Un quarzo, un meccanico, un perché.

Lo status quaestionis di una eterna diatriba

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    AVVERTENZA: Il post, a causa del suo intento e della natura dell'argomento, risulta particolarmente lungo. Me ne scuso, davvero. La sua preparazione ha richiesto un lungo lavoro e spera di offrire un servigio al forum. Per chi avesse la voglia e il tempo di continuare, si consiglia ovviamente una lettura a più riprese.


    Parte I


    INTRODUZIONE
    Questa è l’ennesima disamina di una discussione logora e senza fine, che con impudenza va ad aggiungersi quindi a un dibattito già fin troppo lungo. Non serve dire che mi scuso e che chiaramente nessuno è obbligato a proseguire. In questi giorni, però, riceverò il mio primo orologio al quarzo. In quanto primo, mi ha non dico obbligato, perché qui nessuno obbliga nessuno, ma quanto meno incentivato a pensare il perché della mia scelta. Perché ho preso un quarzo e non un altro meccanico? Beh, sicuramente perché l’orologio è bello e perché la storia raccontata da un utente, che dovete leggere qui, è bella altrettanto. Questo forumista si chiama Attilio, e il suo è uno di quei post che ti danno da pensare, insegnandoti che l’argomento trattato merita di più di una fluttuante opinione. Dopo averlo letto, mi sono convinto che la diatriba quarzo-meccanico coinvolga questioni di principio. Dico di principio giacché, da una parte, quella tra quarzo o meccanico è una scelta che, sempre, chi si affaccia per la prima volta al mondo degli orologi è in qualche modo chiamato a fare; dall’altra parte, perché ogni discussione e argomentazione che tenta di dipanare la questione riguarda, in ultimo, l’idea stessa di orologio, ciò che significa costruirlo, indossarlo, usarlo e collezionarlo. Se si sposa e si predilige un approccio riflessivo all’orologeria è allora il caso di soffermarsi su questa questione, soprattutto per uno alle prime armi come il sottoscritto.

    Ciò che voglio proporvi, però, non sono tanto le mie tesi e riflessioni personali. La mia intenzione è anzi quella di ordinare e proporvi, o meglio, riproporvi, le vostre. Quello che intendo fare, cioè, è raccontarvi come chi entra qui su questo forum, totalmente al digiuno di nozioni e competenze, gradualmente sviluppa la sua idea sul quarzo e sul meccanico leggendo i vostri consigli, i vostri commenti e le vostre opinioni. Secondo il mio modesto parere, infatti, nella maggioranza dei casi il rapporto che un appassionato instaura nei confronti del quarzo e del meccanico non è il frutto di, per così dire, un suo dialogo sopra i due massimi sistemi. Un neo appassionato o potenziale appassionato, nella sua inesperienza, ascolta e segue ciò che gli dice chi ha più esperienza di lui. De resto, non potrebbe essere altrimenti, dato che non ha gli strumenti per fare diversamente. Fortunatamente, poi, di dialoghi sopra i due massimi sistemi in questo bellissimo forum ce ne sono tanti e di importanti, e contribuiscono alla formazione dei nuovi ragazzi che accogliete. Ciò detto, iniziamo.

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    UN QUARZO DEMOCRATICAMENTE ESCLUSO.
    Spesso si arriva qui sul forum, si legge qualcosa, e si chiede consiglio per il primo acquisto. “Un orologio vero”, si scrive, cioè un orologio che sia affidabile, che piaccia e che sia non dico di una maison blasonata ma quanto meno conosciuta. Generalmente il budget è tra i 100€ e i 250-300€, qualche volta pure qualcosa in più se il primo orologio è il regalo di maturità o laurea. Delle volte capita poi che il novizio, tra gli orologi che così, a colpo d’occhio, sceglie e propone all’esame dei membri, faccia riferimento a un quarzo. Queste sono alcune delle risposte: “ma perché un quarzo?”; “lascia stare i quarzi”; “scusa, ma un meccanico no?”; “Io meglio ti consiglierei un meccanico”; “Quarzi senz’anima”; “Quarzo???? max 30 euro .. ”. A queste risposte segue spesso anche l’opinione di chi fa presente all’opener che il quarzo è invece una possibilità più che legittima, mentre altre volte si adotta una linea intermedia, dicendo che nella fascia di prezzo considerata tra quarzi e meccanici non c’è differenza, o che si può di certo comperare un quarzo ma, personalmente, si prediligono i meccanici.

    Tuttavia, non c’è affatto equilibrio tra le parti. A questo livello e in questa situazione, infatti, il semplice numero delle opinioni a favore di uno o dell’altro sistema ha un peso tremendamente maggiore rispetto alla circostanza nella quale a valutare queste ultime fosse un utente esperto, che ha le risorse per farne una disamina critica. Invece, per come io stesso la ho vissuta, la sola cosa che il novizio vede è un gran ammontare di persone che escludono categoricamente il quarzo, seguite da persone che – in modo più pacato – consigliano più o meno indirettamente l’alternativa opposta, vale a dire il meccanico, e pochi dissidenti che si oppongono a tutto questo. Diciamolo: non c’è alcuna malizia ma autentico buonsenso se questo segue allora la maggioranza, poiché è la cosa più sensata da fare per chi non ha alcuna esperienza. Attenzione, però, qui non si sta parlando di giusto o sbagliato e nemmeno lo si vuole sottintendere. Non è mia intenzione discutere se il responso dato da questa democrazia sia giusto e abbia le sue ragioni. Per fare ciò è doveroso introdurre dapprima gli argomenti a favore e contro ciascun tipo di calibro e ciò verrà fatto in seguito. Il punto cruciale, adesso, è un altro: per spiegare l’ostracismo nei confronti del quarzo, tali presunti argomenti teorici, all’atto pratico, contano poco o quanto meno contano meno di quanto si possa pensare. Infatti, l’orientamento base che ripeto, democraticamente viene impartito e seguito, sembra presupporre che la scelta tra un orologio al quarzo e un orologio meccanico non sia una scelta che si debba discutere, perché si crede che entrare nel mondo dell’orologeria e del collezionismo presupponga che essa sia già fatta. Per capire meglio, vediamo un esempio di risposta, un poco più sviluppato di quelli citati precedentemente, che un utente dà alla questione:

    CITAZIONE (beddo72 @ 21/11/2014, 19:18) 
    ....La differenza che passa fra una pistola a salve e una vera. :asd:
    Non e' un discorso di chi disdegna contro chi apprezza perche' parliamo di due tipologie d'orologio uno agli antipodi dell'altro.
    L'orologio inteso come vero e' meccanico ;) e se veramente ti poni la domanda relativa al cosa possa far preferire l'uno rispetto all'altro, siamo alla frutta :asd:

    “L’orologio inteso come vero è meccanico”, pertanto, se si vuole discutere di orologeria da veri appassionati, il quarzo è escluso. In questo modo, non solo non si è spinti ma addirittura si è deresponsabilizzati dal riflettere su esso. Semplicemente, fin dall’inizio ce lo si lascia alle spalle, senza darsi esattamente un perché. In fondo dicono tutti che la ragione sia ovvia, e anche se non lo dicessero comunque lo dovrà pur essere, non si spiegherebbe altrimenti tutta questa loro concordia. La passione trasmessa e condivisa, dunque, è un’altra ed è a quest’altro che ci si dedica.

    item_photo_30378_zoom


    Un’obiezione da parare.
    Quanto ho cercato di evidenziare finora è come, innanzitutto e perlopiù, la ragione che spinge alla esclusione o segregazione del quarzo sia per così dire più di natura sociologica che non teorica. Oltretutto, questa ragione sociologica, ossia il divenire membro di una comunità accettandone i principi e seguendone l’indirizzo generale, ha l’effetto di offuscare la presunta ragione teorica, che pure dovrebbe costituire il suo stesso fondamento. Cosa fa preferire il meccanico rispetto al quarzo? Suvvia è ovvio e comunque non è chissà quanto pertinente rispetto a ciò che noi qui facciamo. Questa è l’idea.

    Ora, si può obiettare che quanto sto dicendo sia esagerato e semplicistico. In fondo, io stesso sto parlando di ciò di cui – seguendo le fila del mio stesso discorso – non si dovrebbe sentire il bisogno parlare, e molti altri prima di me hanno fatto lo stesso. È o non è il rapporto quarzo-meccanico una questione trita e ritrita!?. Mi difendo subito dicendo che non è così. Il punto non è che si discuta o meno del rapporto quarzo-meccanico, perché come si può intuire dalle righe scritte poco sopra la nostra comunità di appassionati è una democrazia, dove ciascuno è libero di parlare di ciò che vuole e dove fisiologicamente si trovano sempre gli oppositori, i dissidenti e perfino i ribelli nei confronti di quello che è deciso e creduto dalla maggioranza, a cui a sua volta non costa niente replicare. Il punto è quindi un altro, e vale a dire il modo in cui si discute del rapporto quarzo-meccanico. Sotto questa prospettiva, spero e credo condividiate quanto vado dicendo, giacché, se si vanno a vedere le discussioni sul tema, si nota chiaramente come il quarzo sia sempre considerato occupare, sia da coloro che gli sono favorevoli che da quelli che gli sono contrari, una posizione subordinata. A essere discussa, quindi, è ogni volta la sua legittimità: se e fino a che punto lo si possa far rientrare a diritto nell’orologeria autentica. Si prenda ad esempio un passo dell’introduzione del magistrale post di Attilio:

    CITAZIONE (My name is Bond… James Bond! @ 27/4/2012, 15:18) 
    I quarzi sono stati, e tuttora in parte sono, oggetto di una vera e propria "ghettizzazione", sino al punto che, passato il momento dell'euforia e della novità, si è arrivati a considerarli "altro" rispetto alla "vera" orologeria, svilita anche solo dall'accostamento con questi segnatempo. Ancora oggi si leggono commenti che vanno dall'ironico (quando va bene) sino all'offensivo. Ignoranza? Forse una volta, ma oggi, grazie alla "globalizzazione" delle informazioni ed all'oramai capillare diffusione della rete internet, trovo che definirsi "ignoranti" sia solo un comodo sistema per evitare di affrontare un problema (nello specifico quello dello studio e dell'approfondimento), quantomeno negli aspetti storici e sociali, dell'impatto della tecnologia del quarzo in questo settore, settore che, spesso e volentieri, definiamo appasionante ma che molto spesso, per alcuni (ma non per tutti, per fortuna), di appassionante ha solo il nome che sta scritto sul quadrante di un orologio.

    La discussione sul quarzo è una battaglia per i diritti. Come ogni vera battaglia, però, è logorante soprattutto per coloro che la portano avanti, i quali molto spesso si scontrano con orecchie che sono sorde e cuori che restano freddi. Come già accennato, anche questo è un effetto diretto dell’ostracismo nei suoi confronti. Lo è in quanto una passione non è accesa e tenuta viva solo dall’oggetto a cui si rivolge, bensì è animata anche dalla sua condivisione con gli altri. Meno questa è condivisa, meno sorge e attecchisce. Magari la mente di qualcuno seguirà pure i pensieri di chi apprezza il quarzo, ma il cuore porterà sempre da un’altra parte; e si sa: al cuor non si comanda. A ogni modo, vale comunque la pena vedere quali sono esattamente gli strumenti di lotta: le ragioni, gli argomenti e le riflessioni di chi, favorevole o contrario, partecipa al confronto.

    quarzo_meccanico



    Parte II

    DIALOGHI SOPRA I DUE MASSIMI SISTEMI.
    Come ho detto in apertura di questa seconda parte, di dialoghi sopra i due massimi sistemi qui sul forum ce ne sono non pochi. In quanto momenti di riflessione e contemplazione, a differenza degli altri post nei quali capita di trattare l’argomento nel modo sopracitato, questi invece fanno maggiore chiarezza sulla presunta ragion ovvia, ossia la ragione teorica originaria che dovrebbe spiegare la scelta di fare del quarzo il figlio bastardo dell’orologeria. Chiaramente, in queste discussioni l’ovvietà di questa ragione viene metodicamente messa in dubbio, conferendo al vituperato quarzo la speranza – almeno teorica – di dirsi a pieno diritto un vero orologio. Specificamente, le argomentazioni di coloro che credono in questo sistema sono sostanzialmente di due tipi: il primo, consiste nel rimarcare i vantaggi del quarzo rispetto al meccanico; il secondo, smaschera le presunte colpe attribuite al quarzo come difetti dello stesso meccanico o, all’inverso, smaschera i meriti riservati al solo meccanico come vantaggi riscontrabili anche nel quarzo. Se queste argomentazioni riescano nel loro intento lo lascio giudicare a voi; io mi limiterò a dare la mia modesta opinione. Cosa più importante, sono profondamente convinto che tali argomenti conducano a riflettere sull’idea stessa di orologio e tutto ciò che a esso è collegato, ed è dunque essenziale cercare di affrontarli se si vuole essere più consapevoli di cosa significhi essere un appassionato di orologeria.

    La ricerca della precisione e la sua importanza.
    Il primo argomento che voglio riportare è quello del primo tipo, ed è rappresentato dall’innegabile maggiore precisione del quarzo rispetto al meccanico. Dal punto di vista storico, sicuramente è questa la causa principale che origina e spiega la Quartz Revolution, rappresentando quindi l’elemento imprescindibile a cui si deve far riferimento se si vuole comprendere lo sviluppo e l’importanza che l’orologio al quarzo ha avuto nella storia dell’orologeria. L’intero post di Attilio, non a caso, nel tentativo di ridestare attenzione e passione per questo genere di segnatempo, verte proprio su questo punto:

    CITAZIONE (My name is Bond… James Bond! @ 27/4/2012, 15:18) 
    Il quarzo non ha svilito proprio niente. Basta solo approfondire (anche solo in modo superficiale) i motivi che, già dal 1928 spinsero ad utilizzare questo materiale (e quindi la tecnologia atta a sfruttarne le caratteristiche) nell'ambito della misurazione del tempo. E' una storia vecchia come l'uomo, e non mi pare che ci sia nulla di avvilente....... anzi, direi che la corretta terminologia da utilizzare di fronte a questi sforzi credo sia "avvincente". Una sfida per l'uomo, dicevo, che, come tutte le sfide, ha avuto il suo percorso, costellato di insuccessi e di perfezionamenti, tutti tesi sempre al raggiungimento del medesimo scopo: ottenere una misurazione del tempo precisa, la più precisa possibile. La stessa che mosse verso la creazione dell'orologeria tutta e che spinse, nel corso dei secoli, gli studiosi a cercare di trasformare i segnatempo meccanici in strumenti sempre più precisi, sofisticati, attendibili nei dati restituiti: la precisione. Sempre quella.

    Ecco perchè sono nati gli orologi al quarzo.

    La scelta di focalizzare l’attenzione sulla precisione non è dunque casuale. Del resto, che l’orologio al quarzo sia massimamente preciso non lo mette in dubbio nessuno, nemmeno coloro che lo ostracizzano:

    CITAZIONE (Rolex1982 @ 21/11/2014, 19:09) 
    Un movimento al quarzo è paragonabile solo in precisione ad uno meccanico/automatico.
    Tutto il resto è noia

    Tuttavia, da quest’ultima affermazione si può intuire al tempo stesso dove si annida il problema: è sufficiente la precisione per fare del quarzo un vero orologio?

    Rolex1982 è chiaro risponderebbe di no e come lui molti altri. Scrive Det. Briscoe TKJ:

    CITAZIONE (Det. Briscoe TKJ @ 14/12/2014, 02:11) 
    Per fortuna che si ragione anche con il cuore in questo settore, perché se ragionassimo con la testa i meccanici dovrebbero sparire a favore del quarzo, migliore nella pratica in quasi ogni caso.

    Sono malato, quarzofobico, va bene?! :asd:

    Ora, le mie considerazioni sono queste:

    Dal punto di vista storiografico, la storia ha mostrato due cose: gli anni della Quartz Revolution hanno sicuramente significato che la ricerca della precisione è parte integrante della dell’orologeria e un suo importante momento storico; d’altra parte, la rinascita dell’orologio meccanico da questa rivoluzione, vissuta da molte manifatture orologiere come una vera e propria Quartz Crisis, significa che l’orologio non è solo precisione, perché altrimenti questa loro rinascita non sarebbe stata possibile.

    Dal punto di vista concettuale, bisogna stare attenti a ridurre l’orologio ad uno strumento di precisione. Se lo si fa, si corre il serio rischio di fare di questo un mero strumento d’uso. Ma se fosse unicamente tale, cioè un qualcosa che noi utilizziamo solo al fine di misurare il tempo e niente più, non si spiegherebbe il collezionismo e la passione che lo circonda. O meglio, ci potrebbero anche essere collezionismo e passione nei suoi confronti, ma queste avrebbero un senso totalmente distorto da quello che hanno in realtà. Infatti, l’unica forma di collezione e passione che se ne potrebbe avere sarebbe quella rigorosamente storica, per così dire antiquaria: si collezionerebbero orologi come pezzi di antiquariato, animati da una passione che più che gli orologi riguarda la storia in sé; essi, dunque, verrebbero scelti e collezionati (catalogati) per il semplice fatto di aver avuto un posto e un uso nella storia dell’uomo. Chiaramente, non è così che stanno le cose e non è così che la stragrande maggioranza di noi vive l’orologeria, giacché è vero che spesso scegliamo un orologio per la sua storia, ma è vero altrettanto che il prestigio, la bellezza e le emozioni che questo ci trasmette rappresentano comunque condizioni imprescindibili, da cui la sua stessa storia dipende.

    Declinando quanto detto nei termini della ragion d’essere del quarzo, emerge che, paradossalmente, è pericoloso insistere sulla sola precisione che esso è in grado di offrire rispetto a un meccanico. Ciò non solo non tiene in considerazione il fatto che l’orologeria, storicamente, si è dimostrata essere qualcosa di più della mera ricerca della precisone nella misurazione del tempo; ciò, ancor di più, rischia di fare dell’orologio al quarzo un banale strumento d’uso, escludendolo in questo modo da quella cerchia di appassionati e collezionisti entro cui si cerca invece di farlo entrare a pieno diritto. Questo primo tipo di argomento, allora, da solo non è sufficiente e deve essere integrato dagli argomenti del secondo tipo, argomenti che intelligentemente sono stati addotti da molti di voi.

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    Uniti nelle gioie e nei dolori.
    È il quarzo un mero strumento d’uso? Qui si gioca la partita. A prescindere dal discorso sulla precisione, che da solo è insufficiente e può avere gravi controindicazioni, le altre argomentazioni che vogliono dare piena dignità al quarzo cercano proprio di dimostrare che si debba rispondere no alla suddetta domanda. In particolare, esse cercano di dimostrare ciò provando che molte accuse che sono rivolte al quarzo sono in realtà imputabili allo stesso meccanico; oppure, che molte delle caratteristiche che si crede appartengano al solo meccanico sono invece riscontrabili anche nel quarzo. Vediamole:

    La longevità.
    Un primo difetto del quarzo di cui spesso ci si è lamentati è la sua 'morte programmata', vale a dire il fatto che esso dopo un ammontare di tempo ben determinato si scarichi e finisca di funzionare. E’ vero, l’orologio può tornare a essere utilizzato con un semplice cambio di batteria, ma non è comunque al pari di un orologio meccanico, che in linea teorica non ha fine ed è eterno. Ebbene, questo è un autentico mito, tant’è che orami tutti riconoscono la sua mancanza di fondamento. Ad essere infondato, in particolare, non è l’essere finito del quarzo, quanto piuttosto l’essere eterno del meccanico. Quest’ultimo necessita ugualmente di costanti revisioni dove le sue parti usurate, lubrificante, molla di carica, ruotismi, etc. vengono rinnovate o sostituite. Ecco uno stralcio di discussione sulla questione, dove lelekas69 risponde a un altro utente:

    CITAZIONE (lelekas69 @ 12/4/2015, 14:44) 
    Quanto alla sostanza non sono d'accordo.
    Tu parli di "eternità" dei meccanici.
    A me è successa una cosa assolutamente opposta.
    Ho ritrovato un Casio lcd che usavo alle medie e che avevo dato per disperso.
    Potrai non credermi ma era acceso e funzionante per quanto la batteria si stesse esaurendo (il display si vedeva sbiadito).
    L'orologio che invece mio nonno mi regalò per i 18 anni, un crono non prestigioso ma con cassa in oro, l'ho ripreso ai tempi dell'università ed era piantato come un chiodo.

    Insomma, ritengo che, come sempre, le estremizzazioni siano inutili e fuorvianti.
    Se infatti decidi, per ipotesi, di mettere in una scatola del tempo un quarzo (a cui hai tolto la batteria) e un meccanico, e vedere chi fra i due funzionerà alla perfezione tra un secolo, temo rimarrai deluso. il quarzo, rimessa la batteria, ripartirà immediatamente; il meccanico avrà bisogno di una revisione in quanto i lubrificanti saranno diventati colla.

    In al tre parole: che senso ha il tuo paragone?
    Vuoi paragonare la longevità dei due meccanismi?
    Bene, può svilupparsi una discussione interessante.
    Ma facciamolo a ragion veduta, visto che il particolare della pila a mio avviso è del tutto fuorviante.

    Ogni orologio non è eterno e anzi va trattato con cura se si vuole allungarne la vita. Meccanico compreso. Il cambio della batteria nel quarzo rientra in questa cura e non lo apparenta affatto ai meri oggetti d’uso, o peggio, agli 'usa e getta'.

    Economico e industriale.
    Una ulteriore immagine che accosta il quarzo a un mero oggetto d’uso è quella che lo dipinge come un oggetto industriale, prodotto in massa ed a basso costo senza l’ausilio di alcuna manodopera. Una intelligente e ponderata considerazione sulla questione è offerta da ecalzo, il quale dice:

    CITAZIONE (ecalzo @ 12/12/2014, 00:39) 
    certo , tutti i segnatempo hanno le loro caratteristiche e le loro particolarita'... negli anni 70 un quarzo costava addirittura di piu' dei meccanici o automatici perche' era visto come il progresso.. poi siccome era piu' pratico e piu' facile da produrre su vasta scala con margini di risparmio sul suo costo finale.. si e' arrivati alla situazione odierna.. dove abbiamo quarzi da pochi euro e quarzi da centinaia di euro , così come ci sono meccanici a carica automatica da molte centinaia di euro ed anche meccanici a carica automatica da poche decine di euro .. in definitiva tutti gli orologi/segnatempo hanno il loro perche' e la loro dignita'... cio' che cambia sono gli utilizzatori degli stessi... che possono scegliere l'uno oppure l'altro in base alle proprie preferenze personali..ma .. sempre nel rispetto delle opinioni altrui ..

    Ecalzo si riferisce agli anni della Quartz Revolution, dove gli orologi al quarzo venivano proposti a cifre incredibilmente alte. Il Seiko Astron nel 1969 toccava i 450’000 yen, al tempo equivalenti al prezzo di una Toyota Corolla. Soprattutto, questi orologi erano ben più costosi dei corrispettivi meccanici. Per avere un esempio, andate a leggere cosa scrive Daytonalover nel suo post su un Seiko Grand Quartz di quegli anni:

    CITAZIONE (fmc000 @ 3/1/2013, 00:10) 
    L'anno successivo [1979], l'evoluzione della produzione Seiko fa sì che nel catalogo JDM bisogna arrivare fino a pagina 54 per trovare i primi automatici, serie Actus cal. 7019 . Oltre ad essi ci sono solamente il Tuna 600m automatico cal. 6159 (al prezzo di circa il 25% in meno rispetto al modello al quarzo cal. 7549, sempre 600m) ed il mitico 6306-700X .

    I modelli top di gamma, e quindi più costosi, sono ancora i Superior calibro 9983, prezzati fino a 235.000 Yen dell'epoca. Come raffronto il 6306 costa oltre 10 volte meno, il Tuna automatico circa un terzo, il Tuna al quarzo la metà.

    Questo prova che il discorso economico è un discorso estremamente relativo, dipendente da fattori che di fatto sono soggetti a cambiamento e dove quarzo e meccanico hanno rappresentato a turno la parte del vinto e del vincitore.
    Per quando riguarda il discorso della produzione industriale, sembra che una analisi approfondita riveli che orologio al quarzo e orologio meccanico finiscano anche qui col condividere pregi e difetti. Sempre Attilio, nel post che ho già molte volte citato, fa notare che:

    CITAZIONE (My name is Bond… James Bond! @ 27/4/2012, 15:18) 
    Ciò che interessa rilevare è come, all'inizio della produzione di questi calibri, i quarzi venissero preparati. Ancora da "A journey in time" [autorevole testo sulla storia Seiko]:

    [IMG]ajourneypag60 Uploaded with ImageShack.us[/IMG]

    Tutto a mano, pezzetto per pezzetto! Chiaramente il futuro riserverà a questo tipo di materiale lavorazioni industriali, che permetteranno una maggior produzione a fronte di un significativo abbassamento dei costi. Quindi, salvo eccezioni, più o meno quanto avvenuto, nel corso degli anni, anche in ambito meccanico. :)

    All’inizio del suo corso storico, dunque, il quarzo richiedeva manodopera esattamente al pari del meccanico. Entrambi, poi, hanno subito un processo di industrializzazione fine all’abbattimento dei costi di produzione. Quest’ultimo punto, però, necessita a mio avviso di una più attenta considerazione. Infatti, questa affermazione è sicuramente vera quando si parla di fasce di prezzo non elevate, ma una volta che viene presa in considerazione la cosiddetta alta orologeria la situazione si fa più complessa. Molti forumisti ne sono consapevoli e lo hanno evidenziato. Tratterò questa questione più avanti, anticipando che essa e di grande importanza e conduce all’animo più alto dell'orologio meccanico.

    Il cuore.

    CITAZIONE (gran sasso @ 25/11/2014, 18:12) 
    L' 0rologio al quarzo lo vedo freddo, razionale, non c'è niente di suggestivo in lui, è solamente uno strumento segnatempo.

    Perché l’orologio al quarzo è un mero strumento che misura il tempo e niente più? Secondo tanti utenti come Gran Sasso, il problema è che questo tipo di orologio sarà pure un capolavoro della tecnica, ma non c’è niente da fare: non colpisce al cuore. Ci lascia indifferenti, portandosi dietro uno stato di apatia che poco ha a che fare con una comunità viva e appassionata come la nostra.
    A fare da contrappeso a questa posizione, c’è una bellissima riflessione del forumista Woodcore, il quale scrive:

    CITAZIONE (Woodcore @ 24/11/2014, 23:56) 
    Molti parlano della poesia del movimento meccanico, delle sensazioni che provoca, alcuni parlano dell'anima di tali orologi. Sono d'accordo, ma attribuisco queste affermazioni anche all'orologio al quarzo.
    Migliaia, milioni d'impulsi elettrici che viaggiano alla velocità della luce lungo microscopici circuiti, per portare il tempo scandito da un cristallo di quarzo (materiale una volta sacro e simbolo dell'anima della terra, usato come gioiello dalle classi regnanti di civiltà remote, anche se ora prodotto per sintesi) che vibra a ritmi quasi difficili da immaginare (32.768 volte in un secondo), per me è qualcosa di magico, tanto più se lo penso al mio polso. Per non parlare poi degli orologi che sono alimentati ad energia solare, dove pensare che un fotone partito da milioni di chilometri ha colpito il mio orologio ed è stato traformato magicamente nell'energia necessaria per muoverlo, sinceramente lo vedo molto più affascinante che pensare ad una molla di acciaio che si srotola lentamente dentro un bariletto....se non è questo un capolavoro dell'uomo!!!!

    Se ci si sofferma a pensare l’orologio al quarzo, anche questo può irrimediabilmente affascinarci. Woodcore, però, con particolare e rara intelligenza, illustra al tempo stesso cosa rende difficoltoso questo soffermarsi:

    CITAZIONE (Woodcore @ 24/11/2014, 23:56) 
    A mio parere il movimento al quarzo paga un pesante scotto rispetto al movimento meccanico: quello della scarsa "visibilità" dei processi fisici che lo animano. Mi spiego meglio: tutti restiamo inevitabilmente affascinati dal movimento quasi ipnottico degli ingranaggi meccanici, che una volta aperto il fondello dell'orologio si presentano ai nostri occhi. Decine di piccoli elementi che si muovono all'unisono in una delicata armonia motoria che scandisce il passare del tempo: bello!!! "vedo" fisicamente il trascorrere del tempo.
    Diverso è il discorso del quarzo: apro il fondello e vedo...tutto fermo, tutto immobile..tutto freddo e senz'anima. Ma non è così: il fatto è che il quarzo richiede uno sforzo in più. Ci chiede di dare sfogo all'immaginazione, alla fantasia, e una volta riusciti in questo, restare affascinati dal piccolo miracolo che in realtà sta accadendo invisibile sotto i nostri occhi.

    Dovete sapere che quanto detto qui sopra in merito allo stretto rapporto tra movimento e tempo è condiviso da una delle più grandi pensatori che hanno riflettuto sul tempo: Aristotele. Secondo l’antico filosofo greco, che per chi non lo sapesse ha segnato profondamente lo sviluppo di tutta la cultura occidentale, il tempo è “la misura del movimento secondo il prima e il poi”. Cosa significa? Che se non c’è movimento non c’è tempo, perché il tempo è una conseguenza del movimento e non una sua precondizione. Ecco allora che il meccanico, il quale mostra agli occhi e non solo alla mente il movimento dei suoi ingranaggi, incarna in modo molto più intuitivo l’idea stessa di segnatempo. Forse una sfumatura, che tuttavia ha una ben determinata causa teorica e che sembra avere un grande effetto sugli appassionati. Si pensi a quante parole sono spese in favore del battito continuo della sfera dei secondi, movimento che per molti testimonia in modo più veritiero lo scorrere del tempo, anch’esso continuo; l’avanzare intermittente e il suo macchinoso tic-tac sono invece mal digesti e raramente vengono preferiti.

    tempo



    Un gioiello.
    Dal fascino, le emozioni e le passioni passiamo ora alla bellezza, l’estetica, i sensi. Richiamo l’attenzione perché ritengo che questo che sto per presentare è un punto importante. Infatti, se si è partiti da quello che è l’indiscusso elemento caratteristico del calibro al quarzo, vale a dire la precisione, ora si conclude con quello che è l’indiscusso elemento caratteristico del calibro meccanico, vale a dire la bellezza. Che cosa intendo per ‘bellezza’ lo spiega magistralmente AleZ79:

    CITAZIONE (AleZ79 @ 14/12/2014, 12:03) 
    Quarzo e alta orologeria sono una contraddizione in termini. L'orologeria di manifattura a certi livelli è tanto arte quanto ingegneria, nessuno compra Lange o Patek perché sono più precisi degli altri orologi, ma perché hanno delle finiture, una cura dei dettagli più minuti, un'armonia che li rendono delle opere d'arte, la più alta espressione dell'amore per l'ingegneria di precisione unita all'esaltazione dell'estetica.
    Forse per chiarire è opportuno fare un parallelo: l'orologeria meccanica sta a quella al quarzo come la pittura sta alla fotografia. Un ritratto di Freud o di Bacon non è lontanamente paragonabile a una fotografia per fedeltà al soggetto raffigurato, però sarà portatore di un coacervo di valori estetici ed emotivi che difficilmente una fotografia potrà raggiungere (salvo che non sia una foto d'arte, ma questo meriterebbe un discorso a se).
    A mio avviso non è proficuo voler confrontare quarzi e meccanici, perché in realtà si muovono su due piani funzionali totalmente diversi: se è vero che il quarzo non può essere portatore dei valori estetici del meccanico, è bensì vero che quest'ultimo non potrà mai fare ciò che per il quarzo è invece facilmente raggiungibile in termini di prestazioni e funzionalità. Allora ben vengano orologi come i g-shock, gli eco-drive o addirittura gli smartwatch che aprono le porte al progresso scientifico e offrono prestazioni prima inimmaginabili.
    Il mondo dell'alta orologeria e dell'orologeria al quarzo coesisteranno sempre perché soddisfano esigenze diverse e complementari, sarebbe riduttivo delle reciproche potenzialità costringere queste categorie nei limiti di un confronto diretto.

    AleZ79 dice cose importanti. Esattamente dice due cose: primo, qual è la vera e autentica differenza che distingue quarzo e meccanico; secondo, in quale modo va intesa l’orologeria alla luce di questa differenza.

    Esaminando il primo punto, emerge che se il vanto del quarzo è l’assoluta precisone, il vanto del meccanico è la perfetta sintesi di misurazione del tempo e bellezza. Il quarzo non ha, e non può avere, la bellezza del meccanico e il meccanico non ha, e non può avere, la precisione del quarzo. Di quest’ultima ho parlato precedentemente e vorrei ora soffermarmi quindi sulla bellezza come elemento caratteristico del meccanico. Questo, specialmente nelle mani dei maestri orologiai, ha la proprietà peculiare e sorprendente di essere allo stesso tempo strumento e gioiello. Addirittura, tale sistema ha l’incredibile caratteristica di essere tanto più preciso e affidabile quanto più è bello. Infatti, è noto che in questo calibro le migliorie estetiche non siano fini a se stesse bensì risultino funzionali. Se si va a leggere la sezione Angolo dell’orologiaio del forum, si trova spiegato che certi tipi di finiture come qualità dei metalli, trattamenti superficiali dei perni, pignoni, ruote etc. sono essenziali per una migliore qualità del calibro stesso. Questa caratteristica è stata poi enfatizzata con l’aggiunta di migliorie estetiche fini a se stesse, quali perlage, anglage, cesellature e scheletrature, còte de Geneve etc. che aiutano a partorire vere e proprie meraviglie per gli occhi. Giusto per dare uno stralcio di questo tipo di discorsi, si leggano i punti del cosiddetto Punzone di Ginevra (altissimo riconoscimento dell’alta orologeria elvetica) e i relativi commenti di Croix_de_Malte:

    CITAZIONE (croixdemalte @ 31/1/2010, 14:13) 
    1.
    I componenti in acciaio devono avere gli angoli levigati, i fianchi rifiniti a mano e le superfici visibili smussate. Le teste delle viti devono essere lucidate o cerchiate (bordo e taglio smussati).
    Queste operazioni permettono di ridurre gli sfregamenti ed evitano che residui di limatura possano cadere all’interno dei movimenti, garantendo in questo modo una durata maggiore al prodotto.
    2.
    Qualsiasi movimento deve essere dotato di rubini con fori levigati sia per il ruotismo che per lo scappamento. Per quanto riguarda il ponte, le pietre devono essere “mi-glace” (a forma di oliva) e i bordi levigati.
    La finitura delle pietre consente una migliore distribuzione dell’olio, garantendo così una maggiore durata dei componenti.
    3.
    La spirale deve essere fissata ad una piastra a cursore con pitone a testa e collo arrotondati.
    Il rispetto di questa condizione, di complessa realizzazione tecnica, consente di ottenere una centratura più precisa della spirale e, di conseguenza, una migliore regolazione.
    4.
    Le racchette regolate e scomposte sono ammesse con un sistema di guardia.
    In caso di colpi questo sistema impedisce alla racchetta di spostarsi. Non vi è dunque nessuna conseguenza sulla regolazione.
    5.
    Gli organi regolatori con bilanciere a raggio di rotazione variabile sono ammessi.
    6.
    Le ruote del treno devono essere smussate sopra e sotto e avere bordi levigati. Per le ruote il cui spessore è inferiore o uguale a 0.15 mm. , è tollerato lo smusso da una sola parte (lato ponte).
    Questo criterio di finitura garantisce una durata maggiore ai componenti.
    7.
    Gli alberi e le superfici dei pignoni devono essere levigati.
    Queste operazioni consentono di ridurre gli sfregamenti ed evitano che nel movimento possano cadere residui di limatura, assicurando così una durata maggiore al prodotto.
    8.
    La ruota di scappamento deve essere leggera, lo spessore non deve superare 0.16 mm per i grandi calibri e 0.13mm per quelli al di sotto dei 18 mm. I piani di riposo devono essere lucidati.
    La riduzione del peso della ruota scappamento influenza la sua inerzia, riducendone l’impatto sulla regolazione.
    9.
    Il rocchetto e la ruota corona devono essere realizzati conformemente ai modelli depositati.
    La qualità estetica di queste finiture richiede un savoir-faire che poche manifatture orologiere possiedono.
    10.
    Sono accettati i movimenti dotati di dispositivi antiurto.
    11.
    Le molle a filo non sono ammesse.
    Questo vincolo conferisce al movimento una qualità estetica superiore.
    12.
    La delimitazione dell’angolo percorso dall’ancora deve essere realizzata con due arresti fissi, senza utilizzare coppiglie o perni.
    Questo vincolo garantisce una migliore qualità di regolazione e quindi di precisione.

    Questi punti sono dettami dell’alta orologeria, la quale è la presa di coscienza e l’esaltazione della possibilità dell’orologio meccanico di incarnare un vero e proprio gioiello. Infatti, grazie al suo poter essere armonica unione di tecnica e bellezza, questo non appare affatto fuori luogo, inautentico o inadatto, nel personificare la figura di oggetto prezioso che ne è offerta dalle più blasonate manifatture. Ciò che ci si deve domandare, allora, è se tale figura sia solo una possibile interpretazione oppure l’unica vera immagine dell’orologio come oggetto degno di collezione e passione. Come si è visto, ci sono ragioni – storiche e concettuali – che se condivise prospettano una visione più ampia, dove l’orologio al quarzo (ma dovremmo dire anche gli orologi meccanici che non rientrano nell’alta orologeria) ha uguale diritto di essere ammirato e collezionato, rappresentando anch’esso qualcosa di più di un mero oggetto d’uso. Sta dunque a voi stabilire se queste ragioni siano effettivamente condivisibili.

    PIC56_O



    Parte III

    CONCLUSIONI
    Ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni sull’argomento. Io sento il dovere di dare le mie, fermo restando che queste sono certamente più che opinabili.

    Similmente a quanto affermato da AleZ79, ritengo che il mondo del quarzo e il mondo del meccanico siano due mondi coesistenti. Essi sono per così dire le due corna del toro o, se si preferisce, i due modi in cui l’orologeria ha finora inteso se stessa. Ciò che è importante e non appiattire l’idea di orologio su uno solo dei caratteri peculiari di questi due sistemi: assoluta precisione o perfetta sintesi tecnico-estetica. Molti hanno mostrato infatti che oltre questi elementi caratterizzanti, quarzo e meccanico possono condividere molto del restante patrimonio della storia orologiera. Nello specifico, credo che gli errori da non commettere siano questi: farsi prendere dalla cieca euforia imperante negli anni della Quartz Revolution, quando si credé che l’orologio è unicamente il tentativo di una perfetta misurazione del tempo al di là di ogni valenza estetica; cadere preda dell’illusorio elitarismo per il quale solo l’alta orologeria, o ciò che cerca di imitarne l’immagine, costituisce l’unico e vero modo di concepire l’orologio. Infine, ricordo come a mio parere si debba cercare anche di educare in modo più attento e aperto i nuovi appassionati, perché all’atto pratico il quarzo non gode di quella considerazione e attenzione che invece gli si dedica – al pari del suo fratello meccanico – nei momenti di più attenta e profonda riflessione teorica.

    Accenni a una discussione futura.
    Prima di concludere vorrei gettare con voi un breve sguardo al futuro. Infatti, se il rapporto meccanico-quarzo, per quanto di interesse attuale, riguarda la nostra storia passata, sui nostri polsi inizia a poggiarsi qualcosa di nuovo, vale a dire lo smartwatch. Questo gadget elettronico, similmente a come lo fu a suo tempo l’orologio al quarzo, è il frutto di una lunga ricerca sulla miniaturizzazione di tecnologie esistenti. Ma che impatto e che spazio avrà nell’orologeria e i suoi appassionati? Da parte mia io mi pongo due domande, che sono: Come già successo con la Quartz Revolution, c’è il rischio che l’avvento degli smartwatches metta in crisi l’orologeria moderna?; questo tipo di orologi saranno anch’essi oggetti di passione e collezione oppure nel loro caso si è di fronte a un vero o proprio oggetto di consumo?

    Riguardo alla prima questione, per quel che io vedo e leggo tra gli appassionati c’è ben poca di quella euforia che invece imperversava quarant’anni fa. Vuoi perché più consapevoli, o vuoi semplicemente perché più diffidenti verso quello che è visto e sentito come un barbaro, cioè qualcosa che non è il prodotto delle manifatture orologiere ma dai magnati dell’elettronica, gli appassionati tendono a considerare poco e quasi a snobbare questo fenomeno emergente che è lo smartwatch. Mi chiedo però quanto un’eventuale rivoluzione dipenda dagli appassionati e non dai più freddi numeri di vendita, che si sa, i primi influenzano fino a un certo punto. Insomma, la parola ultima tocca come sempre alla storia, ma penso anche che qualcuno più esperto possa essere un buon veggente e disegnare il corretto evolversi futuro degli eventi.

    Per quel che riguarda la seconda questione, ritengo di fatto lo smartwatch è un quarzo pluricomplicato. Al circuito elettronico originario ne sono aggiunti innumerevoli altri, terribilmente sofisticati e complessi. Si potrebbe pensare quindi che, se uno è già fatto oggetto di passione e collezione, allora anche l'altro – in quanto suo diretto discendente – lo sarà altrettanto. Tuttavia, credo sia presente una differenza importante tra postero e antenato. Il quarzo, pur in tutta la sua carica innovativa e tecnica, è stato concepito, sviluppato e prodotto in vista del fine proprio dell’orologeria, che è la misurazione del tempo, ed è stato commercializzato dalle stesse manifatture orologiere, che ne hanno impresso sopra il proprio spirito e la propria storia. Lo smartwatch, invece, è il risultato di voler portare sul polso, il quale rappresenta anatomicamente una posizione comoda, tutta una serie di funzioni che sono utili al moderno stile di vita. E’ il voler rendere a portata di mano queste funzioni ad aver fatto sì che Apple, Samsung, Sony etc. decidessero di fare dell’orologio la nuova frontiera dello sviluppo tecnologico. Questo significa che la filosofia dietro la creazione e la vendita di questo prodotto è diversa da quella che sta dietro la creazione e la vendita di un normale orologio: uno smartwatch è creato e venduto come uno strumento utile a sapere l’ora, a chiamare, a scattare foto, ad essere connessi etc., mentre un orologio è creato e venduto come un oggetto da indossare, che può essere collezionato e che iconicamente ha lo scopo di misurare il tempo. E’ innegabile che se in quest’ultimo caso ciò che si offre e ciò che si cerca è tutto fuorché un oggetto di consumo, nel primo caso il fine pare essere proprio quello. Secondo la mia opinione, dunque, è difficile che allo stato attuale si possa formare una vera e autentica cerchia di appassionati che colleziona questi oggetti, perché appunto uno smartwatch è proposto e visto essere, per quanto cool, innanzitutto e perlopiù come un oggetto utile a fare qualcos’altro. In quanto tale, esso è, da una parte, sufficiente a soddisfare i bisogni del suo utilizzatore, che quindi non ne necessita altri, d’altra parte, è destinato a essere soppiantato da un modello che dovesse svolgere le stesse funzioni in modo migliore.

    Attenzione, però, le cose possono cambiare. Io non voglio certo escludere che un giorno sia possibile che, mutato l’approccio a questi oggetti, passione e collezionismo prendano piede. In fondo, lo stesso orologio meccanico non è sempre stato pensato e trattato come qualcosa di collezionabile e ha rappresentato anch’esso, per lungo tempo, un semplice strumento. A questo aggiungo che lo smartwatch, in se stesso, sembra essere niente più niente meno che un quarzo pluricomplicato. Di conseguenza, proprio come il quarzo, potrebbe non avere alcuna mancanza intrinseca che ne pregiudichi l’ingresso nell’orologeria vera e propria. Chi iniziasse già da ora a collezionare Apple watch, G watch, Zenwatch etc. un giorno, chissà, potrebbe possedere orologi di inestimabile valore collezionistico ed economico. Magari si argomenterebbe che questi hanno segnato l’arricchirsi dell’orologio di tutta una serie di nuove e prima impensabili complicazioni. I loro difetti maggiori, forme sgraziate ed eccessiva complessità di funzionamento, nel mentre sarebbero superati grazie all’ulteriore evolversi del processo di miniaturizzazione e al formarsi di appassionati esperti, che insegnerebbero finalmente ad apprezzarne il sofisticatissimo meccanismo. Ma ancora: le suddette complicazioni niente hanno a che fare con il tempo. Allora, dato che questi oggetti di fatto non apportano alcun contributo alla misurazione di questo e anzi la sminuiscono, abbassandola da fine ultimo a caratteristica tra le tante, il fenomeno smartwatch potrebbe rimanere per sempre qualcosa d’altro rispetto all’orologeria in senso stretto. Insomma, un’altra faccenda, questa, non così ovvia e scontata, voi cosa pensate?

    smartwatch_comparison_2014


    Un grazie.
    Un profondo ringraziamento a tutti, dal primo all’ultimo. Siete voi che mi avete insegnato quanto ho scritto e appassionato a tal punto da farlo. Vi prego di perdonare tutti gli errori, le superficialità e le inesattezze che troverete in questo tentativo di trattare un tema così discusso e difficile. E' ovvio inoltre che non ho riportato molte delle considerazioni che invece sono state fatte e che andrebbero aggiunte a quelle citate. Purtroppo un lavoro esauriente sarebbe stato di lunghezza immane, il che mi ha obbligato a scegliere solo alcune di quelle possibili. Non esimetevi dal rivolgermi tutte le critiche che merito. Il vantaggio di essere nuovi è proprio quello di non avere niente da perdere e tutto da guadagnare, e dai propri errori, si sa, si impara sempre tanto.

    Una saluto,
    Nicola
     
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  2. ignoto77
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    Grazie per questa splendida riflessione e la evidente quantità di tempo dedicata.
     
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    Grazie per aver condiviso tutto questo! Sono a metà del testo, veramente molto interessante!
     
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  4. Giuca
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    :I:

    grazie.
     
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    Se uno ama o meglio apprezza gli orologi dovrebbe apprezzare anche quelli al quarzo, ma non è facile. Perchè non è facile? Non lo è in quanto ci sono persone portate a considerare il movimento come qualcosa di imprescindibile, e quindi preferiscono orologi meccanici.
    Io non sono un esperto, ma mi limito ad apprezzare gli orologi per ciò che mi trasmettono, e fondamentale per me è la loro estetica. Mi devono piacere prima per foggia, e non mi importa se sono al quarzo o se sono automatici, se costano 100 euro o se ne costano 10.000.
    Così negli anni, assieme ai miei orologi manuali e automatici fanno bella presenza diversi orologi al quarzo, come per esempio un Panthere, Un Tank Americano un Tank Francese, un chrono di Hermes, un extra piatto di Hermes, un calendario di Genta. Orologi che nonostante il loro movimento mi affascinano per la loro bellezza, che quando li metto provo delle piacevoli sensazioni, insomma, mi sento appagato nelle stessa misura di quando indosso un automatico o un carica manuale. Ma io sono un amante dell'estetica prima della meccanica, e un orologio può essere meccanicamente superiore, meccanicamente perfetto, ma se esteticamente è deludente, non mi convince, beh allora può goderselo un altro.
    Ma se quell'orologio è perfetto nelle sue forme, la sua estetica mi colpisce, beh può essere un quarzo , ma sicuramente è l'orologio che fa per me.
     
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    Bellissima riflessione che ho letto con estremo piacere. ;)
     
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    Ho letto tutto e lo trovo un bel post. :I:
    Io ho sempre diviso gli orologi fra quelli che mi piacciono e quelli che non mi piacciono, indipendentemente se dentro c'è una pila o tanti ingranaggini che si muovono.
    Semplicistico? Può essere. Sono meno appassionato di chi passa le ore a cercare-guardare-informarsi? Può essere pure quello. Ma non vedo il problema, nell'indossare quello che piace, senza troppi risvolti socio-psicologici. :D
    Sorrido sempre quando leggo che il "vero orologio è meccanico". Il vero orologio è quello che piace e che una volta al polso ci rende soddisfatti.
     
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    CITAZIONE (amicocatopleba @ 12/5/2015, 10:04) 
    Ho letto tutto e lo trovo un bel post. :I:
    Io ho sempre diviso gli orologi fra quelli che mi piacciono e quelli che non mi piacciono, indipendentemente se dentro c'è una pila o tanti ingranaggini che si muovono.
    Semplicistico? Può essere. Sono meno appassionato di chi passa le ore a cercare-guardare-informarsi? Può essere pure quello. Ma non vedo il problema, nell'indossare quello che piace, senza troppi risvolti socio-psicologici. :D
    Sorrido sempre quando leggo che il "vero orologio è meccanico". Il vero orologio è quello che piace e che una volta al polso ci rende soddisfatti.




    Se ci lasciasse insoddisfatti sarebbe peggio :P
     
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    Mi sono preso una buona mezz'ora per leggere il post dell'opener.
    Lo trovo di ottima fattura, con interessanti spunti e attente riflessioni.
    Non puoi che ricevere il mio plauso.
    Davvero un ottimo lavoro che spero anche gi altri foumisti vorranno apprezzare leggendolo con calma.
    Meo
     
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    Grazie, bellissimo post. :)
     
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    Lo leggerò con calma... :)
     
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  13. morganpc88
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    Complimenti e ti ringrazio.

    Ci ho pensato spesso cambiando e ricambiando idea ma alla fine sono giunto alla conclusione che i due mondi possono coesistere e in entrambi i casi si possono definire segnatempo con cuori diversi ma dalla stessa finalità.
     
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  14. enricoc2
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    Complimenti. Comunque la si pensi bellissimo post. Scritto bene. L'unico difetto, se così si può chiamare, è che l'ampiezza delle argomentazioni portate non consente una facile replica, se non attraverso disquisizioni molto approfondite.
    P.S Io li ho i quarzi e non li disprezzo.
     
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    Bellissimo post, che ho letto tutto con grande interesse.
    Il lavoro esprime un percepibile amore verso l'orologeria, di qualunque natura essa sia (quarzo o meccanico), oltre una visione costruttiva della nostra "passione". Complimenti!
    Ti ringrazio inoltre per avermi voluto citare....
     
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159 replies since 11/5/2015, 23:59   7847 views
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