| Il gemellaggio più antico d’Italia nasce, per caso, nel gennaio del 1977 quando i tifosi del Pescara, oltre tremila al seguito dei biancazzurri, escono tra gli applausi dal “Romeo Menti” di Vicenza dopo averlo violato. Alla fine di quella stagione entrambe le formazioni approderanno in serie A; i veneti per la seconda volta nella loro storia, con una squadra destinata a stupire il mondo pallonaro nell’anno successivo con il secondo posto in serie A ed il lancio di Paolo Rossi (Il Pablito del Mundial 1982) e di nomi quali Cerilli, Carrera, Filippi, magistralmente diretti da G.B. Fabbri. Per il Pescara quella fu la “prima volta” dopo gli spareggi con Atalanta e Cagliari ma non riscosse la stessa fortuna dei “fratelli” veneti retrocedendo immediatamente la stagione successiva. In ogni caso, a quarant’anni di distanza, il gemellaggio resiste e ieri sera (giovedì 17 agosto) abbiamo voluto celebrare quella promozione nella “location” estiva del club, al Bowling Panoramic di Tortoreto. Oltre alle consuete “facce da club” una sorta di “gemellaggio” in puro spirito Old si è esplicitato con l’intervento degli amici Portierino e Bearwolf della “Dynamo Fermo” (non a caso Portierino, con poca fortuna, vestiva i colori del Vicenza), di Springsteen 1967 (OSC Longobardo “Roberto Garagnani”) e Andrea Naky (OSC AmiciMiei). Ovviamente il Subbuteo vive di una sua dinamica e di storie non assimilabili al reale, sono solo sogno come quello di una notte di mezza estate. Ed ecco che il Catania, al terz’ultimo posto in quella stagione, nelle mani di Springsteen 1967 intona “Born to run” e assomiglia più agli etnei di Simeone, Montella e Maran degli anni dieci del nostro secolo aggiudicandosi il torneo delle big sul Rimini di Anthos62. Quel Rimini vedeva gli albori della carriera di Franco Tancredi, giuliese alla ribalta negli anni successivi, e la difesa, caposaldo di Anthos, si regge sull’impenetrabilità, marchio di fabbrica. Ci sono voluti gli shot out finali per avere ragione dei biancorossi romagnoli. Nel torneo da segnalare la delusione Ternana (Wolf) accreditata ma buttata fuori dall’ottimo Como di Chernes, il mezzo flop del Pescara (si contava sulla sua affermazione), fermato proprio dal Catania, e la stella dell’Ascoli di Fabiosan che si aggiudicava il torneo minore (Chaltron’s Cup) rinverdendo le figure di Donato Anzivino, Adelio Moro e di Costantino Rozzi, grande condottiero, avendo la meglio su un Taranto (Bearwolf) in divisa Aston Villa col minimo scarto di 1 a 0. In quella formazione ionica militava Erasmo Iacovone che ci lascerà, tragicamente, solo un anno dopo e a cui la giunta comunale dedicherà l’impianto dove i rossoblù disputano i loro incontri casalinghi. Corollario di sorrisi, amicizia, pago io che paghi tu e cocomero a grandi fette. Il “Flick di una notte di mezza estate” non rappresenta l’Atene delle nozze tra Teseo ed Ippolita, ma della capitale greca, probabilmente, incarna lo spirito migliore: quello olimpico.
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