data di nascita: 11 maggio 1992 luogo di nascita: Bree [Limburgo, Fiandre - BELGIO]
ruolo: PORTIERE piede preferito: sinistro
Altezza: 194 cm Peso: 80 kg
Squadra attuale: appena ingaggiato dal CHELSEA FC, nel 2011-2012 giocherà in prestito al CLUB ATLÉTICO DE MADRID [Primera División - Liga Nacional de Fútbol Profesional, SPAGNA]
Sin dagli albori di questo sport, la scuola calcistica belga si è segnalata come fucina indefessa di portieri affidabili, alcuni capaci addirittura di segnare un’epoca ed entrare prepotentemente nell’immaginario collettivo. Ripercorrendo a ritroso il secolo scorso, la mente degli appassionati prova idealmente a spolverare la coltre del tempo dalla memoria per far riemergere le leggendarie figure di Jan De Bie, medaglia d’oro nella VII Olimpiade di Anversa 1920 (un solo gol subito, il penalty trasformato dallo spagnolo Mariano Arrate, per ottenere l’unico alloro internazionale del piccolo regno dell’Europa Centrale), o Arnold Badjou, estremo difensore presente nelle tre edizioni della Coppa del Mondo incastonate tra le due guerre (1930-1934-1938). E poi ancora Robert Braet (autentico monumento ventennale nel Cercle Brugge), André Vandeweyer (l’indimenticabile ‘Zaza’, protagonista della “Union 60”, ossia la poderosa striscia di sessanta partite senza sconfitte messa su dalla Royale Union Saint-Gilloise tra il 9 gennaio 1933 e il 10 febbraio 1935, che portò alla conquista di tre titoli nazionali consecutivi, gli ultimi di un club ai giorni nostri impelagato nelle serie inferiori), Léopold Gernaey (perforato quattro volte sia dall’Inghilterra che dall’Italia del coach magiaro Lájos Czeizler nei Mondiali 1954), Jean-Marie Trappeniers (pluri-decorato con l’Anderlecht, squadra che nel 1964 rappresentò il proprio Paese con tutti i suoi undici effettivi in un match contro l’Olanda), Jean Nicolay (Belgian Golden Shoe '63, istituzione nello Standard Liegi), Christian Piot (antesignano dei “portieri-goleador” sui calci piazzati: c’è la sua firma nel tabellino dei marcatori in un Italia-Belgio 2-1 del 26 gennaio 1977 a Roma, quando trafisse il ‘Giaguaro’ Luciano Castellini dagli undici metri) e il baffuto Theo Custers, pittoresco interprete del ruolo chiuso nella Nazionale Maggiore solo dalle ingombranti figure di Jean-Marie Pfaff e Michel Preud’homme, i due fuoriclasse assoluti che i "Diables Rouges" hanno regalato al panorama internazionale nel trentennio dipanatosi a cavallo tra gli anni Settanta e i Novanta.
Archiviate le successive esperienze con Filip De Wilde e Geert De Vlieger, i pali del Belgio nel futuro prossimo potrebbero esser difesi da due prospetti su cui è doveroso porre la massima attenzione: Simon Mignolet (1988, Sunderland), ultimamente capace di scalzare Jean-François Gillet, Bailly e Silvio Proto nelle gerarchie del Commissario Tecnico Georges Leekens, e soprattutto Thibaut Courtois, la sorpresa più brillante della Jupiler Pro League 2010-2011.
Nato a Bree l’11 maggio di diciannove anni fa, questo piccolo gigante (centimetri in parte ereditati dal padre, l’ex-pallavolista Thierry Courtois) è stato infatti uno degli artefici della splendida cavalcata intrapresa la scorsa estate dal Racing Genk, conclusasi a maggio con la conquista del terzo titolo nella propria storia per la gioia incontenibile della Cristal Arena, il catino ‘de Mijnjongens Genkies’ costruito nel 1999 (anno del primo trionfo nazionale) e denominato in origine Fenix Stadion. In quegli stessi mesi, Courtois fu notato negli ‘Espoirs’ del Bilzen VV dai dirigenti bianco-blu; curiosamente, sin da bambino ricopriva il ruolo di terzino sinistro. La definitiva collocazione tra i pali la assunse con la nuova maglia, quando si offrì come volontario sostituto dell’estremo difensore titolare, infortunatosi alla vigilia di un torneo per giovani promesse organizzato in Germania: le sue confortanti prestazioni gli valsero il premio di miglior giocatore della rassegna, e la certezza di aver finalmente intrapreso la strada giusta sul rettangolo verde.
Peraltro, l’attitudine a bruciare le tappe è una peculiarità che lo ha accompagnato in tutta la sua ancor breve carriera, agevolata dalla sfrontata personalità naturale e un pizzico di sana ambizione. La contemporanea assenza dello squalificato Davino Verhulst e del sostituto Sem Franssen (il titolare d’inizio stagione, Logan Bailly, si era accasato al Borussia Mönchengladbach cinque mesi prima, anticipando di qualche settimana la firma di Sinan Bolat con lo Standard Liegi) convinsero l’allenatore Pierre Denier a buttarlo nella mischia non ancora maggiorenne il 17 aprile 2009, e nonostante fosse la sesta scelta del team appena qualche tempo prima, dato che l’alternativa rimasta in rosa era l’ugualmente imberbe Koen Casteels (passato qualche giorno fa all’Hoffenheim, altro ragazzo da seguire nel ruolo, così come il coetaneo Thomas Kaminski del Beerschot AC e Sven Dhoest, classe 1994, militante nel Club Bruges). L’avversario da affrontare era il K.A.A. Gent, guidato in panchina da un certo Preud’homme: un segno del destino? Arresosi solo di fronte a due colpi di testa degli indisturbati Grondin e Custovic, entrambi su cross dalla sinistra disegnati da Thompson e Bryan Ruiz, il giovane sventò prontamente sul proprio palo un tentativo a botta sicura dell’incredulo Ljubijankic, liberato davanti alla porta dall’ennesima invenzione sulla banda laterale del costaricense. Il 2-2 al triplice fischio dell’arbitro Paul Allaerts (di Ngcongca e Huysegems le altre reti) suggellò l’esordio ufficiale e l’unica presenza nella stagione 2008/2009 dell’allora misconosciuto Thibaut, lasciando intravedere ai tifosi di casa il suo potenziale grezzo ma senza dubbio di buon livello.
L’annata successiva non è stata foriera di grandi soddisfazioni né sul piano personale né tantomeno per quanto concerne i risultati della propria squadra; terzo portiere all’ombra di Verhulst e dell’ungherese László Köteles, prelevato in estate dal Debreceni VSC, il talento fiammingo ha vissuto da spettatore non pagante le tribolazioni del Genk, alle soglie della zona retrocessione sotto la gestione di Hein Van Haezebrouck e autore di una lenta risalita con il sostituto Franky Vercauteren, capace di rivitalizzare un ambiente depresso centrando l’undicesimo posto finale e l’insperata qualificazione ai Preliminari di Europa League grazie ai play-off primaverili.
E’ stato proprio il nuovo mister, “piccolo principe dell’ala sinistra” con Anderlecht e Nantes nei suoi trascorsi da giocatore, a concedere fiducia incondizionata a Thibaut Courtois sin dalle prime battute della stagione 2010/2011, sancendo la sua definitiva consacrazione. Il giovane è stato bravo a cogliere al volo ogni occasione, sfoderando una sicura esibizione nel battesimo di fuoco in campo europeo al Veritas Stadion di Turku (29 luglio 2010, i finlandesi dell’Inter demoliti 5-1 a domicilio), bissata nell’esito positivo tre giorni più tardi in campionato: colpevole sul momentaneo vantaggio del Beerschot, siglato dopo soli sette minuti da Faris Haroun con un tiro tutt’altro che irresistibile sul primo palo, Courtois ha però salvato il risultato allo scadere, neutralizzando un velenoso diagonale di Bart Goor ed evitando di vanificare la doppietta del bomber Jelle Vossen.
Il rendimento è aumentato col susseguirsi delle giornate, in maniera direttamente proporzionale alla partenza da applausi del Racing Genk, pregevole nell’inanellare nove vittorie in undici giornate (compreso un netto 4-2 rifilato ai rivali dello Standard), prima della doppia sconfitta patita in casa del KV Kortrijk (0-1 il 22 ottobre) e ospitando i campioni in carica dell’Anderlecht (1-2 nove giorni dopo, con reti avversarie siglate da Kljestan e dal solito Romelu Lukaku). La marcia è ripresa alla grande il 13 novembre, con Courtois capace di conquistare definitivamente i favori del proprio pubblico al cospetto del Cercle Brugge: col punteggio ancora inchiodato sullo 0-0, il ragazzo si rivela abile nel neutralizzare un rigore all’avversario Hans Cornelis, distendendosi in bello stile sulla propria sinistra e abbassando poi la saracinesca di fronte ai ripetuti attacchi del ghanese William Owusu, scatenato nell’arco dei novanta minuti eppure incapace di trafiggerlo in ben cinque occasioni, avute per giunta da posizione propizia. Incoraggiati dalla reattività felina dell’estremo difensore, i compagni riescono alfine a scrollarsi di dosso il periodo di crisi ed andare in gol con Marvin Ogunjimi, l’israeliano Elyaniv Barda e David Hubert, mediano di fatica dalla grande disciplina tattica.
I riflessi pronti e l’agilità tra i pali sono i pezzi forti del repertorio di Thibaut, il tutto condito dall’istrionica verve con cui tende talvolta a rimbrottare i compagni di reparto distratti in copertura, guidandoli da par suo; non è un caso che i bianco-blu siano riusciti a chiudere la Regular Season con la seconda miglior difesa del lotto e solo ventisette reti incassate in trenta turni, nonostante il progetto di Vercauteren sia improntato principalmente su un modulo propositivo e spesso sbilanciato in fase offensiva (attacco più prolifico con sessantaquattro realizzazioni, una media di 2.13 per match). Il ragazzo può e deve comunque migliorare nel tempismo delle uscite alte, sfruttando le lunghe leve di cui è naturalmente dotato, e soprattutto nelle prese. Come la maggior parte dei portieri moderni, infatti, il belga tende ad accontentarsi di respingere il pallone in tuffo, piuttosto che rischiare di bloccarlo o lavorare su un posizionamento più accorto.
Titolare inamovibile nei 2700 minuti della Jupiler League, Courtois ha mantenuto la sua porta inviolata in undici circostanze nella prima fase del campionato, ergendosi ad assoluto protagonista anche rispetto alle sofferenze patite dalla sua squadra contro Lierse (stoico sotto la neve caduta copiosamente sull'Herman Vanderpoortenstadion per difendere l'1-1), St.Truiden e Lokeren, baluardo quasi inespugnabile poi nel bel filotto finale messo insieme dal 22 gennaio al 20 marzo 2011, quando i ‘Genkies’ hanno chiuso il loro percorso con sei vittorie, un pareggio (1-1, riacciuffato in extremis dall’Anderlecht nello scenario amico del Constant Vanden Stock Stadion) e una sola sconfitta (inatteso 0-2 a domicilo dal Westerlo nel penultimo impegno), piegando tra le altre le favorite Bruges (1-0) e Standard Liegi (ancora due lunghezze di scarto come all’andata, in virtù dello 0-2 al Maurice Dufrasne Stadion).
La decisiva post-season in primavera è cominciata invece in malo modo, con il Genk regolato senza appello e in rapida successione dallo Standard (1-2) e dai bianco-malva di Ariel Jacobs (0-2), dando l’impressione di aver ormai raschiato il fondo del barile energetico per produrre il massimo sforzo e non poter più opporre resistenza sotto i colpi delle avversarie più attrezzate. Ma nel calcio non c’è niente di matematico… Una reazione veemente e orgogliosa, infatti, permette ai ragazzi di Vercauteren di riaprire il discorso con cinque successi nei sei impegni posteriori (l'unico passo falso è lo 0-3 sul campo del Bruges, rimediato malgrado il penalty ribattuto al doppiettista di giornata Ivan Perisic) per poi andarsi a giocare le proprie carte nell’ultima sfida casalinga (17 maggio 2011) agli indemoniati ‘Rouches de Liège’ Axel Witsel, Daniel Opare, Sébastien Pocognoli, Mehdi Carcela-Gonzalez, Mohamed Tchité e il capitano Steven Defour, idolo locale alla Cristal Arena appena un lustro fa. Manco a dirlo, è stato proprio il giovane estremo difensore bianco-blu a rivelarsi preziosissimo “man of the match”, mettendo in ghiaccio con le sue parate il pareggio firmato dall’incornata del nigeriano Kennedy su corner corto del talentuoso Kevin De Bruyne e cross di Dániel Tőzsér a dodici minuti dal triplice fischio finale (lo 0-1 era arrivato al 45’+2 dal mancino ravvicinato di Eliaquim Mangala, lesto nel correggere una punizione dello stesso Defour), esaltandosi nel disinnescare il disperato forcing intrapreso dallo Standard nelle ultime battute, con tre miracolosi interventi in respinta che hanno mandato in visibilio gli astanti. Un trionfo meritato per una squadra partita a fari spenti, alla luce del contraddittorio torneo di appena dodici mesi prima, e intraprendente ai limiti dell’incoscienza nel sovvertire ogni pronostico estivo.
I frutti raccolti in questi ultimi tempi sono piuttosto copiosi anche a livello individuale per Thibaut Courtois: doppio premio come “Racing Genk Player of the Year”, assegnatogli dai propri supporters, e soprattutto il prestigioso riconoscimento di “Best Goalkeeper of the Year”, istituito nel 1984-85 dalla RBFA (Royal Belgian Football Association), il cui albo d’oro vede al vertice con quattro affermazioni Gilbert Bodart (qualcuno lo ricorderà ormai ultra-trentenne a difendere i pali di Brescia e Ravenna qui in Italia) e il succitato Preud’homme, strepitosa punta di diamante del Malines che incantò l’Europa sulla coda degli anni Ottanta.
Ad ogni modo, il ragazzo nativo di Bree non potrà puntare per adesso a battere i loro record in patria, dato che la sua fragorosa esplosione ha suscitato l’inevitabile interesse di club stranieri come Manchester United, Tottenham, Newcastle, Benfica, Hoffenheim e Schalke 04, bruciati sul tempo dalla succosa offerta del Chelsea di Roman Abramovič e del neo-arrivato tecnico lusitano Villas Boas, che ha messo sul piatto una cifra vicina ai nove milioni di sterline per assicurarsene le future gesta. Felice di questo salto di qualità professionale, il promettente Courtois comincerà per il momento a misurarsi con gli attacchi atomici della Liga spagnola, dato che andrà in prestito all’Atlético Madrid per sopperire alla partenza dell’altro talento David De Gea, fresco Red Devil alla corte di Sir Alex Ferguson.
il Belgio sta sfornando davvero talenti su talenti, ora anche tra i pali, dopo Mignolet anche Courtois...il Chelsea ha fatto davvero un grande acquisto, secondo me tra un paio d'anni potrebbe diventare il titolare della squadra londinese, Cech da qualche tempo, pur restando un signor portiere, non da' piu' garanzie assolute.
Grande futuro per lui. Spero continui così, anche se io l'avrei lasciato ancora un anno in presito al genk
per adesso, ha esordito nei preliminari di Europa League nella vittoria esterna 4-0 contro i portoghesi del Vitoria Guimaraes e nella seconda giornata della Liga, lo 0-0 interno con l'Osasuna il 28 agosto, partita in cui ha debuttato anche Arda Turan - ho visto solo gli highlights (buona parata sul sinistro del connazionale Roland Lamah), dunque non so come si è comportato, ma potrebbe trovare il suo spazio in Spagna: per me sarà titolare inamovibile
Thibaut ha delle grandissime potenzialità. Ormai il ruolo di primo portiere dei colchoneros è suo e devo dire che sta dimostrando di meritarselo. Anche ieri contro il Celtic ha sfoderato delle ottime parate facendo notare la sua prontezza di riflessi ed elasticità nei movimenti quando ha parato un tiro insidioso dalla distanza da parte di Ki Sung-Yong. Sono sicuro che ben presto riuscirà a conquistarsi il posto da titolare anche nel Chelsea (questo non prima del prossimo anno, sempre che Thibaut mantenga questo livello di prestazioni)
Il Chelsea con lui e De Bruyne ha fatto due colpi in prospettiva interessantissimi. Ricordo qualche ironia su di lui quando prese gol facili dal Barcellona, con i catalani che erano sempre soli davanti a lui, ma a me sembra un signor portiere.
Sui palloni alti è una sicurezza. In porta è abbastanza bravo e può migliorare ancora molto.
A 20 anni vincere l'Europa League e giocare titolare in uno dei club più prestigiosi di Spagna non è male. Il Belgio è in grande crescita, presto lo rivedremo protagonista.
Ha fatto una stagione fenomenale,ho potuto seguire tutta la stagione dell'Atletico e posso dire che ha fatto anche meglio del suo predecessore De Gea!
Rispetto allo spagnolo ha mostrato anche molto più carattere,ha dimostrato un carisma che pochi 92 già hanno,ma sopratutto ha saputo guidare benissimo il reparto difensivo!!
Sui palloni alti è una sicurezza. In porta è abbastanza bravo e può migliorare ancora molto.
A 20 anni vincere l'Europa League e giocare titolare in uno dei club più prestigiosi di Spagna non è male. Il Belgio è in grande crescita, presto lo rivedremo protagonista.
Ti dirò, io invece lo vedo migliorabile proprio nelle uscite alte, come è scritto nella scheda nel tempismo. Soprattutto poi con quel fisicaccio che si ritrova, anche ieri ha sbagliato il tempo in un'occasione d'uscita facile nella ripresa, fortuna per lui che non ci sono state conseguenze, mentre invece lo vedo messo molto bene nei riflessi, l'anno scorso non l'ho mai visto all'opera ma in Spagna mi è sembrato bravissimo proprio nelle parate ravvicinate, quelle appunto dove ti devi buttare a terra in una frazione di secondo. Per fare un paragone con portieri molto alti che ho visto in Premier League, non è il gigante dell'area piccola quando c'è da uscire ma lento e poco reattivo. Petr Cech ha un rivale molto scomodo, secondo me, anche se forse il rinnovo del prestito in Spagna sarebbe la scelta ideale: un'altra stagione in Europa, Supercoppa compresa, e la possibilità di disputare altre partite di livello, questo qui ha 19 anni ma un palmares già niente male con tre trofei e la possibilità di alzarne un altro (vi immaginate una Supercoppa Chelsea-Atletico, con lui in forza agli spagnoli ma di proprietà Blues? Farebbe un effetto molto strano!), non voglio battere sul solito tasto dolente ma da noi i migliori a quella età (Bardi, Perin) sono in Serie B.
Premetto che ho guardato solo video (lunghi), mai visto per un partita intera e non l'ho seguito (si impara molto sui portieri anche guardando gli errori più che le parate), comunque più che riflessi e agilità, mi sembra abbia un'esplosività notevole considerando fisico e stazza, più dei riflessi, e l'esplosività è più utile dei riflessi, nel suo caso è utile perchè blocca poco e in alcuni casi deve esser "esplosivo" a rialzarsi subito in caso di un tiro sulla respinta ... invece di uscite non ne ho praticamente mai viste, giusto una alta (deviata con un pugno) quindi concordo che deve migliorare in questo ... al contrario è da notare la sua abilità nell'1 vs 1, esce in modo intelligente
Sui palloni alti è una sicurezza. In porta è abbastanza bravo e può migliorare ancora molto.
A 20 anni vincere l'Europa League e giocare titolare in uno dei club più prestigiosi di Spagna non è male. Il Belgio è in grande crescita, presto lo rivedremo protagonista.
(vi immaginate una Supercoppa Chelsea-Atletico, con lui in forza agli spagnoli ma di proprietà Blues? Farebbe un effetto molto strano!).
guarda un po'....la supercoppa sarà proprio chelsea atletico!! cech vs courtois...presente contro futuro! davvero interessante come sfida!
Il Chelsea è disposto a trattare con l'Atletico Madrid per la cessione a titolo definitivo. Se lo cedono davvero fanno un grandissimo errore! A Giugno scade il prestito, fossi in loro lo riporterei subito alla base, e gradualmente gli farei prendere il posto di Cech. Ormai Cech sta iniziando a risentire dell'età, anche se ogni tanto riesce ancora a fare qualche prestazione di alto livello (un po' come Buffon).
Courtois tra 5-6 anni si contenderà il titolo di miglior portiere del Mondo con ter Stegen!
P.S. Ho detto gradualmente perché un portiere non si sa mai come reagisce al calcio inglese (vedi De Gea)...
Io sinceramente non capisco gli affari del Chelsea. Hanno il portiere ormai pronto per il salto di qualitá e invece continuano con Cech. Poi magari vanno a comprare Neuer a 40 mln.