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La mia mano non è abbastanza grande per contenere tutto il facepalm che le parole di Crank sollevano nella mia mente.

"Sì, quello è Greed, quello che ha dato fuoco al bar e - nell'ordine - ha costretto il sottoscritto a infilarsi nelle fogne inseguito da un mostro e poi da un barista a cui non stavo simpaticissimo" sospiro, incurante del fatto di aver probabilmente guadagnato abbastanza importanza da potermi fregiare anche io del nomignolo di Dottore oltre a quel Dealgood. Insomma, io almeno sono un dottore vero.

Gli altri sembrano pericolosamente gasati da questa conquista di Paradise e la cosa mi ricorda di controllare tutto quello che ho per rattopparli - se e quando ne avrò voglia, dato che ora siamo a un notevole numero di mutanti su un gruppetto striminzito. Pure Coso è molto probabilmente un Izverg della medesima risma di Crank, e la cosa non dovrebbe fargli piacere.

E a proposito di mutanti.

"Meno ce ne sono, meglio è. Siamo qui per altro che salvare dei chichessia" aggiungo, incrociando le braccia.

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Sono finito con ben due Izverg. Non me ne bastava uno, ora vengo a sapere che pure quello a cui ho attaccato la maledetta gamba è uno di loro.

La rivelazione mi assale, facendomi dimenticare come - dovrei ammetterlo - se non fosse stato per questo potere della malora ora saremmo forse morti e sepolti sotto le macerie di questo posto. A meno che non fossi riuscito a scappare.

Non me ne importa un accidenti di che fine vogliano fare al serpente, pure quello appartiene alla loro famigliola di mostri infernali, che sistemino la questione a vicenda senza rimuginarci troppo.

"Non spreco le mie cose per quel coso di squame" aggiungo. "Se volete farne spiedini o farne stivali, per me è indifferente."

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Sono un genio. Ora l'avranno capito anche loro che ci sono giusto quel paio di cosette che ti salvano la vita per cui dovrebbero baciarmi i piedi - tranne l'Izverg, quello no. Meglio che se ne stia distante.

Mi sto crogiolando in questi pensieri mentre Coso saltella sulla sua nuova gamba - mi deve un favore che tipo lo estinguerà da qui ai prossimi cento anni, ma non starò a ricordarglielo oggi - che seguo il resto del gruppo senza fare troppe domande. Per l'adrenalina forse ignoro tutto quello che mi dovrebbe solleticare il naso al tenermi distante dalle trovate della premiata compagnia di Swan e Cotton andiamo a parlare con la gente inaffidabile.

Che si rivela piuttosto inaffidabile. Anzi, peggio.

"Sparagli" ammetto, quando vedo la tizia che mi ha infilato in questo casino alzare la pistola verso il suo nuovo amico. "Uno invece che quattro - cinque se vogliamo essere precisi - e ottieni il tuo incontro, no?"

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"Certamente, con carne e ossa nessun problema" annuisco alle parole del compare di Cotton. Non posso certo aggiungere altro, che sarebbe un semplicissimo ma di Tecnologia, Impianti e tutto il resto praticamente non saprei distinguere un cacciavite da un chiodo. Perché a me questa roba da demone dell'Holle mi fa venire il voltastomaco.

Il resto della banda inoltre sembra essere un poco più ferrato di me - ferrato, sì è una battuta - in questo genere di faccende per cui potrei ingraziarmeli con una bella "operazione di gruppo" e farci pure bella figura.

"No grazie, Crank. Tu te ne stai distante dal mio tavolo" sorrido gelido all'Izverg che non capisco ormai che bandiera porti se ha appena augurato a Coso di crepare malissimo durante l'operazione. "Qualcuno che di Tecnologia si intenda non mi dispiace: Cos mal'chik," dico rivolto appunto a Coso, "puoi anche stare sveglio e darmi una mano con i vari aggeggi, non stiamo mica operandoti a cuore aperto."

Faccio cenno a Cotton e il suo compare di darci tutto quello che hanno a disposizione per sistemare la gamba che sono riuscito a ricucire alla meno peggio - e ridurre di parecchio.

"L'idea è di non farlo crepare, intesi?"

Poi, se dovesse accadere, io il mio lavoro su carne e ossa l'ho fatto pure bene.

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Io odio questo posto. E stavolta ci si vede anche poco.

Probabilmente l'ho già detto, ma ripeterlo - almeno nella mia testa - aiuta a evitarmi di farlo ad alta voce e magari indirizzare le attenzioni che l'Izverg che per Coso verso di me. Quindi lascio che confonda una gamba per un braccio e faccio finta di niente, guardandomi attorno mentre capiamo che il rettile ci ha preso in giro fin dal primo sibilo. E io l'avevo pensato.

"Finché vuoi discutete sul fatto che abbiamo perso Glitter per colpa di un vostro fidato alleato, intanto do un'occhiata migliore al nostro meccanico" mi rivolgo all'oggetto delle ultime battute, indicando un punto imprecisato tra i due arti che il Kozel continua a confondere. "Altrimenti se avete una sega togliamo tutto e ci ripagate con una bella gambina nuova praticamente gratis."

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Sono un genio. Abbiamo una mitragliatrice e posso usarla - perché sono intelligente, adattabile e di nuovo intelligente.

Mentre il resto del gruppo davanti a me inizia un'amichevole chiacchierata con le macchine che hanno tutta l'intenzione di conquistare il mondo e in primis farci secchi aprendoci come lattine, inizio ad arrampicarmi sul trabiccolo che ci ha portato fino a questo luogo infame: tempo di salire e girarmi verso il campo di battaglia, più di metà degli esseri umani, Izverg infernale compreso, hanno assunto la stessa consistenza del macinato per polpette. Carne tritata, insomma, di quella che se recuperi qualche vecchia chiacchierona quella ti prepara i pel'meni.


Al pensiero che dopo degli altri ci sono io, inizio ad armeggiare col mitragliatore, puntandolo febbrilmente contro la macchina che ancora si muove a qualche metro di distanza da me. Premo il grilletto - qualsiasi bifolco saprebbe fare una cosa simile - e mentre sto per bearmi all'idea di iniziare a sentire il familiare TA-TA-TA-TA-TA che dovrebbe riempire l'aria, qualcosa va storto.

"Tchyo za ga'lima?" bofonchio, mentre un rivolo di fumo nero esce dall'alloggiamento, invece delle munizioni, palesando come questo coso non funzioni, a meno di non ripararlo, a meno di un essere capace di sistemarlo nel giro di trenta secondi... e io non ne ho la più che pallida idea.

Intanto l'ultimo essere superstite continua a mietere la sua distruzione attorno, avvicinandosi sempre di più e lasciando quelli che dovrebbero farmi da scudo umano sempre più a mezzi e probabilmente moribondi. E io non voglio essere il prossimo della lista.

Sto pensando al modo più veloce per lasciare questo luogo a piedi e tornarmene a Mater Fonda, che il casino rimbombante diventa all'improvviso qualcosa di diverso. Un richiamo.

Ne stanno arrivando altre.

"VIA VIA VIA VIA!!!" grido, saltando giù dal mitragliatore e cercando di capire come questo coso si muova.

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"Io l'ho detto che dovevamo far gas e scappare di qui, Durak!" grido da dietro alla mia ruota, la colt fumante ancora in mano, mentre Swan e Crank se la vedono brutta, pessima, particolarmente di merda.

Con qualche pistola e coltello queste due bestie metalliche non le tireremo mai giù, nemmeno fossimo il doppio o triplo in numero. Davanti a me i due facciamo-un-bordello-perché-ce-lo-ha-chiesto-un-tizio-a-caso sono messi così a pezzi che non so se neanche dando fondo a tutti i miei Kit riuscirei a rattopparli a dovere - e Crank ha sempre un immotivato sentore che voglia farlo secco con metodi che non impieghino il ficcargli una lama nella carotide.

Non appena avranno finito con il duo, di certo le macchine cercheranno altri pezzi di carne da far saltare. E io sono l'ultimo in linea d'aria e anche il più vicino al trabiccolo su cui abbiamo scorrazzato fino a qualche minuto fa, su cui gradirei di tornare a viaggiare vivo e vegeto.

Alzo gli occhi al cielo e mi accorgo di un piccolo particolare che ho ignorato fino ad adesso.

Abbiamo una mitragliatrice.

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Scheisse. Scheisse. Scheisse.

Quando la cosa inumana arriva davanti prima a Crank, poi a Coso, maledico la decisione di aver seguito il gruppo in questo posto perduto, peggio pure di Mater Fonda e delle sue fogne.

Questa roba non la tiriamo giù nemmeno se fossimo tutte copie sputate di quell'Izverg: sono grossi, sono incazzati e soprattutto non sono esattamente della nostra stazza. E non credo ci stiano a ragionare con noi, proprio per nulla.

"Saliamo sul trabiccolo, diamo gas e scappiamo da qui. E se non volete farlo voi, lo faccio io!" esclamo verso Swan e Glitter, le più vicine a me. "A meno che non abbiate qualcosa di enorme per mozzargli quelle gambe, siamo finiti e non c'è Kit che tenga!"

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Blyat.

Ho ascoltato per ore - ore - Crank blaterare di essere qualcosa come sonolostrafottutogeniodellabattagliaredivivo. Gli ho fatto notare come, senza il sottoscritto e la sua pietà, ora sarebbe cibo per avvoltoi e gente poco disposta a lasciargli tutti i suoi ammennicoli. Mi ha minacciato - di nuovo - di morte.

Inizio a stufarmi.

Arriviamo dove il nuovo tizio per cui ci siamo messi a lavorare totalmente a caso ci ha indicato. Ovviamente in maniera del tutto ambigua, più ambigua di quanto qualcuno considera il sottoscritto. Solo perché di prendermi malattie schifose non ne ho assolutamente intenzione, a differenza di certa gente in giro (fissare Glitter è del tutto casuale).

Avrei voluto scambiare due paroline con il Ricucitore che ha finito il mio lavoro sui due messi quasi KO da uno dei tanti nemici che ci siamo fatti sulla strada, ma a quanto pare a Swan questo Dealgool interessa e pur molto.

"Quindi qui non c'è quello che il vostro nuovo - ennesimo - committente ci ha indicato" borbotto, ignorando le parole di Crank sull'usarmi come Köder per il Tetro che dovrebbe essere nei paraggi, in questa ennesima ridente dimostrazione del maledetto nulla che ci sta al mondo.

"Io ve lo dico, nel canale con l'acqua alle ginocchia non ci entro. A Mater Fonda ci stavano cose poco raccomandabili nelle fogne, non oso immaginare qui: parcheggiamo in un posto sicuro, nascondiamo il mezzo e andiamo tutti assieme in gita per cercare di capire dove sia questo fantomatico nascondiglio e il suo inquilino. Intesi?" guardo Swan, poi Coso, poi Glitter e fingo che Crank e le sue parole non esistano.

Faccio un cenno verso gli altri: "Non dimentichiamo il contatore Geiger. Non so perché ma se te lo hanno dato, avrà una sua utilità qui."

Scheda | Età: 30 | Maestria: Messaggero | Dono: Recettore di Segnali| Razza: Umano | PF 26/42 | Strategia: 38

Il naso mi prude, pure molto.

Cerco di capire cosa stia causando il dileguarsi generale di tutti gli avventori - che non può essere la chiusura anticipata improvvisa del posto - ma prima ancora di mettere in fila un paio di parole, ecco che dalla porta entra qualcosa.

Io sono una persona a modo, ne ho viste un po' in giro per il mondo di personaggi caratteristici: il mezzo bue grande e grosso quanto il Golia dalla faccia matta accanto a me mancava alla mia collezione.

Non so se sia solo, eccetto i due tizi armati di tutto punto che lo accompagnano, sta solo certo che - anche se siamo in tre quattro incluso Viande - non bastiamo certo a metterlo fuori gioco. E la mia testa è ancora ridotta a un colabrodo per cui io invece che seguire certa gente in capo a chissadove, vorrei vedere solo un bravo medico.

Potremmo provare a scappare, ma non vedo vie di fuga oltre alla porta principale.

"E chi è il signore che ci vuole conoscere?" abbozzo, tenendo Viande stretto a me. Non credo vogliano farci la pelle proprio qui, tuttavia non credo abbiamo altre possibilità dal seguirli.

Scheda | Età: 30 | Maestria: Messaggero | Dono: Recettore di Segnali| Razza: Umano | PF 26/42 | Strategia: 38

Boinn Neri.

"250 a testa, Scimmia" tamburello sul tavolo, guardandomi attorno. "Magari se quel Miscka ha dimenticato anche la parte di qualcuno che ci ha lasciato a piedi in questo posto, facciamo qualcosina di più e ci paghiamo anche il Ricucitore."

Mentre Grease conta davanti a noi - non credo voglia provare a giocare d'astuzia quando sei fissato male da un Peamingo hai un Golia dagli occhi stralunati a pochi centimetri da te - alzo per un attimo la testa: sono pur sempre Boinn sonanti e non ho ancora trovato un essere umano capace di distogliere lo sguardo da queste pietruzze.

Tuttavia, invece di ritrovarci con altri ammiratori allo stesso tavolo, gli avventori sembrano lasciare il locale. E la cosa mi fa arricciare il naso.

"Ho ancora una testa mezza staccata, ma questa quiete non mi piace" guardo Verge, che deve anche lui essersi accorto del fuggi fuggi generale. "Io dico di fare le parti dopo e allontanarci da qui il più velocemente possibile."

Scheda | Età: 21 | Maestria: Ricucitore / Cercatore | Dono: Rigenerazione| Razza: Umano |

#5 - What a WONDERFUL World

Music ON: What a Wonderful World - Joey Ramone

***

Avevano cercato e finito quelli che, nonostante le fiamme infernali scatenatesi in quel luogo, erano riusciti a sopravvivere abbastanza a lungo da vedersi cavare occhi e interiora da quello che avrebbe dovuto essere un volto amico.

“Le cure si pagano” aveva borbottato Abi, lanciando verso Organic un bulbo grondante, mentre Endme accanto a lei fermava le grida con un colpo a bruciapelo. “Gliel’ho chiesto se aveva qualcosa da darci in cambio e ci ha insultato, poi ha iniziato a piangere e poi…”

“... Era piuttosto patetico” concluse l’altra, alzandosi dal cadavere e tornando a camminare tra la sporcizia annerita, puntellando uno ad uno i corpi che incontrava sul suo percorso.

Ora la discarica era tornata a svolgere la sua funzione: un vasto accumulo di rifiuti che non servivano più a nessuno. In mezzo a quella spazzatura, ardeva un fuocherello ormai ridotto a cenere, dove il grasso continuava a colare dall’improvvisata griglia arrugginita attorno al quale i membri della premiata ditta De Vultures si erano radunati, i piatti recuperati alla bell’e meglio rimpinguati di carne.

“Tre età ha una persona” esordì Zed, sollevando la faccia dal suo piatto. “Quando è viva, quando sta morendo e quando è morta.”

“Amen” ribatté sarcastica Endme, alzando gli occhi al cielo e ripulendosi le mani sporche di sangue sul camicione che si era infilata addosso.

“Q-qua-ando-o è vi-i-va n-non ci s-si m-met-t-te ne-i-i su-u-oi a-affa-ar-i-i” annuì Bones, mentre un sorriso soddisfatto gli si dipingeva sulla faccia annerita.

“Quando sta morendo gli si contano i soldi e se non ne ha abbastanza si gira il coltello” continuò Shine, ripulendo con una manica il becco lordo del corvo posato sulla sua spalla.

“Quando è morta diventa carne alla griglia” concluse Abi, per poi correggersi all’occhiata storta che le venne rivolta. “Barbecue. Diventa barbecue.”

Rimasero a osservare la distesa di macerie incendiate attorno, in un silenzio interrotto solo dal gracchiare degli uccellacci di ogni genere e risma che stavano approfittando come loro del banchetto sotto il cielo. Quando non ci sarebbe stato più nulla da mangiare, se ne sarebbero andati via, proprio come la premiata ditta De Vultures stava organizzando di fare, nel bel mezzo della discarica ormai incenerita.

Zed appoggiò il piatto a terra, per poi abbassare sugli occhi la tuba floscia, soffiando col naso. Si alzò in piedi, lanciando prima uno sguardo verso la distesa davanti a loro e poi al gruppetto seduto tra lamiere e polvere: “Dobbiamo lasciare Vorticum.”

“Lo hai già detto” lo rimbeccò Endme, imitandolo così come il resto del gruppo. “Se stiamo qui è solo questione di tempo prima che arrivino altri a farci la pelle e stavolta potrebbero essere loro a mangiare noi.”

Era l’unica legge che conoscevano, un continuo cerchio che si apriva e si chiudeva: ora si era l’avvoltoio che becchettava sul morto, ora il morto fatto a brandelli, derubato e lasciato a rinsecchire sotto il solo cocente.

Lasciarono uno alla volta quella che avevano chiamato molte più volte casa di quanto volessero davvero ammettere. Ognuno si era caricato delle sue cose, o di altri - sapientemente nascoste nelle tasche e nelle saccoccie sulla schiena - per poi mettersi in marcia oltre il deserto che circondava Vorticum. Nessuno di loro era mai stato davvero bravo negli ultimi saluti, spesso per personaggi di cui non gliene importava granché, costolette alla griglia e denti d'oro a parte, figurarsi negli addii veri, quelli che erano destinati a durare una vita.

Nel silenzio irreale che precedeva lo scendere della notte, Abi diede un’ultima occhiata alla discarica annerita, si caricò la cassa sulle spalle e iniziò a camminare.

Scheda | Età: 29 | Maestria: Ricucitore | Dono: - | Razza: Umano | PF 40/40 | Strategia: 39

Ma certo, fidiamoci del primo Izverg sibilante che ci corre in contro, prego.

"Ci serve dell'altro Reverse per il tuo brodor, Swan" ignoro la frecciata, perché di dare certe soddisfazioni non ne ho proprio intenzione. "Perché mentre state qui a fare affari, quello ti muore davanti agli occhi, non so se sono abbastanza chiaro. Quindi o prima arriva il suo cosiddetto medico, oppure facciamo una scorta di Reverse - Greed o non Greed in giro."

Mi rivolgo al Eidechse biforcuto che se ne sta tranquillo spalle al muro.

"Allora, dov'è questo tuo medico? Crank serve soprattutto a te, se vuoi la roba del tuo Tetro."

Mentre aspetto la sua risposta, torno su Coso che avrà anche ripreso colore ma seriamente, io tra poco ci esco matto se solo si fosse fatto curare quando eravamo nel capannone avrei potuto fare qualcosa di meglio. L'idea di una nuova presa in giro dallo squamato mi fa venire voglia di staccargli la lingua col coltello, per cui finché qui ragionano vediamo di fare qualcosa di utile.

"Segnalo tra i tuoi numerosi debiti nei miei confronti, mal'chik.

Scheda | Età: 29 | Maestria: Ricucitore | Dono: - | Razza: Umano | PF 40/40 | Strategia: 39

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Due parole: l'izverg é vivo.

Guardo Swan, che probabilmente ha notato la leggera differenza tra quello che ho dato a Coso e al fratello, per cui vorrei evitarmi spiegazioni, minacce e via discorrendo - ci ho fatto l'abitudine ormai.

"Ti ho finito i Reverse. Mentre state qui a riprendere fiato vado a farne scorta: meglio essere pronti a un prossimo comitato di benvenuto."

"Andiamo a fare compere? Mi servirebbero dei Boinn per qualche Reverse in più: non vorrei che quello che é successo si ripetesse di nuovo..."

Guardo l'unica del gruppo che probabilmente non ha capito granché di quello che sta succedendo. Mi serve una scorta, in questo posto maledetto, fosse solo un giro al mercato.