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.[13 Dicembre 2031, tardo pomeriggio]
Dopo aver trascorso del tempo con Lygeon, Catherine Nott si era messa alla ricerca del prossimo studente a cui avrebbe tentato di prestare le proprie conoscenze per eradicare la piaga che affliggeva la sua quotidianità. Chi attendeva era Coral Allen, la Caposcuola in persona.
La professoressa della L.U.M.O.S. non aveva annunciato il suo arrivo o i propri scopi alla giovane strega. Infatti, prima ancora d'incontrare lei, aveva dovuto parlare con alcuni studenti per scoprire dove si trovasse e poi, una volta venuta a conoscenza che stava passando quel sabato pomeriggio in Sala Comune, l'aveva mandata a far chiamare da un giovane e allampanato Tempesta del secondo anno.
Catherine attendeva l'arrivo di quella che più volte era stata nominata studentessa migliore dell'anno nel pianerottolo che precedeva la lunga scalata per la sua Sala Comune. Da lì si potevano già scorgere i quadri animati di alcune delle menti più brillanti e particolari di quel bizzarro mondo arcano.
Nella sua vita come ex-Insegnante di Difesa contro le Arti Oscure e ex-Responsabile del Fuoco di Amestris, Nott non aveva mai visitato le Sale comuni del Ghiaccio e della Tempesta; non ne aveva mai avuto motivo e non lo aveva mai reputato interessante. Al contrario, la giovanissima Catherine appartenente ai Serpeverde, aveva più volte tentato di introdursi nelle altre Sale Comuni a Hogwarts senza mai aver successo. Si potrebbe dire che col tempo fosse migliorata... in realtà, quei posti apparentemente inaccessibili, non le suscitavano più poi così tanto fascino e per questo non aveva mai desiderato violarli. Sapeva però a grandi linee quale dov'esse essere l'aspetto di quei luoghi a causa delle descrizioni udite dagli altri Responsabili o da qualche studente di quelle Case.
Mentre attendeva l'arrivo di Coral, Catherine ripensò al loro ultimo incontro e al fatto che Allen fosse in qualche modo legata ai Nott. Quella Nata Babbana però, a differenza del giovane Lygeon, non l'aveva contattata, nonostante fosse afflitta come lui da una Piaga. L'esperta Esorcista si chiese se lei avesse pensato di rivolgersi a qualcun altro, ma senza alcuna modestia si disse anche che probabilmente lei per quella ragazza era probabilmente una delle migliori opzioni per non librare più nell'aria come un Boccino d'Oro difettoso.
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.CITAZIONE- Sai ridere
Nelle ultime settimane, Coral Allen aveva preso l'abitudine di compilare un diario molto particolare.
Le avventure delle Segrete e ciò che le avevano dato in dono l'avevano costretta ad un lungo periodo di solitudine involontaria da cui era uscita soltanto di recente, colta da una sorta d'illuminazione che le aveva permesso di vedere come non fosse davvero circondata da nemici, o comunque non più del solito.
Ma il mondo non aveva più lo stesso aspetto nemmeno osservandolo con i suoi occhi, forse perché, nonostante tutto, non erano più gli stessi.CITAZIONE-SapeviSai come studiare cose molto diverse senza impazzire. Forse.
La notte di Halloween le aveva portato via qualcosa, la scintilla capace di darle il sorriso e il calore che sapeva infondere con facilità, sebbene la crescita l'avesse ridimensionata rispetto ai suoi primi anni ad Amestris.
Si sentiva vuota, spenta, senza vita. Col senno di poi, aveva creduto che fosse stata l'ultima maledizione ad indurla in quello stato di apatia; ma più il tempo avanzava, più si rendeva conto che fosse l'insieme degli ultimi avvenimenti ad immergerla in quello stato di asettico nulla.CITAZIONE- Hai Bellamy
L'unica cura di cui aveva conferma, al momento, era la compagnia di Bellamy: da quando erano tornati a vedersi con sguardo realistico, le ombre parevano schiarire, nonostante fossero ancora insieme a lei. Ma anche il Caposcuola non era più lo stesso dopo gli eventi di Halloween, una constatazione che l'aveva spinta più volte a chiedersi se sarebbero mai tornati ad essere chi erano sempre stati.
Il risultato di tutto ciò era la mancanza di fede. Aveva letto del bando ministeriale, ma non aveva voluto dargli più fiducia del necessario: l'ultima cosa di cui aveva bisogno in una situazione come quella, era illudersi.
Qualcosa di cui era stata vittima fin troppo, a suo parere.CITAZIONE- Sai cavartela da sola
Così, afflitta da un fantasma interiore di difficile comprensione, Coral capì di non riuscire a trovare qualcosa di positivo in ciò che la circondava, nonostante Bellamy. Persino le sue capacità le sembravano vacue e inconsistenti, inutili e fuori luogo rispetto alle sue attuali necessità.
Ma se c'era una cosa di cui non si sentiva totalmente priva, era la determinazione.
Così, aveva deciso di scrivere su un diario tutte le sue doti, ogni volta che ne ricordava una, per non dimenticarlo.
Per non dimenticare che poteva farcela, che era forte, che poteva uscirne pur senza sapere come affrontare quella situazione, anzi, nonostante la situazione.CITAZIONE- Sei sopravvissuta allo sguardo micidiale della Cage.
Cosa può esserci di peggiore?
Udire il nome di Catherine Nott e insieme ad esso la richiesta di vederla, riuscirono ad illuminarla tanto da accenderle una luce dentro al cuore, seppur per pochi secondi.
Non aveva idea del perché si trovasse lì, ma non era tanto morta dentro da rifiutarsi di scoprirlo. Così, chiuse quel diario con un tonfo, recandosi ai piedi della torre dove avrebbe presto scorto la figura delicata e autoritaria di Catherine Nott.
Deglutì, prima di schiudere le labbra e presentarsi al suo cospetto.
Professore-
Ma non ebbe neanche il tempo di farle i suoi saluti che la mano invisibile la trasse verso l'alto, costringendola a chiudere gli occhi in attesa che quell'ormai noto supplizio avesse fine.. -
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Non appena Allen si librò in aria, lo sguardo di Catherine, che si apprestava quasi a salutarla, roteò verso l'alto. L'insegnante avrebbe dovuto apparire a Coral perplessa e, al tempo stesso, rilassata. Non era, infatti, una novità dalla notte di Halloween che il caso numero uno volasse.
Simile all'Incantesimo Levicorpus. Non trova, giovane Allen?
A differenza di quel che sarebbe successo con quella magia, però, Coral non era stata trainata in aria con forza per i piedi, come l'Arcano maggiore dell'Appeso. Sembrava, invece, che un'entità invisibile la stesse facendo volare, sollevandola.
Pragmatica, come sempre, l'insegnante estrasse la propria bacchetta magica in Prugnolo e Piuma di Fenice.
Era quasi tentata di ricorrere al controincantesimo Liberacorpus per osservare quali effetti esso avrebbe potuto avere, ma di sperimentare magie, anche se si fidava abbastanza del proprio intuito, neppure Catherine Nott se la sentiva granché. Conosceva fin troppo poco l'arcana energia che di volta in volta prendeva possesso del corpo della Caposcuola.
Mobilicorpus.
Una volta recitata quella formula magica, dalla bacchetta di Catherine Nott invisibili fili sarebbero stati evocati e si sarebbero allacciati a ciascun arto di Allen, trasformandola, di fatto, in un burattino dotato di volontà propria.
Poiché aveva studiato le Arti Oscure, la professoressa della L.U.M.O.S. era piuttosto capace di eseguire Incantesimi che controllavano la mente o il corpo altrui; Mobilicorpus non faceva eccezioni. Catherine, per altro, stava cercando di diventare una specialista di quella magia, applicandola su se stessa, invece che su un bersaglio qualsiasi. Intravedeva nell'uso così inusuale di quell'Incantesimo un potenziale enorme... ma quella era un'altra storia. Attualmente, infatti, stava per affrontare un'invisibile lotta per il controllo di Coral con qualsiasi cosa le facesse fare quei voli turbolenti... uno scontro fra marionettisti. Il suo intento non era però solo quello di non far cadere la Caposcuola della Tempesta bruscamente: una volta che l'effetto di quella Piaga si fosse interrotto, infatti, voleva anche contrastare qualsiasi movimento in aria per evitare che la ragazza sviluppasse qualsiasi sintomo del mal d'aria.
Amestris non è mai stata così bizzarra.
Sorrise, mentre con la sua bacchetta compiva movimenti rapidi e fluenti in modo da controllare al meglio Allen.. -
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Le piaghe di Halloween, sebbene così diverse nel loro essere disabilitanti, si accomunavano per un unico dettaglio: la mancanza di controllo da parte del soggetto colpito. Così Coral, sballottolata in aria come una scheggia impazzita, non aveva il governo dei fili che la muovevano a mo' di marionetta, vittima di forze al di sopra della sua portata.
Ci provò Catherine a divenire momentaneamente la sua burattinaia. Facendo affidamento su pregresse esperienze e capacità l'ex professoressa scagliò un Incantesimo di Manipolazione Corporea piuttosto potente [Arti Oscure II], tanto quanto bastava per contrastare la forza sconosciuta che ghermiva gli arti della Caposcuola. Non sufficiente per vincerla ma abbastanza perché si generasse uno scontro di forze opposte, un tiro alla fune continuo fino a giungere a un precario equilibrio. E così sarebbe durato finché l'effetto della piaga non si fosse esaurito spontaneamente, con le dovute conseguenze sul fisico della giovane studentessa.SPOILER (clicca per visualizzare)Catherine ha come Talento Arti Oscure II che attribuisce un bonus di 2 Carisma e 2 Capacità Magiche al momento dell'evocazione, di fatto potenziando le già alte CM. L'effetto su Coral è quello descritto: non si annulla completamente la piaga quanto si crea un gioco di forze fra l'entità sconosciuta e la magia di Catherine, proprio come se Coral fosse la protagonista di un tiro alla fune.
Dal prossimo post potete autoconcludere, come già previsto, l'interrompersi della piaga di Coral e, per quanto riguarda quest'ultima, i relativi malesseri dovuti al caso.
Catherine Nott Coral Allen. -
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Coral ebbe appena il tempo di scorgere la figura imponente della Nott prima di venire trascinata per aria dalla sua amica invisibile, dando spettacolo proprio davanti all'ultima persona che avrebbe voluto la vedesse in quello stato, capace di renderla debole e vulnerabile come non mai.
E Coral non amava mostrarsi in quelle condizioni, benché non fosse propriamente colpa sua. Così, mentre la nausea e il mal di testa iniziavano a farle visita, iniziò a prendere posto sul suo cuore anche un vago senso di vergogna. Sperava soltanto che quel supplizio avesse vita breve, e quando capì che la Nott avrebbe provato ad aiutarla, quella speranza divenne ancora più grande.
Tuttavia, la mano invisibile non sembrava essere dello stesso parere: teneva Coral ferma per aria senza voler dar segno di mollare la presa, e lo stesso si poteva dire dell'ex Docente di Difesa. Questo generò un vero e proprio braccio di ferro con Coral a passare ora dalla parte dell'una, ora dell'altra, letteralmente un pupazzo in balia di due grandi potenze magiche.
Avrebbe pianto volentieri. Non per il dolore fisico, ma per l'imbarazzo e l'umiliazione di vedersi trattata come un burattino incapace di avere controllo su se stessa. Ascoltò la domanda retorica della Docente, sorprendendosi di quanto riuscisse a rimanere fredda e analitica anche in una circostanza del genere. Beh, di certo non essere lei la vittima di quella forza invisibile aveva i suoi vantaggi.
Può darsi, ma preferirei mille volte stare ferma a testa in giù che questo, Professoressa.
Rispose a denti stretti, quasi quella morsa magica le impedisse persino di parlare liberamente.
Odiava quella situazione, odiava sentirsi debole, odiava non poter decidere da sola cosa fare. Rimase così ferma per aria avanzando ora verso la Nott, ora verso l'esterno, fino a quando la mano invisibile non mollò la presa, come ormai l'aveva abituata da settimane.
Cadde per terra rumorosamente, vicino alle scalinate. Non fece neanche in tempo a rimettersi in piedi che regalò a quelle tutto ciò che conteneva dentro allo stomaco, principalmente succhi gastrici: da quando era iniziata quella tragedia Coral aveva smesso anche di mangiare quanto avrebbe dovuto, per paura di ciò che poteva rigettare. Questo l'aveva portata a perdere già qualche chilo, di questo ne era certa, ma non aveva avuto il coraggio di scoprire quanti, considerato quanto fosse esile già di suo.
Tentando di ignorare davanti a chi avesse appena rimesso, Coral cercò la sua bacchetta fra le vesti, pulendo se stessa e le scale nel giro di qualche istante. Dopo di che si rimise in piedi a fatica, cercando di fuggire dallo sguardo della Professoressa. Aggiustò le pieghe delle vesti, sistemò i capelli e in ultimo portò una mentina alle labbra. Ne aveva una quantità industriale con sé, visto l'alto tasso di utilizzo degli ultimi tempi.
Avrei preferito salutarla in modo migliore, ma al momento non riesco a fare di meglio.
Portò le spalle verso l'alto e lo stesso fece col suo sguardo, sperando di non leggere delusione e nemmeno pietà nel suo: sperava di essere trattata con la stessa serietà di sempre da chiunque la circondasse. Catherine Nott non faceva eccezione.
Deglutì, cercando di contenere la nausea il più possibile. Poi parlò, come fosse la cosa più difficile del mondo.
Mi... cercava?SPOILER (clicca per visualizzare)Piaga: 2/5. -
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L'Insegnante della LUMOS, che nella sua vita aveva osservato le conseguenze di moltissime Maledizioni, era abituata a cose peggiori di vedere vomitare una ragazza, eppure socchiuse i pugni e quasi distolse lo sguardo. Quella reazione di evitamento non era certo dovuta a un eccesso di empatia nei confronti della bambina. La docente, infatti, era delusa degli effetti quasi nulli che aveva avuto Mobilicorpus per contrastare il malessere derivato dalla Piaga di Coral.
L'energia arcana con cui si era confrontata era potente e Allen ne stava subendo l'influenza; a Catherine la Caposcuola sembrava più magra, cupa e sciupata, rispetto a quando l'aveva rivista a Drayrdd, presso lo Spiazzo del Bardo.
Anche se non ne sono mai stata Responsabile, so che gli studenti della Casa della Tempesta sono caratterizzati da un'intelligenza piuttosto intuitiva.
Se gli studenti del Fuoco erano guidati da un istinto più primordiale, utile a far affrontare loro il pericolo imminente, quelli della Tempesta erano guidati un genio vivace che li rendeva apprezzabili per il loro modo di ragionare fuori dagli schemi. Ma rimarcare una caratteristica di una Casa cosa c'entrava con la domanda che Allen aveva rivolto poco prima a Nott?
Davvero non sa immaginare da sola perché l'ho fatta chiamare?
Gli occhi dell'insegnante rotearono verso l'alto e poi tornarono a guardare Coral.
La strega adulta, che non era celebre per la pazienza, nonostante la domanda appena rivolta, non si sarebbe prestata al gioco "indovina perché sono qui". Infatti, le chiese subito dopo:
Ha già chiesto aiuto a qualche professionista per risolvere la sua condizione? Qualcuno, per caso, le si è già offerto volontario?
Ormai sarebbe stato ovvio quale motivo aveva portato la professoressa Nott a presentarsi nei pressi della Sala Comune dei Tempesta e come mai aveva convocato proprio lei, una dei ventidue maledetti di Amestris, la cerchia di persone che stava ricevendo le attenzioni da parte di tutto il mondo magico.
Risolvere o eradicare le loro piaghe era diventato l'interesse di tutti gli esponenti più attivi del sapere arcano. Chi per senso di dovere, chi per interessi accademici e chi per la fama, molti studiosi si stavano per mobilitare per gli sventurati ventidue e Catherine, ispirata dalla lettera di Lygeon e delle possibilità che intravedeva per sé come Ricercatrice, intendeva essere una dei pionieri nella lotta a quelle maledizioni.. -
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Coral, dopo avere accuratamente evitato di guardare la Nott negli occhi quando ancora a terra, cercò al contrario di affacciarsi ad essi non appena l'ebbe davanti.
Quella donna la intimoriva e affascinava allo stesso tempo, dando vita ad un misto di sensazioni contrastanti dentro al suo cuore. Sapeva quanto potesse essere brusca nei modi e negli insegnamenti, ma alla lunga questo modo di fare si dimostrava in qualche modo funzionale.
Chissà cosa ne sarebbe stata di lei se Catherine Nott fosse rimasta la sua docente di Difesa per tutti i suoi sette anni ad Amestris. Un quesito, in realtà, per una vita che oramai guardava in avanti, verso il futuro, dove avrebbe potuto rincontrare come insegnante proprio la donna che le stava davanti.
Coral sospirò, allora, cercando di trovare le parole giuste.
Forse non aveva dato voce a quel pensiero con la mente, ma in cuor suo l'aveva immaginato, sperato, che Catherine Nott si trovasse in Accademia per provare a salvarla dalla sua piaga, nonostante avesse cercato di allontanare la possibilità che qualcuno potesse accorrere per lei il più possibile.
Sorrise, tuttavia, alla sua affermazione. Sentirsi dare della stupida da Catherine Nott non suonava per nulla come un'offesa, nonostante tutto.
Non volevo illudermi.
Ammise semplicemente, dicendo la verità.
La Tempesta, in fondo, era anche la casa dei paranoici, sebbene il cappello parlante parlasse troppo poco di quella particolarità dei giallo-viola.
Sospirando, allora, si avvicinò un po' di più alla docente con le mani strette attorno alla schiena. Si sentiva un po' traballante, come accadeva ogni volta che ripiombava per terra, ma tutto sommato riusciva a reggersi bene in piedi.
Forse Catherine Nott l'avrebbe considerata una debole, e non avrebbe potuto darle torto in alcun modo. Ma lei non aveva idea di come si fosse sentita nelle Segrete e nel periodo immediatamente successivo, di come si sentisse anche adesso. Dopo un mese di indagini, osservazioni, interrogatori, nessuno era stato in grado di risolvere il suo problema, nemmeno di provarci. Alla fine, aveva preferito abituarsi alla sua nuova condizione, piuttosto che rigettarla nell'insperato arrivo di un salvatore.
E infatti, è arrivata una salvatrice.
Rimase così a fissare Catherine Nott ancora per qualche istante accompagnata dal silenzio, studiandola come un gatto faceva con la sua preda, per capire quanto serie fossero le sue intenzioni. D'altronde, non aveva motivi per dubitare del contrario.
Schiuse allora leggermente le labbra, lasciando prendere voce ai suoi pensieri.
E infatti non ho cercato nessuno.
Lei è la prima ad offrirsi.. -
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Nott guardò Allen. Sapeva cosa significava avere a che fare con una forza magica più grande e potente di se stessi, un'energia capace di trasformare, di distruggere, scoraggiare e far persino dimenticare a una persona chi fosse.
Lei non poteva dire di conoscere Coral. Le aveva insegnato per poco tempo e l'aveva incontrata di nuovo solo quell'estate, ma l'aveva trovata combattiva. Era una delle poche studentesse capace di resistere al suo fascino e a portare una critica silenziosa al suo metodo d'insegnamento poco ortodosso; in un certo senso questo poteva essere degno di merito. Vederla spezzata in quel modo era triste. Non si aspettava quell'assertività da lei.
Sì, intendo occuparmi di lei e anche del signor Lygeon.
Le rivelò l'insegnante, aggiungendo, subito dopo, che Luke le aveva personalmente scritto pet chiederle d'intervenire su di lui.
La Piaga di quello studente del Ghiaccio influenza il suo modo di relazionarsi sia con gli altri, sia con la propria magia.
L'Incantesimo scaturiva dalla parola. Che essa fosse detta o pensata, la pronuncia errata della sua formula magica poteva influenzarne l'esito, ma Catherine reputava che più di un problema di formulazione, Luke, in quel momento, faticasse proprio a dialogare con la propria magia.
La sua, invece, giovane Allen, mi ricorda una Possessione fisica.
Se l'energia Arcana che prendeva il controllo di Allen fosse stata davvero un'entità, Catherine, come Esorcista, poteva affermare di avere davanti il suo nemico naturale.
Se la commissione, che si sta occupando di voi ventidue, fosse meno prudente, mi sarei presa volentieri in carico tutti i vostri casi, ma, avendo una scelta tanto limitata, ho preferito occuparmi di due Piaghe, che a mio modo di vedere sono dissimili.
Come aveva già detto al signor Lygeon, lei stava cercando fra loro il comun denominatore, ciò che accomunava tutti loro: la chiave per eradicare tutte e ventidue le Piaghe. Visto che non le era permesso di agire in prima persona su tutti loro, aveva già in mente di mobilitare le due Leghe di cui faceva parte per istruire quei professionisti su come comportarsi al meglio con quelle afflizioni.
La strega adulta non difettava in ambizione.
Oltre alle informazioni che ha dato al Ministero, ha altro da aggiungere?
Le chiese, intenzionata a farsi un quadro ancor più chiaro di cosa avevano vissuto nelle oscure Segrete di quel castello.. -
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Alle parole della docente, Coral tornò a guardarsi i piedi, pensierosa. Luke Lygeon, e probabilmente non solo lui, aveva trovato il coraggio di scrivere ad una delle eminenze del mondo magico per cercare il suo aiuto.
Se poteva riuscirci lui, pensava con poca modestia, perché non ne è stata in grado anche lei? Cosa l'aveva spinta a rintanarsi dentro le sue paure, senza sapere come uscirne? Perché il timore di un fallimento era stato più opprimente della luce della speranza?
Coral si sentì una stupida, davanti la figura forte e imponente di Catherine Nott.
Una stupida incapace di prendere in mano una penna e imprimere su carta una richiesta di aiuto, e non perché non ci avesse pensato, ma perché aveva scelto di non farlo.
Possessione...
Ascoltava le parole della Nott e, di nuovo, si sentì la bambina impaurita che era stata ai suoi primi anni ad Amestris.
Deglutì, sopprimendo un fastidioso nodo in gola. Non riusciva ad alzare lo sguardo verso la docente, in balia di emozioni difficili da elaborare. Non perché l'ipotesi della docente non calzasse, ma perché l'idea di essere posseduta da un'entità invisibile, sostenuta da un'esponente con alta credibilità come la Nott, la faceva sentire sporca. Si sentiva macchiata di una colpa silenziosa, non sua; infestata da qualcosa su cui non riusciva ad avere controllo, e Coral odiava non avere il controllo di ciò che la riguardava e anche oltre. Si sentiva piccola e inetta, incapace, immonda.
Per cui, di fronte alle sue osservazioni, rimase in silenzio. Non aveva idea del come e del perché il Ministero avesse preso quella strada nei loro confronti, né le interessava scoprirlo in quel momento.
Tutto ciò che voleva era nascondersi. Se l'idea di farsi aiutare da Catherine Nott in un primo momento l'aveva sollevata, adesso che iniziava a renderlo reale, diventava via via più spaventoso. Temeva ciò a cui l'insegnante l'avrebbe sottoposta, i dolori che avrebbe dovuto subire, la paura di non tornare mai più ad essere se stessa.
Coral trattenne le lacrime a fatica, davanti all'ultima persona che avrebbe voluto la vedesse a quel modo.
Aveva altro da aggiungere? Ci pensò su. Al Ministero aveva detto tutto ciò che c'era da sapere sulle segrete.
Non credo.
Sibilò a bassa voce, trovando la forza di alzare lo sguardo soltanto per aggiungere qualche altra parola in direzione della donna.
Mi spiace di non... poter essere più utile.SPOILER (clicca per visualizzare)Piaga: 4/5
Capodanno: 5/21
Edited by Il Tessitore - 6/1/2021, 01:39. -
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Peccato.
Nessuna parola di conforto. Nessuna frase fatta. Che Coral non le potesse fornire ulteriori informazioni era un vero peccato. Ancor più interessante di eradicare una per una quelle Piaghe era fare luce su ciò che le aveva provocate: le Segrete di Amestris. Al momento, purtroppo, quel luogo del castello era proibito a tutti; non era impossibile indagare direttamente sulla porta triangolare, ma solo attraverso l'osservazione degli effetti che essa aveva provocato.
Con lei e Lygeon ci vedremo allora nelle stanze del Club Icaro, il ventun dicembre. Il favore del Solstizio d'Inverno è importante.
Nel giorno più breve dell'anno, Catherine sperava che la sua magia potesse subire effetti benefici. Purtroppo non aveva studiato Astronomia tanto approfonditamente da poter affermare con certezza quali vantaggi avrebbe ottenuto, ma era quasi certa che le Maledizioni dei due studenti di Amestris sarebbero state molto più semplici da identificare con la Tracciatura.
Se pensa che lo Yule Ball possa logorarla eccessivamente, la invito a non prendervi parte.
Le consigliò con tono pratico, senza minimamente curarsi che quello sarebbe stato l'ultimo ballo ad Amestris per la Tempesta. Per lei quelle faccende da studenti erano irrilevanti e, fosse stata al posto loro, dinanzi all'occasione di poter recuperare completamente la memoria, avrebbe rinunciato qualcosa di ben più importante della partecipazione a un evento mondano.
Personalmente, mancherò. Ogni Esorcismo fa storia a sé e con voi credo di aver bisogno di raccogliere quanta più energia e concentrazione mi è possibile.
Aveva già partecipato a qualche Yule Ball e li ricordava tutti con amarezza. Erano eventi che ormai reputava fossero stati una perdita del suo tempo. Erano serate che lei aveva dedicato a una persona che ormai non le stava più accanto.
Se lei e Coral fossero state in confidenza maggiore, forse le avrebbe detto di mettere se stessa e la propria possibilità di realizzarsi prima di qualsiasi altra persona, poiché, in fin dei conti, l'unica certezza che lei avrebbe potuto avere sarebbe stata - appunto - lei stessa. Gli altri erano volubili e passeggeri. Non importava quanto a lungo avesse retto assieme a loro fardelli che non le appartenevano, quanto li avesse aiutati o quanto si fosse spesa per loro, nessuno sarebbe mai stato obbligato a rimanerle accanto... quando il vento le avrebbe iniziato a soffiare contro e la bufera l'avrebbe resa miserabile e impotente, pochi le sarebbero rimasti vicini.
Per me è tutto.
La conversazione per Catherine poteva avere termine. Non si sarebbe trattenuta oltre in Accademia. Non era quel tipo di persona che andava alla ricerca di vecchi colleghi per chiedere loro come se la stessero passando o per discutere con loro di sé.SPOILER (clicca per visualizzare)post 1/11. -
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Coral ascoltava le parole di Catherine in silenzio, cercando di farsi scivolare da dosso tutte quelle brutte sensazioni. Non si aspettava nulla di diverso dalla donna, conoscendo quanto poco incline fosse ai sentimentalismi. D'altra parte, non lo avrebbe nemmeno preteso: il fatto che si fosse offerta di aiutarla, ai suoi occhi, era già una manna dal cielo.
Si era inesorabilmente arresa alla prospettiva di una vita spezzata e fuori dal suo controllo, dimostrandosi incapace di sopportare il peso di quella consapevolezza al punto da chiudersi in se stessa, imparando a convivere con quella piaga piuttosto che rifiutarla in attesa dell'arrivo del salvatore. Tuttavia, adesso che un salvatore c'era, chissà se avrebbe fatto di più per tenersi in piedi prima con la testa e poi col corpo, che altrimenti sarebbe stata soltanto un involucro vuoto.
Non ne aveva idea, ma di certo ci avrebbe provato: per questo, e non solo, si sarebbe recata allo Yule a fine anno, contrariamente a quanto suggerito dalla docente e non solo.
Non si sarebbe fatta indebolire a tal punto dalla sua piaga, che già la dominava più di quanto avrebbe voluto. Se a causa sua avrebbe persino dovuto rinunciare all'ultima possibilità che aveva di recarsi allo Yule insieme a Bellamy, dopo sette anni in cui per un motivo o per un altro avevano sempre avuto altri accompagnatori, probabilmente non se lo sarebbe mai perdonata. E se invece partecipare allo Yule avrebbe compromesso il suo esorcismo?
Davvero le cose sarebbero potute andare peggio di quanto non fossero adesso?
Coral, mossa dalla tristezza, dalla rabbia, dalla vergogna e persino dalle più umane emozioni adolescenziali, si rese conto che andare a quell'evento era l'unica cosa che desiderasse davvero, insieme alla sua insperata guarigione. Ma voleva anche essere curata...
Sospirò profondamente, riportando lo sguardo verso il basso. Nelle settimane successive avrebbe avuto molto a cui pensare.
Nel mentre, si chiedeva se avesse dovuto prepararsi in qualche modo per ciò che avrebbe atteso lei e Luke, ma era convinta che se così fosse stato, la Nott glielo avrebbe detto.
La ringrazio, Professoressa.
A quelle parole Coral alzò lo sguardo verso la docente, perché se tutto nella sua vita sembrava messo in dubbio, di una sola cosa poteva essere certa: Catherine Nott, il ventuno Dicembre, avrebbe provato a salvarla.
Non poteva esserci prospettiva migliore per il suo futuro, nonostante tutto.Chiusa
SPOILER (clicca per visualizzare)6/21 capodanno
Edited by Il Tessitore - 6/1/2021, 01:40.
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