CITAZIONE (roby59 @ 28/11/2012, 17:22)
Amici ciao!
da poco finita la "fatica" nello scrivere l'articolo del Ciao su Motociclismo d'Epoca in edicola, adesso mi aspetta il GULP, di cui sono entrato in possesso di un esemplare 1976 MATIC spettacolare...
A differenza dell'arcinoto e trattato Piaggio Ciao, sto facendo fatica a trovare info sul GULP...chiunque abbia documenti ineterssanti...grazie, sarà citat0 (nell'articolo !!)
Grazie
Roberto
Ciao,
io ho avuto un Gulp 3V , per poco tempo, preso usato. e posso dire che era un onesto ciclomotore utilitario, che grazie al cambio si arrampicava un po' dappertutto,
anche se con il cambio a sole 3 marce, c'era un inevitabile buco fra la prima e la seconda.
I freni, come di tradizione sui Garelli utilitari fino al Formuno con freno a disco con comando meccanico, erano scarsi, come per altro su quasi tutti i ciclomotori del genere a quei tempi.
Forse, complice lo scarso traffico che era ai tempi ,come vedi sono molti i garellisti che sono sopravvissuti nonostante tutto.
Quello che spingeva molti giovinastri da "strapazzo" a comprare questi Garelli, era il poter montare senza modifiche i vari kit con cilindro maggiorato, che consentivano di portare la cilindrata a 70 cc, come con il kit Polini,
cosa che invece con i motori Minarelli , Franco Morini, Beta, Malanca, di quel periodo, non era ancora possibile, se non con interventi impegnativi.
La conseguenza era che molti possessorio di Gulp 3V iperelaborati, viaggiavano su dei mezzi con telai messi a dura prova, assolutamente sottodimensionati per quelle prestazioni.
Insomma era un po' come per il motore della Vespa 50, che senza barenature e spostamenti di prigionieri, ma solo cambiando cilindro e pistone, potevi passare da 50 cc a cilindrate sensibilmente maggiori , con un aumento di prestazioni non indifferenti.
A parte il discorso taroccatura, era un ciclomotore onesto, discretamente diffuso.
Bastava guardare fuori dai licei e dagli istituti superiori, che ne potevi contare diversi sia in versione con il cambio a 3 marce che il monomarcia .
Per quanto riguarda il monomarcia, il Gulp, come anche il suo naturale successore, ossia il VIP1, una volta che la frizione di gomma faceva presa, andavano via abbastanza bene,
ma come ripresa da fermo erano un po' morti , tanto che anche i Piaggio Ciao momomarcia facevano meglio.
Era una particolarità di questa frizione automatica in gomma. Ci metteva un bel po ad attaccare, molto di piu' di una normale frizione automatica centrifuga con ganasce con rivestimento tipo Ferodo.
Parlando del l telaio, si puo' dire che era adatto all'uso per cui era destinato, solo la forcella meccanica era un po' rigida.
Un'altra cosa che non era il massimo, sia nel Gulp monomarcia che Matic, era la scomodità nell'avviamento pedalando. Il rapporto di trasmissione con cui i pedali trasmettevano il moto alla ruota , era cortissimo.
La marcia come bicicletta, per esempio possibile per brevi tratti con un Ciao o un Boxer, con il Gulp monomarcia, diventava un'attentato all'integrità delle rotule,
che rischiavano di svitarsi
tanto la frequenza della pedalata era elevata.
Il Gulp senza marce, quindi, era meglio avviarlo sul cavalletto, oppure fare i fighi e con una rincorsa spingerlo tirando la leva dell'avviamento.
A parte questo, il Gul è stato anche lui un simbolo a due ruote, di un'epoca travagliata, come sono stati gli anni '70.
Edited by faidate - 28/11/2012, 19:12