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Posts written by Shamanic Universe

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    Una normale foto di famiglia in un torrente, si trasforma in un’inquietante storia di fantasmi.
    La foto è stata scattata a Murphy’s Hole di Lockyer River (Queensland, Australia). Nell’immagine è ritratta Kim Davison e la sua amica Jessie Lu insieme a quattro bambini. Durante lo scatto però di bambini ce ne erano solo tre.

    La fotografia è stata postata sulla pagina Facebook, Toowoomba Ghost Charers, dove in pochissimo tempo ha fatto il giro del web.

    La signora Davison racconta:



    CITAZIONE
    “AL MOMENTO DI SCATTARE QUESTA FOTO NON C’ERA NULLA TRA NOI. HO IN BRACCIO LA MIA BAMBINA, E LA TESTA BIANCA ACCANTO A ME CON I CODINI NON È UMANA, POSSO GIURARLO. LE SUE DITA SONO SULLA MIA SPALLA E SUL BRACCIO DI MIA FIGLIA. SONO LUNGHE DITA SCHELETRICHE”

    L’amica Jessie Lu, (la donna con gli occhiali da sole bianchi) racconta che quel giorno la bambina più grande ha avuto due piccoli incidenti in acqua.

    La storia è diventa ancora più spaventosa, quando si è scoperto che in quel torrente è morta una ragazzina di 13 anni.

    Si chiamava Doreen O’Sullivan e annego nello stesso luogo della foto 100 anni prima nel 1915.

    Su un ritaglio del giornale Brisbane Courier datato 22 Novembre 1915 si legge la notizia della morte della ragazzina.


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    L’articolo tradotto recita:



    CITAZIONE
    “DOREEN O’ SULLIVAN, 13 ANNI, FIGLIA DI MR. JAMES O’SULLIVAN È ACCIDENTALMENTE ANNEGATA MENTRE FACEVA IL BAGNO A LOCKYER CREEK NEL POMERIGGIO DI VENERDÌ” SI LEGGE.
    “E’ TRASCORSA QUASI UN’ORA PRIMA CHE IL CORPO È STATO RECUPERATO. IL PUNTO, CHE È SEMPRE STATO CONSIDERATO PERICOLOSO, È NOTO COME MURPHY’S HOLE, ED È DI OLTRE 6 METRI DI PROFONDITÀ”

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    Il fantasma di Bernarda Visconti figlia illegittima di Bernabò Visconti ( Milano )
    Milano, può vantare alcune apparizioni di fantasmi di tutto rispetto, tra i quali spicca, il fantasma di Bernarda Visconti, figlia illegittima di Bernabò Visconti, il signore che fece il bello e il brutto tempo a Milano, dopo aver preso il potere nel 1355.

    Bernabò era un uomo, prepotente, collerico, privo di misura, impietoso davanti agli avversari, avido di gloria e di potere, irrispettoso dei più elementari legami umani e sociali, come quelli verso i parenti. La madre di Bernarda Visconti, si chiamava Giovannola di Montebretto, una delle giovani che “lavorava” per Bernabò. La ragazza allegra, disinvolta, non era per nulla intimorita dalla fama sinistra del nero Signore.

    Bernarda all’eta di 14 anni, venne promessa in sposa dal padre, a Giovanni Suardo, un condottiero bergamasco, discendete di una affermata e ricca famiglia ghibellina, alleata dei Visconti. Bernardina, però, di quell’unione impostagli non ne voleva sapere niente. Anche se consapevole, che avrebbe dovuto rassegnarsi ad essa, presa da un’impeto di passione cadde tra le braccia di Antoniolo Zotta.

    Bernabò Visconti, li scopri è la punizione fu tremenda. Zotta, falsamente accusato di furto, venne sottoposto a barbare torture fino a fargli ammettere la colpa che gli veniva attribuita, ma che in realtà non aveva mai commesso. Venne condannato a morte, per impiccagione. Ancora peggiore fu la punizione di Bernarda Visconti. La ragazza venne murata viva in una segreta della famigerata rocchetta di Porta Nuova. Trascorse sette mesi, nella completa oscurità, cibandosi di pane e acqua fino a quando il suo corpo cedette per le terribili sofferenze.

    La manifestazione del fantasma di Bernarda Visconti
    Ad un anno esatto dalla sua morte, il fantasma Bernarda Visconti, cominciò a manifestarsi sotto varie spoglie da Milano a Bologna. Le apparizioni del fantasma di Bernardina, si fecerò cosi insistenti che convinsero Bernabò, a riesumare i resti della figlia per verificare che fosse realmente morta.

    Ancora oggi il fantasma Bernarda Visconti, vaga per il chiostro di Santa Redegonda. Il fantasma di Bernardina, viene descritto da molti, come una figura femminile, vestita di nero, con il volto coperta o da una maschera di cuoio o da un velo nero è l’accompagna un profumo di violette. Il suo spirito inquieto ha l’abitudine di prendere sotto braccio i passanti terrorizzandoli.




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    Vi siete mai chiesti cosa succederebbe se foste così sfortunati da cadere in un buco nero? La NASA ha la risposta che fa per voi, e per renderla fruibile al massimo l’ha trasformata in un paio di video a 360 gradi. Si tratta di due simulazioni realizzate da un supercomputer dell''agenzia spaziale statunitense pensate per celebrare l'inizio della "Black Hole week " (dal 6 al 12 maggio), portano lo spettatore in un viaggio di sola andata oltre l'orizzonte degli eventi di un buco nero.

    Per contestualizzare un po', considerato che il discorso è molto complesso, ricordiamo che il confine esterno di un buco nero segna il punto in cui nemmeno la luce si muove abbastanza velocemente da sfuggire alla sua intensa attrazione gravitazionale. Ciò significa che l'orizzonte degli eventi, segnato da un anello dorato all'esterno del cuore del buco nero, è il punto di non ritorno, oltre il quale nessun osservatore esterno potrà mai recuperare informazioni.

    La prima simulazione ci catapulta in un viaggio virtuale a bordo di un'ipotetica navicella spaziale che precipita verso un buco nero supermassiccio, simile a Sagittarius A*, il mostro che risiede al centro della nostra galassia, la Via Lattea, e dotato di una massa di circa 4,3 milioni di volte quella del nostro Sole. Man mano che ci avviciniamo all'orizzonte degli eventi, assistiamo a un crescendo di fenomeni straordinari. La luce proveniente dalla materia circostante il buco nero si intensifica sempre più, mentre la visuale delle stelle sullo sfondo si deforma a causa degli effetti relativistici provocati dalla curvatura dello spaziotempo. Ecco l'incredibile video.






    Cadendo verso il cuore del buco nero, la sua singolarità, le forze gravitazionali aumentano fino al punto in cui le forze diventano così intense da allungare verticalmente e schiacciare orizzontalmente un oggetto. Questo processo, chiamato "spaghettificazione", trasformerebbe qualsiasi oggetto, sia una stella che un astronauta, in una sorta di spaghetto. Non sorprende che questo processo ucciderebbe qualunque forma di vita istantaneamente.

    Una seconda simulazione ci offre una prospettiva diversa. Invece di cadere nel buco nero, possiamo sfrecciare attorno all'orizzonte degli eventi, sperimentando una sorta di danza cosmica al limite del tempo e dello spazio. Questo viaggio ci permette di osservare da vicino la deformazione dello spaziotempo causata dalla massa del buco nero e di scoprire gli effetti del paradosso del tempo relativistico: al nostro ritorno sulla Terra.






    Queste simulazioni rappresentano un'impresa eccezionale di calcolo scientifico. Attraverso un'esperienza immersiva e coinvolgente, ci permettono di comprendere meglio i fenomeni estremi che si verificano in prossimità dei buchi neri e di spingerci ai confini della nostra conoscenza dell'universo.

    Chiudiamo dicendovi che per realizzarle è stato utilizzato il supercomputer Discover presso il Centro per la simulazione climatica della NASA. Il progetto ha generato circa 10 terabyte di dati e ha richiesto circa 5 giorni di esecuzione su appena lo 0,3% dei 129.000 processori di Discover. La stessa impresa richiederebbe più di un decennio su un tipico laptop.



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    Stop alle installazioni selvagge a terra e via libera all’energia green nei terreni non produttivi come le cave e le miniere cessate


    Dopo un braccio di ferro nel governo tra il responsabile dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida e quello dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, alla fine i tecnici ministeriali hanno individuato una soluzione che ha ottenuto il via libera di entrambe le parti: stop all’installazione di pannelli a terra nei terreni produttivi; via libera invece allo sviluppo delle rinnovabili in aree come cave o miniere cessate, ma anche nei terreni nella disponibilità del gruppo Fs o dei gestori aeroportuali, come pure quelle interne agli impianti industriali o agli stabilimenti produttivi, comprese quelle aree entro un perimetro di 500 metri dai predetti ambienti o stabilimenti. Semaforo verde, poi, per nuovi impianti green anche nelle aree adiacenti alla rete autostradale, entro i 300 metri e nei siti su cui già insistono impianti per rifacimento, modifica o revisione senza ulteriore occupazione di suolo. Queste soluzioni sono state previste dal decreto sulle emergenze per l’agricoltura approvato lunedì 6 maggio dal Consiglio dei ministri.

    Salvi i procedimenti già autorizzati
    Con la riformulazione del testo, cui hanno lavorato i tecnici, vengono salvaguardati i procedimenti già autorizzati, ma «servirà una procedura per valutare cosa includere e cosa no» ha chiarito al termine del Cdm Pichetto Fratin dopo aver assicurato che con il decreto vengono salvaguardati anche gli investimenti previsti nel Pnrr, in particolare quelli legati alle comunità energetiche rinnovabili (Cer). Lo stop, si legge infatti nella bozza del decreto legge, «non si applica nel caso in cui gli impianti con moduli a terra siano oggetto di configurazioni di autoconsumo e Cer». Nulla toglie, ha assicurato poi l’esponente di Forza italia, «al fatto che il Pniec al 2030 rimanga lo stesso con un obiettivo di rinnovabili sul fronte solare di circa 38 gigawatt». Che, nei piani del Mase, dovrebbero arrivare dal fotovoltaico nelle aree agricole, con un’occupazione dello 0,35% della superficie agricola totale.

    Il testo iniziale
    La bozza iniziale del provvedimento prevedeva di fatto un divieto per ogni forma di pannello su terreni coltivati, uno stop chiesto da tempo da Coldiretti. Il ministro dell’Ambiente alla fine della scorsa settimana era intervenuto col collega trovare una mediazione e salvare l’agrivoltaico, un settore con prospettive di sviluppo per 60 miliardi di euro.

    Pichetto, su agrovoltaico uffici al lavoro, tempi brevi
    Sul fotovoltaico agricolo «si tratta di trovare un equilibrio tra esigenze territoriali, esigenze settoriali e la tutela delle aree coltivate». Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a margine all’incontro “La transizione efficiente: nuove soluzioni per l’energia del futuro” di Engie e curato dal Sole 24 Ore. Sull’articolo 5 «gli uffici stanno scrivendo quello che è stato l’accordo politico, credo che sia a posto», ha continuato il ministro, indicando che «con il decreto aree idonee – che attualmente è fermo in Conferenza delle Regioni - vedremo di porre le opportune correzioni. È una proposta di concerto, gli uffici si vedranno per adeguare quella che è la proposta di aree idonee all’ultimo decreto». Sui temi di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, Pichetto ha replicato: «Penso a breve».



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    Un fantasma che ogni notte terrorizza che percorre l’autostrada di Santa Fe


    Il Fantasma dell’autostrada di Santa Fe che terrorizza i casellanti e gli automobilisti
    Siamo in Argentina, precisamente sull’autostrada di Santa Fe, dove i casellanti che lavorano nella tratta autostradale tra Santa Fe e Rosario, si sono rivolti al proprio sindacato per evitare di essere assegnati al turno di notte. Motivo: un fantasma che quasi ogni notte attraversa l’autostrada terrorizzando lavoratori e automobilisti.

    Gabriel Berardo, vice segretario del sindacato SUTRACOVI di Santa Fe racconta:



    CITAZIONE
    ABBIAMO RICEVUTO NUMEROSE RICHIESTE DI DIPENDENTI CHE SI RIFIUTAVANO DI ESSERE ASSEGNATI AL TURNO DI NOTTE, SONO TERRORIZZATI DA QUELLO CHE POTREBBERO VEDERE O SENTIRE.

    Il fantasma dell’autostrada di Santa Fe, viene descritto dai testimoni come una donna, che al chilometro 17, sul ponte che si affaccia al cimitero di San Lorenzo, vaga lungo il marciapiede percorrendo il tratto da un capo all’altro, accompagnato da strani rumori, come di catene trascinate, al momento del passaggio del fantasma, tutte le porte delle cabine dei caselli si chiudono da sole.


    CITAZIONE
    STAVO ARRIVANDO DA ROSARIO E MENTRE IMBOCCAVO L’ACCESSO DI SAN LORENZO HO VISTO UNA PERSONE CHE AGITAVA LE BRACCIA E SALTELLAVA, COME SE STESSE CHIEDENDO AIUTO. ERA IN PIEDI SUL MARCIAPIEDE ED INDICAVA UN PUNTO CHE EMANAVA UNA LUCE FORTISSIMA, PENSAVO FOSSE QUALCOSA CHE AVEVA PRESO FUOCO. HO RALLENTATO E MI SONO FERMATO POCHI METRI DOPO, PER CAPIRE COSA FOSSE SUCCESSO E DARE UNA MANO. APPENA SONO SCESO DALL’AUTO, TUTTO ERA SVANITO NEL NULLA, SIA LA LUCE CHE QUELLA PERSONA. TESTIMONIANZA RACCOLTA DAL SITO WEB INFOBAE,COM

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    Su vari siti argentini, le notizie sono diverse, c’è chi da la notizia come certa, chi invece smentisce categoricamente. Viene riportata la notizia che la foto divulgata sul web, non corrisponda al luogo citato nell’articolo. Molti persone credono che il fatto di negare l’accaduto, sia soltanto una manovra per nascondere o minimizzare questo mistero inquietante.


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    "Dio disse sia fatta la luce e la luce fu". Le Genesi suona molto bene, ma cosa dicono gli astronomi della prima luce dell'universo? Secondo i dati dei telescopi spaziali Hubble e James Webb, all’origine dei fotoni che volavano liberi all’inizio dell’alba cosmica erano piccole galassie nane che presero vita, liberando la nebbia di idrogeno torbido che riempiva lo spazio intergalattico.

    Una nuova ricerca sta indagando su questo primissimo bagliore e le risposte sembrano aprire un nuovo mondo di studi ancora inesplorato.


    La prima luce
    "Questa scoperta svela il ruolo cruciale svolto dalle galassie ultra-deboli nell'evoluzione dell'Universo primordiale", afferma l'astrofisica Iryna Chemerynska dell'Institut d'Astrophysique di Parigi.

    "Producono fotoni ionizzanti che trasformano l'idrogeno neutro in plasma ionizzato durante la reionizzazione cosmica. Ciò evidenzia l'importanza di comprendere le galassie di piccola massa nel plasmare la storia dell'Universo."

    JWST è stato progettato, in parte, per scrutare l'alba cosmica e cercare di vedere cosa si nasconde al suo interno. Ha avuto molto successo, rivelando ogni sorta di sorprese su questo momento cruciale nella formazione del nostro Universo. Sorprendentemente, le osservazioni del telescopio suggeriscono ora che le galassie nane sono le protagoniste chiave della reionizzazione.



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    Nella tradizione popolare delle vecchie streghe spesso e volentieri, come nella magia Hodoo, viene utilizzato ciò che era di facile reperimento in casa, oggetti come una mela rossa ed un coltello erano ovviamente facili da possedere e le anziane, con piccoli accorgimenti, "imprimevano" la loro volontà nel frutto. La procedura che sto per descrivere, veniva usata per disperdere rapidamente energie negative, rompere fatture e sconfiggere pensieri malevoli inviati da possibili nemici o da invidie di lunga data.
    Le mele sono molto usate in magia e racchiudono un simbolismo molto importante: frutto legato all’ amore e alla dannazione di cui ritroviamo eco in molte fiabe tradizionali e nella religione stessa (vedi ad esempio la mela di Eva).
    Inoltre, se tagliamo una mela a meta in senso orizzontale, scopriremo una stella a cinque punte: simbolo della magia x eccellenza!

    Occorrono soltanto una mela rossa e un coltello ben affilato, un rametto di salvia (o rosmarino)


    Purificate e consacrate la mela, passandola attraverso il fumo della salvia bruciata.
    Sistematela in un piatto completamente bianco e tagliatela con il coltello dichiarando che state colpendo e distruggendo ogni maleficio vi sia stato fatto. Da questo momento non toccate più la mela con le mani, ma prendetela solo dal piatto.



    Se all'interno, la mela non presentasse una stella a cinque punte, dovrete riprovare il rito in altra occasione e seppellire quella da voi già tagliata (è segno di non proseguire nel rito)


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    Mia nonna recitava così: (tradotta in italiano)

    “Per le stelle e per il cielo, questa lama ti separi.
    Separata e senza sorte, spezzerai anche la morte.
    Non taglierò solo la mela, ma tutto ciò che mi avvelena.
    Siano sguardi oppur pensieri, siano inganni o magia fatta,
    per mezzo della mela, in me tutto si stacca
    Due metà non più un intero, ogni fattura ritorni indietro.
    Con il marcio che verrà, il mio male sparirà".

    Quindi lasciatela annerire e marcire nel piatto, in un luogo riparato da sguardi indiscreti (sopra una credenza in cucina, ad esempio).
    Quando la mela sarà marcita completamente, l’incantesimo avrà funzionato.



    Se la mela si secca e non marcisce in un mese, ripetete la procedura con la prima luna piena disponibile.


    Disfatevi della mela, gettando le due metà in modo separato, la lontano da casa vostra (possibilmente in un corso di acqua corrente che la porti via e lontano da voi.
    Non toccate la mela con le mani dopo averla messa sul piatto e nel tempo di deterioramento, prendetela solo dal piatto e facendo attenzione di non capovolgerla.



    NON POSTATE IMMAGINI PRIMA DEL TERMINE DEI 30 GIORNI


    Per proteggervi da negatività:
    Tagliate la mela orizzontalmente dividendo in due metà: a questo punto potrete tagliare la mela in dischi di circa 1/2 (mezzo) cm , finché sarà possibile conservare nel centro di ciascuno la figura del pentacolo formata dai semi.
    Metteteli ad essiccare all’aria, al sole o in forno a 40°, avvolgendoli con verbena, felce e timo (puoi usarne una o tutte insieme) così da aumentare il potere di protezione.
    (L’ essicazione con l’ aria potrebbe essere un pò lunghetta e nel frattempo far assumere alla fetta un aspetto non molto gradevole: cambiate spesso lo scottex e girate le "fette" in modo di evitare che marcisca)
    Quando saranno completamente asciutte, consacrate le fette di mela x trasformarle in veri e propri "amuleti":
    Mia nonna usava: l’ aria, il fuoco, l’ acqua e la terra visualizzando il potere degli elementi che entravano nella fetta di mela e ripeteva 3 volte un incantesimo simile:
    "Mela del potere con la stella di magia, ora sei la mia arma e la mia difesa".

    Ottimi e profumati, si possono usare come segnalibri da tenere sul comodino, possono proteggere le stanze della vostra casa, il vostro ufficio, voi stesse! Uno di questi amuleti, va però appeso con un nastrino rosso su un ramo di un giovane albero, vicino al corso di un fiume, in tributo agli spiriti burloni della natura e per far sì che non vengano a farvi dispetti!
    Proteggono dal malocchio, invidie, chiacchiere, spiriti bassi e larve astrali.
    In casa l'ideale è appenderli vicino le finestre e sulle porte per impedire al malocchio e agli spiriti maligni di entrare.

    Provare x credere....



    Come suggerito da un utente in antro oscuro copio di seguito le linee guida utili per l'interpretazione che si trovano a pagina 7 perché siano più visibili




    LINEE GUIDA:
    Innanzitutto le due metà hanno significati distinti: una rappresenta voi ed una è per ciò che vi circonda in ordine "magico".
    A) Se la mela marcisce in tutte e due le metà in modo uguale, sta togliendo qualcosa a voi, personalmente
    B) se si corrompe solo in una metà è qualcuno del vostro entourage.

    1) La deformazione e/o il sollevamento degli alveoli dei semi, indicano eventuali azioni volontarie fatte su di noi o su nostri consanguinei (in linea di discendenza arrivano a noi, quindi: avi, nonni, genitori)
    A) se non è muffo = azione tentata ma non andata a buon fine oppure già in fase di esaurimento.
    B) se la zona è muffa = è attivo un rito o più riti atti a farci andare le cose "storte", oppure a nostri familiari diretti.

    2) la polpa del frutto indica il nostro ambito di frequentazioni, e/o persone che sono entrate in contatto con l'ambiente di conservazione della mela:
    A) zone macchiate di scuro: negatività che hanno addosso
    B) muffa a chiazze: grosse negatività o piccole fatture/malocchi che hanno colpito i vostri conoscenti
    C) zone "liquide" sono fatture degenerative particolarmente forti
    D) se c'è puzza: sono punizioni karmiche o pesi nell'anima (saprà lui/lei cosa ha combinato, ma se lo/la aiuterete a "pulirsi", rischiate grosso!)
    E) se la mela si scioglie: allontanate la persona perché agisce contro di voi.

    3) se la questione è limitata a fattori esterni, il deterioramento partirà dalla buccia verso l'interno.
    Semplici arricciature rappresentano negatività quotidiane e sarà sufficiente purificare il vostro ambiente e quello dove lavorate.

    Se la mela si secca "sedendosi" nel piatto... non c'è niente di niente!

    LE MUFFE:
    1) Chiare o grigie a peletto alto: malocchio ed invidie
    2) non omogenee e scure: azioni "magiche" poco pesanti
    3) nere secche = malefici di vecchia data
    4) nere umide = roba recente
    5) muffe a puntini:
    A) rossi/marrone chiaro= magia rossa
    B) neri o scuri = magia nera
    C) verdi chiari o scuri = protezioni violate e rimandi
    D) giallo = pagamento per riti fatti in sospeso (debito con gli spiriti!)
    E) macchie tipo pois più grandi di solito di colore scuro = debito karmico.
    6) muffe non uniformi a seconda della zona in cui si formano, possono indicare più questioni interessate.

    Poi... restano i casi "particolari" che escono dalle interpretazioni generiche... ogni caso è a sé stesso! ;) spero di aver chiarito un po'!



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    Come in molti ormai sicuramente già sapranno, possedere una piantina di basilico sempre fresco in casa è il davvero molto vantaggioso, ma non è sempre semplice prendersene cura. Oggi però andremo a vedere diversi consigli utili da mettere in pratica per far si che si di essere in grado di avere basilico da coltivare senza far morire la pianta. Ecco pertanto cosa c’è da sapere in merito a tale argomento.


    Come ben si sa, potrebbe succedere di acquistare una piantina di basilico e poco dopo vedere questa sfiorire e morire. Riuscire ad avere tale pianta in casa sempre rigogliosa è un piacere per la vista, per i suoi odori, ma anche per il sapore dal momento che grazie ad essa vi è l’occasione preparare gustose ricette.

    Basilico: coltivare questa pianta è facile, prova questo trucco e non ti morirà
    In realtà, coltivare tale pianta in casa, o anche in giardino, è piuttosto semplice dal momento che basta soltanto avere un po’ di accortezza e mettere in pratica semplici e facili suggerimenti. Prima di tutto, la prima cosa da capire è che il basilico mal sopporta le temperature fredde. In tanti hanno certamente notato che basta soltanto una notte in cui il grado di calore è fredda e il giorno dopo la pianta appare appassita, le foglie nere ed in poco tempo muore.

    Proprio per tale giustificazione è indispensabile iniziare a coltivare il basilico nel corso del periodo primaverile nel momento in cui le temperature iniziano a salire. Vi sono quindi molti trucchi da mettere in pratica per far si che il proprio basilico sia continuamente fresco e oltre a d avere particolare accortezza alle temperature. Solitamente, nel periodo in cui si acquista una pianta al supermercato, tale appare come se fosse un cespo messo in un vaso realmente piccolo.

    In realtà, per essere in grado di avere una pianta sana e che viva a lungo è indispensabile che tali abbiano lo spazio adeguato così da poter prendere tal terreno i nutrimenti adatti e dall’alto la luce necessaria. Di conseguenza, dopo aver comprato appunto una pianta di basilico è indispensabile rinvasare, suddividere e mettere le piantine separate ciascuna in un proprio vaso. Per di più, un errore che si fa molto di frequente è quello di irrigare troppo la pianta.

    È vero che tale predilige un terreno umido, ma è bene non abbondare con le quantità. Un’altra cosa rilevante è quella di non bagnare troppo la pianta nel corso delle ore più calde della giornata, evitare di utilizzare acqua troppo calda o troppo fredda e non bagnare in ogni caso le foglie. Ecco pertanto i dovuti accorgimenti per non far morire la vostra piantina di basilico.



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    La leggenda sulla costruzione del ponte
    Il suo arco centrale “a schiena d’asino” ha sempre alimentato leggende e dicerie, in quanto si credesse fosse opera di una forza soprannaturale. Si racconta che il costruttore dell'opera, trovandosi in ritardo sui tempi di costruzione e disperato per le difficoltà incontrate, decise di chiedere aiuto al Diavolo.

    Il patto prevedeva che il Diavolo avrebbe completato il ponte in una sola notte, ma in cambio avrebbe ottenuto l'anima del primo essere che lo avrebbe attraversato. L'ingegnoso costruttore, però, riuscì a beffare il Diavolo facendo passare un cane, salvando così sé stesso e gli abitanti del borgo da un destino segnato.



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    Sistema trifase Le soluzioni dell’azienda di Bedizzole assicurano più flessibilità alle imprese (VENTURIM)




    Idea ecosostenibile e innovativa firmata dalla Cs Elettrotecnica Industriale di Bedizzole e ribattezzata «Zebra», Zero emission battery research activity


    La batteria del futuro arriva da Brescia. È ecosostenibile, innovativa e funziona con il semplice sale da cucina: è la nuova soluzione firmata dalla Cs Elettrotecnica Industriale, realtà con sede a Bedizzole, che la metterà a disposizione dei clienti a partire da giugno e promette di aiutare le imprese (e non solo) ad affrontare nel migliore dei modi la sfida della transizione energetica e tecnologica.


    L'obiettivo
    L’obiettivo è di portare a utilizzare batterie al sale nei sistemi di accumulo per gli impianti fotovoltaici, soprattutto nel settore industriale, offrendole come una valida alternativa ai sistemi basati sul litio. Le nuove soluzioni utilizzano sali fusi come elettrolita anziché solventi organici, il che le rende più sicure e meno inclini a problemi come l’incendio o l’esplosione rispetto alle batterie tradizionali.

    Possono anche operare a temperature più elevate senza degradarsi, il che le rende adatte a una varietà di applicazioni.

    Le prospettive
    La batteria al sale, chiamata anche «Zebra» - Zero emission battery research activity – è già stata adottata da qualche costruttore di vetture elettriche, anche se gli approcci sono ancora piuttosto prudenti, mentre la loro applicazione è in stato più avanzato per quanto riguarda i sistemi di accumulo per le energie rinnovabili intermittenti.

    Per Morris Filosi, amministratore delegato di Cs Elettrotecnica Industriale, «questa soluzione rappresenta un passo avanti significativo per l'industria, offrendo sistemi di storage affidabili e robusti progettati per rispondere alle esigenze specifiche del settore. A differenza delle soluzioni tradizionali rivolte al settore civile, i sistemi proposti sono progettati per un utilizzo trifase anziché monofase, per garantire una maggiore capacità e flessibilità nell'ambiente industriale».

    Le batterie
    Le batterie hanno una garanzia di 30 anni, dopodiché possono essere rigenerate in loco senza bisogno di smaltimenti costosi. Funzionano sia a bassa tensione, sia ad alta tensione, sono sia monofase che trifase con potenze di accumulo che vanno dai 10 kwh agli 1,4 Mwh.

    «L'idea è nata dalla mia visione di mercato, dalle sue esigenze e dall’esperienza delle installazioni eseguite sul territorio – spiega Filosi -. È importante prendere una direzione sostenibile per le nostre esigenze di accumulo di energia, per il nostro futuro e per il bene dei nostri figli».

    Il progetto aziendale
    Lo sviluppo del prodotto è avvenuto all'interno della Cs Elettrotecnica Industriale, che oggi conta 21 dipendenti e un fatturato che supera i due milioni di euro, interfacciando soluzioni diverse per creare un sistema di accumulo per impianti fotovoltaici per sostituire quelli al litio, per l'utilizzo sia negli impianti civili che quelli industriali, fino ai grandi parchi fotovoltaici da 1 Mwh e oltre.

    «In questo campo, la richiesta crescerà nei prossimi vent'anni e noi vogliamo farci trovare pronti anche in virtù della sempre maggiore domanda di sostenibilità all'interno delle aziende - rimarca l'amministratore delegato -. Le batterie al sale offrono un'alternativa ecologica alle tecnologie convenzionali, contribuendo a ridurre l'impatto ambientale delle operazioni industriali e ad adottare pratiche più sostenibili».

    Una valida alternativa
    La scelta di Cs Elettrotecnica è stata di concentrarsi sulle esigenze uniche dell'industria, settore in cui l'affidabilità, l’efficienza e le alte prestazioni sono fondamentali. I sistemi di storage al sale trifase offrono una maggiore capacità di gestione dell'energia, consentendo alle aziende di ottimizzare i processi produttivi e di mantenere la continuità operativa anche in situazioni critiche.

    «Stiamo ridefinendo il futuro dell'industria con le nostre batterie al sale trifase, dimostrando un impegno costante per l'innovazione e la leadership nel settore dello storage energetico industriale - conclude Filosi -. Con soluzioni progettate su misura per le esigenze del settore, l'azienda si conferma come partner affidabile per le aziende che cercano di affrontare le sfide energetiche del futuro».



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    Peaches Honeyblossom Geldof modella britannica ventitreenne pubblica su internet il suo “ultimo” selfie e scopre una mano fantasma
    Peaches Geldof, nel 2014 pubblica su internet un selfie che ritrae lei e la sua bambina, Astala.

    Peaches, dove aver guardato attentamente la foto postata su instagram, nota un particolare che la terrorizza: nell’immagine è nitida la mano di uno sconosciuto che le cinge la spalla. Ma in quel momento in bagno, ci sono solo lei e la sua bambina.


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    Una foto da vicino della mano fantasma che ho scattato a me ed Astala nella vasca da bagno!! E no, non è la mia mano – una della mie manteneva lei e l’altra tiene la fotocamera per scattare la foto. Inoltre, la mano e sulla mia spalla con un angolo davvero strano, Terrificante!! Me la sono fatta sotto! #infestata #fantasma




    La mano fantasma, secondo la ragazza appartiene ad una donna morta cento anni prima nell’abitazione che ora appartiene a lei.

    Peaches Geldof scriveva:



    CITAZIONE
    LA CASA È STATA COSTRUITA NEGLI ANNI ’20 DA UN’UOMO FACOLTOSO E DALLA MOGLIE INCINTA. IL BAMBINO NACQUE MORTO, E LEI PER IL DOLORE CADDE IN PREDA ALLA FOLLIA. A QUANTO PARE È ANNEGATA NELLA VASCA DA BAGNO. LA PRESENZA CHE PERCEPISCO NON È MALIGNA O COLLERICA, MA MATERNA ED ACCOGLIENTE. IN CASA C’È UNA BELLA ATMOSFERA. FORSE SI È MANIFESTATA PERCHÈ LE PIACE AVERE DEI BAMBINI CHE LE RONZANO ATTORNO.

    Il 7 aprile 2014, poco tempo dopo aver scattato la foto, Peaches Geldof viene ritrovata morta a seguito di un’overdose di eroina.


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    Le telecaemere riprendono in video un poltergeist


    Quando è arrivato al pub Bassa Villa a Bridgnorth il proprietario Nick Bevon credeva di essere stato derubato dopo aver visto vetri rotti sparsi ovunque.
    Nick Bevon ristoratore inglese, credeva che dei ladri si fossero introdotti nel sul pub Bassa Villa a Bridgnorth, ma dopo aver guardato il video della sicurezza si è reso conto che i danni all’interno del locale erano stati causati da una forza invisibile, un poltergeist.

    Bevon, lavora nel pub da diversi anni, ma da qualche mese a questa parte, sostiene che all’interno del locale accadano eventi paranormali.

    Racconta si essersi sentito toccare da ed afferrare i polsi da una forza invisibile, di aver visto delle figure spettrali in piedi sul bancone scomparire nel nulla.

    Quello che è successo qualche mattina fa però è stato ripreso dalle telecamere di videosorveglianza del pub.



    CITAZIONE
    LA MATTINA HO APERTO COME AL SOLITO INSIEME AL VICE DIRETTORE, QUANDO HO NOTATO TANTO VETRO ROTTO SUL PAVIMENTO, LA PRIMA COSA CHE HO PENSATO E CHE QUALCUNO POSSA AVER ROTTO I BICCHIERI E LE BOTTIGLIE DURANTE LA NOTTE, QUINDI MI SONO PREMURATO A CONTROLLARE IL VIDEO DEL CIRCUITO DI SICUREZZA E SONO RIMASTO STUPITO NEL VEDERE I BICCHIERI CADERE GIÙ DAGLI SCAFFALI SENZA ALCUN INTERVENTO APPARENTE. HA ANCHE VERIFICATO LA REGISTRAZIONE DA DIVERSE ANGOLAZIONI E QUELLO CHE HO VISTO ERA LA STESSA COSA SU TUTTE LE TELECAMERE. NON C’ERA NESSUNO ALL’INTERNO, IL LOCALE ERA VUOTO, E NON HO NESSUNA SPIEGAZIONE PER TUTTO QUESTO

    Il pub Bassa Villa, è molto antico e da sempre è stato additato come un luogo infestato. In città molti raccontato la storia di due bambine che intorno al 17° secolo, mentre giocavano a nascondino morirono all’interno della cantina del pub a causa di un’improvviso allagamento, non riuscendo più a trovare una via di fuga. Si dice che sia la madre delle bambine ad infestare il pub.

    Di seguito il video ripreso dalle telecamere di sicurezza.






    Fonte
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    Esiste una storia di fantasmi nel sud della città di New Jersey precisamente ad Atco.
    Nella città di Atco, esiste una strada che non è mai stata finita la Burnt Mill. La notte di Natale, un’uomo ubriaco alla guida della sua auto investi uccidendo un bambino che correva lungo la strada per prendere il suo pallone da basket. L’uomo percorreva la strada a tutta velocità, dopo aver investito il bambino, fece un inversione ad U e passando nuovamente sul corpo del ragazzino ormai morto.

    Si racconta che da quella notte il fantasma del bambino infesti quella strada. La leggenda metropolitana racconta che è possibile incontrare il fantasma in diversi modi.

    Per prima cosa bisogna dirigersi a mezzanotte sulla strada Burnt Mill e parcheggiare a circa tra pali di illuminazione dalla casa più vicina al depuratore. Un’altro modo e quello di fermarsi lungo la strada e suonare il clacson per tre volte e successivamente lampeggiare con i fari per altre tre volte. Dopo aver compiuto queste azioni comparirà l’immagine di un bambino fantasma che insegue la sua palla da basket.

    Si dice che parcheggiando sulla Burnt Mill sempre nei pressi del depuratore uscendo dal veicolo e camminando per circa 20 metri dal retro dei veicolo, sia possibile vedere il fantasma del bambino, in cerca del suo assassino.

    Sono molte le testimonianze su questa storia, qualcuno dice che sia solo una leggenda metropolitana altri affermano si tratti di una vera storia.



    Fonte
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