Posts written by F e n i x

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    Bivio

    IV




    Raizen annuì alle parole di Mei, comprensivo. Ed è giusto, ma se abbiamo la certezza che il tuo obiettivo verrà raggiunto in un paio di giorni perché dovremmo rischiare? Di sicuro due giorni non ti uccideranno, neanche una quarantina d’anni visto che la curiosità non ha mai ucciso nessuno, ma insomma, ci siamo capiti. Se qualcosa andasse storto dopo potrai sperimentare come meglio crederai, ma per qualche giorno meglio essere prudenti. Sospirò. Ti capisco Mei, sono un drago ogni volta che uso le mie tecniche, capisco che la natura abbia una voce calda e affettuosa, ma ci avvicineremo, vedrai. Sorrise. La tua mente sembra che abbia avviato un processo che non vuole fermarsi, e l’ho innescato sapendo che sarebbe potuto accadere, non voglio privarti dei ricordi, voglio riconsegnarteli con prudenza. Gli porse una tisana fatta di erbe di bosco, agrumata e balsamica. Sai cosa è prezioso in missione? Prese un sacchetto rovistando sul fondo delle tasche, al suo interno aveva frammenti di qualcosa, simili a pietre opache. Lo zucchero, e ancor di più i dolcificanti. Il cervello spesso si preoccupa solo perché sente fame e i benefici psicologici della dolcezza vengono sottovalutati. Tranne che dagli Akimichi. Mise due pietruzze nell’infuso e dopo averlo mescolato il sapore era una curiosa via di mezzo tra l’arancia e il ginepro. Assai complesso dire dove avesse raccattato gli ingredienti, ma pur non essendo miracolosa era rilassante. La notte successiva la discussione si ripresentò, ma percorrere quella strada anziché rasserenarla sembrava metterle più fretta, abituato dai vizi di Youkai riuscì a distendere un moto di rabbia con un respiro accompagnato dalle mani che mimavano l’ingresso e l’uscita dell’aria, facendolo scendere a patti. Credo che sarà una tua scelta, a prescindere dal passato hai vissuto anche il presente, a meno di impensabili contraddizioni spero non sarà una decisione difficile. Trovando un punto di incontro riuscirono ad accordarsi per una seconda seduta di indagine mentale. Non trovarono particolari sorprese inizialmente, sembrava essere la vita di una normale Kunoichi addestrata in una struttura più modesta di quella accademica ma con regole similari. Le domande successive invece permisero di avere uno sguardo sulla vita delle scimmie che pareva essere molto più umana di quanto ci si potesse immaginare, i primati infatti avevano una piccola società e per quanto tutti fossero in grado di combattere al livello di almeno un genin ben addestrato non facevano esclusivamente quello, coltivavano e costruivano e quando ne avevano l’occasione si dedicavano alla reinterpretazione della natura, facendo arte. L’unica cosa che pareva mancare era un corpo di polizia quelli che sembravano essere guerrieri specializzati infatti non si occupavano di risolvere dispute interne. Altro elemento importante che si potè vedere riguardava Sun Wukong, sembrava essere un titolo più che un nome proprio. Era il nome proprio di un grande eremita, e se i babbuini erano un antico clan di creature ninja lui era ancora più vecchio, il suo talento e la sua capacita di concentrazione erano tali che riusciva a studiare il chakra eremitico senza la guida di alcuna creatura. La pratica però lo avvicinò inevitabilmente ai primati, anche fisicamente, e iniziò a trasmettere loro le arti ninja fino a quando non si avvicinarono così tanto alla linea di separazione tra uomo e animale da essere quasi indistinguibili. I macachi erano grati a quell'uomo, così tanto da reputarlo come il primo del loro clan e dare il suo nome a chiunque fosse degno di fare loro da guida.

    Interessante… non avevo mai sentito parlare di un individuo simile, ma considerando la natura del chakra ciò che fatto è incredibile.
    Chakra naturale e umano non hanno un ottima compatibilità come puoi intuire da quello che accade quando lo utilizziamo.


    I ricordi mostrarono anche la particolare conformazione di quella sorta di villaggio di primati, essendo loro ben poco legati al terreno per muoversi avevano costruito le case su numerosi strapiombi o su robusti alberi che vi si affacciavano rendendo necessario spostarsi con delle liane o dele solide corde. Ogni inclinazione inferiore ad un angolo di novanta gradi era una buona occasione per creare dei terrazzamenti coltivabili e a volte era possibile vedere attrezzi di foggia particolari, più adatti ad un quadrimane come lo erano le scimmie piuttosto che per degli esseri umani.
    Quell'occhiata sembrò dissetare per un po’ Mei che passò la notte senza troppe proteste.

    […]

    Il colosso ascoltò attentamente l'oste e stranamente, cosa ben rara per chiunque lo conoscesse, non ebbe ulteriori domande da porgli.

    Grazie buonuomo.
    Io e lei non abbiamo mai parlato.


    E con un cenno della mano lo salutò tornando alle domande di Mei.

    No, non temo specificatamente per te, o meglio, non eri associata a brava gente, in tanti potrebbero non averti in simpatia.
    Ma per ora non cercheremo risposte da te, non sembrano essere cattivi, anzi, proveremo a interagire.


    Terminata la cena sarebbe tornato di sotto, alla ricerca di un drink, si sarebbe dunque appropinquato al bancone chiedendo un rhum senza ghiaccio e osservando qualche secondo il gruppetto di forestieri e dopo un sorso si sarebbe avvicinato.

    Anche voi lontani da casa pare.

    Se gli avessero chiesto come poteva saperlo avrebbe indicato le persone accanto a loro intente a parlottare senza troppi pensieri mentre loro stavano curvi e tentavano di dare meno nell'occhio. A prima vista sembrava un curioso forestiero, aveva infatti nascosto le armi.

    Da bere?

    Chiese mentre il braccio indeciso chiedeva se potesse o meno chiamare l'oste.

    Anche voi siete qui per i pregiati legni delle montagne fumanti?

    Aveva letto in una cartina il nome della catena montuosa ma aveva inventato di sana pianta il pregio dei legni per capire se chi aveva davanti potesse avere qualcosa da nascondere e fingere di rivelare qualcosa su di lui in modo che sembrasse non avesse niente da nascondere. Chiedeva apparentemente per far conversazione ed in lui niente poteva far sospettare che lo facesse per altre ragioni, non sapeva ancora se Mei potesse essere un problema, quindi l'avrebbe lasciata in camera in compagnia di Kubomi su cui aveva posto per sicurezza un sigillo di comunicazione.

    […]

    L'accompagnatore rispose positivamente a Ryugi.

    Si, per tutto il tragitto, non sta andando sicuramente a memoria, ma non sembra segua degli odori, almeno io non ne percepisco di particolari, anche se ammetto che possano esserci ninja con nasi migliori non penso che una scimmietta così giovane possa fare tanto di meglio.

    La conferma porto la sunese a nuove domande, questa volta per la piccola scimmia.

    Forse una sorta di sesto senso, come quello degli animali migratori.

    Ipotizzò la scorta mentre Akayuge, compreso che i due volevano comunicare si sedette ad ascoltare con attenzione, ma più che altro ad osservare i gesti. La risposta fu sorprendente rapida il dito del primate infatti si mosse e con un espressione felice non indicò il centro del petto ma leggermente sulla sinistra: il cuore. Possibile che fosse in grado di dare quel tipo di risposta figurativa?
    O forse tra le scimmie il concetto di istinto era così comune che era normale raccontarlo. Al momento era certo che Akayuge seguiva il fuoco, sulle sue tracce era partito ed ora stava tornando, ma se aveva soddisfatto le sue esigenze e tornava a casa cosa poteva fargli sorgere un dubbio?
    Ryugi si pose esattamente quella domanda e armata di indice ed un po’ di fango il macaco fece dei semplici disegni, una faccina che rappresentava se stesso, una per Ryugi con tanto di fiammelle e una per la guardia, un po’ storta e generica.

    Ei!
    Non sono così brutto!


    Ma il macaco non se ne curò, chiedendo pazienza per la sua arte. [Arte contemporanea]
    I volti vennero disegnati una seconda volta a destra, rendendo speculare quell'opera d'arte. Leggendola da sinistra verso destra si sarebbe dunque vista una linea tutta punte con dei cerchi irregolari sotto di essa e tra i due era stata posta una casetta con una faccia scimmiesca dentro, a poca distanza la prima faccia sarebbe stata quella di Akayuge, poi Ryugi e invine la guardia. Sulla parte destra della sua opera invece si trovava la guardia, Ryugi e poi Akayuge e oltre loro una sagoma umana che stava davanti ad una fiamma, in una posa solida e marziale sulla quale rimbalzavano cose.
    Posto davanti alla possibilità di scegliere si diresse quindi a destra, scegliendo tra le due la cosa più vicina che dopo una mezz’ora di cammino si sarebbe rivelato essere un piccolo villaggio. La scimmietta parve animarsi di una frenetica impazienza caracollando per le vie ad un passo spedito e salendo su per le case con agili balzi tra i balconi, in pochi minuti setacciò quella prima porzione ed andando a tentoni giunse finalmente in una locanda fermandosi davanti ad essa ed indicando il piano superiore. Neanche il tempo per i due di chiedersi cosa fare che la piccola creatura si acquattò sulle gambe divenne per un momento rossa come un peperone e dopo uno sbuffo si lanciò come un fuoco d’artificio a vapore dentro la finestra!
    Questione di istanti che dal suo interno provvenì un gridolino, immediatamente soffocato.
    Se i due avessero seguito la scimmia l'avrebbero trovata a battere felice le mani davanti a Mei mentre questa era indecisa se essere felice o spaventata.

    E voi…chi sareste?

    Chiese esterrefatta.
    Sotto sembrava che nessuno avesse sentito niente.
    Se avessero deciso di essere dei civili e passare dall'ingresso della locanda indubbiamente avrebbero dovuto presentarsi e spiegare la situazione per accedere alla stanza


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    facciamo un leggero restiling, è diffuso e non puntuale, ma dice le stesse cose pur creando zone di luce e ombra degne di indagini on game.


    Il Culto di Somujo

    Ambientazione della Setta di Somujo



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    Informazioni generali

    Non ci sono attualmente nozioni certe su come sia nata la setta dei Somujo e su come si sia sviluppata nel corso del tempo. Sono sopravvissute al tempo solo dicerie relative ad un misterioso ninja, attivo nel periodo antecedente l'accademia che volesse imbrigliare la Realtà Tangibile al suo volere, trasformandola in un mero strumento per i suoi scopi. Pochissime le notizie sui suoi spostamenti in quel periodo di grandi leggende in cui lui sembrava agire sullo sfondo, accumulando conoscenza e potere dove gli altri neanche si soffermavano ad osservare. Pare che la Setta sia giovane e che sia nata dopo quel periodo e non nelle terre accademiche bensì in un luogo lontano dove in assenza di etica e civiltà lo spirito violento di quell'uomo potesse trovare terreno fertile. Un luogo ricco di misteri e culti non noti nel continente dei ninja, culti che similarmente a Jashin fanno della linfa vitale umana la loro forza appoggiandosi ai favori di un dio a cui sacrificano le loro vittime. Non è ben noto se ci sia realmente un culto alla base di questi metodi o se sia solamente un modo utile ad addestrare la mente a superare il limite della ragione e della conservazione della specie.
    Somujo, questo il nome della cruenta divinità o di quella che viene chiamata tale, sa come soddisfare l'avidità di potere ed il patto oscuro a cui si legano i suoi adepti permette loro di spostarsi ignorando i limiti dello spazio e del tempo, rendendo spostamenti che richiederebbero giorni brevi quanto un pensiero, trovare asilo nelle ombre e da esse sferrare attacchi mortali... al piccolo prezzo della carne dei propri simili.


    Forti di notte e deboli di giorno, la setta di Somujo si è sviluppata da un ristretto gruppo di ninja che abitavano più a Ovest del Paese dei Demoni, per volere di un Uomo che ha intuito il potenziale di un ambiente che con la sue avversità instillava nell'uomo i più biechi pensieri. Fu così che oltre gli alti e aspri picchi delle Montagne Oscure, dove il sole non riscalda la terra con i suoi raggi, la malizia di un uomo pronto a tutto per raggiungere i suoi scopi ha fecondato le menti con le sue bieche conoscenze trasformando rituali antichi come il mondo in strumenti per le sue conquiste. Dopo un lento periodo in cui i rituali mantennero la loro natura sciamanica potenziando solo i pochi che già ricorrevano ad essi, ma col tempo la natura umana prese il sopravvento facendo avvicinare anche persone che non erano interessate allo spirito ma al mero potere garantito da Somujo. I rituali un tempo utili a sondare i meandri di un mondo altrimenti inaccessibile all'uomo si trasformarono da una tradizione culturale ad un modo per ottenere il potere.


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    La setta di Somujo applica il concetto di esclusività e selettività: non tutti possono essere ammessi e, nella maggior parte dei casi, sono gli stessi adepti a cercare coloro che reputano meritevole di servire Somujo e che potrebbero piegarsi alla tentazione di ottenere il potere. Non accettano rifiuti e, qualora ne ricevessero, potrebbero usare metodi alquanto bruschi per convincere il Prescelto a entrare nella loro organizzazione. Un esempio di questo è il sacrifico della madre di Tasaki Moyo, mangiata viva in seguito al rifiuto del ninja di Oto a entrare nella loro setta.

    CITAZIONE
    questa parte ha davvero poco senso leo, come posso rendere qualcuno fedele ad un culto, costringerlo a determinati rituali e ad uno stile di vita determinato dal nulla?
    va bene un pò di fantasia ma un simile metodo non ha alcuna efficacia, chiunque davanti ad uno scenario simile o si toglie la vita o punta a distruggere tutto, e va bene allevare qualche serpe in seno tipo sit ma se questo è un metodo e le serpi sono troppe prima o poi soccombi XDDDD

    La setta di Somujo applica un bieco concetto di esclusività e selettività, non tutti possono essere ammessi e nella stragrande maggioranza dei casi sono gli adepti che vagano per il mondo scelgono degli obiettivi da reclutare. Un buon adepto deve essere egoista e una naturale tendenza al sopruso e all'autoconservazione in modo che il seme dell'Oscurità possa germogliare in lui. Questi requisiti non sempre devono essere evidenti alla luce del sole, non è raro che i puri di cuore vengano corrotti con atti di efferata violenza atti a stravolgerne la vita e spezzarne l'animo per poi servire loro il dolce veleno del potere di Somujo come unico mezzo della loro vendetta, offrendo le carni dei loro aguzzini come prezzo da pagare per accedere a quella nefasta sorgente di potere. Basta un tocco perchè l'oscuro volere della setta metta forti radici nella psiche dei suoi adepti soffocando la voce della ragione e del perdono, portando a galla gli istinti più violenti, anche se a volte qualcuno trova strade differenti per soddisfare il patto.

    Per adempiere agli ordini del Sommo Sacerdote, che reputano la persona vivente più vicina a Somujo, gli adepti sono pronti a tutto, persino sacrificare carne e sangue, ma il Sommo Sacerdote conosce i suoi sottoposti e raramente chiede a chi è nelle sue grazie simili sacrifici. Egli sa che anche l'oscurità non si può nutrire di soli soprusi.



    Luoghi

    CITAZIONE
    qui riporta paro paro le montagne oscure, fare due topic è dispersivo e più disordinato, inoltre sono la medesima ambientazione, una ne compone la geografia e l'altra una setta presente in essa.
    se può esserti utile descrivi il luogo con in mente Mordor, mi sembra che ci siano delle affinità e può aiutarti ad aggiungere dettagli interessanti.
    un plus potrebbe essere citare questi sciamani oscuri che facevano i primi rituali tieni a mente una cosa: l'oscurità fa paura anche a chi la usa, i rituali devono essere pochi prima dell'arrivo di sonujo
    potrebbe essere interessante una descrizione sommaria dei templi (magari hanno elementi ricorrenti) o del tempio principale

    Scopo

    CITAZIONE
    proviamo a rendere la cosa più concreta...

    Solo ai membri di rango più basso, desiderosi di carne e violenza viene venduto il mito della divinità di Somujo con grandi promesse di magnificenza e sangue, che si faranno più abbondanti e frequenti scalando i ranghi della setta mentre ai pochi di essi che sono realmente degni di accedere al sapere saranno aperte le porte del Primo Tempio.
    Il Primo Tempio, nascosto tra le montagne Oscure è il luogo in cui la setta si rivela per ciò che è realmente, un luogo di macabro apprendimento in cui il mondo viene mostrato per come la Setta crede che sia: un angolo di una dimensione isolata che vogliono consacrare al loro dio perchè abbiano potere a sufficienza da plasmarla secondo il loro ideale.
    I testi del tempio sono sconfinati e criptici e la loro interpretazione impegna gli adepti fin dalla nascita della setta che nel loro significato cercano un modo per consegnare questa realtà nelle mani di qualcuno che possa manipolarla per plasmarla secondo il suo volere.
    Non ci sono limiti alle libertà degli adepti purchè rispondano alla chiamata di Somujo quando questi esige strumenti che eseguano il suo volere, tra le caotiche scorribande sono note le ricerche di oggetti utili a sondare le connessioni e la presenza di altre dimensioni.

    Il singolare metodo con cui i Somujo forzano il reclutamento sembra suggerisca una connessione tra le loro vite e la capacità di esplorare piani dell'esistenza diversi da quello di provenienza, rivelando la necessità di particolari sacrifici che non coinvolgano esclusivamente semplici civili.

    Non c'è ostacolo che possa fermare l'apertura delle porte del mondo.


    Somujo



    Membri

    CITAZIONE
    qui qualcosina in più la scriverei, aggiungi una breve descrizione dei ruoli e delle conoscenze che possiedono e magari indicando i nomi con dei punti interrogativi eventuali persone di spicco di cui si può sapere qualche miniiima informazione, sarebbe bene anche che tutti e tre i ranghi abbiano un nome, anche se comune tipo "sacerdote, adepto, apprendista"

    Quasi tutti i membri di Somujo mantengono un elevato livello di segretezza della loro identità, motivo per cui poco si sa di chi siano, ma alcune cose si conoscono sulle loro abilità. La storia ricorda, per esempio, di un ninja che seguiva non solo i comandi di Somujo, ma anche di un’altra divinità del sangue. Sembra, inoltre, che tra di loro ci siano anche dei fanciulli. Per il resto, si sa che la gerarchia della Setta è suddivisa in 3 livelli: il Sacerdote Supremo, dall’identità nascosta, di cui più in basso ci sono i membri con un livello di apprezzamento più elevato da parte di Somujo, per finire con i nuovi arrivati. Si suppone che scalare dal primo livello al secondo sia semplice, ma che sia estremamente difficile giungere all’ultimo livello partendo dal secondo.






    Le giocate di riferimento:


    La comparsa alla tomba di Asmodai
    Attacco a Oto
    Fulmine Nero
    Oto attacca Somujo


  3. .

    Reborn

    X




    In risposta a Yato il clone fece solamente roteare abilmente la mano, assumendo una posa di guardia rigida ma ben strutturata, dava l’impressione di lasciare punti scoperti ma erano probabilmente solo abbocchi.
    All’attacco di Yato il clone non avrebbe risposto utilizzando la spada, si sarebbe infatti acquattato, facendo in modo che l’assenza di ostacoli su cui impattare lo facesse per forza cadere sopra gli acuminati spuntoni, tuttavia, durante il movimento la liana prevista da Yato gli si avvolse sul braccio di fatto costringendolo ad una posizione ancora più scomoda e difficile da modificare. Se fosse stato un normale shinobi sarebbe probabilmente rimasto incastrato in quella difesa, ma i suoi piedi ripresero controllo sul legno attorno a lui, facendolo affondare e dandogli maggior capacità di movimento, ma insufficiente a sfuggire dalla minaccia del secondo fendente che riuscì a tagliargli la fronte, scollegandolo dal chakra del Senju e di fatto isolandolo. Al momento quello era più di un clone e nonostante la mortificazione non potesse rilasciarlo, non solo riuscì a sconnetterlo ma parve ridurlo in uno stato comatoso.
    Nonostante la nebbia dell’incoscienza che iniziava a risalire la schiena di Yato tuttavia il chunin potè sentire l’ambiente scaldarsi nuovamente mentre il Dominio tentava di uscire da quel contrattempo forse aiutato proprio da quella fonte primordiale di energia appena scoperta.

    Yato!
    Yato!


    Raizen si rigirava sul terreno come una tartaruga sul guscio, stordito da una dose di veleno ormai eliminata che aveva messo a dura prova il suo fisico lasciandolo stordito e scomodo all’interno del suo stesso corpo, come se avessero messo sopra il suo scheletro un abito di muscoli e pelle di due taglie più grande.

    Non puoi lasciarlo così!
    Si libererà!


    Assunse due tonici per ripristinare il chakra e generata una mano scheletrica grazie al chakra della volpe la lanciò a Yato, appena fosse arrivata a lui gli si sarebbe stretta al polso, rivelando la presenza del suo terzo tonico di ripristino.

    Impasta del chakra, lo scheletro si attiverà permettendoti di emanare una parte del demone e quindi del mio chakra, decidi cosa è più adatto e metti fine alla vita del clone prima che gli venga dell’altro in mente!

    Affidato quel compito a Yato restò a terra, sfiancato, mentre Ou si avvicinava al chunin in caso ci fosse stata necessità di un ulteriore aiuto. Rimase quindi da solo con le due uova, poteva percepire la vita al loro interno ma sapeva bene a cosa aveva dato origine in realtà, una sorta di restart, un bozzolo di cura. Li osservò a lungo cercando di capire se la cicatrice rimasta su quelle due nuove entità sarebbe stata rimossa un giorno o se, come tutte le cicatrici, sarebbe rimasta un monito per il futuro.

    Cosa farai ragazzo?

    Rifletterò per ora.
    Potrei dare una mano ad entrambi ed affrettare il loro ritorno, ma credo che sia giusto che abbiano il loro tempo per respirare isolati dal mondo e che ci siano altri draghi ad accoglierli quando saranno pronti.
    Sono i primi Ou… i primi draghi che sono riusciti a tornare indietro da quella terribile maledizione.
    È già magnifico questo.
    Senza contare cosa sono stato in grado di fare.
    Mi chiedo se un giorno riuscirò anche con Jigoku... ma stiamo parlando di un problema così grande da dover essere affrontato in maniera differente.
    Tu ricordi com’era prima che la furia lo facesse impazzire?


    Quando gli venne data risposta si sarebbe infine rialzato, insanguinato e lordo di fango e polvere.

    Bell’ addestramento! Non trovi Yato?
    Ora torna a Kiri e raccontalo a quell’incapace di Kensei.


    Molto fanciullesco.

    Con le sue spadine del cazzo, e il sanguino, e l’odio da piscialetto.
    E la passione per il bricolage con cui si è rifatto mezzo corpo.


    Mimò movimenti impacciati di una scherma ancor più ridicola. Estremamente fanciullesco.
    Rise da solo, Yato non era capace di farlo e Ou aveva quel tipo di umorismo da padre che lo faceva ridere solamente di assonanze e storpiature di nomi.

    Andiamo và.
    Puoi andare Ou, verrò tra qualche giorno al faro, forse anche con i draghi dell’est.
    Porterò con me questi due ragazzotti e vedremo cosa ci aspetta.


    Il Guardiano si rilasciò con un cortese inchino salutando anche Yato.

    Mai pensato a delle evocazioni Yato?
    Pensa a degli scoiattoli che attaccano dai tuoi rami, incredibili.
    Ma non avvicinarti al clan Inuzuka, sarebbe una bolgia infernale!


    Disse divagando con la fantasia.
    Giorni dopo, passati a ritrovare il suo equilibrio fisico ed eliminare gli ultimi strascichi delle tossine toccò le due uova. Due vite distinte erano nate da un unica esistenza corrotta, due facce della stessa medaglia, cosa sarebbe stato di loro?
    L’ unica cosa che gli veniva in mente erano Dageki e Toppu, sia per il loro essere gemelli sia per la particolare comunione che avevano con Tenma e Q.
    Inspirò lentamente e nella mente gli ritornarono i flash di quei difficili momenti.

    Non divagare troppo nella logica, lascia che sia la forza del tuo sentimento ad aiutarti.
    Se loro lo sentiranno non potranno fare a meno di ascoltarti!


    La voce di Ou gli arrivava ovattata come un ricordo mentre con la forza della mente cercava di tracciare una linea tra ciò che era bene e ciò che era male.

    Menti adulte sono complesse, cerca gli istinti primitivi, la loro origine, fatti seguire a ritroso fino a che non sentiranno bisogno di essere protetti!

    Ogni parola era comprensibile ma cadeva su un terreno poco fertile essendo quella la prima esperienza in tal senso per il Colosso. Cercò però di seguire il consiglio e con quell’obiettivo in mente ripercorse a ritroso ciò che aveva percepito quando aveva fatto schiudere l’uovo di Kushami riuscendo a far regredire quella che per facilità di interazione chiamava energia ad uno stato più primordiale. Le due entità si separarono come acqua e olio, confluendo in quella sorta di contenitori in cui erano stati trascinati con la forza con cui si educano i bambini, gentile in qualche modo ma ferma. Per quanto Raizen potesse esserlo ovviamente.

    Bravo Guardiano.

    Si ritrovò con entrambe le uova in mano, ed il se stesso con i lineamenti di Ou che lo accoglieva dopo un breve mancamento, come se fosse rimasto troppo in apnea.

    Sono… sono apposto?
    Quello di Kushami era un po' diverso, anche quello di Kubomi.


    A ben pensarci considerando quanto la nascita di un drago fosse rara probabilmente Raizen era tra i più prolifici genitori dei quattro clan.

    Sono equilibrati, si.
    Il passato non si cancella con un colpo di spugna, è andato tutto come doveva andare: bene.


    Ou sorrise nuovamente e infondo lui poteva percepire che nelle uova non c’era niente di diverso dal solito, espirò, esauso, e si abbandonò al terreno.

    Ho sempre pensato che fossero insolitamente piccole.

    Beh, è normale se creature delle mie dimensioni dovessero deporre un uovo sarebbe gigantesco, ma come sai non è qualcosa di fisico, anche se è curioso che sia proprio un uovo.
    Forse in quella forma c’è una perfezione che sottovaluti e di cui il nostro istinto è consapevole.
    È forse più sorprendente pensare quanto potenziale ci sia in qualcosa di così piccolo.


    Annuì in silenzio, osservando le uova, erano poco più grandi di uno di quegli strani palloni ovali che aveva visto usare ad alcuni sportivi di Iwa.
    Riaprì gli occhi, constatando nuovamente che tutto procedeva senza errori, avrebbe potuto tranquillamente percepire tracce di corruzione e non ce n’erano.
    Aveva già fatto avvisare i draghi dell’est, si sarebbero potuti muovere attraverso il faro mentre lui avrebbe dovuto ricorrere ad un passaggio per recarsi al nord, non aveva fatto preparare niente di strano lasciando che fossero i draghi a decidere come dovessero accogliere dei loro simili e quando arrivò capì di aver fatto la scelta giusta accorgendosi che un mondo in equilibrio sarebbe stato un mondo migliore. Il cielo che sovrastava la valle del vento era azzurro intenso, sgombro da nuvole se non per quelle su cui saltavano i draghi, ma il tramonto era striato di rosso ed il vento carezzava la pelle in correnti turbinanti col tepore dell’estate alle porte, trasportando l’influenza di entrambi i clan. Era aria di festa, c’era felicità attorno a lui ma anche tensione.
    Il Guardiano dell’Equilibrio venne trasportato nella valle al ritmo di una musica che viaggiava nel vento così come lui si muoveva da un dorso all’altro in un mare di spire che lo accarezzavano con affetto.
    Salì in cima al faro e in una piccola conca priva di particolari dettagli posò entrambe le uova.
    Guardò in alto con speranza, i draghi volavano in grandi cerchi sopra di lui a perdita d’occhio, sorrise, sereno nonostante tutto, nonostante quello non fosse che il primo passo. Non riusciva però a credere che quel momento dovesse appartenergli in via esclusiva in nessun modo, anche perché non era a lui che stavano tornando quei draghi ma ai loro simili.
    Raizen era vicino ai draghi, così vicino da sentirli fratelli, ma sapeva che nel conservare il suo spirito e consapevolezza da umano poteva capirli al meglio delle sue possibilità perché per quanto entrambi provassero ad immaginarsi l’altro non lo sarebbero mai stati, reprimendosi nei limiti di uno stato che in realtà non era limitante. Il vero traguardo era conoscere il prossimo conservando se stessi, in modo da accrescersi con le incertezze altrui, un valore umano inestimabile.

    Coraggio, questo è un passo verso la pace per tutti.

    Il suo corpo per un attimo divenne una porta per tutti i draghi verso le uova e nella sua mano confluirono le zampe di tutti i draghi in una sovrapposizione così forte da brillare di luce propria. Quando la luce scemò tutto era immobile in attesa che i due draghi si rivelassero, facendosi vedere dopo millenni di isolamento.

    Benvenuti, fratelli.
    Raccontateci tutto.


    E con tutto intendeva tutto, cosa ricordavano, cosa sentivano, anche come gli sembrava il vento, l’importante è che comunicassero, tutti volevano sapere com’era tornare al mondo.

  4. .

    Equilibri

    IX




    Il piano con Yato venne concordato rapidamente, sorprendentemente rapidamente in realtà, e si svolse con chirurgico e meticoloso trasporto andando a buon fine, quantomeno per quanto riguardava la salvaguardia di Kushami, i rimanenti scenari restavano partite aperte e negli infiniti istanti di smarrimento dovuti al Vuoto potè anche vedere la frustrazione di Shinryu, qualcosa di cui neanche i millenni di apatia che aveva attraversato potevano privarlo.

    Un’ altra vittoria da rimandare, sembra.

    Il vecchio eremita aveva perso un pò di loquacità, ma le sue sentenze erano stiletti affamati di vergogna e dopo un sorriso malevolo lo scherno lo trasportò in una risata gracchiante mentre la coscienza ritrovata li allontanava. La riunione però non fu affatto priva di difficoltà, già durante l'esperienza del vuoto integrare le due coscienze non fu semplice nonostante fossero state predisposte per quel compito. Integrare il Vecchio Raizen, frutto di consapevolezze completamente differenti e di esperienze di diverse misure più abbondanti somigliava ad un sogno ad occhi aperti che non voleva terminare, una sorta di esperienza a quattro occhi che rendeva difficile comprendere quale punto di vista sulla realtà fosse migliore. Il problema non risiedeva soltanto nella quantità delle esperienze ma nel fatto che alla montagna non tornò la coscienza di un clone ma quella di un Raizen che aveva vissuto una seconda vita che non era definibile parallela, bensì alternativa, e più lunga di quella dell'originale un eventualità fuori da ogni probabilità statistica. Fu un impatto di coscienze che si affrontarono con la sola arma dell'ego, riconoscendosi ma portate per istinto all'autoconservazione e quindi a voler mantenere la propria indipendenza, uno scontro tra l'esuberanza giovanile e la testardaggine senile. Il piccolo gruppetto perse quota, arrivando al suolo mentre ondeggiava come una mosca ubriaca e Raizen farfugliava qualcosa di incomprensibile a volte toccando Yato in maniera compulsiva ma ordinata, quasi in preda ad una visione.
    Quando riuscì a focalizzare quei pensieri, compattandoli quasi, si sorresse il capo, non si capiva se perché dolorante o perché troppo stordito per mantenerlo fermo senza supporti.

    Aaaahhh!
    Maledetto…


    Imprecò a mezza voce.

    Eh?
    Cos’è cosa?


    Si voltò ad osservare il particolare fiore e restandone subito turbato.

    Gli alberi, hai detto di averlo scorto tra di essi.
    Gli alberi che hai toccato durante l’addestramento, temo che fossero in qualche modo sotto la sua influenza


    Aveva tremendi sospetti che quel viscido Aspetto, esattamente come aveva fatto Ozma con lui, si fosse preparato un piccolo piano di riserva, forse incapace di impossessarsi di Yato ma da non sottovalutare.

    Va eradicato con attenzione, se distrutti emettono qualcosa, una sorta di ultimo respiro che se non viene opportunamente attaccato continua a spostarsi da un ospite all'altro, vanno usati due chakra differenti o sarà inefficace, anche se non so se ne sia in grado se il precedente contenitore è sfornito di una minima quantità di chakra.
    Se è lì comunque vuol dire che è anche in contatto col tuo chakra, generalmente gli aspetti non sono in grado di renderti loro pari, ma potrebbero controllare ciò che produci col tuo chakra.
    Forse la tua abilità di Senju ti rende più sensibile.
    Cerca di non fare niente che possa nutrirlo, ci serve un po' più di potenza di fuoco.


    E proprio con l’idea di richiamare al contempo un alleato e un esperto di vita vegetale compose i sigilli della tecnica del richiamo sperando di riuscire a estrarre Henbane da quella coltre di veleno che lo stava consumando, ma così non fù. Non poteva ancora sapere cosa di preciso, ma di sicuro quello che scorreva nei draghi dell’ovest non era solamente un veleno ma qualcosa che trascendeva la carne e corrompeva l’anima e con essa viaggiò, fino a lui, fino al suo corpo. E dove la mente diveniva chakra e questo si diffondeva nel corpo inizio non la corruzione ma l’avvelenamento, troppo intenso in quella dinamica già instabile di suo. Questa volta rovinò completamente a terra, intorpidito dall’avvelenamento ma non incapace di percepire.

    N-No!
    Non i cl-cloni!


    Il suo consiglio strozzato però non riuscì a raggiungere Yato che eseguì la tecnica di fatto creando qualcosa dotato di intelletto ma non di una componente reale che potesse rigettare il Dominio. Il clone era puro chakra ed il modo in cui veniva generato da Yato poteva essere completamente controllato dal Fiore del Male radicato nell’emissione lignea di Yato. Andò tutto come previsto, tranne per il fatto che nascendo nel freddo quel clone non gli era estraneo, anzi ne diventò figlio. Il doppione ligneo del Senju nacque nero come l ‘ebano, con un colletto del medesimo colore ad abbracciarne la testa come se fossero petali e pistillo ma perfetto in ogni altro elemento seppur non completamente somigliante a Yato.

    Hokage-Hokage...Hokage… Hokage…

    Ripeteva come se fosse un pensiero che andava perdendosi in una nuova consapevolezza che non aveva come principale obiettivo la vita dell’Ombra del Fuoco.

    -ge… Hokaje… Hosaje… Hosenju…
    Yato Senju.


    Il freddo cha Yato aveva utilizzato per quell’avvelenamento si era allontanato da lui ed a meno di volerne rilasciare dell’altro poteva percepire il ritorno del naturale tepore di un corpo umano, stessa cosa che si poteva dire dell’ambiente attorno a lui, come se la frizzante aria della primavera venisse privata della sua freschezza.
    KuroYato assunse una posa marziale e portando la mano sul fianco dove non c’era alcuna spada ne materializzò una di Ghiaccio, solido e trasparente come il vetro per poi sparire. Yato ne avrebbe percepito qualche rapido flash, prima alla sua destra, poi sinistra, poi alle spalle e dopo un passaggio sopra la sua testa il clone si fermò alla sua sinistra eseguendo un affondo magistrale diretto al suo torso ad una velocità tutt’altro che da sottovalutare. [ST 1 e 2] Il contatto non solo avrebbe aperto una discreta ferita se fosse andato a segno ma avrebbe forzato il rilascio del gelo intorpidendo i muscoli del Senju e rallentandone i riflessi. [Nota] A prescindere dall’esito dell’affondo se Yato non avesse scollegato il clone questo avrebbe assorbito altri due bassi per poi riempire il terreno attorno a lui entro un metro e mezzo con acuminati paletti, non troppo grandi da impedire movimenti del corpo ma abbastanza da ferire i piedi, come se tentasse di salvaguardarsi da attacchi di spada. [Nota 2]
    La Montagna invece era ancora franata al suolo in una corsa all’ultimo legame chimico per la vita con un evocazione che era sostanzialmente un veleno per l ‘anima. Sapeva di essere per sua stessa natura un antidoto, l’inclusione dei draghi nel suo contratto li riavvicinava alla natura e al rapporto che avevano con essa, già con Kushami però quella dei draghi verdi si era dimostrata una maledizione ostica e particolarmente resiliente da debellare, come se quella primaria fosse più coriacea delle altre o forse perché particolarmente complessa per lui da affrontare essendo i veleni una sua debolezza. Non bastasse il veleno, il contatto era completamente differente, non era fisico quindi soluzioni che lo coinvolgessero non erano contemplabili, bisognava agire su un piano differente.
    Nel caleidoscopio di dolore due elementi iniziarono a prevalere, come se la sua esperienza nel vuoto si stesse rendendo in qualche modo utile assegnando ad Henbane il Bianco e ad Hakike il Nero. Il drago nella sua condizione attuale era un amalgama tra le due cose, certo destinato alla distruzione, con una predominanza di nero, ma la sua esistenza era ormai composta da due parti, era davvero possibile eliminarne una?
    Ci poteva essere equilibrio se fosse esistito solo il bianco?
    La risposta la conosceva: in qualche luogo doveva esserci qualcosa a bilanciare la luce così come Hakike non poteva sopravvivere se sopraffatto dal nero della maledizione non poteva neanche diventare pura luce poiché non avrebbe avuto niente a definirne i confini.

    Bisogna… bisogna…

    Le parole non potevano esprimere, ma la mente avrebbe richiamato Ou, ancora presente nel suo clone.

    Hakike ormai esiste, così come un tempo esisteva solo Henbane, il nostro compito non è cancellare, il nostro compito è equilibrare.
    Una volta l’ho fatto schiudendo un uovo, questa volta lo creerò.


    Sapeva come i draghi davano origine alle uova, non era qualcosa di definibile dalla biologia, come non lo erano loro, le uova nascevano dalla necessità di sfogare un nuovo sentimento che si generava dal legame tra due draghi, era un intenzione più che un atto. Estremizzando il concetto, in un certo momento del loro ciclo di esistenza che includeva anche quello in cui non erano fisici i draghi non erano che energia, impossibile per lui da carpire nella sua natura più intima, ammenochè la sua anima non fosse in comunione con quella di un drago. Il rapporto però non era indispensabile, se un drago aveva qualcosa da trasmettere, una completezza dell'animo tale da reputarne utile la condivisione poteva generare autonomamente un uovo, tutto ricadeva in un unico grande obbiettivo: propagare e vigilare sull’equilibrio.

    Il nostro intento è quello di salvare un nostro simile senza che la sua esistenza causi uno squilibrio ma al contempo separarci da qualcosa che rischia di ucciderci.
    Se è qui non è solo veleno, se è qui è qualcosa legato all’anima e se si lega all’anima dei draghi possiamo trattarlo come se lo fosse.
    Non so se riusciremo davvero a concretizzarlo, ma il nostro obiettivo è separarlo.


    Sarebbe stato Ou a guidarlo nelle rifiniture, per quanto l’energia scaturita dai moti dell’animo fosse il suo pane quotidiano qui si stava parlando di manipolare il concetto di vita spirituale, bisognava affrontare il male accettandolo come parte integrante del bene per uscire indenni da quell’esperienza. Nonostante quell’intercessione tuttavia non avrebbe in alcun modo permesso a Ou di toccare quel miasma o interagire con esso, non poteva nuovamente esporlo ad una forma di corruzione, gli avrebbe quindi fatto creare un clone che eseguisse la tecnica di evocazione, ma non con l’intento di evocare Henbane bensì Hakike, la sua parte nata con l'esposizione al veleno. C'era un paradosso in atto: due frazioni del medesimo chakra stavano evocando ciascuna due parti distinte dello stesso essere in un tiro alla fune che forzava le basi stesse del mondo degli shinobi. Qualcosa di particolare avveniva in quel momento, Henbane era in balia di quel processo e Raizen faticava a comprendere come potesse essere quel momento dal suo punto di vista, risvegliato da un venefico torpore comprendeva che la violenza e la malvagità con cui aveva agito non apparteneva a lui ma ad una sua versione artificiale ma non per questo meno viva.

    Henbane, tu sei vivo, puoi vivere e rinascere.
    Posso darti le energie per combattere, ma devi prenderle!


    Dall’altra parte c’era tutto ciò che poteva essere Hakike: veleno? Coscienza? Istinto?
    Non sapeva cosa fosse ma doveva agire trasformando le sue intenzioni in un mantra di protezione.
    Proteggere Henbane dal veleno, proteggere Hakike dall’oblio, proteggere gli altri draghi dalla corruzione che incarnava. Proteggere. Per questo era necessario rinchiudere. Mentre ogni oncia della sua mente era impegnata ad immaginare come un uovo dei draghi potesse svolgere quel compito, dando una logica ad un processo che per i draghi era istintivo e quindi difficilmente trasmissibile riuscì a trovare un modo per semplificare il concetto. I cloni quando diventavano guardiani non erano che contenitori, così come lo erano le uova che proteggevano una vita in via di sviluppo, quindi il clone stesso poteva convertirsi in un recipiente che sigillasse Hakike.
    Ai draghi stabilire se un incubatore simile potesse essere un uovo e se fosse possibile che un umano ne fosse in grado, posto che Raizen in quel momento fosse definibile come completamente umano.
  5. .

    Anti-Virus

    Old Man Raizen
    VIII




    L’opinione di Yato sulla situazione di Tian lo fece sorridere.

    Ho visto divinità venir ingannate, penso che anche le loro decisioni possano subire la stessa sorte.
    Basta avere le giuste conoscenze, e la conoscenza non ci è preclusa.


    Nemico o meno quella era un affermazione che Yato non poteva che condividere se voleva darsi una speranza contro quello che lo aspettava, purtroppo per lui non sapeva che presto quell’affermazione l’avrebbe messo alla prova.



    […]


    L’Hokage annuì, falsamente concorde all’affermazione di Shinryu.

    Vero, vero.
    Anche io sono immortale, sono ancora vivo.


    Fece qualche passo circospetto, osservandolo.

    È su questo che hai puntato quando hai fatto dimenticare della tua esistenza?
    Speravi che ciò che ti ha messo all’angolo subisse la stessa sorte?
    Perché un piano simile funzioni la tua corsa alla conquista deve essere più rapida della nostra evoluzione, malgrado tu abbia buoni argomenti.


    Indicò verso l’alto.

    Io temo che Tian sia ancora fuori dalla tua portata.

    Sentenziò senza ombra di menzogna.

    Escludendo che la sua maledizione sia qualcosa a cui puoi porre rimedio sarebbe comunque inutile controllarlo, la sua interpretazione della pergamena è un antitesi della tua, sempre che a te non sfugga la piena comprensione della stessa e tu lo voglia per essere più completo.
    Ma ammetto che se lo trovassi pesto, demoralizzato e affranto forse riusciresti a fargli le scarpe, tu sei uno di quelli che raccatta gli avanzi e dice di aver abbattuto la preda.


    Indicò nuovamente verso l’alto, e questa volta l’Esuvia, fortezza dall’innegabile potere assunse la forma di un mezzo fallimento.

    Già, mai sentito dell’albero che cadendo nella foresta da solo non fa rumore?
    Te la canti e te la suoni ma nonostante l’oblio non sembri uno di quelli che basa la sua esistenza con l’autoconferma… quantomeno per quanto ne so fino ad ora.
    Forse qualcuno che ha nascosto sotto il tappeto qualcosa di importante però si.
    In effetti mi chiedo, e lo faccio perché nutro una sorta di bieco rispetto per ciò che sei, come mai tu, un prodotto di Indra o supposto tale, sia riuscito a perdurare mentre lui no.


    Poco dopo la sua risposta Yato fece la sua proposta, ritrovando se stesso e Raizen nel mondo interiore per un rapidissimo scambio nel quale stava per dargli del cagasotto per via della sua proposta, fortunatamente elaborata quanto bastava da non danneggiare realmente il piccolo rettile.

    Va bene, ma sarò manesco, sappilo.

    Lo spostamento successivo di Yato annullò la tecnica ma non la recita.

    Debole io?
    Sei sempre pronto a chinare il capo alla soluzione più semplice senza renderti conto che ti accontenti a malapena di un pareggio che ti è stato imposto!


    A entrambi veniva naturalissimo recitare quella parte, tanto che pur sapendo della recita sarebbe stato impossibile comprendere dove iniziava e dove finiva.

    Mi basterebbe cacciarti una mano in bocca e sfilarti quella lingua saccente per renderti una marionetta se non l’ho ancora fatto è perché non è mio interesse!
    ...Tu cosa?


    Yato gli si avventò addosso scartando all’ultimo per poter intercettare Kushami, lui reagì normalmente aumentando la velocità grazie al chakra della volpe che fece scorrere in lui, afferrando le parti di legno ancora connesse al suo corpo per scansarlo dall’obbiettivo, ma non a sufficienza perché il suo colpo andasse fuori bersaglio.
    Kushami non era stata informata, e il suo stupore fu reale ma quella fu anche l’ultima interazione tra di loro, appena la spada gli sfiorò le carni venne pareggiata come suggerito dal labiale di Yato, ma lui finse sbigottimento e rabbia.

    Maledetto.

    Disse con gli occhi sbarrati.

    Infido verme codardo.

    L’avrebbe tirato a se ad una velocità inusitata, facendo sfilare oltre il suo fianco le propaggini artigliate per poi afferrarlo per il collo e sollevarlo come una bambola di pezza, anche se il peso era sostenuto primariamente proprio da qualcuno dei rami di legno.
    A quel punto però il suo piano aveva già preso forma ed avuto successo, nella sua parte fisica quantomeno, per il resto c’era ancora da lavorare. La presa su Yato vacillò ben più di quanto ci si potesse aspettare e se fosse stato sufficientemente rapido nell'osservarlo avrebbe potuto notarne gli occhi che vagavano nel vuoto per un istante prima di rigirarsi verso l’alto, nessuno dei due in quel momento sapeva cosa stava succedendo, quantomeno non mentre succedeva.
    Era il Vuoto.
    Il Nulla più totale circondò la mente di Raizen, riempendola di un assenza così assoluta che definirla in termini umani era impossibile, ne rimase frastornato e per un periodo indefinito terrorizzato in quanto l'abitudine a determinati stimoli era un abitudine così profonda che la loro assenza improvvisa era l'esperienza più vicina alla morte che si potesse sperimentare. Durò tanto e durò poco prima che si ricordasse che il Vuoto non era inafferrabile.
    Ma cosa era il Vuoto per una creatura che avesse coscienza di se?
    Nella sua definizione più superficiale uno spazio delimitato dentro il quale non erano presenti stimoli di alcuna sorta, eppure già in una visione così parziale del Vuoto questa affermazione era sbagliata, c’era aria e il suono poteva viaggiare attraverso essa e non solo, oltre l’aria c’era il muro che rifletteva i suoni generando echi. Se quella delimitazione spariva il vuoto diventava ancora più difficile da sperimentare perchè nuovi elementi riempivano lo spazio e non sarebbe mai stato possibile sottrarsene. Nella realtà di una creatura dotata di pensiero o memoria qualsiasi forma di vita esisteva in un ambiente che le permetta di vivere e la complessità della vita richiedeva troppe interazioni perchè fosse possibile privarsi della loro totalità, per questo non era banalmente il pieno ad essere l’opposto del vuoto, ma la vita.
    Fortuna volle che lui non fosse vita in quel momento, in quel momento era solo mente, una mente così dipendente dalle abitudini della vita, come era normale che fosse, che in loro assenza la prima necessità era rispondere a quell’assenza, non alla comprensione dell’assenza stessa. Tuttavia, in quel vuoto, l’esatto momento dell'apparizione della Montagna corrispondeva alla creazione di un vincolo, un pallino di yang dentro lo yin, piccolo, infinitesimale ma sicuramente presente. Nell’esatto momento in cui il vuoto gli era stato messo attorno aveva smesso di essere tale ma questo era un problema per la definizione di Vuoto, non una soluzione utile a comprenderne la natura, non ancora.
    Se voleva sopravvivere come Raizen Ikigami, no, come Raizen Ikigami Huangdì doveva impedirsi di diluirsi nel nulla e se voleva comprendere il vuoto doveva riuscire a lasciare indietro la sua concezione di vita nonostante questa fosse parte integrante di ogni aspetto di qualsiasi essere vivente. In quel momento era mente e nonostante l’assenza di tutto, persino di ciò che erano i gesti lui poteva comunicare. Avrebbe fatto due cose e quattro cloni nel più classico degli utilizzi della Kagebushin: accumulare esperienza.
    Quattro cloni senza memoria, neanche del più basico dei concetti della vita, mente pura e vuota, con due avrebbe comunicato, gli altri avrebbero avuto esperienza del vuoto senza che niente potesse inquinare ciò che avrebbero provato. Due cloni lo avrebbero salvato dalla pazzia, gli altri gli avrebbero permesso di comprendere.

    Tu chi sei?

    Si rivolse singolarmente ad ognuno dei due cloni adibiti al ruolo di ascoltatori, comunicando mentalmente ciò che il vuoto non permetteva di comunicare in nessun altro modo con le sue capacità.

    Tu sei Raizen Ikigami Huangdì.
    Hai dieci dita, cinque per la mano destra e cinque per la sinistra, tutte sormontate da un unghia nella loro estremità... due gambe..... un naso....... una bocca.......... denti............ capelli..............


    Un eccellente sistema di comunicazione per descrivere ciò che la mente conosceva, il largo e disparato utilizzo di cloni infatti gli aveva permesso di conoscere il suo corpo da un punto esterno meglio di qualunque altro shinobi del continente, non c’era posizione, muscolo e angolatura che il suo corpo potesse assumere che lui non conoscesse: Raizen poteva ricostruirsi sbagliandosi di una qualche manciata di cellule e col passare di quell’eternità anche quelle due menti diventarono suoi cloni nascendo dall’argilla senza forma che lui stesso aveva prodotto. Gli avrebbe passato la sua intera esistenza in un misto di parole, sensazioni e pensieri che avrebbero illustrato il suo stesso IO in via teorica, come qualcosa da studiare, ma non per questo estraneo, erano infatti pensieri e sensazioni che si confacevano così tanto a loro quasi da appartenergli ma la virgola che separava le due esperienze sarebbe diventata la sfumatura che avrebbe permesso la futura integrazione possibile.

    Tu sei Raizen Ikigami Huangdì, vivi nel presente agendo per il domani.
    Valuti il mondo cercando di evitare i preconcetti, le ingiustizie e perseguendo l’Equilibrio.
    Non c’è decisione che tu prenda se non dopo aver sperimentato ogni suo angolo e quando non lo trovi cerchi di immaginarlo in base a quelli in tuo possesso.


    Avrebbe raccontato a se stesso la sua vita, probabilmente fornendone una versione edulcorata tale da renderlo migliore di quanto in realtà non fosse e li dove le parole avrebbero potuto tradirlo generando contraddizioni e incomprensioni che avrebbero dato vita alle divergenze pericolosissime sarebbero subentrati ricordi diretti, sensazioni ed emozioni che avrebbero plasmato se stesso in un opera di autocreazione che avrebbe occupato quello spazio fino a quando quello spazio sarebbe durato poiché nel vuoto di tempo lo scorrere poteva essere determinato solo quando presente un concetto di inizio e uno di fine, ed al momento lui era l’unico concetto, l’inizio era se stesso e la fine sarebbe stata la fine, nell’eternità che intercorreva tra i due punti c’era spazio per qualunque infinito numero di mansioni, da uno a infinito.

    E dunque io chi sono?
    Cosa mi affligge?
    Cosa devo risolvere?
    Cosa definisce Raizen Ikigami Huangdì?


    Lo scambio sarebbe durato senza termine assicurandosi la persistenza della memoria e quindi di se stesso.
    Ma in quell’eternità di nulla cosa potevano fare due le altre due entità consapevoli?
    Pensanti era eccessivo, come si poteva pensare senza fertilità intellettiva?
    Tali erano quei due cloni, senza la guida di Raizen ma con solo il suo nome come seme staminale il primo istinto fu cercare, espandersi fino al contatto con qualcosa, e prima che si strappassero disperdendosi in quell’infinità si toccarono riducendo le dimensioni del nulla, accorgendosi seppur in maniera diversa che qualcosa poteva esistere lì. Un uno nello zero non poteva che restare uno, ma due uno potevano sommarsi e diventare qualcosa, sperimentando un esistenza nel vuoto. In quel modo ogni tocco diventava un barlume precluso alla vista di chi era abituato alla luce, la comunicazione cambiava, diventava tattile esprimendosi in tocchi gentili o forti repulsioni con le sfumature occorrenti a concetti che non fossero di primario interesse, crescendo in una reciproca influenza che li plasmava per rispondere a necessità completamente diverse da quelle di un essere umano. Sarebbe stato strano comprendere a pieno che anche per loro che erano mente pura esisteva il concetto di morte, le creature biologiche non vivevano a sufficienza per accorgersi che la mente poteva morire come il corpo anche se in maniera diversa, la morte della mente era lì: il vuoto. La totale assenza di stimoli, l’immobilità perpetua, il nulla più sconfinato insondabile dalla creatività poiché esso nessuno stimolo poneva dilemmi a cui dare soluzioni sfruttando ciò che era disponibile e andava rielaborato, in quel nulla l’unico e solo problema era l’esistenza oltre il dualismo che erano e che rappresentava il vincolo di partenza.
    Cosa c’era di vincente in quel vincolo?
    Il contrasto.
    La dualità di quel rapporto gli forniva il sostentamento necessario, essendosi sviluppati l’uno come reazione all’altro si erano polarizzati mantenendo la capacità di comunicare e comprendersi perché non potevano distanziarsi l’uno dall’altro: la loro parità e la loro non esistenza oltre quel rapporto li costringeva a trasformare ogni stimolo in due risposte opposte ed una terza di accordo generando una rete che trovava in quelle risposte i suoi nodi diventando in grado di riempire il vuoto con le proprie esperienze. Nell’eternità la scommessa di Raizen prese forma e i nodi diedero vita ad un sodalizio che proprio nella sua unione riusciva a decifrare il vuoto. Grazie all’assenza di preconcetti ed istinti potè accorgersi in maniera del tutto differente rispetto a Raizendi Come poteva esistere nel vuoto.
    Esisteva senza bisogno di esistere, quantomeno per la concezione che un essere fisico aveva del termine, dal suo punto di vista la sua era esistenza a tutti gli effetti anche se definita da necessità completamente diverse, l'interazione in primis e comprensione di quel “nulla” dopo, che ora mettevano in dubbio mediante la sperimentazione, se loro esistevano infatti il nulla era negato almeno in loro stessi, ma l’esterno come funzionava?
    Il rapporto era duale e complesso, l’esterno era sconfinato, così tanto che l’espansione non poteva abbracciarlo perché quanto più comprendeva le sue dimensioni tanto più dovevano crescere e quanto queste arrivavano ai limiti della sua comprensione per riempire lo spazio percepibile questo si ingrandiva in un continuo scambio di basi che non aveva modo di colmare. Compresero che espandersi non era la strategia migliore per comprendere e che il suo unico risultato era un cambiamento piccolissimo considerando il sistema di riferimento... ma non nullo. Nel momento in cui lui agiva il vuoto spariva a contatto con lui ma continuava ad esistere oltre lui impedendogli di sperimentare oltre ad esso.
    Ogni movimento della rete era lento, eternamente lento, eppure i contatti avvenivano ed ognuno di essi dava modo di comunicare qualcosa che in un tempo così dilatato era sempre nuovo ed al contempo delimitava una parte di nulla. Ci volle più di un tentativo per capire che quell'azione era inutile perché in quei limiti era contenuto comunque il vuoto e l'assenza di misura lo rendeva un frattale, infinitamente piccolo ed infinitamente grande. Solo attraverso uno studio eterno capì che il vuoto era dominato dalla stasi originata dall’equilibrio perfetto.
    Ne venne soggiogato e terrorizzato.
    Niente, neanche l'eventuale separazione dalla sua metà l’aveva mai impaurito come sapere che il concetto sul quale aveva basato la sua esistenza, ossia l’equilibrio del compromesso, se esasperato e portato ad uno stato di perfezione avrebbe portato al nulla più totale. Si agitò, urlò come aveva imparato a fare in assenza d'aria, si disperò come nessuno poteva capire perchè lui aveva compreso quel mondo e non si disperava della sua inesistenza si disperava per ciò che sarebbe potuto essere e non sarebbe mai diventato.
    Ma se qualcosa agiva e si disperava, se rifletteva e comunicava era indubbio che stesse modificando anche il suo stato, la sua disperazione non poteva essere uguale alla sua tranquillità: lui era ciò di cui quell’equilibrio necessitava per essere trasformato. Alla fine comprese realmente che lì dove l’Equilibrio era perfetto la minima fluttuazione nella giusta direzione avrebbe dato origine ad un effetto a catena in grado di generare il tutto purchè spinto nel giusto modo.
    Il vuoto prese ad esistere perché ora era compreso: un luogo di insondabile e immutabile equilibrio un grigio di una perfezione inscindibile in cui l’assenza di tutto si trasformava in oscurità per chi era avvezzo alle regole della materia, un luogo in cui era presente tutto a patto di saperlo estrapolare chiudendo il cerchio che permetteva alle cose di nascere nel vuoto e tornare in esso, qualcosa di possibile soltanto nel momento in cui si avesse piena consapevolezza dell’inizio, della fine e dell’eternità compresa tra una fine ed un nuovo inizio di ciò che si voleva creare.
    Nel momento in cui quell’essere duale giunse alla sua conclusione era quasi troppo tardi, se avesse iniziato ad agire l’eternità avrebbe giocato a suo favore e quella goccia si sarebbe trasformata in tutto, in troppo. Raizen non ne era consapevole ma quando il clone si dissolse la sua identità passò a quello che per comodità chiameremo Mente, portando con se ciò che aveva acquisito quando era in vita: Raizen Ikigami Huangdì.
    Due modi diversi di essere si incontrarono, dando a quell’esistenza una consapevolezza ulteriore: di essere parte di qualcosa di ancora più complesso, di un uomo che aveva reagito all’eternità sigillandosi in se stesso, preservandosi grazie al ricordo di sè, cosa stava facendo e perché era lì.
    Quando tutti i cloni vennero rilasciati percepì quel momento per ciò che era ed udì i passi distinti di qualcuno che voleva farsi annunciare da essi. Si voltò verso il Dominio, impassibile e insondabile, forse incapace di parlare l’idioma umano.






    Sei venuto a contrattare?


    L’immagine mentale della Montagna non poteva uscire indenne da quell’esperienza, e malgrado la sua mente stesse salda davanti a Shinryu, davanti al Dominio, negare che il vuoto l’avesse segnato era impossibile. Era un evidenza dalla quale il suo subconscio non gli permetteva di sottrarsi , ma le regole dell’equilibrio volevano che se qualcosa era morto qualcos’altro era sopravvissuto e fatto più forte, che se qualcosa era vecchio e debole qualcos’altro era giovane e forte, e la carne non doveva esserlo nel mondo della mente.

    Il Dominio non mi avrà mai e non avrai mai neanche Tian.
    Siete due facce della stessa medaglia, il vostro destino è coesistere.


    Il singolo clone di Raizen intanto si impegnava sull’altro versante, cercando un contatto con Hakike e trovandosi a dover fronteggiare quella massa velenosa che aveva percepito dall’esterno. Era qualcosa di permeabile tutto sommato, ma per il clone sarebbe stato fatale. Non era una protezione fisica era qualcosa di pensato per isolare la mente e come avrebbe potuto confermare dopo per distruggerla, non sapeva se il fine ultimo era la morte o l’assoggettamento ma a considerare dallo stato del drago non era qualcosa che badasse alla sua incolumità.
    La cascata d’acido costò tutto al clone, il dolore che percepiva non era quello della carne, non era quello il dolore che si percepiva in quel mondo. Il dolore di un cuore spezzato, di una cocente delusione, di una perdita irreparabile i dolori che appesantivano l’anima in vita li diventavano distruttivi lasciando niente più che cicatrici dolorose, dove un tempo c’erano amori, amici e fratelli. Un dolore che anche per l’originale sarebbe stato salato perché i ricordi cancellati non sarebbero tornati ma le sensazioni di quelle perdite si. Qualcosa però sopravvisse, il nocciolo della sua essenza riuscì ad oltrepassare quell’acido nelle parti più importanti del suo corpo, quella che poteva trasmettere un emozione e quella che poteva agire, aiutare.
    Di se non era rimasto che l’intento più forte, le consapevolezze più solide, quelle di essere un frammento che doveva tornare ad un unico e quella di dover aiutare, e con quelle poche briciole ascoltò e il suo occhio ne fu rattristato.
    Non poteva parlare perché la parola gli era preclusa ma lentamente la mano si sarebbe girata, faticosamente e dolorante mentre tremava per la fatica di un simile gesto veicolato esclusivamente dalla pura volontà mostrò il palmo, non ci sarebbero state proposte o soluzioni, non sapeva darle, non aveva conoscenze sufficienti, ma poteva aiutare sapeva di essere lì per quello.
    Ciò che non sapeva era che il corpo a cui doveva fare ritorno poteva essere un ricettacolo anche per quel rimasuglio e che se lui poteva farvi ritorno il drago poteva seguirlo tornando in un luogo dove la sua anima potesse trovare ristoro una volta libera dalla corruzione.
    Bastava un contatto, se lo sforzo di quel cammino fosse stato eccessivo per lui sarebbe bastata l'intenzione di accettare quell’alleanza dando a Raizen la facoltà di evocarlo puro come lo era in quel momento.
    Quando quel dolore fece ritorno nel corpo originale diede la spinta necessaria a sottrarlo da un conflitto che ancora non era pronto a superare ma lasciandolo in uno stato a dir poco pietoso, affaticato e spezzato nell’animo ma tutt’altro che vinto.
    Quando l’Aspetto sollevò quel dito sapeva che il bersaglio sarebbe stato Yato ed anche che gli attacchi delle esuvie erano imparabili con quell’oncia di preavviso. Chiese ai suoi muscoli ben più del necessario ma sarebbe bastato ad avere un contatto con Yato che dopo la loro recita era praticamente a contatto con lui, afferratolo si sarebbe teletrasportato con lui lontano da quel pericolo, vicino al guardiano con l’anima di Ou [SD + Teletrasporto]

    Ora comprendi perché il Dominio è al centro delle mie attenzioni.

    I due iniziarono a calarsi a terra e se non avesse percepito la presenza di Hanabe avrebbe tentato di evocarne l’anima, o una porzione sufficiente a permettergli di ritrovare le sue energie al suo interno, un corpo al cui interno scorreva la stessa essenza che lo animava.
    Intanto nei rami del Senju una sorpresa del Dominio, ben più infida dell'attacco appena evitato stava germogliano, un fiore nero come la pece che gli sottraeva il chakra per nutrirsi accrescendosi a sue spese, tagliarlo sarebbe stato impossibile, sembrava in grado di preservarsi anticipando le intenzioni di Yato con una resistenza pari alla forza che avrebbe usato per debellarlo, dopotutto era parte di se stesso. Raizen non dava segno di averlo notato, se ne sarebbe liberato? Come? [Acacia Oscura]


  6. .

    Hacking

    VII




    Il discorso sul Flagello si concluse con un cenno di assenso e un leggero aggiornamento delle informazioni allegate alla sua taglia, diverso fu invece per la questione Utakata.

    Non è comunque la migliore delle situazioni farti identificare come un konohaniano al servizio di Kiri.
    Non se vuoi mantenere pulita l’immagine di quel Senju in futuro, nasconderti e dare a qualcuno la possibilità di rintracciarti desterebbe sospetti sulla tua affidabilità come ninja della foglia, mentre un chunin che prende lezioni da un kage straniero è solo un buon esempio di collaborazione tra villaggi.
    Immagino dovrai agire.
    Finché l’immagine del villaggio non sarà danneggiata hai libertà di azione.


    Concesse chiudendo il discorso.


    […]


    Sia Raizen che Kushami si rabbuiarono alla domanda di Yato.

    Non ci sono certezze tranne una, i draghi sono creature complesse, non hanno il nostro ciclo vitale, vengono dalla natura, vivono per l’equilibrio e tornano alla natura.

    Kushami annuì.

    Ho vaghi ricordi, sempre più sfumati di ciò che ero prima che il mio uovo si schiudesse, una sorta di flusso in grado di sperimentare, di assorbire conoscenza e consapevolezza mediante ciò in cui scorrevo.

    Raizen continuò ad approfondire.

    Non possono nascere inclini al male perché sono oltre quella definizione, qualcosa deve portarli ad essa, può essere la pazzia, può essere un veleno, può essere la corruzione, forse determinate tragedie… e forse altri metodi a cui ancora non ho pensato.
    Non è semplice far capire cosa significhi essere chakra naturale, muoversi in esso e tornare ad esso.
    Tante creature lo sfruttano e lo comprendono a gradi più o meno elevati, a volte più dei draghi stessi, ma loro sono qualcosa che ha fatto un passo oltre, o dal chakra verso il mondo fisico o dal mondo fisico verso il chakra, non so quando ma al momento loro sono un tutt’uno con quel flusso, durante la loro vita fisica se ne separano, forse per acquisire esperienza per i loro stessi futuri.


    Non si sarebbe spinto a spiegare come Ryujin, Amesoko e Tenchou incarnassero concetti del creato stesso per non dilungarsi troppo in una spiegazione complessa che neanche lui aveva carpito a pieno.

    Quindi si, nel momento in cui i draghi dell’ovest hanno mosso contro i loro simili era evidente che qualcosa di esterno a loro li avesse influenzati.

    Le domande di Yato lo fecero sorridere, quella su Tian era una curiosità strana, sembrava quasi la domanda di un intervista o di un fan goloso di informazioni personali.

    Beh, che tu sia orfano dalla nascita, da dieci minuti o da un anno non cambia il fatto che tu sia un orfano, quantomeno finchè non sei abbastanza grande da rendere questa mancanza naturale

    Spiegò con leggerezza.

    Io lo sono dalla nascita, Tian non potè materialmente assistervi, un' antica maledizione lo costringe a saltare nel tempo e mia madre morì dandomi alla luce, anche se ho scoperto non per cause naturali.
    Cause che mi hanno dato grattacapi anche nella vita adulta.
    Diciamo che sono un orfano e un sopravvissuto, mio padre era una sorta di ronin quindi direi che da parte sua non ho una terra di appartenenza mentre mia madre si, lei era di Kumo e lo era da generazioni, uno dei miei avi era una sorta di Daimyo anche se gli piaceva più imbracciare le armi che la penna.


    Si fermò qualche secondo a riflettere.

    Chissà se potrei pretendere quelle terre per diritto di sangue, sono un discendente diretto dopotutto.

    Una considerazione a cuor leggero.

    A quanto pare nonostante il destino ho una mia storia.

    Concluse per poi porre la domanda sui genitori di Yato, aspettandosi una risposta ben poco diversa da quella che gli venne data.

    Non è esattamente scontato vista la situazione di Youkai, ma pare che per te non sia un problema.

    Non riporto ad alta voce la considerazione che avrebbero potuto abbandonarlo o condividere i terribili addestramenti necessari alla formazione di un agente di quel calibro, nonostante tutto gli sembrava troppo crudele. Ma considerando le esternazioni del chunin la sua era una limitazione che aveva valore esclusivamente per lui, Yato sembrava quasi contento e senza accorgersene mise dentro l’ultima considerazione una modesta dose di autostima.


    […]

    Shinryu pareva assolutamente a suo agio in quel contesto, dopotutto come biasimarlo, era lui la minaccia, Raizen per quanto pericoloso era una preda, certo in natura non era troppo raro vedere quel dualismo ribaltarsi, ma sulla carta ora era quello il suo ruolo, e se doveva ribaltarlo certo non l’avrebbe fatto a viso aperto.
    Le risposte del sibillino travestimento dell’Aspetto avevano un tono assai singolare, fine e pacato, non era qualcuno abituato a ricevere poca attenzione quando parlava, e snocciolava antiche verità come se fossero articoli scandalistici dell'ultim'ora, come il periodo in cui contavano i passi delle ospiti in casa sua. Fu per quella ragione che quando parlo del suo rapporto con Ryujin il Colosso inclinò leggermente la testa, porgendo l’orecchio. Sapeva di cosa si stava parlando, suo malgrado.

    Il… vecchio te… che cosa?

    Il proseguire del discorso lo riportò alla dura realtà, anche se non poteva che restare incredulo: il Dominio era realmente in grado di controllare un concetto come lo era l’Esuvia?
    Certo, i resti dei grandi draghi non erano che chakra e qualcosa di somigliante alla roccia ma chi li aveva abbandonati lo aveva fatto con un minimo di consapevolezza, l’interazione era possibile a patto che non si interferisse il concetto che i draghi incarnavano, il Domino aveva eluso quella parte o aveva trovato il modo di collaborare?

    Strumenti.
    Sembrano le boriose parole di qualcuno che cerca di convincersi di non aver mai subito sconfitte.
    Eppure fino a poco tempo fa eri impegnato a sorreggere qualche solaio come ci si aspetterebbe da un pilastro qualunque e non consideriamo il leggero problemino con le armi di Iwa, siamo a meno tre, lo sai, si?


    Ma più l’Aspetto parlava più si concretizzava la sua pericolosità, comprendere cosa avessero realmente davanti lo intimorì, cosa altro poteva fare ad una persona dotata di intelletto?
    Ma lo mascherò, in maniera sopraffina, con un moto di rabbia, la reazione più naturale davanti a qualcosa di così gigantesco da essere inafferrabile.

    Una specie di Ozma quindi.
    Pensavo l’idea di quell’inganno ti fosse venuta con lui, non che fosse una reinterpretazione di... questo.


    Disse indicando lo spazio aereo sopra di loro in maniera generica, più che certo che stava indicando correttamente.

    È incredibile che tu sia riuscito a corrompere l’esuvia, eppure il tuo modo di parlare mi suona... divisivo, qualcosa che non ho sentito in Ozma che era consapevole della sua natura e non citava i suoi legami come lo fai tu, sembra quasi che ci sia una fetta ingombrante del drago che eri in te.
    O forse la volontà di mantenere un possibile contatto con Amesoko o magari una malata alleanza... credo che in qualche modo volesse un nostro incontro sai?
    Di sicuro aveva una ragione per spedirmi nel luogo in cui le sue spoglie non si trovano da un pezzo, mi chiedo se io possa avere qualcosa a che spartire con te, o se gli fossi particolarmente sgradito.


    Non se lo chiedeva realmente ma nessuno dei due pareva avere fretta e lui poteva tenere l’attenzione su di se per far operare il clone. Clone che, saputo di cosa si muovesse sopra le loro teste si fermò.

    Erede di Indra.
    Titolo auto assegnato suppongo, la sua incapacità di legarsi con persone diverse da se stesso è diventata parte integrande della sua leggenda, non penso abbia mai nemmeno pensato di avere un erede, anche perché trovo difficile che un erede si perda l’unica eredità di Indra, le sue pergamene.
    Sembra quasi che sia questa presunta eredità a darti autorità sul mondo eppure sei uno tra tanti.
    Come il Veterano.
    Non so se l’Archivista ti vedesse come erede visto che gli ha passato una buona selezione di pergamene sottobanco.
    Tanti qui sono fili d’erba, ma lui sembra adatto ad essere un cipresso sulla tua lapide.


    Non lo guardò con aria di sfida solamente perché non era lui a lanciargli quel guanto, ma c’era una sorta di soddisfazione nel puntualizzare al Dominio quanto la sua strada fosse perigliosa, così come quando lo puntualizzò al Veterano.

    Anche se ha detto che può ignorarti completamente, sembra uno parecchio sicuro.

    Shinryu continuò a parlare spiegando perché Kushami fosse importante e la prima a rispondergli fu proprio lei.

    Oh, ma che vuoi?
    Sei sordo oltre che pelato?
    Non ho bisogno di apprendere niente da te e per ora neanche dal mio clan fino a quando non sarà liberato!
    Ed essere una suddita con lo sguardo assente come potrebbe farmi cambiare idea?
    Sono più che certa che nella fronte del clone di questo strano chunin non ci sia scritto scemo, e tantomeno nella mia!


    Affermò veemente.

    Sembra tu sia convinto di dover convincere me, ma devi convincere entrambi.
    E non ci riuscirai.


    Cercare di scorgere qualcosa che riguardasse Hakike si rivelò impossibile, qualcosa di estremamente sgradevole faceva da filtro tra le sue percezioni e il drago, come un sipario viscido e melmoso, spesso e appiccicoso. Era il Dominio o era legato alla fonte?

    Ma tutto questo è quasi superfluo, devi togliermi una curiosità.
    Ozma aveva detto che la sua presa su Kokuo si era ridotta dopo che io l’avevo liberato.
    Qualcosa che appariva come innaturale e corrotto, nero come l’abisso e appiccicoso come la peste.
    L’ho rivisto solo un altra volta, quando è venuto a riprendersi Sho.
    Non era un aspetto, giusto?
    Era il Dominio, quello vero.


    Dopo quella richiesta si sarebbe fatto avanti Yato, ponendo una soluzione sul tavolo che lo lasciò oltremodo sorpreso, neanche lui aveva una soluzione a quell’impasse, come faceva ad averla il chunin senza possedere alcun tipo di informazione?

    Ma fammi il piacere Yato, sta indietro e abbassa la cresta.
    Non hai davanti qualche tossico di Ame che ruba la dentiera alle vecchie qui...anche se ammetto che ci si potrebbe sbagliare.


    E nel dirlo lo fece indietreggiare con un tocco della mano come se volesse forzarlo a stare dietro di lui, protetto, una recita assai realistica che avrebbe probabilmente stupito Yato quando avrebbe scoperto che in realtà era solo una scusa per porre una domanda mentale. [ST1]

    Cosa vuoi fare?
    Io proverò a forzare il suo controllo su quelli che sono i resti di un Drago e Hakike.
    Non ci riuscirò molto sicuramente, ma potrei ottenere qualcosa di importante, se il tuo piano non danneggia in alcun modo Kushami e non stecca me agisci senza spiegare.


    Avrebbe avuto una piccolissima frazione di tempo per fermarlo altrimenti il suo piano avrebbe rapidamente preso forma. Il clone generato in precedenza avrebbe infatti ospitato l’anima di Ou ma non solo, le due menti in comunicazione modificarono la natura di quel guardiano donandogli la velocità e la silenziosità del vento, essenziale per il piano in quanto il Dominio per quanto temibile aveva bisogno di intenzione e la sorpresa avrebbe rallentato qualsiasi reazione. [ST2]
    Se percepiva come una normale creatura le sue dimensioni non gli avrebbero permesso di vedere il clone posto circa sotto la sua mascella per via della posizione degli occhi, li ci sarebbe dovuto essere un punto cieco, certo, posto che un essere simile lo reputasse una minaccia da ricercare attivamente. Il guardiano scattò rapidissimo in verticale, puntando proprio alla colossale distorsione che avevano visto in cielo, aveva già sperimentato un essere di quelle dimensioni e probabilmente la vicinanza l’avrebbe aiutato a percepirlo meglio, se così fosse stato, essendo ancora a portata per utilizzare le conoscenze di Raizen il Guardiano avrebbe attivato la kagebushin, avendo cura di farli comparire sopra l’esuvia in modo che la gravità li portasse a contatto, sapeva infatti che c'era un punto in cui era più semplice raggiungere la mente della fu creatura, una sorta di fontanella per chi avesse l'ardire di paragonare un essere lungo più di un chilometro ad un neonato. [ST3] La quantità di cloni sarebbe stata ragguardevole, a sufficienza da sfiancare uno degli shinobi con la riserva più grande dell’intera accademia e forse, a causa della natura del Dominio, una tecnica solitamente innocua poteva incrinarne pericolosamente le difese, non tanto quelle fisiche dell’Esuvia totalmente fuori portata al momento, ma quelle mentali prese alla sprovvista per reagire ad un infiltrazione di quelle proporzioni. Tutti gli ottanta cloni, generati se non fosse stata percepita una protezione superficiale in grado di dissolverli o prenderne il controllo, avevano chakra a sufficienza per un unica azione dopo la quale si sarebbero rilasciati: tentare di rubare il controllo dell’Esuvia. Era un termine applicabile esclusivamente se si parlava di cloni, ma nei termini attuali il discorso era realmente differente?
    Normalmente quell’abilità permetteva di sovrascrivere un clone sottraendolo al suo creatore, ma solamente in quanto costrutto, non ne assoggettava l’interezza del chakra che poteva tornare all’originale o le intenzioni, mentre per i ricordi la situazione era ben diversa anche se non si parlava di assoggettamento quanto più del furto di una copia degli stessi. L’Esuvia, colossale spoglia mortale di Amesoko aveva qualcosa in comune con un clone quantomeno ipoteticamente nei ragionamenti di Raizen. L’Hokage infatti aveva scelto quella scommessa memore del funzionamento del Dominio, un chakra privo di equilibrio e pesantemente sbilanciato verso lo yin che si legava a quello del bersaglio sostituendolo e piegandolo al suo volere, se quello sbilanciamento fosse stato turbato cosa sarebbe successo?
    Se un chakra estraneo non appartenente ad una singola persona bensì ad un drago, quindi vicino alla natura dell’esuvia, e ad un umano, si fosse infiltrato all’improvviso ed in quelle quantità quel controllo poteva vacillare?
    Non aveva risposte certe ma forse poteva dare una finestra di qualche secondo.
    Tutti gli ottanta cloni [rilasciarono] il chakra in maniera similare a quando lo facevano per rapire la proprietà dei loro simili e tutti si rilasciarono avendo terminato con quell’azione la loro riserva, l’attacco se così si poteva chiamare veniva da una quantità di fonti difficilissima da inquadrare nella sua interezza anche perché restarono sul campo solo qualche istante rendendosi praticamente impossibili da contrattaccare, se qualcosa di giusto c’era nella sua teoria avrebbe avuto una finestra di tempo sufficiente a capire se quell’unione era frutto di un alleanza o del pieno potere del Dominio. Normalmente quell’azione comportava il fluire delle informazioni accumulate dalla vittima direttamente a Raizen come se fosse stato rilasciato uno dei suoi cloni, ma lì correva il rischio di venirne sopraffatto per cui in caso di problemi si sarebbe concentrato su tre argomenti.
    La natura di Shinryu se schiavo o alleato per volere di Amesoko, un qualsiasi evento che avesse concretamente fatto vacillare il controllo del Dominio e i piani di costruzione delle armi, Raizen infatti sapeva che erano state commissionate dall’aspetto in quanto il vero Dominio era ancora intrappolato ai tempi.
    Nello stesso identico momento la stessa cosa avveniva al suolo, con Raizen che tentava di contattare Hakike sfruttando la capacità dei suoi cloni di superare quel velo oscuro, azione impossibile in assenza del flusso dell’equilibrio, ma aveva dalla sua parte una consapevolezza più elevata quando si parlava di simili questioni, e sapeva che per istinto di conservazione i draghi volevano tornare a svolgere il loro ruolo nell’Equilibrio. [ST 4]
    Terminate le azioni un ginocchio avrebbe ceduto per il crollo inusuale delle energie, anche se la sua riserva era sconfinata per la stragrande maggioranza degli shinobi un ammanco di quella portata in un unico istante era paragonabile al salto di un battito cardiaco.
    Non gli sarebbero mancate le forze per reagire ad un attacco, ma pensava che giocare su un piano differente potesse essere più vantaggioso, in una situazione come quella sarebbe stato assai complesso trovare un impiego migliore per quel chakra. Qualsiasi cosa succedesse i cloni dopo un tentativo di contatto si sarebbero rilasciati.

    Spero di non averti pestato i piedi -anf- Yato.

    Recuperò la posizione verticale pronto ad affrontare ciò che sarebbe venuto.


  7. .

    Decisioni Affrettate

    XVII




    Raizen attese le sue risposte in religioso silenzio, scuro in volto quando Hojo iniziò a cercare le giuste parole. Le pause in quelle occasioni non erano mai buone. Non lo avrebbe interrotto, limitandosi ad ascoltare e quando finì si ritrovò senza parole, inadatto a commentare la decisione di farsi carico di un simile sacrificio. Gli sembrava ancora inappropriato lanciarsi in dimostrazioni d’affetto espansive quanto quelle di Hojo per cui gli poggiò una mano sulla spalla, un tocco pesante, più di una pacca ma di sicuro non atto a ferire, ma a distrarre si.

    Il Giseigan non è uno strumento del bene, temo che niente in cui sia coinvolto possa realmente essere del bene.

    Strinse leggermente la spalla come a volergli fissare quel concetto così sintetico, rilasciandola prima di continuare a parlare.

    Inoltre, hai detto che emette energia, quindi hai una parte attiva nel piano, pensi quella donna ti lascerà fare?
    È vecchia Hojo, e non poco, ha passato migliaia di anni a sgusciare di mano a quelli come noi, rischi di sacrificare tua moglie per niente, inoltre, pensi che ridare le reliquie ad Amesoko sia positivo?
    Quel drago trama nell’ombra dall’alba del chakra, se adesso rivuole le gemme gli fanno sicuramente più comodo di quanto la loro sparizione non ne faccia a te.
    Se siete stati previdenti però Hikaru potrà immobilizzarsi o essere provvista di un sigillo che impedisca l’utilizzo del chakra, vero?
    Vero?


    Stava sperando di sentire un si.

    ...se questa condizione si potesse prolungare diciamo che ho delle buoni opzioni, ma avremmo maggiori certezze in uno stato comatoso.
    Prima ti accennavo di un eventuale prestito del Giseigan, se tu gli potessi dare la forma di un martello potrei usarlo per forgiare una lama in grado di risolvere i nostri problemi, sarebbe in grado di discernere tra le due anime nei miei progetti, ho già tutto il necessario.
    Ma a parte questo, se fosse tutto fattibile, come faresti a portarla esattamente dove la vuoi?


    Quale che fosse stata la conclusione avrebbe sospirato.

    Se state davvero pensando a vostro figlio… fatelo per bene.
    Youkai ne sarà distrutto in un modo che non riuscite ad immaginare.
    Non pensare che perderesti solo Hikaru, ma anche ciò per cui combatti, ti assicuro che non lo accetterebbe mai, l’ho visto rischiare la pelle per i ricordi di una vita che non gli appartiene, ora che vi ha nuovamente con se cosa pensi che succederebbe di fronte ad un simile evento?
    Al suo posto come tradurresti il sacrificio di tua madre da parte di tuo padre?
    Rifletti, riflettete… non avete in mano solo il vostro destino.
    Quando sono in ballo sentimenti di questa portata non esistono contrappesi.


    Gli avrebbe dato qualche minuto per pensare per poi concludere.

    L’ha proposto Hikaru vero?
    Tu non avresti il coraggio neanche di pensarlo.


    Non era detto con tono accusatorio, ma comprensivo.

    Riportala alla ragione.

    Gli disse con gentilezza ma lasciandosi sovrastare per un secondo da un dubbio.

    Anche se ho un dubbio... il fatto che lei sappia e decida rende lei padrona in quanto lei ha disposto l'utilizzo del sacrificio, tu stai solo includendo l'ascia, e si sà il boia non ha proprietà.
    Il matrimonio vincola il mostro rapporto ma di fatto non ti rende suo padrone peggio se lei è concorde... tu non stai esercitando una tua podestà, bensì sfruttando una sorta di prestito.
    Non causerà problemi?
    Diverso sarebbe con una schiava, magari raccattata dal fondo delle carceri.


    Un opzione decisamente più allettante dopo la quale, se gli avesse detto che Hikaru aveva scelto il suo destino, l'avrebbe messo davanti al peso di quella scelta.

    Si finge ghiaccio ma è come l’acqua cheta, vero?
    Una persona come lei dice poco ma agisce tanto, troppo, se non capirà ci costringerà a questa follia.


    Sospirò gravemente.

    Vi mancano alcuni dati in cima a tutto questo: la Speranza non ha un anima comune, la sua età non gli permette di avere solo esperienza ma di accumulare un karma fuori scala.
    Potrete odiarla ma Seira di queste cose se ne intende e non ha avuto la minima possibilità, è stata sopraffatta senza appello.
    La vittoria del vostro piano passa dalla capacità di proteggere l’anima e i ricordi di Hikaru che gli danno forza mentre viene indotta in uno stato comatoso.
    Se gli Uzumaki sono bravi con i sigilli quanto potrà esserlo una che li studia da prima che si inventassero un cognome?
    Sveglia Hojo, quella è stata accanto allo scriba del mondo e non è rimasta a rigirarsi i pollici.


    Non voleva lasciarli solo la vaga speranza che fosse lui a porre rimedio a quella situazione con qualcosa che ancora non possedeva, inoltre non conosceva la loro tenacia, per cui aveva cercato di dare al loro piano una forma più appropriata che permettesse azioni più oculate grazie al tempo guadagnato.

    E se vuoi un consiglio dimostra quanto sei felice di aver ritrovato tuo figlio: dagli fiducia, rendilo partecipe.
    Potresti restare sorpreso dei risultati.
    Youkai va spinto verso il bene perché è tentato dalla semplicità, dalla facilità del male.
    La stessa che state scegliendo voi.
    Vuoi insegnarli questo?


    Era un fratello maggiore dopotutto e quella una leva in grado di spostare il Sole per un genitore.
    Pregò tra se e se che Hojo non si mettesse a piangere.




    [Sotterranei]




    La scelta delle tempistiche da parte dell’Hokage fu… molto poco accurata. Come aveva anticipato il suo stile prevedeva di subire qualche danno per raggiungere ancor migliori guadagni ma il momento gli aveva fatto bere completamente il cervello, esponendolo ad un rischio assai elevato.

    Grazie Youkai.

    Sospirò nervoso. Come gran parte del gruppo riuscì a tenersi ancorato alle catene mentre Raitei sfruttando la trasformazione in Volpe riuscì a salvaguardare i [Cani] di Tetsuba, tenendosi nel tunnel in maniera similare a Youkai. L’allarme sul genjutsu, del quale non potè riscontrare gli effetti, gli fece riaffiorare un ricordo di Seira, permettendo di mettere in allerta il gruppo e identificare al meglio la minaccia.

    È la tecnica dell’oscurità, è un genjutsu.

    Notizia pessima che stava per comunicare anche a Soken, ma quel viscido verme con problemi familiari era impegnato a piantare un coltello nella schiena all'intero villaggio.

    SOKEN!

    La sua voce tuonò sopra ogni scambio di colpi, stentorea come quella del generale che era.

    Sapevo che ti avrebbero tentato colpendo dove eri più fragile, ti sfruttano grazie a ciò che sa Seira!
    Con quale onore cerchi di aiutarli e non di interrogarli fino allo sfinimento?


    E lo Hyuuga, purtroppo per loro, era un punto debole. Forse un tempo un grande esponente del clan ora era la sua stessa ombra, consumato dal dolore e schiavo di chiunque gli offrisse il più piccolo indizio che riguardasse il suo figlio disperso.

    E lo sapevo.

    Quella sentenza era una viscida stilettata, sottile come un sussurro riusciva a serpeggiare evitando tutta la violenza che si scatenava nella sala, scavalcando pugni lame ed echi di ossa infrante.

    Ma non faccio offerte a caso.
    Esiste un drago, un drago più in alto di ogni cosa che esista al mondo, più del cielo stesso, il suo compito è tenere memoria della sua storia, di ogni storia.
    Sa tutto perché vede tutto.
    Puoi ancora riportare Vergil a casa senza venderlo ad Hayate insieme al tuo onore.


    Puntava al cuore, con qualche sottile menzogna impossibile da rilevare per Soken, ed alla nota idea di giustizia che apparteneva a Raizen, leggermente diversa da quella degli Hokage più noti, non il più buono di tutti i tempi e che sicuramente non avrebbe riammesso Vergil nel clan o nel villaggio, abbandonandolo e braccandolo per i crimini del padre che aveva insozzato con la sua miseria. Ammesso e non concesso che già gli Hyuuga potessero a loro volta fargliela passare liscia. A chiarire gli estremi della sua offerta sarebbe stato il clone più vicino a Soken, distante poco più di un metro e decisamente fuori portata per Seira, la Speranza infatti era probabile che sapesse di Tenchou e dei suoi scomodi limiti e avrebbe potuto dire che ottenere quella risposta dal drago era praticamente impossibile, affermando il vero nella quasi totalità dei casi, e non voleva certamente che la sua proposta apparisse poco allettante. Stava mentendo, ma Soken aveva dimostrato concretizzato la sua pericolosità una volta di troppo.
    Che lo Hyuuga avesse o meno ritrovato la ragione lui doveva sbrigarsela con i rimanenti attacchi di quel gruppo che funzionava fin troppo bene per dipendere dalla capacità della Yamanaka. Non era positivo avere conferma di una simile notizia, se Seira non aveva nessuno sotto controlla la situazione era solo più pericolosa, significava che avevano altri modi per procurarsi alleati, e anche che Seira era libera di agire al pieno delle sue capacità se le servisse controllare qualcuno.
    Non da ultimo salvare la vita a Mineru e all’ Akimichi non sarebbe stato semplice visto che il termine dei loro attacchi non dipendeva dalla disconnessione dalla Yamanaka.
    Il salto dell’Akimichi era qualcosa di portentoso non solo per lui ma per chiunque vista la velocità con cui venne compiuto, ma il suo restava un attacco fisico e a quelli Raizen sapeva rispondere bene. [ST 1 e 2] L' impatto restava piuttosto pesante e non potè evitare di venire sbalzato, atterrando a terra in maniera scomposta ma con le proprie gambe.

    Colpi pesanti ragazzone.

    Torse il collo, facendolo schioccare senza reali danni.

    Vuoi riprovarci?

    Il corpulento avversario non si fece attendere, dando a malapena il tempo a Raizen di ripristinare le sue attenzioni su ciò che aveva attorno, i colpi di Butsumaru, anche grazie allo scheletro del demone pareva potessero essere subiti, ma le spinte potevano dar luogo ad impatti fastidiosi o movimenti fuori dal suo controllo a cui non voleva essere troppo esposto, troppe trappole da cui guardarsi. Quando giunse il secondo pestone trovò le braccia dell’ Ombra del fuoco incrociate armate da una solida armatura d'osso a fronteggiare quell’impatto devastante senza spostarsi di un centimetro grazie alle code ed allo scheletro che aggiungevano puntelli alla sua posizione difensiva garantendogli insieme al chakra adesivo una solidità invidiabile. [SD1] Poteva subire il colpo senza troppi pensieri e rischiare uno scossone anche se puntellato com’era lo reputava impossibile, quindi sfruttare due code non avrebbe tolto efficienza alla sua azione e gli avrebbe permesso di prendere in controtempo Seira che si avvicinava di gran lena. Non doversi focalizzare su una difesa impegnativa infatti gli avrebbe permesso di muovere le code con la precisione necessaria a fermare la Speranza con un rapido affondo mentre cercava di attivare uno dei suoi genjutsu, avvolte le code attorno a Garyu avrebbe eseguito un semplice affondo diretto alla coscia destra della vecchia, fortunatamente troppo focalizzato per portare a galla spiacevoli pensieri sulla stessa. [AdO]
    In condizioni normali avrebbe tentato un affondo mortale, ma Seira al momento doveva restare in vita e impegnare troppe risorse su un eventuale clone non andava a favore della buona riuscita di quello scontro.
    Normalmente sfruttare quella finestra di tempo non sarebbe stato possibile, ma l'azione di Raizen veniva coperta da un clone grazie all'estrema capacità collaborativa e comunicativa che permise ad uno di quelli presenti sulla porta di spiccare un salto repulsivo guidato da un pensiero di Raizen che per quanto alla cieca consisteva nell'intercettare un piccolo oggetto con un corpo gigantesco e portarlo con se totalmente fuori bersaglio, di fatto verso il centro della sala. [SD2] Il lancio inoltre per salvaguardare gli alleati era stato effettuato a campana e per quanto la fase di salita potesse essere rapida quella di discesa era guidata dalla gravità rendendolo un bersaglio facile. Per il clone Fujiko sarebbe stato fatale, ma la fiammata non avrebbe lambito l’originale. Butsumaru intanto era tornato all’attacco ed il clone rimasto vicino a Tetsuba come anche lei ebbero modo di percepire l’avvicinamento dell'ingombrante shinobi e del suo attacco portato da una rumorosa catena grazie all’udito, ma non sarebbe servito consumarsi in difese assurde soprattutto considerata la sua cecità. Il clone si sarebbe limitato a rilasciarsi quando sentito il tintinnio della catena spargendo una densa nube di fumo che oltre a far andare a vuoto il primo attacco avrebbe reso impossibile colpire gli altri due bersagli in quanto nascosti dalla stessa, infatti avrebbe suggerito all’Inuzuka di acquattarsi mentre Butsumaru recuperava l’ingombrante catena permettendogli di sfuggire agli attacchi che miravano alla zona alta del corpo cambiandone completamente la locazione rispetto a quella prevista dall'Akimichi. Una difesa efficace che tuttavia non aveva lasciato cloni sul campo.
    La cieca Inuzuka non era stata difesa quell’unica volta tuttavia, già in precedenza il cieco Raitei aveva dovuto farle da scudo umano sotto richiesta di Youkai, frapponendosi con un impasto ai limiti del suo corpo, ma avvantaggiato dall’estrema vicinanza alla donna. [SD3]

    Ohhffff!

    Il colpo non era potente, ma la scarica di chakra fu come una marea che eruppe dal punto in cui calò il dito, malgrado scorresse la potenza della volpe in quel corpo l’interazione con un chakra estraneo riuscì a lederlo, danneggiando addirittura il fisico come se sottoposto ad una pressione interna. Se non altro il clone potè nuovamente guardarsi attorno

    Liberati dal Genjutsu Tetsuba, la sua presa è forte ma è la tecnica dell’oscurità Konohaniana.

    Raizen non sapeva precisamente come funzionasse il rilascio con i cani degli Inuzuka ma reputava probabile e assai conveniente che potessero potenziarlo vicendevolmente.
    Intanto Li Wen fece il suo ingresso, sorprendendo non poco Raizen visto quanto era improbabile la sua presenza lì sotto considerata la segretezza di quell'operazione.

    Un pizzino?
    In una situazione simile?


    L’arrivo del cuoco era gradito ma stranissimo considerata la situazione, tuttavia non si soffermò troppo sul momento, decidendo di indagare successivamente la sua posizione se fosse necessario, possibile che Mineru gli avesse scritto prima di essere ipnotizzata? O forse una terza figura legata alla radice aveva agito per aiutarli?

    Sfrutta il tuo naso Tetsuba, le Kagebushin emettono odore ma le bushin no: chi dobbiamo ignorare?

    Quella richiesta in realtà considerava anche un altra tipologia di cloni senza far capire alla Speranza che poteva star pensando anche a loro: quelli senza volto. Una tecnica poteva facilmente cambiarne le apparenze ma reputava che dargli qualcosa di fine come un odore proprio e distinto fosse su tutt’altra scala. Capito chi tra i cloni fosse corporeo e chi no grazie all'Inuzuka Raizen avrebbe ricordato a quel simpatico team che qualcosa su quella tecnica aveva imparato negli anni. Incrociò il singolo rapidissimo sigillo e sopra la testa dei cloni corporei avversari sarebbe comparso uno dei suoi. [ST3] Alcuni si sarebbero limitati a sfruttare il loro peso, costringendo chi non fosse bersagliato dal vero attacco ad evitarli per non venirne schiacciati e finire inevitabilmente impacciati dal loro peso seppur non danneggiati, il vero attacco tuttavia avrebbe preso come bersaglio principale il clone di Mineru kamikaze, i cloni corporei di Seira cercando con un tocco di sottrargli il controllo e costringendoli a pareggiarsi, di fatto reintegrando la riserva di chakra della vecchia visto che paradossalmente anche la morte poteva essere un opzione per lei. La priorità sarebbero stati proprio i cloni di Seira, successivamente quelli di Mineru e poi quelli di Butsumaru in tutti i casi l’importanza era definita da quanto erano vicini al gruppo di alleati in modo da riuscire ad allontanare la minaccia. [SA 2-3-4-5]
    Se fosse rimasto spazio per altre azioni i cloni avrebbero lanciato all'unisono quattro kunai ciascuno, tutti verso Mineru, chiudendola in un attacco multidirezionale assai insidioso considerando che uno dei tre lanci era angolato in modo da provenire dall'alto. [SA 3-4-5]

    Attenti ai genjutsu, la Speranza ha avuto modo di riflettermeli addosso già una volta, ma se sono contenuti potremmo scaricare il suo sigillo posto di farne un utilizzo adatto a tale scopo.

    I cani di Tetsuba poco prima che Raizen passasse all'azione avevano avuto modo di dare sfoggio dell'addestramento perfetto al quale si erano sottoposti con la capoclan Inuzuka. Erano infatti sufficientemente addestrati da comprendere che quei lanci erano poca roba per loro, così partirono di gran lena, testa bassa e ringhio sommesso verso i loro aguzzini, il fisico bestiale di cui erano stati dotati da madre natura gli permise di reggere l’impatto facilmente e con poco danno essendo l’attacco direzionato genericamente al fisico, quindi appena subito il colpo, inconsapevolmente togliendo o dando dei bersagli ai cloni di Raizen, avrebbero cercato di azzannare proprio chi aveva cercato di ferirli ed in caso avessero trovato resistenza sotto le zanne di intrappolarli, dopo un preciso fischio di Tetsuba avrebbero serrato la bocca come delle manette cercando di non danneggiare eccessivamente Seira. [S&M + SA 1-2-3 + ST 1] La loro attenzione era focalizzata proprio sui tre individui fin dall’ingresso nella sala in quanto definiti come prede comuni, cosa che rese l’azione ancor più semplice per loro. Che l’attacco andasse o meno a segno due dei cani con più bersagli a disposizione avrebbero utilizzato la marcatura dinamica in modo da non venir sorpresi nuovamente da dei genjutsu [ST2], uno di loro quello vicino a Soken mentre Tetsuba si spostava rapidamente verso Raizen. [SG]
    Immediatamente dopo la pioggia di cloni e quando questi fossero ancora un ostacolo per coloro che erano stati colpiti ma non assorbiti, Li Wen avrebbe caricato una pioggia di fuoco, concentrando quattro gruppi di sfere su quattro diversi cloni avversari. I cloni di Raizen consapevoli si sarebbero coordinati con quell'attacco, rilasciandosi poco dopo l'emissione delle fiamme in modo che gli obiettivi non avessero consapevolezza di quali di loro sarebbero stati bersagliati essendo le fiamme appena partite ed essendo complesso distinguere la loro traiettoria al loro vertice.

    Oh, suppongo tu voglia dare una definizione più appropriata alla parola chimera.
    Vediamo come evolve la situazione.


    Disse a Tetsuba ora accanto a lui e sbirciando le azioni di Youkai per vedere se avesse deciso di tirare fuori dal cappello i loro ultimi alleati.


    [Una Casa Yamanaka]



    Aprire il lucernario non fu semplice, un costrutto filiforme avrebbe potuto introdursi negli angusti spifferi ma la necessità di controllare una crescita così accuratamente da infiltrarsi senza rompere niente e quindi far rumore avrebbe preso qualche secondo extra.
    Al piano inferiore intanto la singolare infiltrazione procedeva con il clone che attraversava la porta, trovando inizialmente l’Hayate palesemente infastidito dall’azione, ma potè anche vedere come un cambio di idea l’aveva riportato a più miti consigli.

    Sai cosa?
    Non so cosa hai in mente, ma di sicuro è meglio non farlo all’aperto.


    Finì di chiudere la porta.

    Non penso camperai comunque a sufficienza.

    Appena la porta si chiuse i cloni del Senju passarono all’azione, che il clone si mostrasse aggressivo non era una sorpresa e la maschera reagì con la rapidità data da chi prevedeva il peggio, l’emissione partì, con una superficie di impatto avente un diametro di venticinque centimetri che si portò via la testa del clone, funzionale, ma incapace di percepire e di muoversi con le attuali capacità del Senju. [Nota]
    La maschera avrebbe atteso immobile cercando di capire se il clone potesse spostarsi dopo quel danno avendo compreso che il corpo non era umano considerando la totale assenza di sangue, solo dopo un round di osservazione sarebbe ritornata all’interno.

    Un Senju dunque.
    A considerare dal clone e dalla tua capacità di passare attraverso la porta.
    E tu?
    Sei l’originale?


    Su quella domanda, a porte chiuse, sarebbe partito un fendente ma non da una lama, bensì da un nugolo di fili appositamente disposti che sbucò direttamente dalla mano, da cicatrici sul polso e sotto le unghie, annullando qualsiasi tempo di preparazione e dando al colpo un’ efficacia impareggiabile. Il glaciale shinobi si espresse in un tondo magistrale, all’altezza del torace e particolarmente infido: se infatti gli fosse stato posto davanti un oggetto incapace di fare da scudo completo al suo attacco la lama si sarebbe ritratta per evitarlo per poi allungarsi una volta superato l’ostacolo. [SA + ST]
    L’attacco sarebbe proseguito senza che il corpo perdesse slancio, ma accorciando le distanze se ne fossero state messe tra i due. La spada sarebbe sparita dalla mano mentre era fuori dal raggio visivo per comparire improvvisamente sull’altra e tentare un secondo fendente atto a decapitarlo. [SA 2] Seguendo il flusso in maniera similare alla prima, spostato la lama sul ginocchio tentando un colpo fuori dalle sue attenzioni essendo quella una seconda lama. [SA 3]
    Al piano di sopra intanto Yato sarebbe riuscito ad introdursi in un ambiente leggermente soffocante, chiuso da tempo come avrebbe riconosciuto dall’odore, era il sottotetto e pareva sprovvisto di guardia. La luce era sufficiente da poter identificare un tavolato grezzo che componeva il piano orizzontale e poi in corrispondenza del corridoio una botola con annesso il meccanismo per far cadere delle scale a pioli, qualcosa di parecchio rumoroso soprattutto per la maschera che piantonava il corridoio davanti alla stanza in cui erano probabilmente tenuti i genitori forse storditi visto che non si sentiva neanche fiatare.


  8. .

    Il Nemico alle Porte

    V




    L’Hokage e il più infido dei suoi shinobi si misero rapidamente d’accordo sui rapporti e sulle indagini riguardanti Yuri, sarebbe stata una prova interessante per l’efficienza del Senju.

    Bene.
    Immagino saprai che per restare efficiente il codice va cambiato.
    È scontato dirlo, ma ne va della tua copertura.


    Terminato il resoconto sull’Artiglio poterono scambiare le proprie opinioni sul cane sciolto di nome Jeral.

    È completamente solo?
    Nessuno al suo servizio?
    Forse qualcuno che gli gravita attorno potrebbe risolverci delle rogne per aiutarci a sorprenderlo dove si sente al sicuro.


    La parentesi si concluse poco dopo, permettendo ai due di tornare sulla guerra civile che imperversava all’Artiglio, e iniziare a pensare su qualche soluzione, in particolar modo per un importante membro dell’accademia quale era Hohenheim.

    Tieni a mente quell’Utakata, se non a lei potremmo rendere il favore a qualcuno dei suoi quando capiterà, l’alleanza accademica ha assorbito un po' della buona civiltà Konohaniana, aiutare un alleato è un obbligo cui lei ha mancato, ammenochè non mi siano sfuggiti alcuni dettagli.
    Più in generale non rischia di essere un problema se ti ha identificato?


    I dettagli sul Soshi non aggiunsero troppo al quadro, trovandolo impreparato anche sul fattucchiere rosso, una figura di cui non aveva mai sentito parlare.

    Bene, quando sarai pronto comunicami il tuo team e si vedrà se è necessario qualche altro elemento o siete sufficienti voi.
    In caso, la kunoichi di Suna è Ryugi Nekki.


    Una discussione inusualmente priva di evidenti contrasti, in qualche modo era un passo avanti.



    […]


    L’addestramento procedeva con discreti successi, in realtà nonostante il ruolo non aveva avuto tante occasioni di essere un sensei ed avere qualcuno di recettivo era in qualche modo appagante, Yato inoltre mostrava un lato assai particolare che lo portava a spingersi più di quanto il suo corpo potesse sopportare. Il momento più alto di quell’addestramento però era tutto per Kushami che gonfiata dall’interesse di Yato gonfiò il petto, puntandolo col pollice.

    La giovane quanto pura promessa del clan dei draghi Verdi dell’Ovest.
    Non per questo meno velenosa, dopotutto i veleni puri sono i più pericolosi.


    Annuì a ste stessa, lievitando ad un metro da terra nonostante i suoi piedi fossero al momento ben piazzati sul terreno. Raizen sorrise, non interrompendo quella presentazione ma arricchendola di qualche dettaglio.

    Forse la più giovane tra i draghi verdi, la trovai in quel mercato strampalato che ha il nome di corte di Kusa, feci schiudere il suo uovo col mio chakra.
    Da allora ha imparato ad essere un drago al nord anche se ha bisogno di un po' di addestramento per combattere a pieno con me.
    I draghi dell’Ovest hanno un legame particolare con la materia organica, certo fare ciò che ha fatto ai tuoi cloni in condizioni normali sarebbe assai diverso, ma diciamo che nonostante la loro storia sono i più vicini alla natura intesa come terra e flora.


    Kushami annuiva vistosamente mentre il discorso filava liscio fino alle dimostrazioni di Raizen a cui Yato fu in grado eprsino di dare un parere.

    Non saprei onestamente.
    Un conto è fare un clone che faccia una cosa quando viene rilasciato, di fatto già lo faccio, un conto fare un fuuin apposito, hai visto le mie mani?
    È un miracolo che riesca a scrivere ordinato e fare delle spade dritte!
    Mentre sono in grado di fare cloni che compaiano con una tecnica attiva e che esplodano in un emissione elementare, sono a metà dell’opera almeno.
    Ma sai mai, magari mi toccherà imparare a pasticciare qualcosa, riuscire a mettere i cloni in un fuuinjutsu e fare ciò che ho suggerito di fare a te con i semi non potrebbe essere una brutta idea.
    Valuterò.


    Affermò con sincerità mentre un altro clone si disperdeva.

    Se ci riuscissi ammetto che non sarebbe vicino a ciò che fa mio padre con le sue abilità, anche se lui ha molto più controllo sul chakra e non è costretto a metterlo in un involucro come me.

    Si perse qualche secondo tra i suoi pensieri, forse immaginando diverse combinazioni che includessero proprio quelle sfumature, ma senza esternare nulla per via della scarsa elaborazione di quella idea che ancora la rendeva irrealistica.

    Ma piantala.

    Lo rimbrottò quando negò che lui fosse la sua missione.

    Ti ho detto che chi ti ha plasmato mi ha dato questa conferma.
    Tra l’altro non capisco come abbiano convinto i tuoi genitori, sarà stato terribile per loro, certo quelli di Youkai sono particolari, ma sapere di doversi separare dal proprio figlio… beh… se ha qualche valore mi dispiace.


    Non avrebbe citato le particolari condizioni in cui Youkai aveva trovato la casa di Yato, aveva trovato quell’incuria sempre strana per la sua persona.

    Anche se ammetto di non capire perché non sono morto, forse non è propriamente la vita ad importare?
    E non rimarcare che non sono un obiettivo, non ci crederei, vedo quanto è incrollabile per te questa… missione?
    È quella consapevolezza mista ad una particolare speranza che mi fa parlare così.


    Quell’aspro rimbrotto si chiuse con una più profonda consapevolezza per Yato del ruolo che aveva agli occhi di Raizen, e malgrado i due pensassero di aver chiari i loro ruoli nei confronti dell’altro il chiarimento era ancora lontano e la pace più che mai. Nonostante tutto l’addestramento potè proseguire e il Senju fu in grado di recuperare la concentrazione rapidamente.

    Ricorda, se le piante sono importanti per te in quanto tua estensione c’è una parte essenziale che può venirti incontro: il meristema.
    Possono essere qualsiasi cosa tu gli dica di essere, partire da quelle anziché dalla modifica di cellule che già hanno un ruolo potrebbe essere più semplice.
    Dovrebbero essere tipo cellule staminali no?


    Che il consiglio attecchisse o meno si sarebbe limitato ad osservare le rimanenti prove venendo sorpreso dal cambio di atteggiamento di Yato a cui fece eco il suo. Poco prima aveva dato dimostrazione di quanto poteva essere spietato se lo desiderava eppure adesso aveva uno sguardo ben diverso, focalizzato. L’aspetto non tardò a manifestarsi ma il duo, nonostante Hakike aveva qualche vantaggio: giocavano in casa, per questo venne creato immediatamente un clone anche se comprendere che fine avesse fatto o se addirittura avesse utilizzato una tecnica non era elementare visto che non ci furono effetti tangibili e di fatto era anche difficile comprendere che aveva eseguito dei sigilli visto che in parte vennero eseguiti con Kushami e la tecnica richiedeva tempo per concretizzarsi visto come era stata impiegata, non bastasse il clone sarebbe comparso dietro un albero ad oltre venti metri da loro, verso il villaggio. [Clone]

    Fiducioso come sempre, e senza neanche la buona creanza di presentarsi, seguace di Indra.
    Shinryu, giusto?


    Disse non nascondendo la sorpresa nel ritrovarsi nuovamente davanti Shinryu, pur non avendo memoria dei loro precedenti incontri l'aveva delle volte che aveva sentito quell’infausto nome.. Quasi come un automatismo mise un braccio davanti al Senju mettendo una protezione tra lui e l'Aspetto, come il resto dell'accademia era anche lui in possesso dei rapporti sugli aspetti e sul dominio ma al momento combatterli era fuori questione.

    Ci sono parecchie cose che vorrei sentire da te, vecchio nemico di Ryujin.
    Ma prima di tutto partiamo col dire che la scintilla di Kushami è al sicuro e quindi se speri di portartela dietro solamente mostrando quella pelata sbagli di grosso.


    Inevitabilmente il suo sguardo andò a Hikike, impietosito strinse le labbra.

    È da quando è iniziata questa storia che aspetto di capire cosa sia successo ai draghi dell’ovest ed ora arriva uno dei più grandi infami della storia, come tutti quelli che hanno intenzione di prendersi ciò che non gli appartiene, e me lo sputa davanti al naso.
    Adesso, assodato che Kushami non si allontanerà dal sottoscritto ne tantomeno tornerà dai suoi simili senza che quella fonte non venga distrutta cosa hai tu a che spartire con quella merdaccia di Tenso Korin?
    Non sei il tipo che gli va a genio considerando il tuo amore per le armi di Iwa e quella scomoda cosa che ti tiene ancorato al mondo dei vivi, eppure riuscite a spartirvi i draghi verdi a quanto pare e siete ben consapevoli di cosa fa quella fonte visto come la sfruttate.
    Non so quanto la regina voglia il male dei suoi sottoposti o perché tu debba abbassarti a fare il postino, ma è certo che se agisce contro i suoi simili la sua testa farà compagnia alla tua un giorno.


    La piccola draghessa fece serpeggiare la lingua fuori dal corpo di Yato leggermente trasfigurato in una scena leggermente comica vista la faccia di marmo che teneva solitamente il Senju.

    Già, e col cavolo che vengo con te.
    Sono stata abbandonata quando ero più fragile, dopo che la mia anima ha appreso del mondo grazie all’eredità di Tenchou e stava per incarnarsi dentro l’uovo l’ho trovato corrotto, non so come ne sarei emersa, viva probabilmente, ma non libera.
    Forse erano gli effetti della fonte, li ho già sperimentati una volta e sono molto più grata a chi mi ha liberato da loro facendomi nascere piuttosto che a chi mi ha generato maledetta.
    Anzi, se proprio ho qualcosa da rimettere alla mia stirpe è vendetta, anche se a riscuoterla sarà chi li ha ridotti così.


    Tra Kushami e Raizen c’era un rapporto di consapevolezza diverso rispetto a quello con Kubomi, la draghessa era nata nel dolore ed aveva maturato un carattere più definito e meno fanciullesco in alcuni frangenti rispetto a quello del drago bianco, nonostante in termini di età fossero separati da qualche anno per i draghi non erano che minuti.
    Raizen intanto avrebbe occultato quanto più possibile il suo clone, facendolo muovere verso il villaggio, era fattibile combattere con Yato, ma forse non sarebbero stati sufficienti a contrastare l’aspetto che sospettava essere tra i più forti se non il più forte.
    Ma con un villaggio dalla sua parte le cose sarebbero cambiate.

    Non penso che oggi avrai modo di concludere i compiti per casa.

    Farsi cogliere impreparato non era tra le sue priorità per cui avrebbe iniziato a preparare il suo corpo al meglio, iniziando a far scorrere il chakra della volpe e iniziando a dare a Kushami maggior energia dopo aver evocato al suo interno l’anima di Kubomi, non voleva che questo potesse essere il suo primo combattimento, ma se necessario sarebbe stato meglio combattere per la propria vita piuttosto che farsela sfilare tra le mani. Inoltre, non era solo quello il motivo di quella preparazione, aprire le sue porte all’Equilibrio gli avrebbe permesso di percepire Hakike in maniera differente: che potesse salvarlo in qualche modo?
    Inoltre grazie alla fusione con Kubomi avrebbe potuto comprendere di più sulla natura di entrambi analizzandone i chakra con le percezioni dei draghi, sapere che Shiryu era un clone e non il reale Aspetto poteva essere utile.


  9. .

    I Luoghi del Delitto

    XV






    La Genin si fermò subito quando sentita la voce risuonarle direttamente nella testa, nella giovane ragazzetta Suna poteva riporre grandi speranze, nonostante la buona volontà e il carattere necessario a compiere indagini di quella portata in prima persona conservava una modestia sufficiente da ascoltare le parole della senpai Kaede che la riportò a riflettere maggiormente sulle sue azioni.

    So che nella zona sono presenti edifici con ampi spazi interrati, è una delle parti più vecchie di Suna e un tempo si costruiva più sotto che sopra il deserto per difendersi dalle sue tempeste.

    Con quell’informazione Ryugi andò a perlustrare la zona, senza trovare particolari problemi nel trovare un luogo sicuro dove effettuare la trasformazione, la gente era preoccupata e qualcuno iniziava ad uscire di casa solo quando necessario. L’inizio di un disagio che da lì a qualche mese qualche nukenin avrebbe cercato di cavalcare.
    Trovare indizi sull’assassino non sarebbe stato possibile, era trascorso troppo tempo e la semplice vita del villaggio aveva da tempo cancellato tutto, ma come Ryugi aveva giustamente predetto poteva esserci altro da ricercare: ciò che non era immediatamente visibile agli occhi. Gli edifici erano ti fattura antica, più grezzi di quelli presenti in centro ma costruiti da mani sapienti che sapevano come combattere il caldo affidandosi alla terra cruda e alle temperature stabili che garantivano gli spazi ipogei. Nel piccolo spazio, necessario a concentrare le ombre degli edifici nella maggior parte delle ore del giorno, si affacciavano diverse finestrelle tutte troppo basse perché potesse passarvi un corpo umano. Tuttavia la tempesta di sabbia del giorno prima aveva sparso uno strato di sabbia che per i meno avvessi al deserto somigliava tanto ad una nevicata, liscia e ben disposta a rendere ogni spigolo più morbido tranne in un punto. Una delle finestre infatti aveva davanti a se un chiaro smottamento, dei detriti di terra compatta frutto di una manipolazione del terreno visto come tracciavano i contorni di un parallelepipedo assai preciso.
    Eccezion fatta per quel dettaglio la zona pareva essere abbastanza silenziosa e priva di minacce, infatti tentando i primi passi fuori dal suo nascondiglio nessuno avrebbe dato segno di notarla, neanche quando si fosse avvicinata ad osservare gli interni dell’edificio. Guadagnata una visuale all’interno dell’ambiente avrebbe visto un ambiente dismesso simile ad un ripostiglio: qualche scopa, delle vecchie sedie impolverate, vedeva anche le parti di una bici e degli indistinti blocchi coperti da teli di plastica, forse poltrone. Il tutto coperto da uno strato di polvere più o meno spesso.
    Doveva scegliere se la situazione poteva essere interessante da esplorare o muoversi verso il prossimo punto della mappa. Se avesse scelto il terzo, in una piccola cantinetta avrebbe trovato un uomo baffuto di mezza età, piuttosto provato, che trascinava una botte di discrete dimensioni, non era strano a Suna, coltivare i vigneti era difficile nel suo terreno aspro e arido, ma i risultati erano vini famosi in tutto il mondo e qualche privato si divertiva a sperimentare.
    Se Ryugi si fosse fatta vedere avrebbe ricevuto un saluto cordiale.

    Buongiorno piccola kunoichi.
    Qualche problema?


    Un sorriso fugace e sarebbe tornato alle sue mansioni. Se l’avesse vista trasformata, inconsapevole della sua reale identità le avrebbe rivolto un saluto coerente con essa, senza però cambiare la domanda finale.
    Oltre la porticina ribassata rispetto alla strada, alla quale si accedeva con una piccola gradinata, l’interno della stanza era piuttosto scuro come si confaceva ad una cantina ma sul fondo, oltre botti e rastrelliere, si poteva vedere una grata ancora più buia che pareva non affacciasse su un ambiente vissuto essendo parecchio scuro.
    Se invece avesse deciso di dirigersi nel luogo in cui era stata attaccata lei, il punto quattro nella mappa , niente era diverso da come lei l’aveva lasciato, compreso il tombino che ome gli aveva detto il poliziotto al suo risveglio era in ombra rispetto alla visuale delle telecamere, mostrando una conoscenza capillare del sistema.
    La scena del crimine era ancora sigillata, cosa che aveva permesso di mantenerla inalterata e proprio vicino al tombino si potevano vedere impronte assai singolari: scarpe, strisciate forse dovute al combattimento, anche se molto poche considerando il numero di persone coinvolte nello scontro e delle impronte di ruote, abbastanza fini, simili a quelle di una bici anche se parallele tra loro anziché in linea. Per quanto le impronte fossero confuse in quanto calpestate da altre, era possibile vedere come fossero entrassero ed uscissero dal tombino.
    Un luogo assai scomodo per delle ruote.
    Se avesse aperto il tombino, qualche istante prima che potesse calarsi al suo interno sarebbe stata distratta da una voce.

    Lei!
    Cosa sta facendo?
    Non vede che quella è una scena del crimine ancora sotto sigilli?


    Era l’Iga, con un vistoso fiatone.

    Si muova verso di me, la informo che userò la forza se non sarà collaborativo, violare quella zona è un crimine, devo portarla in centrale.

    Cosa avrebbe fatto la giocane promessa di Suna?

  10. .

    Primi Risultati

    V




    Annuì mentre rirfletteva.

    Bene, cerca di vederla all’opera e raccogliere informazioni su di lei, non per forza in prima persona.
    Ad Ame si può comprare tutto no?
    Magari una delle sue cameriere ha servito il cliente sbagliato e per qualche spicciolo può scucire la bocca.
    Vedi tu, hai già ristretto il campo, sei sulla buona strada.
    Quando avrai aggiornamenti sai cosa fare.


    Sui rapporti però sarebbe stato meglio fare qualche rettifica e considerando l’espressione del suo viso pareva ci avesse già pensato.

    A proposito dei rapporti.
    Meglio farli.
    Indirizzali direttamente al mio ufficio come secretati se non potrai portarli di persona, non cadranno in mani di terzi se non per mia precisa intenzione e se ti senti più sicuro in quel caso verrà comunque oscurato il tuo nome.
    Oppure scegli una copertura che ti rappresenti, ma aggiornarci così di rado non è efficiente.


    Il discorso venne poi spostato su Jeral, nukenin problematico che a quanto pareva aveva iniziato a muoversi, anche se la ragione delle sue azioni restava ancora un mistero.

    Coinvolto dici.
    Recuperare informazioni su di lui per te è ancora troppo rischioso per cui nemmeno se ne parla, ma cerchiamo di inquadrarlo, per il momento sembra esclusivamente legato alla volontà di portare caos, ormai abbiamo qualche notizia delle sue azioni e onestamente neanche con un discreto impegno riesco a immaginare se abbia un vero fine.
    Che sia votato unicamente al caos?


    Probabilmente quella discussione non sarebbe durata a lungo, ma Yato aveva avuto modo di interagirci, forse qualcosa poteva supporre.

    Quanto alla situazione all’artiglio le dinamiche precise continuano a risultarmi poco chiare.
    I quadri hanno un ostaggio, ti ingaggiano per curarlo ma prima ti mettono alla prova, suddetto ostaggio era in realtà il figlio di un dignitario dell’ Artiglio.
    Anche i Kurotempi sono immischiati e… hanno ingaggiato i cuori?
    Strano, saranno dei pazzi scatenati ma non gli manca la forza per potersi prendere ciò che vogliono.
    Ma chiudendo questa parentesi tu vieni mandato di tutta fretta a consegnare tale Junishiro e zitto zitto parti senza porti nessuna domanda, strano da parte tua, come mai?


    La roccambolesca spiegazione dell’attacco alla carovana non fece che intorbidire le acque complicando palesemente la missione di Yato.

    E questo non va bene.
    Un conto è se la missione fosse stata sunese, ma era accademica, quale era l’obiettivo di quella missione?
    La tua copertura al momento inizia a traballare, la cosa va aggiustata prima che Suna possa sapere che hai contribuito al fallimento della missione, ci sarebbero delle attenuanti visto che dovevi preservare la tua copertura, ma non è comunque il miglior risultato ottenibile da questa situazione.
    Anche se comprendo le tue difficoltà dovremmo parlare di come rimediare, Suna è un alleata, dobbiamo tenerla stretta, potremmo tirare fuori una saldatura più forte da questa crepa.
    Forse possiamo portare avanti una relazione bilaterale che non coinvolga l’intera accademia e risolverla direttamente con loro in modo da non esporci a interpretazioni maliziose di terzi.


    Il suo sguardo si vece leggermente più severo.

    Inoltre, è anche arrivato il momento di iniziare a giocare più pulito, ma anche più sporco.
    Anche se già avevo iniziato quando ti incaricai di informare l'opinione pubblica in merito alle azioni della Foglia che avevano portato beneficio a Kiri.
    Quindi, qualora capitasse, vediamo di magnificare ogni atto di avvicinamento agli altri paesi come vanità comanda.
    Se gli raccatti una cartaccia dal marciapiede facci sopra una parata, per ora non chiederemo altro che riconoscimento, quando ci sarà da fare una tavola rotonda valuteremo se riscuotere o meno qualche debito.


    Chiuse la parentesi spostandosi nuovamente sulle questioni dell’Artiglio.

    Dunque tutto questo come è legato alla guerra civile scoppiata all’artiglio?
    Il funzionario è stato ricattato?
    Comunque direi che questa è l’occasione di cui ti parlavo.
    Se affiancato da qualcuno pensi di riuscire ad infiltrarti e salvare Hohenheim?
    Dovrebbe esserci una Kunoichi alla sabbia abbastanza fedele ad essa da apprezzare un simile gesto, in due sareste pochi ma con un terzo potrebbe funzionare, potendo scegliere chi aggiungeresti?
    Tieni a mente che è una cosa che vogliamo sbrigare tra Foglia e Sabbia, e Kairi è tornata al villaggio dopo tempo.
    Potrei suggerirti di muoverti dopo aver appreso la tecnica del quarto, ma non penso avremmo tempo a sufficienza.


    Stava valutando la situazione con una buona dose di cinismo mettendo al primo posto la salvezza del kage, ma non avrebbe dimenticato la situazione del paese.

    Sedare il conflitto potrebbe essere vantaggioso e sospetto che Junishiro potrebbe aiutare, ma se abbiamo scarsa conoscenza delle ragioni dello stesso è complesso agire per sedarlo, sai qualcosa?

    Quella missione probabilmente sarebbe stata la prossima occupazione di Yato ed era bene programmarla con quanta più precisione possibile.


    […]

    Il commento di Yato sull’essere ingenuo gli fece fare spallucce, non sembrava desse peso alla motivazione, quale che fosse.

    Poco importa, non fa niente.
    Cerchiamo solo di non ripeterci.


    Andò avanti sulla spiegazione dei cloni venendo seguito passo passo dalle deduzioni del chunin.

    Esatto.
    Tieni anche conto del fatto che le tue conoscenze mediche ti aiutano, io mi rifaccio grosso modo agli schemi che ci passano in accademia e poco più, ma non ho una conoscenza precisa come dovrebbe essere la tua, avrei più difficoltà e forse dovrei scegliere un altro approccio.


    Nonostante il presupposto astio pareva che fosse genuinamente interessato a trasmettere ciò che sapeva, anche a Yato, ed infatti aveva scelto un metodo più adatto alle sue capacità e col quale potesse interfacciarsi più facilmente.
    Sotto una guida più puntuale Yato iniziò a trovare la sua strada e scorgere il suo obiettivo anche se separato da qualche altra giornata di pratica considerati i risultati ancora instabili. Kushami intanto osservava i progressi così come Raizen e sull’ultimo clone reputò necessario dare un suo parere.

    Fà un po' vedere va’.

    Raizen si avvicinò ai due, quasi come se si fosse ribaltato il ruolo tra creatura ed evocatore e dopo qualche tocco Kushami si sarebbe nuovamente addormentata, risvegliando il clone di Yato dopo che questo era stato preso dal chakra di Raizen.

    Oh ecco.
    Ora si capisce un po' meglio.
    Scomodo, estremamente scomodo, ma è un inizio.


    I tratti del clone, che non era stato trasformato, erano diventati più femminili, mostrando uno Yato insolito e più fanciullesco che continuava ad osservarsi e saggiare il suo stesso corpo.

    Forse vale la pena ragionare sul fatto che la tua manipolazione è un unione di acqua e terra.
    Magari potrebbero non esplodere in attacchi potenti e pirotecnici ma del fango o l’interazione con i due elementi distinti potrebbero essere interessanti per iniziare.


    Raizen annuì, senza commentare immediatamente le parole di Yato, la sua prima reazione vedendolo in difficoltà era quello di sbeffeggiarlo e forse non voleva farlo.

    Partire da questo concetto potrebbe permetterti di interfacciarti meglio con cose che altrimenti troveresti complesso fare.

    Compose i sigilli necessari e un pugno di cloni comparve vicino a lui.

    Questi non sono esattamente kagebushin, sono una variante che abbiamo esclusivamente a Konoha.
    Certo, anche la Kagebushin è farina del sacco di Konoha, ma siamo misericordiosi che vuoi farci, comunque.


    Rilasciò i cloni uno alla volta mostrando a Yato quali effetti questi sviluppassero nel momento in cui in realtà dovevano limitarsi a sparire.

    I primi sono quelli di Konoha, al rilascio generano una potente scossa elettrica, sono la base per una cosa che sto sperimentando di recente, andiamo con ordine.
    Fumogeno.
    Un semplice incremento del fumo creato, una copertura momentanea dove in realtà io percepisco meglio.
    Imprigionamento.
    Li usavo di più un tempo, ma non sono mai state davvero efficienti per il mio stile, se imprigioni devi farlo bene e una sorta di acqua caramellosa non è sufficiente.
    Alcuni non mi trasmettono danni, al momento sono pochi ma sui grandi numeri è molto efficiente.
    Mentre quest’ultimo inizia ad essere più sperimentale.


    Uno dei cloni si allontanò dal duo, posizionandosi tra due alberi ed al suo rilascio non emise una scarica ma una folata di vento tagliente evidentemente instabile, alcuni fendenti avevano un potenziale chiaramente inferiore mentre altri andarono completamente fuori bersaglio.

    Come vedi quella non era un emissione elettrica, ma di vento, e non era elemento puro, era una tecnica impacchettata per così dire.
    I tuoi cloni di legno possono arrivare a livelli di efficienza superiori nel veicolari capacità legnose.
    I semi, ad esempio.
    Non potresti usarli per lanciare i tuoi cloni a distanza o farli apparire dopo un determinato lasso di tempo?
    L’immobilizzazione anche, a te verrebbe incredibilmente meglio, a patto di perdere il clone potresti avvolgerlo attorno ad un obiettivo rendendo molto molto difficile liberarsi.
    A questo punto però c’è un piccolo problema.


    Un clone senza memoria comparve alle sue spalle, già trasformato in sedia, dando l’impressione che avesse materializzato proprio una seduta dal nulla per prendervi posto ed osservare Yato, comunicandogli chiaramente che stava facendo un passo indietro.

    Io, chi sto addestrando?
    Perchè il tuo chiamarmi Sensei mi ha un pò deluso in un certo senso, hai fatto grandi discorsi sul rapporto tra sensei e maestro quando ti ho parlato male di Kensei, eppure nonostante siamo entrambi consapevoli di cosa ci leghi realmente e che uno dei tuoi cloni potrebbe pugnalarmi alle spalle mi chiami sensei.


    Mise una lunga pausa prima di porre una domanda essenziale.

    Vuoi chiamarmi sensei, Yato?
    O vuoi chiamarmi Bersaglio?


    Raizen sapeva essere intimidatorio quando voleva, ma in quel momento davanti a Yato stava solo ponendo la sua persona, un ninja la cui forza meritava il titolo di Kage. Un uomo a cui non serviva stare in piedi davanti a quel chunin.

    La mia memoria non è così corta e so a cosa ancora non puoi rinunciare.
    Avere qualcuno di fedele e abile a guardarmi le spalle sarebbe un sogno, ma ben pochi hanno realmente compreso che anche io sono carne e ossa e anche io potrei avere bisogno di protezione.
    Io ti sto addestrando consapevole della minaccia che comporti Yato, lo sto facendo per mostrarti un’ altra strada.
    Voglio aiutarti, ma se non ci riuscirò non sarai un problema che farò ereditare al mio successore.
    Tu non sei di sicuro qualcuno che può autosuggestionarsi indossando la maschera dell’allievo quindi... restiamo onesti.
    Siamo consapevoli dei nostri ruoli, non darmi in pasto facciate.
    Non osare.


    I suoi occhi fiammeggianti diventarono l’unico punto di luce in un mondo di oscurità dove solamente lui e la terribile quanto Opprimente presenza demoniaca dell’Hokage era presente, soverchiante come il nomignolo che gli era stato dato: Montagna.
    Yato non era il suo primo allievo che subiva quel trattamento, ma come in passato così come quella sensazione era arrivata sarebbe sparita, anche se era probabile che avrebbe lasciato qualche traccia.
    Quando i tremori fossero spariti e il battito del cuore tornato alla normalità Raizen era davanti al suo candidato killer, la sua soverchiante presenza svanita, sostituita da una mano tesa per aiutare il Senju a rialzarsi.

    Siamo ciò che scegliamo di essere.
    Sarò felice di chiamarti kohai quando sceglierai di non essere ciò che ti hanno detto che dovresti essere.
    Fino ad allora, fino a quando chiamarmi sensei ti costerà quanto sputare un drago dalla gola... meglio non montarsi la testa, e se proprio imparare a conoscerci e quando mantenere le distanza.
    Apprezzo lo sforzo, ma ti consiglio di non prodigarti nuovamente... diciamo che è un nervo scoperto.


    Quel cambio di approccio così repentino era al limite della bipolarità ma era chiaro su quali presupposti Raizen stesse fondando quel rapporto e lo spirito col quale offriva quegli insegnamenti.
    Prima di continuare se avesse notato che il messaggio non era passato come intendeva avrebbe preso qualche minuto per chiarirsi venendo poi avvicinato da Kushami.

    Non so quanto sia utile un simile approccio sai?

    Il piccolo drago verde non ricevette un occhiataccia, solo un lento movimento degli occhi nella sua direzione che la congelò all’istante. Era consapevole di quanto i suoi metodi fossero discutibili e quanto quel gesto fosse fraintendibile ma era utile a setacciare le persone che gli si avvicinavano, voleva poche persone attorno ed era vitale che capissero che approcciarsi a lui era sicuro soltanto se lo si faceva senza menzogne. Lo scontrino per le mezze verità era salatissimo.

    Immagino avrai notato la foresta.
    Che ne dici di farci apparire un clone dentro, percepire con esso e poi farlo uscire?
    Non farti troppi problemi, non vogliamo niente di bello, ci basta che senta e che si muova.
    Io comunico con i miei cloni in un modo per niente semplice, ma tu hai le radici, sfruttale.
    Dopo potremmo pensare a qualcosa più di impatto, ma per il tuo stile credo sia meglio giocare in questo modo.


    Lui intanto si sarebbe dedicato a perfezionare l’utilizzo dei cloni a tecnica speciale attiva, non potendo sfruttare tecniche similari a quelle delle manipolazioni doveva riuscire a mantenere un diverso tipo di connessione con i cloni, e doveva ancora comprendere se la chiave era usare il chakra demoniaco per la loro creazione o provare a stabilire un contatto successivamente che però non pesasse sulla sua concentrazione.


  11. .

    Vita Vegetale

    IV




    La discussione sulla donna tenne banco per qualche minuto.

    Pensi di poterci fare affari senza rischiare le penne?
    In questo caso approfondisci, il chakra ci da la possibilità di rendere le operazioni rapide e poco dolorose, ma accettare che un altro viso ci guardi nello specchio è ben diverso.
    Se l’ha accettato vuol dire che sul piatto della bilancia ci stava qualcosa di importante.
    Cerca di scoprirlo, forse capire chi e cosa era prima ti aiuterà, compreso le abilità che usa in corpo a corpo.
    Il legno per te è indubbiamente una firma è la tua abilità preponderante, se è così brava nei taijutsu ci sarà qualcosa di riconoscibile anche in lei che ci parli delle sue origini.


    Quelle le uniche richieste su tale Yuri Zahard.

    Per quanto riguarda i tre Hayate limitati a fornire degli identikit se non presenti nel rapporto in modo che siano individuabili da terzi.
    Per ora non mi sembra necessario scoprirti, non li stiamo ricercando attivamente dopotutto.
    Ed a proposito di Nukenin, hai più reincontrato Jeral?
    Il tuo precedente incontro ci ha permesso di aggiornare la taglia con importanti informazioni, ma stiamo parlando della… prima riunione se non sbaglio, ne è passato parecchio.


    Chiuso l’argomento Ame passarono alla Katana, con un cenno di assenso di Raizen.

    Si, si può, è abbastanza semplice.
    Quanto alla bilancia ci organizzeremo per raccogliere al meglio le informazioni, se vogliono ritagliarsi un posto in questo mondo glielo impediremo, il primo passo sarà capire in che modo riescono ad essere così influenti.


    Raizen si sarebbe allontanato dopo aver imposto un sigillo sulla piccola draghetta, avrebbe permesso ai due di comunicare e a Yato di addestrarsi senza una presenza che evidentemente risultava estremamente ingombrante. Nonostante tutto anche così non fu estremamente collaborativo, sicuramente si stava impegnando nel seguire le indicazioni di Raizen ma sicuramente non stava sfruttando l’esperienza di Kushami che, per carità dei Kami di sicuro non si sarebbe proposta, restando a svolazzare pigramente ma seguendo le direttiva di Raizen e raccogliendo informazioni sul clone di legno per poter preparare indicazioni migliori.
    Al suo arrivo l’Hokage venne accolto da Kushami che gli volò incontro.

    Io non ho ben capito chi sia questo tipo, ma sicuro quanto io sono verde che non si fida di te.
    Preferirebbe una trasfusione di acido piuttosto che ascoltarti.


    Scosse la testa accigliato e dopo la sua prima interazione ascoltò i risultati di quella giornata.

    No, forse non ci siamo intesi.

    Disse concedendo a Yato il beneficio del dubbio malgrado credesse che, mettendo un filtro alla sua persona l’avesse messo anche alle sue parole e dopo aver bollato lui come allocco incapace altrettanto aveva fatto con le sue istruzioni.

    Se mi accetti come sensei devi accettare anche gli strumenti e i consigli che ti do.

    Kushami annuì.

    Non mi hai degnato neanche di uno sguardo, altrimenti te l’avrei detto che stavi tentando di fare la cosa sbagliata.

    La Montagna non annuì ma lasciò passare qualche secondo per far rielaborare Yato.

    L’idea la hai, devi fondere queste due cose, ma non basta avere gli ingredienti per fare la ricetta, se metti acqua e farina in una ciotola e li inforni difficilmente avrai pane.
    Allora.
    Quando intendevo di emettere una tecnica sfruttando il legno ero letterale ma hai cercato di affrettare i tempi, riprova, genera un clone di legno ma non staccarlo dal tuo corpo.
    Dobbiamo andare per gradi, un ramo da cui puoi emettere una tecnica, un prolungamento dell’arto da cui puoi emettere una tecnica ed un corpo da cui puoi emettere una tecnica.
    Ogni passaggio nasconde un insidia differente, sul primo puoi prolungare le terminazioni di chakra che percepisci meglio, ma avranno una forma inusuale per il compito che vorrai dargli, il secondo prolungherà le tue percezioni e sarà strano avere un braccio più lungo e funzionale mentre il terzo avrà connessioni diramate e complesse.
    Su cosa stai lavorando?
    Sull’attribuire al legno un sistema circolatorio di chakra, così come lo hanno le Kagebushin, e questa sarà la base della fusione.
    Non sottovalutare quella tecnica, gli occhi migliori del mondo ninja non distinguono tra le copie e l’originale.


    Ragionò qualche secondo e con le poche nozioni che aveva sui Senju non potendo immaginare con precisione le proprietà del legno azzardò un consiglio.

    Forse un punto di partenza potrebbe essere una liana per mantenere connesso il tutto, inizia da un unico ramo per la prima fase, poi inizia ad attorcigliarlo e creare un circuito che abbia la forma di un arto attorcigliandolo più e più volte, in questo modo spezzando le estremità lontano da te avrai dei condotti che vanno verso l’esterno e possono sfogare qualcosa.
    Per il corpo inizia dalla spirale del tantien e poi falla germogliare negli arti.
    Kushami, guidalo e aiutalo a mantenere vitale tutte le parti della creazione, stiamo parlando di un sistema prima lungo e poi ramificato e complesso, le prime volte non riuscirà senza supporto.
    E mi raccomando, stai attento, cerca di non fare troppo affidamento alla struttura naturale degli alberi, l’abitudine potrebbe portarti a sbagliare per quanto alcuni concetti siano similari.
    Integriamola dopo che abbiamo capito cosa dobbiamo fare.


    Kushami si sarebbe rivelata molto più utile e attenta di quanto il suo carattere non lasciava trasparire, quando vedeva il legno invecchiare ripassava i canali di chakra con un suo artiglio, creando una nuova via perché quello di Yato potesse scorrerci nuovamente.
    Quando il costrutto di Yato avesse iniziato a somigliare ad una spirale umanoide, tipo mandragora Raizen avrebbe annuito.

    È questo il punto di svolta.
    Da adesso alla cima manca poco, ma la strada sarà più ripida.
    Hai creato qualcosa che ti drena costantemente il chakra e una volta separato perderà rapidamente di vitalità, ma è funzionale!
    Ora devi trovare il modo di lasciare il tuo chakra al suo interno, chiudere i condotti è impossibile ma sappiamo già dai cloni normali che è possibile.
    Qui quale può essere la soluzione?


    Raizen non diede subito risposte, ne esistevano di semplici e di complesse, e tutte si basavano sull’attitudine del singolo nella risoluzione dei problemi, Yato ne aveva una propria e bella forte suggerirgliene una forse l’avrebbe inutilmente portato fuori strada. Lui non avrebbe mai posto alcuna fretta, dedicandosi allo studio della spada eterna mentre Yato si esercitava.
    Quando il costrutto avesse raggiunto la minima funzionalità Raizen si sarebbe alzato facendo un cenno a Kushami per farla posare all’interno della sua tasca, pochi istanti dopo il piccolo drago sembrava essere caduto in un sonno improvviso e profondissimo.

    Mmmh.
    Dovremmo esserci.


    Disse mentre analizzava il clone.

    Rilascialo, sarà doloroso percepirmi.

    Quando il clone divenne poco più che legno Raizen ne afferrò una mano e forzando un dito sulla superficie ve lo immerse tentando di ripercorrere una traccia della vita che lo percorreva dalla mano fino al tantien. Il legno scricchiolava e si lamentava, ma risultava plastico sotto quel tocco e quando la mano arrivò al tantien con uno sbuffo prese le sembianze di Raizen.

    Ommioddio.

    Qualcuno con un po' di conoscenza storica avrebbe visto in quella creazione un ricordo dei cloni di zetsu, bianco pallido, mostruoso e somigliante ad una piante ben più di quanto non doveva essere.
    Venne rilasciato in un batter d’occhio con un sincero sospiro di sollievo del kage.

    È quasi pronto.

    Il suo sguardo ancora era pensieroso.

    Tu hai detto di voler avvolgere un clone normale con del legno… e potrebbe funzionare, ma le piante non hanno forse un modo più caratteristico di impossessarsi di qualcosa?

    Le sue dita mimarono delle fluide radici.

    Esatto.
    La tua mente ora è in grado di comprendere come deve muoversi il legno.
    Forse più che rivestire un clone puoi… lignificarlo.
    Non so se intendessi fare un armatura per cloni quando parlavi di rivestirli, ma le due nature a quel punto non sarebbero ben integrate e suppongo che tu voglia un lavoro di fino, non un ripiego.
    Potresti anche lavorare su un armatura, sarebbe più semplice, ma senza esperienze non esistono buoni lavori che siano anche semplici.


    Kushami si risvegliò dal taschino, leggermente stordita, sarebbe tornata operativa solo dopo qualche minuto.

    Dunque, hai intenzione di fare tutto da solo o ti fai dare una mano?


  12. .

    La Battaglia Contro l'Oni

    XIV




    Quel piccolo momento di pausa proseguì senza troppe tensioni nonostante tutti in un modo o nell’altro stessero piazzando delle pedine per le prossime battaglie, vicine o lontane che fossero e non sempre in favore di quell'alleanza momentanea che avevano stipulato

    Cara Maya, ci sono debolezze e debolezze, e quando si parla di carne ho una mia filosofia.

    Gli avrebbe dato due buffetti sulla testa.

    E no, non è un giudizio, è un parere, non farlo pesare troppo.

    Sorrise cordiale ma non complice, c’erano molte poche possibilità che l’attuale Maya gli facesse cambiare idea.

    Ah, capisco, non sapevo avessi la Hiraishin.
    Quindi ti sei portata dietro qualcosa dalla foglia nonostante tutto.
    Sempre a parlare di denaro e debiti ma vedo che anche a te non ne mancano.


    Disse senza mascherare un tono malizioso.

    Beh, anche se non puoi sfruttarli per ciò che avevo in mente restano parecchio comodi, non sarebbe male sfruttarli per connettere i due gruppi visto che ci separeremo.
    Potresti dargli la proprietà di venir richiamato anziché spostarti tu?
    Sai, per un estrazione rapida casomai servisse.


    Quella parentesi si sarebbe comunque chiusa con quella risposta, permettendo al gruppetto di attendere l’arrivo del guercio con gli ultimi membri di quello spettacolo.
    Mancava all’appello Hagemono ma il suo arrivo fu ben poco piacevole, raramente le tecniche di Orochimaru lo erano alla vista. Ma per i presenti venir vomitato da un serpente era solo la punta dell’iceberg. Nessuno sembrava gradire Hagemono, aveva scelto la via del verme, e i vermi schifavano tutti. Lo osservò per qualche secondo in silenzio, scuotendo la testa, salvarlo non sarebbe stato facile.
    L'interrogatorio fu sostanzialmente una conferma delle idee che aveva su di lui, eppure la cattiveria che percepiva in quell'animo in qualche modo lo impietosiva, non c’era solo egoismo o volontà di primeggiare nel suo operato, nonostante l'orribile colpa di usare le vite altrui come moneta ciò che voleva acquistare non era soltanto per se stesso. L'Uzumaki non sembrava essere avvezzo agli interrogatori e tante delle domande poste da Raizen non erano aggressive proprio per quella ragione, dopo il picco di aggressività kiriana la gentilezza lo tranquillizzava, riprendere fiato l'avrebbe tranquillizzato esponendo le crepe delle sue falsità, alimentando la falsa convinzione che il suo interlocutore fosse in qualche modo dalla sua parte. Tuttavia le orecchie della Montagna e la sua attenzione erano ben focalizzate sulle risposte fornite: piccoli elementi di quelle risposte infatti intersecavano fatti a lui noti e le risposte fornite dal Veterano stesso permettendogli un paragone che mise in evidenza come alcuni piccoli dettagli si discostassero da ciò che lui sapeva, non tanto nei fatti quanto nelle motivazioni.
    Quelle discrepanze accuratamente ricercate però furono solo uno degli elementi insoliti dell'interrogatorio mentale. Hagemono infatti esternava qualche parola di quando in quando, e la sua espressione quando l'argomento passò all'intero clan sfarfallò rapidamente, da un primo stato di sorpresa alla più totale apatia, uno stato emotivo ingiustificabile in un simile momento. Oltre quel repentino cambio di emozioni che pareva indotto da uno psicofarmaco pareva non avesse fatto niente, quantomeno secondo le percezioni di coloro addetti al controllo… ma era per forza lui a dover fare qualcosa?
    Il circolo attorno a quell'interrogatorio era ristretto ma nessuno dei presenti sembrava interessato a quel dialogo; Osamu, più lontano ma sicuramente all'ascolto pareva avesse già messo in conto quello scambio, e come in altre occasioni aveva stampato in faccia un sorriso criptico quanto odioso, Orochimaru era intenta a schiaffeggiarlo realizzando probabilmente il sogno di qualche buon pervertito, mentre Hana sorrideva senza troppe preoccupazioni. L'unico che sembrava essere seduto sulle spine era Byakurei, la sua insofferenza protratta per tutto l’interrogatorio collimò in un espressione corrucciata sulle ultime risposte, impossibile non notarla perché corrispondeva grosso modo al cambio di atteggiamento di Hagemono. Impensabile che il suo ippocampo non si attivasse, facendogli dono delle parole di Fudoh quando rispondeva alla domanda sulle differenze apprezzabili che ricorrevano tra un cadavere manipolato da Byakurei e uno non controllato, rendendo quel cambio di atteggiamento ben sospetto e forse indicativo di una minor esperienza rispetto al Byakurei che conosceva Fudoh o di una minor conoscenza di Hagemono. Ma come era possibile che una comparsa come lui levasse la mano contro un viaggiatore?
    Certo non sapeva di quante volte Kotaro avesse sottolineato come le capacità di Byakurei fossero inspiegabilmente incrementate, ma forse qualcuno tra Fudoh o Youshi avrebbe potuto portare a galla quel dettaglio, dopotutto anche Fudoh gli riferì di avere il sospetto che ci fosse un rapporto conflittuale tra Byakurei e i colori in quella realtà. Connessi i due elementi notò anche che un maggiore grado di controllo per Byakurei aveva anche comportato un esposizione completa dei concetti che avrebbe dovuto esprimere mentalmente, segno che forse le parole precedenti dette ad alta voce altro non erano che momenti in cui si faceva più vivida l’intercessione del nanetto ora impegnato a soppiantare lo spirito di Hagemono. Oppure che li volesse far conoscere a qualcuno.

    Tappagli la bocca.

    Disse a Orochimaru prima di parlargli nuovamente mentalmente.

    Parole forti per uno a cui viene offerta la salvezza ad un passo dalla forca.
    Quasi folli, anzi…


    Parlava mentre si avvicinava ad Hagemono con lo sguardo di chi a breve avrebbe preteso risposte in maniera ben più sgradevole

    ...bipolari.

    Si sarebbe seduto tra Hagemono e Byakurei ma avrebbe fatto cenno a Orochimaru di mantenere il contatto mentale

    Nano infame.

    Interloquì mentalmente.

    Ti chiamano così no?
    Nomignolo perfetto.
    Salta fuori, se puoi rispondermi puoi anche partecipare a questa pagliacciata, non penso tu voglia tirare le cuoia con la faccia di chi sta seduto al cesso dopo una cena piccante.
    Orochimaru temo che Hagemono sia controllato e anche che sia carne morta, ti chiederei se puoi provare a sottrargli il controllo su Hagemono ma non so di preciso come faccia.
    Se tenta di muoversi fai in modo che nessuno venga ferito, lo ridurrò in cenere prima che possa ricordarsi l’ultima persona che ha pugnalato alle spalle.
    Farlo però mi renderà piuttosto esplosivo, quindi occhio.
    [Az.Prep.]

    Si rivolse quindi a Byakurei.

    Vuoi assolvere al patto o sei solo uno scarto che mi ha soffiato la più grande occasione di salvare il mondo?
    Te la faccio breve, tu mi servi, questa è la tua garanzia.
    Se ci stai e fai andare questo simpatico cagasotto nel suo tempo a fare ciò che gli dirò di fare eviterò di dire ai kiriani di questa chiacchierata.
    Scegli, da questa storia puoi uscirne facendomi un favore e con un serpente di Orochimaru dentro il culo per assicurarsi che non ci tradirai e sarò così gentile da chiedergli di controllare esclusivamente che rispetti i termini di questo patto e non ci tradisci oggi, o non ne esci per niente.
    Da parte mia beh, ti sto lasciando in vita nonostante tu abbia cercato di fregarmi e ti sto coprendo dai kiriani, non te la caveresti al momento contro di loro.
    Ovviamente il serpente sarà comunque necessario per farti mantenere la parola anche nel presente, ma sarà più discreto.


    Era un metodo efficace per assicurarsi la sua fedeltà, e Orochimaru aveva sicuramente qualche asso per mettere un lucchetto a quell'accordo.
    Dopo la domanda mentale restò a torreggiare tra i due fino a sentire la sua risposta ma scelse di non indagare, il tempo stringeva nonostante i sospetti su Byakurei fossero parecchi. Quel suo conoscente che stava alla pagoda pareva capirne di tecniche temporali e non sapevano da quanto lui era lì, senza contare che la scelta di Hagemono considerati i risvolti era stata parecchio fortuita, e le interazioni che c’erano con Osamu non promettevano bene: se avevano interagito era probabile che lui si fosse già assicurato che non potesse nuocergli nonostante tutto ma per Byakurei quell'evenienza si sarebbe trasformata in un trauma non da poco.

    Bene, vorrà dire che dovremmo applicare quello che ti ho detto alla lettera.
    Altrimenti a che servono le minacce?


    Lo guardò dritto nei suoi occhietti da pesce lesso.

    Un serpente.
    Nel culo.
    Alla prima oncia di chakra che spende senza che gli diciamo di spenderla inizierà a scavargli dentro.
    No, non piccolo, Byakurei ha parecchio da scontare, circa... una mano di spessore.
    Per un traditore che ha collaborato col Veterano e ancora poco, ma almeno potremmo saperne di più sul suo conto nel mentre.


    Disse servendosi della mano con le dita stese ed unite per mimare la testa di un serpente. Non sapeva se ci fosse stato realmente uno scambio tra Byakurei ed Osamu o se fosse stato un caso fortuito che giocava a suo favore, ma le malefatte del nano erano ben maggiori se Fudoh era arrivato ad odiarlo tanto, quello sarebbe stato un buon inizio.
    Ovviamente in quel caso avrebbe anche rivelato a Youshi e Fudoh cosa aveva appena appreso, mentre del dialogo tra i due seppe ben poco se non nulla, era occupato nell’interrogatorio per cui non sarebbe mai stato in grado di rivelare ai due l’esatta posizione del tempio in cui era stato personalmente. Tuttavia, cercando informazioni tra gli archivi accademici la missione era rintracciabile anche se con difficoltà. Era una missione per un privato senza l’intercessione del villaggio dopotutto, quindi non era stata catalogata come essenziale, ma era stato comunque fornito un rapporto per quanto generico che giustificasse l’uscita di due shinobi di alto lignaggio.
    Il fiume di parole e rivelazioni intanto scorreva e pareva che nonostante tutto il centro delle attenzioni non fosse tanto Hagemono e la quantità di informazioni in suo possesso, ne il fatto che lui brillasse come una stella, e nemmeno il Veterano in carne ed ossa fermo in un angolo a godersi la scena, bensì il suo cognome. Quando pronunciò Huangdì infatti fu impossibile non percepire un concreto cambio dei sentimenti in gioco e malgrado non li percepisse a pieno era chiaro che le cose non mutavano in meglio per lui, l'aria era rovente e non per il chakra che ardeva in lui.

    No, avevi citato Maya e altre due persone del presente, mi aspettavo Tenma o Q o chissà chi altri considerando che siamo un gruppo nutrito.

    Sospirò, non potè non notare che anche l’atteggiamento di Fudoh era cambiato.
    Possibile che per il santone andasse bene considerare degne di compassione delle armi di distruzione di massa piuttosto che il figlio di un uomo che imprigionandole aveva salvato chissà quanti umani?
    Se imprigionare un essere in grado di sterminare una nazione era una colpa che un figlio poteva ereditare da un padre che non aveva mai conosciuto allora Fudoh cosa aveva ereditato?
    L’odio verso di lui ovviamente e forse quell’odio non doveva provarlo anche verso i Guerrieri del Vuoto che però pareva rispettare?
    Ma questa risposta Raizen non avrebbe mai potuto darsela probabilmente, di Fudoh sapeva solo che aveva un curioso amore verso quegli esseri che chiamava Dei Guerrieri, un altisonante nome che aveva sentito pronunciare solo a lui ed Osamu poco prima. Una curiosità che non era il momento di togliersi.

    Si proprio grazie al suo saltare posso essere qui, quando l'hai visto l’ultima volta?

    Confermò gentilmente con un tono che difficilmente si poteva assegnare a qualcuno che aveva tentato di smolecolare Byakurei poco prima.

    Chissà piccolo Gyakuryū, chissà.

    Disse senza aggiungere niente riguardo Hagemono, ma osservando con occhi glaciali il nano.

    Comprendo, e ti ringrazio.
    È un momento difficile, basterà anche questo.


    La sua mano esitò sulla firma del contratto, in tutto quel caos stava per compiere un passo che non si aspettava avrebbe compiuto in quel modo, i contratti con i draghi avevano sempre nascosto grandi tribolazioni e anche questo forse ne nascondeva qualcuna, ma in quel momento tutto sembrava tranquillo e quando appose quella firma il suo chakra si stabilizzò ulteriormente. La stabilizzazione non aveva a che fare con quello dei demoni se non in seconda battuta, era qualcosa di più profondo, simile alle linee del fato che lo legavano a quella realtà, qualcosa in grado di rimettere ordine di riportare Equilibrio.
    Non potè avere completa percezione di tutte le reazioni, ma la porta della carrozza che si spalancava fu quasi comica nonostante risultò parecchio strano vedere una seconda Maya con quell’espressione e quel colorito insalubre. Con un po' di malizia si poteva pensare a cosa poteva fargli fare una simile espressione, ma non era nudo dopotutto per cui avrebbe dovuto togliersi quella curiosità un altro giorno.
    A prescindere dall’evoluzione della precedente situazione e da quella in corso la proposta di Byakurei venne prontamente fermata da Raizen.

    Stai seduto, verme in seconda.
    Ci penserà Orochimaru con un serpente a portarlo dove deve andare e con le restrizioni che ho enunciato, tu non hai un oncia della sua autorità rispetto a lui in questo momento, non sei sicuramente un membro del consiglio al contrario suo, o sbaglio?


    Avrebbe fatto un cenno della testa ad Orochimaru per approntare un trasporto che fosse identico a quello con cui l’avevano portato.

    Mi raccomando, perquisiscilo, non deve restargli niente addosso sigilli inclusi, non vorrei che ne creasse qualcuno per liberarsi.

    L’avvicinamento di Hana lo sorprese, anche se considerando quanto era sibillina non sapeva dire se in positivo o in negativo.

    La tua sensei?
    E chi sarebbe?


    Avrebbe continuato quell’interazione solo se avesse avuto risposta.

    Ah bene, ricordagli che è una vacca, miope se non si è accorta di chi sono figlio.
    Una vacca miope sia per me che per mio padre anche se lui non è il tipo da dire queste cose.


    Non ricordava con piacere il fatto che Tian avesse avuto una relazione con Kushinada, anche se non poteva fargliene una colpa, dopotutto non era detto che fosse l’invasata che era nel presente a quel tempo.
    La discussione si spostò sulla definizione del piano, con il Guercio che riuscì a pensare ad un piano elementare ma efficace per superare la barriera

    Oh bene, concordo anche io, anche se il dettaglio non è stato completamente svelato credo che per sicurezza farò spostare l’accesso ai draghi a prescindere.

    La successiva affermazione di Byakurei era un ulteriore conferma alle accuse che gli aveva mosso poco prima, quelle comparse era evidente che non potevano fare scelte di quel tipo, proprio come diceva Shuichiro e anche se il nano aveva sottovalutato la sua affermazione anche non agire era una scelta, una scelta che una comparsa non poteva fare. I kiriani l’avrebbero notato?

    Bene, dunque Liu Bei, Shotaro, Osamu, Shuichiro e Byakurei con me.
    Vi prego di non fare passi falsi signori, potrebbe essere l’ultimo, vediamo di darci una mano a sopravvivere.


    Sorvolare il mare con i rapaci di Osamu non lo ispirava particolarmente, ma se le cose si fossero messe male l’unico che aveva da salvare era Liu Bei.
    Solo quando furono in vista dell’Oni avrebbe evocato i dieci draghi che l’avrebbero supportato in quell’impresa in modo che fossero freschi per la battaglia che li aspettava, presentandosi a loro con un volto tutto sommato conosciuto, anche se i presenti ne avrebbero visti nove. Il decimo infatti era stato evocato al suo interno dandogli la capacità di camminare a mezz'aria come se fosse la terra a sostenerlo.

    Non ci siamo mai incontrati, ma anche se non ne siete al corrente voi siete già miei fratelli, concedetemi il vostro supporto.

    Il tocco tra quelle due specie, sia per Raizen che per i draghi fu ben più familiare di quanto non ci si potesse aspettare ed inevitabilmente entrambi potevano sentire ripristinato qualcosa di antico e forse dimenticato per la loro generazione.

    Ditemi i vostri nomi, non combatterò con degli sconosciuti.

    Guardò i draghi con gran rispetto, ascoltandone le voci, placide come ruscelli, profonde come l’eco di un fiume in piena e solo quando le presentazioni furono ultimate si voltò verso Oni.

    Non ci aspetta qualcosa di semplice.
    Osamu, dovrai aprire le danze.
    Probabilmente sei la minaccia che reputa più grande e dovrai agire come un fumogeno, fai un po' di spettacolo, non importa la potenza per ora, ma quanta copertura potrà fornirci, quindi è bene sia una cortina infusa di chakra per risultare davvero imprevedibili.
    Dobbiamo anche tentare di sperimentare con questo mondo, se è un sogno i genjutsu potrebbero avere un effetto amplificato, ma non quelli da attivare su un bersaglio.
    Tutto il sogno è il nostro obiettivo, dobbiamo convincere chi sogna, quindi devono essere ambientali e visibili a tutti, penso tu sia in grado di fare in modo che siano credibili, no?
    Ancora non è troppo tardi per la questione dei progetti.


    Il suo tono era leggermente provocatorio, le sue abilità paragonate al Veterano erano tristemente inadeguate in uno scontro in singolo, ma avendo lui potere decisionale era come avere a disposizione una delle armi stesse, con un goccio di competitività in più.

    Shotaro, sfrutta le tue percezioni per capire. Se mostra dei punti deboli se il Osamu non scuce la bocca, ha una sorta di logica biologica dopotutto.
    Noi attaccheremo, se ne sei capace sposterai gli attacchi per fare in modo che non riesca a pararli e se individui punti deboli per direzionarli lì.
    Liu Bei, supporto totale.
    Se sta riuscendo a difendersi tu devi fargli perdere tempo, se le nostre prestazioni calano devi farcene guadagnare, inoltre l’hai già visto all’opera potrai evitarci qualche spiacevole sorpresa.
    Mi hai detto di essere uno stratega, è il momento di dimostrarlo, voglio che le tue direttive facciano la differenza nell’interazione tra i nostri attacchi.
    Shuichiro e Byakurei, di voi so poco ma mi aspetto un uguale livello di collaborazione, potenziare noi o indebolire lui, scegliete e applicatevi.
    Forse Shuichiro puoi darci una mano con i tuoi sigilli, ci serve comunicare, non sarà facile stare vicini durante questa battaglia.
    Se qualcuno è in grado di teletrasportarsi potrebbe avere il compito di spostarci nel campo di battaglia.
    Come nota generale potenza e penetrazione fanno sempre bene ma la seconda più della prima, ha la pellaccia dannatamente dura.
    Per il resto apprenderemo dalla battaglia, non diamo il massimo, puntiamo a dare il colpo migliore dopo aver capito come renderlo davvero pericoloso.


    Con il supporto dei draghi il complesso flusso di chakra che gestiva si stabilizzò notevolmente e richiamare il chakra della volpe lo portò pericolosamente vicino ad uno stato non sostenibile alle membra di un essere umano, ma dove il paradosso portava scompiglio il contatto con i draghi portava le energie dell’equilibrio. L’attivazione del suo arsenale da battaglia lo rendeva quanto di più vicino potesse esserci alle raffigurazioni delle divinità, vestendolo di una pallida luce ora bianca e stabile che si concretizzava in un Haori grazie al controllo che aveva sul demone anche se la presenza dello scheletro gli dava un carattere più infernale che celestiale. La profonda comunione con l’anima di quelle creature millenarie si palesò nelle forme del drago che aveva richiamato al suo interno e che ora gli contornava le spalle come un Hagoromo. Mosse i primi passi senza il supporto dei volatili come se sotto ai suoi piedi le nuvole si creassero per sostenerlo come il carro che accompagnava i Kami che discendevano dalla luna. [Preparazione]

    Allaccia il pannolino Shotaro, da adesso non si torna indietro.

    Certo, questo non voleva dire che la sua apparenza si riflettesse in qualche modo nel suo carattere o nel modo di interagire.

    La sua natura non è organica, ma segue comunque una sorta di schema organico, accumula energia in dei punti per poi ridistribuirla e creare effetti.
    Quei punti sono punti deboli, colpirli non gli farà piacere, se abbiamo modo di individuarli saremmo già un passo avanti.


    Il sistema di alimentazione della Bakekujira e di come l’avevano combattuta era un ricordo vivido nella sua memoria e la vittoria era passata dalla distruzione del punto principale di accumulo o distribuzione. Lui stesso grazie alla percezione che i draghi avevano del chakra avrebbe tentato di individuare un flusso, ma non era scontato che ci riuscisse, anche se forse le dimensioni dell’essere gli potevano permettere di distinguere qualcosa. [Abilità]

    Inizia col moltiplicarci Osamu, fingici un gruppo più nutrito di quanto non siamo, poi una copertura come ti avevo anticipato e da quella fai spuntare attacchi illusori.
    Passatemi quattro shuriken o kunai, serviranno..


    Inoltre, se ci aveva visto giusto e con i genjutsu fosse stato possibile sognare nel sogno i cloni avrebbero scombussolato ulteriormente le idee all’Oni.
    Appena Osamu avesse dato copertura sarebbe partito insieme alla totalità dei cloni, avanzando in un fronte unito che per parecchie creature che non fossero statue colossali dotate di poteri quasi divini sarebbe stata una visione terrificante. Essendo ognuno di loro in grado di sviluppare il potere di un jinchuriki mediamente addestrato e lui il pieno potenziale forse anche l'Oni avrebbe dovuto imbastire qualche piano di reazione. Non poteva fortunatamente sfruttare i poteri della Bakekujira e credeva neanche quelli delle altre armi non essendo presenti in quella realtà, ma sembrava che avesse una connessione con i suoi simili in grado di muoversi oltre ad essa, tuttavia sapere cosa avesse compreso l'Oni di quella storia era probabilmente fuori questione.
    La cavalcata per raggiungerlo fu lunga [SA 1] ma sarebbe terminata con un attacco multiplo dalla magnitudo non indifferente, cinque cloni infatti avrebbero emesso un getto di elemento in contemporanea generando un unico turbinio allineato ad ogni impronta posseduta da Raizen più l'acqua dei draghi . [SA 2-6] La Montagna invece si sarebbe fermata ad una ventina di metri preparando un attacco dalla distanza sfruttando l'arma di Osamu. [ST 1 e 2] Un attacco semplice diretto al volto, ma che ad ultimo avrebbe stravolto la sua traiettoria venendo richiamato da un clone per dirigersi al centro del ventre dell'oni [SA 7 + extra] cercando di ledere un qualsiasi punto di accumulo che fosse posto in maniera similare al tantien per quella logica di similitudini tra creatori e armi. Recuperato il fulmine crociato i rimanenti oggetti adibiti a basi di teletrasporto si erano posti attorno all'Oni in punti differenti: uno alle sue spalle, circa all'altezza dei reni se ne avesse avuto, uno vicino al cuore, uno sopra la testa e l'ultimo sotto di lui. [SA 8]
    La più grande battaglia della sua vita era iniziata.


  13. .

    Le Radici della Bilancia

    XIV




    Sentendo le giustificazioni del cane che gli aveva consegnato il pizzino scosse la testa, fingendo un leggero sconforto.

    Le cose non vanno migliorando a quanto pare… aiutami a ricordare prima che sia troppo tardi, quando te l’ho consegnato?

    Gli avrebbe quindi poggiato la ma no sulla fronte in un gesto inutilmente solenne ma utile a mantenere quella recita.

    Ricorda per me.

    Stava in realtà applicando l’interrogazione mentale, porgendo quella domanda in modo da ottenere il ricordo di quell’esperienza e poter osservare la faccia di Kanashimi e di eventuali accompagnatori. Il pizzino successivamente gli diede qualche possibile risposta, ma non era ancora in grado di connettere quella doppia voce ad uno scambio di corpi ed all’effettiva morte di UN Kanashimi.

    Dunque mi attende ad Uzo no Tami.
    Salame.


    Pensò tra se e se.

    Mi sei fedele?
    Ti ho mai chiesto il perché?


    Aveva un volto cordiale quando porse quella domanda ed una volta avuta la risposta avrebbe continuato a operare al meglio in base ad essa.

    Ora sii cortese, fammi spazio tra questa folla, vorrei andare a farmi visitare.

    Distante ma entro l’accampamento intanto l’originale interagiva con quella frangia di nazione che sembrava essere fedele al Daimyo.
    Sbuffò vistosamente, i nobili sembravano essere onesti, ma sembravano anche tremendamente stupidi.

    Io ho ascoltato quella riunione, di preciso voi dov’eravate?
    Perché non ho sentito NESSUNA voce levarsi contro Kanashimi o sarei intervenuto a dar man forte.
    Riguardo le ferite ora faremo un salto in infermeria, se non vi daranno soluzioni penserò io a voi, ma dovrebbero essere attrezzati per simili ferite.
    Come ve le siete procurate di preciso?
    Inoltre, datemi dei dettagli riguardo il controllo mentale, potrebbero essere di vitale importanza.


    I discorsi farneticanti dei nobile lo sconfortarono leggermente.

    Comprendo perché le valli versano in questa situazione.
    Sà perché se cade il re cade la scacchiera?
    Durante una guerra non esiste re in torto, il nemico invasore è in torto, tutto l’odio è verso di lui, all’interno c’è unione nata dal dover contrastare un male maggiore.
    Il re non è più l’esattore, non è più il giudice scorretto, è il re diventa il simbolo del popolo di tutti gli ideali che legano alla terra, se cade cadono gli ideali, lo spirito.
    Se il re cade nessuno combatte.
    Per questo il re va difeso.
    Un re incapace che impugna la spada non è ne un buon re ne un buon condottiero.
    Respiri, si sieda, si preservi.
    Sia un buon re.


    Il discorso poteva prolungarsi in eterno colorandosi di migliaia di sfumature che prevedevano che anche il popolo andasse protetto, ma quello era solo lo specchietto dei deboli utile a rafforzare il morale del popolino. La verità era che senza un re il popolo era un gregge belante e disperato incapace di prendere delle decisioni ed organizzarsi senza piangere questa o quell’ingiustizia o farsi rapire dall’egoismo.

    Andiamo in infermeria.

    Intanto il nobile spiegava a Raizen come le cose si erano evolute nel corso del tempo mentre lui evitava di commentarle reputando ormai abbastanza inutile criticare la carenza di sorveglianza e di come gli avessero lasciato briglie sciolte.

    Posso combattere, è nel mio interesse che un organizzazione simile non si diffonda, è evidente che riescano ad essere troppo influenti.
    Ma ora a chi vanno date queste prove?
    Di nuovo, non ho visto nessuno alzarsi dopo le parole di Kanashimi, ma ho visto tanti applaudire, tutti.
    E nonostante le prove lo indichino come mandante certo nessuno ha osato condannarlo.
    Quindi chi dovrebbero convincere e come?
    Credo sia bene riflettere sulla loro capacità di controllo mentale, potrebbe essere possibile disattivarla.


    Il gruppo si sarebbe quindi spostato in infermeria, trovando al suo interno anche la Kagebushin trasformata in Kanashimi, avrebbe cercato di arrivare li da solo, dicendo di necessitare di una visita dopo quel terribile evento ma promettendo grandi e imminenti cambiamenti.

    Kanashimi-sama.

    Avrebbe salutato l’originale con il clone che gli rivolgeva un taciturno inchino e iniziava a parlare con voce non sua.

    Necessito di cure.

    Sarebbero bastate due parole per far accorrere il migliore dei medici disponibili ma quando si fosse trovato al suo cospetto con un ordine perentorio l’avrebbe ridirezionato verso il nobile di Tani indicandolo con una mano.

    Dia pure precedenza a questo povero sfollato, sembra abbia passato dei brutti momenti, posso aspettare ma andrò a stendermi.

    Avrebbe quindi preteso la sua privacy in quel momento e trovato un posto letto con delle tende si sarebbe sostituito con l’originale, era sufficiente il rilascio di uno e la trasformazione dell’altro per avere accesso ad un livello di controllo ancor più elevato di quella situazione.


    OT/ sono costretto ad un interpostino per avere qualche risposta prima di settare il prossimo passo/OT
  14. .

    Rapporti e Contromissioni

    III




    Annuì, ne soddisfatto ne sorpreso, come se avesse ascoltato una qualsiasi affermazione.

    Comprensibile.
    Dopotutto sei stato messo su dei binari e hanno fatto in modo di fartici rimanere con quante più gabbie psicologiche possibili tra qui il darti come unico scopo e realizzazione proprio la missione.
    Penso che riuscire a cambiare questo valga ben più del grado Jonin.
    Continua a rifletterci, prova a non considerare gli incroci come dei fallimenti, persino i binari hanno degli scambi, è tutto ciò che si può fare ora.
    Ora hai la consapevolezza dalla tua parte, è un arma potente.


    Con quelle parole il discorso si sarebbe chiuso, lasciando a Yato un lungo, lunghissimo percorso da scegliere di intraprendere.

    Affascinante vero?

    Rinforzò la curiosità di Yato.

    Conosci la foresta di pietra no?
    Quando è in nostro possesso nascondiamo lì il demone.
    Forse per via della sua natura labirintica ma pare che, sia stato individuato lì con maggior frequenza.
    Vuol dire poco, davvero molto poco, ma potrebbe essere un inizio.
    Se tende a riapparire anche solo più di una volta lì potrebbe avere una sorta di base, o di sigillo più duraturo… non saprei.
    Di sicuro è un buon luogo per trovare riparo, mappare la zona è praticamente impossibile ma magari le piante possono darti una mano.


    L’affermazione di Yato in merito allo studio dei fuuinjutsu era più che corretta.

    Certo, certo.
    Se si considera la tecnica come uno spostamento di cose da un punto all’altro è perfettamente apprendibile da chiunque a patto di possedere quantomeno i testi.
    Però potrebbe venire in mente di creare trappole, sigilli che esplodono se si tenta di cancellarli che emettono fumo una volta che ti teletrasporti su di essi o che attivano effetti quando ti materializzi su di loro lasciandoti tempo per compiere sigilli per altre tecniche… ma magari qualcosa riuscirai comunque a fare.
    Beh, avrai tempo per rifletterci, dovrai comunque partire dalle basi.


    La discussione si spostò poi su Ame e sulla bilancia nera.

    Mh, poca roba dunque, non sai da cosa deriva la sua bravura?

    Avrebbe dato qualche momento per ricevere una risposta.

    Approfondisci quando ne avrai modo, sai che simili elementi è bene che siano ricattabili.
    Ogni nukenin di Ame ha almeno un villaggio che lo cerca, quando non sarà più utile potremmo fare un favore a qualcuno.


    La reazione di Yato sulla memoria dell’attentato di Konoha lo incuriosì, il chunin era indubbiamente uno shinobi tutto d’un pezzo e raramente lo si vedeva perdere il suo portamento, certo, meno di quanto lui stesso avesse voluto, ma di sicuro era un tipo freddo. Impossibile dimenticare che fu proprio lui a rianimarlo quando versava in quello stato penoso.
    Tacque, non voleva riportare quell’evento alla memoria inutilmente, se nel futuro fosse stato necessario ci sarebbe stato modo di affrontarlo.

    Tranquillo Yato, non è necessario spingerti così tanto oltre, ti verrà una sincope.
    Ma apprezzo il tentativo.


    L’indagine mentale del chunin fu strana, era chiaro che stesse osservando qualcosa di diverso dal chakra ma vicino ad esso.

    Mh.
    Diverso dal chakra dici.
    Eppure la sua logica ha delle assonanze.
    Hai visto se hanno qualche genere di ascendente sulle persone?
    Io ho notato una singolare servilità verso determinati elementi.


    L’estrazione della spada avvenne in completa sicurezza, senza alcun tipo di sorpresa.

    Già qui abbiamo un ulteriore stranezza, dicono che siano cose diverse eppure sono in grado di interagire.
    Non è affatto scontato che due forme di energia riescano a farlo.
    Se ti capiterà indaga al meglio su questo punto anche se ho la vaga sensazione che questa organizzazione abbia trovato un giocattolo che non ha ancora ben compreso come utilizzare.


    Giunti alla fucina la mancanza di dettagli fece sorgere qualche dubbio al Senju a cui Raizen diede presto risposta.

    Non saprei se fosse effettivamente l’inizio di quella setta o l’inizio di ciò che l’ha fatta sorgere, considerando quante persone lì erano disposte al suicidio però… diventa più impellente rispondere alla domanda dell’ipnosi.

    Quel rapporto iniziava a diventare per il chunin l’inizio di una nuova missione più che il termine.

    Si, è palesemente il loro intento.
    Cosa che me li fa reputare particolarmente stupidi.
    Certo, la stupidità non va sottovalutata ma il chakra resta qualcosa che col tempo ha permeato l’esistenza, considerando il rapporto con le evocazioni sarebbe questione di tempo prima che si diffonda quello naturale in alternativa a quello degli umani.
    Ed eliminare anche quello… beh, andrebbe contro le regole stesse del mondo, e gli effetti del loro Dominio sul corpo sono un chiaro segnale di questo.


    Scosse la testa in un tacito quanto negativo giudizio, se la setta non fosse stata un pericolo concreto per la sua capacità di manipolare le persone l’avrebbe lasciata a distruggersi da sola.
    Lo studio della lama avrebbe richiesto una certa quantità di tempo, fatto di un attenta analisi visiva e tattile ben più profonda di quanto non potesse apparire, ma i suoi tocchi tradivano una manualità invidiabile che non lo faceva sembrare in grado di tagliarsi accidentalmente. Malgrado la lama fosse ben salda nella sua fattura gli bastarono due colpi assestati come carezze per disassemblarla. Era una cosa normale, ogni katana di buona fattura doveva farlo, ed ora quella giaceva nel suo tavolo visibile in ogni sua parte. Oltre la superficie di materie e fattura poteva celarsi ben altro ed era qualcosa che avrebbe potuto approfondire in solitaria.

    Richiederà un po' di tempo, non è eccezionale come altre spade in alcuni aspetti ma ha le sue particolarità.
    È un dono dell’equilibrio eppure è l’arma più sbilanciata sulla quale io abbia mai posato lo sguardo.


    Confermò dopo essersi alzato dal suo studio ma senza riassemblarla.

    Se vuoi provare a sfruttarla te la farò riavere una volta concluso, insieme alle mie note.
    Altrimenti potremmo… modificarla in qualcosa di più adatto a te
    Quando apprenderai la hiraishin un arma da lancio potrebbe essere comoda e questa… sembra molto adatta a potenziamenti esterni anche se il controllo del tuo chakra ancora non ti permette di sfruttare questo aspetto.
    Poi, certo, una katana che taglia bene difficilmente sarà imprevedibile, ma un kunai per dirne una è un altra storia.


    Fece spallucce.

    Ma questa è una tua decisione, tieni solo a mente che potrebbe essere utile per nasconderla.

    Messa da parte la spada, le cui parti vennero poste con cura in una scatola di legno rivestita in cui non potevano muoversi o danneggiarsi tornò sui cloni.

    No, non penso, i campi di addestramento hanno scenari migliori, la forgia era utile per la spada in caso ci fosse stato bisogno di agire.
    Ma ti direi che ci ritroveremo lì domani, lavorerai per il resto della giornata in maniera indipendente.
    Kushami, smettila di rosicchiare quel legno e vieni qui.


    Una rastrelliera, colma di assi di legno, si agitò come se avesse starnutito e ne sarebbe emersa una coda a ciuffetti che lentamente avrebbe iniziato ad indietreggiare come se qualcosa cercasse di sfilarsi a fatica.

    Che vuoi?!?

    Chiese impudente un piccolo drago smeraldino, era strano ma in qualche modo si percepiva che non apparteneva al sesso maschile di quella specie, le differenze erano ridotte, quasi impercettibili ai più, ma era come se fosse la sua stessa natura a suggerirlo.

    Hei.
    Tono.


    Restò leggermente sorpresa nel vedere che non erano soli e subito si ricompose.

    Kushami, Yato.
    Yato, Kushami.
    Una dei pochi se non l’unica dei draghi verdi ad essere libera di essere ciò che vuole.
    In questo caso un po' scontrosa, ma tutto sommato disponibile.


    Andò sulla sua spalla saltellando da una nuvoletta all’altra.

    Dai un occhiata a quel clone di legno.

    La piccola vipera ascesa annuì e fece qualche spirale attorno al clone, soffermandosi sui dettagli e dopo un occhiata intensa molto simile allo sguardo di un gioielliere ci tuffò la faccia dentro, come fosse acqua.

    Ohhh capisco.

    La voce arrivava da dentro il clone in maniera singolare.

    È troppo dipendente, lo rende incompleto.

    Raizen annuì.

    Hai detto che immagini di crearli come tue diramazioni dopotutto, no?
    Forse dovresti staccarti leggermente da questo concetto per superare il muro.
    O scendere a patti col dover spendere più chakra.
    Non posso fare un simile sacrificio solo per un esempio ma col tempo ho superato qualsiasi limite della kagebushin.
    Qualsiasi.


    Non era una vana vanteria ma quella tecnica era sconosciuta a chiunque, e la sua segretezza era parte del suo potenziale.

    E per farlo ho dovuto fare quello che tocca fare adesso a te.
    I normali cloni sono poco più che chakra ben gestito i cloni di legno poco più che marionette animate.
    Una marionetta non può esprimere tecniche, un clone non può essere altrettanto concreto.
    Iniziamo col rendere le marionette più efficienti, le hai usate per più tempo, partire da lì è più semplice.
    Devi diffondere il chakra al loro interno, prova a mantenere una connessione, manipolali ed emetti tecniche attraverso essi poi separalo e cerca di rifarlo.
    Domani mi dirai dove e quando hai avuto problemi vuoi iniziare parecchio in alto, ma la Kagebushin è forte tanto quanti sono i problemi che risolvi nel suo utilizzo.


    Per esemplificare avrebbe creato un clone e mediante lo stesso altri due, al rilascio del primo i secondi non si rilasciarono, restando concreti in barba alle regole a cui dovevano sottostare generalmente i cloni.

    Non sai quante rogne risolva questa cosa, anche se la sto ancora affinando.

    I due cloni rimanenti si rilasciarono ma nel farlo uno dei due rilasciò una potente corrente di vento che non avrebbe gelato Yato solo perché sufficientemente lontano.

    È una derivazione dei cloni elettrici, quindi ti servirà un pò più controllo per arrivarci, immagina però se da un tuo clone potesse emergere un tronco spinato, o una treccia di liana.
    Ti ho dato una pista, puoi separarti e lavorare in altri modi se preferisci.
    Ci vediamo con i risultati domattina, campo di addestramento numero 4, nove del mattino.
    Kushami resta con lui se gli venissero dubbi.
    I miei draghi ne capiscono di cloni, fidati.


    La piccola draghetta prese una scheggia del legno che mordicchiava da prima e messolo tra i denti come uno stecchino si volto verso di lui. Non era un legno normale, frizzava infatti ad ogni morso e nonostante i denti del drago sembrassero essere abbastanza affilati non risentiva minimamente dei suoi morsi.

    Andiamo.

    Il piccolo gruppetto si sarebbe quindi separato, con Raizen che andava ad incontrare Raitei per recuperare il corpetto. La lama della Bilancia, conservata nella scatola imbottita, veniva trasportata con cura a mo di valigia.
    Il mattino successivo Raizen fu puntuale, arrivando sul campo con gli ultimi morsi di una colazione indigeribile per la stragrande maggioranza di qualsiasi animale diverso da un gabbiano.
    L’area aveva dei contorni abbastanza indefiniti ed era tra le più generiche erano presenti una moltitudine di ambienti, dalle rocce agli alberi, ai ruscelli d’acqua e al fango come anche una radura più pulita e sufficientemente estesa da rendere necessario combattere a carte scoperte.

    Qualcosa di nuovo, Senju-san?
  15. .

    La Taverna

    III




    L’Hokage annuì alla domanda di Mai, intenzionato a non nascondere nulla a meno di rischi inammissibili per l’incolumità di qualcuno.

    Si, pare così.
    Però per qualche motivo sei andata via, o forse sei stata portata a farlo.
    Non è per forza negativo, a volte succede di doversi allontanare dalla propria terra d’origine, ma nel mondo dei ninja è raramente qualcosa di positivo, soprattutto per chi comanda, tra il voler tenere i segreti e tutto il tradimento di ninja influenti è sempre un mezzo disastro.


    Aveva già fatto una scelta e soppesato il risultato di quelle azioni, e decise che, col rischio che queste potessero emergere autonomamente era bene essere presenti in modo da gestirne i risvolti e dare le giuste motivazioni a quella sorta di prigionia a cui era stata silenziosamente condannata.
    Non espresse particolari preoccupazioni quando le riferirono dell’attuale status dell’ex Kurotempi, aveva già vissuto qualcosa di simile con Youkai dopotutto, venir privati del passato generava non poca curiosità verso di esso, era come aver la possibilità di riscoprire se stessi, quasi di conoscersi una seconda volta. L’hokage però sapeva anche che l’estrema adattabilità dell’essere umano lo rendeva in grado di rigenerare la mente anche da un frammento quasi inesistente, adattandosi al nuovo ambiente per prosperare, e Konoha era il luogo dei legami, non dell’arrivismo o del rigore marziale. Konoha era un posto per purificare l’anima a patto di accettare di essere insufficienti da soli.
    Il viaggio iniziò senza troppi problemi, tutto sommato era quasi paragonabile ad una gita se Mai non avesse dato dei segni particolari che gli fecero ripensare a quanto lontano fosse l’orizzonte a cui i suoi collaboratori gli avevano detto che guardava. Fu quella la ragione che lo spinse, durante una pausa a fermarla prima che si mettesse in meditazione.

    Mei, cosa stai facendo?

    Sapeva cosa stava facendo, poteva percepire in qualche modo quel chakra grazie al suo legame con i draghi e dopo un po' di tempo divenne palese anche per qualcuno affetto da importanti deficit cognitivi.

    So che sei curiosa.
    Anche io mi son ritrovato a dover ricostruire frammenti del mio passato.
    Ma devi essere prudente, e non lo sei affatto.
    Tu non ti stai vedendo dall’esterno ma la tua meditazione non sta andando bene.
    Ti ho vista assumere tratti da primate, probabilmente perché stai ripercorrendo le orme sbiadite dell’addestramento con i babbuini se ti lasciassi abbastanza tempo in breve ti ritroveresti a fare da arredamento termale, il chakra naturale trasforma in pietra se deviato e io non possiedo gli strumenti per invertire quel processo.


    Se si fosse opposta avrebbe scosso la testa.

    Non ti sto dicendo di fermarti, ti sto dicendo di aspettare, non manca tanto.
    Credere che non si sbaglierà perché non si è ancora sbagliato è stupido.
    Il chakra naturale fluttua, così come il tuo stato di meditazione, se uno dei due eccedesse la discesa sarebbe ripida e improvvisa.
    Pazienta, stiamo molto probabilmente andando dai tuoi maestri.


    Sapeva che ci sarebbe stata della recalcitranza, alcune persone nascevano con un eco dentro, quello del richiamo della natura.

    Vuoi allenarti?
    Impara ad ascoltare quel richiamo senza avvicinarti ad esso.
    Non è esattamente una trappola, niente nella natura lo è, ma come alcuni animali si ubriacano mangiando troppi frutti tu diverrai pietra se ti avvicinerai a quel chakra senza una guida.
    Se ti abitui a seguirlo cosa succederà quando ti chiamerà durante la notte quando dormi?


    Lasciò immaginare a lei la sensazione di non risvegliarsi perché tramutata in peitra.

    Curioso come entrambe le cose siano Ebrezza.

    Lasciò quel commento divertito a conclusione dell’argomento, sperando di averlo chiuso senza risultare troppo soffocante, era importante mantenere un equilibrio, in caso contrario avrebbe ottenuto risultati diametralmente opposti a quelli sperati.

    Perché, cosa ti interessa?

    Disse illuminato dalle fiamme placide del fuoco, parlava mentre con abilità lo rimestava, ossigenando la parte bassa dei tronchi in modo che le fiamme si alzassero dandogli vividezza.

    Non so quanto io sia stato chiaro Mai, il nostro incontro non è stato pacifico.
    Non per colpa tua, ma quel pazzo che ti accompagnava non era certo un tozzo di pane ed in un modo o nell’altro collaboravi con lui per deturpare la terra.
    Io… mi son detto di averti salvata, e me lo dico perché in te ho visto purezza, bontà e un ingenuità che veniva sfruttata a tua insaputa.
    Ma se avessi mentito a me stesso?
    Sono solito valutare bene le mie azioni, quindi sono anche certo di ciò che ho visto, ma se adesso scoprissi di essermi sbagliato, cosa faresti?

    Era una domanda estremamente difficile, ma era anche l’unica a cui Raizen dovesse dare risposta, fin dal primo giorno. Dovette però pensare meno altruisticamente per un momento e ammettere che se qualcosa doveva venire a galla era bene che lo facesse quando la situazione era ancora controllabile. Per quanto positivo potesse essere un incontro con i babbuini lui rischiava di essere solo contro un esercito, certo le cose sarebbero dovute andare nel peggiore dei modi, ma tendevano a farlo.
    Quale che fosse la risposta avrebbe indicato lo spazio di tronco accanto a lui.

    Siediti qui.

    Quando l’avesse fatto le toccò la fronte cercando di riprendere il filo di quel ricordo.

    Chi ti diede quel coprifronte?
    Come vivono i macachi?
    Come combattono?


    Erano domande ampie e idealmente ben radicate nel suo passato, non sapeva cosa avrebbero riportato dalla sua memoria ma era pronto a tutto, per il momento avrebbe evitato la parte del tradimento, molto probabilmente era in quell’evento che stava una delle ragioni per cui si era unita a Kurotempi quindi era meglio sondarlo con metodo.

    [...]

    La locanda era un luogo tranquillo, ma non privo di sorprese.

    Metti giù quel dito Mai.

    Disse mettendoci sopra l’ampio palmo.

    Non sappiamo con chi abbiamo a che fare, per ora.
    Parla a mezza voce e solo con me.


    Si voltò quindi dall’oste.

    Buon uomo.
    Un boccale del vino più rosso che avete la più grande delle porzioni di carne insieme a uno stufato rovente e un acqua e miele.


    Avrebbe fatto strisciare sul bancone almeno cento Ryo in più rispetto al costo di quelle pietanze.

    E qualche voce di corridoio sui ragazzoni delle sorgenti termali, dove alloggiano e per quanto restano.
    Se avete una stanza disponibile con due letti la prenderemo per una notte occupandola adesso stesso.
    Ovviamente noi non siamo mai entrati in questo bar e lei non ci ha mai visto.


    Attese reazioni suggerendo in caso di portare le risposte alle sue domande insieme al pasto nella camera ritirandosi quando gli fosse stata assegnata, meno si facevano vedere meglio sarebbe stato.
    Abbandonato il bancone si preoccupò di lasciare ben visibile all’oste una moneta piegata due volte su se stessa con una certa cura e precisione. Probabilmente era bene non costringerlo ad usare quella manualità per altri lavori.



    […Suna To...?]



    La scimmietta sapeva di dover ascoltare con estrema attenzione quando una di quelle creature glabre parlava, non riusciva ancora a capirli troppo bene e gli ci voleva ogni oncia del suo giovane cervello per comunicare efficacemente. Annuì energeticamente quando gli venne chiesto se la fiamma era un fuoco diverso, con le mani che ad ampi gesti identificavano qualcosa di grande, potente, di prezioso.
    Si portò infatti le mani al petto dopo quei gesti, per loro la fiamma era importante.
    Quando la richiesta di Ryugi virò sul loro aiuto la scimmietta annuì e aggiunse qualche scarabocchio al suo disegno. Una freccia che dalla fiamma inestinguibile scendeva ad indicare una seconda fiamma più normale, senza intemperie attorno, connessa poi a Ryugi con un altra freccia e anche ad un simpatico autoritratto della scimmia. Erano accomunati dal fuoco.

    Si, scendeva verso sud, ma non sappiamo di preciso dove fosse diretto e tantomeno da dove venga.
    Però sembra sapere il fatto suo.


    Accettò di far compagnia al primate mentre Ryugi andava a prendere del cibo per lui, che sembrò gradire anche se prediligeva la frutta essicata, per lui erano letteralmente caramelle, nel suo mondo fatto di prodotti non conservati non esisteva niente di così dolce.
    Il momento della mappa fu invece più problematico, disposta la cartina sul foglio la scimmietta la osservò a lungo e sembrò anche capire chi era cosa e giunto il momento di interagire con la carta, che sapeva essere assai più delicata del legno, iniziò a disegnare.
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    )
    Solo una volta finito l’ultimo arco sembrò ricordare un dettaglio.
    -
    C’era poco da interpretare, Akayuge non sembrava aver compreso di preciso cosa avesse davanti. :-)
    Forse però l’assenza della mappa non era un gran problema, la piccola era arrivata fino ad un certo punto delle terre otesi, riportarla lì poteva forse farle ritrovare la via di casa, nessun animale si serviva delle mappe dopotutto, eppure sapevano bene dove mettere le zampe quando migravano.
    Il viaggio non fu fonte di imprevisti, anche se era evidente dai suoi comportamenti che il piccolo macaco era un cucciolo era educato anche se estremamente curioso e per quanto elementare la sua conoscenza delle arti del suo clan la rendeva in grado di difendersi da praticamente ogni tipo di minaccia eccezion fatta per animali fuori scala come tigri o orsi.
    L’unico comportamento curioso furono le indicazioni sulle quali ogni tanto il Macaco si mostrava categorico, tirando, indicando e quando impellente spiegare le sue ragioni, disegnando la solita fiamma, distinguibile dalle altre per le sue curve voluttuose, quasi spirali, nutrite da un influenza esterna. Non succedeva spesso, ma nelle pause notturne era una costante anche se si interrompeva quando venivano riportati su un percorso leggermente più impervio ma più diretto.
    Sarebbe stata la scorta di Ryugi a trovare per la strada delle impronte alcune minute ma ben distinguibili e delle seconde con il contorno quasi impercepibile ma molto più grandi. Era una strada battuta se ci si muoveva a piedi quindi non ci sarebbero dovuti essere problemi a prescindere da chi incontravano se si facevano gli affari loro, anche perché erano certi che Akayuge voleva condurli per quella strada.
    Muovendo verso Nord intanto il clima iniziò a farsi più frizzante e le notti abbastanza fresche da richiedere coperte o un fuoco, tranne per il macaco che durante la notte emetteva un tiepido vapore tutto attorno a se, la mattina sembrava svegliarsi affamato, ma la notte non era un problema.
    Superata la zona in cui il macaco era stato ritrovato, anche se erano lontani svariati chilometri dalla strada presa dalla guardia, la piccola scimmia parve avere qualche dubbio. Era freddo ma casa era a sinistra ed era ancora lontana, mentre il villaggio con la fiamma che pareva aver guidato la scimmietta a destra.
    Dove andare, cosa fare?
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