IL FARO DEI SOGNI

Posts written by ÇRÌS

view post Posted: 13/5/2024, 08:58     UFO Robot Goldrake - Il mondo dei cartoon e dei manga



Anime - Genesi



Nel 1975 Gō Nagai aveva collaborato alla realizzazione di UFO Robot Gattaiger - La grande battaglia dei dischi volanti (Uchū enban daisensō (宇宙円盤大戦争? lett. La grande battaglia dei dischi volanti)), un mediometraggio di circa trenta minuti distribuito nei cinema in Giappone e sorta di film pilota che divenne la base per lo sviluppo della serie televisiva e, in seguito, dalla sua trama vennero tratti gli ultimi tre episodi della stessa.

Per sfruttare il successo di pubblico incontrato dalle due precedenti serie anime create da Gō Nagai e prodotte dalla Toei, Mazinga Z e Il Grande Mazinga, il personaggio di Koji Kabuto, pilota del primo robot e assente nel film pilota, venne inserito nella trama della nuova serie come trait d'union e anche la caratterizzazione del robot fu modificata proprio per essere più in linea con lo stile dei mecha delle due precedenti serie di Nagai, in modo da far sì che la nuova serie formasse con esse una trilogia, anche se, a differenza delle serie di Mazinger, fu concepito subito come prodotto destinato anche a un pubblico femminile (shōjo).



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Produzione
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La nuova serie anime fu prodotta in 74 episodi dalla Toei Animation e ideata da Gō Nagai sulla base del suo omonimo manga, con le musiche di Shunsuke Kikuchi e il character design e le animazioni di Kazuo Komatsubara, sostituito da Shingo Araki stabilmente a partire dall'episodio n. 49.

I 74 episodi complessivi della serie furono trasmessi per la prima volta in Giappone dalla Fuji Television dal 5 ottobre 1975 al 27 febbraio 1977.



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view post Posted: 12/5/2024, 11:59     Isole dell'Italia - CULTURA ITALIANA E REGIONI



Penisola italiana - Isole nel mar Ligure


Arcipelago Spezzino
Palmaria
Isola del Tino
Tinetto
Torre Scola
Isola Gallinara
Isola di Bergeggi



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Isole del mar Tirreno
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Arcipelago Toscano
Isola di Gorgona
Isola di Capraia
Isola d'Elba
Isola di Pianosa
Isola di Montecristo
Isola del Giglio
Isola della Cappa
Isola di Giannutri
Formiche di Grosseto
Scoglio d'Africa
Isola di Palmaiola
Isola di Cerboli
Isola dei Topi
Isole Gemini
Isolotto dello Sparviero
Isola Argentarola
Isola Rossa (Monte Argentario)
Isola Rossa (Teulada)
Isolotto
Formica di Burano
Secche della Meloria
Secche di Vada
Isole Ponziane o Isole Pontine
Isola di Ponza
Isola di Ventotene
Isola di Santo Stefano
Palmarola
Isola Zannone
Isola di Gavi
Scoglio della Botte


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view post Posted: 12/5/2024, 11:54     Corsica - CULTURA ITALIANA E REGIONI



Verso il secondo impero




Chiusa definitivamente, la parentesi napoleonica porta i suoi strascichi in Corsica, essendo divenuta l'isola uno dei luoghi di raccolta dei superstiti seguaci dell'imperatore.

Di fronte alla reazione monarchica, i partigiani còrsi di Napoleone fanno causa comune con gli insorti, mai domi, delle montagne centro-meridionali e, tra il 1815 e il 1816, imperversa nell'isola la cosiddetta guerra del Fiumorbo: per mesi poco più di un migliaio di uomini e qualche centinaio di guerrigliere còrse tengono testa - e alla fine quasi sconfiggono - le superiori forze (almeno 8 000 uomini) del marchese de Rivière.

Scampato per miracolo alla cattura in battaglia, il marchese viene sostituito dal conte Willot, il quale offre una resa onorevole al comandante degli insorti, il murattiano Poli che, grazie all'amnistia concordata, nel maggio 1816, abbandona la Corsica con i suoi seguaci.

Quasi sconfitti militarmente, i Borboni ottengono così una vittoria politica, e allontanati o imprigionati i bonapartisti, affidano a monarchici di provata fede il governo dell'isola.

Passata l'ultima fiammata del Fiumorbo (ma una parte degli insorti si darà alla macchia e sarà operativa sin verso il 1830), la gente di Corsica, con alle spalle un secolo intero (1729-1816) di guerre quasi ininterrotte, o si rassegna al proprio destino ripiegata su sé stessa e sulla propria identità, accontentandosi della protezione delle proprie montagne o, se cerca fortuna, lo fa - quasi ovviamente - per lo più all'interno dello Stato francese e in quel contesto, facendo ogni sforzo per far dimenticare le proprie origini.[senza fonte]

La gente comune continua a vivere di un'economia di sussistenza e l'incremento demografico registrato dal 1800 al 1890 (da 164 000 a 290 000 abitanti) è comunque modesto (specie in termini assoluti) e ampiamente spiegabile con la fine di un lunghissimo periodo di continue guerre e devastazioni.

A testimonianza della fatica della gente còrsa per darsi di che vivere, sono oggi visibili nell'isola numerosi terrazzamenti abbandonati, creati con grande fatica non per la coltura di viti e olivi, ma di cereali panificabili.

I successivi piani di sviluppo agricolo non fecero che ricalcare nella sostanza i passi di quelli ideati ancora nel XVII secolo dal Banco di San Giorgio, portando con sé - quasi inevitabilmente - gli stessi scarsi risultati e generando le stesse tensioni sociali che li avevano contraddistinti due secoli prima, finendo così per generare contrasti che scoppiarono puntualmente in occasione delle rivoluzioni del 1848.

A rendere più fosche le tinte del periodo non mancarono le carestie (1811, 1816, 1823, 1834) e le epidemie di colera (1834, 1855), senza contare le febbri malariche, endemiche nelle pianure umide litoranee, e il perdurare della vendetta e del banditismo che, oltre a costituire un fenomeno di pura criminalità (cui inevitabilmente s'intreccia soprattutto quale conseguenza delle faide), assume un carattere finanche politico.

La risposta dello Stato, significativamente, ricalca quella genovese: fallite le politiche repressive si ricorrerà, nel secondo impero, alla soppressione generalizzata del porto d'armi, mentre s'impiantano colonie penali agricole nell'isola con l'obiettivo di aiutare l'agricoltura locale.

D'altra parte gli stessi francesi sentono la Corsica come estranea[senza fonte] (Chateaubriand dà per scontato questo dato nelle sue polemiche antinapoleoniche e si riferisce in modo sprezzante ai suoi abitanti) e, almeno sino al compiersi del Risorgimento, anche i còrsi - che continuano a frequentare le Università italiane - si sentono parte della comunità italiana, intesa in senso culturale.

Il francese è impiegato quasi esclusivamente negli atti amministrativi (sino a metà Ottocento è però normale trovare atti di nascita, matrimonio e morte redatti in italiano), e l'italiano continua a essere schiacciante maggioranza nelle pubblicazioni locali e persino negli atti notarili, mentre quello che più tardi sorgerà come lingua autonoma, il corso, altro non è che il vernacolo locale, sentito - come avviene pressoché ovunque nell'Italia dei mille dialetti - come registro familiare affiancato all'italiano.

Dei notabili che vezzosamente ostentano l'impiego dell'italiano toscaneggiante anche nelle conversazioni informali, si dice significativamente che parlanu in crusca, con chiaro riferimento alla celebre Accademia fiorentina, custode della lingua italiana.

Nel 1821 un'ispezione condotta dall'accademico di Francia Antoine-Félix Mourre, stimava che su circa 170 000 abitanti solo circa 10 000 comprendessero il francese, e solo un migliaio fossero in grado di scriverlo. Nel 1823 un prefetto francese in ispezione sull'isola si sente rispondere «noi siamo italiani» dai responsabili del Cantone di Belgodere che aveva appena esortato a propagare anche nella loro regione la lingua nazionale, il francese.

A ulteriore conferma di tale situazione basti pensare che nel Trattato stretto il 18 febbraio 1831 a Parigi tra il generale La Fayette e il comitato rivoluzionario italiano di Parigi nell'ambito delle agitazioni correlate alla Monarchia di luglio, su proposta del francese, si stabilisce lo scambio tra Corsica e Savoia.

Il 28 luglio 1835 il còrso Giuseppe Fieschi attenta alla vita di Luigi Filippo di Francia e viene ghigliottinato.

L'uso della lingua italiana, che continuava a essere impiegata in Corsica anche negli atti pubblici (per un decreto del 10 marzo 1805 che derogava per l'isola l'uso obbligatorio del francese), è soggetto a divieto il 4 agosto 1859, a seguito di una sentenza della Corte di cassazione francese, che interviene non appena Napoleone III rientra a Parigi reduce dalla campagna d'Italia che ha dato una brusca svolta ai progetti d'unità italiana: difficile non pensare a un provvedimento politicamente motivato, teso a prevenire una possibile deriva della Corsica verso un costituendo Stato italiano, mentre Savoia e Nizza venivano cedute alla Francia.[senza fonte]

Malgrado qualche riferimento a un coinvolgimento dell'isola nell'unità italiana da parte, tra gli altri, di Garibaldi, Mazzini e Gioberti, e la partecipazione di alcuni còrsi a diverse battaglie del Quarantotto italiano, la Corsica non è mai stata davvero coinvolta dal processo unitario italiano.

Del resto, lungo la storia, il costante ricorrere dei còrsi a chicchessia, pur di scacciare il governo straniero che li governava, testimonia della loro atavica volontà di non avere, in ultima analisi, alcun dominatore e del loro genuino - seppure mai davvero soddisfatto - desiderio d'autogoverno.

Restano pertanto come casi tutto sommato isolati gli episodi nei quali dei còrsi combattono come Garibaldini o la parabola di Leonetto Cipriani, di Centuri (Capo còrso) che, protagonista alla battaglia di Curtatone (1848) e poi a quella di Novara, più tardi sarà governatore delle Legazioni pontificie (1860) e senatore del Regno d'Italia.

Parimenti, la presenza di italiani esuli in Corsica durante la prima fase del Risorgimento, più che a stimolare un eventuale sentimento pro-italiano in senso unitario-politico - pressoché inesistente - finisce per contribuire alla diffusione di idee liberali presso la borghesia còrsa. In questo contesto, attorno al 1848 nasce in Corsica la società segreta dei Pinnuti, sorta di Carboneria isolana (in còrso i pipistrelli si dicono topi pinnuti).

Più significativo è, naturalmente, l'impegno dei notabili nel mondo politico parigino, anche come esito della pressione - che si fa sempre più crescente - affinché si integrino nello Stato francese.

Sotto la Restaurazione borbonica, in una Corsica ormai poverissima si è costretti a derogare alle soglie d'accesso al voto basate sul censo, abbassandole quanto basta per coinvolgere i maggiorenti dell'isola nella politica nazionale. Si accentua così la tendenza - già presente da secoli - delle famiglie più potenti a disporre del potere, dando nuova vita al fenomeno indicato da taluni esponenti del mondo autonomista come clanista.

Tra le famiglie che incarnano questo processo, le prime sono senz'altro quelle dei Pozzo di Borgo e dei Sebastiani, che iniziano la loro attività all'ombra del nuovo potere centrale già durante il Primo Impero, e prima ancora di proclamarsi fedeli alla restaurazione monarchica. Seguiranno gli Abbatucci sotto il Secondo Impero e gli Arène nella Terza Repubblica.

Se i còrsi che cercano fortuna nella terraferma cercano d'integrarsi all'esagono, il continente scopre quest'esotica, nuova appendice del proprio territorio grazie soprattutto ai viaggi alla scoperta dell'isola di alcuni intellettuali e ai romanzi di successo che la Corsica ispira loro.

Su tutti, Honoré de Balzac che nel 1830 pubblica La Vendetta (i cui protagonisti còrsi parlano in italiano) e Prosper Mérimée con Colomba (uscito nel 1840), cui seguiranno Alexandre Dumas con I Fratelli Corsi, Gustave Flaubert e più tardi altri autori francesi di rilievo.



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view post Posted: 10/5/2024, 07:45     Campania - CULTURA ITALIANA E REGIONI

Aree naturali protette


Le aree naturali protette della Campania occupano un territorio pari al 25% dell'intera superficie regionale e coprono per lo più il piano montano o collinare, salvo in rare eccezioni come nella valle del Sele e del Volturno.

Di queste aree fanno parte due parchi nazionali: il Parco nazionale del Vesuvio ed il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, quest'ultimo importante per la sua notevole estensione e per la presenza della rarissima Primula palinuri.

Altri importanti parchi sono: il parco regionale Monti Picentini, il parco regionale del Partenio, il parco regionale del Matese, il parco regionale del Taburno - Camposauro, il parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano, il parco regionale dei Campi Flegrei, il parco regionale dei Monti Lattari.

Tra le riserve naturali si distinguono: la riserva naturale Cratere degli Astroni, riserva naturale Castelvolturno.

Di queste aree fanno parte due parchi nazionali: il Parco nazionale del Vesuvio ed il Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, quest'ultimo importante per la sua notevole estensione e per la presenza della rarissima Primula palinuri.

Altri importanti parchi sono: il parco regionale Monti Picentini, il parco regionale del Partenio, il parco regionale del Matese, il parco regionale del Taburno - Camposauro, il parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano, il parco regionale dei Campi Flegrei, il parco regionale dei Monti Lattari.

Tra le riserve naturali si distinguono: la riserva naturale Cratere degli Astroni, riserva naturale Castelvolturno.

Le oasi principali sono invece: l'oasi naturale del Monte Polveracchio, l'oasi naturale Bosco Camerine, l'oasi naturale Valle della Caccia.

Tra le aree marine protette abbiamo: l'area naturale marina protetta Punta Campanella, la riserva Marina Statale denominata "Regno di Nettuno", che comprende le isole di Ischia, Procida e Vivara, il parco sommerso di Gaiola e il parco sommerso di Baia, tutte nella città metropolitana di Napoli.

Infine vi sono l'area marina protetta di Santa Maria di Castellabate e, più a sud, l'altra area protetta marina Costa degli Infreschi.


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Clima
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La Campania può essere suddivisa in due zone climatiche: la zona a clima mite, influenzata dalla presenza del mare, che comprende la costa del casertano, il napoletano e la costa del salernitano (insieme naturalmente all'arcipelago) dove si possono sentire maggiormente i benefici del mare; e la zona a clima più rigido, che comprende le zone interne dove si nota l'aumento della presenza della montagna: infatti in inverno nelle zone montuose si registrano temperature rigide, ed anche nelle valli non mancano gelate e banchi di nebbia, talvolta accompagnate da nevicate che si fanno sempre più copiose man mano che ci si addentra nell'entroterra e si sale di altezza.

In estate si possono raggiungere temperature elevate e vi sono giornate di pieno Sole, tuttavia le caratteristiche orografiche e l'influenza benefica del mare, rendono il caldo maggiormente sopportabile.

Dal punto di vista precipitativo, gran parte della regione risulta esposta ai venti umidi atlantici per la relativa vicinanza della dorsale appenninica alla fascia costiera.

Ne conseguono valori piuttosto abbondanti anche lungo le coste (media attorno ai 1.000 mm annui, salvo alcuni valori leggermente inferiori lungo il litorale casertano), mentre i valori minimi di pioggia si registrano paradossalmente nel più lontano entroterra al di là dello spartiacque appenninico: quest'ultimo tende a far salire ad ovest fino a 2.000 mm i valori pluviometrici di alcune località dell'Irpinia, mentre oltre lo spartiacque ad est (nelle zone confinanti con la Puglia) si scende bruscamente fino a 600–700 mm. Più raramente le perturbazioni assumono carattere disastroso; tra gli eventi più catastrofici si cita l'alluvione di Salerno del 25 ottobre 1954, che causò diverse centinaia di morti.



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view post Posted: 9/5/2024, 17:34     UFO Robot Goldrake - Il mondo dei cartoon e dei manga



Dopo la morte di Hydargos, Gandal viene affiancato dal Ministro delle Scienze Zuril, proveniente da una stella alleata a Vega, un individuo decisamente audace e di grande cultura scientifica, nonché abile stratega; questi si contrapporrà spesso a Gandal cosicché i due finiranno spesso per contrastarsi anziché cooperare, anche se non mancheranno di allearsi contro Dantus, un altro comandante di Vega che aveva quasi sconfitto Goldrake utilizzando un gigantesco gorilla-cyborg da lui costruito.

Koji riceve un nuovo mezzo battezzato Goldrake Due (Double Spacer), grazie al quale Goldrake potrà agganciarsi e volare più agilmente nell'aria terrestre rispetto al proprio disco Spacer.

A Venusia, dopo un periodo di uso misto del "Goldrake 2", viene assegnato il Delfino Spaziale (Marine Spacer), un mezzo in grado di agganciarsi e far muovere Goldrake sotto l'acqua, che sarà molto utile contro la base avanzata sottomarina di Zuril.

Si scopre che Maria (Maria Grace Fleed), sorella minore di Actarus, era arrivata sulla Terra ancora bambina, salvata da un anziano abitante del pianeta Fleed che l'aveva allevata come fosse sua nipote; in punto di morte egli le rivela tutto implorandola di riprendersi la sua eredità, il robot Goldrake, e consegnandole l'emblema del suo lignaggio reale, un medaglione, una pistola a raggi e un pugnale.

In seguito Maria, credendo di trovare in Actarus il suo acerrimo nemico, cerca di ucciderlo col pugnale ma riesce solo a lacerare la sua casacca e a far cadere un medaglione col simbolo del pianeta Fleed, uguale al suo, che le svela la verità: i due sono fratello e sorella, eredi della famiglia reale di Fleed. Da questo momento anche Maria coadiuva il fratello in battaglia, e lo fa con un nuovo mezzo, la Trivella Spaziale (Drill Spacer), in grado di agganciarsi e far penetrare il robot Goldrake sottoterra.

La lotta prosegue con la squadra di quattro piloti e le forze di Vega subiscono numerose sconfitte, mentre il loro impero comincia a dissolversi.

La stella Vega, contaminata dalle radiazioni del Vegatron, il minerale fonte di energia della sua civiltà, sta per diventare una stella morta e la Terra apparirà agli alieni come l'unica speranza per la sopravvivenza.

Gli attacchi si faranno quindi sempre più decisi e disperati e la guerra s'inasprisce, con molte vittime: Kain e Morus, grandi amici d'infanzia di Maria e Duke, Zuril Junior, figlio di Zuril.

Re Vega, nel tentativo di assicurarsi il buon esito della guerra, promette a Zuril la mano della figlia Rubina, ex promessa sposa di Actarus. Ma la principessa si ribella e fugge sulla Terra per comunicare ad Actarus che il suo pianeta Fleed sta rinascendo.

Actarus, sorpreso, esce dall'astronave, ma, caduto in una trappola del ministro Zuril (infatuato anch'egli di Rubina), l'accusa di averlo ingannato. La giovane principessa con un gesto estremo lo salva, finendo per morire fra le sue braccia. Morirà anche il ministro Zuril, folgorato dalla pistola a raggi di Koji.

Ormai l'esercito di Vega è quasi privo di risorse e manda all'attacco Guragur, l'ultimo Mostro di Vega che, pilotato da Lady Gandal, si lancia in un ennesimo disperato attacco.

Contemporaneamente Actarus si mette in viaggio verso la base nemica meditando un attacco suicida ma Koji intuisce le sue intenzioni, lo insegue e lo costringe a tornare minacciando di seguirlo anche a costo della vita, infatti mentre stanno per uscire dall'atmosfera terrestre la struttura del Goldrake Due comincia a cedere perché non è costruito per volare nello spazio.

Mentre stanno tornando vengono attaccati a tradimento da Lady Gandal: Alcor perde i sensi e Actarus lo salva gettandosi con il Goldrake dal suo spacer e prendendo al volo il mezzo dell'amico, ma viene nuovamente attaccato e indebolito dai raggi dell'avversario.

Quando ormai è sul punto di soccombere l'arrivo dei mezzi di soccorso distrae Lady Gandal, e finalmente Goldrake riesce a distruggere il robot nel quale si trova la coppia, tagliandogli la testa, che però non esplode: rinvenuta, Lady Gandal stordisce il marito e propone ai terrestri di lasciarla vivere in pace sulla Terra promettendo di uccidere il proprio re.

Ella sta quasi per riuscirci ma viene fermata e uccisa dalla sua metà maschile, che desiderando riscattarsi con re Vega si schianta volontariamente con la sua astronave contro Goldrake senza però riuscire a distruggerlo, morendo dopo aver invocato il nome del suo sovrano, mentre si inabissa col suo mezzo in mare.

Nella battaglia finale contro tutte le forze di Vega rimaste, lanciate in un ultimo disperato attacco, i compagni di Actarus alla guida di una nuova astronave, il Cosmo Speciale distruggono sistematicamente tutte le navi e i minidischi mentre Goldrake combatte contro la nave imperiale di Re Vega.


Inizia un lungo combattimento e Actarus, dopo essere stato in difficoltà, con l'aiuto dei suoi amici riesce a danneggiare gravemente il nemico e re Vega, vistosi sconfitto, per vendicarsi ordinerà di fare schiantare la propria astronave sulla Terra per contaminarla con le proprie ceneri radioattive, ma Actarus riuscirà a fermarlo in tempo: con un ultimo colpo della sua alabarda spaziale, la sua arma più caratteristica, Goldrake squarcia la sezione di comando della nave colpendo lo stesso sovrano che, in un ultimo delirio di onnipotenza ("Io sono Re Vega, signore dell'universo!!"), muore nell'esplosione, mentre gli eroi si lasciano andare ad un pianto di gioia.

Terminata la guerra con la rassicurazione che la loro patria natale Fleed sta tornando alla vita, Actarus e Maria decidono di tornarvi per ricostruire, assieme a coloro che scamparono all'invasione da parte di Vega, il regno perduto.

In un commosso commiato dal padre adottivo Procton e dagli amici più cari, Actarus e Maria decollano alla volta di Fleed e l'ultima sequenza li vede arrivare sul loro pianeta ormai rifiorito.



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view post Posted: 8/5/2024, 21:36     Isole dell'Italia - CULTURA ITALIANA E REGIONI



Isole del mar di Sardegna



Isola Rossa
Isola Asinara
Isola Piana
Isola dei Porri
Isola Piana
Isola di Foradada
Mal di Ventre
Isolotto di Caogheddas
Scogli di Corona Niedda
Scoglio del Catalano
Isola del Corno
Isola Cruccianas
Isola Geniò
Il Vitello
Isola dei Ratti
Isola di Cala Vinagra
Isola Manna
Scoglio Pan di Zucchero
Isola Piana
Isola Porcu e Scriba
Isola di San Pietro
Isola di Sant'Antioco
Scogli delle Spine
Scogli l'Agusteri
Scoglio della Catena
Scoglio il Morto
Scoglio Is Canneddas
Scoglio Mangiabarche di fuori
Scoglio Mangiabarche di terra
Isola de sa Scruidda
Isola di Stea
Su Scoglitteddu
Isola del Toro
Isola la Vacca
Isola Rossa
Isola Tuerredda
Isola Su Giudeu
Isola San Macario
Isola di Campionna
Isola del Coltellazzo



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view post Posted: 8/5/2024, 13:22     Thor - Supereroi Marvel



Storia del personaggio - Origini


Thor è il figlio del padre degli dei di Asgard, Odino e dello spirito della Terra Jord (avatar di Gea).

L'obiettivo di Odino era quello di avere un figlio che avesse dei poteri non derivanti esclusivamente dalla patria degli dei celesti.

Così Odino creò una caverna in Norvegia, dove Jord diede alla luce Thor.

Thor viene cresciuto tra gli asgardiani nella convinzione che Frigga, la legittima sposa del padre, fosse anche sua madre biologica.

Trascorsa la fanciullezza gettandosi nelle avventure più disparate assieme all'invidioso fratello adottivo Loki, agli amici Balder, Fandral, Hogun, Volstagg e al suo primo amore Lady Sif ben presto, non smentendo la forza e la nobiltà del suo retaggio, Thor diviene il miglior guerriero di Asgard, tanto abile da riuscire a brandire il martello incantato Mjolnir e da recuperare l'anello del Nibelungo per conto di suo padre sotto le mentite spoglie di "Siegfried", dando vita all'omonima leggenda.

Tutto ciò porta tuttavia il principe asgardiano a sviluppare un carattere arrogante, impulsivo e quasi guerrafondaio, motivo per il quale Odino decide di insegnargli il valore dell'umiltà esiliandolo sulla Terra (senza memoria né poteri) nel corpo del giovane, gracile, mite e zoppo studente di medicina Donald Blake che, dopo dieci anni, apre una clinica privata a New York divenendo un brillante dottore noto per le sue virtù di perseveranza e compassione.

Compreso che ormai ha imparato la lezione, Odino fa in modo che il figlio vada in vacanza in Norvegia, presso una grotta, rinvenga Mjolnir e recuperi i suoi poteri in tempo per sventare un'invasione di alieni kronani.

Successivamente Thor e il suo alter ego Donald Blake iniziano una doppia vita prendendosi cura dei malati nella loro clinica privata assieme all'infermiera Jane Foster (amata da entrambi) e difendendo l'umanità dal male.

I principali avversari affrontati dal "Dio del Tuono" nel corso delle sue prime avventure sono l'Uomo Assorbente, il Distruttore, il Demolitore, Zarrko l'uomo venuto da un altro mondo, l'Uomo Radioattivo, l'Uomo Lava, Cobra, Mister Hyde, Amora l'Incantatrice, Skurge l'Esecutore, Gargoyle e infine il suo arcinemico nonché fratello adottivo Loki che, in un'occasione, per sconfiggerlo assume il controllo di Hulk facendolo scontrare con lui, prima che la situazione degeneri però, in soccorso dell'eroe asgardiano arrivano Iron Man, Ant-Man e Wasp, grazie ai quali riesce a liberare Hulk mettendo in fuga il "Dio delle Malefatte".

Visto l'ottimo lavoro di squadra, terminata la battaglia i cinque eroi decidono di formare i Vendicatori.

Innamoratosi di Jane Foster e della vita sulla Terra, Thor si rifiuta di fare ritorno ad Asgard anche dopo che Odino sancisce la fine del suo esilio, cosa che crea numerosi attriti tra padre e figlio.

Nel frattempo, a causa delle macchinazioni di Loki, l'eroe si vede trascinato in una serie di avventure epiche quali affrontare il demone Surtur e il gigante Skagg al fianco di Odino e Balder o provare la sua innocenza da una falsa accusa davanti al Tribunale degli Dei; eventi che lo costringono a prendersi un lungo periodo d'assenza dai Vendicatori.

Tempo dopo, Thor conosce il dio greco Ercole con cui, dopo aver affrontato Pluto, Ego il Pianeta vivente e l'Alto Evoluzionario, instaura una profonda e duratura amicizia.

Infine, Odino acconsente a trasformare Jane in una dea per sottoporla a una prova e stabilire se sia degna del figlio ma, dopo aver fallito, l'infermiera viene privata dei poteri e rispedita sulla Terra senza alcun ricordo di Thor, il quale in seguito ricomincia la sua storica relazione con Sif, assieme alla quale affronta per la prima volta il troll Ulik.

Dopo essersi ricongiunto ai vecchi compagni di battaglia per proteggere Asgard dal mostro chiamato Mangog, Thor soccorre Sif dopo che "Lui" la rapisce, scopre le origini di Galactus, affronta nuovamente Surtur, lo Straniero e Abominio, dopodiché si scontra col Dottor Destino.

Alla fine, si innamorerà di un’altra ragazza, Viviana, una delle poche valchirie rimaste. Thor sacrificherà tutto pur di salvarla da un terribile destino cioè la morte.

I due, separati per anni, si rincontreranno e daranno alla luce Louis, un semidio.


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view post Posted: 8/5/2024, 13:16     Corsica - CULTURA ITALIANA E REGIONI



Nella Francia imperiale



«Il faut que la Corse soit une bonne fois française» dichiarò il futuro imperatore e, con l'arrivo del potere napoleonico, la Corsica cominciò a recepire l'opera di francesizzazione che l'accompagnerà sino ai giorni nostri.

L'isola viene rioccupata interamente nel 1797, mentre in Italia Napoleone liquida sia la Repubblica di Genova sia quella di Venezia.

Ma il ritorno in Corsica della potenza francese vittoriosa in Europa non riporta né la pace, né la prosperità sull'isola.

Le ribellioni e le rivolte si susseguono e quelli che un tempo erano definiti i "patrioti" di Paoli, divenuti "banditi" sotto Luigi XV e Luigi XVI, sono ora definiti "controrivoluzionari" dal Direttorio.

Nel 1798 scoppia la rivolta detta della crocetta, per via della piccola croce bianca che decora i berretti degli insorti.

La ribellione, affine per certi versi alla quasi contemporanea crociata sanfedista del cardinale Fabrizio Ruffo in Italia meridionale, ha origine dagli eccessi del governo giacobino contro il clero (che in Corsica aveva sempre sostenuto le istanze locali).

Guidata dal vecchio Agostino Giafferi (1718-1798), l'insorgenza conquista in breve tempo gran parte del Nord della Corsica. La reazione giacobina è spietata e la rivolta viene affogata nel sangue.

Giuffrida (figlio di Luigi esiliato con Giacinto Paoli), ottantenne, viene prelevato nella sua casa e fucilato.

Simile destino ha una spedizione di còrsi fuoriusciti, che sbarca nel Fiumorbo nel 1800 provenendo dalla Toscana: le promesse di sostegno fatte loro dal console Russo si rivelano chimere e anche questo tentativo, duramente represso, fallisce dopo la resistenza contrappostagli da una Sartene fieramente repubblicana.

Il perdurare dei disordini e il pugno di ferro applicato dal governatore militare dell'isola, Miot de Melito, rendono endemiche, ovunque nell'isola, miseria e povertà. Miot, di fronte a una Corsica ridotta allo stremo, è costretto ad alleviare la pressione fiscale a partire dal 1801.

Altri provvedimenti in questo senso sono presi continuativamente sino al 1811 quando, per decreto imperiale, essi sono confermati e completati dalla riunificazione dei due dipartimenti, con spostamento del capoluogo ad Ajaccio.

Ai vantaggi fiscali - che non avranno alcun effetto significativo, perdurante lo stato di guerra sull'isola - si affianca però la sospensione dell'applicazione della costituzione francese, lasciando l'isola sotto un regime militare durante tutto il consolato e l'impero.

Il generale Morand, cui sono conferiti pieni poteri dal 1803, con il pretesto della lotta al banditismo, utilizza i tribunali militari come strumento di rappresaglia contro la popolazione.

Incoraggiato da Napoleone, il generale si abbandona a eccessi di ferocia e, nel tentare di implementare la coscrizione di massa, si scontra con una nuova rivolta nel Fiumorbo e nelle montagne dell'Alta Rocca, che divengono un rifugio di renitenti e un focolaio di resistenza permanente e ostinata che si prolungherà anche dopo la Restaurazione.

La ferocia della sua repressione diventa leggendaria e sarà ricordata in Corsica come giustizia morandiana quale sinonimo di cieca violenza.

Sul piano economico non v'è nulla di significativo, se non qualche tentativo di miglioramento delle razze ovine, il riadattamento a uso militare della strada Bastia-Ajaccio e lo sfruttamento forestale per le costruzioni navali della marina da guerra francese.

Il bilancio napoleonico in Corsica è dunque a dir poco fallimentare e anche pochi cenni sulla storia di quegli anni rendono chiaro quanto sia artificioso e largamente a uso dei turisti il culto napoleonico ancor oggi celebrato ad Ajaccio, l'unica città dell'isola, per altro, che abbia ricevuto qualche attenzione, seppur largamente vacua e distratta, dal suo illustre figlio.[senza fonte]

Alla caduta di Napoleone gli ajaccini gettano in mare il busto del loro concittadino e inalberano i vessilli borbonici, mentre i bastiesi, guidati dal poeta còrso Salvatore Viale, pubblicano un manifesto (Proclamazione di Bastia) e incitano l'isola alla rivolta e all'indipendenza, instaurando un governo provvisorio che reclama la sovranità còrsa sull'isola.

Il Congresso di Vienna, però, non ne tiene conto, e la Corsica rimane francese. Molti notabili, compresi quelli che avevano tratto qualche beneficio dal regime napoleonico, fanno atto d'obbedienza alla monarchia francese appena restaurata, salvo plaudire in massa al Napoleone dei cento giorni.



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