Magi: Ahura Daiva- gdr

Posts written by Alia Chandra

  1. .
    Oramai era il momento di partire, raggiungere il centro di quel paese descritto così male dal punto di vista politico e morale, ma i cui paesaggi e tradizioni erano in grado di attirare chiunque.
    Sfortunatamente aveva lasciato la sacca all'interno della locanda; poco male, poteva mostrare un po' di educazione e salutare quel signore che aveva deciso di affidarle l'unico ragazzo a cui avrebbe pure donato la vita...
    Attese che il ragazzo finisse di dire la sua, non poteva di certo ignorarlo, sarebbe stato poco consono ad una ragazza come lei.
    In particolare, una frase colse al massimo della sua attenzione:

    "... ma se ti trovi circondata in una massa di uomini armati anche tu non sei imbattibile."

    Alzò un sopracciglio, prima di guardarlo con aria di sfida: davvero un gruppo di uomini doveva essere un problema per lei?
    Dovette affrontare un dungeon senza l'aiuto di nessuno, contro un Djinn che, definirlo sanguinario, era un eufemismo...
    Non rideva spesso, se non per nulla, ma quell'affermazione, che metteva in dubbio le sue capacità la divertì molto; dovette trattenersi.

    《Aspetta un attimo.》

    Camminò a passo svelto verso la locanda, varcando nuovamente la soglia di quel piccolo e modesto locale: afferrò, controllando almeno tre volte se avesse tutto con sè, la sacca che soleva portare sulla schiena, per poi avvicinarsi al posto in cui lasciò il vecchio prima di uscire, il quale era ancora seduto lì.

    《La ringrazio per il servizio e per la disponibilità... ma è tempo che io vada.
    Le assicuro che ci rivedremo.》

    Con un inchino, uscì nuovamente dall'edificio in legno, affiancando nuovamente la figura del ragazzo.
    Portò una mano sul suo volto, picchiettando più volte il volto candido di Huo.

    《Lo dirò solamente una volta: non mi faccio problemi a togliere la vita a chi mi ostacola, che siano dieci o cento.
    Spero per te che io non debba sfoderare queste abilità...》

    Fece nuovamente un inchino nei confronti del ragazzo, per poi iniziare a camminare, allontanandosi verso l'oscurità, in direzione del cuore di Kou.
    Il volto s'inarcò in un sorriso misto tra il beffardo e il divertito.

    *Spero proprio che accada quando tornerò a prenderlo.*
  2. .
    Più la discussione proseguiva nel tempo, più il ragazzo svelava parte, se non tutto, il suo passato alla vagabonda, una persona conosciuta da nemmeno un giorno ma che era riuscita a conquistare, almeno in parte, la sua fiducia.
    Per essere una futura leader di un esercito, di un popolo, o semplicemente una persona saggia, in grado di diffondere il proprio verbo, bisognava esser dotati di un forte carisma; Alia non poteva porsi sullo stesso livello di grandi re o nobili soggetti, non possedeva un carisma simile, ma allo stesso tempo non peccava di tale mancanza.

    "Ho sempre temuto che prima o poi sarebbe morto, volevo restare con lui e proteggerlo."

    Alia scosse la testa, il tutto seguito da un sospiro.
    Era una nobile decisione rinunciare alla propria libertà per proteggere l'unico che aveva permesso la sua sopravvivenza, l'unico membro familiare degno di questo appellativo, ma allo stesso tempo stupida, e la bionda lo aveva capito.

    《La tua presenza qui non è altro che dannosa. Potrai proteggerlo da un semplice bandito, ma non da un intero gruppo, non ne sei in grado.
    Inoltre rimanere fermi in un luogo, seppur nascosti, aumenta le probabilità di esser rintracciati.
    Non credo che debba spiegarti io cosa è giusto o no fare, hai abbastanza materia cerebrale per arrivarci.》

    Quel ragazzo sembrava avere del potenziale, sicuramente era un soggetto molto riflessivo, ma che aveva maturato una certa vena pessimistica.
    Come biasimarlo, tuttavia doveva lavorare per eliminare tutti quei difetti che lo rendevano debole e inetto.
    Il primo obiettivo era portarlo al di fuori del territorio di Kou, dove era vulnerabile sotto tutti i punti di vista: se mai fossero giunti lì, avrebbero avuto diversi vantaggi, non solo ambientali, ma anche a livello di numero e abilità.
    Il problema non si presentava tanto per Alia, ma un ragazzo del genere, in una situazione così, sarebbe stato d'intralcio.
    Sarebbero passati per la Valle della Luna, anche se ciò significava ripercorrere zone da lei già esplorate...
    Non era un enorme problema, alla fine tante erano le vie che potevano portare alla meta.
    Il silenzio della notte tornò per pochi attimi a regnare in quel villaggio: Alia aveva lo sguardo perso nei propri pensieri, dedita ad organizzare le prossime "mosse", tutto per dare una semplice spinta a quello che, apparentemente, era un caso disperato.
    Fortunatamente non trovo intoppi esagerati, sarebbe riuscita ad ottenere le classiche informazioni a lei tanto care e, allo stesso tempo, aiutare un povero fanciullo a combattere il destino avverso.
    Gli occhi color ametista continuavano imperterriti ad osservare il vuoto, fino a che una frase colse la sua attenzione.

    "Non mi crea problemi a venire nella capitale e accompagnarti. Ti serve qualcuno che conosca le strade del posto e le persone giuste che potrebbero aiuta..."

    Un sorriso nervoso apparve rapido sul volto della giovane donna, mentre la propria mano, lesta, andava ad afferrare quella che era la sciabola nascosta tra il mantello da lei indossato e il proprio corpo; in quello che era un attimo, la lama lucente si trovava puntata alla gola di Huo, mentre uno sguardo severo scrutava la figura con aria quasi minacciosa.
    La voce lasciava intendere il fastidio che l'affermazione aveva creato in lei, cosa che avrebbe spiegato poch'anzi.

    《Sei per caso un idiota?!》

    Sentenziò con le iridi puntate sul suo volto giovanile.

    《Hai appena affermato di essere ricercato e vuoi andare nella tana del lupo?
    Hai idea di quali conseguenze possa portare questa decisione?》

    Sbuffò prima di porre nuovamente la lama lungo il fianco, evitando di spaventare ulteriormente il ragazzo.
    Quella lama che per lei era sacra, su cui era impressa la stella che simboleggiava la propria faticosa conquista.

    《... e comunque so orientarmi, non ho bisogno di una guida turistica.》

    Solo dopo essersi calmata e aver ripreso un atteggiamento "consono" ad una fanciulla, potè rinfoderare l'arma, spostando poi qualche ciocca ribelle che, prontamente, aveva ostacolato la visuale a causa dei movimenti bruschi.

    《Tu rimani qui, prepari la tua roba e attendi il mio ritorno.
    Senza se, senza ma.》
  3. .
    Partecipo!
    6 ~ 18 ~ 20 ~ 25 ~ 33 ~ 40 ~ 50 ~ 67 ~ 73 ~ 80
  4. .
    《Lei non ha nessuna colpa. Nessuno dei due ha la colpa.》

    Furono le ultime parole, fugaci e rapide, quelle che sentenziò prima di varcare la soglia del locale e attraversare quel silenzioso villaggio in cerca di quel giovane cocciuto.
    Alia aveva notato quanto il vecchio fosse legato a quello che non era altro che un figlio per lui; tenerlo a sè significava proteggerlo anche a costo della propria vita.
    Peccato che i sentimenti umani oscuravano la ragione, e non sarebbe stato mai al sicuro lì.
    Scosse la testa, non pensava che un uomo dall'aria tanto saggia commettesse un errore tanto banale.
    La luce lunare illuminava la pelle candida della giovane, gli occhi ametista erano puntati sulla figura del giovane.
    Rimase in attesa di una qualsiasi reazione: in realtà si aspettava reagisse come un cane rabbioso, con il desiderio di contrastarla e affermare, da ragazzino debole quale era, le solite frasi.

    "Tu non capisci."

    La solita frase pronunciata dal bimbo privo di coraggio e determinazione, il quale era capace solo di nascondersi dietro un velo di illusioni e finta sicurezza.
    E invece era immobile, come se una luce divina avesse illuminato e messo in moto il suo cervello.
    E fu in quel momento che potè nuovamente avere un incontro faccia a faccia con Huo, si era deciso ad alzarsi e affrontarla in quello scontro di sguardi.
    Tuttavia, non era l'unica cosa che aveva deciso, Alia notava un certo cambiamento solo per come si stava comportando.
    Rimase a braccia conserte, voleva vedere dove andava a parare.

    "Alia... è giusto che tu lo sappia... la verità su questa cicatrice."

    Quasi la sorprese quella frase, era segno che stava cercando di fidarsi, di cambiare radicalmente.
    Non è da tutti rivelare, sopratutto ad un estraneo, ciò che più distrugge il proprio animo, o bisognava essere stolti o avere una grande fiducia.
    Gradì questo gesto, tanto che un leggero sorriso soddisfatto si fece largo sul proprio volto.
    Lasciò che il fanciullo, carico di emozioni, raccontasse quella che era la sua più grande vergogna.
    Vergogna che, agli occhi di Alia, non era altro che un tentativo coraggioso di ribellione nei confronti di un uomo dall'aria sadica.
    Fece qualche passo avanti, posandi una mano sulla spalla, senza lasciar trasparire alcuna emozione.

    《Devo essere sincera: non capisco perchè tu provi tanta vergogna...》

    Sospirò, prima di riprendere il discorso.

    《... hai difeso tuo zio nei confronti di un uomo cruento, ciò deve renderti fiero.
    Non è da tutti rinunciare all'ignavia e prendere posizione.
    Quella cicatrice deve essere simbolo di orgoglio, non di vergogna.
    Vergognati piuttosto della debolezza mostrata da quel giorni in poi, in cui ti sei dimostrato un misero sottomesso.》

    Non le interessava se quelle parole lo avrebbero potuto demoralizzare o meno, era la pura verità, doveva accettarla.
    I suoi atteggiamenti erano dovuti solo al timore e ad una bassa autostima, ciò confermava l'idea che Huo fosse totalmente diverso.
    Ed a corroborare questa sua teoria erano le parole successive alla storia narrata.

    "Alia... ti sto chiedendo il permesso di potermi unire a te, ora!"

    Aveva davvero intenzione di seguirla?
    Portò una mano sulla fronte, riflettendo sulla risposta da dare: Alia era sempre stata in grado di compiere le cose da sola, e da sola stava facendo un viaggio per tutto il globo; lei doveva completare il proprio libro, aveva fin troppi progetti in testa.
    Però quel ragazzo le suscitava fin troppa pietà per non aiutarlo, se lo avesse abbandonato ora, avrebbe solamente distrutto il suo animo e mostrato una parte egoista del proprio carattere.

    《Ti sarò sincera: non ho mai viaggiato in compagnia, ho degli obiettivi da portare a termine e ho sempre preferito che non ci fossero delle ancore al mio seguito...
    ... ma farò di te un'eccezione.》

    Portò qualche ciocca dorata dietro il proprio orecchio, permettendo al ragazzo di osservare chiaramente le iridi tipiche delle native Atermyrane.
    Schiarì

    《Ascoltami bene, non mi piace ripetermi due volte.
    Io devo completare la sezione di Kuo, ciò significa che devo avventurarmi verso il cuore della nazione, e sappiamo entrambi ciò ti porterebbe verso una morte certa.
    Quel che dovrai fare è aspettarmi qui, il tempo necessario per raccogliere tutte le informazioni fondamentali e tornare indietro.
    Passerò nuovamente di qui, per poi portarti dove ti dirò io.
    Non accetto ripensamenti, non accetto cambi di programma, dovrai fare esattamente quel che io ti dico.
    E non preoccuparti, sono una donna di parola...》

    Il volto dall'espressione decisa e parecchio seria della fanciulla si avvicinò a quello del ragazzo, in maniera tale che ascoltasse perfettamente le ultime parole.

    《... per questo, se in qualche modo tu dovessi creare a te e a me ostacoli, sarò io il maggior problema di cui ti dovrai occupare.
    Ci siamo intesi, ragazzino?》

    Seppur fosse più bassa, Alia sapeva quando e come incutere timore, e non si preoccupava delle conseguenze.
    Piuttosto, spettava a lui comportarsi da vero uomo.
  5. .
    Gli abitanti di Musta’sim tenevano a cuore la sola figura di quelle pietre scarlatte, come se avessero un ruolo scaramantico.
    Erano preziose, sacre, e la stessa fanciulla dalla chioma turchese "benedì" quella pietra che, non curante della grande importanza che rivestiva, aveva acquistato come uno dei tanti souvenirs.
    Non era mai stata una che si affidava alle parole benedette di una persona, le trovava piuttosto futili, se non insensate e prive di fondamento, ma nutriva un certo rispetto per quella nativa del regno.
    Sicuramente, la prima cosa che Alia aveva intenzione di fare appena abbandonata quella terra in procinto di risorgere era recarsi da un fabbro e incastonarla su qualche oggetto di bigiotteria in proprio possesso.
    O magari sulla sciabola, ottimo visto che rappresentava il colore del sangue.
    Ripose la pietra, ancora avvolta dal sacchetto semi-trasparente, nel proprio bagaglio, apprezzando quello che era un candido sorriso dipinto sulle labbra rosee della celestina.

    《Ti ringrazio per queste belle parole.》

    Disse con un sorriso lieve sul volto, seguito da un cenno della testa verso il basso, segno di un inchino.
    Tuttavia, per il momento, queste frivolezze non dovevano risultare di grande importanza, i racconti di Dalilah erano decisamente più interessanti e fondamentali per il proprio libro.
    Conosceva in maniera generale la storia passata del regno e di come fosse decaduto a causa della ribellione dei maghi, capitanata da colui che poi fondò Magnostadt, Magal Mogamett.
    Ma erano informazioni superficiali, fin troppo generali, e il racconto della donna era così ricco di emozioni che l'atmosfera attorno alle due si era fatta pesante: il concetto di "schiavismo" non aveva mai portato a nulla di buono.

    《Lo schiavo non è altro che un possedimento di una personalità debole e facilmente sopprimibile.》

    Si era permessa di interferire nel racconto con quell'affermazione, non aveva mai compreso il motivo di dover sottomettere con conseguenze disumane qualcuno che, di per sè, non aveva fatto nulla di male.
    I Fanalis, in particolare, erano coloro che venivano cacciati come bestie solo per il puro piacere di averli come animaletti da compagnia.
    Uomini e donne dotati di capacità fisiche al di fuori della norma, e nonostante ciò sottomessi da due o tre incapaci che, chissà come, riuscivano ad ottenere consensi da ogni dove.
    Scosse la testa, non poteva credere che un regno fosse caduto a causa di ciò.

    *Dovevano avere dei regnanti parecchio inetti...*

    Disse tra sè e sè, era ciò che pensò in quel momento: far cadere in maniera definitiva un regno a causa dello sfruttamento fino alla morte dei maghi era davvero inconcepibile.
    Solo una persona dotata di capacità sia fisiche che mentali, carismatico e saggio, doveva regnare su un paese.
    Ma, in fondo, erano idee di una comune viaggiatrice, nessuno, per il momento, le avrebbe dato retta.
    Ecco perchè, da un lato, è facile comandare un popolo, essendo costituito spesso da menti malleabili e controllabili con la pura arte della retorica, insieme allo stesso carisma del soggetto.
    Fortunatamente, al termine del racconto riguardo la caduta di Musta’sim, partì il discorso sui progetti per la sua rinascita.
    La ragazza aveva le idee chiare, oltre che un grande attaccamento nei confronti della propria terra natia, cosa che, ad esempio, Alia non possedeva.
    Era una fanciulla ammirabile, per quel che aveva potuto osservare.
    Idee chiare e un progetto degno di nota, stava facendo passi da gigante.
    Ma... era davvero capace di poter realizzare quel sogno?
    In fondo, Musta’sim era ancora un cumulo di macerie, doveva tenere d'occhio la politica interna, e scontrarsi, magari, con altri stati che potrebbero interferire.
    Era capace di regnare, sopratutto?
    Una brezza notturna scostò i fili dorati che incorniciavano il volto femminile di lei, mentre gli occhi ametista ora puntavano dritro in quelli color oceano della ragazza.

    《Credi di essere in grado di poter ricreare e governare su un regno?
    O hai intenzione di affidare il tutto nelle mani di altri, dopo esser riuscita a risollevare questo popolo dalle macerie?》

    Le dita colpivano a ritmo il blocco note, in un ritmo armonico, senza mai fermarsi.
    Il rumore si univa a quello della natura, oltre che al rumore della musica, seppur distante dal luogo in cui si trovavano.

    《Sei abbastanza determinata e forte da poter contrastare tutti gli oppositori?
    O hai un briciolo di paura?》

    Quelle che potevano sembrare provocazioni, non erano altro che un metodo per testare, seppur in maniera semplice e generale, il carattere della donna.
    Era fin troppo interessata a quella situazione, ora.
    Gli occhi si eran assottigliati, le labbra inarcate in un sorriso beffardo, in attesa di quella che poteva essere la risposta, buona o meno, di Dalilah.
  6. .
    Sembrò apparentemente snob la ragazzina che la stava affiancando, quasi preferendo non dedicarle alcuna attenzione.
    Solo dopo un po', tra carezze dedicate al pancino di quell'essere peloso quadrupede e il chiasso misto a musica del locale, arrivò una risposta, parecchio interessante visto l'argomento e il seguente monologo riguardo l'incapacità - secondo il suo parere - del re di Sindria e della sua ingiustificata lode.
    Alia ascoltò con interesse, era raro sentire odio nei confronti di una figura tanto lodata.
    Aveva sentito diversi aneddoti riguardo quell'uomo, il quale veniva ammirato quasi ai livelli di una divinità.
    Di certo, per essere riconosciuto in questo modo, doveva possedere un carisma particolare, un certo magnetismo che non poteva non attrarre.
    Ma, ovviamente, non poteva essere la sua unica dote, un fondo di verità, seppur molto celata e modificata, esisteva sempre.

    《Se mi permetti di replicare...》

    Affermò schiarendosi le corde vocali.

    《... il re Sinbad deve pur possedere particolari conoscenze nell'ambito.
    Non nego che tu non abbia ragione, non sarà di certo un genio; in fondo un re ha sempre una certa equip di gente esperta alle spalle, erro?》

    Tossì, dovette alzare parecchio la voce per farsi udire dalla fanciulla, cosa che di certo non era abituata a fare, preferendo un colloqui tranquillo solitamente.
    Quasi come colta da un lampo di genio, la invitò a sedersi vicino a lei, invito che accettò volentieri: una discussione con gente del luogo era sempre accetta.
    Non riuscì ad udire il breve discorso tra la piccola biondina e una delle tante bellissime donne del locale, parecchio affascinanti e enfatizzate dalle vesti un po' ose ma molto colorate.
    Era abituata alla vista di donne dalla corporatura impostata e dal fascino irresistibile, un corpo da amazzone, ma lì erano praticamente l'opposto.
    Rimase a scrutare ogni donna del locale con attenzione, come se fosse un mondo nuovo per lei - e Atermyra era piena di locali del genere, nonostante l'attrazione fosse maschile.
    Fortunatamente la ragazza si mostrò molto più accondiscente e aperta nei propri confronti, accettando la proposta di Alia di poter osservare quella particolare arma, dai tratti orientali.
    Tutte le informazioni che ella stava fornendo venivano appuntate con estrema rapidità, prima o poi la mano o la penna avrebbero iniziato a ricoprirsi di fiamme per la troppa velocità con cui sfregavano sul pezzo di carta bianca.
    Di certo una lama così sottile, lunga e affilata era l'opposto della propria sciabola, più larga e più corta.
    Ognuno sapeva destreggiarsi con un tipo di arma, no?
    Alzati gli occhi ametista verso la minuta figura, potè notare il suo fanciullesco volto: la chioma biondo cenere era decisamente inusuale per i comuni nati a Kou, ma gli occhi erano piuttosto profondi; anche lo stesso viso trasmetteva l'impressione che lei fosse una semplice ragazzina, non avente più di sedici anni, ma "mai giudicare un libro dalla copertina".
    E poi non si trovavano a Reim, in particolare al Colosseo di Remano, ed era improbabile che una "bambina" andasse tranquillamente in giro per locali del genere dotata di un'arma.
    "Comunque questo non è il posto adatto per sfoderarla, a meno che per tua fortuna, non entri qualche uomo troppo ubriaco e senza soldi, ma in quel caso di solito basta un calcio. Sei abituata a questo genere di persona?"
    Un sopracciglio, lentamente, s'inarcò lasciando presagire la confusione che si faceva strada in Alia: una domanda strana da porre ad una estranea.
    Portò una mano dietro la nuca, massaggiandosela mentre rifletteva sulla risposta da dare.
    Non aveva mai avuto "l'onore" di affrontare un uomo ubriaco in preda agli istinti sessuali, privo di grana per soddisfarli... insomma, non era mica una guardia del corpo di una prostituta o quest'ultima.
    E lì le venne un lampo di genio: che lei stesse sorvegliando la zona?
    Era una guardia del corpo?
    Beh una guardia del corpo femminile era comune solo ad Atermyra - o fino a quel momento così credeva; questo spiegherebbe perchè una fanciulla dai tratti così giovani avesse un atteggiamento così riservato, impugnasse un'arma e si trovasse lì...

    *Di certo l'unica cosa che le manca sono gli ormoni della crescita...*

    Si disse nella sua testa, continuando ad osservarla quasi ad un livello da stalker.
    Almeno poteva facilmente passare inosservata.
    Comunque doveva pur fornire una risposta, non poteva rimanere in silenzio, nonostante il particolare quesito posto.

    《Mh... non credo di aver avuto alcun incontro con uomini simili, ma non è un problema.》

    *... anche perchè ho incontrato di peggio.*

    Aveva affrontato da sola un Dungeon, davvero un semplice pervertito ubriaco doveva essere una minaccia per lei?
    Scostò una ciocca dorata via dalla propria visuale, continuando a tenere fermo lo sguardo roseo negli occhi della giovane, abbassando successivamente il capo in segno di rispetto, un gesto rapido prima di lasciar mescolare di nuovo i colori delle iridi delle fanciulle.

    《Comunque sono stata maleducata: il mio nome è Alia, piacere di fare la tua conoscenza.》
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    Partecipo io e prenoto anche per Huo! ♡
  8. .
    《Che animo gentile, ed io che pensavo che fossi un piccolo guastafeste dai pugni che tiravi..!
    Allenarsi da solo pur di lasciar riposare i propri amici, che uomo.》

    Ironizzò la fanciulla, avvicinandosi abbastanza da posare la mano sulla sua testa e scompigliargli la chioma.
    Un po' la divertiva prendere in giro i novizi.
    Sadismo? Forse, rimaneva certo che ciò la divertiva.
    Sarà per la sua caratteristica sicurezza, sarà per qualsiasi altra cosa, di certo non era fatto con cattive intenzioni.

    《Comunque sentire la folla acclamare, sopratutto all'interno del Colosseo è una sensazione soddisfacente. Ecco perchè ho sempre amato questo posto...》

    *Un po' mi dispiace abbandonarlo.*

    Si ripetè in testa poco dopo, era raro, per la personalità di cui era dotata, provare un certo attaccamento ad un luogo, ma si sa, non tutto è detto.
    E poi, ciò non l'avrebbe fermata dal lasciare Reim in cerca del sapere tanto agognato, ma quello non era il giorno.
    Oramai il sole stava raggiungendo lo zenit, riscaldando il più possibile quella zona: Alia non era amante del caldo, preferiva nettamente paesaggi freschi, zone innevate...
    Sembrava quasi la pecora nera delle donne Atermyrane, visto che il regno si trovava in una valle.
    Intanto, il rosso aveva risposto senza esitazioni alla propria domanda, rivelando la sua apparetenenza - totale o meno - alla razza Fanalis.
    Sebbene il colore smeraldino e magnetico dei suoi occhi potesse portare in errore, quella chioma color cremisi, mista allo stile aggressivo e potente di combattimento lasciavano presagire la sua discendenza.
    Era tempo di rispondere a lui, ora.

    《Vengo dal Regno di Atermyra, l'unico regno in cui la figura regnante è quella femminile, hai presente, no?》

    Si poteva notare che, all'affermazione riguardo il proprio paese natio, Alia non si sentisse del tutto fiera e legata a quel regno, e di fatto era così: Atermyra era soffocante ai suoi occhi, se da un lato potevano essere considerate cittadine dalla mente aperta, per Alia non era così.
    Nessuno lo era.
    La donna che sovrastava l'uomo, dedite solo alla battaglia e alla cura dei loro tanti amati volatili...
    Ma a quanto pare "parità di diritti" sembrava quasi un taboo non solo lì, ma in ogni nazione, per quel che ne sapeva almeno.
    Sospirò per il tremendo caldo che era costretta a sopportare, e dire che aveva tentato d'indossare le vesti più leggere che aveva, senza sfociare nell'osè, ovviamente.

    《Comunque è comprensibile, qui a Reim è comune avere una chioma bionda, per cui spesso mi scambiano per una del luogo.
    A ciò si unisce il fatto che, sul volto, non ho alcun tatuaggio, o non indosso ornamenti piumati... insomma, caratteristiche Atermyrane.》

    Mosse la mano davanti a lui dall'alto verso il basso, scuotendo la testa.

    《Tutto ciò non è importante.
    Piuttosto, vista l'ora, pensavo di andare a rifocillarmi, vuoi seguirmi o preferisci torturare il tuo amichetto lì inerme?》

    Un pensiero abbastanza sciocco balenò per la testa di Alia: quel manichino esisteva da tanto tempo, fin da quanto giunse a Reim "lui" era già lì, e da allora non aveva mai assistito ad una sua rottura; di certo una ragazza dalla corporatura snella non era in grado di distruggerlo, ma i tanti Fanalis che l'avevan preceduta?
    E lo stesso Yuu lo stava prendendo a pugni senza che esso s'inclinasse nel tentativo di rompersi.
    Era composto di un materiale particolare?
    Dall'esterno quasi sembrò incantata, se non ammaliata da qualcosa di inesistente; si riprese qualche attimo dopo, strofinandosi gli occhi, stressati dalla troppa luminosità della zona.

    《Oh scusami, mi ero un attimo lasciata prendere dai pensieri...》

    *Banali, pensieri abbastanza banali.*
  9. .
    L'aura di pessimismo che circondava il ragazzo non faceva altro che provocare il riso in lei: tutto ciò sembrava solo una scusa per nascondere l'incapacità di seguire fedelmente i propri obiettivi, o peggio, nascondere la paura di affrontare il proprio ostacolo.
    Reazioni abbastanza esagerate agli occhi di Alia, probabilmente si sarebbe sentita dire "tu non capisci" o altre frasi fatte simili, ma avrebbe continuato a confermare che lui si era arreso senza combattere.
    Certamente non poteva conoscere perfettamente tutti gli eventi che avevan portato entrambi in quel villaggio sperduto di Kou, nè poteva provare gli stessi sentimenti del ragazzo ma, al prescindere dal carattere, tutto poi tornava allo stesso punto.
    Portò entrambe le mani alle tempie, massaggiandosele in maniera tale da rilassare i muscoli; non doveva di certo innervosirsi per uno stolto che non tentava neanche un minimo pur di cambiare le proprie condizioni: fin troppo facile lamentarsi della propria condizione senza muovere un dito e giustificandosi con la classica affermazione "non c'è nulla che si possa fare".
    Lo zio, ovviamente, non potè fare altro che prendere le sue difese, o meglio, spiegare diplomaticamente la sua burbera reazione, cogliendo la propria attenzione come un vero galantuomo.

    《Non mi fraintenda, non tengo a cuore la questione; tuttavia è asfissiante vedere qualcuno cedere senza provare.
    Ognuno di noi possiede un talento che deve o meno trovare e sfruttare a proprio vantaggio, il duro lavoro è solo un incentivo in più.》

    Solitamente avrebbe ignorato la questione e continuato a porre le domande riguardo Kou, così da potersi godere le nuove informazioni ottenute e andarsene da lì il prima possibile.
    Ma, come se bloccata da qualcosa di più grande, non poteva stare zitta ed osservare, quel ragazzo aveva bisogno di aiuto.
    Sospirò, quasi si stava pentendo di essere così "buona".
    Il mondo non è buono, fatta eccezione per alcuni: bisognava imparare ad affilare le lame e battersi.
    Nascondersi in una topaia non era di certo onorevole per nessuno, nemmeno per il più debole contadino.

    《Davvero lei crede che rimanendo qui starà per sempre al sicuro?
    Non ha nemmeno pensato all'idea che, un giorno, qualcuno in grado di minacciare la sua incolumità varcherà quella porta?
    Mi aspettavo molta più spigliatezza da un uomo vissuto come lei.》

    Inarcò un solo sopracciglio, doveva portare assolutamente alla riflessione almeno quell'anziano uomo, o prima o poi Huo sarebbe crepato lì dentro, e non di una bellissima morte.

    《Dovrà imparare a farsi le ossa prima o poi, a dare un titolo degno alla sua vita...
    Ora, se vuole scusarmi, devo andare a sistemargli le rotelle.》

    Nonostante la grande diffidenza che mostrava nei confronti di tutti, lasciare per un attimo il proprio bagaglio pieno di cianfrusaglie e altro non sarebbe stato drammatico: per una volta poteva comportarsi in maniera diversa.
    Si portò una mano al capo, sbattendola più volte su di essa: anche i migliori potevano errare nelle proprie scelte, no?

    *Ah... dovrei imparare a farmi i fatti miei...*

    Pensò mentre si recava fuori dalla locanda, percorrendo l'unica strada illuminata fino a cogliere, abbastanza rapidamente dovette ammettere, la figura di quel burbero e precocemente cresciuto fanciullo.
    Prima di andare incontro al ragazzo, si soffermò ad osservare l'ambiente circostante: la tranquillità regnava sovrana, le uniche luci che permettevano di cogliere qualche figura erano offerte dalle fiaccole poste ai lati; la natura circostante sembrava intenta a riposare, ad eccezione di qualche animale notturno che aveva iniziato la sua giornata; la luna risplendeva come un gioiello alta nel cielo, rendendolo meraviglioso agli occhi umani.
    In lontananza era oramai difficile osservare la catena montuosa e i verdi prati che, ore prima, aveva attraversato, ma fortunatamente aveva avuto l'occasione e l'onore di scrutarli prima.
    Il lento camminare della fanciulla per un attimo le permise di cancellare i pensieri e lasciarsi sopraffare dal canto soave della natura... peccato che durò troppo poco.
    Apparve esattamente alle sue spalle, con sguardo deciso e serio, braccia incrociate, e voce ferma:

    《Stai aspettando che una grazia cada dal cielo o hai intenzione di fare qualcosa nella tua vita?》

    Di certo le provocazioni da parte della fanciulla erano parecchio fastidiose, ma non ebbe mai "l'onore" di provare la stessa sensazione; forse per questo non comprendeva mai le reazioni altrui anche alla minima frase pronunciata.
  10. .
    Sperando in una grazia divina...

    5 ~ 11 ~ 17 ~ 25 ~ 38 ~ 44 ~ 50 ~ 62 ~ 79 ~ 81
  11. .
    Visto che ho avuto un attimo di leggere do rapidamente la mia idea:

    Alla prima sono favorevole poichè è un modo per rendere più "unico" il GDR, oltre a far partecipare tutti i membri.

    Alla seconda, sorry, sono sfavorevole.
    Parlando personalmente, io ho la maturità ora come ora (stessa cosa vale per la player di Huo ecc...) e, a seguire, un continuo studio per l'università.
    Di certo tornerei attiva come prima, ma è un po' complicato.
    Quel che dico è che bisognerebbe avere una maggiore attenzione per la trama attuale del GDR, invece di sbizzarrirsi con altre idee.
    Poi, per la cronaca e per gusti personali, non sono mai stata amante delle AU, l'avrei abolita a priori <\3
    Preferirei mantenermi sul normale, magari facendo partire qualcosa a livello di trama.

    P.S.: Vi chiedo ancora enormemente scusa per la mia assenza.
  12. .
    Forse era meglio avvisare prima ma comunque...
    Chiedo ancora scusa con tutti quelli con cui sto ruolando per l'attesa, la player di Altair, Yuu, Dalilah...
    Ma ho avuto un periodo davvero orribile, misto al fatto che sono in procinto di fare l'esame di maturità.
    Chiedo umilmente scusa, attualmente sto cercando di rispondere nei momenti vuoti, ma credo di tornare effettivamente attiva verso Luglio.
    Chiedo ancora una volta scusa e spero capiate!
  13. .
    Vi ammazzo tutti se becco un altro ambo.

    7 ~ 12 ~ 20 ~ 25 ~ 44 ~ 56 ~ 69 ~ 77 ~ 79 ~ 82
  14. .
    Talvolta le capitava di ripensare ai giorni in cui abbandonò Reim, spinta dalla voglia di libertà, dal dovere di accumulare e diffondere la conoscenza, di qualsiasi genere.

    *È passato così tanto tempo..?*

    Si ripeteva spesso.
    Non poteva credere fossero passati tre anni, tre anni di puro vagabondaggio, alla ricerca di tutte le nozioni possibili e immaginabili riguardo il mondo a lei esterno.
    Paesi, tradizioni, politica, etica locale... ogni caratteristica era fondamentale per arricchire il proprio bagaglio culturale.
    Era oramai primavera inoltrata, i fiori eran sbocciati, lasciando che la natura tornasse al suo massimo splendore; anzi, l'estate si stava avvicinando e avrebbe diffuso il suo calore, le belle giornate, un ambiente rigoglioso...
    Poteva ricordare quella pianura fiorita, ricca di alberi e in prossimità delle montagne; ricordava l'aria pulita che invadeva i propri polmoni, depurandoli.
    La valle della Luna l'aveva colpita parecchio, così come i racconti degli abitanti della zona... ma non poteva soffermarsi a lungo in una sola zona, il mondo l'aspettava.
    Preparatasi, iniziò il suo cammino verso la parte più interna dell'impero di Kou, giungendo in quella che era la città di Ruogang: appena mise piede, fu subito "accolta" da una folla di gente dall'etnicità mista, tutti riuniti in quel paese dai tratti caotici e rumorosi.
    Da un lato le sembrava di rivedere Reim, in particolare Napolia, la città commerciale per eccellenza dell'impero.
    Probabilmente quella doveva condividere le stesse caratteristiche, in fondo era ovvio che una nazione ampia come Kou dovesse possedere un centro di commercio.
    Le carovane che, senza sosta, passavano da una parte all'altra rendevano il vagabondare per la città abbastanza complicato.
    Spesso andava a sbattere contro qualche figura, ognuna sempre diversa, costretta poi a scusarsi per quell'impatto neanche causato da lei.
    Fortunatamente si stava avvicinando la sera, e le vie - almeno sperava - sarebbero state più libere.
    Le città di sera, illuminate, assumevano un fascino particolare, che agli occhi di Alia non sfuggiva.
    Alia, che lì in mezzo non era altro che una delle tante teste gialle che girovagavano per le vie.
    Una giovane viaggiatrice errante dagli evidenti tratti Atermyrani, dalla corporatura classica amazzone ma coperta da quel lungo drappo blu scuro che fungeva da mantello.
    Saltava all'occhio anche quella sacca che spiccava prepotentemente, in contrasto con il colore scuro del mantello; al suo interno poteva essere contenuto un intero mondo, o così appariva a causa della sua forma un po' gonfia, probabilmente colma di cianfrusaglie - ma che a lei apparivan come tesori.
    Camminando per le vie, non le fu difficile intravedere quel flusso di gente di sesso maschile recarsi in quelli che non eran altro che locali adibiti ad ospitare le giovani più belle e affascinanti, pronte ad intrattenere ogni uomo bisognoso.
    Ruotò gli occhi all'insù, ricordava le vie a luci rosse di Atermyra, per lei era quasi la normalità vedere ciò, anche se, diversamente dalle altre nazioni, erano impiegati gli uomini.
    Spinta dalla sua maledetta curiosità, non si trattenne dal varcare quei tessuti colorati che fungevano da entrata: l'aspetto della stanza che le si presentò dinanzi era davvero raffinato, lo trovava particolarmente bello.
    Come di consuetudine, il pavimento era colmo di tappeti di origine orientale e cuscini; doveva essere normale trovare oggetti di quell'origine, considerando quanto a est ella fosse andata.
    Nonostante il mescolarsi dei colori, quello che maggiormente si presentava era l'oro, colore della ricchezza e della lussuria, perfetto per un luogo così.
    Il soffitto era un misto di drappi verdi, viola, blu... i quali erano resi visibili dalle luci sopra.
    Non mancavano le fanciulle che, ovviamente, con le loro forme ben piene, e le loro vesti succinte, portavano compagnia a ragazzi e uomini, di ogni età e provenienza.
    Anche se Alia c'entrava poco in quella stanza, agli occhi altrui, ciò non era fondamentale: tutto andava registrato.
    Trovò rapidamente posto su un divano, particolarmente comodo.
    Così tanto quasi da rilassarsi e sprofondare in un sonno beato, per lasciar riposare le membra stanche... ma non poteva.
    Sfilati i soliti blocchetti di carta bianca, fu pronta ad appuntarsi il tutto; ogni volta che l'inchiostro toccava la carta, un sorriso si dipingeva sul volto della giovane fanciulla, era così contenta quando scriveva qualcosa, era più forte di lei.
    Preferì evitare di descrivere troppo le donne, sarebbe stato poco elegante e abbastanza strano da parte di una ragazza Atermyrana, così elegante quanto fiera.
    Nulla le vietava, tuttavia, di trasmettere la sensazione di relax che caratterizzava la stanza: profumi inebrianti, comodità assoluta, e compagnia di certo soddisfacente, se non di più.
    Casualmente, con la coda dell'occhio finì per adocchiare quella ragazza che, silenziosa come un'ombra, era seduta affianco a lei: quasi si spaventò, non le capitava quasi mai di non notare qualcosa e, in particolare, qualcuno.
    Una minuta ragazzina, dalla chioma bionda come la propria, leggermente più platino, con un caratteristico ahoge sul capo; il volto era ben coperto da una sciarpa scura, in contrasto con la veste lunga di stampo orientale che copriva il corpicino.
    Anche da seduta, a lei parve parecchio piccola, quasi una bambina...
    Si stava convincendo sempre più fosse una bimba in attesa della propria mamma magari, se non fosse per la spada conservata con cura nel fodero.
    Non credette più fosse così piccola, solo qualcuno d'irresponsabile le avrebbe consegnato un'arma, e anche se fosse, lì dentro sarebbe stata requisita.
    E, nonostante le vesti, non apparve come una ragazza del luogo.
    Un punto nero su uno sfondo bianco, ecco come era definibile.
    Era fin troppo estranea a quel sito, un po' come la stessa Alia: ma se Alia era lì solo per "amore della conoscenza", la ragazza allora cosa ci faceva lì?
    Era ferma, immobile come uno stoccafisso, intenta a dilettarsi nella lettura di qualcosa a lei sconosciuto.
    Segnato ciò che doveva segnare, allungò la testa quel poco che bastava per buttare l'occhio sulle pagine del libro, di cui difficilmente riusciva ad individuarne le parole, per la troppa distanza.
    Per come era Alia, pur di sapere sarebbe risultata anche invadente, ma poco le interessava, era gente che non avrebbe più visto alla fine, no?
    Schioccò le dita abbastanza vicine al suo orecchio, in modo da richiamare la sua attenzione, puntando poi il dito in prossimità del libro da lei mantenuto.

    《Scusami l'invadenza, ma di cosa tratta?》

    Doveva sempre mostrare quel poco di cortesia, per evitare l'inizio di futili discussioni, ovvio.
    Magari l'argomento sarebbe stato utile per lei, tutto era possibile.
    Peccato per la musica che, seppur udibile e di sottofondo, la infastidiva, non poteva ogni volta sgolarsi per farsi sentire normalmente.
    Notò poco dopo il cagnolino ai piedi della fanciulla, un bellissimo bassotto, il quale non risparmiò dal dargli - o darle? - qualche carezza.

    *Gli animali, quali esseri meravigliosi...*

    Potè ripetere tra sé e sé, aspettando una possibile risposta da parte della ragazza misteriosa, tornando in una posizione decente.

    《Già che ci sei, se non ti dispiace, potresti mostrarmi la tua spada? Pura curiosità.》
  15. .
    La prima cosa che Alia potè notare nello sguardo, intenso e immerso nei propri pensieri, della giovane di Musta’sim fu proprio la passione per la propria patria, raccontando per filo e per segno qualsiasi caratteristica le passasse per la testa, dalla storia della festività al motivo per cui le gemme costituivano una così grande importanza, fino ad arrivare alle curiosità più disparate.
    Rispetto a tanti giovani e anziani che aveva potuto incontrare, la fanciulla risultava tra i pochi che le apriva un mondo di cultura così vasto in una maniera tanto egregia ed emozionante.
    Non le parve per nulla un peso rispondere a delle domande che, in realtà, avrebbero creato noia negli animi della gente.
    Già quando mise piede sul suolo della nazione oramai rasa al suolo - ma in procinto di rinascere - potè respirare un'aura di festa particolare, a dir poco strana trattandosi di un evento appartenente ad un popolo oramai "estinto".
    Il desiderio di rimettersi in gioco era alto, cosa che conquistò l'approvazione della biondina.
    Aggiungere addirittura curiosità scientifiche riguardo la pietra scarlatta che tanto rappresentava quel popolo avrebbe reso ancor più interessante l'enciclopedia che con tanto amore stava portando avanti.
    Un gesto definibile materialista, certo, ma oramai era diventata una mera tradizione, un amuleto che rappresentava ogni essere dalla chioma turchese.
    Le fu abbastanza complicato osservare le reazioni, i movimenti facciali, fondamentali in qualsiasi discussione e relazione sociale, ma almeno la grande e magnifica luna permetteva quella leggera penombra utile almeno ad incrociare gli sguardi di due esseri viventi; sembrava avere molto a cuore la nazione, ed era comprensibile essendo una dei pochi superstiti: non poteva essere altro che una "purosangu" di Musta’sim, i tratti erano inconfondibili.
    Non dovette, fortunatamente, segnare tutto, diversi elementi eran stati notati in precedenza, grazie alla propria partecipazione al festival e, successivamente, all'acquisto di una di quelle gemme tanto amate dal colore tanto forte e ipnotico.
    Quella pietra catturava gli sguardi esterni, era così splendente e affascinante che difficilmente qualcuno avrebbe resistito dal comprarne una.

    《Diverse cose mi è stato possibile osservare durante la giornata, sono rimasta particolarmente colpita da questo evento, e non solo perchè fosse originario di una nazione distrutta anni fa.》

    Intervenne così nella discussione, lasciando intuire come le spiegazioni fossero state particolarmente esaustive; insomma, si stava convincendo sempre più che quella fanciulla fosse una fonte d'oro, così disposta a fornire informazioni e così completa nel darle.
    Cosa mai poteva chiedere di più.
    Tuttavia il suo compito non era di certo terminato, sarebbe durato ancora per molto.
    Prima di continuare con quella specie d'interrogatorio, Alia portò una mano tranquillamente all'interno della sacca, afferrando un altro sacchettino di velo, il quale conteneva la pietra tanto discussa in quel momento.

    《Non sono amante di certe cose tanto frivole, devo ammetterlo, ma apprezzo la raffinatezza di questa pietra preziosa.
    Avevo intenzione d'incastonarla, e con questo racconto ho ancora più voglia di farlo.》

    Quando qualcosa era evidentemente apprezzabile, era giusto farlo notare, senza troppi complimenti smielati, ma neanche con futile freddezza.
    Sfortunatamente, non credette che ciò sarebbe bastato per far levare la sua mano dal livello del cuore, qualcosa l'aveva evidentemente turbata, anche se Alia non era di certo l'elemento migliore nella consolazione; consigli buoni o cattivi era disposta a darli, ma di certo non era il tipo da dispensare affetto al primo passante - e neanche all'ultimo.

    《Tornando a noi... credo di aver abbastanza materiale per trattare di questa festività, non ho bisogno di altro, ma c'è altro di cui parlare.》

    Sentenziò lasciando un attimo di pausa tra una frase e l'altra.
    L'aria che si respirava in quella zona era così fresca; di tanto in tanto un vento leggero attraversava il territorio, scontrandosi con i corpi solidi, smuovendo le due chiome dai colori così opposti, colore del sole e del cielo.
    Portò pollice e indice sul mento, riflettendo su cosa potesse chiedere per prima - magari discutendo qualche informazione, senza obbligo di domanda, sarebbe spuntata fuori.

    《È un po' complicato parlare di una terra in procinto di risorgere ma sei in grado di trattare della politica adottata dal regno? Magari sia quella passata, che quella attuale, o perlopiù quella che ha intenzione di attuare.》
65 replies since 10/3/2017
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