti appassionati non hanno perdonato alla Tag Heuer in quanto avrebbero voluto la sigla 11 solo per l'originale) ma più “un tribute”, che lo richiama per alcuni aspetti, diciamo nel 50%. Un TRIBUTE non deve essere un'imitazione forzata... o una copia! Va preso per un puro fattore estetico e per quello che un certo orologio ha rappresentato.

    È un riferimento al passato, quasi un riflesso della leggendaria referenza indossata da Steve McQueen. Ovviamente per varie motivazioni (brevetti, fallimento della Buren passata per altro alla Hamilton che è concorrente di Tag Heuer, etc) non può essere la stessa, identica e precisa ricostruzione del calibro 1133b che tutti noi appassionati vorremmo.

    Ma comunque, se mettiamo da parte la nostra esagerata pignoleria, rappresenta un compromesso intelligente: una base Sellita 300 top grade ruotato in modo da avere la corona di carica a sinistra ad ore 9, ed il cuore cronografico con tasti a destra, concettualmente identico al '69, realizzato da Dubois Dépraz.

    Quindi OK, può non piacere, qualcuno non la digerisce proprio l’idea di un calibro sandwich in un orologio per altro con un costo di listino arrivato a cifre molto importanti, ma resta di fatto il miglior compromesso oggi possibile, con una soluzione che consente di avvicinarsi molto all’originale.

    Nell'altro angolo "del ring", abbiamo la modernità incarnata nel Calibro di Manifattura 02, un capolavoro tecnologico. Un movimento interno, precisamente elaborato, 80 ore di carica, che trasuda innovazione. Questa versione è un racconto dell'attualità, una dichiarazione di prestigio e maestria orologiera del presente, impreziosita da ritocchi estetici che lo rendono un gran bel calibro che può accontentare chi proprio non digerisce "i panini" e ama caviale e champagne… acquistando un orologio ridisegnato in alcuni aspetti, reso più moderno ma che mantiene una riconoscibilità elevata.

    Credo che in questo modo, Tag Heuer possa soddisfare un po’ tutti con i due modelli attuali (salvo gli eterni insoddisfatti).

    A mio avviso sono entrambi delle ottime scelte.

    Poi ci sono le versioni Gulf, dovrebbero esserne tre spalmate negli anni, di cui una sola ancora in produzione. Comunque tutte molto ma molto belle ed intriganti, che io ho solo scartato per una questione di “coerenza” con lo "Steve McQueen", ma che mi piacciono da morire e meritano almeno di essere citate. In realtà riporterebbero in parte i colori di Gulf, in qualche altra versione anche l'azzurro che era quello dell'auto usata nel film storico. Ma di fatto non erano i colori usati all'epoca, ma solo una recente invenzione di Tag Heuer. Chi se ne frega della coerenza, fa molto bene a valutare anche il Gulf Edition che è comunque bellissimo sia per il quadrante che per il cinturino in dotazione.


    MODELLI ATTUALMENTE DISPONIBILI


    Diamo un'occhiata ai modelli in vendita (fine 2023):

    monaco-iconic%20-%201

    Possiamo notare che nel Calibre 11 Ref. CAW211P.FC6356 è mantenuta la corona di carica a sinistra, i colori ed anche la disposizione degli indici, tutto praticamente molto simile al modello 1133B del '69. Ovviamente del calibro a sandwich ne abbiamo già ampiamente parlato.

    Invece il Calibre 02 Ref. CBL2115.FC6494 è giustamente stato un po' rivisto, dando un'immagine complessivamente più attuale, un dial dai colori più sfumati e particolari riflessi molto interessanti. Indici disposti diversamente e più "attuali". Spicca il fatto che a destra abbiamo l'indice delle ore (come erano i primissimi modelli del '69) e a sinistra l'indice dei minuti. Mentre i secondi sono stati aggiunti con la piccola secondina ad ore 6, che ai puristi infastidisce per il fatto che va parzialmente sulla data (effettivamente bruttina come cosa). Il calibro 02 sappiamo cos'è, e credo che vada a colmare le esigenze di chi se ne frega della storia e vuole comunque un orologio attuale in tutti i sensi, ma che resta comunque ben riconoscibile.

    Ancora qualche immagine del più iconico Calibre 11:

    monaco-iconic%20-%203

    monaco-iconic%20-%202


    PREZZI DI MERCATO

    Ecco un tasto davvero dolente! Attualmente i prezzi di listino solo decollati, e il modello Calibre 11, Ref. CAW211P.FC6356 è proposto a ben 7.900 Euro!

    Mentre curiosamente (e vorrei tanto capire il perché), il più nuovo Calibre 02, Ref. CBL2111.FC6453, è proposto a 7.550 Euro.

    Infine il Gulf, disponibile solo con il Calibre 02, Ref. CBL2115.FC6494 è proposto a 7.859 Euro, addirittura anche lui a meno del Calibre 11 "Steve Mc Queen" (ciò il tribute più vicino a quello, da non confondersi con la versione fatta nel 40esimo anniversario che si chiamava proprio "Monaco Steve McQueen).

    Sono cifre interessanti, soprattutto per chi non può fare a meno di pensare che all'interno ci sia un bel "panino". Ma da dire che in tal caso, si può sempre ripiegare sullo 02.

    Ovviamente lo street price e differente, e cercando un po' magari anche al di fuori dell'Italia, attualmente si può spuntare anche un 5.900 Euro per un Calibre 11 e un circa 5.300 per un Calibre 02.

    Però tutto è relativo. Se penso che già solo nel 2019 qualcuno si lamentava di importi ben più bassi... Beh in realtà a rileggere i post vecchi, ci si è sempre lamentato che "è arrivato a cifre assurde".

    Ad ogni modo questo è un orologio che si acquista per PASSIONE. Senza se e senza ma. Non per il calibro che si trova dentro, anche se comunque, chi vuole un pezzo più coerente con i tempi attuali e con un calibro molto dignitoso, porta a casa lo 02. Per quanto riguarda gli affaristi: beh per loro decisamente non c'è spazio!

    Personalmente io sono per la storia... mi scalda il cuore il Calibre 11 :wub: nonostante il prezzo perfino più alto del ben più nobile calibro 02. Sta di fatto che a breve... il Calibre 11 credo che sarà mio... :ph34r:

    E voi? Cosa ne pensate?

    Edited by Eclettico italiano - 5/12/2023, 18:20
     
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    intanto grazie per questa disamina :I:
    tempo fa mi ero un po' interessato all' articolo ma il mio interesse è definitivamente scemato quando ho avuto occasione di provare quello di un amico e sono giunto alla conclusione che per il mio polso(17,qualcosa) è troppo ...o forse -semplicemente- bisogna abituarsi
    in ogni caso mi pareva che tra le varie versioni ci fosse anche il discorso del vetro vs plexy : cosa anche questa importante
    quello che ho provato era un cal 11 zaffiro quadrante blu e-se decidessi- sarebbe la mia scelta anche se nel frattempo ho rivalutato molto il discorso plexy
    in ogni caso preferirei la corona a sx
     
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    Concordo che è un orologioche si acquista per passione.
    Purtroppo al mio polso non mi emoziona
     
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    CITAZIONE (Menodizero @ 5/12/2023, 18:26) 
    tempo fa mi ero un po' interessato all' articolo ma il mio interesse è definitivamente scemato quando ho avuto occasione di provare quello di un amico e sono giunto alla conclusione che per il mio polso(17,qualcosa) è troppo ...o forse -semplicemente- bisogna abituarsi

    Per quanto riguarda la vestibilità, considera che io ho polso 19 e comunque resta di fatto un orologio grande, alto (il "tombino") che a mio avviso sta bene solo su pochi polsi. Sul mio ovviamente me lo vedo, ma comprendo anche chi con un polso importante, lo possa trovare ingombrante e fastidioso.

    CITAZIONE
    in ogni caso mi pareva che tra le varie versioni ci fosse anche il discorso del vetro vs plexy : cosa anche questa importante
    quello che ho provato era un cal 11 zaffiro quadrante blu e-se decidessi- sarebbe la mia scelta anche se nel frattempo ho rivalutato molto il discorso plexy
    in ogni caso preferirei la corona a sx

    Per il discorso plexy, come vedi ho bypassato l'usato o addirittura il vintage, lasciando comunque il focus su quello che si trova OGGI a listino come nuovo. Ovviamente se qualcuno vorrà arricchire questo aspetto, sarà ben voluto, così da avere un unico post ben aggiornato.

    EDIT: in realtà aggiungo anche che ho avuto modo di provarne uno con vetro plexi, ma contrariamente alle differenze che ci sono ad esempio con lo Speedmaster, che ad esempio possiedo rigorosamente con vetro plexy, che trovo molto più suggestivo, qui forse complice anche il tipo di lavorazione, non ho visto sostanziali differenze e quindi anche se dovessi valutarne uno usato, eviterei il plexy. Ovviamente sono considerazioni del tutto personali. Già sappiamo anche come relativamente al moonwatch a tutt'oggi rappresenti sempre causa di "scontri" tra noi appassionati.
     
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    È uno degli orologi che mi dà più emozione indossare.

    Calibro 11, ca va sans dire...

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    La portabilità non è un problema, anche con un polso assolutamente normale.
     
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    CITAZIONE (Japax79 @ 5/12/2023, 19:01) 
    È uno degli orologi che mi dà più emozione indossare.

    Calibro 11, ca va sans dire...



    La portabilità non è un problema, anche con un polso assolutamente normale.

    Oltre all’ ingombro (tombino è brutto ma appropriato ) il cinturino rigido(era piuttosto nuovo quello che ho provato) davvero ‘’impegnativo’’
    Ma bellissimo :EM18:
     
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    Complimenti per la bellissima introduzione.
    Io personalmente quando nel 2020 l'ho comprato scelsi la Ref: CAW211P.FC6356 che monta il Calibro 11 proprio per una maggiore fedeltà all'originale.

    Ne approfitto per far notare due cose curiose.
    Noi oggi, o almeno io, tendiamo a vedere il Monaco come l'orologio più iconico di Tag Heuer ma, come giustamente hai fatto notare tu, la produzione cessò dopo pochi anni dalla sua introduzione e riprese molto più tardi a fine anni '90.

    La seconda è che il film La 24 Ore di Le Mans, sempre giustamente citato, fu un film in realtà sfortunato.
    Nacque in origine come sceneggiatura per un film sulla Formula 1 ma a seguito di vari ritardi venne bruciato da Grand Prix.
    La sceneggiatura fu recuperata da McQueen, a cui non andava giù non essere stato alla fine preso per girare Grand Prix, e la trama adattata alla 24 ore di Le Mans.
    Fu però un fiasco al botteghino.
     
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    CITAZIONE (Bippo64 @ 5/12/2023, 19:51) 
    Complimenti per la bellissima introduzione.
    Io personalmente quando nel 2020 l'ho comprato scelsi la Ref: CAW211P.FC6356 che monta il Calibro 11 proprio per una maggiore fedeltà all'originale.

    Ne approfitto per far notare due cose curiose.
    Noi oggi, o almeno io, tendiamo a vedere il Monaco come l'orologio più iconico di Tag Heuer ma, come giustamente hai fatto notare tu, la produzione cessò dopo pochi anni dalla sua introduzione e riprese molto più tardi a fine anni '90.

    La seconda è che il film La 24 Ore di Le Mans, sempre giustamente citato, fu un film in realtà sfortunato.
    Nacque in origine come sceneggiatura per un film sulla Formula 1 ma a seguito di vari ritardi venne bruciato da Grand Prix.
    La sceneggiatura fu recuperata da McQueen, a cui non andava giù non essere stato alla fine preso per girare Grand Prix, e la trama adattata alla 24 ore di Le Mans.
    Fu però un fiasco al botteghino.

    Fu un fiasco al botteghino e costò una fortuna a McQueen che ci andò quasi fallito. Ma a distanza di anni è diventato un film cult, ancora oggi ne parliamo.
    A chi interessasse è assolutamente da non perdere il docu film STEVE MCQUEEN - UNA VITA SPERICOLATA, con testimonianze e racconti del dietro le quinte del film, i protagonisti, i piloti, chi ci lavorò, Chad McQueen. Va assolutamente visto per chi ama Steve McQueen e la 24 Ore di le Mans ;)
    www.mymovies.it/film/2015/themanlemans/

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    CITAZIONE (il falegname @ 5/12/2023, 19:58) 
    A chi interessasse è assolutamente da non perdere il docu film STEVE MCQUEEN - UNA VITA SPERICOLATA

    Documentario che ho “consumato”. Non ne ho parlato perché in fondo si discuteva dell’orologio e non volevo essere troppo prolisso riguardo il film, ma mi fa molto piacere che tu lo abbia citato a.

    Fa anche strano vedere molti intervistati, tra cui Chad McQueen che lo indossava nel documentario. Ma magari, si tratta solo di sponsorizzazioni da parte di Tag Heuer.
     
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    Ciao, complimenti per il post!
    Te lo consiglio vivamente, gran orologio e con una grande storia dietro.
    Il mio Monaco riviera calibro 02
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    Quando troverò qualcuno che riuscirà a replicare un cronografo come il Monaco cambierò idea .

    Fino ad allora per me rimene un orologio leggendario :D
     
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    CITAZIONE (PietroP @ 5/12/2023, 20:33) 
    Il mio Monaco riviera calibro 02

    Complimenti… ammazza e che bello che è! Su un modello del genere, lo 02 ce lo vedo davvero benissimo!

    Non lo comprerei, per i motivi che ho elencato e per la mia preferenza alla storia, ma sostanzialmente non c’è nemmeno una versione che non mi piaccia. È un po’ come nel mondo Panerai: possono essere coerenti e meno coerenti, in linea o non in linea con le mie personali preferenze, ma sono belli tutti!
     
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    Io ho preso lui, ha il quadrante di un blu magnetico 😍


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    CITAZIONE (Bippo64 @ 5/12/2023, 19:51) 
    La seconda è che il film La 24 Ore di Le Mans, sempre giustamente citato, fu un film in realtà sfortunato.
    Nacque in origine come sceneggiatura per un film sulla Formula 1 ma a seguito di vari ritardi venne bruciato da Grand Prix.
    La sceneggiatura fu recuperata da McQueen, a cui non andava giù non essere stato alla fine preso per girare Grand Prix, e la trama adattata alla 24 ore di Le Mans.

    Da quello che ho letto e studiato, non mi pare che le cose stiano così. Posso chiederti qual è la tua fonte?

    Perché da quanto appunto detto anche da il falegname, nel documentario sono ben chiari i motivi del fiasco. Il film Gran Prix è tutt'altra roba, nato molto prima nel 1966. "La 24 ore di Le Mans" come film, nasce con una logica differente, ovvero quella di "mostrare le corse" Nei dialoghi originali di McQueen (molti inediti) si capisce che per lui avere una sceneggiatura era un dettaglio quasi del tutto irrilevante.

    Si iniziò senza trama e pare che, per quanto oggi possa sembrare assurdo, all'epoca era già sucesso più di una volta ad Holliwood. L'idea era quella di fare prima le riprese della vera gara (ci furono decine di riprese da più cineprese montate su un'autovettura da corsa) e poi di studiare una trama 3 mesi dopo quando si iniziò con il film. E li poi nacquero una serie di complicazioni, purtroppo di grossi errori e delirio di onnipotenza proprio dello stesso Steve McQueen che alla fine dovette cedere, dopo l'abbandono del regista John Sturges, che venne poi sostituito da Lee H. Katzin, in una situazione ormai ampiamente compromessa.

    Ti suggerisco vivamente la visione del documentario. Per altro chi ha Amazon Prime, può vederlo tramite Prime Video, facendo un upgrade gratuito (demo di 4 giorni) e disdicendo immediatamente l'abbonamento.

    Ovviamente se hai altre fonti, sarebbe interessante citarle, magari anche solo via PM perché mi sa che dilungandoci sui dettagli del film, siamo decisamente off topic e forse la cosa non interessa a nessuno, a meno che di non essere fanatici di Steve McQueen o del Monaco, al punto da "approfondire" ogni virgola come ho cercato di fare io.

    Grazie molte del tuo intervento.
     
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77 replies since 5/12/2023, 18:01   3472 views
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