agathodaimon ☰ gloria di uriele [VI] ☰ energia ???III“Darai alle fiamme le immagini scolpite dei loro dèi; non desidererai e non prenderai per te argento né oro che è su di esse, affinché tu non rimanga preso al laccio; perché sono abominevoli per il SIGNORE tuo Dio.”[Deuteronomio 7:25]Il pensiero di aver sprecato tutto quel tempo nascosta dietro l’illusione di una mortale la tormentava incessantemente; quanto si era persa credendo di fare la cosa giusta? A quante sciocchezze aveva dato peso credendo che quello fosse il modo corretto di vivere?A quali peccati si era abbandonata non rammentando il loro significato?
Sulle prime questi pensieri le avevano tolto il sonno ed il senno; aveva vagato senza meta per giorni, forse settimane, prima di rendersi conto di come stava effettivamente cambiando...non le serviva più nutrirsi o dissetarsi per rifocillare quel suo aspetto umano, anche il sonno non era più necessario, quando le bastava meditare per qualche ora per riprendere padronanza di sé e delle sue forze. Più procedeva nel suo peregrinare, più combatteva i suoi demoni interiori, più il suo corpo umano mutava per riflettere quello che era sempre stato: un guscio, questo Dhawyth era stata per lei, una maschera dietro cui celarsi, ma che ora si stava disfacendo come carta secca.
Durante il suo incedere aveva incontrato alcune schermaglie di corrotti, ricordava bene che sulle prime aveva cercato istintivamente di richiamare quella che un tempo era stata la sua cloth...ormai del tutto inutile anche se l’avesse avuta al suo fianco. Doveva smetterla di celarsi, di usare mezzucci...lei era Uriel, la Luce di Dio, Dio è la mia Fiamma, doveva comportarsi come tale e permettere al suo fuoco di ardere più che mai. Aveva sconfitto quegli incubi attingendo al proprio cosmo, permettendo alla Fiamma di Dio di proteggerla e annientare il nemico. Era stato strano; sapeva che fuori dalla protezione del Santuario la Corruzione dilagava libera, ma non era stata la sua presenza a farla vacillare. Quando aveva permesso al suo cosmo di esplodere questo l’aveva fatto in maniera risonante; aveva affrontato alcuni corrotti infondendo i propri arti di cosmo ed andando di pura forza fisica. Ogni colpo, ogni pugno, ogni calcio scagliato contro la corruzione, pur andando a segno, pur annientando il nemico, le generava di rimando un’onda vibrante di ritorno, un’interferenza che smorzava il suo impeto. Anche con le pure ondate a distanza di cosmo, ecco che le ritornava quella vibrazione che le ronzava nelle orecchie ed in tutto il corpo come un enorme diapason.
Aveva ormai raggiunto la costa greca; la memoria era come annebbiata, avvolta da una fitta coltre fumosa che non le permetteva di ricordare con precisione dove, né poteva vedere il mare, ma ne sentiva l’odore salmastro e ciò le bastava per riaccendere di fervore e nitidezza ciò che aveva vissuto. Sentì la temperatura alzarsi, ma non dovuta al caldo tepore delle sue fiamme sul capo, ma dal terrore del ricordo...aveva paura, non voleva rammentare, perché sapeva in cuor suo che lì era avvenuto il crollo, tuttavia si costrinse a rivivere quel momento.
Era buio ed aveva appena sconfitto con leggerezza un piccolo gruppo di esseri abominevoli: piccole entità di puro odio, marcescenti e dall’aspetto umanoide; era bastato far esplodere il proprio cosmo, avvicinarsi il giusto per colpire con un calcio rotante i corrotti per credere di essere al sicuro. L’ondata di risonanza arrivò immediatamente, fu più vigorosa del solito, tanto che la fece barcollare all’indietro...e forse fu proprio per questa disattenzione che non si accorse che gli ultimi abomini, che credeva di aver sconfitto, si erano fusi insieme in un’unica entità. Il corpo di quest’ultimo sembrava umanoide, ma era composto da troppi arti per definirlo umano...un spesso strato di un liquido denso e nero suppurava dalla sua pelle, mascherandone i punti vitali. Provò ad affrontarlo direttamente, ma anche se i suoi colpi andavano a segno, questo si rimodellava...sembrava fatto di melma; provò allora con lo spirito...tentò di colpirne l’essenza vitale, ma non credeva possibile che un essere del genere possedesse un’anima...o forse era la sua poca convinzione a non credere abbastanza in se stessa? Sentiva di star sbagliando qualcosa, di non star sfruttando appieno il suo potenziale; ogni volta che portava un colpo, quella dannata vibrazione le tornava indietro, come se peccasse nel metodo e nella forma. Eppure ce la stava mettendo tutta, ma sentiva di star combattendo due battaglie: una contro il corrotto di melma e uno contro quella risonanza...contro se stessa. Si sentiva ancora troppo legata a Dhawyth di Virgo, al cavaliere di Athena, mentre lei anelava la luce di Aether, la gioia di essere un figlio di Phanes.
La battaglia esterna alla sua mente proseguì feroce: i suoi pugni sprofondavano ogni volta nella densità oscura del corrotto e quando ne riemergevano erano senza pelle, senza carne, ridotti ad un ammasso di ossa rotte. Nonostante questo Uriel continuava a combattere, continuava ad immergere parti del proprio corpo mortale in quell’ammasso necrotizzante, finché ad un certo punto, la massa dell’essere si aprì come una cappa e quel mantello di distruzione la avvolse completamente inglobandola. Fu la fine. Sentì il suo essere comprimersi su se stessa; una pressione immonda la stava riducendo ad un piccolo ammasso mentre tutto attorno a lei era buio, profondo e morto.
La fiamma di Dio che si spegne per così poco? Coraggio Uriel, puoi fare meglio di così!Una voce calda e giovale le risuonò nella testa, fu una carezza piacevole...una mano a cui aggrapparsi proprio mentre si sentiva spegnersi. Tuttavia si sentiva anche più leggera, come se avesse abbandonato un peso, rotto un legame che la teneva vincolata ad un passato che non riconosceva più. Aveva spezzato le catene con Virgo e con Athena e, sebbene si sentisse vuota, provata e stanca, dall’altra parte era anche più leggera e libera, pronta ad accogliere la sua vera essenza, pronta ad abbracciare il suo vero io.
Una luce accecante illuminò a giorno l’area e per quel breve istante si sentì amata e rassicurata, un benevolo abbraccio che disintegrò completamente quello che era stato il suo involucro umano...Dhawyth era sparita e la vera forma di Uriel esplose tra le sue fiamme. Si sentì finalmente completa, era questo quello le mancava, quello che anelava...la piena padronanza e coscienza di sé, peccato che ora fosse troppo tardi.
Aprì finalmente gli occhi da quello che era stato il sogno più lungo della sua vita, forse davvero aveva sognato per un vita intera, la vita di Dhawyth. Si riscosse bruscamente cercando qualcosa a cui aggrapparsi, non riuscendo a capacitarsi di dove fosse...non rammentava quel posto e si sentiva confusa. Poi cominciò a delineare i contorni di una nave che stava solcando le placide e misteriose acque di un mare ignoto. Mentre lasciava che il suo sguardo corresse tutt’intorno incrociò quello ambrato di una figura seduta sulla balaustra, con una gamba mollemente abbandonata oltre. Egli sembrava sollevato dal suo risveglio, il sorriso amichevole ed il suo penetrante sguardo sembravano poter cogliere ogni fremito della sua anima...Uriel non si sentì a disagio, anzi era quasi familiare. Le piume delle ali con le quali stava giocando la confortarono immediatamente, ma fu percependo il suo cosmo che ne riconobbe un alleato, un guerriero di Aether.
Ben svegliato, Uriel, cominciavo a temere il peggioGrazie per aver vegliato su di me fratello...purtroppo non posso ricambiare la cortesia, non ho memoria di te e nemmeno di dove mi trovi...Ammise sinceramente sorridendo cortesemente, ammettendo di non aver memoria alcuna su chi l’angelo fosse e nemmeno di dove si trovasse; probabilmente si sentiva ancora troppo frastornata da quell’improvviso risveglio.
narrato ☰ parlato ☰ pensato ☰ °telepatia°STATUS FISICOSTATUS MENTALESTATUS GLORIARIASSUNTO AZIONIרוּחַ (Spirito)
A prescindere dalla propria filosofia, il processo per giungere alla piena padronanza dei propri poteri culmina nell'Illuminazione, nella Verità. Questa abilità non ha barriere fisiche, supera il degradarsi delle ere, diventa immortale; l’energia spirituale permette al cavaliere di superare ostacoli ritenuti insormontabili, di interagire con le anime dei defunti e con spiriti disincarnati, di separare la propria anima dal suo involucro fisico e di trasportarla, con o senza il corpo, tra i vari Mondi Eterei. Al raggiungimento di un certo grado di consapevolezza e forza [Energia Blu] il cavaliere potrà, attraverso un'apposita tecnica, recidere i legami tra spirito e corpo e trasportare l'anima nei diversi mondi ultraterreni che rappresentano l'eterno ciclo di trasmigrazione e quindi rinascita.
Questa familiarità con l'essenza ultima dell'essere, permette al cavaliere di gestire l'intricato reticolo di fili che compongono l'anima dell'essere umano; egli potrà quindi “redimere e liberare” l'anima racchiusa in un corpo per attaccarla direttamente utilizzando la propria energia spirituale come veicolo che dia forma al danno od utilizzare degli spettri, per contrastare altra sostanza spirituale o anime direttamente; potrà ferire fin quasi a mutilare, lo spirito dell'avversario che non risentirà di alcun danno fisico sul proprio corpo, ma si sentirà come affaticato, quasi svuotato di ogni energia fisica, oltre che a provare atroci dolori.
ESP1: Solo tramite il controllo di sé e delle proprie pulsioni si può sperare di giungere allo stato di Illuminazione e rimanerci.
Il cavaliere ha ormai vinto questo combattimento con se stesso e conosce tutti i segreti del corpo e delle sue interazioni con la realtà. L'accettazione e la comprensione delle regole che governano l'Universo, hanno permesso al cavaliere di comprendere la natura intima degli altri: le loro passioni, pulsioni, desideri e peccati, al punto da poterne delineare un quadro emotivo e caratteriale. Utilizzando come veicolo le sue abilità spirituali egli può comprendere l'altrui individualità spirituale, può attingere alle altrui sofferenze e percepire il dolore delle altrui esperienze.אוֹר (Luce)
L’unico modo per comprendere il nucleo primordiale che si cela dietro la Verità è attraverso la Luce della Conoscenza. Questa abilità può essere veicolata attraverso il controllo dei fotoni; sia sotto forma di raggi per ustionare, perforare o tagliare con effetti diversi da quelli inflitti da un'arma, sia grazie alla rifrazione luminosa per tentare di abbagliare ed accecare, inoltre può celarsi in piena vista dagli avversari sfruttando tale rifrazione, il cui effetto non è altrettanto efficace rispetto ad un'illusione ambientale. La luce può raggiungere anche forma solida per plasmare artefatti per scopi difensivi, come scudi, od offensivi come oggetti taglienti o proiettili penetranti, con effetti sempre meno efficaci di un'arma.צורה אמיתית (Vera Forma)
Anatomia Aliena: corpo antropomorfo maschile composto da 4 arti superiori, i due inferiori sono provvisti di zoccoli, mentre il capo è composto da una coppa allungata e poco profonda contenente fiamme ardenti, sulla schiena dei drappi gli consentono di volare ma esso non sarà un volo perfetto nè lo avvantaggerà nel muoversi agilmente in ogni direzione.