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| Il fiume scorre tranquillo chiuso fra gli argini già avvolti nella fitta oscurità di quest’ uggiosa serata di gennaio. La pioggia, a tratti fitta, non sembra disturbare il suo incedere verso il mare. La striscia scura e lucida, sulla quale si riflettono tremolanti le luci del ponte della statale, spicca ben evidente in tutta la larghezza di quello che è il basso corso del Po. La chiatta, saldamente ancorata alla rampa della golena, si lascia cullare dalla corrente, dentro il ristorante si potrebbe quasi sentire lo sciabordio dell’acqua sui galleggianti se non fosse per l’allegro vociare di una dozzina di loschi figuri che, complice il vino e un’insana passione comune, hanno appena gettato le basi di una nuova avventura, la prima in questo lembo di pianura esposta ad est, baciata dalla nebbia e percorsa da una fitta rete di fiumi e canali ancora ricchi di nobile pesce autoctono. Vengono da sette province diverse, ma l’allegria compagnia, il cibo e l’alcool fondono perfettamente i dialetti restituendo un unico linguaggio, quello dell’amore per i pesci, per l’ambiente e per quei fottuti scatolini di plastica forati appesi a corte canne con i cimini colorati. Ma in fondo che cos’è un tip? Forse solo un apostrofo rosso fra le parole “pesca” e “feeder”. L’idea è stata di Mauro, gli è bastato smuovere la cenere sopra delle braci già ben radicate per avere la prima scintilla, e il numero minimo di soci, previsto dal regolamento, è stato raggiunto e superato in un batter d’occhio. Velocissima la votazione degli incarichi istituzionali. A Mauro ovviamente spetta l’onere e l’onore della Presidenza e della cassa, segretario un giovane pescatore bolognese che negli ultimi due anni a rotto le balle a tutto il globo terraqueo pur di sapere la differenza fra un block end e un cage, si chiama Marco ed è il più grosso molestatore di cavedani del Nord Est. Alla vicepresidenza chi vi scrive, giusto per non lasciare il “potere” tutto in Veneto e a Bologna. Un sorriso a tavola e l’ultimo brindisi di fronte al fiume che ci unisce, ci ha fatto da testimone in questa fredda e piovosa serata invernale e che costituisce il cordone ombelicale della nuova sezione. Un botto secco, il tappo di sughero vola verso il fiume perdendosi fra i flutti della piena imminente...benvenuta LBF Basso Po!
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