Tranquillo, comunque cito
Decido di trascorrere un po’ di tempo alla ricerca online e, complice una certa conoscenza approfondita della lingua inglese, consulto fonti qualificate che oltre di orologeria si occupano di notizie economiche e analisi societarie alla ricerca di informazioni su quello che Tudor chiama movimento di manifattura appartenente alla famiglia MT600. Leggo con stupore che a produrre questo movimento in realta è un’azienda chiamata Kenissi, con base a Ginevra e specializzata nella fornitura di vetri zaffiri per famose case orologiere e che dal 2021 si trasferirà a Le Locle in un’area posseduta da Rolex e da quel momento Kenissi e Tudor avranno spazi separati. Tra l’altro il 20% di Kenissi è posseduto da Chanel e guarda caso il suo calibro 12.1 montato sul J12 non è altro che il nostro famigerato MT612. Lo stesso movimento è fornito a Norqain e viene sponsorizzato come Kenissi Manufacture. Lungi da me criticare necessarie economie di scala soprattutto quando tornano utili al consumatore finale in termini di minor costo di acquisto (quando e se avviene), o la qualità del movimento “in house” Tudor, tra l’altro possiedo un Black Bay ed un Pelagos che lo montano e ne sono entusiasta, quello che vorrei evidenziare in questa discussione e che forse dovremmo stare attenti quando usiamo i termini “manifattura” o “in house” o quando diamo per scontata la superiorità tecnica di presunti tali contro gli ETA e loro derivati. Io ho come l’impressione, nel caso specifico, di trovarmi di fronte ad un prodotto industriale, mediamente rifinito ed anche piuttosto spesso, ma con buone caratteristiche di amagneticità e riserva di carica e frutto di joint venture tra tante aziende che però sminuisce il valore del termine “manifattura”. Ripeto, si tratta di considerazioni del tutto personali e ringrazio anticipatamente coloro i quali vorranno offrire un contributo alla discussion