Forum LIDI (Lega Italiana per la tutela dei Diritti degli Introversi)

Posts written by outoftheblue82

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    Sembra che entrambe siate particolarmente interessate al fenomeno della manipolazione delle coscienze da parte dei mass media o, forse, sarebbe meglio dire della manipolazione operata dal sistema attraverso i mass media. Evidentemente da buone introverse non avete perso il vostro spirito critico che, anzi, è stato sollecitato da quello che io considero un esperimento non solo sociale, ma anche sanitario, economico, ecc.; per di più condotto su scala globale.
    Antonino
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    Ciao Elisa.
    Come già avrai avuto modo di constatare il forum è poco frequentato e temo che le occasioni di interazione con altri utenti saranno piuttosto ridotte. Ti rispondo perché fa piacere sapere che c'è sempre qualche introverso/a che si imbatte in questo forum e ne rimane colpito/a positivamente. Se sei introversa sei nel posto giusto, troverai tantissime discussioni interessanti.
    Riguardo alla pressione che i mass-media esercitano sulle nostre coscienze per omologarci al sistema, specie negli ultimi tempi, sono d'accordo con te, la maggior parte di noi non se ne rende conto e, di fatto, stiamo vivendo tutti un po' più male di prima...tempi difficili direbbe Dickens.

    p.s: guarda caso hai lo stesso nome di una certa Elisa Toffoli, una vera forza della natura in ambito musicale, un'introversa come te.

    Antonino
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    Ciao Marco e benvenuto.
    Colpisce sempre leggere testimonianze come la tua che, al pari di quelle raccolte nel libro “Le talpe riflessive”, stupiscono per l'estrema somiglianza. Anche tu, come me e come molti altri, ti sei imbattuto nella LIDI in maniera fortuita, mentre cercavi altro. Il problema della visibilità del forum è che noi introversi, il più delle volte, conduciamo ricerche in rete usando parole chiave come timidezza, fobia sociale, perfezionismo, ecc e ci troviamo in una giungla di siti dove le probabilità di aprire la pagina della LIDI sono davvero scarse. C'è anche una discussione attiva a riguardo.
    Grazie a te e a Liliana per aver richiamato alla mia mente il bellissimo periodo durante il quale ho letto per la prima volta il saggio. Del resto la traduzione del mio nikname (un po' troppo lungo, lo so) significa: improvvisamente, inaspettatamente; proprio in riferimento a quel periodo.
    E a proposito del saggio, il dottore ha scritto anche un articolo: “Le reazioni alla lettura del saggio” che trovate sul sito Nilalienum.it alla sezione introversione, in cui descrive anche la reazione di dubbio che ad un certo momento ha avuto Liliana... e anche io.

    Ciao

    Antonino
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    Ho letto un po' il dossier di Mind che sicuramente ha il merito di mettere a fuoco la questione umorismo da molti punti di vista, tuttavia, come accade spesso per le scienze psicologiche, non si giunge a spiegare le cause, ma solo gli effetti. Descrizioni particolareggiate delle tante sfumature dell'umorismo, ma mancano la sintesi e la visione di insieme.
    Comunque Mind non è male come rivista, ricordo che in passato, quando si chiamava ancora Mente&Cervello, ha pubblicato anche un dossier sulla timidezza in cui c'era un'intervista al dottor Anepeta. Unico appunto da fare riguarda un trafiletto presente nel dossier, che sicuramente non sarà sfuggito a Lorenzo, dal titolo: “Perché alcune persone hanno più humor di altre?” che finisce con questa frase: “Un altro lato della personalità che influisce sul senso dell’umorismo è l’espansività: di solito gli estroversi adoperano (e apprezzano) lo humour più spesso degli introversi.”
    Non so che dire se non che non sono d'accordo con tale affermazione; temo che si faccia ancora confusione tra introversione e timidezza e che l'intervista al dottore fatta anni fa non sia servita a sciogliere i pregiudizi sull'introversione, perfino nella mente e nel cervello dei giornalisti di Mind.
    Ora, lasciando stare l'aspetto scientifico, ricordo che Mari Gi in un suo post parlava del suo umorismo, della sua capacità di fare ironia, come una sorta di lingua appresa per poter comunicare con gli estroversi, qualcosa che aveva a che fare col bilinguismo di cui parlava Albert. Anche io uso l'ironia per socializzare e non restare in disparte, soprattutto quando le conversazioni sono banali o toccano argomenti per me di scarso interesse (vedi il calcio). In questi casi faccio battute, giochi di parole o racconto aneddoti divertenti per non annoiarmi e nel caso portare il discorso verso temi per me più interessanti. Il tutto, comunque, facendo divertire pure gli altri.
    Ciao e scusatemi se i tempi delle mie risposte sono sempre, potremmo dire, geologici.
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    Lo stesso vale per me. Nonostante anch'io consideri questo forum speciale, l'ho seguito per tanto tempo pur senza parteciparvi attivamente e del resto il fatto di preferire l'ascolto all'intervento in una discussione, beh ,questo penso sia una cosa abbastanza comune fra gli introversi e che vale anche sul web.
    Nel mio caso, però, si è trattato di ben due anni! Per me il forum è stato l'ultimo passo compiuto sulla strada della conoscenza del modo di essere introverso. Sono passato prima per film, articoli del dottore, per il sito della lidi, poi per i due saggi sull'introversione e infine sono approdato al forum che mi ha dato la possibilità di confrontare la mia esperienza di introverso con una vastità di esperienze, pensieri, idee raccontate dai tanti utenti che nel corso del tempo hanno lasciato messaggi sul forum.
    Però, per due anni, ho letto tante discussioni pur senza scrivere una riga. Tra l'altro sono arrivato al forum nel 2015 quando già era poco frequentato e la maggior parte dei messaggi era datato.
    Ora il sito della LIDI non è più accessibile, la pagina facebook non so quanta visibilità abbia, ma ad occhio e croce sembra poco attiva, poi c'è il sito “Nil Alienum” ove si spazia attraverso tutte le materie umanistiche e in cui è possibile ritrovare tutti gli articoli sull'introversione che c'erano sul sito “LIDI” e, infine, c'è il forum che sicuramente ha conosciuto tempi migliori, ma che appunto contiene un patrimonio di testimonianze che andrebbe conservato. E quale modo migliore di conservarlo se non tenendolo vivo?
    A presto
    Antonino
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    Per qualche tempo, causa lavoro, mi sono un po' assentato dal forum così qualche giorno fa, visitando il forum e scorrendo le varie sezioni, scopro un sacco di nuove ed interessanti discussioni e tanti nuovi utenti, alcuni di loro con un nickname quasi più illeggibile del mio :).
    Ho notato che alcuni di voi non sono passati per la sezione di presentazione del forum, lo faccio io dandovi il benvenuto con l'augurio che non siate solo di passaggio, ma che possiate restare qui a lungo.
    Tornando alle discussioni, dicevo che sono tante e tutte meriterebbero di essere portate avanti, magari in diverse sezioni del forum.
    Una in particolare ha catturato la mia attenzione ed è quella dal titolo “Quiet Revolution” e a cui vorrei dare il mio contributo.
    Risponderò nella sezione “Diffusione mediatica della LIDI” in cui sono trattate tematiche più o meno simili.
    Ciao a tutti e a presto
    Antonino
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    Verissimo quello che scrive Lorenzo.
    Purtroppo gli introversi sono molto schivi anche sul web, devo dire. Poi c'è il problema del perfezionismo che sembra essere onnipresente nelle nostre vite e che, ovviamente, non agevola: il forum è pieno di testimonianza in tal senso, ThinIce, e a questo proposito ti invito a leggere la bella presentazione di Catarì Baroja che è la più recente in ordine di tempo.
    Ecco, tutto sommato in questo messaggio non ho detto nulla di interessante però l'ho scritto e chissà che chi lo legge arrivi a fare qualche riflessione interessante.
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    Ciao thinIce,
    come vedi anch'io ci metto un bel po' ad interagire sul forum e come me, penso, pure molti altri introversi.
    Forse ciò è anche dovuto al fatto che crediamo di non aver nulla di interessante da dire. Quando scrivi:"...ed è più o meno dove mi muovo" intendi il sottile strato di ghiaccio sotto ai tuoi piedi? Bella questa immagine.
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    Grazie dottore.
    Ho letto buona parte dei suoi saggi, non quello su Freud. Forse perché anch'io sono restìo a mettere in discussione le mie idee e – mi rendo conto, non c'è da vantarsi - credo che questa sia una delle poche cose che i comuni mortali come me hanno in comune con i geni.
    In effetti, ammiro Freud per le sue grandi intuizioni riguardo all'inconscio, ma devo ammettere che con tutta probabilità non avrebbe riscosso la mia simpatia sul piano umano e, ancora meno, sul piano terapeutico.
    Comunque metto il saggio nella mia lista di libri da leggere.
    Saluti

    Antonino
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    Gentile Dottor Anepeta,
    girovagando un po' sul web mi sono imbattuto in questa citazione di Freud: "Un introverso non è ancora un nevrotico, ma si trova in una situazione labile; al prossimo spostamento di forze, se non trova altri sbocchi per la sua libido ingorgata, svilupperà certamente dei sintomi. Il carattere irreale del soddisfacimento nevrotico, e la trascuranza della differenza tra fantasia e realtà, sono invece già determinati dal fatto che ci si sofferma nello stadio dell’introversione." (Sigmund Freud, Introduzione alla psicoanalisi, 1915/32).
    In realtà non credo di aver colto in pieno il senso della sua affermazione, forse complice il fatto che è decontestualizzata; comunque a occhio e croce direi che Freud non aveva una grande considerazione per l'introversione (o, forse, parlava così perché non aveva grande considerazione di Joung che aveva scoperto e definito tale modo di essere). In caso contrario c'è da supporre che Freud, per introversione, intendeva tutt'altra cosa di come la intendiamo noi oggi?
    Grazie,
    Antonino
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    Ciao Gabriele,
    benvenuto nel forum che, anche se poco frequentato, sono sicuro potrà aiutarti a sentirti meno solo. Fa sempre piacere leggere di persone consapevoli delle loro difficoltà che si impegnano a comprenderle e ad affrontarle. Poi tu sembra che stia riuscendo anche a superarle. Non so cosa voglia dire avere un attacco di panico, forse una sola volta nella mia vita, in un periodo per me molto stressante, credo di esserci andato molto vicino ed è stata una comunque una bruttissima esperienza; dunque ti faccio i complimenti perché sei riuscito da solo a trovare la soluzione. Qui sul forum, almeno per il momento, non so quante occasioni di confronto e condivisione troverai, però troverai tante belle discussioni nelle varie sezioni. Il caso vuole che il dottor Anepeta ha scritto un post proprio qualche giorno fa in cui parla dell'origine dell'introversione, che è genetica, e dei suoi sviluppi che invece dipendono dall'ambiente, ivi compresa la famiglia. Dovresti cercare di capire se in te c'è un sentire da introverso, originario e irriducibile (senso di giustizia, forte sensibilità, bisogno di solitudine, indole docile, empatia, ecc.), che poi è stato più o meno interferito dal contesto sociale - famiglia, ma anche amicizie, ambiente di lavoro, ecc.- oppure si tratta "semplicemente" di uno sviluppo negativo, sempre dovuto all'ambiente di vita, di un carattere estroverso e che quindi, diciamo così, si è un po' introvertito. Penso che sotto questo aspetto la lettura delle varie discussione varrà come una sorta di test: se i tuoi vissuti saranno simili a quelli descritti da altri utenti allora con tutta probabilità sei un introverso, così come inteso qui sul forum e descritto ottimamente dal dottore nel suo saggio.
    A presto,

    Antonino
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    Ciao a tutti gli introversi,
    è da un po' che manco dal forum, da inizio estate più o meno e non perché io sia stato in vacanza per tutto questo tempo.
    In effetti le mie vacanze sono state brevissime per vari motivi: brevi uscite di qualche giorno in posti vicino casa. Non mi piacciono le vacanze ad agosto magari fatte in qualche località esotica; quello che non deve mancare nelle mie vacanze è la tranquillità, i ritmi lenti e la natura, poco importa se sono brevi. E le vostre vacanze come le trascorrete?
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    Ciao illusionman,
    come va? Scusa se fino ad ora non hai ricevuto risposte, sai il forum è poco frequentato. Io stesso ho letto il tuo post diversi giorni fa, ma non sono riuscito mai a scriverti. E' sempre triste leggere storie come la tua e mi rendo conto che se è difficile essere introversi, è ancora più difficile essere donne introverse. Spero che adesso per te le cose vadano meglio. Sei riuscita a terminare i tuoi studi nonostante quella carogna o hai mollato? E che mi dici della fotografia? Se non ricordo male sei appassionata di fotografia.
    Ciao illusionman.

    Antonino.
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    Ciao Lorenzo,
    anch'io, come Liliana, non sono oppositivo, ma capisco benissimo la tua difficoltà ad accettarti perché è stata anche la mia e solo in parte ho superato il problema. Diciamo che da quando ho acquistato un po' di consapevolezza circa i valori e i limiti del mio modo di essere, vivo un po' meglio. Non dannarti l'anima se non trovi persone introverse come te, peraltro tu sei una minoranza della minoranza, ma considera che ci sono anche estroversi iperdotati , dotati di particolare sensibilità, con cui è comunque facile capirsi.
    Ti riporto la risposta del dottor Anepeta ad una vecchia domanda del 2009 fattagli qui sul forum: "La differenza tra introversi d'oro e introversi oppositivi è assolutamente evidente a livello infantile. Su dieci bambini introversi 6 o 7 sono d'oro e 3-4 oppositivi.
    Nel corso dell'evoluzione della personalità, soprattutto a livello adolescenziale, la distinzione diventa già più complessa. Alcuni introversi d'oro manifestano infatti valenze oppositive piuttosto rilevanti; alcuni introversi oppositivi, gravati da imponenti sensi di colpa per i problemi che hanno creato ai genitori, "riparano" diventando tranquilli, giudiziosi, scrupolosi.
    Dopo la fase evolutiva, le cose si complicano ulteriormente perché i tratti che fanno capo alla sensibilità sociale, all'accondiscendenza, alla disponibilità e quelli che fanno capo al dissenso, all'opposizione, alla differenziazione si intrecciano, a livello conscio e soprattutto inconscio, secondo una gamma combinatoria praticamente indefinita.
    A livello adulto, la tipologia introversa non è definibile sulla base del comportamento (se non in riferimento ai tratti “nevrotici”: imbarazzo, vergogna, evitamento sociale, ecc.), bensì sul mantenersi a livello interiore di una percezione emozionale e cognitiva complessa, problematica, profonda della realtà. Introverso è l'adulto che, sulla base di un sentire che va al di là delle apparenze, continua ad interrogarsi, a cercare, a chiedersi perché le cose stanno come stanno, ecc."
    Come vedi tutto sommato non siamo poi così diversi.
    Ciao e benvenuto,

    Antonino
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    Cara FraDolcina,
    non conosco la tua storia lavorativa, il tuo percorso d studi, la tua età, ma penso di poter comprendere come tu ti debba sentire in questo momento poiché l'argomento lavoro è un altro dei soliti e ben conosciuti tasti dolenti degli introversi, forse secondo solo al loro senso di solitudine, e perché ci sono passato anch'io soffrendo non poco per la mia precedente situazione lavorativa. È sempre difficile poter essere di aiuto a qualcuno e considera, poi, che io non sono nemmeno tanto bravo con le parole, ma intanto ti invito, se non l'hai ancora fatto, a leggere le discussioni che trovi qui sul forum in questa sezione (chissà, magari avrai pure già scritto qualche post in passato).
    Mi rendo conto che potrebbe essere un po' dispersiva la cosa dato che ci sono tantissimi post (come ti dicevo è un argomento molto sentito fra gli introversi): in alternativa, nel libro “Le talpe riflessive” sono stati raccolti alcuni post tra quelli più significativi seguiti da alcune considerazioni al riguardo del dottor Anepeta. Ti consiglio anche l'e-book “Scritti sull'introversione” che trovi sul sito “Nilalienum”: costa qualche euro, davvero pochissimo in rapporto a ciò che vi è scritto.
    Tutto ciò a cosa servirebbe, FraDolcina? A renderti consapevole che non sei l'unica alle prese con certi problemi, che il lavoro fa dannare l'anima anche a tantissimi altri introversi. Allora comincerai a sentirti meno sola, a sentirti compresa e da qui in poi inizierai a sentirti più sicura e forte, paziente e capace di stare in questa situazione comunque insoddisfacente; quindi comincerai a fare le cose in un modo nuovo, più personale, che pian piano diverrà sempre più vicino al tuo modo di essere. Ne ricaverai piccole soddisfazioni e la consapevolezza delle tue capacità umane e professionali con tutta probabilità superiori alla media e a questo punto comincerai, senza nemmeno rendertene conto, a cercare altre strade.
    A proposito ti riporto un passaggio tratto dal libro “Le talpe riflessive”, il dottor Anepeta scrive: “ Quello che possono fare gli introversi già inseriti nel Moloch sistemico è non arrendersi, vale a dire considerare che se gli altri, a lungo andare, fanno l'abitudine anche all'alienazione lavorativa, questo adattamento (come tanti altri) in essi non sopravviene mai. L'obiettivo di un cambiamento qualitativo deve rimanere nella loro prospettiva di vita, e va perseguito a ogni costo, studiando, impegnandosi, esplorando nuove vie. L'individuazione per gli introversi è un obbligo (ulteriore) ed essa comporta, tra l'altro, un lavoro fatto a misura d'uomo. L'habitus però bisogna farselo con le proprie mani perché quelli pret-à-porter sono confezionati per sfruttare.”
    Ti saluto FraDolcina, per adesso, e facci sapere come stai e come sta andando.

    A presto,
    Antonino
31 replies since 10/10/2017
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