Orologi e Passioni

Posts written by benzienr

  1. .
    Sono d'accordo anche io: 5 anni è un tempo davvero inspiegabile e ingiustificabile. Andateli a ritirare!
    Tra i miei l'orologio che è rimasto di più dall'orologiaio era un crono anni '20 che ha avuto bisogno di diverse ricostruzioni ed è stato "sotto i ferri" per un paio di mesi, forse tre, ma non di più. Ho invece una pendola che attende di tornare a camminare da fine estate, ma lì il discorso è diverso, poichè dopo alcuni tentativi va ripresa in mano completamente e poi, ogni volta che passo, la vedo lì appesa.
  2. .
    Dà l'idea di un movimento da revisionare, il che se da un lato è strano, visata l'innata robustezza dei movimenti russi, (ne ho una ventina di epoca sovietica e un paio contemporanei ed è proprio da loro che ho cominciato) dall'altra non stupisce vista la scarsa cura che viene posta nei russi contemporanei. Un movimento del genere se utilizzato non dovrebbe avere problemi a passare la notte, quindi al mattino lo dovresti trovare funzionante e, soprattutto, anche se fermo da giorni non dovrebbe stentare in quel modo a ripartire. Se non è più in garanzia ti consiglio visita da orologiaio.
  3. .
    Non si è mai pronti quando ci si rende conto di essere arrivati all’ultima fermata. Posso dire quel che fece mio padre quando si rese conto di essere arrivato a fine corsa. La sua collezione era di tutt’altro genere, va detto, ma egli iniziò a vendere quel che potè con le forze che gli restavano e il resto fu a noi eredi. Sicuramente qualcosa è stato svenduto perché non esisteva alcun catalogo e le informazioni che avevamo erano frammentarie. Aveva tra i collezionisti come lui alcuni buoni amici che ci aiutarono a ricollocare i pezzi e a cui lui fece diversi regali e anche noi lasciammo loro qualche pezzo che conservano tuttora. Per ovviare a questo e facilitare chi verrà dopo, ho stilato un excel molto dettagliato, diviso per anni di acquisto, con il costo al quale è stato comprato ogni singolo orologio, quando è stato revisionato, se ci sono stati interventi particolari e relativo costo, così è facile anche per me tracciare tutta la storia del singolo segnatempo. Vi sono poi molte note, soprattutto riguardanti gli orologi di famiglia, ricevuti in eredità. Almeno quelli sarebbe bello che restassero in famiglia… poi chissà che succederà. Alla fine poco importa: quel che si accumula qua, qua resta.
  4. .
    Buongiorno a tutti, vi segnalo che sul sito WMT sono in corso sconti estivi.

    Ne approfitto per farvi una domanda: ho adocchiato l’orologio in foto, un Royal Marine con il logo degli Emirati Arabi Uniti. Non capisco però se omaggi qualcosa in particolare: non ho trovato nessuna corrispondenza sia come logo (in genere si trovano loghi degli Emirati completamente colorati e non monocromi come questo) sia come modello. Si tratta di un homage più “creativo” o mi sono perso qualcosa?

    7983C2BF-1500-444F-B32C-ABB0BE61E89B
  5. .
    Grazie a tutti! Mi fa davvero piacere che questo piccoletto abbia riscosso apprezzamento.
  6. .
    Oggi vi presento questo nuovo arrivo, un simpatico orologio di forma che si inserisce nel mio crescente interesse verso l’orologeria americana della prima metà del secolo passato.

    Come molti altri, per evitare pesanti tassazioni, anche i fondatori, i fratelli Weissman assemblavano gli orologi oltreoceano con componenti svizzere. La registrazione della compagnia, per quel poco che si trova in internet, data al novembre 1926 a New York. Originariamente Weisbro, poi la ‘i’ diventa ‘L’ per una questione di lettere maiuscole che portano confusione, o almeno così si legge.

    La storia va avanti fino alla scomparsa dovuta alla crisi del quarzo, anche se non sono riuscito a datare la cessazione delle attività. In mezzo, tante creazioni anche interessanti e di buon livello, dentro le quali troviamo meccaniche come AS e Venus che, negli esemplari che ho trovato, erano tutte marchiate e ben rifinite. Si sono alternate casse in oro, oppure acciaio così come placcate, laminate o cromate.

    Il gusto è quello tipicamente americano e quindi con un art déco che si spinge, stiracchiata, fino agli anni 50, se non oltre. Niente da fare: o piace o non piace e difficilmente lascia indifferenti.

    Non mancano però esemplari assolutamente più vicini al gusto europeo.

    Qui, nella vecchia Europa, il marchio è conosciuto da pochi e ignorato dalla stragrande maggioranza. Difficile trovare esemplari in buone condizioni, anzi, difficile trovare esemplari tout court, qualcosa si riesce a reperire oltreoceano. Qualcosa è passato anche su questo forum.

    Eppure un minimo di considerazione questa marca dovrebbe averla, per lo meno da chi ama l’art déco e le sue espressioni.

    Passiamo al nostro esemplare: non credo passerà inosservato, perchè un po’pare un armadillo con quelle scaglie sulla cassa, un po’sembra un insetto e anche di quelli che è meglio non disturbare, con le anse che sembrano zampe pronte a saltare.


    IMG_2984forum2

    Trovo molto gradevole il quadrante, soprattutto il font dei numeri ‘2’ e ‘4’.


    La cassa laminata è in condizioni buone, tantochè ho azzardato una passata leggera con il panno da gioielliere, con un buon risultato. Fondello in acciaio.


    IMG_2983_forum2

    IMG_2981forum

    IMG_2982forum

    Il plexi (stranamente niente vetro) è sagomato a cupola, anche se a me ricorda un hangar.

    IMG_2989_forum2

    IMG_2990_forum3

    Il movimento è ben rifinito, decorato e con una buona ‘dote’ di rubini: dovrebbe essere un AS1002.

    IMG_2980_forum


    Personalmente non vado matto per i movimenti tondi all’interno degli orologi di forma, ma questa volta non ho saputo resistere comunque.

    Datarlo non è così semplice, poichè, come già scritto, il gusto art déco si spinge, negli Usa, più in là di quel che si potrebbe pensare.
    Guardando il movimento potrebbe essere qualcosa risalente agli anni trenta-quaranta, qualunque suggerimento in tal senso è benvenuto.

    Tirando le somme un orologio piuttosto raro, soprattutto da questa parte dell’Oceano, che, a trovarlo, non vi costerà più d’un quarzo modaiolo da centro commerciale.

    E allora? Il solito best buy? Che volere di più? Un Lucano?

    Non proprio: nonostante tutto, questo non è un orologio per chiunque e la ‘fregatura’ sta proprio qua. La maggior parte delle persone che conosco, appassionati compresi, non gradisce questo genere di segnatempo, talvolta non gradisce nemmeno gli orologi di forma e difficilmente porterebbe al polso un qualcosa che sembra un incidente tra un armadillo e un insetto poco raccomandabile. Se poi guardiamo alle dimensioni...

    Eppure: “A me, me piace.” come diceva il mai abbastanza compianto Proietti.

    IMG_3001_forum
    Un’ultima foto con una combinazione che vorrebbe richiamare (almeno nelle intenzioni) lo stile d’oltreoceano: Welsbro + Brooks Brothers.

    P.S. Pare che Welsbro sia rinata, da qualche mese, sotto l’egida di Mr. Reichbach, creatore del sito Time Titans, ma questa è un’altra storia.
  7. .
    Oggi Bulova

    91803C08-B022-42CF-A169-B03241335FBB
  8. .
    Chi compra orologi per sè stesso, per il piacere di indossarli, nè guadagna, nè resta con il cerino in mano. Che mi cambia che quel che ho acquistato una decina d'anni fa oggi valga di più? Mica lo voglio vendere, a meno di finire in rovina. È ovvio che dà fastidio che ciò che si acquistava a 1 cinque anni fa, oggi lo si trova a 2 se non di più: questo restringe l'ambito di quel che si può acquistare. D'altra parte, ciò che è oggetto di speculazione mi toglie la voglia (per fortuna).
  9. .
    Beh io direi che con quelle anse e quel quadrante il primo sbaraglia tutti! Certo che potrebbe essere il più complicato da restaurare, dove la ricerca di pezzi di ricambio fa più spazio alla ricostruzione o all’adattamento. Una bella prova per il tuo orologiaio, ma vuoi mettere la soddisfazione?
  10. .
    Sì, potrebbe essere. In tal caso una scelta diffusa, ma piuttosto opinabile, vista la 'mission' dell'azienda e il prezzo non proprio popolare.

    Tra l'altro in quegli anni era già disponibile il Frederic Piguet 1185, assai più adeguato a un orologio così ricercato e intenzionalmente raro.

    Che dire? Un contrasto in più da aggiungere ;)
  11. .
    CITAZIONE (Alessio Zan @ 19/6/2021, 13:22) 
    Questo è il Sarcar Narval che comprò mio papà a fine anni 90
    benzienr IMG_20210617_125529_0IMG_20210617_125155_0

    Ed eccomi anche a commentare questo: un orologio pieno di contrasti, che obiettivamente non avevo mai visto prima, data la rarità notevole.
    Il quadrante raffinato di madreperla è elegantissimo oserei dire magnetico, i piccoli indici sembrano quasi voler scomparire. Poi però troviamo i contatori con i numeri davvero grandi, quasi ineleganti e tendenti allo sportivo. Davvero esagerati quelli dei secondi continui.
    La data invece è appropriata in quanto poco visibile e non invadente, ma forse senza sarebbe stato meglio.
    Le lancette? anche qui lasciano dubbi: senza quel lume sarebbe stato meglio. Bella la cassa se vista dall'alto, un po' meno dal fianco, lo spessore si nota tutto. Il diametro non credo sia troppo contenuto (38-40mm?)
    Elegantissima e con richiami ad altre Maison la corona con il cabochon, ma poi quel tasti cronografici enormi, adatti a un cronografo subacqueo più che a un elegante, sembrano quasi messi lì per caso.
    Movimento che non riesco a identificare, (modulare??) bello il rotore in oro personalizzato.

    Per quanto non sia il mio genere, mi piace, mi piace molto, perchè i contrasti evidenti che ha riescono a fondersi e hanno una certa armonia.

    E poi: trovane uno uguale!

    Portalo, ti darà un sacco di soddisfazioni.
  12. .
    CITAZIONE (VintageFun @ 19/6/2021, 10:47) 
    Grazie per aver (ri)parlato di un'azienda italianissima che avrebbe potuto e dovuto avere miglior fortuna.

    Giova ricordare che hanno realizzato anche orologi più "tecnici" ed hanno incassato anche calibri ultrapiatti come il Lassale.
    Purtroppo la rete è avara di immagini, comunque proprongo un bel scheletrato su base FP71:

    (IMG:https://www.dorotheum.com/fileadmin/lot-im...neve-831926.jpg)

    (IMG:https://www.dorotheum.com/fileadmin/lot-im...ve-a-831926.jpg)

    (IMG:https://www.dorotheum.com/fileadmin/lot-im...ve-b-831926.jpg)

    Io credo che se accostiamo questa meraviglia al mio, in un immagine (o due) si coglie appieno il salto voluto da Paulette e forse già immaginato da Carlo. Il calibro pregiato già in partenza, viene rielaborato e svuotato. Accanto ad elementi barocchi accennati troviamo una leggerezza che il barocco non ha. Sembra quasi che il vero protagonista non sia più l’orologio o il suo movimento, ormai ridotto al minimo, ma sia lo spazio che si viene a creare. L’elemento principe diviene l’aria, o, più prosaicamente, il polso di chi ha la fortuna di possederlo. Ecco che ci si avvicina all’arte, ma con una ricerca stilistica discreta che gli orologi delle collezioni presenti sembrano aver perduto.
    L’unico dubbio che sorge di fronte a realizzazioni del genere è se siano adatti ad essere portati o per le intrinseche caratteristiche siano movimenti delicati e con vita breve.

    Vintage Fun spero che questo orologio sia tuo, così magari un giorno lo potrò vedere dal vivo.
  13. .
    Sarcar, chi la conosce? Non tutti, immagino.
    Potrebbe facilmente passare per una delle tantissime case assemblatrici sparite nel gran tritacarne della crisi del quarzo.
    Ma sarebbe un errore: è un pezzo interessante dell’imprenditoria italiana in Svizzera, tutt’ora esistente.

    Venne fondata nel 1948 da Carlo Sarzano a Ginevra sotto la dicitura Sarcar Tramex SA. Il fondatore, che vanta importanti collaborazioni con diverse Case, come Lanco per l’Italia (si trovano Lanco marchiati Lanco-Sarcar), è anche un appassionato e collezionista di orologi.

    sarzano_forum_0
    Carlo Sarzano

    Acquistò una fabbrica (Montres Niton, fondata nel 1919) dove si tenevano anche lavorazioni di un certo pregio e diede inizio alla produzione a marchio Sarcar, prima con modelli placcati oro e poi anche con qualche edizione in oro massiccio.
    Il suo motto che recitava qualcosa come: “Abbastanza grandi da esser forti, abbastanza piccoli da esser liberi” in effetti funziona.
    Si trovano modelli gradevoli che strizzano l’occhio all’orologeria alto di gamma. Quadranti curati e a volte piuttosto originali trovano meccaniche robuste e affidabili come ETA e Peseux.
    Nel 1963, avendo bisogno di più spazio, la fabbrica viene trasferita dove si trova ora: al numero 41 di route de Chêne, sempre a Ginevra.
    La svolta però avviene nel 1974 con il subentro della moglie Paulette, dopo la scomparsa di Carlo.
    È un momento di scelte difficili, il brand inizia a cercare la sua vera vocazione e, in un periodo ove la concorrenza si destreggia con fusioni non certo indolori, chiusure e tentativi di massificare la produzione, si resta fedeli alla filosofia del fondatore.
    Paulette prende la decisione di volgersi all’alta orologeria o almeno, cerca di far diventare Sarcar un brand di nicchia. Si inizia finalmente a montare meccaniche di un certo pregio come Frederique Piguet, si utilizzano pressochè solo più casse di materiale prezioso e si incomincia anche a eseguire lavori su commissione che denotano grande creatività e dove la sperimentazione non si risparmia. Non di rado questi lavori sconfinano nell’oreficeria. Insomma Sarcar si comporta all’opposto rispetto alla maggior parte dei protagonisti dell’orologeria del tempo. Troviamo varie collezioni, come il modello Glorium che incontrano discreto successo, anche se sempre nei limiti che la casa stessa si è imposta e cioè: un marchio per pochi.

    Oggi Sarcar è un marchio vivo e vegeto, anche se… onestamente non credo se ne accorgano in troppi. Nei cataloghi recenti si trovano produzioni ricche di pietre preziose, quadranti decorati, lavorati e smaltati, tecnicamente interessanti, ma che certamente non piacciono a tutti, anzi, mi azzarderei a dire che incontrano il gusto di pochi. Ecco qualche esemplare appartenente a collezioni attuali, foto prese dal sito della Maison.

    theGoldfish1_0

    i_3313_1_850_0

    theTwist1_0

    "I tuoi genitori hanno anche orologi normali?"... verrebbe da dire ricordando un famosissimo film...

    Signorsì signore!

    Ed eccone un esempio appartenente sempre a una collezione attuale, che però dopo aver visto le creazioni precedenti appare un po'banale.

    les-excecutive-mech2

    Difficile in ogni caso vederne dal vivo.

    Ma così deve essere: fedele alle intenzioni del suo fondatore, Sarcar resta un marchio non di massa e che non si cura troppo delle mode, “Sarcar creator of dreams”, recita il motto attuale dell’azienda. Non ti cercherà mai con pubblicità (almeno io non ne ho mai viste), difficile trovarlo nei thread dei forum di orologi moderni e contemporanei (più facile nei vintage), tantomeno al polso dell’esibizionista di turno all’aperitivo sul lungomare o in centro in qualche metropoli. Non sono molti gli esemplari di orologi che si riescono a reperire e che siano costruiti dopo gli anni ottanta, più comuni invece quelli pre-crisi del quarzo o attorno a quegli anni. Ed è spesso un bel vedere.

    Come questo piccoletto, in condizioni molto buone e completo di fibbia originale e cinturino marchiato. È un 34mm, ma veste piuttosto grande vuoi per il quadrante un po’ ‘vuoto’, vuoi per le anse dritte. Ha una particolarità tecnica che è la cassa monoblocco, tutta di acciaio, soluzione talvolta impiegata anche su orologi eleganti o comunque non prettamente sportivi o professionali, da Case come Omega, Longines, ma anche Seiko.

    forum5
    qui già con cinturino sostituito, quello originale cercherò di conservarlo.

    forum3_0

    forum4_0

    All’interno troviamo un ETA automatico marchiato però Sarcar, devo fidarmi della foto del venditore non potendolo aprire.

    forum2_1

    Come giudicarlo? L’impressione di qualità è piuttosto buona, a guardare banalmente il prezzo è un best buy: si porta a casa allo stesso prezzo di un quarzo modaiolo da centro commerciale. Definirlo elegante è esagerato: la lancetta dei secondi centrale, gli indici verticali, la data e le scritte in posizione così poco convenzionale lo renderebbero apparentemente poco adatto ad un abbigliamento formale. E invece no: lo spessore contenuto, l’eleganza d’insieme e la simmetricità di ogni elemento del quadrante lo rende (o lo rendeva ai suoi tempi) un segnatempo assai versatile e piacevolmente inconsueto. È vero, le meccaniche di pregio e i metalli preziosi qui non trovano spazio, anche il cinturino originale sembra di lucertola, ma pare più probabilmente una stampa.

    Però la strada è quella giusta: soluzioni tecniche non da tutti, come la cassa monoblocco in acciaio, quadrante inconsueto, ma senza sconfinare nell’estrosità, abbinato a una meccanica robusta e di buon livello, anche se oggettivamente, non di lusso.

    Ora è già dall’orologiaio per una revisione, infatti il cambio data dava qualche problema e stava indietro di qualche minuto al giorno.

    Fonti:
    www.sarcar.ch
    www.watch-wiki.net
    e questo forum
  14. .
    Ecco alcuni dei miei. Non mi piace molto l'oro nei segnatempo, quelli che vedete sono tutti ereditati. Mancano diverse cipolle centenarie, ma sono in cassetta e non ho foto salvate.

    IMG_1946_0
    Tell

    IMG_2062_0
    Orator con una forma di cassa curiosa

    IMG_2099_0
    TH Picard & Fils

    IMG_2117_0
    Longines Flagship, che non si fa certo problemi sulla neve.

    IMG_2132_0
    Rolex Precision RAI
  15. .
    CITAZIONE (Alespirano @ 14/2/2021, 13:12) 
    Anche le meridiane probabilmente sono trascurate , ma siamo in un campo differente da quello della discussione ...

    Limitandoci agli orologi da polso noto che tutto , con le dovute proporzioni , negli ultimi anni è schizzato verso l alto .

    e io non sono assolutamente uno che compra orgologi di moda o i cosiddetti “ hot “ .

    Ma sicuro, tantissimi modelli si sono apprezzati e questo è un guaio per chi non ha risorse illimitate o non vuole comunque spenderle. Ma a ben guardare di cose interessanti se ne trovano. Ad esempio, vogliamo parlare di orologi da polso? Bene: i King Seiko non mi sembra si siano apprezzati troppo e in Italia, per lo scarso interesse, si trovano a prezzi migliori che all’estero. Vogliamo i soliti? E va bene: Omega Constellation di 10-15 anni fa con il cal 2500 si trova sotto i 2000, specie da privato, ancor meglio se più anzianotti con movimento su base Eta. Zenith Chronomaster? Chi lo conosce? Il calibro è sempre il 400 e ci sono versioni con calendario completo, ma molto lontani dal prezzo dello Zeinth El Primero. Restiamo in casa Zenith: Elite con calibro automatico ultra piatto? Non mi sembra di vedere prezzi folli. Lo ripeto: basta guardarsi attorno e di cose se ne trovano (ancora) senza rincari a doppia o tripla cifra. Certo, se vogliamo i prezzi di 10 anni fa restiamo delusi nella maggior parte dei casi.
538 replies since 11/12/2013
.