Purgatory

Posts written by Rocky Joe-

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    Fa un certo effetto vedere una discussione attiva dopo tanto tempo.
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    Fabriziopiluddu, ma che gran rottura di cojoni che sei!
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    Vuoi trasferirti, Silver?
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    CITAZIONE (Illusive Man @ 2/9/2012, 07:03) 
    avviso gli squallidi utenti che credono di poter venire qui a comportarsi come se questa fosse casa loro, che i loro tentativi di spolliciare a caso per un utente o per l'altro, per condizionarne la popolarità (per altro prendendosi fin troppo sul serio) risulteranno vani, perchè saranno puntualmente cazziati da me, questo in virtù del fatto che:

    I pagliacci che possono agire indisturbati in questo forum, sono decisi da noi, e vengono tollerati solo fenomeni da baraccone con caratteristiche che li rendano in qualche modo singolari o per lo meno simpatici. Le persone mediocri, palesemente piccoloborghesi e altrettanto palesemente vigliacche non fanno ridere, non suscitano empatia di alcun tipo, sono solo noiose e fanno anche un po' schifo.

    ...

    Inoltre si ricorda agli scappati dal carcere psichiatrico, che qui non è possibile in alcun modo coalizzarsi tra malati mentali per coalizzarsi in branco contro uno o più utenti rigorosamente in minoranza numerica.

    Per chi sa di aver agito in maniera così ridicola, viscida e psicotica da costringermi a deletare i suoi spolliciamenti compulsivi a caso, ho quest'ultimo ed esplicito messaggio:
    TU QUI A FARE BRANCO CONTRO GIULIA NON CI VIENI è CHIARO?

    Te pareva che non c'era il cavaliere senza macchia pronto a intervenire in difesa della fanciulla in "pericolo" contro i maschiacci "farabutti".

    CITAZIONE (NasterBlaster @ 8/8/2012, 21:05) 
    --* Giulia* --- :4you: , è inutile che clicchi compulsivamente sul pollice sù sui posts di Cavaliereazzurro e pollice giù sui miei posts per dar ragione a Cavaliereazzurro.
    Il fallimento che ha portato all'aborto dei due forum del Cavaliereazzurro non è una mia interpretazione, è lì da vedere, sono due forum che come utenti hanno il Cavaliereazzurro lui medesimo e basta.
    Se non ritieni una richiesta demente chiedere insistentemente di diventare Amministratore di questo forum, accusando gli Amministratori di questo forum di gestirlo male, significa che lo consideri un handicappato a cui bisogna dar ragione per compassione.

    Da notare che chi dice questo:
    6/8 21:58 Cavaliereazzurro: Non fate una mazza e il forum va alla deriva. Quindi visto che non ve ne frega nulla, chiedo di diventare amministratore e gestirlo.

    Porta come referenze della sua bravura l'amministrazione di questi due forum
    http://silvioberlusconipdl.forumfree.it/
    Silvio Berlusconi e il Popolo della Libertà, 10903º in Top Forum

    http://pdlsilvioberlusconileganord.ico.forumfree.it/
    PDL e Lega Nord, 7323º in Top Forum







    4/8 21:06 Cavaliereazzurro: Chiedo di diventare amministratore.

    5/8 1:18 silverback: cavaliere, puoi sempre creartelo un forum...

    5/8 11:24 Cavaliereazzurro: E voi potreste pure gestirlo sto forum, o no? Non ve ne frega nulla? Benissimo lo gestisco io.

    5/8 17:05 silverback:
    no, cavaliere, tu gestisci tutto quel che ti pare, eccetto questo forum. Chiaro?

    6/8 11:44 Cavaliereazzurro: I tuoi discorsi deliranti riflettono bene lo stato di totale menefreghismo in cui giace il forum. Io posso amministrarlo benissimo, povero idiota.

    6/8 21:58 Cavaliereazzurro: No il problema è che voi NON FATE CHIACCHERE. Non fate una mazza e il forum va alla deriva. Quindi visto che non ve ne frega nulla, chiedo di diventare amministratore e gestirlo.

    8/8 18:29 silverback: Ascolta ragazzino demente, tu certe cazzate puoi scriverle solo in questa tag, perché a quattr'occhi nemmeno fiateresti... per non parlare del fatto che ti farei una faccia come un affogato, come si suol dire dalle mie parti. Perciò smamma e non rompere i coglioni.



    Una persona sana di mente a chi darebbe ragione, a Cavaliereazzarro o a silverback?





    :cimmia:

    Esaminando la "discussione" (si fa per dire) che intercorre tra i due a nessuno dei due.
    Ma, considerando le età degli "interlocutori", do meno ragione a Silverback il quale ha una certa età e si mette a battibeccare con un ragazzino che potrebbe essere suo figlio come fosse un suo coetaneo.

    Edited by Assurbanipal- - 26/1/2017, 23:58
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    CITAZIONE (Cavaliereazzurro @ 13/3/2012, 22:18)
    CITAZIONE (Giubizza @ 27/2/2012, 22:30) 
    Per quanto mi riguarda, se un adulto, pagando di tasca propria, vuol farsi fare certi tipi di interventi può farseli fare benissimo.

    Quindi potremmo autorizzare le persone a amputarsi il braccio o la gamba? Questo esempio non è assolutamente fuori luogo esistendo molte persone che percepiscono gli arti del corpo come una anomalia sbagliata. Cioè è considerato una patologia mentale e non permesso.

    La domanda è : perchè amputarsi gli organi sessuali, creare organi sessuali posticci ( mancanti quasi totalemente dell'altro sesso) e iniettarsi dosi di ormoni che il corpo non secerne naturalmente dovrebbe essere accettabile?

    Se ha mezzi per sostentarsi senza pesare sulla società per me può andare.
    Ci sarebbe solo da stabilire se è capace di intendere e di volere.

    CITAZIONE (veronica5 @ 5/1/2014, 18:19) 
    Voi siete tutti matti ma soprattutto ignoranti, maschilisti, omofobi e retrogradi.

    LOL! :D
    Fieri di esserlo! :)
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    Tullio, offrimene una...
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    Eppoi i lavori pesanti li hanno fatti SEMPRE gli uomini, anche nelle società "maschiliste".

    CITAZIONE (Illusive Man @ 4/9/2012, 11:22) 
    Secondo me, premettendo che la dinamica disegnata sia proprio questa, gli scenari che si aprono sono solo di due tipi.

    1- Rimpiazzamento totale degli uomini da parte delle donne, fecondazioni artificiali e società monosessuata.

    2- Ritorno graduale a società di tipo poligamico.

    Il primo caso a parer mio è fantascientifico e temo che un sistema del genere imploderebbe e porterebbe all'estinzione della specie nel giro di 3/4 anni. Poichè anche considerando le femmine come naturalmente uguali ai maschi (e tutti i mammiferi sociali dimostrano il contrario), la cultura della complementarietà è radicata da millenni nel genere umano, per cui non credo che il genere femminile riuscirebbe ad adattarsi velocemente agli schemi di pensiero attivi del genere maschile.

    Per questo reputo più probabile uno scenario in cui gradualmente ci saranno sempre meno maschi economicamente rilevanti, in grado di essere considerati protettivi e quindi utili alle femmine, con una molteplicità di femmine della specie che vorrebbero accaparrarsi i benefici della selezione naturale/culturale snobbando completamente una moltitudine di maschi della specie inutili economicamente e quindi incapaci di trovarsi una femmina della specie. Unendo la sempre viva volontà sessuale di ciascun maschio, di avere più partner, e una ritrovata volontà femminile di avere il maschio migliore (anche se condiviso) ecco lì che tornerebbe in auge la cultura poligama.
    Ma a differenza del passato poligamo del genere umano, in questo contesto di poligamia i "maschi alfa" avrebbero dalla loro mezzi tecnologici in grado di fermare in maniera schiacciante tutti i potenziali rivali nella competizione sessuale.
    Di contro però, una società monogamica ha un grado di competitività maschile meno intensa, ma più qualitativa, infatti i maschi riproduttivi, in assenza di guerre o morti maschili diffuse, rimangono in numero molto superiore alle femmine riproduttive, ma non in maniera schiacciante, per cui ogni scenario è aperto e ogni maschio da il suo meglio per mettersi in mostra (la società che prima viveva in maniera tribale e in cui i maschi si mettevano in mostra solo rischiando la vita, in guerra o con la caccia, si è evoluta perchè ciascun maschio potesse mettersi in mostra divenendo utile all'economia e quindi ai desideri della collettività).
    In uno scenario di poligamia tecnologica, gli unici veri competitori sessuali sarebbero i "maschi alfa" ma non avrebbero molto da fare per assicurarsi una partner, se non continuare a consolidare e controllare un potere già acquisito.
    Questo fattore creerebbe necessariamente una stagnazione economico-culturale e una totale mancanza di innovazione, che in un regime capitalistico porterebbe al collasso economico nel medio periodo, e quindi ad un lento declino tecnologico.
    L'unica società che potrebbe reggere un sistema tanto stagnante e conservatore sarebbe una società di tipo religioso/feudale.

    trascuri l'opzione dei maschi "da monta", uomini usati solo per la riproduzione e nient'altro.
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    :unsure:
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    CITAZIONE (beppe.everet @ 20/4/2012, 21:33) 
    CITAZIONE (Giubizza @ 20/4/2012, 14:01) 
    Ma che andasse a lavare i piatti sta troia!

    Una vera troia!!!
    Leggi qui sul suo blog www.inpuntadicapezzolo.it/ , 7 euro e 80 centesimi per vederla in cam che fa la troia e si masturba!!!!


    in cam con biglietto domenica alle 23:00

    Ciao ragazzi, lo show in cam con biglietto è fissato per domenica (22 aprile) alle 23:00.

    Per chi non lo sapesse, lo show dura 40 minuti.

    Se siete interessati, registratevi qui: Chaturbate . Prezzo del biglietto: 100 tokens (circa 7 euro e 80 centesimi al cambio attuale) per 40 minuti. Una volta iscritti al sito, scrivetemi via email ( [email protected] ) per ricevere la password per accedere alla mia chat.

    Un porno davvero "innovativo", "rivalutato" e, soprattutto, "raffinato"...
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    Di tettone disegnate in giro ce ne son già troppe.
    A me piacciono più i disegni tipo Heidi.
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    CITAZIONE (Ritavi @ 19/4/2012, 21:38) 
    http://solferino28.corriere.it/2012/03/19/...-una-pornostar/

    Valentina Nappi, 21 anni, napoletana, studia design all’università. Ma nel suo futuro non vede case da arredare o mobili da disegnare: Valentina sogna di diventare una pornostar. Il suo sogno “ridicolo”, come lo ha definito nel testo che segue, si sta realizzando: ha già lavorato con il re italiano del settore, Rocco Siffredi, e il 9 maggio uscirà il suo primo film. La pornografia per Valentina non è solo un’attività ma una battaglia culturale: “Sogno un porno che occupi un posto di primissimo piano nel mondo della cultura”, scrive nell’introduzione al suo blog inpuntadicapezzolo.it.

    Si definisce performer perché quello che produce sono azioni. Ma la pratica da sola non basta. Attraverso il suo lavoro, Valentina vuole promuovee idee e valori: riportare il porno in una dimensione culturale, più vicina all’arte e al design. In un’intervista ad AgoraVox ha detto: “Mi piacerebbe sfatare il mito della napoletana tradizionalista, pudica e monogama. Mi piace pensare che il sangue partenopeo sia quello degli antichi..e Pompei all’epoca voleva dire raffinatezza, edonismo, lussuria”. Abbiamo chiesto a Valentina Nappi di raccontare ai suoi coetanei di Solferino 28 anni che significa essere una pornoperformer a vent’anni. Ecco la sua risposta:



    Io e la pornografia: genealogia di un sogno “ridicolo”



    Dicembre 2009. Girona. Pomeriggio. Taxi per Roses, Cala Montjoi, Ristorante El Bulli. Inizio della cena. Urto frontale con le emozioni più potenti che una pratica umana contemporanea possa procurare. È l’inizio, per me, di un filone d’evoluzione cruciale, che mi porterà ad essere la giovane donna che sono, fieramente votata a un’attività la cui rilevanza è ingiustamente misconosciuta o fraintesa: la pornografia. Si parte da qui: da El Bulli, da Ferran Adrià. Mai avevo pensato che della “roba da mangiare” potesse dare tanto. Eppure non avevo una concezione “idealistica” delle gerarchie estetiche: già detestavo il razzismo culturale da liceo classico deteriore, amavo l’artigianato, non mancavo mai di sottolineare i contenuti cognitivi della tecnica sartoriale o gli aspetti tutt’altro che “modaioli” di certa moda (McQueen, ad esempio), che tra l’altro era il mio interesse principale. Ma la moda è pur sempre legata al linguaggio visivo-plastico-topologico-funzionale proprio dell’architettura e del design, e in fondo non è difficile riconoscerne il valore. Invece per la cucina il discorso è diverso, perché i sensi del gusto e dell’olfatto sembrano avere a che fare con la sfera pulsionale – e quindi più primitiva, meno “nobile”, o comunque meno “astratta” e complessa – dell’umano. Ebbene, il pregiudizio appena enunciato è stato magistralmente decostruito – non con i mezzi della filosofia ma con quelli della poiesi, del fare, dell’effettivo realizzare – dal genio di Ferran Adrià. Non amo il decostruzionismo di maniera. Amo invece le decostruzioni quando sono “potenti”, cioè supportate da necessità forti e dotate di conseguenze feconde, come ad esempio la decostruzione dei concetti kantiani di spazio e di tempo ad opera di Einstein, la decostruzione della semantica referenziale della pittura ad opera di Kandinskij o la decostruzione dei pregiudizi (tardo)romantici circa la non artisticità della fotografia ad opera della Photo Secession. Al pari di queste ultime – al di là delle ovvie differenze – anche quella operata da Adrià è stata una decostruzione “potente”, che è derivata da necessità “logiche” e poietiche inderogabili. Il mio sogno sulla pornografia nasce dall’esperienza per me folgorante della cucina di Adrià. Mi sono chiesta: perché non anche nella pornografia un fermento analogo? Certo, c’è una differenza non da poco. Infatti uno sdoganamento vero – cosa ben diversa dalla semplice legittimazione – della pornografia – legata essa com’è alla sfera sessuale, la quale ha un’enorme problematicità nelle sue implicazioni emozionali e sociali – pone necessità decostruttive ancor più ardue da far accettare come plausibili. C’è il problema del diffuso riconoscimento del disvalore (umano, emozionale) di una sessualità a carattere non privato e non dilettantesco. È un po’ come se si dicesse che la vera cucina è quella che si fa per le persone che si amano, mentre la cucina professionale destinata a un pubblico di estranei è un’aberrazione umana e professionale – e non semplicemente una cosa diversa. Ma è davvero così vincolante tale percezione dei rapporti tra sfera sessuale e socialità, da delegittimare qualsiasi forma di artigianato del piacere sessuale (procurato “live” – o in maniera mediata come nel caso della pornografia) a carattere non privato e non dilettantesco? È possibile un artigianato fine del piacere sessuale, o basta saziare degli affamati? È possibile una tekne del piacere sessuale (“live” – o mediata) che stia alla sessualità di coppia come la cucina del grande chef sta alla cucina della mamma? È un delirio, il mio? O forse è solo un sogno “ridicolo”? Sono forse una donna non “autentica”? E qual è la “vera” donna? Non c’è qualcosa di nazista in certi appelli al “vero” e all’”autentico”? Il mio sogno di giovane donna che fa pornografia è di riuscire ad avere la meglio sui vari nazismi che da sempre hanno provato – ridicolizzando, diffamando, sminuendo – a tarpare le ali a ciò che è “degenerato”.

    Valentina Nappi

    [Esplora il significato del termine: Valentina Nappi, 21 anni, napoletana, studia design all’università. Ma nel suo futuro non vede case da arredare o mobili da disegnare: Valentina sogna di diventare una pornostar. Il suo sogno “ridicolo”, come lo ha definito nel testo che segue, si sta realizzando: ha già lavorato con il re italiano del settore, Rocco Siffredi, e il 9 maggio uscirà il suo primo film. La pornografia per Valentina non è solo un’attività ma una battaglia culturale: “Sogno un porno che occupi un posto di primissimo piano nel mondo della cultura”, scrive nell’introduzione al suo blog inpuntadicapezzolo.it. Si definisce performer perché quello che produce sono azioni. Ma la pratica da sola non basta. Attraverso il suo lavoro, Valentina vuole promuovee idee e valori: riportare il porno in una dimensione culturale, più vicina all’arte e al design. In un’intervista ad AgoraVox ha detto: “Mi piacerebbe sfatare il mito della napoletana tradizionalista, pudica e monogama. Mi piace pensare che il sangue partenopeo sia quello degli antichi..e Pompei all’epoca voleva dire raffinatezza, edonismo, lussuria”. Abbiamo chiesto a Valentina Nappi di raccontare ai suoi coetanei di Solferino 28 anni che significa essere una pornoperformer a vent’anni. Ecco la sua risposta: Io e la pornografia: genealogia di un sogno “ridicolo” Dicembre 2009. Girona. Pomeriggio. Taxi per Roses, Cala Montjoi, Ristorante El Bulli. Inizio della cena. Urto frontale con le emozioni più potenti che una pratica umana contemporanea possa procurare. È l’inizio, per me, di un filone d’evoluzione cruciale, che mi porterà ad essere la giovane donna che sono, fieramente votata a un’attività la cui rilevanza è ingiustamente misconosciuta o fraintesa: la pornografia. Si parte da qui: da El Bulli, da Ferran Adrià. Mai avevo pensato che della “roba da mangiare” potesse dare tanto. Eppure non avevo una concezione “idealistica” delle gerarchie estetiche: già detestavo il razzismo culturale da liceo classico deteriore, amavo l’artigianato, non mancavo mai di sottolineare i contenuti cognitivi della tecnica sartoriale o gli aspetti tutt’altro che “modaioli” di certa moda (McQueen, ad esempio), che tra l’altro era il mio interesse principale. Ma la moda è pur sempre legata al linguaggio visivo-plastico-topologico-funzionale proprio dell’architettura e del design, e in fondo non è difficile riconoscerne il valore. Invece per la cucina il discorso è diverso, perché i sensi del gusto e dell’olfatto sembrano avere a che fare con la sfera pulsionale – e quindi più primitiva, meno “nobile”, o comunque meno “astratta” e complessa – dell’umano. Ebbene, il pregiudizio appena enunciato è stato magistralmente decostruito – non con i mezzi della filosofia ma con quelli della poiesi, del fare, dell’effettivo realizzare – dal genio di Ferran Adrià. Non amo il decostruzionismo di maniera. Amo invece le decostruzioni quando sono “potenti”, cioè supportate da necessità forti e dotate di conseguenze feconde, come ad esempio la decostruzione dei concetti kantiani di spazio e di tempo ad opera di Einstein, la decostruzione della semantica referenziale della pittura ad opera di Kandinskij o la decostruzione dei pregiudizi (tardo)romantici circa la non artisticità della fotografia ad opera della Photo Secession. Al pari di queste ultime – al di là delle ovvie differenze – anche quella operata da Adrià è stata una decostruzione “potente”, che è derivata da necessità “logiche” e poietiche inderogabili. Il mio sogno sulla pornografia nasce dall’esperienza per me folgorante della cucina di Adrià. Mi sono chiesta: perché non anche nella pornografia un fermento analogo? Certo, c’è una differenza non da poco. Infatti uno sdoganamento vero – cosa ben diversa dalla semplice legittimazione – della pornografia – legata essa com’è alla sfera sessuale, la quale ha un’enorme problematicità nelle sue implicazioni emozionali e sociali – pone necessità decostruttive ancor più ardue da far accettare come plausibili. C’è il problema del diffuso riconoscimento del disvalore (umano, emozionale) di una sessualità a carattere non privato e non dilettantesco. È un po’ come se si dicesse che la vera cucina è quella che si fa per le persone che si amano, mentre la cucina professionale destinata a un pubblico di estranei è un’aberrazione umana e professionale – e non semplicemente una cosa diversa. Ma è davvero così vincolante tale percezione dei rapporti tra sfera sessuale e socialità, da delegittimare qualsiasi forma di artigianato del piacere sessuale (procurato “live” – o in maniera mediata come nel caso della pornografia) a carattere non privato e non dilettantesco? È possibile un artigianato fine del piacere sessuale, o basta saziare degli affamati? È possibile una tekne del piacere sessuale (“live” – o mediata) che stia alla sessualità di coppia come la cucina del grande chef sta alla cucina della mamma? È un delirio, il mio? O forse è solo un sogno “ridicolo”? Sono forse una donna non “autentica”? E qual è la “vera” donna? Non c’è qualcosa di nazista in certi appelli al “vero” e all’”autentico”? Il mio sogno di giovane donna che fa pornografia è di riuscire ad avere la meglio sui vari nazismi che da sempre hanno provato – ridicolizzando, diffamando, sminuendo – a tarpare le ali a ciò che è “degenerato”. Valentina Nappi ]

    Ma che andasse a lavare i piatti sta troia!
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    Ciao Mummio, vedo che sei di nuovo sbarcato pure qui! :)
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    CITAZIONE (Ritavi @ 26/3/2012, 22:32) 
    CITAZIONE (Giubizza @ 26/3/2012, 22:15) 
    Si, direi che è uno stile manga.

    Heidi era manga? :unsure:

    Penso di si.
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    Si, direi che è uno stile manga.

    Cavalié, invece dell'avvocato dovresti fare il disegnatore.
    Tu studi legge, giusto? :unsure:
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    Bravo! E' molto bello. :)
270 replies since 27/9/2006
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