Posts written by salvatore de stefano

  1. .
    Spaventoso incendio all’Alpitronic di Bolzano: una grossa nube di fumo si è alzata sulla città, chiuso lo spazio aereo


    unnamed-17151750998402


    Fonte Web

    Stamattina un grosso incendio è divampato a Bolzano nella sede dell’azienda Alpitronic, leader nell’ambito delle colonnine di ricarica per auto elettriche. Una grossa nube di fumo si è alzata ed è ben visibile sopra la città, il che ovviamente ha generato preoccupazione e allarme tra i residenti della zona.

    L’azienda ha subito danni ingenti a causa delle fiamme che si sono sviluppate sul tetto dell’edificio, dove erano in corso dei lavori di ristrutturazione. Fortunatamente, non si sono registrate vittime né feriti, ma la situazione ha richiesto l’intervento tempestivo dei vigili del fuoco, che hanno lavorato instancabilmente per contenere l’incendio.

    La colonna di fumo nero che si è innalzata sulla città ha portato le autorità a chiudere lo spazio aereo sopra la zona coinvolta. È stata anche evacuata in via precauzionale una scuola nelle vicinanze.

    Le immagini dell’incendio hanno fatto rapidamente il giro dei social, mostrando la vastità delle fiamme e la loro impressionante altezza.

    Tuttavia, grazie all’intervento rapido e coordinato della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco, l’incendio è stato dichiarato sotto controllo già alle 11.50. Nonostante questo, si raccomanda la prudenza e la popolazione è stata invitata a mantenere chiuse le finestre e a spegnere i condizionatori per evitare l’inalazione di fumo.

    Le indagini sulle cause dell’incendio sono attualmente in corso e non si sa ancora cosa abbia scatenato le fiamme.

    Dai primi rilievi svolti sulla qualità dell’aria non sono emerse particolari criticità, fortunatamente il calore dello scoppio ha subito portato in alto la nube di fumo ad oltre 100 metri dissolvendosi pian piano perdendo così la concentrazione. Si consiglia comunque di adottare sistemi di protezione e non utilizzare impianti di areazione nelle abitazioni.

  2. .
    Guerra Ucraina Russia, Zelensky in lista ricercati di Mosca. Kiev: "Sono disperati". LIVE


    unnamed-17148502479558

    Fonte Web

    Il presidente ucraino è stato inserito nella lista dei ricercati del ministero dell'Interno russo, così come l'ex presidente Petro Poroshenko. Abbattuti dai russi 4 missili Atacms lanciati contro la Crimea. "Abbiamo sempre detto che noi non siamo in guerra con la Russia", ha detto il ministro degli Esteri Peskov in risposta a Macron che ieri aveva minacciato "l'invio di truppe di terra se la Russia sfonda il fronte". Le sue parole, ha detto il Cremlino, rappresentano una "tendenza molto pericolosa"
  3. .
    Eco-ansia: gli italiani rinunciano sempre più a fare figli (perché non c’è futuro climatico

    unnamed-17147466713346


    Il “Rapporto Giovani” dell’Istituto Giuseppe Toniolo rivela una crescente preoccupazione tra gli italiani per il futuro climatico ed economico del Paese, influenzando le decisioni legate alla procreazione. Lo studio evidenzia che una parte significativa dei giovani italiani, compresi tra i 25 e i 34 anni, si mostra riluttante ad avere figli nei prossimi anni, con il timore per le conseguenze del cambiamento climatico e le incertezze economiche come principali motivazioni.

    L’analisi mette in luce un quadro complesso in cui la percezione del futuro, influenzata dalla narrazione pubblica e dalla situazione economica nazionale, ha un impatto significativo sulle scelte familiari dei giovani.

    In particolare gli italiani sono più preoccupati per la situazione economica personale e quella del Paese nel suo complesso rispetto ai loro coetanei europei. Questo senso di incertezza è amplificato dalla mancanza di sostegno pubblico alla fecondità, rendendo ancora più difficile il processo decisionale legato alla procreazione.

    Le donne sono più preoccupate degli uomini
    Una delle conclusioni più rilevanti dello studio è il fatto che molti giovani italiani temono non solo per il proprio futuro, ma anche per quello dei loro potenziali figli. Questo sentimento di insicurezza influisce direttamente sulle intenzioni di avere figli, con una crescente tendenza a rinunciare alla procreazione per risparmiare ai futuri figli le difficoltà ambientali ed economiche.

    È interessante notare che le donne mostrano una maggiore preoccupazione per il futuro dell’ambiente rispetto agli uomini, mentre non emergono grandi differenze tra lavoratori stabili e precari nel valutare l’insicurezza climatica. Tuttavia la scarsità di risorse pubbliche destinate alla fecondità emerge come il fattore più determinante nella decisione di non avere figli, soprattutto in Italia e Spagna.

    Il rapporto sottolinea l’importanza di creare un contesto favorevole alla natalità per contrastare l’impatto dell’ansia climatica e delle incertezze economiche sulla decisione di avere figli. Ciò implica non solo un maggior sostegno alle famiglie da parte delle istituzioni, ma anche un cambiamento nella narrazione pubblica che favorisca la speranza e la fiducia nel futuro.
  4. .
    “Entro la legislatura nuove norme per il nucleare”, l’Italia ci riprova con l’energia atomica (ancora)


    unnamed-17146585479192


    Fonte Web


    “Entro questa legislatura il governo vuole avere pronto il quadro giuridico per il ritorno al nucleare”, lo dice senza mezze misure il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a 24 Mattino su Radio 24.

    Così, a G7 appena concluso a Torino che ha puntato alla decarbonizzazione entro il 2035, alla domanda se entro questa legislatura potrà essere cambiato il quadro legislativo sul nucleare, Pichetto risponde “sì. Io ce la metto tutta. Questo è il mandato del Governo e del Parlamento”.

    Leggi anche: Nucleare di quarta generazione: cos’è esattamente e perché tutti ne parlano

    Io sto agendo con un gruppo di lavoro che deve occuparsi del quadro giuridico – ha spiegato Pichetto. Se tu vuoi comprarti uno small modular reactor, deve esserci un quadro giuridico compatibile.

    Ancora una volta, dunque, il Governo pare voler per forza insistere sul ritorno all’atomo, vista – pare – come unica via di uscita per assicurarci una indipendenza energetica e bilanciare la produzione delle rinnovabili.

    Ma come e quando sarà mai possibile passare all’energia atomica?

    Secondo il ministro Pichetto Fratin, i tempi per avere i piccoli reattori modulari (il nucleare di quarta generazione su cui punta l’Italia) “sono 2, 3, 4 anni, il prodotto non c’è ancora. Si parla di avere le condizioni di produzione di questi piccoli reattori alla fine di questo decennio. Vuol dire che in questa legislatura dobbiamo avere tutto a posto”.

    Nucleare di quarta generazione, quindi, quello per il quale – dovesse andare tutto per il verso giusto – bisogna attendere almeno un decennio.
  5. .
    “Il Circo del G7”: Extinction Rebellion sfida i leader mondiali a Torino su ambiente, clima ed energia


    unnamed-17141458570653


    Fonte Web

    A Torino, l’avvicinarsi del vertice del G7 su Clima, Energia e Ambiente ha acceso gli animi. Mentre la città si prepara ad accogliere i leader delle sette nazioni più industrializzate del mondo dal 28 al 30 aprile, le strade testimoniano una protesta vivace e colorata, orchestrata da Extinction Rebellion.

    Nel cuore di questa manifestazione c’è una scena che sembra uscita da un teatro urbano: sette attivisti vestiti da clown hanno pedalato in triciclo davanti all’ingresso della sede RAI di Torino, mentre due delle loro compagne, altrettanto coraggiose, hanno occupato la tettoia dell’edificio. Dal loro punto d’osservazione rialzato, hanno srotolato uno striscione provocatorio con scritto: “G7 ambiente: -2 all’inizio del circo”, un chiaro riferimento alla loro percezione delle politiche ambientali discusse nei vertici come spettacoli senza sostanza.

    Questo gesto teatrale non è solo una critica alla superficialità percepita nei dialoghi internazionali sul clima, ma mira anche a sottolineare l’inadeguatezza dell’informazione mediatica sulla crisi climatica, aggravata, secondo gli attivisti, da una crescente pressione politica sulla libertà di stampa. Il recente annuncio di uno sciopero dei giornalisti della RAI previsto per il 6 maggio, e le tensioni susseguite al monologo di Antonio Scurati, sono sintomi di un malcontento più ampio, che Extinction Rebellion vuole portare all’attenzione pubblica.

  6. .
    “Le torture, la paura dei nazisti, la gioia del 25 aprile: così combattemmo per la liberare l’Italia”: le voci dei partigiani. “Oggi si dimentica cosa fu il fascismo”

    Fonte Web


    iole-mancini-gustavo-malaguti-mirella-alloisio-1200-1050x551


    Le torture al carcere di via Tasso, un nome che faceva rabbrividire chi combatteva i fascisti e i nazisti. La paura di essere arrestati, portati in carcere e poi chissà dove, e per fare quale fine. La festa della Liberazione che significava anche la fine delle guerre, tutte volute da Benito Mussolini. Per tutti la gioventù sacrificata per una causa più grande: il futuro di libertà e democrazia per le generazioni future. I racconti dei partigiani rischiano di assomigliarsi, eppure le testimonianze di chi ancora può festeggiare il 25 aprile rendono vive privazioni e scelte di vita in nome della libertà che i libri di storia non rendono del tutto. Ilfattoquotidiano.it ha voluto sentire ancora una volta cosa significarono la Resistenza e la Liberazione dal fascismo e dal nazismo per i giovani che allora quella lotta l’hanno combattuta. C’è Iole Mancini, una delle poche a essere sopravvissute dopo essere passati dal luogo di tortura di via Tasso, dove oggi si trova il Museo della Liberazione. C’è Gustavo Malaguti, che partecipò alla Resistenza di Bologna: non ha problemi a dire che, sí, fu una lotta anche armata e subito dopo però racconta di quando fece scappare un nazista, dopo averlo ben disarmato. C’è Mirella Alloisio, staffetta partigiana di Genova, che entrò nella Resistenza a 17 anni e dice ancora, ora che ne ha raggiunti 98, che il giorno in cui fu liberata la sua città è ancora “il più bello della sua vita”. Il 25 aprile è ancora e per sempre il loro giorno: è in questa data l’Italia rinnova la riconoscenza senza tempo a tutti i partigiani che combatterono per libertà e democrazia. (Diego Pretini)
    ***
    Iole Mancini, la sopravvissuta di via Tasso
    La sua prima azione da partigiana è stata al Colosseo dove andò a prendere delle armi da portare dall’altra parte della città. Iole Mancini, 104 anni, parla con una voce flebile, sommessa ma non ha smesso di andare nelle scuole dove “i giovani cambiano lo sguardo mentre gli parlo. Vedo nei loro occhi interesse, persino qualche lacrima. Loro non si rendono conto di cosa sia stata la guerra”. Iole Mancini è stata una degli antifascisti sopravvissuti alla detenzione del carcere (e luogo di tortura) di via Tasso: è l’ultima testimone in vita di quel posto di sofferenza e di dolore. Le capitò pure di essere interrogata da Erich Priebke, il boia delle Fosse Ardeatine. La sua storia di Resistenza iniziò il 5 marzo 1944, all’età di 24 anni, quando sposò il suo grande amore, Ernesto Borghesi, membro dei Gap (Gruppi di azione patriottica), 26enne. Borghesi fu tra gli autori dell’attacco alla colonna di militari dell’esercito tedesco in via Rasella e cadde nelle mani della polizia il 7 aprile 1944, dopo un fallito attentato a Vittorio Mussolini, fuori dalla sua residenza di via Lima.
    In quell’occasione vennero catturati, con Borghesi, Marisa Musu e Pasquale Balsamo. Borghesi riuscì ad evadere dal carcere di Regina Coeli e, per rappresaglia, i tedeschi arrestarono tutta la sua famiglia, tra cui sua moglie che finì in prigione. Quelle ore la partigiana Mancini le ricorda molto bene: “Scoprii di essere stata interrogata da Priebke dopo qualche tempo. Quella notte avevo saputo solo che un ufficiale mi avrebbe posto delle domande, con l’aiuto di un interprete ma non li vidi in faccia perché mi avevano puntato un faro negli occhi. Non ho mai parlato, tuttavia. Non ho mai detto nulla perché avevo fatto una promessa a mio marito. Non potevo tradirlo. Qualunque cosa fosse successa dovevo mantenere onore a quell’impegno”.
    Ancora dopo tutti questi anni, quando nomina Ernesto, a Iole si illuminano gli occhi: sorride fiera di aver avuto accanto quell’uomo che la portò a fare la scelta partigiana. A 104 anni non prova alcun odio verso i fascisti ma rabbia soprattutto per chi oggi “con un altro nome, con una maschera tenta di fare il bello e brutto tempo come vuole”. Per lei il 25 aprile resta indimenticabile: “Quel giorno ero a Porta San Paolo da dove partì la lotta contro l’invasore. Finalmente per l’Italia era finito un incubo. Una festa per tutti ricordando quei compagni che avevano perso anche la vita per arrivare fin lì”. Mancini, medaglia d’Argento, autrice del libro Un amore partigiano, guarda all’oggi, anche alla politica odierna: “Non sanno. Non hanno conosciuto quell’atmosfera che ho vissuto io. Non sanno cosa significhi la fame, la disperazione. Spero che con il passare del tempo si rendano conto di cos’è stato il fascismo. L’Italia non può dimenticare”.
    Qui la testimonianza di Iole Mancini sul portale Noipartigiani.it
    Gastone Malaguti, il Biondino di Bologna
    “Il mio nome di battaglia era Biondino e per anni quando mi chiamavano Gastone per strada, anche dopo la guerra, nemmeno mi giravo”. Gastone Malaguti non ha mai smesso di fare il partigiano. A 98 anni continua a lottare perché quel 25 aprile non resti una data del calendario ma una storia da vivere ogni giorno. “La mia città – racconta a IlFattoQuotidiano.it – venne liberata il 21 aprile 1945 ma il 25 fu un grande giorno di festa per Bologna. Sfilammo per le strade tra gli applausi e le urla della gente fino ad arrivare in piazza. Ricordo che avevo nella fodera della tasca del giubbotto una pistola e un americano mi chiese se gliela volessi vendere”. Ascoltandolo sembra di rivedere uno di quei documentari in bianco e nero che vanno in onda la sera tardi ma per il partigiano Malaguti quella che scorre nei suoi ricordi è la sua vita.
    A sconvolgere la sua esistenza da bambino fu David, un suo compagno di classe. Da un giorno all’altro non venne più a scuola perché era ebreo. Gastone protestò e un caporione fascista lo prese per le orecchie e lo buttò fuori dall’aula: quindici giorni di sospensione. Non ci tornò più nemmeno lui in quella scuola perché il nonno socialista lo iscrisse ad una privata. Nel 1943 decise di entrare nella settima brigata partigiana e fu uno dei protagonisti della battaglia di Porta Lame, una delle più famose. E’ lui stesso a raccontarcela: “Era il settembre del 1944 e le truppe alleate ci fecero sapere che ormai si trovavano a soli quindici chilometri dalla città. Prendere Bologna era molto importante per questo tutte le truppe dei Gap dovevano farsi trovare lì. Noi avevamo avuto informazione che l’Ospedale maggiore di Bologna era stato raso al suolo ma i sotterranei erano ancora perfettamente agibili. Ci sistemammo lì in 230. Restammo in quel luogo asserragliati per settimane in attesa degli alleati che non arrivarono. Altri settanta occuparono una palazzina poco distante da noi. Un nostro compagno venne scoperto e i tedeschi attaccarono la palazzina ma quando entrarono non trovarono più nessuno perché i nostri compagni erano riusciti a fuggire. A quel punto uscimmo in maniera rapida e circondammo noi il palazzo preso dai fascisti. A Porta Lame, le Brigate nere e i tedeschi subirono le perdite maggiori. Ancora oggi ci sono le tracce delle bombe incendiarie che tirai io”.
    Gastone Malaguti è fiero di ciò che ha fatto: ammette di aver ucciso ma mai torturato nessuno. “Un giorno presi un tedesco. Sapevo parlare un po’ la loro lingua e mi disse che per lui Hitler era una merda. Gli feci metter le mani sulla testa e mi feci consegnare le armi, poi lo liberai”. Nel 1945 con la fine del conflitto mondiale Gastone si recò in Germania per il recupero dei beni confiscati dai nazisti. Il resto della vita l’ha trascorso impegnandosi come sindacalista. Se guarda all’oggi ha un solo pensiero: “Se Ignazio La Russa malauguratamente dovesse diventare presidente della Repubblica me ne andrei dall’Italia”.
    M
    “Il 25 aprile del 1945 ero a Genova e ho partecipato alla liberazione della città. E’ stato il giorno più importante della mia vita”. A parlare è Mirella Alloisio, 98 anni, ultimo nome di battaglia Rossella in memoria dei fratelli Carlo e Nello Rosselli uccisi a Bagnoles-de-l’Orne il 9 giugno 1937 da formazioni locali di estrema destra, forse su ordine dei fascisti italiani. Al telefono si emoziona ancora anche se il racconto di quelle ore l’ha fatto centinaia di volte sui palchi e nelle scuole. Sono parole piene di orgoglio: Rossella che oggi è una delle poche testimoni di quegli eventi che hanno portato alla resa dei tedeschi nel capoluogo ligure. “Entrai nelle file partigiane a 17 anni. Ero stanca di guerre del fascismo. Non ne potevo più di vedere donne in lutto. La mia famiglia era antifascista. Incontrai lo zio di una mia amica che mi invitò a una riunione in casa di un’operaia. Da quel momento decisi di far parte della Resistenza in maniera attiva con il compito di organizzare i gruppi di difesa della donna. Mi proposero di trasferirmi in Liguria alla segreteria organizzativa del Comitato di liberazione dove incontrai Gianni Burlando che faceva lo stenografo delle riunioni e Stelvio Zanni che aveva il compito di trovare le sedi. A me affidarono la missione di tenere i contatti con tutti i nostri Cnl di Ponente e di Levante”.
    Un lavoro che impegnò Mirella Alloisio fino all’ultimo giorno di guerra. Per lei fare la staffetta partigiana era una scelta fatta con consapevolezza. Prima di chiamarsi Rossella ebbe come nome di battaglia Olga ma fu costretta a cambiarlo perché un partigiano arrestato fece la spia. Aveva paura di essere arrestata ma non si arrese mai. Lo ripete in tutti i modi: “Feci quella scelta perché Mussolini ci riempì di guerre, in Abissinia, in Africa”. Ricorda ancora oggi quei viaggi clandestini: “Mi diedero una borsa a doppio fondo dove mettevo i documenti e sopra dei libri di latino o filosofia”.
    Fino a quei giorni della liberazione: “Finita la guerra la Resistenza ha dimostrato che il fascismo era un disastro. Abbiamo riconquistato la pace e la democrazia. E’ il giorno della vera libertà. E’ stato ricco di emozioni”. Racconta: “La mattina del 23 mi toccò aprire la busta del Cnl e lì trovai l’immagine di san Nicola. Voleva dire che dovevamo trovarci tutti al Collegio San Nicola, dove si erano tenute le prime riunioni del Comitato di Liberazione regionale. La mattina del 24, all’alba partii a piedi da Sestri Ponente, dove abitavo, per raggiungere la Circonvallazione a Monte dove c’era il Collegio. Questo viaggio lo feci in mezzo alle sparatorie: arrivai a destinazione sudata e stanca, mancava anche l’acqua. Mi piazzarono subito al telefono. Arrivò una telefonata del cardinale di Genova che diceva che il maggiore Meinhold, comandante delle forze armate tedesche, era disposto a incontrare il Cnl per trattare. Rispose Taviani (rappresentante della Dc nel Cnl) al cardinale di Genova: avrebbero trattato con lui se fosse venuto a incontrarli”. E poi finalmente il 25 aprile: “Il Cnl si era trasferito all’hotel Bristol e assistemmo alla sfilata delle forze armate tedesche senza armi, guidate dai partigiani che avevano come unica divisa un fazzoletto tricolore al collo. La prima volta nella storia che un esercito regolare si arrendeva a uno clandestino”.
  7. .
    Ricominciano i saccheggi in Sardegna: turisti rubano conchiglie e ciottoli dalle spiagge e persino stalagmiti da una grotta


    unnamed-17135353968218

    Fonte Web


    La Sardegna non trova mai pace, ogni anno c’è chi pensa di impossessarsi liberamente di ciottoli, conchiglie e sabbia. Neanche le multe salate riescono a fermare questo scempio.

    Quest’anno c’è chi ha alzato l’asticella: durante i controlli dei passeggeri in partenza dall’aeroporto di Cagliari-Elmas, una viaggiatrice di origine francese è stata scoperta mentre tentava di portare a casa 8 pezzi di stalagmiti, asportati dalla pavimentazione della grotta di Su Mannau di Fluminimaggiore.

    La donna, in partenza per Parigi Orly, è stata fermata dai Funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Cagliari e dai militari della Guardia di Finanza. Confessando il suo gesto, ha anche rivelato di possedere 4 conchiglie e 66 ciottoli di mare prelevati dalle spiagge di Su Giudeu a Chia e Tuerredda.

    Di conseguenza, è stata multata e denunciata per “distruzione o deterioramento di habitat all’interno di un sito protetto”.

    Altri controlli hanno rivelato che un’altra turista francese diretta a Parigi era in possesso di 118 conchiglie prelevate dalla spiaggia del Poetto di Cagliari, anch’essa sanzionata e con il sequestro delle conchiglie.

    Prendere sabbia conchiglie e ciottoli è reato
    Forse non tutti sono consapevoli di una cosa: portare via ciottoli, sabbia o conchiglie dalle spiagge è un reato, e non solo in Sardegna. Chi si rende colpevole rischia una multa significativa, che può variare da 500 a 3000 euro.

    Questa non è solamente una questione di legge, ma riguarda anche il rispetto per gli ecosistemi delle nostre splendide spiagge, sempre più vulnerabili a causa dell’inquinamento e della crisi climatica. Ognuno di noi ha la responsabilità di proteggere questi tesori naturali per le generazioni future.
  8. .
    Il tifoso della Roma “malato terminale” è una fake news. “L’ho detto per ridere, ho una patologia ma non farò l’eutanasia”


    AA1nfjP2


    Fonte Web


    Roma, 18 aprile 2024 – Nel 2017 la storia del piccolo Bradley Lowery aveva fatto il giro del mondo. Il tifoso del Sunderland e amico di Jermain Defoe si era spento dopo una lotta con il cancro in tenerissima età, lasciando la Premier League e il mondo del pallone scossi. Età diversa ma storia che sembrava essere analoga quella emersa a Roma, dove un tifoso dei giallorossi aveva fatto parlare di sé sul web dopo la richiesta fatta pervenire alla squadra di Daniele De Rossi attraverso un accorato e commosso a Tele Radio Stereo, emittente radiofonica molto seguita dai tifosi della Lupa. Edoardo, questo il nome dello sfegatato sostenitore della Roma, aveva raccontato in lacrime la sua storia di malato terminale, dicendosi pronto ad andare in Svizzera per il suicidio assistito vista l’impossibilità di guarire dalla sua rarissima patologia e di voler vedere la Roma alzare al cielo l’Europa League prima di procedere con l’eutanasia. Tutto incredibilmente falso.
  9. .
    Un fossile appena scoperto dimostra che le Tenie colpivano già 99 milioni di anni fa


    unnamed-17134490010449


    Fonte web

    Le terribili tenie colpivano già 99 milioni di anni fa. Lo dimostra la scoperta opera di un gruppo di ricerca guidato dalla Chinese Academy of Science. Gli scienziati hanno infatti trovato la tenia marina endoparassita intrappolata in un campione di ambra del Cretaceo.

    I Cestodi, comunemente noti come tenie, sono una vasta classe di organismi di circa 5.000 specie descritte finora. E questo eccezionale ritrovamento fornisce la prova del primo fossile di una tenia, fornendo così nuove informazioni sull’evoluzione iniziale di queste specie.

    Le tenie, come è noto, infettano tutti i principali gruppi di vertebrati, compresi gli esseri umani e il bestiame, e si trovano in quasi tutti gli ecosistemi marini, d’acqua dolce e terrestri. Le loro dimensioni sono variabili e vanno da meno di un millimetro a più di 30 metri di lunghezza.

    Sono solitamente caratterizzate da adulti con uno scolice, un collo corto e un corpo segmentato costituito da più gruppi di genitali. Il loro scolice è tipicamente dotato di uncini, ventose o tentacoli uncinati che li aiutano ad aggrapparsi al tratto alimentare dei loro ospiti.

    La maggior parte delle tenie ha un ciclo vitale parassitario obbligato che coinvolge due o tre ospiti. Non hanno bocca né tratto digestivo e assorbono i nutrienti direttamente dall’intestino dei loro ospiti, che, quando infettati, manifestano improvviso dimagrimento dovuto al “furto” di sostanze nutritive.

    Leggi anche: Tenia del cane: cos’è, cause, sintomi e terapia

    L’ordine Trypanorhyncha è il gruppo di tenie più diversificato nel regno marino e comprende uno dei parassiti dei pesci marini più diffusi e facilmente riconoscibili. Questi parassiti sono caratterizzati da un apparato tentacolare unico con quattro tentacoli con uncini come estensioni delle guaine tentacolari all’interno dello scolice. Le loro larve infettano un’ampia gamma di invertebrati marini (ad esempio, crostacei) e teleostei, e i loro adulti si trovano nello stomaco e nell’intestino di squali e razze.

    Le analisi rispetto ai dati fossili dell’ospite stimano che le tenie tripanorinchi hanno probabilmente avuto origine intorno al confine Triassico/Giurassico circa 200 milioni di anni fa, ma i loro fossili non sono mai stati trovati.



    #salvatorelive
  10. .
    Torna lo sciopero globale per il clima, il 19 aprile i Friday For Future di nuovo in piazza


    fridays-for-future


    Fonte Web

    Il movimento ambientalista Fridays For Future è pronto per il nuovo sciopero globale per il clima previsto per venerdì 19 aprile. L’obiettivo è sempre uno: mobilitare l’opinione pubblica e i decisori politici contro i progetti fossili e per una transizione energetica più sostenibile e inclusiva.

    Abbiamo bisogno di riprenderci il futuro. Di agire per il benessere collettivo, fermando i progetti fossili confermati con il Piano Mattei come il raddoppio del gasdotto Tap, realizzando qui come altrove una transizione a pianificazione democratica – dice Martina Comparelli, una delle voci prominenti del movimento – mentre gli interessi delle lobby fossili continuano a finanziare gli Stati responsabili di guerre.

    Il prossimo G7 in Puglia sarà di fatto un’altra occasione (speriamo non persa) per discutere di questi temi, ma le aspettative sono alte in vista della necessità di risposte concrete e tempestive.

    L’annuncio dello sciopero è stato fatto in collaborazione con altre realtà sociali, sindacali e transfemministe, inclusi il collettivo di fabbrica GKN e il gruppo Giovani Palestinesi Milano, sottolineando la natura intersezionale della lotta contro il cambiamento climatico.

    Il giorno successivo allo sciopero, il 20 aprile, si terrà a Milano un corteo di convergenza nazionale, mirato a unire diverse voci e forze in una manifestazione di solidarietà e richiesta di azione urgente.

  11. .
    Cosa si sta facendo per eliminare gli PFAS dall’acqua potabile?


    unnamed-17132959828580


    Fonte Web

    Svolta storica negli Stati Uniti: l’Environmental Protection Agency (EPA) ha fissato per la prima volta dei limiti alla concentrazione dei composti PFAS più pericolosi nell’acqua potabile, con l’obiettivo di migliorarne la sicurezza. Un provvedimento che si innesta in un quadro più ampio limitazioni che hanno l’obiettivo di contenere l’inquinamento da PFAS nel Paese.

    Gli esperti dell’EPA prevedono che le regole ridurranno l’esposizione di 100 milioni di persone a queste sostanze pericolose, e aiuteranno a prevenire migliaia di malattie – compreso il cancro.

    In una dichiarazione alla stampa, riportata dalla testata The Guardian, l’amministratore dell’EPA Michael Regan ha spiegato che questa norma è l’azione più importante che l’agenzia abbia mai intrapreso nei confronti degli PFAS:

    Il risultato è una regola globale e in grado di cambiare la vita, che migliorerà la salute e la vitalità di così tante comunità in tutto il nostro Paese.

    I rischi degli PFAS
    Noti anche come forever chemicals per la loro tendenza a resistere nell’ambiente, accumulandosi negli organismi, gli PFAS sono un gruppo di sostanze chimiche utilizzate in molti ambiti per le innegabili proprietà che garantiscono ai prodotti.

    Sono in grado di rendere le superfici antiaderenti, impermeabili, resistenti ai graffi e agli urti, e per questo sono utilizzate nella produzione di vestiti, giocattoli, pentole, prodotti igienici, packaging alimentari e molto altro.

    Purtroppo però, l’esposizione agli PFAS è collegata allo sviluppo di molte malattie – fra cui tumori, problemi al fegato, problemi alla tiroide, difetti congeniti, malattie renali, diminuzione dell’immunità, malformazioni nei feti.

    Anche se i rischi dell’esposizione agli PFAS sono ben noti e confermati da diversi studi, l’utilizzo di queste sostanze non è ancora proibito né soggetto a limitazioni.

    Negli anni l’EPA ha stabilito i livelli massimi di questi contaminanti (MCL), ovvero il livello più alto al quale un contaminante può trovarsi nell’acqua.
  12. .
    Napoli, crisi profonda. Anche Kvara sta deludendo

    download-17132731581386

    Fonte Web


    a stagione del Napoli è sempre più vicina a un finale horror. Il pareggio casalingo contro il Frosinone ha diminuito le speranze Champions League per la formazione partenopea, che non ha saputo sfruttare lo stop delle dirette concorrenti. Una prestazione, quella offerta contro la squadra di Eusebio Di Francesco, che è la sintesi perfetta della stagione azzurra, gestita nel peggior modo possibile dall’inizio alla fine. Errori individuali, errori collettivi: questo Napoli è sempre più allo sbando e ormai anche l’ultimo obiettivo stagionale sta sfumando.

    Un’involuzione che ha colpito anche Kvicha Kvaratskhelia: nelle ultime gare, l’attaccante georgiano è sembrato nervoso e poco incisivo sotto porta. Diverse le conclusioni provate dall’attaccante, che però non è stato concreto e non sembra più avere la testa per trascinare una squadra che comunque non lo sta aiutando. La qualificazione della Georgia ai prossimi Europei era stata vista come un assist per Kvara, che sarebbe dovuto rientrare a Napoli con uno spirito diverso.

    Il campo, però, sta dicendo altre, e le prestazioni che sta fornendo non sono all’altezza delle sue capacità tecnico-tattiche. Da trascinatore e jolly nell’anno dello scudetto a uno dei tanti in un Napoli disastrato. Ogni calciatore ha la propria fetta di responsabilità in quest’annata, ma è chiaro che dai trascinatori ci si aspetta sempre qualcosa di più.
  13. .
    Ti spiego perché l’inflazione ha a che fare con i cambiamenti climatici

    unnamed%201-17131901479169

    Fomte Web


    Gli “shock meteorologici e climatici” faranno aumentare il costo del cibo da 1.5 a 1,8 punti percentuali all’anno entro un decennio circa, cifra che sarà addirittura superiore in luoghi già caldi come il Medio Oriente.

    Sono i dati che emergono da uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment che ha analizzato temperature e altri fattori climatici in 121 Paesi dal 1996 e che si traducono in un aumento dell’inflazione complessiva compreso tra 0,8 e 0,9 punti percentuali entro il 2035, causati proprio dal cambiamento climatico estremo.

    Leggi anche: Marzo 2024 è stato il decimo mese di fila ad essere il più caldo mai registrato

    Gli impatti fisici del cambiamento climatico saranno persistenti con un effetto sull’inflazione – spiega Max Kotz, scienziato del clima presso l’Istituto di Potsdam per la ricerca sull’impatto climatico in Germania. Questo è un altro esempio di uno dei modi in cui il cambiamento climatico può minare il benessere umano e il benessere economico.

    Ed entro il 2060, la parte dell’inflazione innescata dal clima dovrebbe crescere ancora.

    Lo studio

    I ricercatori hanno confrontato i dati dei prezzi mensili di diversi beni e servizi in 121 Paesi tra il 1996 e il 2021, osservandone la correlazione con alcunu fattori climatici come:

    la temperatura media mensile
    la siccità
    le precipitazioni estreme
    L’aumento delle temperature è strettamente connesso con l’inflazione alimentare: dai risultati è infatti emerso un aumento dell’inflazione complessiva compreso tra 0,8 e 0,9 punti percentuali entro il 2035, causati proprio dal cambiamento climatico estremo. Ed entro il 2060, la parte dell’inflazione innescata dal clima dovrebbe crescere ancora di più: lo studio prevede che i prezzi alimentari globali aumenteranno tra 2,2 e 4,3 punti percentuali ogni anno

    Di solito, quando gli economisti parlano di inflazione e cambiamento climatico, si tratta dell’aumento dei prezzi dell’energia in risposta agli sforzi per frenare il riscaldamento, ma questo è tutto solo una parte del problema.
  14. .
    Il Pioli "impacchettato"


    BB1lydxR

    Fonte web

    È stato un pugno nello stomaco, secco e violento, tale da lasciare senza fiato per qualche ora e da mettere a dura prova la tenuta nervosa del team. Così il Milan ha vissuto la sconfitta di Europa league con la Roma, piegata due volte nella versione Mourinho in campionato. E forse proprio questi due precedenti hanno alimentato una sicurezza traditrice nello schieramento di Pioli durante la preparazione. Poi la «genialata» di DDR (El Shaararwy a destra, Dybala in giro per il campo) ha messo in crisi il meccanismo che sembrava supercollaudato dopo i 7 risultati consecutivi e che invece ha preso a balbettare. Plastico il disorientamento tradito da Bennacer andato un paio di volte davanti alla panchina rossonera nei primi 10 minuti per chiedere suggerimenti e modifiche ai duelli di centrocampo che vedevano l'algerino e Reijnders in difficoltà contro i dirimpettai romanisti con la posizione di Dybala su cui non si sapeva mai chi dovesse occuparsene, se Thiaw uscendo dalla linea difensiva, o un centrocampista. Per tutti questi motivi Stefano Pioli è finito sotto accusa specie sui social dove non ha mai goduto di diffusa simpatia per i noti motivi (il numero di derby persi, il numero degli infortuni). Nel 2024, anno salutato con una promettente striscia, il suo Milan ha «ciccato» due partite simbolo: lo scontro con l'Atalanta in coppa Italia e questo quarto EL con la Roma.
    Due indizi non fanno ancora la prova regina ma qualcosa raccontano. Specie quando lo scenario comprenderà il ritorno all'Olimpico di giovedì prossimo e il derby di lunedì 22 aprile. Il rischio che la sua posizione, solida fino alle 20.30 di giovedì sera, possa scricchiolare è concreto. Anche se chi decide (Furlani, Moncada, Ibra la catena di comando confermata da Gerry Cardinale: a proposito l'indiscrezione Comolli evaporata; ndr) non si lascerà certo condizionare dai social. Il punto è un altro: diventa complicato scegliere un'alternativa affidabile perché sul mercato, disponibile subito, c'è soltanto Antonio Conte (con Thiago Motta diretto a Torino).
    Nel Milan confuso e irriconoscibile di Europa league, ha balbettato anche il suo astro Leao, per una volta rimasto fuori dal gioco, dalla partita e anche dal duello col suo «secondino» Celik. Può darsi, come suggeriscono alcune tesi, che i fischi all'atto della sostituzione con Okafor non fossero destinati a lui ma alla scelta di Pioli, di fatto Leao è stato completamente oscurato. Mai un dribbling riuscito, mai una giocata utile, mai un cambio di campo. E a fine partita, a scontare il suo nervosismo è stato un educato collega di Telelombardia. «Punto sull'orgoglio e sulla voglia di riscatto per il ritorno: solo il Milan può recuperare questo risultato». Aggrappato a questa frase Pioli ha provato a ricaricare le pile e a dimenticare la delusione prima dell'eventuale eliminazione che ha anche un peso economico (4,5 milioni l'incasso della serata di San Siro) oltre che tecnico (il probabile sbarco dell'Atalanta in semifinale ai danni del Liverpool).
  15. .
    Il più pericoloso vulcano d’Europa è in Italia e continua a risvegliarsi: “prima o poi erutterà”


    unnamed-17128467917322


    Fonte web

    La regione dei Campi Flegrei, situata nell’area metropolitana di Napoli, ospita uno dei supervulcani più pericolosi d’Europa, conosciuto per la sua instabilità e attività sismica. Composto da 24 crateri e parzialmente sommerso sotto la baia di Pozzuoli, questo vasto complesso vulcanico è stato oggetto di attenta osservazione da parte degli scienziati a causa dei segnali preoccupanti di risveglio che ha mostrato negli ultimi anni.

    Dal 1950, i Campi Flegrei hanno vissuto quattro episodi di risveglio, con un aumento dell’attività sismica e una frequente serie di terremoti che hanno indebolito la depressione nella parte superiore della caldera. L’anno 2023 è stato particolarmente significativo, con oltre 3.000 scosse sismiche registrate, di cui 65 di magnitudo superiore a 2.0. L’evento più potente è stato un terremoto di magnitudo 4.2 nel settembre 2023, che ha colpito il sud di Napoli, allarmando ulteriormente la popolazione locale e gli scienziati.

    Oltre all’attività sismica, è stata osservata anche la deformazione del suolo, con la caldera che si è sollevata di 15 cm all’anno dal 2005. Questi segnali hanno portato i Campi Flegrei a essere una delle aree vulcaniche più monitorate al mondo, con il costante controllo di vari parametri vulcanici come il campo gravitazionale, le emissioni di gas e le vibrazioni.

    Le conseguenze potrebbero essere devastanti
    Nonostante la bassa probabilità di un’eruzione vulcanica nell’immediato futuro, gli scienziati avvertono che è inevitabile che il supervulcano erutterà di nuovo, prima o poi. Mentre alcuni ritengono che potrebbero verificarsi piccole eruzioni a breve termine, altri sottolineano che un’eruzione maggiore è improbabile in tempi immediati.

    Tuttavia gli esperti avvertono che le conseguenze di un’eruzione dei Campi Flegrei potrebbero essere devastanti, mettendo in pericolo la vita di oltre 2 milioni di persone che vivono nella regione e causando un impatto ambientale su vasta scala. La cenere e i gas velenosi rilasciati potrebbero minacciare le colture e l’ambiente circostante, oltre a potenzialmente portare a un raffreddamento globale e un’estinzione di massa.

    Sebbene dunque al momento non ci siano segni immediati di un’eruzione imminente, i Campi Flegrei rimangono una minaccia seria e costante che richiede un monitoraggio attento e una preparazione adeguata da parte delle autorità e della popolazione locale.
5757 replies since 19/12/2012
.