| L’essere umano è un animale sociale a cui piace il branco pertanto è incline a seguire, per sua natura, la massa. Facciamo tutti le stesse cose solo per timore di essere etichettati come strani, diversi. Eppure, a ben guardare, non sono pochi quelli strani e diversi che sono davvero felici per ciò che sono. È più facile e veloce comprare qualcosa per possederla e sembrare di essere qualcuno, che lavorare su stessi per diventare e far emergere ciò che si è davvero. Peccato che facile non sia sempre sinonimo di felice e veloce non sia sinonimo di duraturo”. Disimparare è molto più difficile che imparare. Se siamo stati cresciuti con certe idee, convinzioni e paradigmi mentali, è necessario iniziare a metterli in discussione, a pensare (e quindi ad agire) in maniera diversa, nuova. Occorre quindi un “allenamento” della mente. In primis, è fondamentale ridimensionare l’idea secondo cui ci manca sempre qualcosa per essere pienamente felici. L’essere umano nasce già felice, semplicemente perché nasce in amore. La parola amore viene dal latino amors (a-mors), letteralmente “senza morte”. Noi non solo ce ne siamo completamente dimenticati, ma ne abbiamo anche spietatamente deturpato il significato. L’amore vogliamo trovarlo, riceverlo e mantenerlo. Ma non funziona così. L’amore è un verbo, si fa. Non è una cosa che si cerca, si compra, si trova, si baratta. L’amore, a differenza dell’ego, è la nostra vera natura. È già dentro di noi, occorre solo lasciarlo emergere e fluire. In primo luogo verso noi stessi e poi verso il prossimo. Si crede erroneamente che l’amore possa o debba esistere solo ed esclusivamente in presenza di un partner, di una famiglia, di figli a cui donarlo. E questo è un gravissimo sbaglio. L’amore è quella parte di noi che andrebbe condivisa con tutti, perché è lo strumento attraverso il quale ciascuno di noi per un istante diventa immortale. Provate a sorridere a uno sconosciuto, a fare un gesto di cuore a casaccio, a distribuire complimenti e parole gentili a chiunque abbiate intorno a voi, o anche semplicemente a ringraziare alzando la mano in segno di riconoscimento quando qualcuno vi cede la precedenza in strada. Provate e riprovate. Ma senza aspettative di ritorno. Fatelo e basta. Poi vedrete da soli l’effetto che fa”.
“La maggior parte delle persone delega qualcun altro a decidere per sé e per la propria felicità oppure copia e imita ciò che ritiene abbia reso felice qualcun altro. Ecco perché in giro c’è tanta infelicità. La felicità, invece, consiste proprio nello scoprire cosa ci rende felici. È un percorso, non una destinazione. E soltanto noi in prima persona possiamo percorrerlo. Non possiamo sperimentare la felicità seguendo le indicazioni di qualcun altro. Le nostre emozioni sono un’ottima bussola e inequivocabilmente ci indicano se siamo sulla strada giusta o no. Sperimentare, mettere un po’ di disordine nell’ordine della routine quotidiana, cambiare meta, scoprire il mondo facendo cose diverse tutti i giorni. Solo così possiamo liberare la felicità che è dentro di noi”.
“Zittire quel nostro cattivissimo giudice interiore che puntualmente ci offende, ci mortifica, fa paragoni e ci umilia è la condizione necessaria per dar voce alla nostra naturale interiorità che sa indicarci il cammino. La maggior parte di noi non è e non fa ciò che davvero desidera. Si limita a essere e a fare ciò che gli altri (i genitori, la società, il marito, la compagna, il capo, la religione…) vogliono che sia e che faccia. E quando fai le cose solo per piacere agli altri e per compiacerli, il più delle volte sono tutti felici e contenti. Tranne te. Occorre iniziare a dialogare interiormente in maniera più efficace e soprattutto più gentile. L’ego spara sentenze in continuazione, non di rado proprio contro noi stessi. Ci soffermiamo più sui nostri limiti o difetti che non sulle nostre qualità. E quando improvvisamente ci balena per la testa l’idea di raggiungere un certo obiettivo, i primi a tarparci le ali siamo proprio noi. Inventiamo scuse, ci raccontiamo bugie, solo per restare in quella “zona di comfort” in cui sguazziamo, ma che di confortevole, a ben vedere, non ha proprio alcunché. Seguire ciò che ci emoziona deve essere la priorità. È lì il segreto. Poi poco importa se gli altri approveranno o meno, gradiranno o meno, ci sosterranno o meno. Il vero successo non è quello che fa felice il pubblico, grande o piccolo che sia. Il vero successo è la capacità di far succedere le cose. Ecco perché occorre chiedersi: “Cosa mi piace davvero?” “Cosa mi emoziona?”, “Cosa mi fa gioire?”, “Cos’è quell’energia che ho dentro che non vede l’ora di emergere fuori?”, “In che modo posso realizzarla e realizzarmi?”. Ognuno ha la risposta per sé. Eppure i più, disgraziatamente, hanno paura di ascoltarla. Forse solo perché non sanno che in realtà non c’è mai motivo di aver paura della paura. In effetti, riflettici: o ti salva la vita o è una bugia”.
Le 10 cose da ricordare per smettere di essere infelice:
1. Hai un potere enorme che si chiama "scelta" e ti permette di vivere davvero la vita che vuoi e, soprattutto, di agire e di reagire a essa come meglio credi.
2. Ogni decisione comporta una rinuncia e anche il non-scegliere è di per sé una scelta.
3. Amati e di lasciati amare: ti salverà la vita, credimi.
4.Fai buon uso delle parole, in primis con te stesso e ovviamente anche con il prossimo.
5. Non tutto ciò che pensi, senti e percepisci corrisponde sempre a verità assoluta e universale.
6. Non nutrire aspettative. Se proprio non ci riesci, metti sempre in preventivo che rischiano per loro natura di restare deluse.
7. Siamo tutti interdipendenti, cioè dipendiamo gli uni dagli altri, pertanto non sentirti né inferiore né superiore.
8. Un sorriso, un "grazie" e un abbraccio possono cambiare la giornata a qualcuno, ma soprattutto a te.
9. "Ego", "io" e "mio" sono pericolosi per te e per gli altri, pertanto vanno maneggiati con cautela e attenzione.
10. Niente e nessuno è immobile e permanente, ma tutto nasce, cresce, cambia, muore e si trasforma in qualcos'altro. E tu non puoi farci assolutamente niente.
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