Cosa rimane dell'essere attraverso la pratica buddhista

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  1. Breezer x
     
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    Apro questo dibattito perché nei libri finora non ho trovato una risposta esaustiva.
    In poche parole: Attraverso la meditazione buddhista si può arrivare ad uno stato di consapevolezza tale da produrre un buon karma nelle vite future. Ma questo essere ( ciò che sono adesso) in che modo sopravvive nella eventuale prossima reincarnazione? Perché se non vi e' consapevolezza come e' possibile sperimentare una miglioria karmica?
    Mi sembra una domanda semplice e legittima. Tutto questo gran da fare a cosa serve se poi da una vita all'altra ci si dimentica tutto ed e' solo una vaga energia a continuare ad esistere?
    Grazie
     
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  2. Talpo Dhir
     
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    Quello che passa di te nella prossima vita è una percezione/idea di IO come un entità separata da... e si trascina dietro tutte le sue abitudini e attitudini che lo rafforzano nella sua designazione di IO.

    Penso che si possa dire che il problema è risolvibile lavorando su due fronti contemporaneamente. Nel primo si fà di tutto per raggiungere l'illuminazione in questa vita (e durante il Bardo)... e così siamo a posto. Nel secondo fronte (magari anche solo scaramanticamente) si continuano a creare meriti in modo tale da creare i presupposti per poter raggiungere l'illuminazione in una prossima vita futura. Questo creare meriti e cioè impostare con determinazione e consapevolezza la tua vita in una determinata direzione crea una attitudine-abitudine che come un odore ti trascini dietro di passaggio in passaggio.

    La stragrande maggioranza della popolazione crede al fato o destino, o a prove da superare per vincere la bottiglia di spumante come al LunaPark o altre cose ancora e sono ben poche quelle che attribuiscono al karma null'altro che causa = effetto, ma in verità il karma è solo (sic!) questo.

    Quello che dobbiamo tenere presente è che il karma è positivo se ti vien comodo e negativo se ti vien scomodo, cioè non è che c'è una azione karmica buona in se per se e una azione karmica non buona in se per se. Dico questo perchè, se ti guardi intorno puoi vedere persone che nelle vite precedenti hanno accumulato tanto buon karma da rinascere belle ricche con un talento eccezionale per poi morire d'overdose dopo una vita di depressione nel bagno di casa, mentre altre piene di difficoltà di ogni genere arrivare ad un equilibrio interiore che li rende persone felici. Quindi si direbbe che più del risultato karmico che andremo a conseguire (generosità = ricchezza ad esempio) sia più importante il rafforzamento della motivazione in cui crediamo.

    E' la creazione e il mantenimento di questa motivazione che si trasforma in un costante punto di riferimento che va oltre alla comprensione concettuale (quella rimane col cadavere) che fa la differenza nel perdere o nel mantenere gli effetti del buon karma che vanno a maturare. E' quella determinazione che si crea ad esempio coltivando Bodhicittà, la pazzesca determinazione di portare tutti fuori dal samsara senza neanche sapere in quanti si è che fa si che si crei un punto di riferimento costante al di fuori delle logiche convenzionali. Del resto non è che ci sia poi tanto altro da fare è..... come avere il pesce d'aprile attaccato alla schiena, non sai di avercelo ma ce l'hai, sai di avercelo ma se non lo stacchi ... ce l'hai.


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    io non ho risposte da dare ...
    Come opinione personale:
    Tutto sta a come guardo a "tutto questo gran da fare": se lo considero ricchezza, possesso è fatica sprecata e sono come chi si fa seppellire o bruciare col vestito buono. E' fatica sprecata perchè è l'intenzione di accumulare dell'avaro: non è un giudizio sull'avarizia, ma spostare le cose da un posto ad un altro e dire "sono mie" non mi rende migliore, non mi fa vivere, ma nasconde la mia paura e mi illude di essere a posto. Il problema ed il lavoro è come stare nel momento presente, non "dopo morti" (essendo ben conscio che prima o poi "dopo morto" diventerà il momento presente.) Sul come fare a ciascuno il suo ... ;)
    Il fatto che non ci sia "io" (nel senso di quella cosa che sta scrivendo sulla tastiera) a essere retribuito come conseguenza delle mie azioni ha più o meno importanza a seconda di cosa decido di porre come base per le mie scelte.
    La proposta non verte sulla conquista di un premio, anzi i "veci" ci dicono che più lo desideriamo come tale più ce ne allontaniamo. I maestri ci invitano a modificare questo modo di far teatrino, per non perderci.

    Su in che modo sopravviviamo nella eventuale prossima reincarnazione ci sapran dire... lascio la palla a chi ne sa.
    Molte scuole pongono accento particolare su quel che accade, altre no. Questo mi fa pensare che prepararsi adeguatamente al gran finale non è così scontato, per me significa molte cose ...
     
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    signor no
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    quoto Warmbeer , e inoltre chi ha molte certezze a questo riguardo nella maggior parte dei casi le ha per credenza ...

    pero' se la vediamo dal punto di vista di accumulo di buone cause il fattore chiave e' l'intenzione e non la meditazione ,che certo puo' aiutare a purificare la mente ma non e' detto ,vedasi il discorso del premio
     
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  5. Losang
     
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    Controlla la tua mente! Siccome il Buddha ha insegnato
    Che la mente è il principio del Dharma.
    Nagarjuna


    Ti dico brevemente cosa personalmente ho capito:

    il Buddha ha insegnato che tutto dipende dalla “mente”.
    Non bisogna confondere la mente con il cervello o altre parti del corpo. Il cervello è un oggetto fisico, è una parte del corpo, si può vederlo, operarlo chirurgicamente e si può misurarlo con strumenti elettrici ed elettronici. La mente invece non è un oggetto fisico, è invisibile. La mente è un continuum che non ha forma, è per natura vuota come lo spazio.

    Il “corpo” e la “mente” sono delle entità differenti.

    Quando moriamo la nostra mente lascia il nostro corpo e se ne va verso la vita seguente, come un uccello che lascia il suo nido.

    Questo ci fa capire che è inutile raggiungere il benessere in questa vita ricorrendo a degli atti malvagi. Ci porteranno afflizioni nelle vite future. Ricerchiamo la virtù e la pratica del Dharma da questa vita....
     
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    :quoto: tutti. Aggiungerei che (imho), dopo aver raggiunto un certo livello di consapevolezza, il passo successivo sarebbe di depositarla nel water e azionare lo scarico, che consapevolezza è quella che ci si porta appresso? Mi pare che il problema sia proprio quello.
     
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  7. Breezer x
     
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    Grazie per i vostri pareri degni di riflessione e dibattito ma la mia domanda era centrata su l'ennesima illusione della mente.
    Mi spiego meglio: se nel passaggio da una vita all'altra il praticante buddhista non conserva memoria del proprio io ad ogni reincarnazione e' di fatto una persona diversa che con la sua manifestazione precedente non ha nulla a che fare se non in linea teorica e dottrinale. Da questo punto di vista il buddhismo ( correggetemi se sbaglio) non avrebbe nulla di più di qualsiasi altra religione riducendosi a basare le proprie convinzioni su una credenza. Per come la vedo io, avrebbe senso solo se l'illuminazione si potesse realizzare in questa vita presente, dove e' presente il mio io ( quello che digita sulla tastiera) altrimenti ad ogni vita si ripeterebbe la stessa prassi e con essa si rinnoverebbe la stessa illusione.
    Paradossalmente a svelare l'arcano sarebbe proprio il tanto svalutato io.
    Rifletteteci e datemi il vostro parere, non e' discussione da poco.
     
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  8. Losang
     
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    CITAZIONE (Breezer x @ 5/2/2014, 10:29) 
    Per come la vedo io, avrebbe senso solo se l'illuminazione si potesse realizzare in questa vita presente, dove e' presente il mio io ( quello che digita sulla tastiera) altrimenti ad ogni vita si ripeterebbe la stessa prassi e con essa si rinnoverebbe la stessa illusione.
    Paradossalmente a svelare l'arcano sarebbe proprio il tanto svalutato io.

    La prima cosa da stabilire se in questa vita presente il “il mio io ( quello che digita sulla tastiera)” esiste in una delle quattro maniere seguenti:
    Deve essere sia il corpo, sia la mente, sia la collezione del corpo e della mente, sia qualche cosa di separato dal corpo e dalla mente. La filosofia buddhista ha ampiamente confutato queste quattro possibilità (si può eventualmente esaminarle più approfonditamente una ad una).

    Non vi è una quinta possibilità, quindi se ne deve dedurre come conclusione che l'io che ci appare normalmente in modo così netto (quello che digita sulla tastiera) nella vita presente non ha alcuna esistenza. Questa assenza di un io inerente è la vacuità, la verità ultima.
     
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    Quando moriamo la nostra mente lascia il nostro corpo e se ne va verso la vita seguente, come un uccello che lascia il suo nido.

    Questa frase semplice presuppone - almeno fino ad un certo livello di esperienza, mica tutti son cialtroni come me, c'è chi ne ha esperienze e prova diretta - un approccio alla realtà che fa perno sulla fede in quello che ci viene insegnato come Buddhadharma. Credo che avere una certa famigliarità con questo richieda anni di impegno assiduo pieno e concreto, per cui (parrebbe che) per un laico "sui generis" non ci può essere salvezza alcuna di arrivare alla vacuità/verità ultima, e comunque ci ritroviamo qui ancora a contar cifre. Chissà se c'è un "come" meno disperante per chi non può che vivere "nel mondo"....

    Non mi ricordo quale antica scuola sostenesse l'esistenza di un non-mi-ricordo-come-si-chiama-ma-lo-cercherò incondizionato che ci caratterizzava, se non erro basandosi su un sutra e leggendone il testo letteralmente e non come espressione colloquiale, in cui il Buddha parlava di qualcosa che portava l'affanno di essere nel samsara.

    Faccio l'avvocato del diavolo: ugualmente il "corpo nuovo" dei risorti secondo i cristiani ha molta attinenza con la mente che trasmigra.
    Rifaccio l'avvocato del diavolo: "l'io che ci appare normalmente in modo così netto (quello che digita sulla tastiera) nella vita presente non ha alcuna esistenza." non risolve però la domanda iniziale, perchè come "binario" al karma ci sono "l'assenza di un io inerente" e la mente (che non è il cervello o altre parti di "me") che trasmigra.

    Fuori dalla fede non c'è salvezza?
    E i laici s'attaccano?
     
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  10. Losang
     
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    CITAZIONE (warmbeer @ 5/2/2014, 16:16) 
    Fuori dalla fede non c'è salvezza?
    E i laici s'attaccano?

    Devo confessarti che non ho capito bene le tue obiezioni. Non si capisce dove vuoi parare. Puoi chiarire meglio?

    L'affermazione fuori dalla fede non vi è salvezza si può correggere tranquillamente con fuori dalla fede (fiducia) non vi è dharma.
    Perché i laici dovrebbero attaccarsi? Ognuno segue il proprio sentiero secondo le proprie capacità e predisposizioni karmiche. In caso contrario, possono sempre rifugiarsi nel Buddha Amida (Amita-bha/yus) e avvalersi dei suoi compassionevoli Voti e rinascere in una Terra Pura :)
     
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    Beh in realtà non obietto a nulla... è che mi sembrava che il tuo punto di vista (mi correggo .. non solo tuo) è che la salvezza passa attraverso la fede o credenza, per cui con questi assunti chi procede in un certo tipo di predisposizione karmica si attacca punto.

    la mia posizione è un po' da inguaribile ... secondo me le possibilità non si esauriscono in quelle che elenchi, ma si sa ...tengo la capa dura ....

    Namu Amida butsu :;namaste:
     
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  12. Losang
     
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    Gli insegnamenti tradizionalmente sono ben 84.000 e quindi non ho sicuramente la pretesa di elencarli tutti. Esula dalle mie modeste capacità ahahahahah
     
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  13. Talpo Dhir
     
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    CITAZIONE
    ....Rifaccio l'avvocato del diavolo: "l'io che ci appare normalmente in modo così netto (quello che digita sulla tastiera) nella vita presente non ha alcuna esistenza." non risolve però la domanda iniziale, perchè come "binario" al karma ci sono "l'assenza di un io inerente" e la mente (che non è il cervello o altre parti di "me") che trasmigra.

    .. se non ho capito male (niente di più facile :ph34r: ) la mente non va da nessuna parte, non è la mente che trasmigra, ma è solo l'errata idea di un IO inerente che trasmigra da designazione a designazione. E' con questa continuità che l'errato IO inerente va a definire l'esperienza, e cioè la capacità di valutare in migliore, peggiore, favorevole, sfavorevole, bello, brutto prima, dopo ecc che non è altro che la percezione su di se degli effetti karmici... in poche parole la visione duale.

    .. ripeto io qui son già fuori dal mio seminato... per come la vedo io il binario è illusorio tanto come sono illusori i sogni e cioè tutto è solamente concreto fintanto che dormi, ok per svegliarsi al momento possiamo lavorare solamente sul sogno che stiamo facendo e da qui l'importanza dei meriti, da qui l'importanza della motivazione che è il voler svegliarsi ............ penso :eek:

    Edited by warmbeer - 6/2/2014, 09:16
     
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    illusione della mente e' propria dell'essere umano come tutte le cose.le persone perdono memoria delle azioni compiute nella vita precedente.ma l'io rimane simile.e' essenzialmente parola che puo' assumere un nuovo corpo mantenendo il karma personale della vita precedente,e scomparire in un'altro ambiente!l'esistenza e' presente.l'energia di buddha permea tutti gli esseri,perche' lui ha sempre avuto la caratteristica buddhica.della buddhita' fanno parte i desideri,la rabbia e tutti i sentimenti umani.il buddha vive in tutti i corpi.gli esseri mortali sono limitati.buddha conosce le aspirazioni i desideri degli esseri.se uno vive cane,poi diventa uomo,ad esempio.il corpo cambia,l'io rimane una energia non superiore al corpo.e' sempre piena di illusione.pero' la legge e' superiore,al corpo e alla mente.in genere il corpo e' fatto di mente,di emozioni,degli elementi con cui e' fatto un fantasma.e' un po' come matrix.che una persona dice di essere nell'illusione,illuso da un programma.ma qualcuno ha creato quel programma.quei bestioni in smoking sono fatti della stessa sostanza di cui e' fatto keanu reeves.della stessa mentalita'.sono simili,ed e' questo che vogliono rappresentare.cioe' vogliono rappresentare come il tathagata che cerca di vincere il demone mara.cioe' va visto dentro di se.non possiamo credere che durante la morte nessuno ci accompagna.buddha mantiene i nostri approcci sempre simili a una nuova nascita.
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    @Talpo Dhir L'errata idea dell'io o un io con un'idea errata?
    @Losang 84000 insegnamenti sono veramente molti da raccontare, figuriamoci incorporarli nel proprio fare.

    Secondo il mio punto di vista è importante che la fede e la credenza non alterino la percezione, non si deve "preferire di vedere le cose in quest'ottica". Anche se potrebbe essere un'ottima scelta, nessuno è obbligato a farla.
    Tra l'altro è molto pericolosa imho, se si pensa di esser "a posto".
    L'importante poi è dare (e di comprendendere) senso di quel che "si fa", non rincorrere l'immaginazione (o lo studio) di quel che c'è non c'è ecc secondo A, B, C ... L'aiuto dei Sutra e di chi condivide da più tempo il cammino è fondamentale.

    Quanto cambiano storicamente e nelle diverse tradizioni le indicazioni che vengono date del Nirvana e dell'esperienza che conduce al risveglio? Cambia nelle diverse epoche e scuole la descrizione di "chi" si risveglia e in che modo cambia la "sua" vita fino al Risveglio?
    Secondo me questo è significativo.

    CITAZIONE (fajuzi @ 5/2/2014, 09:24) 
    :quoto: tutti. Aggiungerei che (imho), dopo aver raggiunto un certo livello di consapevolezza, il passo successivo sarebbe di depositarla nel water e azionare lo scarico, che consapevolezza è quella che ci si porta appresso? Mi pare che il problema sia proprio quello.

    Un po' criptico fajuzi! ... ma credo di essere daccordo ...
     
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30 replies since 4/2/2014, 17:19   432 views
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