Saint Seiya Final  - I Cavalieri dello Zodiaco - Full Professional RpG by Forum

Posts written by WandefullStar

  1. .



    Penso che due righe su questi ultimi anni passati tra queste pagine siano dovute.

    Sono cresciuto con questo forum. Non la posso mettere diversamente.
    Penso davvero che la mia vita non sarebbe stata la stessa se ad un certo punto della mia vita non mi fossi imbattuto in forumfree. Se non avessi avuto la possibilità di iniziare a usare photoshop e html qui, probabilmente non farei il lavoro che faccio attualmente.

    Non che il mio rapporto col forum sia sempre stato rosa e fiori. La mia carriera Gdristica non è mai stata continua devo ammetterlo, complice momenti vari della mia vita, ma ho sempre avuto la voglia di scrivere, raccontare qualcosa attraverso queste pagine.

    La mia permanenza qui è sempre stata legata al doppio filo conduttore del mio personaggio: Bibiane. Lei è sempre stata il mio specchio, che usavo per proiettare paure ed insicurezze, che usavo per indagare me stesso, per raccontare frammenti di un animo tormentato. Non sono mai stato un ragazzo dall’animo quieto, non lo sono tuttora, e questo si rifletteva in lei. Il mio personaggio è cambiato con me. Da una femme fatale, nulla di più che la mia stessa fantasia di controllo del mondo, fino alle svolte esistenzialiste, di una persona che combatte per trovare se stessa e il suo posto nel mondo. Alla fine lei lo ha trovato e forse pure io.

    Sono passate le stagioni, i periodi e gli utenti, venti e più anni della mia vita. La timeline del forum si è evoluta, i regolamenti cambiati. Io stesso ho cambiato più volte pelle all’interno della gerarchia, eppure al voglia di giocare non è mai cambiata. O almeno così credevo.
    Adesso Bibiane è Mnemosine, la dea della memoria, null’altro che un eco del passato, un ricordo, un non ti scordar di me. Ma è questo quello che voglio? Ricordare? Ancorami al passato?

    Mentre capivo la risposta, la mia presenza si è fatta eterea, non sapendo bene cosa altro raccontare. Mi sono detto più volte che forse cambiare pg mi avrebbe riacceso la voglia, che cambiare punto di vista poteva ridarmi l’entusiasmo. Ho resistito, mi sono dato delle scadenze, ho cercato di stare al passo. Nulla.

    La scusa è stato il cambio di regolamento, la verità è che mi sono evoluto, ho superato il mio stesso personaggio, e forse tutti i personaggi che io possa mai raccontare. Mi sono spogliato di loro per potere vivere la mia di vita, senza più necessità di lavare le mie paure fra le righe, ma prendendola in carico in prima persona.

    Vi ho voluto bene, alcuni di voi sono amici, altri forse un po’ di più. Di certo serberò nel cuore i momenti di gioco insieme, le storie inventate, i momenti vissuti oltre queste pagina.
    È il mio ultimo atto come dea della memoria, prima di sparire come l’acqua argentata della città d’argento. Dalle sue torri, ogni tanto vi guarderò con il sorriso della Rimembranza.

    Addio Bibiane, Addio Mnemosine.

    Arrivederci Amici
  2. .



    Reach heaven through violence

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    "Mi spiace Harlan. La verità è che sapevo fin dall’inizio che tu non avevi possibilità di vincere. Adesso, dormi”

    Un pensiero leggero che arriva alla mente del guerriero di G.E.A.

    Il fendente ha una potenza inaudita, è come un’unico impatto di luce, anzi no, mille impatti di luce. Sono denti selvaggi che vogliono affondare nella carne della dea per triturarla in milioni di pezzi.

    Ma ancora una volta il turbinare degli eventi non era a favore dell’araldo. Il guerriero stava cercando la forza per vincere il destino, ma ancora non l’aveva ottenuta. Mnemosine era il suo desino. Quel gesto finale, la chiave.

    Ancora una volta la dea, con la restante dunamis che aveva in corpo, attivò il sigillo. Lampi di potere, sfavillanti del corvino tipico della notte senza stelle a cui gli abitanti del Labirinto erano abituati, avvolsero il corpo della dea.

    I lampi di luce si disposero negli antichi segni. Parole antiche, in una lingua dimenticata, il codice del mondo, scritto con il potere scintillante della dea. Parole che non possono essere tradotte, ma che emettevano un suono, un sussurrò nell’aria.

    La vibrazione era prima un sibilo sommesso, poi una risonanza metallica, per poi armonizzarsi in sussurri ripetuti, da tutto il creato, nella lingua che più similmente poteva riprodurli senza che questo facesse impazzire chi l’ascoltava o crollare il mondo.

    ibis redibis numquam peribis


    Quel suono iniziò a vibrare della stessa frequenza con cui era stato lanciato il colpo che doveva essere fatale, facendolo ondeggiare. Quello che prima era un taglio netto divenne una massa fusa di cosmo e spirito che si andò ad infrangere contro il sigillo.

    Il sigillo ricevette l’energia e continuò a vibrare, dissociandosi da se stesso come un caleidoscopio, in più strati di differenti colori prismatici.


    Dapprima vorticarono in direzioni diverse, ed ogni strato portava via con se parte del colpo nemico. La potenza devastante fu incanalata, riassemblandosi in una colonna di luce, che poi dall’alto al basso precipitò verso terra in un arcobaleno, alla cui base non c’era la pentola d’oro, ma Harlan stesso,

    Mnemosine aveva giocato il suo ultimo asso nella manica, rigettando l’energia di spirito e luce contro il nemico. Ma per quanto la potenza potesse essere smorzata, la dea aveva dato fondo a tutte le sue risorse, e tutta quell’energia non poteva essere arginata in quello stato. Fu così che parte della colonna di luce l’avvolse, bruciandola nel suo potere.

    Era una sensazione strana. Come prima, pensava che fosse la sua parte umana che l’aveva fatta distrarre, ma non era così. Alla fine se ne rese conto. Era stato Harlan a toccargli l’anima, a far sorgere il dubbio in lei. Era nel giusto?

    La domanda crebbe ne suo cuore, come una nera minaccia. Era ansia, che la stava assalendo. La paura di perdere il controllo. Il giusto contrappasso per una divinità preposta alla conservazione del mondo. E allora cosa fa un'anima quando non può perdere il controllo?

    Nulla, esattamente nulla. Diventa un blocco di marmo, talmente solido che non permette di muovere un'arto, girare la testa, persino respirare, il mondo si chiude su di te. Provi a fare forza, puntellare le pareti, ma la verità è che tutto diventa una gara di resistenza che non sai se vincerai. Quasi mai.

    La dea strinse i denti. Mancava poco.

    Avvolte nella luce le due anime fecero contatto. Ancora poco. Quella sensazione di morire perchè non c'è altro posto dove fuggire sarebbe durata poco. Sperava. Il suo unico appiglio che anche quella presa sul cuore era funzionale.

    Il piano era giunto infine a conclusione. In una colonna di luce.











    "Alla fine ti sei mostrato per quello che eri.
    Un’arma, niente più. Vorrei tanto darti una strada, affinché un giorno tu possa essere di più. Se questo è il tuo desiderio, tuttavia, io lo accontenterò.

    Adesso però, vieni con me giovane Harlan, lascia che sia io a ricucire il tuo essere."


    Nelle mani di Mnemosine la mente di Harlan è una stella sulla battigia del mare dell’Immaterium. La dea lo raccoglie da risacca e lo porta con se, passeggiando sulla riva.

    I suoi passi sono una cantilena di luce, un rosario sacro fino alla città d’argento.
    Amorevolmente, la luce di Harlan viene riposta in un libro, dove guarirà se stessa.


    "Vedi Harlan, tu non sei altro che una storia, una delle tante chiuse in queste pagine. Ci sarà un tempo a venire in cui il mondo avrà bisogno ancora di te. Ma per il momento riposa. Lascia che raccolga i frutti del tuo sforzo."

    Da una finestra della biblioteca che sembrava un castello da fiaba, albeggia all’orizzonte.

    È il momento.

    Scese le scale della dei quella torre, ed uscì fuori le mura.

    Stava venendo dal levare del sole. Passi umidi sul mare d'argento. Era solenne, maestosa, di una bellezza ultraterrena. Talmente splendente che illuminava il cielo con la sua sola presenza

    In quel luogo, dove raramente si incontravano persone, ma archetipi, pensieri ed idee collettive, per una volta, la notte senza fine incontrava il giorno.


    “Finalmente ci incontriamo lontane dai confini della realtà. Benvenuta nel mio regno, Imperatrice. Lascia che ti illustri le bellezze di Akasha, la biblioteca di luce, il luogo, dove io e te parlamenteremo senza alcun vincolo dei destini del pianeta…


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    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Viola
    ❥ Stato fisico: Escoriazioni superficiali guarite. Contusioni parziali su tutto il corpo. Lesioni agli arti. Visione annebbiata occhio sinistro. Lesione interna.
    ❥ Stato mentale: Ansia diffusa. Attacco di panico debilitante. Spossatezza invalidante.
    ❥ Stato Cloth: indossata
    ❥ Potenizamenti: Agilità aumentata

    TECNICHE


    DIFESA ❥ Λάμψη - Aglar [Sigillo di Protezione]
    Questi sigilli interagiscono con l’energia con cui vengono a contatto, sia essa fisica presente nell’ambiente, cosmica o psichica (a nera anche spirituale). Scrivendo le regole con le quali fluisce l’energia, i segni e diagrammi diventano come un circuito che le ricanalizza e la ridispone secondo lo schema che la titanide ha tracciato. Percorrendo i segni, l’energia può essere deviata dal suo percorso originale, viaggiando lungo le linee dei segni o anche isolata, trattenendola sulla superficie. Tramite questi meccanismi la dea può alterare i flussi energetici che entrano in contatto con questo sigillo come se fosse dell’acqua che entra in un canale e va scorrendo in tubature o scontrandosi con dighe e chiuse. Questo sigillo interagisce non solo con l’energia nemica, potendo la dea infondere la sua stessa dunamis, generando ondate di energia cosmica o mentale. A seconda della configurazione del suo segno, la dea può rimodulare l’energia ad esempio deviandone l’obbiettivo, partizionarla lungo il percorso per poi disperderla in maniera innocua, ricanalizzarla per proteggersi creando delle deviazione come in una gabbia di Faraday, o utilizzarla per creare un “effetto bouncer” infondendolo con l’energia psicocinetica della dea. L’efficacia e la tenuta di questi sigilli è da mettere in relazione con il divario energetico fra l’effetto contrastato e il sigillo. La titanide, inoltre, può in questa maniera creare gabbie di energia, che verrà imbrigliata nel sigillo, per poi essere rilasciata con effetti esplosivi immediatamente o dopo tramite comando, oppure essere utilizzata per rafforzare il sigillo stesso, in modo da aumentarne la durezza.
    Il sigillo può assumere la conformazione che più aggrada alla dea e può essere applicato in più modi. Può essere lasciato cadere sull’avversario, guidato e manipolato tramite telecinesi oppure creato in prossimità della vittima. Uno dei tanti modi può essere quello di crearlo sulle proprio corpo, sulla soma o sull'arma per poi applicarlo durante un assalto a contatto, esplodendo immediatamente o trasferendolo sull’oggetto, lasciando che si attivi dopo tramite comando. In questa maniera può in un solo movimento raccogliere l'energia dall'ambiente che la circonda o per difendersi dalle tecniche avversarie per poi lasciare il sigillo carico in un'assalto finale.
    Questo sigillo, similmente ai sigilli esplosivi, può accumulare l’energia che gli viene scagliata contro e solo in un secondo momento rilasciarla combinata con ulteriore energia che gli viene fornita in combinazione con un altro sigillo dello stesso tipo. L’effetto esplosivo in questo caso sarà simile a quello lanciato da un colpo a cosmo straordinario.
    Ad energia nera, questo sigillo può interagire con le energie spirituali come se fossero energie cosmiche, facendo da scudo ad attacchi di materia spirituale, o creando barriere che gli esseri di spirito percepiranno come solide.



    Note
    Visto che hai veicolato i tuoi colpi tramite cosmo, utilizzo il bounce monouso per rispedirti il colpo al mittente. Ricevo comunque parzialmente il danno spirtuale visto che non ho abbastanza forze in serbo per uscirne indenne.

    Ho lasciato in sospeso gli esiti del colpo spirituale su di te in quelle condizioni, perchè dovresti descriverli tu, ma ho trovato una scusante per una scena post credit. Quello che si dirianno le due, che poi è la scusante di sto duello, possiamo o giocarcelo o lasciare non detto off-screen.
    Bel duello, me lo hai fatto sudare parecchio.




  3. .



    Reach heaven through violence

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    Sorrise Mnemosine, alle parole del suo nemico. Lo lasciò fare.
    Non si curava più di prevedere le sue strategie puntualmente. Ogni sua mossa era oramai facilmente calcolabile, ogni sua opzione di movimento era ben ponderata.
    Era una questione di attitudine.

    “Qui è il tuo limite. Io conosco la risposta. Ogni tua possibile conformazione in questa realtà è stata registrata, ogni tuo futuro cambiamento calcolato. Ma ancora ignori i tuoi limiti. Hai richiesto che l'infinito potere della Città d’Argento si pieghi al tuo, ma sei un essere limitato Sei come una scimmia che corre sulla mano del Buddha…”

    Rispose Mnemosine all’affermazione del guerriero. Non era la sua voce portata dal vento, ma bensì un pensiero che viaggiava su ali astrali, che proveniva da tutte le direzioni e da nessuna. Un brivido freddo nel cervello del suo avversario.

    “…Io non sono qui per giudicarti né sondare le profondità delle tue intenzioni, nobili invero, ma non per questo accettabili. Il potere di Akasha si offre se la situazione lo richiede, ma se a farlo non sono le circostanze ma un’istanza bene precisa del creato, allora questa deve poggiare sullo stesso gradino essenziale”

    Lui sparì dalla sua vista, lei già sapeva. Stava per fare quello che avevano fatto prima di lui molti guerrieri, continuando a reiterare ciò a cui aveva assistito pochi istanti prima. Attaccare a tutto spiano, andando su tutta l’area dove presumeva lei poteva esserci. Cercava di avvalersi della sua superiore potenza di fuoco. Una strategia vecchia, stantia. E avrebbe continuato a bloccarla con un colpo per rompere idealmente le sue difese per poi sferrare un secondo attacco di fino. Uno schema ripetuto pesantemente lungo tutte le fasi di quello scontro. Non faceva che corroborare quello che gli stava per rispondere poco dopo.

    “Sto cercando in te la scintilla primordiale che ti guida, ma le tue azioni, la tua essenza, le tue parole, non fanno altro che dichiarare che sei in tutto e per tutto ancora Harlan. La sua migliore versione possibile, un umano terribile e splendente, ma pur sempre umano. Le pallide spiagge dell’oceano oscuro oltre questa realtà non ti saranno concesse finché non ti eleverai a nostro pari. Parlerò con Amaterasu, non con il suo reggente.”

    Non c’era né astio né alcuna presunta arroganza nei sentimenti portati da quelle parole. Era semplicemente la constatazione dei fatti. La necessità così dettava.
    Era una questione di attitudine. Per lei quel duello era una serie di mosse da fare, affrontate in maniera neutra, con la mentalità di una scacchista. Schemi, aperture, mosse. Le improvvisazioni non esistevano, erano errori, e gli errori andavano puniti. Mentre il guerriero continuava a fare quello che solo sapeva fare. Caricare a testa bassa, lottare, distruggere, sminuzzare. Un tempo anche lei era così, una guerriera. Provava piacere nello sminuzzare, nel giocare al gatto col topo…

    “Sei ancora troppo debole”

    Era davvero così? A chi era riferita quella frase? Dalla sua mente stavano per uscire sentimenti di scherno, che tuttavia riuscì a frenare.
    Si rese conto che quelle parole e quei sentimenti che le erano morti dentro facevano parte della sua incarnazione umana precedente: Bibiane.
    La rossa agiva esattamente come Harlan, ed esattamente come lui era arrivata al massimo splendore umano. C’era ancora qualcosa del suo substrato umano in lei?
    Quel pensiero era come un graffio nella sua anima. Ma che non le fece perdere la concentrazione sul suo obiettivo.

    “Una sovrana ha dalla parte sua…

    L’attacco dell’araldo arrivò dall’alto, come calcolato. La direzione sarebbe stata del tutto indifferente invero. Il potere della dea già si stava muovendo intorno a lei, disegnando una sfera perfetta di diagrammi geometrici che la racchiudeva.

    “Dominio”

    La luce impattò la superficie del diagramma. Forte era lo spirito del guerriero, ma troppo debole la volontà e la sua tecnica, avventate le sue deduzioni. All’inizio dello scontro anche solo un attacco del genere l’avrebbe travolta, ma i suoi poteri mentali avevano colpito già un paio di volte il nemico, fiaccandolo nella potenza.
    Docilmente, la luce danzò sui diagrammi prodotti della titanide, venendone dolcemente sopraffatta. Come gocce d’acqua incandescente, i fotoni seguirono i mutamenti della stessa. Ciò che prima era luce divenne segno. Un altro strato di barriera si era eretto sulla prima fatta da Mnemosine, rafforzandola.



    “Pensiero”

    Arrivò il fendente infuocato, ma finì contro il suo stesso potere imbrigliato da quello della dea. Nulla di quello prodotto dal nemico poteva raggiungerla, ma il colpo fu portato a una potenza tale che sovraccaricò il sigillo, che generò un’onda d’urto che la scagliò via di lì. Facendola impattare di nuovo a terra.

    “Volontà”

    Fisicamente aveva lasciato che il nemico la rendesse quasi inerme, ma era tutto calcolato. La stanchezza e il dolore minimizzati, riutilizzare le energie nemiche, canalizzare, focalizzare. A quel tipo di consapevolezza portava conoscere profondamente il codice della realtà. Sapere cosa c’è stato prima permette di sapere quali eventi seguiranno dopo, ridurre gli scenari a una manciata di probabilità, ad ognuno delle quali si può rispondere a seconda della propria volontà. Gli eventi diventano un fluido divenire, dal passato al futuro, un meccanismo perfetto.

    “Obiettivo”

    Gli occhi della dea erano stati lievemente danneggiati dall’impatto con i fotoni e anche il corpo stava risentendo dei numerosi impatti. Tuttavia, lei non aveva bisogno del corpo.
    Attinse al suo potere e colpì dove voleva. Adesso che il nemico aveva finito le risorse per poter scappare. Aveva le difese mentali abbassate, e la mente esposta dallo stato confusionale in cui si trovava. Era il momento di mostrare ad Harlan cosa intendesse.
    Era un’illusione che avrebbe avvolto il nemico, ma più che un’illusione sarebbe stato più corretto descriverle come una serie di immagini trasmesse direttamente al cervello di Harlan.



    Era la visione del dominio di Mnemosine, il Nexus, fatta per essere compresa da mente umana. Un cielo stellato infinito che risplende in un oceano di acqua pura quanto aria. La spiaggia è fatta di argento finissimo, simili alle stelle dell’eterna notte di galassie e stelle che l’avvolge. Sulle rive, un cittadella simile a un faro nella notte, si staglia contro il cielo. Le dimensioni sono difficili da dire in lontananza, ma il bagliore platino pari a una grande corpo celeste che emana delle sue mura la identificano come la città d’argento: Akasha, la grande biblioteca. Un viandante coperto da una cappa, si avvicina da quel luogo nella risacca.

    “Io sono dominio e mi interfaccio solo con regnanti, non con un semplice Samurai. Tale è la natura delle forze cosmiche primordiali che chiedi di assoggettare. Sono antica, antecedente alla tua stessa creazione. Io trascendo la creazione dell’umanità, il concepimento di Amaterasu, e del mondo stesso. Ero prima che fosse il tempo. Evolviti al mio livello, umano, e otterrai ciò che chiedi”

    La cappa volò via e Mnemosine si mostrò nella sua forma primigenia. Un essere fatto della stessa sostanza di quell’oceano, acqua purissima. Sembra argento animato da una forza vitale eterna. Al suo interno, vivono galassie e mondi e stelle in costante movimento, suoni di cristallo ed argento la popolano. Un essere dalla vaga forma umana, ma che potrebbe assumere qualsiasi forma. Tale è la sua natura, uno specchio, dove chiunque ci si affacci non vede che se stesso, ma che al tempo stesso riflette tutto anche se nessuno lo osserva direttamente. La sostanza dell’eterno languire della memoria collettiva, che sopravvive al passare del singolo essere e delle epoche.



    “In cuor tuo conosci la risposta. Dichiari di non avere una forma, eppure i tuoi vincoli sono rappresentati dalle mura invisibili della sola realtà a cui appartieni. Vieni da me non comprendendo profondamente né il tuo posto nell'ordine cosmico né il tuo profondo io. Seppure il tuo animo è puro, sei ancora imperfetto. Toccherà a me ragguagliarti sulle implicazioni della tua richiesta…”

    Le stelle iniziarono a vorticare intorno alla figura mutevole della dea, la città di Akasha in lontananza divenne prima un faro, poi un incendio stellato all’orizzonte. Un vento impercettibile scuoteva violentemente cielo, terra e spiaggia. Tutti i moti di quegli elementi si sincronizzarono in forme geometriche che si stagliarono come un circolo in un cielo. Nomi antichi, concetti inenarrabili venivano scritti in una lingua incomprensibile agli uomini in parole fatte di pura energia astrale. Il Nexus era in attesa di un comando della sua padrona

    “Questo è l’infinito potere che stai reclamando. Lascia che te lo mostri nel suo splendore”

    A quelle parole le porte di Akasha si sarebbero spalancate e l’ondata del mare psionico davanti al guerriero di G.E.A., potenzialmente travolgendo e annientando la sua mente. Se quel potere lo avesse travolto, nella mente di Harlan le cose avrebbero iniziato ad avere più significato. Se questa inizialmente potrebbe sembrare una cosa positiva, nel giro di qualche secondo la sua condizione sarebbe peggiorata. Sempre di più, più informazioni, una miriade. Fatti, frammenti di memoria, informazioni senza un fine. Un diga aperta di potere psichico infinita a pressione nella limitata psiche del guerriero. Epoche, immagini, suoni sensazioni diverse, tutte insieme. Troppo per un cervello umano. Poteva mai Harlan sopravvivere a uno Tsunami di tale portata?









    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Viola
    ❥ Stato fisico: Tagli superficiali guariti. Contusioni su tutto il corpo. Lesioni agli arti. Visione annebbiata occhio sinistro. Lesione interna.
    ❥ Stato mentale: Forte spossatezza
    ❥ Stato Cloth: indossata
    ❥ Potenizamenti: Agilità aumentata

    TECNICHE


    DIFESA ❥ Λάμψη - Aglar [Sigillo di Protezione]
    Questi sigilli interagiscono con l’energia con cui vengono a contatto, sia essa fisica presente nell’ambiente, cosmica o psichica (a nera anche spirituale). Scrivendo le regole con le quali fluisce l’energia, i segni e diagrammi diventano come un circuito che le ricanalizza e la ridispone secondo lo schema che la titanide ha tracciato. Percorrendo i segni, l’energia può essere deviata dal suo percorso originale, viaggiando lungo le linee dei segni o anche isolata, trattenendola sulla superficie. Tramite questi meccanismi la dea può alterare i flussi energetici che entrano in contatto con questo sigillo come se fosse dell’acqua che entra in un canale e va scorrendo in tubature o scontrandosi con dighe e chiuse. Questo sigillo interagisce non solo con l’energia nemica, potendo la dea infondere la sua stessa dunamis, generando ondate di energia cosmica o mentale. A seconda della configurazione del suo segno, la dea può rimodulare l’energia ad esempio deviandone l’obbiettivo, partizionarla lungo il percorso per poi disperderla in maniera innocua, ricanalizzarla per proteggersi creando delle deviazione come in una gabbia di Faraday, o utilizzarla per creare un “effetto bouncer” infondendolo con l’energia psicocinetica della dea. L’efficacia e la tenuta di questi sigilli è da mettere in relazione con il divario energetico fra l’effetto contrastato e il sigillo. La titanide, inoltre, può in questa maniera creare gabbie di energia, che verrà imbrigliata nel sigillo, per poi essere rilasciata con effetti esplosivi immediatamente o dopo tramite comando, oppure essere utilizzata per rafforzare il sigillo stesso, in modo da aumentarne la durezza.
    Il sigillo può assumere la conformazione che più aggrada alla dea e può essere applicato in più modi. Può essere lasciato cadere sull’avversario, guidato e manipolato tramite telecinesi oppure creato in prossimità della vittima. Uno dei tanti modi può essere quello di crearlo sulle proprio corpo, sulla soma o sull'arma per poi applicarlo durante un assalto a contatto, esplodendo immediatamente o trasferendolo sull’oggetto, lasciando che si attivi dopo tramite comando. In questa maniera può in un solo movimento raccogliere l'energia dall'ambiente che la circonda o per difendersi dalle tecniche avversarie per poi lasciare il sigillo carico in un'assalto finale.
    Questo sigillo, similmente ai sigilli esplosivi, può accumulare l’energia che gli viene scagliata contro e solo in un secondo momento rilasciarla combinata con ulteriore energia che gli viene fornita in combinazione con un altro sigillo dello stesso tipo. L’effetto esplosivo in questo caso sarà simile a quello lanciato da un colpo a cosmo straordinario.
    Ad energia nera, questo sigillo può interagire con le energie spirituali come se fossero energie cosmiche, facendo da scudo ad attacchi di materia spirituale, o creando barriere che gli esseri di spirito percepiranno come solide.


    ATTACCO ❥ Πόρτα του Nexi - Annon-in-gelydh
    Questa tecnica particolare sfrutta il legame della dea con il Nexus. Questa parte del piano astrale è un serbatoio immenso di energia psichica, dominio della dea stessa. La vittima che subirà questa tecnica, potrà sperimentare la sensazione di essere travolto da un’ondata senza precedenti di pensieri, ricordi, scampoli di sensazioni scoordinate, appartenenti a se stesso o ad esseri attuali o di epoche passate. La dea non farà altro che far diventare la mente dell’avversario un canale catalizzatore del Nexus, che si riverserà nella mente avversaria come acqua attraverso un foro. Le maree di Akasha tuttavia non sono fatte per essere sperimentate da menti che non siano quelle della dea, l’unica in grado di potere giostrare il potere di questo reame. Chi subisce questa tecnica sperimenterà un bruciore di fuoco vivo nella propria mente dovuto al sovraccarico di energia psichica dovuta all’immensità delle informazioni e dell’energia che gli si riverserà nella mente. Il bruciore non è solo un effetto psichico, ma un danno effettivamente fisico alle sinapsi della vittima. Oltretutto, le capacità cognitive della vittima verranno intaccate, traducendosi in un danno alla memoria e alla percezione, indebolendo la vittima come una privazione mnemonica.
    Ad energia nera, questa tecnica può essere lanciata tramite un particolare sigillo, chiamato la chiave di Akasha. La chiave permette alla dea di trasferire non solo l’energia del Nexus nella mente dell’avversario, ma fisicamente nel mondo, cumulando il danno mentale a quello spirituale dell’energia pura del Nexus.
    La tecnica, nei suoi devastanti effetti, si combina con gli effetti delle altre sue tecniche, che esse siano sigilli o meno, magnificandone e sovrapponendosi negli effetti.



    Note
    Riciclo la forza del tuo primo assalto per evitare anche il secondo. Riesco a farlo, ma tutto diventa semplice forza cinetica che mi becco come contraccolpo e impatto al suolo. Scaricata quella, niente.
    Visto che non hai difese mentali e lo stato mentale non ti aiuta ci vado giù parecchio pesante. Apro semplicemente il tappo psionico al nexus e te lo scarico direttamente nel cervello.
    Go<3





  4. .



    Reach heaven through violence

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    Il flusso eterno della storia, la cascata del tempo, il grande palco, la grande illusione. Nell’ordine del creato tutto trovava un posto.

    Tutto ha un motivo, ma non tutto ha la consapevolezza della motivazione. Così come le galassie non si chiedono il perché del loro vagare, i buchi neri della loro esistenza e le stelle del loro brillare, così Amaterasu non si chiedeva del suo lottare. Avevano uno scopo, ma non un motivo.

    Mnemosine non aveva il privilegio di poterlo ignorare. L’araldo voleva soggiogarla, lei in realtà lo stava lasciando fare, perché poco le importava. Non era quello il punto della questione. I destini del mondo sono cosa complicata e se il suo intervento era necessario, lei sarebbe intervenuta a prescindere, non per dovere morale, etico o obbligo, ma per sua natura. Lei era l’incarnazione di un’aspetto della realtà e la sua istanza non era altro che la conservazione del mondo stesso. Non poteva fare altrimenti.

    Quello scontro le sembrava alquanto superfluo. Era piuttosto lo spirito di quello che un tempo era identificato come Harlan ad essere messo alla prova. Per le battaglie che si prospettavano nel futuro, era necessario che gli attori in scena fossero preparati, e quello scontro era un anticipo. Da qui il grande inganno di quel mondo. In un flusso continuo di informazioni ed eventi, dove causa ed effetto sono indissolubilmente legati, era possibile davvero il libero arbitrio? Avrebbe potuto il guerriero scegliere di non combattere?

    Mnemosine sapeva la risposta, l’aveva visto prima che il tempo stesso fosse concepito, nella mente di G.E.A. stessa, ma si asteneva dal formularne il solo pensiero. Sapeva bene che una risposta del genere sulla natura stessa del suo universo avrebbe fatto crollare l’illusione. Doveva dare all’araldo la sua funzione, il suo scopo per questo non avrebbe fallito gli esiti di questo scontro.

    Non era una questione di forza di volontà, quello era un concetto del tutto umano. La titanide era essa stessa parte della realtà. Non aveva senso parlare di forza di volontà perché paragonarla a quella umana ne avrebbe tolto completamente il significato, come se volessimo quantificare un numero finito moltiplicandolo per infinito o dividere per zero. Operazioni senza alcun senso.

    Per la dea era una questione di necessità, di ineluttabilità. Ciò che doveva essere fatto, andava fatto. Era una coercizione esistenziale divina; su quello Harlan non aveva potere. Se voleva vincere quello scontro doveva trascendere la sua mente umana e avvicinarsi al suo spirito divino. La potenza di Amaterasu poteva forse sovrastare quella di Mnemosine, ma non poteva nulla contro l’istanza stessa della sua esistenza.

    Così, mentre il potere del sole nascente sconvolgeva terreno e montagne con la sua volontà, là Mnemosione non fece altro che ubbidire alla sua natura, assolvendo al suo compito, come acqua che sgorga da una fonte.

    Il suo corpo era stato danneggiato nell’impatto, sentiva che i suoi tendini e le sue ossa non le permettevano di muoversi alla velocità che voleva, eppure anche da quella posizione, mentre la terra tremava e provava a stritolarla, la mente della dea tenne saldo il suo potere.

    Prima fu un pensiero, poi un’informazione, si condensò in Dunamis e infine fuoco di potere puro nel creato.

    Il potere della dea fatto di luce incandescente si diramava per tutto il campo di battaglia, avvolgendolo come se fossero un essere vivo. Rabescanti composti da figure geometriche fiorivano su se stessi sbocciando in ogni direzione al passaggio dei pensieri della dea. Dapprima, la sue spire di potere si saldarono con i sigilli che erano sul corpo stesso di Mnemosine, poi alla terra agitata dalla volontà avversaria. Il suo potere la sollevò dal suolo, portandola via dal luogo di morte che il guerriero di Gea aveva preparato per lei.

    Scie di luce brillavano come luce liquida nel creato, sfavillavano nell’aria rarefatta di quel luogo, abbracciavano ogni lingua di terra che l’araldo poteva creare. Al contatto fra le due emanazioni, la luce avvinghiava la terra, ingabbiandola in geometrie fluide, come privandole di energia. Era come se il potere di Mnemosine stesse cantando una ninna nanna alla terra agitata che la circondava, placandola dolcemente. L’energia della terra diventava energia del sigillo.

    Le lingue di potere erano collegate fra di loro in una lunga catena incandescente, che aveva la sua chiave di volta in una forma che si trovava sotto i piedi della dea. Quello era il nucleo focale di un caleidoscopio di luce che si stava costruendo in quel luogo. In quel diagramma era custodito il potere che la dea aveva raccolto durante lo scontro, serbandolo gelosamente per il momento.

    Le spire continuavano a muoversi ed espandersi, in una struttura che ricordava una piramide, ma che in realtà era simmetrica verso il basso, diventando un perfetto solido platonico, con ad un vertice il sigillo della dea, dall’altro, il guerriero di Gea. I tentacoli luminosi, risalendo il suoi colpi, lo avevano individuato, e si erano disposti intorno a lui formando una gabbia geometrica che lo avvolgeva da ogni lato. I punti di contatto erano disposti.

    Mnemosine non sapeva certamente quale sarebbe stata la prossima mossa dell’avversario, ed aveva poco senso saperla. Lo aveva costretto al muro, senza possibilità di fuga. Avrebbe fatto quello che facevano tutti gli animali accerchiati: attaccare con il tutto per tutto.
    Forse non era del tutto pronta al potere che si stava per riversare su di lei, ma poco gli importava. Che colpisse pure il suo corpo, ma è la mente che doveva preservare. Il suo avversario non era uno stupido, e aveva i mezzi per colpirla dove le avrebbe fatto più male. Toccava lei difendersi per quell’evenienza.

    E la rabbia dell’avversario esplose in mille fendenti, che cercavano il suo corpo. Ma quando questi volarono dalla terra al cielo, non trovarono solo quello, ma l’aria saturata dalla bella trama creata dalla dea. A contatto con quel potere, in parte le lame ne venivano deviate, in parte si perdevano incastrare in quel dedalo di potere incandescente. La dea stava cannibalizzando la volontà del guerriero, facendo diventare il potere del nemico suo.

    Ma più i secondi passavano, più la potenza di Amaterasu si dimostrava soverchiante. Probabilmente in altre circostanze, ne sarebbe stata travolta, ma il suo avversario era stato contaminato dal suo potere psionico, appianando il divario fra le due potenza. Così mentre veniva colpita dalle lame che non riusciva a ingabbiare nella sua sacra geometria, riusciva ancora a tenere salda la concentrazione.

    Gli affondi penetravano nel suo spirito, fiaccandola nella sua più intima essenza, ma era ancora lontana dal cedere. Mentre il suo avversario cercava il suo corpo, lei aveva trovato la via. Lo raggiunse nei pensieri.

    “…Il potere che possiedi è grande e tremendo, ma votato a un solo scopo. La vera domanda che dovresti chiederti, sei capace di domare la tua stessa natura e trascenderla?…”

    Così, quella struttura dalla bellezza sfavillante rivelò la sua natura fatale. La chiave di volta, il sigillo principale iniziò a roteare su se stesso, e aprì la via della distruzione. Tutto il potere accumulato fu trasmesso prima dal punto di raccolta in alto al solido platonico intorno a lei e poi giù, nelle viscere della terra, alla gabbia che aveva preparato intorno al nemico, che si restrinse al comando.

    “..fino a quando non avrai una risposta, il potere di Akasha ti sarà precluso…”

    L’esplosione fatta del carico di potere dei suoi stessi colpi combinati a potere della dea doveva rilasciare un torrente di energia sul suo nemico, colpendolo da ogni direzione a corto raggio. Così comandò Mnemonsine sul creato.









    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Viola
    ❥ Stato fisico: Contusioni e tagli diffusi su tutto il corpo
    ❥ Stato mentale: Forte spossatezza
    ❥ Stato Cloth: indossata
    ❥ Potenizamenti: Agilità aumentata

    TECNICHE


    DIFESA & ATTACCO ❥ Λάμψη - Aglar [Sigillo di Protezione]
    Questi sigilli interagiscono con l’energia con cui vengono a contatto, sia essa fisica presente nell’ambiente, cosmica o psichica (a nera anche spirituale). Scrivendo le regole con le quali fluisce l’energia, i segni e diagrammi diventano come un circuito che le ricanalizza e la ridispone secondo lo schema che la titanide ha tracciato. Percorrendo i segni, l’energia può essere deviata dal suo percorso originale, viaggiando lungo le linee dei segni o anche isolata, trattenendola sulla superficie. Tramite questi meccanismi la dea può alterare i flussi energetici che entrano in contatto con questo sigillo come se fosse dell’acqua che entra in un canale e va scorrendo in tubature o scontrandosi con dighe e chiuse. Questo sigillo interagisce non solo con l’energia nemica, potendo la dea infondere la sua stessa dunamis, generando ondate di energia cosmica o mentale. A seconda della configurazione del suo segno, la dea può rimodulare l’energia ad esempio deviandone l’obbiettivo, partizionarla lungo il percorso per poi disperderla in maniera innocua, ricanalizzarla per proteggersi creando delle deviazione come in una gabbia di Faraday, o utilizzarla per creare un “effetto bouncer” infondendolo con l’energia psicocinetica della dea. L’efficacia e la tenuta di questi sigilli è da mettere in relazione con il divario energetico fra l’effetto contrastato e il sigillo. La titanide, inoltre, può in questa maniera creare gabbie di energia, che verrà imbrigliata nel sigillo, per poi essere rilasciata con effetti esplosivi immediatamente o dopo tramite comando, oppure essere utilizzata per rafforzare il sigillo stesso, in modo da aumentarne la durezza.
    Il sigillo può assumere la conformazione che più aggrada alla dea e può essere applicato in più modi. Può essere lasciato cadere sull’avversario, guidato e manipolato tramite telecinesi oppure creato in prossimità della vittima. Uno dei tanti modi può essere quello di crearlo sulle proprio corpo, sulla soma o sull'arma per poi applicarlo durante un assalto a contatto, esplodendo immediatamente o trasferendolo sull’oggetto, lasciando che si attivi dopo tramite comando. In questa maniera può in un solo movimento raccogliere l'energia dall'ambiente che la circonda o per difendersi dalle tecniche avversarie per poi lasciare il sigillo carico in un'assalto finale.
    Questo sigillo, similmente ai sigilli esplosivi, può accumulare l’energia che gli viene scagliata contro e solo in un secondo momento rilasciarla combinata con ulteriore energia che gli viene fornita in combinazione con un altro sigillo dello stesso tipo. L’effetto esplosivo in questo caso sarà simile a quello lanciato da un colpo a cosmo straordinario.
    Ad energia nera, questo sigillo può interagire con le energie spirituali come se fossero energie cosmiche, facendo da scudo ad attacchi di materia spirituale, o creando barriere che gli esseri di spirito percepiranno come solide.



    Note
    Utilizzo il mio sigillo sia in fase difensiva che offensiva. In fase difensiva, devio e assorbo l'energia dei tuoi colpi. Una volta caricato al massimo, non riesco tuttavia a trattenere tutta la tua forza e ne vengo danneggiato. Tuttavia, rilascio l'energia accumulata nel post precedente + quella di adesso in un colpo a [COSMO STRAODIANARIO] che ti arriva a breve distanza da ogni direzione. Sei praticamente al centro.

    A te <3





  5. .
    Nome utente: Wandefullstar
    Nome pg: Mnemosione
    Casta, cloth e grado cloth: Titani, Soma dell'Ascia, VII
    Energia: Viola
    Link scheda:This
  6. .



    Reach heaven through violence

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    Sin dalla sua origine, l’universo si è fondato sulla sintesi di opposti. Materia e Energia, Spirito e Realtà, si sono sempre scontrati per dare vita a qualcosa di altro da sé in uno scontro generativo. A ben vedere, secondo questo schema, la battaglia fra Amaterasu e Mnemosine sarebbe stata comunque inevitabile.

    In superficie poteva sembrare che le due forze potessero equilibrarsi sincreticamente. Da un lato la forza creatrice di Amaterasu e dall’altro la forza conservatrice di Mnemosine. Dove il Sole versava incessantemente energia sul creato, la Memoria ne registra il passaggio.
    Ma le due istanze presentano una dissonanza di fondo nella loro intima natura che non permetteva tale armonia.
    Laddove la creazione voleva partire da zero su tela bianca, la memoria faceva valere il suo eco sulla realtà, ricordando che quella tela bianca era un'illusione, e che il mondo ha una storia e un pregresso.
    Laddove la memoria conservava lo status quo delle cose, la creazione invece metteva in moto l’universo con nuove storie, del tutto nuove e mai registrate prima.

    Lo scontro che si stava attuando non era, dunque, il semplice capriccio di due entità che si spartivano i ruoli sul creato, ma era una forma di sintesi dell’universo. In quel duello, creazione e conservazione si misuravano in modalità distruttiva, una funzione ricorsiva della realtà ritrovabile in tutto il creato, come un frattale che fonda il multiverso stesso.

    Non era uno scontro per misurare la mera potenza, ma un saggio sulla volontà più forte; il vincitore avrebbe avuto il controllo di quella partita.
    Mnemosine partiva svantaggiata. Nella sua forma attuale era tremendamente limitata, privata com'era dell'accesso diretto al suo regno, contenuta nella sua forma ancora troppo umana. Dall'altro lato, Amaterasu poteva sfoggiare già tutta la potenza del sole all'alba, in grado di distruggere e creare interi mondi.

    In quella situazione l’unico fattore che poteva rivelarsi decisivo a favore della dea della Memoria era la sua stessa intrinseca natura.
    Mnemosine ricordava, come poteva altrimenti, e non solo le sue esperienze, ma tutte le esperienze del mondo. Lei poteva vedere il tempo passato, fin dalla sua creazione, quando lei stessa era parte di G.E.A. , null'altro che una funzione in un sistema complesso. Come tale, ricordava dunque ogni singolo pensiero ed ogni singola parte di sua madre.
    Ricordava bene che in seno a lei, il pensiero degli araldi era già formato, come se ella stessa l'aveva formulato.

    Amaterasu aveva una funzione ben precisa nell’ordine delle cose e le erano stati per questo affidati determinati poteri. Questo comportava che Mnemosine potesse facilmente intuire cosa era o meno in potere dell’araldo.
    Amaterasu era impossibilitato a percepirla, né poteva liberarsi dalla sua morsa psichica in alcun modo perché semplicemente non era in suo potere. Quello che l’avversario poteva sperare di fare era cercare di sbilanciarla per recuperare terreno al fine di utilizzare il suo potere devastante. Il primo attacco dunque sarebbe stato brutale e multidirezionale: una mossa prevedibile già vista in eoni di battaglie.
    Per quanto il nemico potesse cercare di destabilizzare e danneggiare il corpo fisico di Mnemosine, la sua psiche era ormai prede del potere della titanide, che si era installato nella mente dell'avversaria e avrebbe continuato ad eroderla come un lento veleno dalla natura letale.

    Mnemosine dal canto suo doveva destreggiarsi con l’offensiva vera e propria, agendo di astuzia: da un lato doveva dotarsi di strumenti tali da cercare in qualche modo di colmare il vuoto di potere tra i due, dall’altro doveva portare lo scontro su un suolo a lei favorevole.
    Sfoderò la sua ascia e armò le difese. Il tempo di un ulteriore movimento di quella danza letale era giunto.

    Venne la prima ondata, come aspettato. Quel tipo di attacchi peccano di prevedibilità, precisione e intenzione. Per quanto fosse devastante il potere del sole nascente, era pur sempre un attacco che non aveva un vero e proprio fine. Il sigillo che aveva piazzato sul suo corpo già gli dava un vantaggio in termini di agilità sul nemico. Uno scatto in direzione contraria ed era già fuori dalla portata di minaccia.

    La seconda parte sarebbe stata più difficile. Il diversivo l’aveva lasciata scoperta, e l’araldo poteva capire dove fosse ubicata anche non visualizzandola. Benché la sua natura fosse del tutto diversa, tuttavia, Amaterasu non avrebbe assaltato frontalmente, non avendo idea della reale ubicazione del nemico. Sarebbe rimasto quindi sul luogo e avrebbe optato per una raffica di colpi nella direzione approssimativa. Quei frangenti di secondo sarebbero stati essenziali per prepararsi a procedere verso quello che sarebbe accaduto dopo.

    Vento. Il nemico possedeva nel suo arsenale una mossa dal potere devastante assoggettando quell’elemento e si stava preparando ad usarla. Quell’informazione sarebbe stata una variabile dipendente dal suo controllo. Avrebbe adattato le sua azioni in base allo scenario che si sarebbe presentato davanti. Questa plasticità di pensiero, che non esclude la pianificazione, ma ne è il diretto complemento, sarebbe stata la chiave di volta per vincere lo scontro.

    Le raffiche agitate dalla signora del sole nascente erano tremende in violenza, ma prive di mordente. Non era quella la parte principale del suo attacco. Mnemosine fece affidamento ai suoi arti potenziati dal sigillo, ma non sarebbe stato abbastanza. Amaterasu la desiderava, la voleva vicino a sé, per sconfiggerla e dominarla, ma non per questo ci sarebbe riuscita. La dea fece bruciare la sua dunamis che travalicò i limiti del suo corpo, componendosi in un rabesco di energia fluttuante davanti a sé, sovrapponendosi alla sua ascia per sommarne i benefici, diventandone l’imbracciatura.

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    L’aria ruggiva intorno alla dea investendola in pieno. Per tutta risposta lei trincerò dietro la sua difesa, facendo valere la sua volontà di ferro anche in quel frangente. La corrente non riusciva a travalicarla e impattando su di essa si disperdeva in rivoli, ma in parte veniva a intrecciarsi con il suo scudo di potere, facendolo brillare di una sinistra luce cosmica, che catturava l’energia cinetica dell’aria.

    Il nemico voleva attirarla a se, ma Mnemosine già sapeva quale sarebbe stata la seconda mossa avversaria. A quel punto, non avrebbe fatto più differenza sapere da dove sarebbe venuto il secondo colpo che avrebbe fatto esplodere la tempesta. Aveva dalla sua i suoi movimenti potenziati dai sigilli e la conoscenza della tecnica avversaria che le avrebbe permesso di rivolgere il suo scudo nell’angolazione desiderata giusto in tempo per intercettare la mossa nemica.

    Quello sarebbe bastato. Amaterasu portò il suo colpo, Mnemosine ne intercettò le correnti e utilizzò il suo scudo frapponendolo fra sé e le correnti d’aria. L’impatto che doveva tranciarla ne fu deviato, non risultando in una forza di taglio ma in una massa critica che faceva pressione sul suo sigillo. La violenza impressionante del colpo non poteva né essere totalmente deviata, né totalmente assorbita. Nella stessa frazione di secondo in cui il rabesco si saturò del potere nemico, la forza del colpo si abbatté del tutto su di lei e tracimò come un fiume in piena che, superando gli argini, travolge tutto.

    La dea fu scaraventata al suolo dal contraccolpo e l’impatto fu devastante. Al contatto con il suolo, sentì tutto il dolore che si trasmetteva nel suo corpo. Eppure, come in un domino, tutti i fattori che aveva calcolato le avevano permesso di avere salva la vita: la sua fisiologia da titano, la sua soma e la sua ascia, il potere del sigillo che ancora era presente su di essa, l’angolo di impatto, la frizione dell’aria, la neve. Tutto concorreva al suo servizio.

    Non perse i sensi anche se era dolorante ovunque. Si sollevò in piedi a fatica, ma poteva. Nulla di seriamente rotto, anche se ci era mancato poco. Era tutta un livido. Il cratere generato dall’impatto le dava tuttavia un attimo per respirare, perchè la neve che si alzò creò una perfetta cortina per mascherarla. Anche quello, un fattore calcolato.

    Se c’era una cosa a cui era abituata nella sua vita da mortale era il dolore, se c’era una cosa che il suo corpo da titano gli aveva donato, era la sua tolleranza, e se c’era una cosa di cui aveva imparato a fare a meno in battaglia, era proprio il suo corpo. Così, il suo potere mentale esplose di nuovo, avvolgendo il campo di battaglia e la mente dell’araldo.

    Ancora una volta, l’araldo non l’avrebbe più vista. Al diradarsi della nube di nevischio, non avrebbe trovato il corpo della dea nel suo luogo reale. Sarebbe tuttavia apparsa alle sue spalle, una copia perfetta della dea nelle medesimo condizioni, affannata, dolorante:

    “Sai, pochi sono a conoscenza della reale portata dei miei poteri…”

    Gli avrebbe puntato l’ascia contro, e nel dolore avrebbe sorriso

    “...questo è il potere contro cui ti stai misurando”

    E sarebbe esploso dal petto dell’avversario un sigillo di potere che l’avrebbe avvolto ed intrappolato, frustandolo, impedendogli i movimenti, ma non solo. Le spire di potere infuocato l’avrebbero preso e colpito, e avrebbero scavato nel suo petto, fino a raggiungere la sua più intima trama. E da lì una voce sarebbe riecheggiata. Zmaj.
    Panico, incomprensione, terrore, impotenza. Quella visione puntava a risvegliare tutte quelle sensazioni e pensieri negativi che avrebbero disarmato la mente avversaria.

    “Adesso sei mio”

    Un dolore lancinante l’avrebbe percorso nell’anima, come se qualcuno stesse sventrando il suo corpo dall’interno. Ma c’era qualcosa di più sotto.

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    Il dolore era solo una distrazione. Nella sua mente stava mettendo in realtà radice il secondo strato del sigillo mentale della dea. Compito di quel sigillo sarebbe stato celare la dea dal nemico. Ovunque l’avrebbe cercata, non avrebbe trovato che lo spazio aperto, le montagne, l’aria rarefatta, ma nulla di lei, ne delle sue tracce. Era il primo stadio di una dissociazione dalla realtà, un sentiero di follia che la dea stava stendendo come un tappeto sul cammino dell’avversario.


    Quella geometria invisibile si sarebbe sovrapposta alla prima, rendendo sempre più debole il potere di Harlan, disperdendo la sua psiche e i suoi ricordi, soffocando la sua potenza e diffondendosi come sordido veleno di vipera.





    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Viola
    ❥ Stato fisico: Contusioni diffuse su tutto il corpo
    ❥ Stato mentale: Leggermente intorpidito
    ❥ Stato Cloth: indossata
    ❥ Potenizamenti: Agilità aumentata, Sigillo Caricato

    TECNICHE


    DIFESA ❥ Λάμψη - Aglar [Sigillo di Protezione]
    Questi sigilli interagiscono con l’energia con cui vengono a contatto, sia essa fisica presente nell’ambiente, cosmica o psichica (a nera anche spirituale). Scrivendo le regole con le quali fluisce l’energia, i segni e diagrammi diventano come un circuito che le ricanalizza e la ridispone secondo lo schema che la titanide ha tracciato. Percorrendo i segni, l’energia può essere deviata dal suo percorso originale, viaggiando lungo le linee dei segni o anche isolata, trattenendola sulla superficie. Tramite questi meccanismi la dea può alterare i flussi energetici che entrano in contatto con questo sigillo come se fosse dell’acqua che entra in un canale e va scorrendo in tubature o scontrandosi con dighe e chiuse. Questo sigillo interagisce non solo con l’energia nemica, potendo la dea infondere la sua stessa dunamis, generando ondate di energia cosmica o mentale. A seconda della configurazione del suo segno, la dea può rimodulare l’energia ad esempio deviandone l’obbiettivo, partizionarla lungo il percorso per poi disperderla in maniera innocua, ricanalizzarla per proteggersi creando delle deviazione come in una gabbia di Faraday, o utilizzarla per creare un “effetto bouncer” infondendolo con l’energia psicocinetica della dea. L’efficacia e la tenuta di questi sigilli è da mettere in relazione con il divario energetico fra l’effetto contrastato e il sigillo. La titanide, inoltre, può in questa maniera creare gabbie di energia, che verrà imbrigliata nel sigillo, per poi essere rilasciata con effetti esplosivi immediatamente o dopo tramite comando, oppure essere utilizzata per rafforzare il sigillo stesso, in modo da aumentarne la durezza.
    Il sigillo può assumere la conformazione che più aggrada alla dea e può essere applicato in più modi. Può essere lasciato cadere sull’avversario, guidato e manipolato tramite telecinesi oppure creato in prossimità della vittima. Uno dei tanti modi può essere quello di crearlo sulle proprio corpo, sulla soma o sull'arma per poi applicarlo durante un assalto a contatto, esplodendo immediatamente o trasferendolo sull’oggetto, lasciando che si attivi dopo tramite comando. In questa maniera può in un solo movimento raccogliere l'energia dall'ambiente che la circonda o per difendersi dalle tecniche avversarie per poi lasciare il sigillo carico in un'assalto finale.
    Questo sigillo, similmente ai sigilli esplosivi, può accumulare l’energia che gli viene scagliata contro e solo in un secondo momento rilasciarla combinata con ulteriore energia che gli viene fornita in combinazione con un altro sigillo dello stesso tipo. L’effetto esplosivo in questo caso sarà simile a quello lanciato da un colpo a cosmo straordinario.
    Ad energia nera, questo sigillo può interagire con le energie spirituali come se fossero energie cosmiche, facendo da scudo ad attacchi di materia spirituale, o creando barriere che gli esseri di spirito percepiranno come solide.

    ATTACCO ❥ Ψυχή - Racsanar [Sigillo Speciale]
    Conoscendo a menadito le regole della mente, la dea combina il suo terribile potere mentale e mnemonico con l’applicazione dei sigilli, condensando la sua sapienza sulle leggi della psiche in diagrammi e segni. Coloro che saranno colpiti da questi sigilli ne subiranno gli effetti fin quando non vengano distrutti, rimossi o disattivati. Una volta che la dea riesce a impiantare uno di questi sigilli nella mente dell’avversario, i poteri infusi nel sigillo vengono rilasciati immediatamente o a comando, alterando mente e percezioni dell’individuo.
    Il sigillo può avere vari effetti continuativi o meno che vengono stabiliti al momento del lancio, a seconda di come viene costruito dalla dea.
    Il soggetto che ne subisca questo sigillo potrà essere preda di allucinazioni indotte dai poteri mentali della dea che manipolerà le sue percezioni e le memorie come meglio crede per i suoi scopi. La vittima potrà percepire amici per nemici, situazioni calme per pericolose, eventi piacevoli per spiacevoli. L’alterazione dei punti di riferimento passerà attraverso delle illusioni come cambiamenti di paesaggio, persone che pronunciano parole mai dette, atti commessi che non sono mai avvenuti. In questa maniera, la dea può manipolare la vittima e indurlo in azioni che mai commetterebbe anche senza imporre la sua volontà.
    Le allucinazioni potranno anche alterare la percezione del mondo in termini di colori, suoni, distanze e profondità. L’effetto può includere perdita di equilibrio per la mancata coordinazione occhio-arto, difficolta di portare a termine colpi per mancanza di percezione della profondità alla cecità per la mancata percezione della luce. Le allucinazioni potranno simulare una privazione sensoriale illusoria, ad esempio simulando la situazione di una stanza buia o di un pavimento perennemente in movimento, ma essendo un’allucinazione permanente, una volta rotta la vittima non avrà subito danni di sorta, anche se avrà bisogno di tempo per riabituarsi a una percezione normale.
    Le allucinazioni possono riguardare la percezione del tempo, allungandolo o stringendolo nella mente della vittima, scollandolo dallo scorrere del tempo reale.
    Modulando la potenza, la dea può massivamente generare allucinazioni nella mente della vittima, tentando di sovraccaricarne il sistema cognitivo e mettendolo sotto stress, con conseguenti danni.
    Se la dea decide di applicare il sigillo più in profondità nella mente avversaria, potrà alterare l’io più profondo delle persone manipolandone la memoria della vittima, distorcendone piccoli dettagli o periodi, rimuovendo porzioni più o meno consistenti di esperienza, impiantando ricordi altrui. Questo implica che i malcapitati cambieranno opinioni, punti di vista, personalità.
    Questo tipo di alterazioni mentali indotte acuendosi potrebbero alterare lo stato di coscienza della vittima. Si potrebbero generare nella vittima stati dissociativi dalla realtà, come catatonia o distaccamento dal reale, oppure dell’io, come crisi schizofreniche e di identità, portando la vittima in un vortice di follia.

    Questi sigilli potranno inoltre funzionare da canale di comunicazione telepatica privilegiata per la dea. Una volta impiantati nella psiche della vittima, possono permettere di annullare le distanze delle comunicazioni telepatiche, al netto di interferenze. La dea può scegliere volontariamente se instaurare un canale unilaterale o meno. Questa applicazione è poco utile in duello e trova rare applicazioni, ma si rivela molto utile nelle attività di spionaggio.(gdr only)

    L’applicazione di questi sigilli in battaglia è progressiva e reiterata, dovendo essere applicati più volte per acuirne gli effetti, similmente ai poteri mnemonici con i quali hanno un effetto sinergico. Il risultato terrà conto di eventuali esistenze di difese mentali più o meno estese. La permanenza di questi sigilli nella mente avversaria attiva danni collaterali all’esposizione dei poteri mnemonici della dea, in termine di dimenticanza, agendo come una sorta di veleno mentale debilitante, mentre i danni provocati da allucinazioni intendersi illusori e seguono il meccanismo del dolore fantasma. La dea può modulare la partizione dei danni fra dimenticanza, danni fantasma e nervosi, arrivando a sopprimerne una parte a favore della percezione illusoria per i suoi scopi.
    Il sigillo può assumere la conformazione che più aggrada alla dea e può essere applicato in più modi. Può essere lasciato cadere sull’avversario, guidato e manipolato tramite telecinesi oppure creato in prossimità della vittima. Uno dei tanti modi può essere quello di crearlo sulle proprio corpo, sulla soma o sull'arma per poi applicarlo durante un assalto a contatto, rilasciando l’effetto immediatamente o trasferendolo sull’oggetto, lasciando che si attivi dopo tramite comando.
    Può, infine, scegliere se renderli tangibili o meno, essendo il suo bersaglio la psiche della vittima. Si precisa che rispetto agli Aporresis Desmos, questi sigilli non pregiudicano una tecnica o un’abilità specifica, ma alterano la mente globalmente nei suoi meccanismi percettivo-cognitivi.

    ABILITÀ ❥ ESP - Cenya
    Mnemosine è l’incarnazione stessa del Nexus, una cortina di pensieri e ricordi che fanno eco a quelli degli abitanti della terra. Esso rappresenta il primo strato dell’enorme serbatoio di emozioni e pensieri che è il piano astrale. In questo strato si depositano e vengono custoditi i ricordi le memorie degli abitanti della realtà. Come in un enorme archivio, la dea può a suo piacere proiettare la sua coscienza per reperire le informazioni di cui necessita, siano esser conoscenze ed esperienze di vita. In questa maniera, per quanto riguarda i ricordi, la dea non è costretta a leggere nella mente delle persone, ma può accedere alla fonte primaria. La titanide, quindi, è generalmente a conoscenza di tutti ricordi delle persone che sono vissute sulla terra, dalle origini del mito fino ai giorni nostri, inclusi i più biechi segreti. Questo implica che, ad esclusione di situazioni particolari che ne inficino il meccanismo, la dea possa accedere alle informazioni di ogni individuo bypassando scudi e difese mentali.

    ABILITÀ ❥ Illusioni Mentali - Fanwa
    [spoiler_tag]Mnemosine è in grado, tramite le sue capacità mentali di interagire direttamente con il cervello e il sistema nervoso e percettivo altrui. Tramite i suoi pensieri, il titano è capace non solo di trasmettere messaggi, ma sensazioni, immagini e ricordi. Questa capacità di trasmissione del pensiero può essere utilizzata per creare illusioni talmente realistiche da sfiorare il reale. Le illusioni non sono limitate alla sola vista, ma coinvolgono tutti i sensi.
    Il titano può alterare anche le percezione in quanto tale tramite illusioni, come alterare nella mente altrui di colori, suoni, distanze e profondità, arrivando a generare illusioni che possono inficiare il corretto funzionamento degli organi sensoriali, ad esempio precipitando il malcapitato in una stanza buia in pieno giorno, senza che ci sia un danno o una privazione sensoriale effettiva.
    Il titano puó alterare la percezione del tempo, allungandolo o stringendolo secondo i suoi desideri nella mente della vittima, senza che questo abbia una corrispondenza con lo scorrere del tempo reale. La titanide può indurre sensazioni nella mente dall’avversario, come ad esempio il freddo, il calore o il dolore, arrivando a far credere all'avversario di subire danni da fonti illusorie.
    Benchè i danni percepiti durante un'illusione non siano veri, genereranno comunque una sensazione di dolore reale corrispondente al tipo ed intensità del danno subito nell’illusione, generando il fenomeno del dolore fantasma. Le illusioni, inoltre, potrebbero provocare danni al sistema nervoso se utilizzate per attaccare l’avversario. I danni saranno in questo caso reali e a carico del sistema nervoso. L'intensità di questi ultimi è da mettere in relazione al tipo di illusione generata, alla capacità di resisterle dell’avversario e allo sforzo energetico della titanide. Le ripercussioni possono essere danni minimi che producono torpore, debilitazione, disturbi per il mancato coordinamento cervello-corpo, fino ad arrivare ad un massimo con danni al sistema nervoso e/o il cervello per illusioni particolarmente potenti.
    La dea può modellare la propria energia psichica sotto forma di emanazioni cosmiche grezze, esplosioni o con forma di semplici arme come mazze, strali, una lama o una frusta etc. Sono semisolide, e possono essere utilizzate per interagire in maniera sia difensiva che offensiva con la materia e le energie. I colpi creati in questa maniere non hanno proprietà né taglienti, perforanti o da impatto come le comuni armi, ne sono armi cosmiche, perché il vero potenziale lo esprimono danneggiando non la materia, ma la mente e il sistema nervoso della vittima. Questa tipo di emanazione bypassa la stretta resistenza della sola armatura, in quanto la dunamis intercetta solo la mente avversaria a contatto, ma può essere fermata da difese energetiche, e può essere diretta sia fisicamente contro l’avversario che solo mentalmente.
    Color che subiscono questo tipo di colpo vedranno le loro percezioni cortocircuitate, trasmettendo un dolore acuto che danneggia il sistema nervoso. Il dolore viene trasmesso direttamente al sistema nervoso e alla mente dell’avversario. Il cortocircuito percettivo può invece far sperimentare alla vittima allucinazioni percettive o mnemoniche casuali, con un effetto secondario di stordimento. Data la particolare natura del potere della dea, inoltre, i danni secondari possono interessare la memoria delle vittime che non riescono ad evitare il colpo. Gli effetti sono effetti cumulabili con le altre abilità e tecniche che hanno simile proprietà.
    La dea può utilizzare i suoi poteri mentali in maniera anche difensiva, utilizzando la mente per creare scudi mentali che possano deviare o attutire i colpi di chi voglia insidiarla. Può, alla stessa maniera, mostrare illusioni a coloro che cerchino di leggerne i pensieri.
    Rispetto alle illusioni cosiddette “ambientali”, questa capacità del titano è resistibile tramite forza di volontà, tenendo presente il divario energetico fra il titano e la sua controparte. Tuttavia, visto che le illusioni interessano direttamente percezioni, sistema nervoso e cervello della controparte, non basterà semplicemente sapere che sono illusioni, ma l’avversario dovrà sforzarsi attivamente per ricordare che quello che sta vivendo non è reale. Questa capacità si collega all’abilità del titano di manipolare la memoria, permettendo al titano di colpire la mente avversaria a 360°.



    Note
    Utilizzo un sigillo per disperdere la tua tecnica. Parte di quel potere serve a caricarlo, mentre quello che travalica mi travolge e mi schiaccia a terra. Sfrutto l’occasione per copertura per flipparti di nuovo il cervello.
    La prima illusione di me conta come [ATTACCO DEBOLE / DISTRAZIONE] mentale. Serve a disorientarti per farti perdere traccia della mia posizione e abbassare le tue difese. Il vero attacco [ATTACCO FORTE] è un sigillo mentale di tipo incorporeo/invisibile che pianto su quello precedente, potenziandone gli effetti. L’effetto è quello di continuare a depotenziarti mnemonicamente, ma questo turno aggiungo uno strato di dissociazione dalla realtà sovrapponendo un’illusione che per il momento ti porta in un primo stadio rifiuto. In poche parole, i tuoi sensi e la tua psiche si rifiuteranno di vedermi anche se sarò davanti a te in piena vista e udito.

    Per consulenze parapsicologiche sono qui <3





  7. .
    Salve tutti. Sono un po' sparito ma dal famoso viaggio di nozze ho avuto un cambio lavoro, lavori in casa e 2 traslochi e mezzo, più una serie di casini infiniti in real. Questo mese dovrei riuscire a calmierare tutto e tornare a postare. Mi scuso per le attese di tutti
  8. .




    "Nessun patto fra l’uomo ed il lïone,
    Nessuna pace tra l’eterna guerra
    Dell’agnello e del lupo, e tra noi due
    Nè giuramento nè amistà nessuna,
    Finchè l’uno di noi steso col sangue
    L’invitto Marte non satolli"
    - Omero - Iliade



    TESTAMENTO







    I primi vagiti di una neonata. Il suono fa ancora eco nelle mie orecchie, ma adesso è la prima cosa che ricordo. Vedo la faccia di mio padre, Gazka, che mi guarda con aria sconsolata, un’ombra greve sui suoi pensieri. Poi ricordo una voce, più simile a un eco. È quella di una donna, invisibile, ma che io posso vedere. È vestita di rosso e sta sussurrando nelle orecchie di mio padre cosa fare. Non riesco a capire molto cosa gli dice, né gli avvenimenti successivi. Viaggiammo molto, fino a Londra, una città della vecchia Europa. Arrivammo a una casa, in uno dei quartieri bene, e poi mio padre suonò al campanello. Ricordo lo spiraglio di luce e una sensazione di sicurezza che mi avvolse.

    Il Nexus è una terra di confine. Se il multi-universo è ciò che esiste, il Nexus è ciò che è stato. Ma quando il passato crolla, dove vanno i suoi resti? Senza un luogo che accolga il passato, non sarebbe possibile percepire un futuro, per cui la realtà sarebbe immobile, in una letale stasi che non permetterebbe al meccanismo di evolversi e funzionare. Il tempo non avrebbe più tempo.



    La casa di Londra era grande e accogliente, con gli ambienti tiepidi rivestiti di legno. C'era una grande scalinata rivestita di morbida moquette che sperava la zona degli adulti dalla zona dei bambini. Io giocavo nella parte superiore e i miei piedini vivaci facevano eco al piano di sotto, ma ogni tanto mi sedevo in cima ad osservare le persone di sotto. Mi piacevano quelle scale, sono sempre stata attratta dalle zone di confine. Una circostanza che, alla fine, mi sono portata per tutta la vita. Il confine tra vita e morte, fra umano e dio. Confini che ho passato ripetutamente, sfidando il mondo e le sue leggi, come adesso.

    Il crollo di Akasha sembra inesorabile, il suono delle campane disperate nell’aria si confonde a quello delle rovine che cadono nel mare astrale. Questa mia proiezione mentale stessa si sta disfacendo, sintomo della mia progressiva perdita di controllo. Le mura, le torri e il cielo, io stessa, tutto diventa una cortina di glifi e dati scintillanti. Un essere umano sarebbe stato investito da un ampio spettro di emozioni e si sarebbe abbandonato alla disperazione, ma la mia natura è altra. Io sono Mnemosine, sono colei che regola il fluire delle informazioni, sono la funzione primigenia che la madre ha creato per governare il Nexus, e non permetterò a nessuno di portare scompiglio nel mio mondo. Adesso, sono a caccia.




    Il mio posto preferito di quella casa era la serra. La mia madre adottiva vi coltivava rose. Ricordo il profumo, e la passione che ci metteva nel tirarle su, stupendi fiori dal colore rosso. Era molto malata, e non poteva avere figli, per cui per lei fui una benedizione. Mi viziava e mi coccolava, la sua piccola cosa preziosa. Raramente si separa da me, per cui mi portava proprio in quella stanza per farle compagnia e darle una mano. Nei pochi giorni di sole che il tempo inglese offriva, la luce animava le vetrate e le travi del giardino di inverno in quello che sembrava un castello da favola. Ero felice.

    La mia volontà è più forte di quella di un comune essere umano, ma non mi sto misurando con un comune essere umano, e la colpa è mia.
    Ho manipolato la storia tramite le mie muse, i miei agenti silenti, affinché nel sangue dei Rarglove scorresse il meglio del patrimonio genetico, adatto poi ad ospitare individui di rara potenza cosmica.
    Ho reclamato la prima figlia femmina di Gazka come mio ricettacolo, nata con facoltà mentali innate al di là di un semplice essere umano. Non c’è da stupirsi che in questo particolare frangente mi stia mettendo i bastoni fra le ruote. Forse è sempre stato questo il suo piano, rompere il patto, così ci troviamo alle soglie di questo paradosso. Io contro me stessa.
    Ad ogni modo, non posso lasciare che il capriccio del singolo comprometta il funzionamento di tutto. Seguo la sua scia fra i dati, un fiume dal colore scarlatto incandescente. Non mi sfuggirà.




    Da piccola soffrivo molto la solitudine. Penso sia lo scotto da pagare per essere stata cresciuta in una famiglia agiata, o forse fu un tentativo dei miei genitori di proteggermi. Per farmi compagnia, mi divertivo a creare scene e situazioni con le miei bambole e pupazzi. Le mie fantasie erano piene di castelli, principesse in pericolo, balli di corte e avventure mozzafiato. Nelle mie storie, i pupazzi compivano azioni galanti e spericolate, saltavano e fluttuavano nell’aria, al comando del mio pensiero, le mie nascenti capacità psichiche.
    Mio padre si accorse ben presto di questa mia facoltà fuori della norma, e tentò di tenerla nascosta. In quel periodo cambiavamo spesso la servitù, ma ancora non mi ero resa conto di nulla. Mi disse che non dovevo farne parola con nessuno, ed era seriamente preoccupato per me. Lo sentivo spesso chiamare il suo amico Gazka in Grecia, ed ogni volta era sempre più sfinito e mesto.
    Il mio padre adottivo era una persona distinta, un ricco uomo di affari. Tentava di essere un buon padre e volermi bene, ma da dopo la dipartita di mia madre, le cose si complicarono, e il suo cuore si indurì. Ero diventata un peso per lui, che era spesso in giro per affari. Non lo biasimo per questo, a suo modo voleva prendersi cura di me per tenere fede a una promessa di cui ero all’oscuro, ma non fece altro che erigere un muro fra noi, e farmi sentire ulteriormente sola. Avevo dentro un vuoto che non sapevo come colmare. Quello che avvenne dopo, successe proprio a causa di quell'assenza.


    Cercare Bibiane in questo mare di dati in tempesta è un’impresa ardua. Le informazioni si sgretolano nelle mie mani come nella mia mente, e ogni volta che cerco di dargli una coerenza, quella scia rossa mi sfugge della mani, come se si stesse prendendo gioco di me. Non posso fare a meno di inseguirla, fosse anche ai confini della realtà stessa, pure di rimediare a questa catastrofe. Il tempo stringe, devo trovare una soluzione il prima possibile. Faccio fatica a capire i suoi sentimenti, la sua individualità. E non capisco perché, in questo preciso momento, ci stiamo comportando come due entità separate. Non deve essere così, noi siamo la stessa cosa. Ma forse dovevo aspettarmelo. Nel profondo dell'animo di quella donna, segnata dai dolori della vita, vi era un forte risentimento verso se stessa, e forse è proprio quel disprezzo che le permette di agire contro me, l'altra parte del suo essere.



    Nella mia vita, più volte i miei poteri mentali mi causarono dolore, sia a me che alle persone che mi erano vicino, come quella volta che finì per ferire un mio compagno di classe, reo di avermi preso in giro. Forse per questo mio padre convenne di mettermi in un collegio, per poi allontanarmi da Londra spedendomi a studiare negli Stati Uniti: New York City.
    Era il tempo dei divertimenti selvaggi, dell’avventura e della scoperta. Tutti mi amavano e temevano come una regina. Ero la It-Girl dei divertimenti sfrenati, presente nei gossip e sulla bocca di tutti, e dall’inspiegabile rendimento scolastico. Avessero saputo il segreto dei miei poteri mentali. Sviluppai l’amore per l’arte e per le cose belle, ma il mio vuoto interiore non si colmava di nulla. Divenni una manipolatrice, spezzai molti cuori e feci aumentare il muro fra me e il mio padre adottivo. Nulla di quello bastava e ogni azione mi si ritorceva contro, in una spirale senza uscita di dolore e disprezzo per me stessa. Forse per quello fui preda facile delle forze del male, quel maledetto giorno in Irlanda. Ave a te, Bibiane, Spectre di Queen Fairy. Ma anche quello non fu un semplice capriccio del caso, quello non esiste. C’era una mano dietro quegli avvenimenti. Il mio odio va a lei.


    In un tempo che sembra infinito, ma che in realtà non ha una vera quantità, io e la mente della rossa battagliamo, io rincorrendola e lei sfuggendomi, fino a quello che minaccia essere il crollo totale di tutto. La mia mente è vasta come tutto il Nexus che ci sta rovinando sotto, mentre continuiamo con il nostro gioco mentale perverso di Eva contro Eva. Ma se è pure vero che non esiste il tempo, esistono tuttavia dei limiti. La natura di Bibiane è a tutti gli effetti un umana, mentre la mia essenza divina mi da un vantaggio. Lei sta correndo letteralmente dentro di me. Lo stesso fatto che lei in questo momento mi odi, la rende approssimativa, mentre io sono sempre precisa ed efficiente. Alla fine, inevitabilmente, Bibiane raggiunge il suo limite umano, dove la stano. Lì, infine, inizia la lotta. Non mi aspettavo tanta tenacia.



    Hades fece quello che sa fare meglio, distruggere. Per soggiogarmi al suo potere, cancellò la mia memoria. Divenni uno strumento letale nelle sue mani. Ma anche allora, nel segreto nel mio animo quel vuoto mi corrodeva. Mi ribellai al mio signore e vidi il centro del mondo, la torre nera. Ero quasi in procinto di assaggiarne il potere, ma mi persi e diventai una dei cavalieri neri, per vendicarmi degli dei. Ma anche quello non mi bastava. Volevo di più. Più potere, più emozioni, più amore, più di tutto.
    Quel vuoto in realtà era il posto che la mia vera famiglia, mio padre e mio fratello, avevano lasciato, un solco indelebile nella mia anima. Alla fine mi sono convinta che tutto faceva parte di un piano. Qualcuno mi stava causando tutta quella sofferenza. Quella mano, che stava tessendo la trama di un destino tanto odioso per me, alla fine si palesò in quella maledetta caverna.


    La volontà di Bibiane mi avvolge. È davvero forte la sua forza di volontà, ho quasi paura che riesca nel suo folle intento. Sebbene mi sia chiaro come abbia ancora coscienza di sé, non capisco da dove derivi tutta questa sua forze e determinazione. Nella sua storia umana, quella donna è stata in grado di piegare demoni e dei pur di assecondare le sue passioni. Quella stessa forza che sta cercando di attingere alla mia stessa fonte. Ho ancora una carta da giocare, tuttavia. Fra le mie mani, ho un patto. Le promesse non sono cosa da fare tanto alla leggera, sopratutto se le si fanno con una divinità. Quelle parole e quella volontà si solidificano nel creato, e, con il potere giusto, possono diventare un’arma infallibile. Quindi, Bibiane Rarglove, io ti domando: Balleresti con il diavolo nel pallido plenilunio?




    Ed eccomi qui, ed ecco la mia ribellione, perché da questo punto non si torna indietro. Narra il mito, che la nave di Teseo venisse danneggiata durante il viaggio, e che quindi veniva riparata con pezzi nuovi. Alla fine del viaggio, la nave fu talmente danneggiata che tutti i pezzi vecchi furono sostituiti con quelli nuovi. Eppure, dopo quelle sostituzioni cosa ne rimaneva della nave originale? Era davvero ancora la nave di Teseo? Ed io, sono un individuo? O solo un strumento in balia di forze superiori a me? Cosa ne rimarrà della mia identità se il mio corpo, la mia mente e la mia anima si perderanno? Per questo non mi arrendo. Io sono ancora Bibiane

    In un tempo che sembra ormai remoto, sula soglia del regno dei vivi e il Niflheimr, vi è un ponte di pietra. All’epoca, il protocollo RAGNAROCK era in atto. Sebbene quell'eventualità facesse parte dei miei piani, fui comunque costretta a cambiarli in corso d'opera. La mente di Bibiane era nel mirino di Hell, che aveva riconosciuto l’artificio che avevo creato e lo voleva reclamare per la sua di rinascita. Fu allora che intervenni in prima persona, e dalla mia prigione dorata andai incontro alla guerriera predestinata. Non aveva abbastanza potere per sottomettere l'orda di demoni che stava affrontando, per cui le promisi una via di uscita. Avrebbe lasciato andare quel corpo, mentre la sua coscienza, che avrebbe fatto da ancora alla sua anima, sarebbe stata al sicuro nel Nexus. Con quel sacrificio sarebbe sfuggita ad Hell, mentre segretamente le mie muse già ispiravano lo scienziato nero a ricomporre quel patrimonio genetico tanto prezioso. In cambio, sarebbe diventata la mia prossima incarnazione. La sua morte avrebbe suggellato il nostro patto. Questo stesso patto che si è fatta arma di luce, e che mi permette, almeno per un po' di ricreare quel ponte fra noi due.




    “È questo quello che vuoi? Vuoi distruggere il mondo che hai protetto a fatica perché ti senti in colpa per tuo padre, quello adottivo, quello vero, tuo fratello e chiunque sia passato per la tua strada? Devi perdonare te stessa altrimenti questa spirale di dolore non cesserà mai. Non puoi sentirti in colpa per ciò di cui non hai controllo.

    “Improvvisamente ti interessi di me? Tu mi hai usata, sei tu che avevi il controllo, sei tu che mi hai causato tutta questa sofferenza. Tutta questa è una farsa e noi non siamo altro che i tuoi burattini. Non mi interessa più nulla. Prenderò il tuo posto e ci libererò delle tue macchinazioni”

    “Non essere sciocca. Io e te siamo la stessa cosa, non capisci. Non puoi farcela, stai tentando l'assurdo. A tal punto arriva i disprezzo verso te stessa? Cosa avresti fatti senza il tuo sangue titanico? Noi abbiamo un patto, un patto che ci ho salvate!”

    ”Tu lo chiami patto, io la chiamo estorsione. Il mio essere in cambio di cosa? La tua salvezza? La tua famiglia? La mia? Cosa vale ritrovarla se poi alla fine perderò me stessa? ”

    “Non è così, ricorda la nostra promessa, ricorda cosa ti promisi su quel ponte”.

    Un corpo in una macchinario di vetro perfettamente ricostituito, un cubo contenente una mente splendente, un filo rosso perso nel mare infinito nella notte.

    “Tu mi stai ingannando! Anche se ciò che mi mostri è vero, io non sono un oggetto, non posso essere sostituita come se fossi fatta di latta! Mi hai promesso di darmi indietro la vita che mi hai strappato! Fallo se davvero ne hai il potere!”

    “LA RIAVRAI! Hai fatto una promessa e la onorerò. Voglio che l’essere che è stato conosciuto come Bibiane possa finalmente vivere la sua vita, libera dal fato, libera dalle macchinazione degli dei oscuri, dagli olimpici…”

    "...Tu menti...”

    “…libera dai miei fratelli!…Io sono una povera schiava vittima di se stessa…Io non voglio che tu porti il peso del mondo sulle spalle…voglio donarti la vita che io non godrò mai…la libertà dalla trama del destino…”

    “…”


    “…Il rimpianto sporca l’anima, e io non ne voglio avere nessuno. Se anche solo una parte di me può avere la libertà che non sono riuscita a dare a tutta me stessa, allora sia. Non lo faccio perché sono altruista. Io sono la dea più egoista del mondo. Ti prego, Bibiane, fidati di me…”



    Edited by WandefullStar - 17/5/2022, 09:13
  9. .



    Reach heaven through violence

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    Mnemosine non si concesse il lusso di sottovalutare il suo avversario neanche per un secondo. Il reggente della corte di mezzanotte era un’avversario di tutto rispetto che meritava un trattamento d’onore.

    La dea innalzò la sua Dunamis oltre il campo di battaglia, varcando i confini di quel luogo fino ad arrivare alla fonte del suo potere: il Nexus. Al suo richiamo, quel regno versò potere nella mente dea, come se fosse acqua argentea risplendente di luce cosmica. Akasha fece risuonare la sue campane e le porte della biblioteca argentea si spalancarono al comando della sua sovrana. Memorie e oscuri segreti di Harlan si presentarono davanti a lei.



    La dea richiamò alla memoria Amaterasu, il suo ruolo nel mondo, la sua storia e la sua natura. Era un compito particolarmente facile, perché i funzionamenti dell’universo le erano impressi dentro, traccia di quando lei stessa in passato faceva parte di G.E.A. Quelle informazioni tuttavia andavano aggiornate, analizzate nel contesto generale del tempo odierno ed infine relazionate al suo sostrato umano.

    Passò in rassegna Harlan, la sua fisicità, le espressioni del corpo. Ogni minimo e singolo movimento, volontario e non, fu valutato, non solo nel mezzo di una battaglia ma anche in contesto quotidiano. Analizzò i movimenti del corpo e del viso, le espressioni volontarie ed involontarie, i suoni prodotti e come ogni suo singolo muscolo ed organo funzionassero e quali risposte avesse agli stimoli interni ed esterni. Indagò poi la sua mente, il suo carattere e i suoi schemi di pensiero. Il suo passato, la sua storia, i suoi sentimenti presenti e speranze per il futuro, per poi procedere con la sua emanazione cosmica, della sua estensione e in che misura variasse a seconda delle intenzioni e della predisposizione dell’animo del guerriero, non ultima la sua interazione con la Darian.

    Intrecciò queste informazioni elaborando un modello iper-realistico del suo avversario creando diagrammi predittivi dei suoi attacchi, dei suoi comportamenti, finanche dei suoi modi di pensare, in modo da potere anticipare ogni singola sua mossa. Elaborò i suoi pattern di pensiero e schemi mentali e cognitivi nei minimi dettagli, e rimarcò punto per punto come l’umano e la forza che rappresentava interagissero, segnando limiti del loro potere, punti di forza e criticità. Tutto questo nel giro di un attimo, tale era il potere della signora della memoria, mentre l’araldo era intento a dare spettacolo di sé.

    Mnemosine era dunque pronta allo scontro, mani congiunte davanti al petto, pronta a carpire ogni minimo segnale dell’avversario per elaborare altrettanto velocemente una strategia che la portasse alla vittoria.

    Harlan stava per attaccare evocando cinque lame, le forme di Amaterasu e degli elementi. La dea mise in moto il suo modello e ne dedusse, traendo spunto dalla sue battaglie passate, che il guerriero avrebbe caricato frontalmente. In seguito, la Darian dell’araldo mutò di colore, virando sul bianco iridescente. Il suo avversario stava dunque per intrappolare tutta la luce di quel luogo, unire le lame in unico colpo frontale che sarebbe poi arrivato da una direzione non decifrabile alla vista. Non potendo prevedere a priori la traiettoria della lama e dovendo escludere la vista come forma dei informazioni per via della natura del colpo, la dea si sarebbe dovuta affidare ad altri sensi. Aveva già un piano.

    Aprì le mani e inizio con movimenti circolari a intrecciare le sue dita, richiamando con quel gesto la Dumamis che si condensò in sottili scie cosmiche, un flusso di informazioni necessario al suo scopo. Quelle che inizialmente potevano apparire come pure linee di energia, fra i suoi palmi e le punte della dita si composero come forme geometriche sempre più complesse, scritte in un linguaggio sconosciuto al mondo, ma che non faceva altro che riportare le regole ultime della realtà. Con un colpo secco, portò le mani al petto e quei percorsi di luce si svolsero sul suo corpo, continuando a crescere e moltiplicarsi in arabeschi fiammeggianti che sottolineavano gli atri e le forme, come tatuaggi di luce animati di vita propria.



    La preparazione era pronta, mentre il suo nemico caricava il colpo risucchiando tutta la luce del campo di battaglia. Da una prima comparazione, non poteva vincere l'avversario rivaleggiando in termini di mera forza cosmica. Il sole ardente era una fonte infinita di potere. La dea l'avrebbe battuto in astuzia e velocità. Chiuse gli occhi, si sarebbe affidata a tutti gli altri suoi sensi per elaborare le prossime mosse.

    L’avversario avrebbe tentato di colmare la distanza fra loro prima di scagliare il colpo. Doveva capire dal suono che avrebbero prodotto i suoi muscoli se avrebbe caricato con il lato dominante o meno, e, percependo il rumore prodotto dalla Darian, dedurre quanto avrebbe inclinato gli atri, in maniera da prevedere la traiettoria del colpo. Una strategia molto risicata, anche perché tutto era affidato a un fattore tanto effimero come il suono dei passi.

    Arrivò il primo passo. Il suono del suo respiro e il rumore prodotto dalla posizione del piedi e l’inclinazione delle altre parti del corpo tradivano approssimativamente la traiettoria, anche se c’era qualcosa che non la convinceva. Amaterasu disponeva di un potere cosmico immenso, quindi ogni suo colpo era potenzialmente letale, ma vi era una sorta di esitazione inconscia nei movimenti muscolari, una variazione del dosaggio della forza rispetto al modello di calcolo che tradiva un’intenzione altra. Solo un altro passo, e i suoi sospetti furono confermati.

    Harlan era un’uomo di esperienza, e necessariamente sapeva che per sferrare un colpo efficace doveva colmare una distanza ben superiore a quei due passi. Elaborò queste ultime informazioni dedotte tramite il suo schema e, facendo affidamento anche sulla sua esperienza del campo di battaglia, intuì quello che sarebbe accaduto dopo.

    Quella manovra era un diversivo, probabilmente l’intento avversario era accecarla e il fatto stesso di usare abilità legate alla luce lo confermava. Tuttavia, anche se adesso la dea aveva queste informazioni, il colpo dell’araldo non sarebbe stato meno letale. Inoltre, calcolando la distanza che ancora li separava, c’era un solo modo per il suo nemico di attaccare. Avrebbe probabilmente proiettato un colpo in avanti, e a giudicare dall’estensione dei suoi poteri, con una proiezione spirituale.

    I suoi calcoli avvennero in un tempo infinitesimale per qualunque essere, tale era la natura della dea, un super computer organico creato all’epoca del mito, un tempo parte di G.E.A. stessa ed estensione dei suoi calcoli.

    Il fine ultimo della sua serie di azioni avversarie le era ancora oscuro. Aveva bisogno di ulteriori informazioni. Le aree sicure calcolate incrociando le possibili traiettorie dei colpi, il diversivo e la sua proiezione, erano abbastanza delineate, ma con un margine di errore ancora troppo alto, per cui avrebbe aspettato l’ultimo momento prima di muoversi. La lama di luce stava per esplodere, e la dea aspettò l’ultimo attimo disponibile, quando le informazioni sarebbero state massimizzate prima di decidere come schivare. Solo quando finalmente Amaterasu decise di portare l’offensiva, la dea scartò agilmente di lato, evitando l’assalto spirituale.

    Benché i due avessero la stessa velocità, la dea aveva provveduto ad avvantaggiarsi. In quel momento, i sigilli sul suo corpo risuonarono del suo potere e le informazioni incise in quelle spire interagirono con il corpo della dea, facendo viaggiare gli stimoli bio-elettrici del suo corpo a velocità impressionante, come se fossero su circuiti superveloci.

    Questo permise alla dea di schivare il colpo dell’araldo, anche se non del tutto, poichè le informazioni raccolte sull’assalto principale erano ancora troppo parziali per potere calcolare una traiettoria del tutto sicura. La dea sentì scivolare il colpo fantasma sulla superficie delle sua anima, senza tuttavia riuscire a ghermirla. Una sensazione di gelo la percorse lungo la spina dorsale. Un colpo di striscio, non abbastanza da strapparle l’anima dal corpo, ma che bastava a saggiare l’intenzione del suo avversario.

    Era riuscita ad evitare che al sua anima fosse presa da Amaterasu e portata nella sua dimensione spettrale, eppure un contatto ci fu. Una circostanza che decise di sfruttare a suo favore, implementandola nella sua strategia d’attacco.

    Rapida la mente della dea creò l’illusione da dare in pasto all’avversario: una notte argentata intrisa di petali di ciliegio, un mare d’erba che ondeggia alla luce di una luna brillante nel cielo come la gemma Yasakani no Magatama. La dea creò questo mondo illusorio a partire dalle memorie di Harlan e Amaterasu ed anche dai dati che erano in suo possesso. Del resto Mnemosine aveva avvertito l’araldo; tutte le dimensioni che fanno parte del multi-universo, incluse quelle spettrali, vengono abbracciate dal Nexus. Il regno di Amaterasu non era altro che una marca di confine per lei.

    Ma perché privare l’avversario della sensazione effimera di avere riportato una vittoria? La dea tentò di sfruttare il contattato fra le due anime, amplificandone possibilmente la sensazione fino a farla diventare quella di un colpo completo. Ecco l’illusione: Kusanagi si sarebbe abbattuta su di lei, l’avrebbe colpita, sarebbe caduta e i fiori di ciliegio avrebbero assunto al colorazione blu dell’Ichor.

    Ma poi? Il vento si sarebbe placato, i petali sarebbero ricaduti, mentre la dea sarebbe apparsa dietro al guerriero, viva e vegeta, sussurrando soave nel suo orecchio

    “Tutta qui la tua volontà di sottomettermi?”

    Poi avrebbe estratto la sua ascia, il volto contratto in una smorfia brutale, e avrebbe iniziato a colpirlo, violentemente, senza tregua, tra le risate demoniache, e lo avrebbe impegnato e sfinito, e ancora colpito, con una raffica di colpi telecinetici, e avrebbe usato sigilli esplosivi. Senza pietà come una furia, dandogli pochissimo tempo di reagire.

    “Come era? ..."
    Ogni uomo imprime il proprio valore su se stesso… È la volontà che fa l’uomo grande o piccolo.

    Tuttavia, questo era un mondo di avvenimenti illusori mentre la realtà sarebbe stata diversa. Quell’illusione sarebbe stata solo un diversivo, una cortina mentale che serviva alla dea per agire indisturbata e distrarre i sensi dell’avversario.

    L’araldo di Gea aveva fatto un’imprudenza a proiettare così la sua anima. Aveva infatti lasciato il suo corpo e la sua mente in balia degli eventi nel mondo reale e la dea stava per approfittare di tutto questo.

    La Dunamis di Mnemosine tentò di raggiungere la mente del suo nemico, facendo espandere il suo potere in maniera subdola. La dea avrebbe filato il suo stesso potere in un complesso rabesco mnemonico, intangibile e invisibile all’esterno perché applicato nella profondità della psiche di Harlan. Il suo subdolo potere si sarebbe attaccato alla mente del guerriero, privandolo delle memorie, indebolendone la mente e di conseguenza spirito, corpo e cosmo.

    Alla fine dei conti, Amaterasu aveva un solo campo di battaglia favorevole, ma Mnemosine aveva tutto il creato a disposizione. Forse, era giunto il momento per Harlan di capire cosa fosse la sconfitta.




    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Viola
    ❥ Stato fisico: integro
    ❥ Stato mentale: Leggermente intorpidito
    ❥ Stato Cloth: indossata, intatta

    TECNICHE


    DIFESA ❥ Ευλογία - laita [Sigillo di Potenziamento]
    Questo sigillo viene forgiato dalla dea con la sua conoscenza della materialità del corpo e del funzionamento fisico del sistema nervoso, intrecciandolo con le regole del fluire del micro e macro cosmo, potendo essere applicato sia alla stessa che a un’altra persona. Ottimizzando le connessioni nervose del soggetto in sinergia con quelle cosmiche, il sigillo può dare luogo a numerosi effetti:

    ...Il sigillo può favorire il coordinamento degli arti con il cervello e favorisce la trasmissione degli stimoli nel corpo. Questo si traduce nella capacità di potere agire più velocemente, come se il suo cervello e il suo corpo agissero in armonia istantanea, nonostante la stanchezza. In termini di meccanica, questo effetto si assimila a un effetto di agilità straordinaria, senza arrivare tuttavia a equipararne le abilità....

    Il sigillo può assumere la conformazione che più aggrada alla dea e può essere applicato in più modi. Può essere lasciato cadere sull’avversario, guidato e manipolato tramite telecinesi oppure creato in prossimità del soggetto. Uno dei tanti modi può essere quello di crearlo sulle proprio corpo, sulla soma o sull'arma per poi applicarlo durante un assalto a contatto, rilasciando l’effetto immediatamente o trasferendolo sull’oggetto, lasciando che si attivi dopo tramite comando.


    ATTACCO ❥ Ψυχή - Racsanar [Sigillo Speciale]
    Conoscendo a menadito le regole della mente, la dea combina il suo terribile potere mentale e mnemonico con l’applicazione dei sigilli, condensando la sua sapienza sulle leggi della psiche in diagrammi e segni. Coloro che saranno colpiti da questi sigilli ne subiranno gli effetti fin quando non vengano distrutti, rimossi o disattivati. Una volta che la dea riesce a impiantare uno di questi sigilli nella mente dell’avversario, i poteri infusi nel sigillo vengono rilasciati immediatamente o a comando, alterando mente e percezioni dell’individuo.
    Il sigillo può avere vari effetti continuativi o meno che vengono stabiliti al momento del lancio, a seconda di come viene costruito dalla dea.
    Il soggetto che ne subisca questo sigillo potrà essere preda di allucinazioni indotte dai poteri mentali della dea che manipolerà le sue percezioni e le memorie come meglio crede per i suoi scopi. La vittima potrà percepire amici per nemici, situazioni calme per pericolose, eventi piacevoli per spiacevoli. L’alterazione dei punti di riferimento passerà attraverso delle illusioni come cambiamenti di paesaggio, persone che pronunciano parole mai dette, atti commessi che non sono mai avvenuti. In questa maniera, la dea può manipolare la vittima e indurlo in azioni che mai commetterebbe anche senza imporre la sua volontà.
    Le allucinazioni potranno anche alterare la percezione del mondo in termini di colori, suoni, distanze e profondità. L’effetto può includere perdita di equilibrio per la mancata coordinazione occhio-arto, difficolta di portare a termine colpi per mancanza di percezione della profondità alla cecità per la mancata percezione della luce. Le allucinazioni potranno simulare una privazione sensoriale illusoria, ad esempio simulando la situazione di una stanza buia o di un pavimento perennemente in movimento, ma essendo un’allucinazione permanente, una volta rotta la vittima non avrà subito danni di sorta, anche se avrà bisogno di tempo per riabituarsi a una percezione normale.
    Le allucinazioni possono riguardare la percezione del tempo, allungandolo o stringendolo nella mente della vittima, scollandolo dallo scorrere del tempo reale.
    Modulando la potenza, la dea può massivamente generare allucinazioni nella mente della vittima, tentando di sovraccaricarne il sistema cognitivo e mettendolo sotto stress, con conseguenti danni.
    Se la dea decide di applicare il sigillo più in profondità nella mente avversaria, potrà alterare l’io più profondo delle persone manipolandone la memoria della vittima, distorcendone piccoli dettagli o periodi, rimuovendo porzioni più o meno consistenti di esperienza, impiantando ricordi altrui. Questo implica che i malcapitati cambieranno opinioni, punti di vista, personalità.
    Questo tipo di alterazioni mentali indotte acuendosi potrebbero alterare lo stato di coscienza della vittima. Si potrebbero generare nella vittima stati dissociativi dalla realtà, come catatonia o distaccamento dal reale, oppure dell’io, come crisi schizofreniche e di identità, portando la vittima in un vortice di follia.

    Questi sigilli potranno inoltre funzionare da canale di comunicazione telepatica privilegiata per la dea. Una volta impiantati nella psiche della vittima, possono permettere di annullare le distanze delle comunicazioni telepatiche, al netto di interferenze. La dea può scegliere volontariamente se instaurare un canale unilaterale o meno. Questa applicazione è poco utile in duello e trova rare applicazioni, ma si rivela molto utile nelle attività di spionaggio.(gdr only)

    L’applicazione di questi sigilli in battaglia è progressiva e reiterata, dovendo essere applicati più volte per acuirne gli effetti, similmente ai poteri mnemonici con i quali hanno un effetto sinergico. Il risultato terrà conto di eventuali esistenze di difese mentali più o meno estese. La permanenza di questi sigilli nella mente avversaria attiva danni collaterali all’esposizione dei poteri mnemonici della dea, in termine di dimenticanza, agendo come una sorta di veleno mentale debilitante, mentre i danni provocati da allucinazioni intendersi illusori e seguono il meccanismo del dolore fantasma. La dea può modulare la partizione dei danni fra dimenticanza, danni fantasma e nervosi, arrivando a sopprimerne una parte a favore della percezione illusoria per i suoi scopi.
    Il sigillo può assumere la conformazione che più aggrada alla dea e può essere applicato in più modi. Può essere lasciato cadere sull’avversario, guidato e manipolato tramite telecinesi oppure creato in prossimità della vittima. Uno dei tanti modi può essere quello di crearlo sulle proprio corpo, sulla soma o sull'arma per poi applicarlo durante un assalto a contatto, rilasciando l’effetto immediatamente o trasferendolo sull’oggetto, lasciando che si attivi dopo tramite comando.
    Può, infine, scegliere se renderli tangibili o meno, essendo il suo bersaglio la psiche della vittima. Si precisa che rispetto agli Aporresis Desmos, questi sigilli non pregiudicano una tecnica o un’abilità specifica, ma alterano la mente globalmente nei suoi meccanismi percettivo-cognitivi.

    ABILITÀ ❥ ESP - Cenya
    Mnemosine è l’incarnazione stessa del Nexus, una cortina di pensieri e ricordi che fanno eco a quelli degli abitanti della terra. Esso rappresenta il primo strato dell’enorme serbatoio di emozioni e pensieri che è il piano astrale. In questo strato si depositano e vengono custoditi i ricordi le memorie degli abitanti della realtà. Come in un enorme archivio, la dea può a suo piacere proiettare la sua coscienza per reperire le informazioni di cui necessita, siano esser conoscenze ed esperienze di vita. In questa maniera, per quanto riguarda i ricordi, la dea non è costretta a leggere nella mente delle persone, ma può accedere alla fonte primaria. La titanide, quindi, è generalmente a conoscenza di tutti ricordi delle persone che sono vissute sulla terra, dalle origini del mito fino ai giorni nostri, inclusi i più biechi segreti. Questo implica che, ad esclusione di situazioni particolari che ne inficino il meccanismo, la dea possa accedere alle informazioni di ogni individuo bypassando scudi e difese mentali.

    ABILITÀ ❥ Illusioni Mentali - Fanwa
    [spoiler_tag]Mnemosine è in grado, tramite le sue capacità mentali di interagire direttamente con il cervello e il sistema nervoso e percettivo altrui. Tramite i suoi pensieri, il titano è capace non solo di trasmettere messaggi, ma sensazioni, immagini e ricordi. Questa capacità di trasmissione del pensiero può essere utilizzata per creare illusioni talmente realistiche da sfiorare il reale. Le illusioni non sono limitate alla sola vista, ma coinvolgono tutti i sensi.
    Il titano può alterare anche le percezione in quanto tale tramite illusioni, come alterare nella mente altrui di colori, suoni, distanze e profondità, arrivando a generare illusioni che possono inficiare il corretto funzionamento degli organi sensoriali, ad esempio precipitando il malcapitato in una stanza buia in pieno giorno, senza che ci sia un danno o una privazione sensoriale effettiva.
    Il titano puó alterare la percezione del tempo, allungandolo o stringendolo secondo i suoi desideri nella mente della vittima, senza che questo abbia una corrispondenza con lo scorrere del tempo reale. La titanide può indurre sensazioni nella mente dall’avversario, come ad esempio il freddo, il calore o il dolore, arrivando a far credere all'avversario di subire danni da fonti illusorie.
    Benchè i danni percepiti durante un'illusione non siano veri, genereranno comunque una sensazione di dolore reale corrispondente al tipo ed intensità del danno subito nell’illusione, generando il fenomeno del dolore fantasma. Le illusioni, inoltre, potrebbero provocare danni al sistema nervoso se utilizzate per attaccare l’avversario. I danni saranno in questo caso reali e a carico del sistema nervoso. L'intensità di questi ultimi è da mettere in relazione al tipo di illusione generata, alla capacità di resisterle dell’avversario e allo sforzo energetico della titanide. Le ripercussioni possono essere danni minimi che producono torpore, debilitazione, disturbi per il mancato coordinamento cervello-corpo, fino ad arrivare ad un massimo con danni al sistema nervoso e/o il cervello per illusioni particolarmente potenti.
    La dea può modellare la propria energia psichica sotto forma di emanazioni cosmiche grezze, esplosioni o con forma di semplici arme come mazze, strali, una lama o una frusta etc. Sono semisolide, e possono essere utilizzate per interagire in maniera sia difensiva che offensiva con la materia e le energie. I colpi creati in questa maniere non hanno proprietà né taglienti, perforanti o da impatto come le comuni armi, ne sono armi cosmiche, perché il vero potenziale lo esprimono danneggiando non la materia, ma la mente e il sistema nervoso della vittima. Questa tipo di emanazione bypassa la stretta resistenza della sola armatura, in quanto la dunamis intercetta solo la mente avversaria a contatto, ma può essere fermata da difese energetiche, e può essere diretta sia fisicamente contro l’avversario che solo mentalmente.
    Color che subiscono questo tipo di colpo vedranno le loro percezioni cortocircuitate, trasmettendo un dolore acuto che danneggia il sistema nervoso. Il dolore viene trasmesso direttamente al sistema nervoso e alla mente dell’avversario. Il cortocircuito percettivo può invece far sperimentare alla vittima allucinazioni percettive o mnemoniche casuali, con un effetto secondario di stordimento. Data la particolare natura del potere della dea, inoltre, i danni secondari possono interessare la memoria delle vittime che non riescono ad evitare il colpo. Gli effetti sono effetti cumulabili con le altre abilità e tecniche che hanno simile proprietà.
    La dea può utilizzare i suoi poteri mentali in maniera anche difensiva, utilizzando la mente per creare scudi mentali che possano deviare o attutire i colpi di chi voglia insidiarla. Può, alla stessa maniera, mostrare illusioni a coloro che cerchino di leggerne i pensieri.
    Rispetto alle illusioni cosiddette “ambientali”, questa capacità del titano è resistibile tramite forza di volontà, tenendo presente il divario energetico fra il titano e la sua controparte. Tuttavia, visto che le illusioni interessano direttamente percezioni, sistema nervoso e cervello della controparte, non basterà semplicemente sapere che sono illusioni, ma l’avversario dovrà sforzarsi attivamente per ricordare che quello che sta vivendo non è reale. Questa capacità si collega all’abilità del titano di manipolare la memoria, permettendo al titano di colpire la mente avversaria a 360°.



    NoteIn primis, aspettando che tu attacchi, utilizzo la mia abilità per scannerizzarti. Poi, visto che sono fresca di energia, [DIFESA] scanso il tuo colpo tramite il bonus all'agilità dato dal mio sigillo, dopo di che approfitto della tua apertura per assestare un colpo illusorio [ATTACCO DEBOLE / DIVERSIVO] che ti faccia credere che in realtà il tuo colpo sia andato a buon fine, sperando di trovarti con le brache calate e poterti installare indisturbata un sigillo mentale [ATTACCO FORTE] in maniera da debilitarti per tutto il duello.

    PS: Per evitare papiri, con i sigilli con più effetti ti riporto quello usato.




  10. .



    Fratelli miei, considerate una grande gioia quando venite a trovarvi in prove svariate,
    sapendo che la prova della vostra fede produce costanza.
    E la costanza compia pienamente l’opera sua in voi,
    perché siate perfetti e completi, di nulla mancanti.
    Se poi qualcuno di voi manca di saggezza,
    la chieda a Dio che dona a tutti generosamente senza rinfacciare, e gli sarà data.
    Ma la chieda con fede, senza dubitare;
    perché chi dubita rassomiglia a un’onda del mare,
    agitata dal vento e spinta qua e là.
    Un tale uomo non pensi di ricevere qualcosa dal Signore,
    perché è di animo doppio, instabile in tutte le sue vie.
    - Giacomo 1: 1-8




    Dubbio




    Alcune volte, sono su una spiaggia. La mia chioma fulva danza nella brezza oceanica, mentre i miei polmoni sono pieni di odore di salsedine. Altre volte sono sulla cima di montagne innevate, abbacinata dal sole, osservando all’alto un candido tappeto di nuvole. Altre ancora sono la regina della città argentea, sede della biblioteca più grande mai creata e favoleggiata da molti. Sono custode della tavole d’argento del sapere, il mio regno fatto di torri bianche e mura d’avorio levigato.

    Tale è la natura mutevole di Akasha, espressione del Nexus, il limite fra lil materiale e l’immateriale. La sua natura è la mia natura, così anche io sono mutevole. Le mie membra sono fatte di argento liquido, il mio sangue è luce di stelle, il mio respiro tintinnio di cristallo. La rimembranza è incorporea, ma ha una sostanza propria pur senza forma, così ili mio essere.

    Per questo motivo mi ci volle del tempo per abituarmi a interagire in questa realtà di sole quattro dimensioni, imparando a tessere le ragioni del tempo immersa nel mondo materiale. Trovavo questo mondo così insopportabilmente limitante, ma alla fine mi unii riluttante ai miei fratelli; avevamo un guerra da combattere.

    Ricordo le battaglie combattute alacremente in ogni angolo del creato, dimensione dopo dimensione, galassia dopo galassia. Dalle fondamenta del mondo fino ai bagliori stellari, non c’era angolo dove non infuriassero gli scontri. Il mondo letteralmente ribolliva del sangue versato da tutte e due gli schieramenti, e quello che un tempo era la realtà fu sventrata drasticamente.

    Cose che non dovevano accadere accaddero, cose nascoste ai più, forse anche a me, chi può dirlo. Interi mondi furono annientati e innumerevoli stelle si spensero per sempre. Gli angeli, forti del loro numero, conducevano la guerra e ci tenevano in stallo. Avevano dalla loro parte la forza del numero e una potenza senza eguali: la loro superiorità era schiacciante. Ancora non avevamo capito come si può uccidere un’idea.

    Eravamo trincerati nella realtà, cercando di respingere gli assalti dei nemici oltre il confine. Ricordo ancora le schiere angeliche che assediavano il Trono dell'Infinito, gli sguardi corrucciati che ci lanciavamo. Sulle altre postazioni, i Daimon ci avevano costretti a una guerra di logoramento che durò un tempo che gli esseri umani non possono nemmeno immaginare. Eone dopo eone, le nostre postazioni venivano corrose, poco alla volta, cedendo contro la forza della marea dell’infinito che veniva riversata oltre il ponte Civat. Stavamo avendo la peggio, e ne eravamo consapevoli. La ribellione di Gea e Urano era destinata a essere repressa nel più brutale dei modi.

    Tuttavia, la nostra debolezza era anche il nostro vantaggio. La materia stessa della quale eravamo creati era aliena ai nostri nemici, che erano costretti a contaminarsi per combatterci. L’idea doveva limitare se stessa e il suo potere veniva esponenzialmente limitato. Perché non usare, dunque, questo fattore a nostro vantaggio?

    Non eravamo solo un popolo di re e regine, ma anche di inventori, sapienti e costruttori, e grande era la nostra sete di conoscenza. Non avevamo il potere della creazione nella sua più alta espressione, ma le nostre menti si misero in moto per colmare il divario. Non ci mettemmo troppo per rubarne il segreto dalle mani di G.E.A. che lo concesse riluttante a mia sorella Rea. Era quello il primo passo necessario verso la vittoria.

    Poi fu Ceo che ingegnò come costruire un esercito capace di ribaltare le sorti della guerra, ma l’impresa aveva dei rischi. I dodici si riunirono per discuterne, e dopo liti e discussioni, la decisione finale fu presa: avremmo ricacciato gli invasori dalla porta di entrata del mondo, in un’ultima grande sortita, per arrivare al nostro scopo ultimo. Io vi partecipai, ma gli eventi qui si confondono. So solo che alla fine dell’operazione nel cuore della notte senza tempo, avevamo due prigionieri: Adam e Lilith.

    Fu così ch la progenie di Gea, seppure limitata, divenne una nuova schiera di demiurgi. Creammo dei nuovi esseri, i Giganti, macchine da guerra perfette, la nostra prima benamata creazione, i primi figli. Come dei genitori, tutti facemmo loro dei doni. Anche io feci la mia parte, dotandoli di una mente pensante, mentre mia sorella Phoebe gli diede un’anima.

    Ci scoprimmo creatori, e forse quello fu l’inizio della fine. Il potere della creazione era superno e terribile, un motivo per cui i cuori di Gea e Urano si indurirono. Quell’ombra che ricordo presente nel cuore dei nostri creatori si ingrandì, e pensieri portatori di sciagure si affollarono nella mente di nostro padre e nostra madre.

    Non credo che fossi l’unica ad accorgermene. Gli sguardi di mio fratello Crono e mia Sorella Phoebe, gli unici fra i titani a leggere nelle pieghe del tempo erano indecifrabili, mentre le nostre menti confabulavano in silenzio.

    Ormai il dado era tratto; eravamo arrivato al punto di potere fare a meno di loro con la nostra scienza, e lì furono gettate le basi del nostro più ambizioso progetto a divenire: l’uomo. Ma quel tempo non era ancora giunto, e gli eventi che ci portarono a quella invenzione si perdono nel flusso del tempo.

    Avevamo ancora una guerra da vincere. Con l’aiuto delle nostre nuove creature, ricacciammo gli invasori oltre il ponte Civat, per poi portare la guerra oltre l’Axis Mundi. Le dimensioni celesti e demoniache tremarono al nostro passaggio, i loro mondi sconvolti, mentre la loro essenza bruciava a contato con la materia aliena del mondo.

    La guerra giungeva al suo apice mentre noi avanzavamo a piede sicuro verso la vittoria finale. Le forze dei mondi ulteriori si ritirarono nelle loro dimore, Phanes ferito nell’orgoglio da allora è chiuso nella Pleroma mentre noi inauguravamo una nuova era nella realtà.

    Questi eventi sono ancora nei miei occhi, come ogni evento passato. Ricordo ancora la sensazione di gioia immensa nel conquistare la realtà, ma anche un oscuro presentimento che mi faceva ribollire il sangue. Quale sarebbe stata la prossima mossa di Urano e Gea. Ricordo che i miei pensieri andarono di nuovo al mare astrale…e che altro? Non ho mancato qualcosa in questa narrazione?

    .̶͚͚͚͚̆


    Il regno argentato di Akasha conserva memoria di tutto, ed io ho il libero accesso a quel flusso infinito di informazioni. Faccio fatica a ribadire questo concetto perché il cervello umano è limitato nella sua percezione del tempo. Non può fare altro che percepirlo come una cascata, una gigantesca freccia che dal passato punta al futuro passando per il presente, legato com’è alla percezione del reale stesso.

    Gli umani non possono percepire il tempo dall’esterno, per cui lo devono riportare a categorie conosciute. Il passato è costruito da ricordi, il presente viene vissuto come emozioni, percezioni e pensieri mentre il futuro è percepito tramite speranze e premonizioni. Gli esseri umani, a seconda della loro natura e delle loro capacità, vivono in questa tripartizione per sperimentare quello che viene chiamato tempo.

    Ma la storia non ha un senso di per sé, il tempo scorre in tutte le direzioni. Gli eventi delle realtà si accavallano unendo scelte, attimi e situazioni in un unico continuum che, simile all’acqua eterea che compone il mare astrale, viene chiamato flusso.

    Il flusso del tempo non fa altro che vagare, di attimo in attimo, secondo dopo secondo, per il mulitverso, invisibile a chi non ha la capacità di percepirlo. È fatto di tutti gli attimi, tutte le possibilità che possono accadere, milioni di informazioni a piede libero che non aspettano altro che concretizzarsi in un mondo.

    In questa melassa quantistica galleggiano i nodi, attimi fissi nel tempo che non possono non accadere. Sono i punti cardine sul quale si basa la struttura stessa del multiverso. Se il concetto di quattro dimensioni spazio-temporali può essere rappresentato come un ipercubo, i nodi sarebbero lo spazio interno che fa da perno. Su questi si intelaia la struttura del multiverso e il flusso non fa altro che correre intorno questi momenti per poi convergerci, dando struttura e forza alla realtà, formando catene che una dopo l’altra generano dimensioni e linee temporali.

    Se fosse un albero, potrei dire che il flusso sarebbe la linfa e nodi la foglia. Se fosse un tessuto, ordito e trama. E io, infine, sono una tessitrice. Prendo un filo, lo intreccio in un altro, faccio in modo che il flusso raggiunga al momento opportuno il suo nodo e così si via, all’infinito…ma è davvero così?


    .̷͈̾̾̾̾.̶̗̓̓̓̓.̶̙̙̙̙᷇᷇.̴̡̡̆̆


    È una strana sensazione, qualcosa nel flusso che continua a interrompermi, una sorta di vaghezza delle informazioni che non mi appartiene. Il dubbio che si affaccia, mi attanaglia le tempie, l’oscurità mi assale. Anche se sono incarnata, i limiti della realtà non mi sono mai appartenuti. Allora perché questo oscuro presentimento? Perché dubito della mia capacità di manipolare i destini del mondo? Quali passaggi nei miei pensieri fino ad adesso non mi sono chiari? È possibile che io non ricordi tutto?

    No, non è da me. Provo ancora una volta. Rivedo il flusso degli eventi che si susseguono, rivedo il mio passato. Ordito e trama vibrano. Rivedo le battaglie ai limiti della galassia, l’Immaterium che si spalanca per noi, la sortita oltre il confine, Adam e Lilith. La creazione dei Giganti. Sto sognando? Mi sono mai chiesta come sarebbero i miei sogni? È possibile per la dea della memoria sognare per davvero? Chi è questa donna dai capelli rossi che mi osserva? O sono io che sto osservando lei?

    La Enyalië, la mia nave argentea sfreccia nel cosmo, le prime muse vestite in alta livrea che con sicurezza guidano la flotta verso casa. È il giorno della parata della vittoria. O della rovina? Sono nei pensieri di Urano? Il flusso diventa caotico, i nodi d’oro e d’argento scintillano, la mia mano trema e i fili si intrecciano. Non riesco a vedere più il disegno

    Vedo Angra Maynu, l’oscuro distruttore, la sua volontà di disfare il creato, la sua brama per la chiave di Urano, la sua sporca maledizione che si avvicina. Ma io sono stata più forte, l’ho sconfitto più volte, ho spezzato le sue oscure catene. Ma a che prezzo?

    Non era questa l’informazione che cercavo tuttavia. Sto andando più lontano. Sono forse alla deriva? La mia volontà che si intreccia quella di G.E.A. Sono io o è lei? Chi sono per davvero? Chi è Bibiane? Un filo di fuoco, basta tirarne uno e cadremo tutti in guerra? Ma contro chi? Mio dio cosa ho fatto? Madre perché mi osservi? Padre mio, cosa ho fatto? No non son io. Sei G.E.A.. Mnemosine? Oppure no?


    È̶̺̺̺̺̂̂̂̂̂ t̷̗̗̗̗ͯͯṵ̶᷈t̶̗̗̗̃̃̃̃̃t̷̜̜̜̜̜͘͘͘o̶̡̡̡̚̚̚̚ ć̶̟̟̟́́́́o̷̧̧ͦn̴̞̞̞̞᷾᷾᷾᷾f̵̲̲̲̽̽̽̽u̵̡͑͑͑͑͑ṡ̷̯̯̯̯o̵᷇᷇᷇͢͢



    Respiro a malapena anche se non so più se ne ho facoltà. Mi sento in trappola, paralizzata, in un posto oscuro. Devo uscire fuori di qui, volare via. Corro a perdifiato ma non mi muovo. I miei piedi camminano ma è il paesaggio a scivolare via. Sotto di me le ere si avvolgono e si svolgono. Non so dove sto andando. Vedo Montagne innevate scintillanti al sole, il freddo pungente, il sole sorge ad est ed è inseguito dalla luna, foreste tropicali e boschi di montagna sotto miei piedi, la notte scintillante di diamanti e il cielo ceruleo, città, imperi, monumenti, sorgono e cadono nelle mie pupille, arte, stili musica e culture innalzarsi sugli altari ed inabissarsi, l’orbita solare e il ciclo lunare, il deserto arido nella notte, il calore che mi opprime, alba e tramonto. Sento le membra pesanti, qualcosa mi trattiene, mi spinge a fondo, inciampo, cado.

    Sono di nuovo sulle soglie del mare astrale. La sola vista della risacca mi rilasserebbe i sensi, ma sento che non è finita. Il rumore delle onde che si infrangono è sempre lo stesso ripetendosi le une sulle altre, identiche. Qualcosa non va ma ancora non capisco. C’è un disturbo in questo luogo, come un’increspatura multicolore della realtà, una grana sottile percepibile solo per un attimo, ma presente.


    Q̶̨᷉᷉᷉᷉u̴͎͎͎͎͎̓̓̓̓e̵̖̖᷁s̵̠̠̠̠͒t̸̤͆a̴͉͉̓̓ n̵᷂᷂᷂ͬͬͬo̷͚͋͋͋͋n̶̩͘͘ è̷͉͉͉͉͉͋͋ c̵̙̙̙̙̙͐͐͐͐ä̴̘̘̘́̈́̈́ș̸̦͡͡͡͡͡a̷̺̺̺̺̺͆͆ m̵̼̌̌i̸̼̼̼̼̼̚a̷̮̮̮̮̮᷃



    Poi vedo, da lontano, la figura familiare di una donna. Non riesco bene a mettere a fuoco, ed ha i piedi immersi nel mare astrale. Faccio un passo verso di lei. Mi imita. Sento un rumore sordo, lontano, simile al sangue che pompa nelle vene.

    Questa angoscia che mi pervade sta assumendo contorni definiti, ma ho ancora troppo timore per partorire il pensiero compiuto. Ho paura che il mio dubbio diventi realtà. Ho detto che il cervello umano è limitato nel percepire il processo del tempo. Qualcosa in me mi sta limitando, qualcosa in quello che era il mio codice, nella mia più intima natura. Qualcosa che si sta avvicinando.

    Rompo gli indugi, avanzo ancora e vedo che lei fa lo stesso. Di nuovo quel disturbo, di nuovo quel rumore, le onde che si ripetono. Sembrano quasi immobili. Mi avvicino alla soglia, così fa lei fino a che non ci incontriamo sul limitare del mare. Finalmente la riconosco, e un’altro frammento compone il disegno.


    B̶̰̅̅̅i̷̜ͧͧͧͧb̸͓͂i̸̺̺̺̺̕̕̕ǎ̵̝̝̝̌̌̌̌n̶̟̟ͯe̷̲᷇᷇᷇᷇᷇ R̶̤̤̤̤̤̂̂̂̂a̶̟᷉᷉r̷᷿᷿͒͒g̸̯̯̯̯̯̽̽̽̽̽l̸̻̻̉̉̉ò̴͕͕͕͕̀v̵͚͚͠͠͠͠͠e̵̻̻̻̻̻͆͆͆͆


    La rossa è davanti ai miei occhi. Mi tornano alla mente i fatti che ci hanno portato qui, dell'alleanza con Gazka e la sua stirpe, di come abbia deliberatamente scelto il mio substrato e alterato il destino, di quella notte ad Asgard, di quando io e lei stringemmo quel patto che la portò nel mio regno, fino al momento opportuno di rinascita per entrambe.

    Dunque è lei la causa di tutto, del mio errare in questo stato di rimembranza. Ha un’aria triste. Una persona che si è spinta al limite della natura umana, che ha visto il centro del mondo, la Torre nera, che ha sovrastato gli dei stessi e volato con i draghi. Eccola qui, sola, lontana dai suoi cari, impaurita dal destino che l’attende. Sa quello che deve succedere, perché lo so pure io. Lo sento perché siamo la stessa cosa.

    Protendo la mano in avanti e lei l’appoggia alla mia, siamo lo specchio l’una dell’altra. Alla fine, siamo arrivati a quel nodo temuto da entrambe. Per fare nascere appieno la dea della memoria è necessario che quello che rimane di Bibiane torni a fluttuare in balia del mare astrale.

    Provo a confortarla, mi avvicino al suo orecchio, sussurro la nostra promessa fatta ad Asgard, su quel ponte. Un nuova calma pervade entrambe, mentre i nostri sguardi si incrociano. Il suo è spaventato, il mio determinato, io sono seria, lei quasi in lacrime, ma questi sono sentimenti confondono e io non posso permettermelo. Sono una dea. Afferro la sua mano con le dita.



    Un respiro mozzato. Un attimo di quiete. Esplode il caos intorno a me.

    Il suono rallenta fino ad esplodere in un urlo distorto. Tutto va in mille pezzi. Il dolore è allucinante, come se qualcuno mi prendesse le tempie con dei ferri roventi. È stato un attimo, schegge argentee impazzite volano ovunque. Vorrei urlare e correre via, ma non sono neanche più sicura di potere muovere la bocca né se i miei piedi possano effettivamente correre o le mie braccia muoversi.

    Davanti a me lo spettacolo è apocalittico. Sotto una luce rossa come il sangue, Akasha è scossa da un tremore senza eguali. Le torri stanno crollando, le mura si spaccano, le campane suonano disperate prima di cadere, il male violento ribolle. Qualcosa sta distruggendo il Nexus e io sono legata da catene invisibili che non mi permettono di agire.

    È lei, è dentro di me, mi prega ma sono incapace di sentirla. Se voglio che tutto questo finisca la strada è una. Devo purificare il mio essere dalla parte umana.

    K̷̻̻̻︣I̵͉͉͉͉͉᷅᷅᷅L̴̡̡̡̡̡ͫL̴̯̯̯̯̯͂͂͂͂͂ T̸᷅᷅᷅᷅᷅͢͢͢H̶̜̜̜̜̜̔̔̔E̴͎͎᷃ Ḫ̸̮̮̮̎̎̎U̷̝̝ͬͬͬͬͬM̷̝̝ͦÀ̶̝̝̝̝̝̀̀̀N̵̟̟̟̔̔̔̔̔

    2rKAgou



    Edited by WandefullStar - 27/4/2022, 16:14
  11. .



    Reach heaven through violence
    PRELUDE

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    L' araldo del sud faceva fede alla sua nomea, molto diverso da quello del Nord…e dal signore del centro, che il reggente della corte di mezzanotte aveva citato. La dea li aveva incontrati, e aveva deliberatamente scelto di lasciarli seguire il loro cammino. Il piccolo lupo e il bambinetto dovevano prendere il loro posto nell'ordine delle cose.

    Conosceva precisamente i loro trascorsi, e anche quali precise parole erano state dette da entrambi gli schieramenti, pur non essendo presente. Si erano davvero messi tutti di impegno per far sbottare Oceano, il benevolo Oceano, l’unico in grado di abbracciare tutti i dodici come un grande fiume cosmico. Fortunatamente, un titano non parla per un altro, e quello che era successo non inficiava minimamente i piani della dea della Memoria. Rendeva solo tutto più complicato per tutte e due le fazioni.

    L’araldo del sud, rispetto agli altri, aveva una personalità molto peculiare. Un uomo forgiato dalla dea che guidava la sua mano, un guerriero fedele a se stesso e ai propri ideali, una spada tagliente affilata dal dolore e dalle battaglie. Questo gli faceva molto onore

    “Purtroppo non posso che dispiacermi dell’ostinata miopia di voi araldi. Non poltriamo aspettando che il mondo vada in rovina, anzi. Noi abbiamo creato un qualcosa che serviva a farlo evolvere, ma coloro che sono venuti prima di noi hanno abusato della nostra creazione, piegandola ai propri voleri. Anche la madre lo ha fatto, per questo motivo tu, Harlan, stai parlando con me.”

    Nonostante la madre aveva creato sia gli araldi che i titani, la differenza fra loro era abissale. Questi ultimi erano guidati da sentimenti e passioni, perché la madre aveva usato gli umani come soldati del suo esercito. Pure ripudiandoli, la madre aveva cercato di scalzarli usando la loro stessa creazione. Non era la prima volta che succedeva una cosa del genere. Mnemosine ricordava. Sapeva e non dimenticava, perchè non poteva dimenticare. Nessun dettaglio. Ma nonostante le circostanze, aveva i propri scopi da seguire. Non c'era spazio per altro.

    “Ma non voglio discutere oltre di colpe e meriti. Per quanto mi riguarda, potete considerare me e tutta la mia stirpe come una macchia del creato da mondare. Non posso che compatirvi, non è nella vostra natura capire forze superiori a voi. Voi assolvete al compito che vi è dato dalla vostra natura, e per me questo è una condizione sufficiente per non considerarvi degli ostacoli al compito dettato dal mia di natura. Non ne faccio una questione di etica né di morale, anzi, considerato i precedenti, è già molto avere uno scambio di battute decente”

    Eppure, per un breve tempo non era ella stessa stata umana? Poteva capire le ambizioni di quel guerriero? Odio, amore, superbia, determinazione, passione. Ogni volta che li metteva da parte per adempiere alla sua missione, un pezzo di quello che era stata la sua esistenza umana se ne andava, ma al tempo stesso si avvicinava all’essenza stessa dell’umanità. Il titano della memoria del resto è quello che più di tutti capisce le motivazioni che spingono un umano ad agire, essendo la custode della narrazione di tutte le vite umane. Meno si comportava da umana più riusciva a penetrare il segreto intimo dell’essenza umana.

    Questo l’aiutò a capire l’uomo e il guerriero che aveva avanti. Sorrise, aveva preso una decisione. Fece esplodere la sua Dunamis, energia pura derivata dal dominio psichico della memoria stessa.

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    Per sua natura, non era né come cosmo né come altra energia. Ogni titano era un’aspetto della natura, così la sua manifestazione cosmica. Non era una corrente o una fiamma, ma puri filamenti di energia che cercavano di aggregarsi in schemi e diagrammi: la sorgente della conoscenza. Arabeschi, tracciati, simboli, si formavano in costante mutamento al manifestarsi del potere della dea. Le sua parole, erano antiche come il mondo stesso, più antiche della creazione.

    “Giovane Araldo, non presumere di conoscere noi titani, come non presumere che l’impero di Amaterasu sia talmente esteso da potere sovrastare il mio. Il sole è solo una stella tra tante e gli elementi che comandi sono limitati a questa realtà mentre il dominio astrale di cui io sono essenza le abbraccia tutte. Come può un sasso comandare l’Oceano?”

    Era bella in quel frangente Mnemosine, stupenda e terribile. Era la bellezza del mare in inverno agitato dai venti, il cielo della tempesta squarciato dai fulmini, il bagliore del magma che esplode dalle fondamenta della terra nella notte. Tale era la natura di un titano, non un simbolo di una natura altra, ma la potenza della creazione stessa. Eppure quella dimostrazione di potenza non voleva minacciare, né la sua voce alterata. Era semplicemente l’essenza della psiche che si versava nel mondo stesso.

    “…Eppure la tua volontà sembra forgiata nel calore del sole stesso…chi sono io per oppormi? La potenza del Nexus si offre a chiunque la richieda per una giusta causa, e come tu non puoi parlare per i tuoi compagni, io non posso parlare per i miei fratelli. Tuttavia, devo riconoscere che hai scelto accuratamente il tuo interlocutore…farò quanto in mio potere per accontentare la tua richiesta, ma se dovessi cedere il passo, la corte di Mezzanotte servirà Akasha.”


    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Viola
    ❥ Stato fisico: integro
    ❥ Stato mentale: non alterato
    ❥ Stato Cloth: indossata, intatta


    NoteCavalleria vuole che tu sia il primo <3




  12. .
    Ciao ragazzi,

    È risaputo che i miei tempi di postaggio non sono brevi, ma questa volta per amore di Lyga e Him annuncio che sono off per una settimana abbondante (in realtà già da qualche giorno sono off). Il motivo, come qualcuno sa e già mi ha cazziato, è che sabato mi sono sposato ♥️. Quindi mo sto in viaggio di nozze. Ci vediamo al rientro.
    Baciuzzi
    M
  13. .



    Reach heaven through violence
    INTRO

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    Da molto tempo Mnemosine si era rinchiusa nella sua torre d’avorio. Aveva volutamente ignorato quello che succedeva nel mondo materiale, lasciandolo alla cura dei suoi fratelli e delle forze che al suo avevano il potere di combattere la minaccia della corruzione.

    La sua mente, invece, si era ritirata nella sua dimora d’argento, Akasha dalla bianche mura, e osservava un mondo alieno ai più, mutabile come la risacca dell’oceano che ad ogni ondata cambia forma infrangendosi sulla battigia.

    In quel luogo dalla notte eterna, entità dimenticate dimoravano in attesa di divorare il mondo. Nel mare oltre il Nexus, in un regno ormai ridotto al caos senza la sua guida, entità assopite da eoni bramavano di risvegliarsi e ancora oltre, stelle maligne correvano verso la realtà, minacciando di distruggerla. Era rimasta l’ultima sentinella della soglia oltre la realtà, ultimo baluardo di difesa da quegli orrori cosmici che vagavano senza spazio né tempo.

    I due mondi dall’alto della biblioteca d’argento scorrevano in evoluzioni lente, circoli che si ricorrevano su se stessi. I suoi fratelli erano sorti, i suoi fratelli erano caduti, i suoi fratelli avevano fatto la loro parte; parte decisa milioni e milioni di anni fa, in intrecci occulti capaci di ingannare il destino stesso. Lei, come pochi altri, aveva questo dono.

    Per la maggior parte degli esseri che non possono concepire il tempo a pieno, il passato è qualcosa di cristallizzato, impresso nelle memorie e percepibile solo attraverso la mente. Per la dea della Memoria, il passato era materia viva, fatta di nodi e sentieri d’oro e d’argento, che potevano generare interi mondi dalla vita effimera come il battito d'ali di una farfalla.

    Il suo osservare il passato era la sua guardia, la sua maniera di prevedere e prevenire gli eventi che potevano portare a catastrofi future, e con quel potere era riuscita a tenere in piedi il mondo attuale nel quale viveva. Silenziosamente, osservando e macchinando nell’ombra.

    Il pensiero di sfida di Ameratsu fu brezza di burrasca potata dalle sue bellicose intenzioni, e che si infranse lungo le alte mura di Akasha. Il suo canto di sfida faceva eco ad Achille, che sotto le mura di troia sfidò a duello Ettore. Ma se quel guerriero aveva una motivazione che sgorgava dal suo cuore furente, quella dello Shitennō del Sud era ben diversa. Nobile sfidare il nemico, ma se la ragione era futile non poteva sperare di piegare la volontà della dea. Per questo, l’esito dello scontro sarebbe stato molto diverso.

    Tuttavia, al suo suono, la città d’argento animata dalla sola risacca del mare astrale parve riprendersi. Erano giunti a un nodo nella storia. Che il tempo scorra solo in avanti è un’opinabile opinione data in pasto ai più. Il tempo è simile a una corrente marina che quando arriva a un nodo, un punto focale nello scorrere dei destini, viene incanalata verso eventi futuri. È come un punto di incontro di molti precorsi, una convergenza nel flusso della storia, uno scoglio su cui si infrange il mare, qualcosa che gli umani si illudono di chiamare destino, ma che ha implicazioni più profonde sulla struttura stessa della realtà.

    Da qui, l’atteggiamento della dea. Aveva a lungo confidato che, defilandosi dai guerrieri sacri a sua madre, le acque potessero calmarsi. Del resto, le servivano forze che badassero a contenere la corruzione, e quali migliori protettori se non i guardiani della realtà stessa. Ma alcuni scontri non possono essere rimandati in eterno, ma solo fin quando conviene. Pareva che la dea del passato non avesse più tempo.

    Quindi, a mala voglia la sua mente scese da quel mondo etereo per ricalarsi nella materialità. Passò fra le sue stanze, fra gli occhi discreti delle sue figlie e ancelle, e si diresse avvolta dai suoi pensieri incontro ad Ameratsu, la dea che incarnava il concetto di creazione e distruzione, il punto di cerniera del circolo della vita.

    Trovò l’araldo sul tetto del mondo, il monte Everest, una scelta di campo. Apparve a lui non in pompa magna accompagnata dalla suo corteggio o in sfavillanti veicoli, ma camminando nell’aria inquieta, vestita dall’armatura ancestrale che le aveva donato la madre, simbolo di potere e regalità.

    I riflessi del sole si rincorrevano sulla superficie scura della sua Soma, animandola di bagliori di fuoco e d’oro, per poi spegnersi nel nero dell’ebano della materia antica della quale l'effigie era forgiata. Unico ornamento, una stola di candida pelliccia come la neve intorno a loro. La sua chioma fulva volteggia in volute, quasi come sospesa nell’aria, incorniciando il suo viso. I suoi occhi, specchi distanti di un mondo lontano, ingoiavano la luce solare in sfumature arancio e cremisi. La sua espressione, distante e antica, non faceva trasparire un singolo pensiero.

    Finì il suo incedere a distanza dal reggente della corte di Mezzanotte, accompagnata dal suono del vento gelido d’alta quota. Lo osservò e lo trovò degno della sua fama. Uno spirito risoluto e affilato come una lama, che perfettamente rispecchiava il tono di sfida che era risuonato nel suo mondo. Per quanto la sua esistenza fosse una diretta conseguenza delle azioni dei Titani, non lesinò dal salutarlo come si deve a un essere del suo rango.

    “Salute a te, Araldo. L’ardente cosmo del Sole ha illuminato l’eterna notte del mare astrale. Mi compiaccio che la terra abbia trovato dei custodi tanto zelanti nella sua salvaguardia, eppure mi sfugge il motivo di una tale sfida. Cosa spinge un eletto di mia Madre a combattere me, che sono la dea della Memoria, e che un tempo ero parte della madre stessa? La mia missione non è tanto diversa dalla tua, proteggere questo mondo da minacce e pericoli, seppure i miei occhi guardano oltre i confini della materia…Eppure tu mi sfidi. Sono curiosa di conoscere il motivo di questa follia direttamente dalle tue labbra”.

    Abilità e Tecniche

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    ❥ Livello energia: Viola
    ❥ Stato fisico: integro
    ❥ Stato mentale: non alterato
    ❥ Stato Cloth: indossata, intatta


    NoteHere we go!




  14. .
    il principale nemico del diabete è stato trovato...
    È LA BANANAAAAAAA
    È LA BANANAAAAAA (cit.)
  15. .
    CITAZIONE (Him3ros @ 15/2/2022, 16:13) 
    CITAZIONE (D o r c a s @ 15/2/2022, 15:10) 
    io che leggo questo post dalla sala d'attesa della fisioterapia :zizi:

    Anche io ma mentre aspetto il paziente :zizi:

    PLOT TWIST
    Tramite una rift spazio temporale vi incontrate.
2126 replies since 29/12/2005
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