Happy Hunger Games, and may the odds be ever in your favor
"Così, invece di rispondere all'applauso, me ne resto lì immobile, mentre loro mettono in atto la più audace forma di disapprovazione di cui possono disporre. Il silenzio. Che dice che non siamo d'accordo. Che non perdoniamo. Che tutto questo è sbagliato."
La storia è ambientata in un futuro in cui il mondo non è più come lo conosciamo oggi. Il Nord America è stato distrutto e sulle sue ceneri è sorta una nuova nazione, Panem, formata da una ricca capitale, Capitol City, e dodici Distretti.
Come punizione per essersi ribellati contro la Capitale (rivolta nella quale è stato distrutto il tredicesimo distretto), ogni anno un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni, provenienti da ognuno dei 12 distretti, vengono estratti a sorte e costretti a partecipare agli Hunger Games, uno show televisivo in cui i partecipanti devono combattere tra di loro fino alla morte. Dei 24 tributi, ne resterà soltanto uno.
Ci trovoiamo quindi nell'anno 76 a.DD. (after Dark Days)
Il Presidente Snow è molto contraiato per come si sono conclusi i giochi della 75° edizione e ancor più per la ribellione nei vari Distretti.
Dopo una dura repressione, i pacificatori sono riusciti a ristabilire l'ordine. Molta gente ha perso la vita negli scontri, mentre molti altri sono semplicemebte scomparsi (l'ipotesi più diffusa tra la gente è che siano fuggiti nel Distretto 13, ma non esiste nessuna prova concreta che tale Distretto esista ancora).
Mentre nella Capitale i media mettono tutto a tacere e la vita torna alla normalità, nei Distretti si cerca con fatica di andare avanti. La gente vive nella povertà e nel timore di ripercussioni da perte dei Pacificatori per l'infrazione di una delle innumerevoli leggi in vigore.
E a peggiorare le cose, il Presidente Snow ha deciso di punire ulteriormente il suo popolo, raddoppiando gli Hunger Games, che d'ora in avanti si svolgeranno due volte l'anno (decisione presa per consentire ai nostri pg di avere più chance di essere estratti come tributi prima che invecchino).
Ma l'animo dei ribelli non si è però placato del tutto, e in questo clima di pace apparente, c'è ancora chi non si è arreso al potere della Capitale. Attenti a non attirare l'attenzione dei Pacificatori, i Ribelli cercano di motivare la gente, più intimorita che mai, a non rinunciare alla libertà, tra incontri segreti e saluti a tre dita.
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