| CITAZIONE (torbillone @ 8/4/2024, 23:00) Chiariamo alcuni punti senza cadere nell'ortodossia.
Innanzitutto, se il criterio è putamente soggettivo sel tipo "non è bello ciò che è bello, ma è bello ciò che piace" non andiamo da nessuna parte, i gusti diventano personali e non ha neppure senso discutere. Sarebbe come dire che un prosecco è meglio di un ottimo champagne solo perché a proprio gusto piace di più.
Lo stile classico richiede a volte un attimo di abitudine se non si è mai stati attenti a certe cose, e all'inizio sfuggono ma poi diventano plateali quando si inizia a fare attenzione.
Oggi viviamo sempre di più in abiti sportivi e le uniche immagini di abiti, per così dire "classici" che vediamo sono quelle di colleghi che mettono le sneakers sotto l'abito oppure le copertine di riviste dopo GQ, per non dire improbabili modelli Instagram.
L'abito classico innanzitutto dovrebbe denotare eleganza, nel senso più puro del termine ovvero legato ad un misto di equilibrio ed armonia. Nessuna parte del completo dovrebbe risaltare e attrarre lo sguardo su di essa, la figura dovrebbe essere armonica e solo il viso dovrebbe essere messo in risalto.
Sorprendentemente, quando il vestire classico era molto più quotidiano di oggi, moltissime "regole" erano il semplice risultato di una grande praticità. Giacche e pantaloni ampi il giusto per potercisi muovere, cadute a piombo per poter tornare in forma dopo qualunque movimento, pences che servivano per rendere i pantaloni più flessibili, ecc.ne sono al alcuni esempi.
Una serie di basiche e sempre valide basi, ripeto senza cadere nell'ortodossia, prevedono che la giacca copra il sedere, cada dritta, non faccia intravedere i muscoli o forme abbondanti, non tiri, sia morbida e consenta il movimento, le maniche arrivino abbondantemente alla mano e quando ci si muove la manica non salga in alto perché troppo corta e magari resti anche bloccata perché troppo stretta. È un capo che ne ricopre un altro, e se già una camicia non dovrebbe stringere, figuriamoci una giacca.
Parimenti i pantaloni dovrebbero arrivare alla scarpa, non far vedere la calza, e non fanno pieghe eccessive (se non una minima piega sulla tibia) semplicemente perché sono larghi abbastanza da non scontrarsi con la scarpa. In tal modo il pantalone scende dritto, a piombo, non fa vedere muscoli e polpacci,quando si cammina sale ma non troppo e scivola scendendo ad ogni passo. A maggior ragione quando ci si siede non sale a metà tibia facendo vedere la caviglie o i polpacci di chi lo indossa e quando ci si alza non resta incastrato.
Mon bisognerebbe mai sentirsi in imbarazzo perché il pantalone sale troppo quando si è seduti e là calza si veda troppo. O doversi abbassare con la mano i pantaloni quando ci si alza.
Le pieghe eccessive sono dovute al fatto che il fondo è troppo stretto e il pantalone troppo corto lo si fa per lo desso motivo. Alcuni neanche riescono a tirarsi su le calze da sopra i pantaloni tanti che sono stretti.
All'interno di queste semplici indicazioni di semplice buon senso del vestire classico, ci sono naturalmente piccole variazioni in un senso o nell'altro, laddove lo stile inglese è spesso più ampio e più lungo, a volte accompagnato da tessuti più pesanti (retaggio tipico dei climi e dell'utilizzo quotidiano che l'abito aveva in Inghilterra in passato) e la scuola napoletana all'opposto con tagli più asciutti, lunghezze inferiori di maniche e pantaloni, tessuto più leggeri. Ma attenzione che anche la scuola napoletana non veste attillato, corto con la caviglia in vista o le maniche che salgono su se appena il braccio sale sopra la spalla.
Poi si potrebbe entrare in una miriade di dettagli maggiori, ma queste delle lunghezze e dei volumi sono solo le basi fondamentali e al di là di quello che uno può pensare di sé a causa della propria inesperienza, mi spiace ma non si può obiettare a tali requisiti minimi (pur con minimi margini di tolleranza in più o in meno) e ci sono casi evidentissimi in cui un abito non va bene per come veste, senza se e senza ma, come il tuo della foto, sia nella giacca che nei pantaloni. Non è nulla di denigratorio e conprensibilissimo che tu come moltissime persone oggi non abbia ancora l'occhio o l'esperienza per rendertene conto, ma ti assicuro che se dovessi provare ad adattarti a queste semplici indicazioni e a prestare un pochino di attenzione ad esempi corretti di chi già lo fa, sono certo che in poco tempo te ne impadronirai.
Così come fa uno che ha sempre solo bevuto un vino molto basico ed economico e pian piano inizia ad assaggiare e ad abituarsi a qualcosa di più qualitativo e senza cadere nello snobismo o nel lusso, ne inozia a riconoscere e ad apprezzare quello che ci sta dietro.
Le "regole" dello stile classico, credimi, non sono sofismi inutili, ma hanno motivi molto pratici ed evidenti per esistere, soprattutto quelle più basilari. Mi permetto di dissentire, se ci si vuole vestire in modo formale, elegante, ci sono delle regole da rispettare, nel caso contrario si è “eleganti” ma nell’ambito casual. Ad esempio, con un completo non vanno mai le derby, si indossano solo con spezzati (no jeans), ma sempre le Oxford nere, se si tratta di una occasione formale, o marroni, se è una occasione semi formale, entrambe suola in cuoio. L’abito di colore nero non esiste, ma esiste lo smoking o frac. Mentre concordo sul fatto che nel vestire in modo formale in generale i capi devono avere una certa morbidezza. Dei vari abbigliamenti eleganti che vedo il 70% è formalmente sbagliato, poi questo non vuole dire che non mi piacciano ma entriamo nel gusto personale ed in un ambito di moda casual.
Edited by Nettuno73 - 9/4/2024, 11:46 |
|