Posts written by balcan123

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    Prato: guida, ma ha 15 anni ed è incinta
    Mercoledì, 3 ottobre 2012 - 12:17:00


    Una pattuglia del comando di polizia municipale di Prato ha fermato in viale Marconi un'auto che viaggiava a fari spenti con pericolo per la circolazione. E fin qui controllo di routine.

    A bordo c'erano due donne, lo stupore è stato quello di scoprire che alla guida c'era una minorenne incinta di 15 anni di etnia rom. La giovane, che ha detto di risiedere a Firenze, era priva di documenti, così come la passeggera, entrambe minorenni. La giovane, che non stava bene, è stata trasportata in ospedale con un ambulanza intervenuta sul posto per i controlli medici.

    La 15enne alla guida è stata denunciata alla Procura presso il Tribunale dei Minorenni e affidata con l'amica a un istituto di accoglienza. Il veicolo, che è per giunta risultato senza assicurazione, è stato sequestrato. In un solo controllo si sono sommate tante e tali infrazioni da impedire la guida a vita.


    Massimiliano Mantiloni
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    Trapani, abusi su una tredicenne. Arrestati la preside e il bidello
    Mercoledì, 3 ottobre 2012 - 11:45:00

    La preside ed un bidello di una scuola di Marsala sono stati arrestati dalla Squadra mobile di Trapani per violenza sessuale di gruppo aggravata ai danni di una minorenne, all'epoca dei fatti di età inferiore ai 14 anni.

    I due, raggiunta da un'ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Gip del Tribunale di Marsala, sono finiti agli arresti domiciliari. L'indagine ha consentito di ricostruire una triste vicenda di abusi posti in essere dalla preside e dal bidello ed avvenuti per anni all'interno dell'istituto.
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    Treu: nei precedenti governi qualcuno faceva uso di cocaina
    Mercoledì, 26 settembre 2012 - 11:32:00
    emilio colombo
    Emilio Colombo

    Dopo lo scandalo sulle 'spese pazze' che ha investito la Regione Lazio, scoppia una nuova grana per i politici. La polizia ha scoperto un giro di spaccio di cocaina che coinvolgeva anche il direttore della Posta del Senato. Non si sa se tra i compratori ci fossero anche onorevoli o dipendenti dell'Aula. Ma Tiziano Treu, ex ministro del primo governo Prodi, svela che "qualche esempio, seppur sporadico, di esponenti di governo, di precedenti esecutivi, consumatori di cocaina c'è. Io ne ho conosciuti".

    A seguito degli arresti a Roma si è tornati a parlare dell'uso di droga tra i politici e della necessità di sottoporre gli stessi a test anti-droga: "Io non avrei alcun imbarazzo particolare a sottopormi a test", spiega Treu, "ma non credo sia giusto parlare in particolare dei politici piuttosto che di un'altra categoria. Semmai si individuino eventuali categorie a rischio e si proceda".

    E la memoria va ad altri casi eclatanti. Come quello di Emilio Colombo, classe 1920, che fu un esponente di spicco della defunta Democrastia Cristiana. Già Presidente del Consiglio, più volte ministro, nonché Presidente del Parlamento europeo, fu coinvolto nell'inchiesta sul giro di stupefacenti e prostitute chiamata 'operaizone Cleopatra'. Davanti ai magistrati, il politico confessò di fare uso di cocaina, ma solo per fini terapeutici.

    cosimo mele
    Cosimo Mele

    A finire nei guai per la 'polvere bianca' ci sarebbe anche Cosimo Mele, ex deputato dell'Udc e ora militante nelle fila dell'Alleanza di Centro. Sembra che il politico abbia trascorso la notte tra venerdì 27 luglio e sabato 28, nel 2007, in una suite dell'Hotel Flora, a Roma, in compagnia di due prostitute. La storia sarebbe venuta fuori perché una delle due ragazza si sentì male e fu ricoverata in ospedale per un malore attribuibile all'uso di cocaina e alcool. A onor del vero bisogna dire che gli inquirenti non hanno ancora accertato se il politico abbia fatto uso di droga. E Mele, nelle numerose interviste rilasciate, ha sempre negato di aver fatto uso di stupefacenti.

    Scavando nel passato emergono storie molto più tragiche. Come quella di Antonio Canepa. Nel 1972 fu il più giovane deputato eletto al Parlamento. Astro nascente del Partito socialista, nel 1976 non fu ricandidato dal partito. Nello stesso anno iniziò a fare uso di eroina facendosela procurare dal suo portaborse. Ricoverato più volte sotto falso nome per cercare di disintossicarsi, Canepa riuscì a tenere nascosta la sua dipendenza e a farsi rieleggere ben due volte come deputato, nel 1979 e nel 1983. A svelare la verità fu una inchiesta che nel 1982 portò all'arresto di alcuni spacciatori che spiegarono di avere come cliente abituale proprio il deputato. A 43 anni Canepa fu ritrovato cadavere, riverso nella vasca da bagno, con accanto una siringa.
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    L'ultima della Casta
    Il consigliere regionale piemontese in settimana bianca con rimborso spese

    Il deputato Pdl Rosso rivela: "Un mio amico ha guadagnato 5mila euro. Come? Si è fatto passare la vacanza per trasferta di lavoro"
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    26/09/2012
    In Piemonte la settimana bianca al consigliere la paghiamo noi


    La rivelazione al talk show Iceberg: "Era ospite a casa mia e l'ho scoperto. Grazie a un consigliere comunale si è fatto pagare l’indennità e la missione a costo chilometrico giornaliero. Le Regioni sono uno schifo"

    Come fa un consigliere regionale piemontese a guadagnare 5mila euro in una settimana in vacanza sulle Alpi? Sembra il colmo, l'ultima barzelletta della Casta, invece è la verità. A svelarla, al talk show Iceberg su Telelombardia, è stato un collega lombardo, il deputato Pdl Roberto Rosso, già sottosegretario al Lavoro e all'Agricoltura. L'onorevole racconta la storiella con fare divertito, condendola di particolari. Il perché è presto detto: il consigliere regionale piemontese è stato in settimana bianca come suo ospite.

    Settimana bianca a sbafo - La puntata del talk show di lunedì scorso aveva un titolo emblematico: "La Minetti sfila e il magna magna continua". Il tema è lombardo (la Minetti è consigliera regionale del Pdl al Pirellone) ma inevitabilmente si finisce a parlare degli sperperi delle Regioni: siamo nel pieno del Laziogate, Renata Polverini si è appena dimessa. Lo scandalo delle regioni, insomma, è nazionale. E infatti Rosso tira fuori dal cilindro l'aneddoto sull'amico consigliere piemontese, rigorosamente anonimo. "Tutti si concentrano sul Lazio. Ma ora vi racconto una vicenda che mi è capitata personalmente – esordisce il deputato -. Ospito a casa mia a Sestriere un consigliere regionale del Piemonte. Ero in settimana bianca e vedo questo qui che tutti i giorni si fa firmare un documento, un foglio, da un consigliere comunale del paese". Presto arriva la sorpresa: “Alla fine della settimana bianca questo mi fa capire che ha guadagnato 5mila euro in più. E gli chiedo: 'Ma come hai fatto a guadagnare 5mila euro se sei stato ospite in settimana bianca a casa mia?'. Alla fine scopro l’arcano. Grazie al suo amico si è fatto pagare l’indennità, come se avesse lavorato e pure quella di missione a costo chilometrico giornaliero. In pratica, questa persona ha guadagnato 1.000 euro al giorno per essersi fatto una settimana bianca a casa mia. Che fogna sono le Regioni”. La beffa è che, a dire di Rosso, i parlamentari se la passano peggio di semplici consiglieri regionali. "Noi in Parlamento ci siamo tagliati il 40% dello stipendio, io ad esempio prendo 10mila euro al mese con le indennità, ci hanno tolto anche i vitalizi. In Piemonte era stato varato un regolamento per cui venivano raddoppiate le liquidazioni per i consiglieri”. Una barzelletta, appunto, ma fa non fa ridere nessuno.
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    Fa sesso col cassonetto
    "Era ubriaco fradicio"
    Vercelli, un testimone
    racconta l'incredibile storia

    Lo vede avvinghiato al cassonetto e si avvicina per chiedere se abbia bisogno di aiuto. Ma la scena che si presenta davanti ai suoi occhi non è quella che si aspettava: "Faceva sesso col bidone, si era anche ferito e sanguinava..."
    Cassonetti (foto generica)
    Cassonetti (foto generica)

    Vercelli, 25 settembre 2012 - Fare sesso con un cassonetto si può e, a quanto sembra, succede. Sarà anche una chiacchiera da Bar, presto potrebbe diventare una leggenda metropolitana, ma la storia che arriva dal quotidiano piemontese Notizia Oggi ha a dir poco dell'incredibile.
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    Accade a Varallo, i provincia di Vercelli, dove l'altra sera, intorno alle 22, un turista della Provincia di Torino sta passando a bordo della sua auto nei pressi della località Aniceti. "Ho visto un uomo avvinghiato al coperchio di un cassonetto della plastica", racconta il testimone che, preoccupato che quella persona si stia sentendo male, accosta e scende dalla macchina per sincerarsi delle condizioni dell'uomo. La scena che si ritrova davanti agli occhi è a dir poco raccapricciante: "Quell'uomo, sulla quarantina, stava avendo un rapporto sessuale con il cassonetto. Era sdraiato sul bidone, con i genitali infilati nel foro con le alette mobili per inserire le bottiglie e gli altri imballaggi di plastica. Si era anche ferito e sanguinava".

    Dopo qualche istante di comprensibile imbarazzo, il turista domanda all'uomo se abbia bisogno di aiuto. Solo allora l'interlocutore, visibilmente ubriaco, si stacca dal cassonetto e si allontana barcollando, senza proferire parole. Quindi sale sull'auto parcheggiata lì vicino ("con targa tedesca o austriaca") e si allontana. Da quel momento, nella cittadina piemontese non si fa che parlare dell'accaduto. La caccia all' 'amante del cassonetto' è aperta, che la leggenda abbia inizio.


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    Terza sconfitta di fila per lo Spezia sul campo del Novara. A decidere la partita un colpo di testa di Gonzalez che anticipa Goian e infila all’angolino della porta di Iacobucci a sei minuti dalla fine. E a peggiorare la situazione l’espulsione di Okaka all’89’ per una gomitata rifilata a Ludi.

    La partita al “Silvio Piola” sembrava destinata al pareggio senza reti: nella prima mezzora superiorità dei padroni di casa, poi qualcosa in più lo Spezia, che recrimina su un paio di occasioni di Antenucci. Ma i dati della squadra di Michele Serena sono impietosi: tre sconfitte di fila senza realizzare alcuna rete, al cospetto di una difesa che subisce sistematicamente gol in ogni partita.

    Per ora la società non mette in discussione Serena, ma certamente la partita di sabato al Picco contro la Reggina diventa un crocevia molto importante per il futuro dello Spezia.

    Gonzalez ha segnato di testa su cross di Bastrini il suo gol numero 4 nel torneo. Il gol è arrivato all’85’.
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    RomaItalia
    La moralizzatrice è una sciupona. Renata: 3 mln per carta e tv


    ESCLUSIVO. Affaritaliani.it pubblica l'elenco delle spese in comunicazione della presidenza della Regione Lazio che ha acquistato spazi, spot, pagine di pubblicità sui media per raccontare ai cittadini il lavoro dell'ente. La campagna per dire al mondo che Malagrotta chiudeva è costata oltre 500 mila euro ed era il 2011 ma la discarica è ancora aperta.


    E sulla tv ha comprato trasmissioni giornalistiche al costo di oltre 1600 euro a puntata. Ma c'è anche chi ha venduto spazi redazionali che “saranno definiti dall'Ufficio Stampa”. Chi sono i beneficiari e quanto è stato speso soprattutto in manifesti. Tutte le spese decise mediante “affidamenti diretti”, nelle carte non c'è traccia di gare o bandi pubblici. I DOCUMENTI
    Mercoledì, 19 settembre 2012 - 11:57:00


    di Fabio Carosi

    I cittadini del Lazio stanno talmente a cuore alla presidente Renata Polverini che per dirglielo non ha badato a spese. Lei, la moralizzatrice che ha piegato e svergognato gli sciuponi dei Gruppi del Consiglio Regionale e che ha deciso in poco meno di ventiquattro ore che, chi governerà dopo di lei, lo dovrà fare con una Giunta dimezzata, sembra non badare a spese. Almeno nel settore della comunicazione e dell'informazione.
    Qui tra campagna pubblicitarie, emolumenti a para trasmissioni televisive, manifesti e volantini ha bruciato qualcosa come 3 milioni di euro. In tempi di revisione della spesa, e in attesa che la Lista omonima pubblichi on line il bilancio, Affaritaliani.it è entrato in possesso di una serie di documenti (che si allegano in coda all'articolo) che testimoniano una straordinaria attenzione al mondo mediatico. Quasi volesse convincere a tutti i costi, uno per uno tutti i cittadini, che gli stanno davvero a cuore.
    Ecco allora dove finisce un mare di denaro che gli stessi abitanti del Lazio potranno giudicare se ben spesi oppure degni di attenzione sotto il profilo etico, contabile e giudiziario. Il documento che Affaritaliani.it pubblica in esclusiva sintetizza le spese di comunicazione istituzionale della Giunta Regionale del Lazio, a partire dall'aprile 2011.


    Partiamo dalla celebre Guida Monaci, un must per le imprese che vogliono conoscere e farsi conoscere, che fa capo alla famiglia Zapponini: un fratello al vertice di Telesia del Gruppo Class, l'altro in Confindustria. Un banner dal 2011 al 2012 sulla Guida Monaci oltre a 6 password per la consultazione della banca dati, sono costati alla Polverini 48 mila euro.
    Quarantunomila euro invece dal 25 ottobre al 31 dicembre 2011 sono stati donati all'Agenzia Giornalistica Televisiva Italiana per la realizzazione di 25 trasmissioni che i giornalisti mandano in onda sulla tv romana Rete Oro. Il contenitore (giornalistico, si badi bene) è un classico della romanità in cui il direttore-presentatore mette faccia a faccia la gente comune e i problemi con i politici a turno, con una grinta rara ed efficace. Insomma, per andare in onda su Amministratori e cittadini, la Regione paga. E bene. Qualcosa come mille e seicento euro per ciascuna puntata di “ahò e de che”. In Emilia Romagna contratti di questo tipo hanno dato vita ad uno scandalo senza precedenti. Ma a Renata non è bastato: sempre l'Agti, l'agenzia che produce la trasmissione, si è portata a casa per il periodo novembre 2011 dicembre 2012, altri 18 mila e 747 euro per due pagine di pubblicità istituzionale sul mensile cartaceo.
    Ma la Regione Lazio deve assolutamente parlare e raccontare. Così a sempre dicembre 2011 acquista 4 pagine di pubblicità istituzionale dalla società Le Altre srl per una presenza sul settimanale “Gli altri”, l'ex quotidiano di Piero Sansonetti che il 4 dicembre del 2009 è diventato settimanale. Per la “sinistra quotidiana” Renata Polverini ha stanziato 18.747 euro.
    Da buona atleta la presidente della Regione tiene molto alla salute. Lo fa per i cittadini con le campagne per il cuore e i tumori e anche per la società Com.E che beneficia di 99 mila euro per una significativa presenza sul bimestrale “in-forma”. Di quale forma si parla non si capisce, o almeno il web è privo di tracce significative della società e del bimestrale. Sicuramente sarà un prodotto valido ma è sconosciuto alla rete.
    Chi invece ha puntato tutto sulla rete è il portale Diregiovani.it, il progetto nato per informare e collegare le generazioni sul quale il Dipartimento Istituzione e Territorio per l'attività della presidenza ha commissionato video-interviste periodiche a presidente e assessori, videoservizi con approfondimenti e vari spot per un totale di 90 mila e 750 euro. Il contratto è attivo dal 9 gennaio 2012 e si concluderà l'8 gennaio del 2013.
    Infine, il più bravo commerciale di Roma, la testata giornalistica Cinque Giorni che garantisce “spazi redazionali il cui contenuto sarà definito dall'Ufficio Stampa” in cambio di 84.700 euro. E questo dall'aprile 2012 all'ottobre 2012. In teoria i giornali elaborano autonomamente i contenuti redazionali, su Cinque Giorni invece li definisce l'Ufficio Stampa della Polverini. Per la cronaca Cinque Giorni è il giornale già nella bufera politica per i contributi concessi dalla Provincia di Roma.
    E fin qui gli investimenti giornalistici arrivano a 349.280 euro. Parola del direttore vicario del Dipartimento che ha firmato l'elenco riassuntivo delle spese inviato al segretario generale, Salvatore Ronghi. Se il numero 3 della Regione ha sul tavolo la lista delle spese, sarà difficile poter dire che nessuno sapeva.
    Rifiuti Roma 1


    Ma apriamo il capitolo più appassionante, quello dei manifesti e dei volantini. A leggere il documento la Polverini è un'importante protagonista della deforestazione del pianeta. Qualche esempio: per convincere romani e laziali a donare il sangue, nei 21 giorni compresi tra il 30 maggio e il 21 giugno ha speso duecentosettantunomila e 803 euro per le affissioni della campagna “Doniamo il sangue”. Non solo volantini, ovviamente, ma anche paginette di giornali, spot radiofonici e siti internet. E questo dopo aver commissionato una campagna a tappeto in occasione della manifestazione “Corriamo insieme per le donne” la cui comunicazione è costata 116.263,80 euro. Qui non solo manifesti ma anche un camper, un po' di spot e internet. Ma la salute è un valore così alto che merita anche un provvedimento d'urgenza. Per la manifestazione Incontra Salute 2011, tenuta nel 2011 al laghetto dell'Eur, arriva un provvedimento last minute che paga 25 mila euro di affissioni nel 2012. Qualora la Regione volesse replicare, sarebbe opportuno spiegare se si tratta di un errore, oppure un evento del 2011 obbliga alla stampa di manifesti nel 2012. Beato chi ci capisce qualcosa. Sempre last minute il provvedimento per altri manifesti: li merita l'iniziativa “Precari – Il Lazio Regione fondata sul lavoro”. Qui la “R maiuscola” tradisce che si tratta di Lazio istituzione e non di territorio. Il lavoro è quello della tipografia che ha stampato 25 mila euro di manifesti, più i soliti spiccioli.
    Poi c'è l'estate e la salute è certamente quella dei bagnanti che sta a cuore alla presidente. Tra spot radiofonici e i soliti manifesti, la campagna Mare Sicuro Estate 2011 si mangia 78 mila euro. Infine, la madre di tutte le affissioni. Tenetevi forte. Oggi, 19 settembre 2012 la discarica di Malagrotta è ancora in funzione, eppure dal 9 luglio al 31 agosto 2011 un oceano di carta invade Roma: Renata con oltre 500 mila euro informa il popolo che il 31 dicembre 2011 chiuderà Malagrotta e questo grazie al pregevolissimo Piano Rifiuti. Chi vuole traccia dei manifesti può andare benissimo a Malagrotta dove sono stati smaltiti e neanche come differenziata. Una notizia fasulla, quella della chiusura, che ci è costata un miliardo delle vecchie lire. Sarebbe educato se i cittadini riavessero indietro il costo della campagna, comprensiva di quanto pagato per lo smaltimento in discarica. Anche perché al mezzo milione di euro di carta straccia, bisogna aggiungere altri 66 mila euro che vengono spesi – sempre in carta non riciclabile e colla – per una campagna sulla differenziata promessa dal Piano Rifiuti. A vedere le cifre sembra che la Regione sia in gara con i cittadini per la produzione di tal quale. Altro che differenziata.
    Ma la Polverini non è certo il tipo da fermarsi. Parte il Piano Casa è la Regione lo racconta con 42 mila euro di spot radiofonici. Poi siccome inciampa nel Mibac che lo congela, ecco una nuova spesa da 53 mila sempre per spot radiofonici e citazioni live.
    Avanti con la salute e la prevenzione. Quella per raccontare urbi et orbi come le donne possono evitare di curarsi, vale 136 mila e 848 euro ai quali si aggiungono le affissioni sui bus per spiegare il vantaggio dei percorsi veloci nei pronto soccorso per i “codici bianchi e verdi” (24 mila euro) e, infine, pure i bimbi stanno a cuore a Renata: tra il 27 aprile e il 24 maggio di quest'anno 103 mila euro vanno via per spot radiofonici e stampa per promuovere il progetto regionale “Mi state a cuore-kids”.
    L'ultima spesa è quella per la solita Estate sicura: nel 2011 è costata 78 mila euro e nel 2012 invece ne sono stati spesi 88 mila per spot radiofonici, affissioni sui bus e banner sui siti internet.
    Il resto delle spese è per le agenzie di stampa. Per non annoiare i lettori, rimandiamo al documento complessivo che evidenzia come tutte le spese siano state fatte mediante l'affidamento diretto. Niente gare, nessuna competizione tra i fornitori e neanche uno straccio di concorrenza.
    La somma: 3 milioni e 221 mila euro in carta, spot, pubblicità, noleggio di televisioni, giornalisti altro. A ciascuno il suo: Fiorito amava le ostriche, la Polverini i giornalini, le radio e le televisioni. Tutti media insomma che tengono alti i sondaggi e contribuiscono a disegnare una Regione Lazio attenta, puntuale ed efficiente.
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    PRIMA GIORNATA (Andata: 25 agosto – Ritorno: 30 Dicembre):
    Bari – Cittadella
    Cesena – Sassuolo
    Crotone – Brescia
    Empoli – Reggina
    Grosseto – Novara
    Juve Stabia – Livorno
    Modena – Verona
    Padova – Virtus Lanciano
    Pro Vercelli – Ternana
    Spezia – Lecce
    Varese – Ascoli


    SECONDA GIORNATA (Andata: 1 settembre – Ritorno: 26 Gennaio 2013):
    Ascoli-Bari
    Brescia-Juve Stabia
    Cittadella-Grosseto
    Hellas Verona-Spezia
    Lecce-Cesena
    Livorno – Padova
    Novara-Empoli
    Reggina-Pro Vercelli
    Sassuolo-Crotone
    Ternana-Modena
    Virtus Lanciano-Varese


    TERZA GIORNATA (Andata: 9 settembre – Ritorno: 2 Febbraio 2013):
    Bari-Ternana
    Cesena-Novara
    Crotone-Cittadella
    Empoli-Sassuolo
    Verona-Reggina
    Juve Stabia-Lecce
    Modena-Varese
    Padova-Grosseto
    Pro Vercelli-Livorno
    Spezia-Brescia
    Lanciano-Ascoli


    QUARTA GIORNATA (Andata: 15 settembre – Ritorno: 9 febbraio 2013):
    Ascoli-Spezia
    Brescia-Padova
    Cittadella-Lanciano
    Grosseto-Crotone
    Lecce-Verona
    Livorno-Empoli
    Novara-Juve Stabia
    Reggina-Modena
    Sassuolo-Pro Vercelli
    Ternana-Cesena
    Varese-Bari


    QUINTA GIORNATA (Andata: 22 settembre – Ritorno: 16 febbraio 2013):
    Cesena-Cittadella
    Crotone-Bari
    Empoli-Ternana
    Hellas Verona
    Juve Stabia-Varese
    Lecce-Brescia
    Modena-Livorno
    Padova – Reggina
    Pro Vercelli-Ascoli
    Spezia-Sassuolo
    Virtus Lanciano-Grosseto


    SESTA GIORNATA:(Andata: 25 settembre – Ritorno: 23 febbraio 2013):
    Ascoli-Cesena
    Bari-Pro Vercelli
    Brescia-Modena
    Grosseto-Juve Stabia
    Livorno-Cittadella
    Novara-Spezia
    Padova-Empoli
    Reggina-Virtus Lanciano
    Sassuolo-Lecce
    Ternana-Crotone
    Varese-Hellas Verona


    SETTIMA GIORNATA (Andata: 29 settembre – Ritorno: 26 febbraio 2013):
    Cesena-Varese
    Cittadella-Pro Vercelli
    Crotone-Livorno
    Empoli-Brescia
    Hellas Verona-Bari
    Juve Stabia-Padova
    Lecce-Grosseto
    Novara-Ternana
    Sassuolo-Ascoli
    Spezia-Reggina
    Virtus Lanciano-Modena

    OTTAVA GIORNATA (Andata: 8 ottobre – Ritorno: 2 Marzo 2013):
    Ascoli-Crotone
    Bari-Lecce
    Brescia-Virtus Lanciano
    Grosseto-Sassuolo
    Livorno-Spezia
    Modena-Cesena
    Padova-Hellas Verona
    Pro Vercelli-Juve Stabia
    Reggina-Novara
    Ternana-Cittadella
    Varese-Empoli


    NONA GIORNATA (Andata: 14 ottobre – Ritorno: 9 marzo 2013):
    Cesena-Crotone
    Cittadella-Modena
    Empoli-Ascoli
    Hellas Verona-Grosseto
    Juve Stabia-Bari
    Lecce-Padova
    Novara-Brescia
    Reggina-Livorno
    Sassuolo-Varese
    Spezia-Ternana
    Virtus Lanciano-Pro Vercelli


    DECIMA GIORNATA (Andata: 20 ottobre – Ritorno: 16 marzo 2013):
    Ascoli-Juve Stabia
    Bari-Brescia
    Cesena-Reggina
    Cittadella-Sassuolo
    Crotone-Novara
    Livorno-Hellas Verona
    Modena-Grosseto
    Pro Vercelli-Padova
    Ternana-Lecce
    Varese-Spezia
    Virtus Lanciano-Empoli


    UNDICESIMA GIORNATA (Andata: 27 ottobre – Ritorno: 19 marzo 2013):
    Brescia-Pro Vercelli
    Empoli-Modena
    Grosseto-Ternana
    Hellas Verona-Virtus Lanciano
    Lecce-Crotone
    Livorno-Cesena
    Novara-Varese
    Padova-Bari
    Reggina-Ascoli
    Sassuolo-Juve Stabia
    Spezia-Cittadella


    DODICESIMA GIORNATA (Andata: 30 ottobre – Ritorno: 24 marzo 2013):
    Ascoli-Novara
    Bari-Empoli
    Cesena-Grosseto
    Cittadella-Brescia
    Crotone-Hellas Verona
    Juve Stabia-Reggina
    Modena-Padova
    Pro Vercelli-Spezia
    Ternana-Sassuolo
    Varese-Lecce
    Virtus Lanciano-Livorno


    TREDICESIMA GIORNATA (Andata: 3 novembre – Ritorno: 29 marzo 2013):
    Brescia-Ternana
    Empoli-Pro Vercelli
    Grosseto-Ascoli
    Hellas Verona-Sassuolo
    Lecce-Virtus Lanciano
    Livorno-Bari
    Modena-Juve Stabia
    Novara-Cittadella
    Padova-Cesena
    Reggina-Varese
    Spezia-Crotone


    QUATTORDICESIMA GIORNATA (Andata: 10 novembre – Ritorno: 6 aprile 2013):
    Ascoli-Livorno
    Bari-Reggina
    Cesena-Brescia
    Cittadella-Lecce
    Crotone-Empoli
    Grosseto-Spezia
    Juve Stabia-Virtus Lanciano
    Pro Vercelli-Modena
    Sassuolo-Novara
    Ternana-Hellas Verona
    Varese-Padova


    QUINDICESIMA GIORNATA (Andata: 17 novembre – Ritorno: 13 aprile 2013):
    Brescia-Sassuolo
    Empoli-Grosseto
    Hellas Verona-Cesena
    Lecce-Novara
    Livorno-Varese
    Modena-Ascoli
    Padova-Cittadella
    Pro Vercelli-Crotone
    Reggina-Ternana
    Spezia-Juve Stabia
    Virtus Lanciano-Bari


    SEDICESIMA GIORNATA (Andata: 24 novembre – Ritorno: 16 aprile 2013):
    Ascoli-Lecce
    Bari-Modena
    Cesena-Spezia
    Cittadella-Hellas Verona
    Crotone-Padova
    Grosseto-Brescia
    Juve Stabia-Empoli
    Novara-Livorno
    Sassuolo-Reggina
    Ternana-Virtus Lanciano
    Varese-Pro Vercelli


    DICIASETTESIMA GIORNATA (Andata: 1 dicembre – Ritorno: 20 aprile 2013):
    Bari-Sassuolo
    Brescia-Hellas Verona
    Empoli-Spezia
    Juve Stabia-Cittadella
    Livorno-Grosseto
    Modena-Novara
    Padova-Ascoli
    Pro Vercelli-Lecce
    Reggina-Crotone
    Varese-Ternana
    Virtus Lanciano-Cesena


    DICIOTTESIMA GIORNATA (Andata: 8 dicembre – Ritorno: 27 aprile 2013):
    Brescia-Reggina
    Cesena-Empoli
    Cittadella-Varese
    Crotone-Virtus Lanciano
    Grosseto-Pro Vercelli
    Hellas Verona-Ascoli
    Lecce-Livorno
    Novara-Padova
    Sassuolo-Modena
    Spezia-Bari
    Ternana-Juve Stabia


    DICIANNOVESIMA GIORNATA (Andata: 15 dicembre – Ritorno: 4 maggio 2013):
    Ascoli-Brescia
    Bari-Novara
    Empoli-Lecce
    Juve Stabia-Cesena
    Livorno-Ternana
    Modena-Crotone
    Padova-Sassuolo
    Pro Vercelli-Verona
    Reggina-Cittadella
    Varese-Grosseto
    Lanciano-Spezia


    VENTESIMA GIORNATA (Andata: 23 dicembre – Ritorno: 11 maggio 2013):
    Brescia-Livorno
    Cesena-Bari
    Cittadella-Empoli
    Crotone-Varese
    Grosseto-Reggina
    Hellas Verona-Juve Stabia
    Lecce-Modena
    Novara-Pro Vercelli
    Sassuolo-Virtus Lanciano
    Spezia-Padova
    Ternana-Ascoli


    VENTUNESIMA GIORNATA (Andata: 26 dicembre – Ritorno: 18 maggio 2013):
    Ascoli-Cittadella
    Bari-Grosseto
    Empoli-Hellas Verona
    Juve Stabia-Crotone
    Livorno-Sassuolo
    Modena-Spezia
    Padova-Ternana
    Pro Vercelli-Cesena
    Reggina-Lecce
    Varese-Brescia
    Virtus Lanciano-Novara
  10. .
    Novara-Torino 1-1: Rubino risponde a Bianchi,


    Termina in parità, 1-1, il derby piemontese fra Novara e Torino, giocatosi allo stadio Silvio Piola dopo un fitto nubifragio abbattutosi sulla città. Il primo tempo, molto combattuto, si chiude sullo 0-0, con le due squadre che si sono confrontate soprattutto a centrocampo.Nella ripresa la partita si accende. Passano per primi in vantaggio i granata di Ventura. Al 56' su angolo di Masiello, capitan Rolando Bianchi trova la girata vincente in area e batte Bardi, portando in vantaggio i suoi.

    Il Novara però non ci sta e al 79' trova il pareggio con il neoentrato Rubino. L'esperto attaccante, dimenticato in area dai difensori granata, raccoglie un cross dalla bandierina di Motta e da due passi non ha difficoltà a battere il portiere Gomys. Al Piola finisce così 1-1.

    Il tabellino della partita:

    NOVARA-TORINO 1-1
    Reti: 56' Bianchi (T), 79' Rubino (N)
    NOVARA: 1.Bardi; 2.Del Prete (41' st Gigliotti), 3.Lisuzzo, 4.Ludi (1'st 13.Perticone), 5.Ghiringhelli (18' st Alborno); 6.Barusso, 7.Pesce (30' st Lanterì), 8.Giorgi (6' st Faragò); 9.Jensen (12' st Motta); 10.Gonzalez (30' st Rubino), 11.Piovaccari (41'pt 19.Libertazzi). All: Tesser.
    TORINO: 1.Gillet (16' Gomys); 2.D'Ambrosio (1' st Masiello), 3.Glik (1'st Di Cesare), 4.Ogbonna, 5.Stevanovic (38' st Barbosa), 6.Darmian, 7.Basha (1'st Brighi), 8.Gazzi (1'st Vives), 9.Sansone (16' st Pagano), 10.Sgrigna (1'st Bianchi), 11.Meggiorini (16' st Diop). All: Ventura.
    Arbitro: Andrea De Marco
    Ammoniti: Jensen e Basha


    580931_3830639279213_2077159389_n
  11. .
    Gara amichevole
    Mercoledì 25 luglio 2012 ore 17,30 stadio "Perucco" di Saint Vincent

    NOVARA - MONTE CERVINO: 12-0

    NOVARA - 1° tempo
    1.Bardi, 2.Del Prete, 3.Panzeri (27' pt Peverelli), 4.Lisuzzo, 5.Jidayi, 6.Pesce, 7.Barusso, 8.Faragò, 9.Piovaccari, 10.Jensen, 11.Gonzalez
    A disposizione: 12.Kosicky, 14.Lanterì, 15.Singleton
    Allenatore: Attilio Tesser

    NOVARA - 2° tempo
    12.Kosycky, 16.Ghiringhelli, 17.Alborno, 18.Perticone, 19. Ludi, 20. Evola, 21. Marianini, 7. Barusso (13' Lanterì), 23. Rubino, 24. Motta, 25. Maggio (21' Singleton)
    A disposizione: 12. Tonozzi, 13. Peverelli, 14. Lanterì, 15. Singleton

    MONTE CERVINO
    1. Brunod, 2.Ugonino, 3.Palmitessa, 4.Lavoyer, 5.Fassino, 6.Dattolo, 7.Gallo, 8.Sirigu, 9.Vaccaro, 10.Marcellan, 11.Ara
    A disposizione: 12.Orru, 13.Pavia, 14.Gamba, 15.Bocca, 16.N'Doye, 17.Duguet, 18.Bonjean
    Allenatore: Marcellan

    GIUDICI DI GARA
    Arbitro: Miele
    1° Ass: Vignardi
    2° Ass: Mombelli

    MARCATORI:
    2' 35' 36' Gonzalez, 4' 17' Piovaccari, 10' Jensen, 22' 41' Faragò, 24' 28' Barusso, 29'e 43' st Motta

    AMMONIZIONI:
    nessuno

    ESPULSIONI:
    nessuno
  12. .
    Lo stenografo del Senato come il re di Spagna
    Busta paga da 290 mila euro
    A fine carriera stipendi quadruplicati. Ai commessi fino a 160 mila euro


    Può un senatore guadagnare la metà del suo barbiere di Palazzo Madama, come lamentano quei parlamentari che per ribattere ai cittadini furenti contro i mancati tagli dicono di prendere intorno ai 5 mila euro? No. Infatti non è così. Il gioco è sempre quello: citare solo l'«indennità». Senza i rimborsi, le diarie, le voci e i benefit aggiuntivi. Con i quali il «netto» in busta paga quasi quasi triplica.

    Sono settimane che va avanti il tormentone. Di qua la busta paga complessiva portata in tivù dal dipietrista alla prima legislatura Francesco Barbato, che tra stipendio e diarie e soldi da girare al portaborse ha mostrato di avere oltre 12.000 euro netti al mese. Di là l'insistenza sulla sola «indennità». E la tesi che le altre voci non vanno calcolate, tanto più che diversi (230 contro 400, alla Camera) hanno fatto sul serio un contratto ai collaboratori e moltissimi girano parte dei soldi al partito. Una scelta spesso dovuta ma comunque legittima e perfino nobile: ma è giusto caricarla sul groppo dei cittadini in aggiunta ai rimborsi elettorali e alle spese per i «gruppi»? Non sarebbe più opportuno e più fruttuoso nel rapporto con l'opinione pubblica mostrare la busta paga reale, che dopo una serie di tagli è davvero più bassa di quella da 14.500 euro divulgata nel 2006 dal rifondarolo Gennaro Migliore?

    Non ha molto senso, questa sfida da una parte e dall'altra centrata tutta su quanto prendono deputati e senatori. Peggio: rischia di distrarre l'attenzione, alimentando il peggiore qualunquismo, dal cuore del problema. Cioè il costo d'insieme di una politica bulimica: il costo dei 52 palazzi del Palazzo, il costo delle burocrazie, il costo degli apparati, il costo delle Regioni, delle province, di troppi enti intermedi, delle società miste, di mille altri rivoli di spesa che servono ad alimentare un sistema autoreferenziale.

    Dice tutto il confronto con le buste paga distribuite, ad esempio, al Senato. Dove le professionalità di eccellenza dei dipendenti, che da sempre raccolgono elogi trasversali da tutti i senatori di destra e sinistra, neoborbonici o padani, sono state pagate fino a toccare eccessi unici al mondo. Tanto da spingere certi parlamentari (disposti ad attaccare Monti, Berlusconi, Bersani o addirittura il Papa ma mai i commessi da cui sono quotidianamente coccolati) ad ammiccare: «Siamo semmai gli unici, qui, a non essere strapagati».

    Il questore leghista Paolo Franco lo dice senza tanti giri di parole: «Il contratto dei dipendenti di palazzo Madama è fenomenale. Consente progressioni di carriera inimmaginabili. Ed è evidente che contratti del genere non se ne dovranno più fare. Bisogna cambiare tutto». Come può reggere un sistema in cui uno stenografo arriva a guadagnare quanto il re di Spagna? Sembra impossibile, ma è così. Senza il taglio del 10% imposto per tre anni da Giulio Tremonti per i redditi oltre i 150 mila euro, uno stenografo al massimo livello retributivo arriverebbe a sfiorare uno stipendio lordo di 290 mila euro. Solo 2mila meno di quanto lo Stato spagnolo dà a Juan Carlos di Borbone, 50 mila più di quanto, sempre al lordo, guadagna Giorgio Napolitano come presidente della Repubblica: 239.181 euro.

    Per carità, non «ruba» niente. Esattamente come Ermanna Cossio che conquistò il record mondiale delle baby-pensioni lasciando il posto da bidella a 29 anni col 94% dell'ultimo stipendio, anche quello stenografo ha diritto di dire: le regole non le ho fatte io. Giusto. Ma certo sono regole che nell'arco della carriera permettono ai dipendenti di Palazzo Madama, grazie ad assurdi automatismi, di arrivare a quadruplicare in termini reali la busta paga. E consentono oggi retribuzioni stratosferiche rispetto al resto del paese cui vengono chiesti pesanti sacrifici.

    Al lordo delle tasse e dei tagli tremontiani, un commesso o un barbiere possono arrivare a 160 mila euro, un coadiutore a 192 mila, un segretario a 256 mila, un consigliere a 417mila. E non basta: allo stipendio possono aggiungere anche le indennità. Alla Camera un capo commesso ha diritto a un supplemento mensile di 652 euro lordi che salgono a 718 al Senato. Un consigliere capo servizio di Montecitorio a una integrazione di 2.101, contro i 1.762 euro del collega di palazzo Madama. Per non dire dei livelli cosiddetti «apicali». Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai rapporti col Parlamento Antonio Malaschini, quando era segretario generale del Senato, guadagnava al lordo nel 2007, secondo l'Espresso, 485 mila euro l'anno. Arricchito successivamente da un aumento di 60 mila che spappolò ogni record precedente per quella carica. Va da sé che la pensione dovrebbe essere proporzionale. E dunque, secondo le tabelle, non inferiore ai 500 mila lordi l'anno.

    È uno dei nodi: retribuzioni così alte, grazie a meccanismi favorevolissimi di calcolo, si riflettono in pensioni non meno spettacolari. Basti ricordare che gli assunti prima del '98 possono ancora ritirarsi dal lavoro (con penalizzazioni tutto sommato accettabili) a 53 anni. Esempio? Un consigliere parlamentare di quell'età assunto a 27 anni e forte del riscatto di 4 anni di laurea ha accumulato un'anzianità contributiva teorica di 38 anni. Di conseguenza può andare in pensione con 300 mila euro lordi l'anno, pari all'85% dell'ultima retribuzione. Se poi decide di tirare avanti fino all'età di Matusalemme (che qui sono 60 anni) allora può portare a casa addirittura il 90%: più di 370 mila euro sul massimo di 417 mila.

    Funziona più o meno così anche per i gradi inferiori. A 53 anni un commesso è in grado di ritirarsi dal lavoro con un assegno previdenziale di 113 mila euro l'anno che, se resta fino al 60º compleanno, può superare i 140 mila. Con un risultato paradossale: il vitalizio di un senatore che abbia accumulato il massimo dei contributi non potrà raggiungere quei livelli mai. E tutto ciò succede ancora oggi, mentre il decreto salva Italia fa lievitare l'età pensionabile dei cittadini normali e restringere parallelamente gli assegni col passaggio al contributivo «pro rata» per tutti. Intendiamoci: sarebbe ingiusto dire che le Camere non abbiano fatto nulla. A dicembre il consiglio di presidenza del Senato, ad esempio, ha deciso che anche per i dipendenti in servizio si dovrà applicare il sistema del contributivo «pro rata». Ma come spiega Franco, è una decisione che per diventare operativa dovrà superare lo scoglio di una trattativa fra l'amministrazione e le sigle sindacali, che a palazzo Madama sono, per meno di mille dipendenti, addirittura una decina. Il confronto non si annuncia facile. Anche nel 2008, dopo mesi di polemiche sui costi, pareva essere passato un giro di vite, sostenuto dal questore Gianni Nieddu. Ma appena cambiò la maggioranza, quella nuova non se la sentì di andare allo scontro.

    E tutto si arenò nei veti sindacali. Stavolta, poi, la trattativa ha contorni ancora più divertenti. Controparte dei sindacati è infatti la vicepresidente del Senato Rosy Mauro, esponente della Lega Nord, partito fortemente contrario alla riforma delle pensioni e sindacalista a sua volta: è presidente, in carica, del Sinpa, il sindacato del Carroccio. Nel frattempo, chi esce ha la strada lastricata d'oro. Il consigliere parlamentare «X» (alla larga dalle questioni personali, ma parliamo di un caso con nome e cognome) ha lasciato il Senato a luglio del 2010 a 58 anni. Da allora, finché non è entrato in vigore il contributo triennale di solidarietà per i maxi assegni previdenziali, palazzo Madama gli ha pagato una pensione di 25.500 euro lordi al mese: venticinquemilacinquecento.

    Per 15 mensilità l'anno. Spalmandoli sulle 13 mensilità dei cittadini comuni 29.423 euro a tagliando. Da umiliare perfino l'ex parlamentare Giuseppe Vegas, oggi presidente della Consob, che da ex funzionario del Senato, sarebbe in pensione con 20 mila. Neppure il commesso «Y», assunto a suo tempo con la terza media, si può lamentare: ritiratosi nello stesso luglio 2010, sempre a 58 anni, ha diritto (salvo tagli tremontiani) a 9.300 euro lordi al mese. Per quindici. Vale a dire che porta a casa complessivamente oltre 20mila euro in più dello stipendio massimo dei 21 collaboratori più stretti di Barak Obama.

    Sono cifre che la dicono lunga su dove si annidino i privilegi di un sistema impazzito sul quale sarebbe stato doveroso intervenire «prima» (prima!) di toccare le buste paga dei pensionati Inps. I bilanci di Camera e Senato del resto parlano chiaro. Nel 2010 la retribuzione media dei 1.737 dipendenti di Montecitorio, dall'ultimo dei commessi al segretario generale, era di 131.585 euro: 3,6 volte la paga media di uno statale (36.135 euro) e 3,4 volte quella di un collega (38.952 euro) della britannica House of Commons. E parliamo, sia chiaro, di retribuzione: non di costo del lavoro. Se consideriamo anche i contributi, il costo medio di ogni dipendente della Camera schizza a 163.307 euro. Quello dei 962 dipendenti del Senato a 169.550. E non basta ancora. Perché nel bilancio del Senato c'è anche una voce relativa al personale «non dipendente», che comprende consulenti delle commissioni e collaboratori vari, ma soprattutto gli addetti a non meglio precisate «segreterie particolari». Con una spesa che anche nel 2011, a dispetto dei tagli annunciati, è salita da 13 milioni 520 mila a 14 milioni 990 mila euro. Con un aumento, mentre il Pil pro capite affondava, del 10,87%: oltre il triplo dell'inflazione.

    Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella4 gennaio 2012 | 20:03
  13. .
    Solo in casa e senza cibo. Abbandonato a 4 anni: arrestati
    LA DISPERAZIONE. Accade a Castelgandolfo. Dopo 8 ore di pianti a dirotto i vicini di casa avvisano i carabinieri che entrano in casa e soccorrono il piccolo. La mamma si era allontana insieme al compagno intorno alle 16 ufficialmente “per andare a comprare il pane”. I due, di origine rumena, sono stati denunciati per abbandono di minore e il bimbo è stato affidato ad una vicina di casa
    Venerdì, 20 luglio 2012 - 09:44:00


    Quando i carabinieri della Compagnia di Castel Gandolfo sono intervenuti intorno alla mezzanotte nell'abitazione di via Tor Paluzzi, località Cecchina, hanno trovato il piccolo di 4 anni in lacrime e spaventato. Era solo, solissimo. Nessuno in casa, mamma papà, un nonno o una baby sitter. E così si è disperato, sino a far sentire le sue grida agli abitanti delle case limitrofe.
    cecchina centro

    A lanciare l'allarme è stato un vicino preoccupato dagli incessanti singhiozzi del bambino che provenivano dalla casa dove da qualche giorno si era stabilita la coppia di romeni, un uomo di 22 anni ed una donna di 18 anni madre del bambino.

 Gli accertamenti dei militari hanno permesso di accertare che i due si erano allontanati da casa fin dalle 16, lasciandolo incustodito e senza cibo. Dunque, ben 8 ore senza le cure e le attenzioni di nessuno.


    Quando i carabinieri li hanno finalmente rintracciati i due hanno tentato invano di giustificarsi riferendo di essersi momentaneamente allontananti per andare a comprare il pane e sono stati arrestati per abbandono di minore. Il bambino è stato temporaneamente affidato ad una vicina di casa.
  14. .
    Sicilia, più dipendenti del governo inglese
    La presidenza della Regione ne conta 1.385.
    Downing Street si ferma a 1.337

    Palazzo dei NormanniPalazzo dei Normanni
    ROMA - Esiste in Italia un ufficio pubblico dove c'è un dirigente ogni sei impiegati. Si trova a palazzo dei Normanni, Palermo: è la presidenza della Regione siciliana. Ma il governatore Raffaele Lombardo sappia che non è l'unico in Europa a guidare un esercito pieno zeppo di generali. Il premier britannico David Cameron è nelle sue stesse condizioni: anche a Downing Street ogni dirigente ha in media sei sottoposti. Il fatto è che pure i numeri sono più o meno gli stessi. Cameron ha 198 dirigenti, Lombardo 192. Quanto ai dipendenti il Cabinet Office, equivalente della nostra presidenza del Consiglio, ne ha 1.337: quarantotto meno dei 1.385 che la presidenza della Regione siciliana contava alla fine del 2011.

    Ciò basta per immaginare quali stupefacenti risultati potrebbe dare da queste parti una seria spending review . Afferma la relazione della Corte dei conti sul rendiconto del bilancio 2011 che la Regione siciliana ha ufficialmente 17.995 dipendenti. Su questo numero si è a lungo polemizzato, anche a proposito di paragoni che pure in Sicilia non vengono ritenuti congrui come quello con la Lombardia, Regione che ha il doppio degli abitanti ma un quinto del personale. Ma è una cifra che non dice ancora tutto. Intanto perché nel 2011, anno in cui riesplodeva la crisi economica più drammatica da un secolo a questa parte, ben 4.857 di questi dipendenti, in precedenza reclutati con contratto a termine, sono stati assunti in pianta stabile, a tempo indeterminato. Il che, argomentano i giudici contabili, non mancherà di avere ripercussioni future sui conti regionali. E poi perché a quei 17.995 se ne devono aggiungere altri 717 comandati e distaccati presso altre strutture che comunque fanno capo alla Regione. Oltre a 2.293 a tempo determinato il cui stipendio è pagato in qualche modo dall'ente. Totale: 21.005. Un totale, però, anch'esso incompleto. Dove mettiamo, infatti i 7.291 dipendenti delle 34 società controllate o collegate alla Regione siciliana? Se contiamo anche quelli arriviamo a 28.796. E facciamo grazia di forestali e lavoratori socialmente utili (24.880) in forza a molti Comuni, in parte a carico della casse regionali. Personale le cui retribuzioni sono state al centro di un durissimo scontro fra Lombardo e il commissario di governo che aveva impugnato l'ultima legge finanziaria nella quale era previsto il ricorso a un mutuo, anche per far fronte a quel problema, di 558 milioni. Una somma che avrebbe ingigantito ancora di più il debito della Regione, già cresciuto nel 2011 di altri 818 milioni arrivando al valore record di 5,3 miliardi.

    I soli dipendenti «ufficiali» assorbono 760,1 milioni, e si tratta di un costo superiore del 45,7% rispetto al 2001. Se però calcoliamo anche gli oneri sociali, allora si arriva a un miliardo 80 milioni. Cioè poco meno della metà del costo del personale delle quindici Regioni a statuto ordinario. Le quali hanno, tutte insieme, un numero di dirigenti pari a quello della sola Sicilia. Sono 1.836. Ce n'è uno ogni 9 impiegati, con vette di 5 o 6 in alcune strutture, come appunto la presidenza della Regione. L'anno scorso sono entrati in posizioni di responsabilità anche diversi soggetti esterni, circostanza che ha indotto la Corte dei conti a queste considerazioni: «È poco plausibile, a fronte di oltre 1.800 dirigenti di ruolo, ritenere che non siano già disponibili idonee professionalità all'interno dell'amministrazione. La mancata valorizzazione delle risorse interne è in definitiva la causa dei costi sostenuti per retribuire i dirigenti esterni per i cui emolumenti è previsto un tetto massimo di 250 mila euro, di gran lunga superiore alla retribuzione massima dei dirigenti generali interni». Per non parlare dei sette «uffici speciali» istituiti, secondo i magistrati, con «motivazioni alquanto generiche» e spesso «duplicazioni di funzioni già attribuite» ad altre strutture. Nel rapporto si cita a titolo di esempio l'ufficio speciale Energy manager , che ha funzioni del tutto analoghe a quelle del Dipartimento regionale per l'energia.

    Ma se al costo del personale «ufficiale» sommiamo anche quello dei dipendenti delle società partecipate (226 milioni) e dei dipendenti pensionati, che in Sicilia sono a carico della Regione (641 milioni), allora veleggiamo di slancio verso i due miliardi. Dal 2004 al 2011 la spesa previdenziale è cresciuta del 31%, anche a causa di alcuni privilegi assolutamente sorprendenti sopravvissuti fino allo scorso mese di gennaio e che avranno effetti a lungo, negli anni a venire. È appena il caso di ricordare che per i dipendenti della Regione la riforma Dini, quella che ha introdotto il metodo di calcolo basato non più sulla retribuzione ma sui contributi effettivamente versati, è entrata in vigore con otto anni di ritardo: il primo gennaio 2004, anziché il primo gennaio 1996 come per tutti i comuni mortali. Per giunta, fino all'inizio di quest'anno potevano andare in pensione con soli 25 anni di servizio tanto quelli colpiti da disabilità, quanto coloro che avevano un genitore disabile. Nel 2011 si sono pensionati anticipatamente perché figli di disabili 464 dipendenti regionali, contro 297 nel 2010, 230 nel 2009, 196 nel 2008, 165 nel 2007, 125 nel 2006, 138 nel 2005 e 121 nel 2004. Da quando, proprio nel 2004, è stata perfezionata questa disposizione, hanno avuto la baby pensione, con un crescendo rossiniano, in 1.736. Celebre il caso di Pier Carmelo Russo, pensionato a 47 anni per assistere il padre disabile, nominato però subito dopo assessore della giunta Lombardo. Alle polemiche, lui ha replicato: «Quando sono andato in pensione il mio stipendio era prossimo a diecimila euro ed ero segretario generale della Regione, il massimo livello della carriera burocratica. Ho preferito il mio amatissimo padre e sono orgogliosissimo di averlo fatto. Da quando faccio l'assessore non ho mai percepito un centesimo. Tutta la mia indennità (300.000 euro lordi annui) l'ho devoluta in beneficenza. Mi considero una persona oltremodo fortunata e desidero sdebitarmi con la Divina Provvidenza».

    Ai posteri l'ardua sentenza. Sempre che la Regione possa in futuro pagare anche le loro, di pensioni. Già oggi il tasso di copertura dei contributi non arriva che al 28,7%.

    Sergio Rizzo5 luglio 2012 | 14:54© RIPRODUZIONE RISERVATA
  15. .
    Cronache
    Si fingeva cieco totale per 35 anni. Beccato mentre fa l'equilibrista in bici
    Venerdì, 15 giugno 2012 - 09:50:00
    guardia di finanza

    Un falso invalido che per ben 35 anni, attraverso artifizi e raggiri, e' riuscito a simulare la cecita' assoluta, e' stato scoperto e denunciato per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato. Si tratta di un cinquantenne di Manduria (Ta), smascherato dai militari della Guardia di Finanza, che ha ottenuto nel 1977 il riconoscimento della condizione di "cieco assoluto", percependo da allora una pensione come invalido civile, erogata dall'Inps.

    I finanzieri hanno appurato che in realta' l'uomo conduceva una vita del tutto normale, in quanto era in grado, in completa autonomia, di passeggiare tranquillamente per le vie cittadine, attraversare gli incroci stradali, districarsi tra le auto in sosta, soffermarsi dinanzi alle vetrine dei negozi e, addirittura, condurre un motociclo. Alcuni filmati effettuati dai finanzieri hanno documentato, tra l'altro, una sorta di "prova di equilibrismo" del falso cieco truffatore, nel mentre conduceva in una via cittadina una bicicletta con una sola mano, trasportando nell'altra un voluminoso pannello di legno.

    Le indagini hanno evidenziato che, nel solo periodo compreso tra il 1999 ed il 2012, il falso invalido ha percepito un trattamento pensionistico pari complessivamente a circa 180.000 euro. Sono attualmente in corso ulteriori accertamenti tesi a determinare la somma complessivamente erogata dall'ente previdenziale negli anni precedenti al 1999. Il falso invalido e' stato denunciato all'autorita' giudiziaria per il reato di truffa aggravata e continuata ai danni dello stato. La stessa autorita' giudiziaria ha disposto il sequestro dei beni immobiliari e delle disponibilita' finanziarie del truffatore per un valore congruo a risarcire l'erario.
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