Un particolare ringraziamento a Simon McGowan "The Scottish of Bronzy" e Godfrid Richard "Mario"
Qualcosa era cambiato, il profumo era nell'aria.
Godfrid caricava la macchina lentamente, senza la solita fretta, Simon aveva perso quella carica elettrica che lo contraddistingueva negl'altri giorni.
Mi sono alzato dal letto, sono andato a farmi una bella doccia fresca.
Ho giocato con i bimbi di Simon prima che andassero a scuola, abbiamo fatto colazione lentamente, ridendo, scherzando.
La tensione, le aspettative, l'ansia erano sparite.
Eravamo una squadra, un gruppo di persone che ragionavano tutte con la stessa testa e lavoravano con le stesse braccia.
Finiamo di fare colazione e si parte. Non diciamo nulla. Non serve, tutti e tre sappiamo dove stiamo andando. Là, a nord, al Miglio 100, dove il mare ci ha detto di andare, ad oltre cento chilometri da casa.
Il vento è di spalle.
Il mare è piatto.
L'onda è unica, grande, scura.
Dietro le macchie di 'sporco' vicino alla riva, a tiro utile di canna.
Il sole che non decide a spuntare dalle nuvole.
Godfrid Richard della tribù dei Tamara, rompe il solito silenzio con una frase emblematica "Today the sea it's good, and tell you. Yes, today it's the bronzy day".
Ciò che faremo da quando i nostri piedi toccheranno la sabbia della spiaggia sarà solo quello che il mare ci ha detto di fare.
Aspettare il sole e l'alta marea ed intanto pescare pesci per fare inneschi freschi, con tanto sangue.
Due canne a due ami, sardina e calamaro battutto. Spike da 175gr e lanci frequenti, in attesa delle spiombate rispettivamente sul primo (40mt) e secondo canalone (60mt).
(Sea Cat Fish)
(Elephant fish)
(Sand Shark)
Le abboccate si fanno via via più rare sintomo che qualcosa sta cambiando.
L'acqua. Ma certo!
La marea sta salendo ed i pesci si stanno spostando nel più classico rapporto causa-effetto. Si spostano da una zona che tra poco diventerà piuttosto pericolosa.
Le nuvole.
Un raggio di sole spunta dalla coltre grigia ed illumina la riva.
Il cavo dell'onda cambia, si fa più panciuto.
Sulle orecchie si sente un alito caldo, il vento dalle spalle sta calando.
Le nuvole si aprono e i raggi che vi filtrano diventano sempre di più.
La spiaggia si accende.
La temperatura sale rapidamente.
Brividi freddi.
Madre natura, l'Oceano, ci sta regalando qualcosa di unico: ogni variabile sta andando in 'bolla', ogni entità si sta allineando in un perfetto equilibrio.
I calamenti bi-amo lasciano spazio ad un cavo d'acciaio da 120lb di 50cm e due ami 10/0.
Il pesce elefante viene eviscerato ed estrattogli il fegato.
Godfrid prepara le monopezzo Poseidon Assasin 'strong', i 50H Daiwa con 400mt di 0.45mm in bobina e più sotto altri 400mt di Spectra.
Simon mentre rassoda il boccone con la lycra mi guarda sorridendomi: "It's the moment!".
Un altro brivido.
Il mare mi vuole, l'Oceano vuole me.
Svito lentamente la tanica dell'acqua dolce e bagno i rotanti, i miei fedeli compagni di battaglia, quelli che non dovranno abbandonarmi mai, quelli che dovranno fronteggiare ogni muscolo dello splendido animale, anche nel caso in cui la canna dovesse cedere.
Non riesco a non pensare.
In questi momenti hai mille pensieri in testa.
Ancora una volta lo Shark Fishing, la massima espressione della pesca dalla spiaggia.
Ancora l'Oceano, quel mare che ben presto diventerà sempre di più il mio mare.
Svito lentamente il pomellino del mag, sulla guancia destra.
E'ancora bagnato.
Vittorio sei ancora in tempo, quando la tua esca sarà laggiù non ci saranno vie d'uscita.
O vinci o perdi.
Sclock. Lo sblocco della bobina.
Il pollice rosa sul Suffix rosso.
Guardo ancora una volta quel mare e la polpetta va a ore quattordici e poi...
bsssssssssssssssssssssssssssss. Stock.
La bobina è nuovamente bloccata.
Apro la frizione.
Sgancio il cicalino sulla guancia sinistra.
Mi assicuro che la canna sia ben posizionata sul picchetto artigianale.
Il tutto si ripeterà per altre due volte per altrettante canne.
Ore 11,55 namibiane.
Godfrid apre la solita seggiola verde, comodissima, destinata alle lunghe attese.
Ma no, questa volta no.
Mi tolgo la felpa nera, fisso bene la cintura, mi siedo sulla sabbia con gl'occhi chiusi.
Ore 12,05 namibiane.
Scatto in piedi, Simon non capisce, non c'è nessun segnale tangibile.
Ore 12,07 namibiane.
Grrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr
La monopezzo si piega fino al manico, tanto che la punta tocca quasi terra e non riesco a toglierla dal picchetto da solo.
Il cicalino è impazzito.
Godfrid mi aiuta.
Mare, Oceano, ma che sta succedendo?
Stacco il cicalino, punto bene le mani sulla canna, chiudo di tre giri la frizione e indietreggiando cinque ferrate a ripetizione come fucilate.
Non sento nulla, solo il rumore della bobina del mulinello che fischia.
Abbasso lo sguardo.
Cazzo.
Il filo rosso dove è finito?
Vedo solo il nero dello Spectra.
Simon mi sveglia "It's the Big One! Fast fast"
Corriamo a destra, nel tentativo di recuperare filo e mettere meno distanza laterale possibile tra me e questo siluro.
Ho il fiatone. Corro e giro velocissimo il rotante.
Arrivato a circa 100mt a destra dal punto della ferrata decide di farmi capire che impazzirò.
Cambia direzione, ora si va a sinistra.
Facciamo 400mt a sinistra.
Intanto il nylon è nuovamente nel mulinello.
Decide che è arrivato il momento di fare sul serio.
Con uno strattone mi fa mancare per un attimo l'equilibrio e ora ha il muso verso il largo.
Ora Vittorio si fa sul serio.
La bobina del rotante impazzisce.
Godfrid corre con l'acqua e bagna il filo.
Non c'è nulla da fare, non riesco a tenerlo. I miei 90kg non bastano, ora, a fermarlo e fargli girare la testa.
"Sit down please Victorio".
Mi siedo sulla sabbia e bevo un po di acqua.
Riprendo fiato.
Ripartiamo.
Pompate lentissime, per fargli sentire che ci sono.
Sembra però che non sortiscano nessun effetto.
Cerco di pomparlo per oltre quaranta minuti senza risultati.
Il filo che recupero lo riprende con un paio di codate.
"It's very big Victorio"
La cosa non mi rassicura affatto Simon, anzi, ora ho più paura di prima di avere a che fare con un pesce che mi farà morire di fatica e che alla fine, non domo, vincerà questa sfida che gli ho lanciato.
Vabbè, ci sta tutta.
Se non volevo perdere potevo rimanere a pescare i pesci elefante.
Ma perchè devo perdere?
Perdio, se perderò lo farò ma si ricorderà a lungo di me.
E' passata quasi un ora.
Ho le braccia che mi fanno male.
Appena allento la presa guadagna troppi metri.
Il nylon rosso è tutto fuori ormai da parecchio tempo.
Sto combattendo un pesce, che non so quanto grande sia, ad oltre 600mt di distanza da riva.
Mi vengono i brividi.
Seicento metri di potenziali problemi.
Seicento metri mi dividono da Lui, dal mio avversario.
Immezzo l'Oceano, indomabile ed imprevedibile.
Un altro squalo che recide il filo.
Una roccia e questo sforzo immane avrà fine.
Per un attimo ci spero.
Ho le braccia che fanno davvero male.
Simon vede che non ho più la forza nei muscoli delle braccia per pompare e mi fa appoggiare la canna per qualche minuto su di lui. Relax.
Non mi accorgo che ho le mano che mi tremano dalla fatica.
Bene squalo adesso hai tirato tu e ora tiro io.
Inizio a pompare, controllo il respiro, uso la schiena e le gambe per fare leva sulla canna.
Simon mi incita "Good good! Very good!"
Mezzo metro alla volta viene.
Il nylon rosso torna in bobina.
Meno quattrocento, penso.
Viene.
Taci.
E' stanco.
Mi alzo in piedi.
Penso che ormai è fatta.
Siamo ad un ora e venti di combattimento.
Si. Pia illusione.
Riparte verso destra e mi fa fare quasi quattrocento metri con Simon al mio fianco.
Lo guardo preoccupato.
"No probelm Victorio"
Simon è tranquillo.
Io inizio a pensare a quando sentirà la sabbia sulla pancia.
Come farò a tirarlo in acque sicure?
Passerà un altra ora e finalmente sarà vicino all'onda.
Ci vorranno poi altri trenta minuti per agganciarlo e portarlo a riva.
Tutti i pescatori in zona si avvicinano.
Chi mi stringe la mano.
Simon mi abbraccia.
"It's a Big One Victorio, compliments!"
Ho le braccia che mi tremano.
Ho combattuto per due ore e quaranta un pesce che misurerà 2,66mt per 134kg di peso.
Combattuto con una lenza da 0.45mm
E' la quarta cattura in ordine di grandezza per il centro pesca di Simon.
E' la undicesima cattura più grande della Namibia sulla specie.
Lo squalo, dopo averlo accarezzato, marchiato e medicato, riprende il largo.
L'appuntamento con Simon e i grandi Carcarini Ramati è per Marzo 2011.
Prima ci saranno grosse novità, i nutrice dell'isola di Maio e poi il Transkei con il progetto Bull Shark.
Ma ora non vedo l'ora che arrivino le mormore in alto Adriatico!