Posts written by salvatore de stefano

CAT_IMG Posted: 13/4/2017, 19:22     VENERDI Santo - le creazioni di Salvatore (foto)
Vorrei, Signore, che mi offrissi una "scala".
Ogni dimensione ascensionale richiede impegno e decisione. Così è anche dell'alpinista che, prima di fornirsi di strumenti adeguati, deve compiere una giusta preparazione. Non basta coltivare i buoni sentimenti, occorre, invece trasformare i buoni propositi in concretezza di vita. La scala ascensionale verso la casa del Padre o verso la sala del banchetto o verso la vetta del Golgota non può essere costruita da mani di uomini. Il saggio costruttore è sempre il Padre, fonte di sapienza. Egli è anche l'unica fonte di energia necessaria per chiunque volesse tentare la scalata. Gesù Parola rivelata del Padre, ci ha indicato i vari gradini per poter ascendere fino alla vetta del sacrificio. Si possono leggere nella lettera ai Romani: "Vi esorto, fratelli, per la misericordia di Dio ad offrire i vostri corpi come sacrificio vivente, santo e gradito a Dio; è questo il vostro culto spirituale. Non conformatevi alla mentalità di questo secolo, ma trasformatevi rinnovando la vostra mente, per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto" (Rm 12, 1-2). Il sacrificio non si offre una sola volta. Tutta la vita o tutta l'esistenza umana, deve essere "il sacrificio vivente, santo e gradito a Dio". Un perenne "sacrificio" che si innesta nel "sacrificio" di totale redenzione e trasformazione che Gesù ha compiuto. La scala ascensionale deve essere fatta di mentalità convinta e di volontà decisa. Deve innalzarsi e realizzarsi nel totale compimento della volontà di Dio.
Vorrei oggi e sempre diventare, Signore, il sacrificio vivente, santo e a te gradito.

(brano tratto dal libretto Quaresima - Il cammino di conformità a Cristo Gesù - di N.Giordano)



PREGHIERA PER IL VENERDI' SANTO

Dio Redentore, eccoci alle porte della fede,
eccoci alle porte della morte,
eccoci di fronte all’albero della croce.
Solo Maria resta in piedi
nell’ora voluta dal Padre, nell’ora della fede.
Tutto è compiuto,ma, allo sguardo umano,
a sconfitta sembra completa.
Sul ruvido legno della croce, tu fondi la chiesa:
affidi Giovanni come figlio
a tua madre, e tua madre, da questo momento
entra nella casa di Giovanni.
Tutto è compiuto. Tu hai dato la vita,
apri il nostro cuore a questo dono totale.
Sul legno hai elevato tutto a te.
O Signore,
disceso dalla croce raggiungi l’uomo in lacrime,
per dirgli che l’hai amato fino in fondo.

(Romano Guardini)



DAVANTI ALLA CROCE
(Giovanni Paolo II)

Noi ti adoriamo, Cristo Gesù.
Ci mettiamo in ginocchio
e non troviamo parole sufficienti
per esprimere quel che proviamo
davanti alla tua morte in croce.
Noi desideriamo, o Cristo,
gridare oggi verso la tua misericordia
più grande di ogni forza e potenza
alla quale possa appoggiarsi l'uomo.
La potenza del tuo amore
si dimostri ancora una volta più grande
del male che ci minaccia.
Si dimostri più grande dei molteplici peccati
che si arrogano in forma sempre più assoluta
la cittadinanza nella vita degli uomini.



DAMMI IL CORAGGIO

Dammi il coraggio, Signore,
di non sottrarmi alla croce.
Accetto la croce se é abbandonarmi a te,
riconoscendo di essere nelle tue mani.
Accetto la croce se é amare con te
fino a rischiare la mia vita.
Accetto la croce se é annunciare il Dio della vita,
donare assieme a te la speranza.



PREGHIERA PER IL VENERDI' SANTO
di Paolo VI

Siamo qui, o signore Gesù.

Siamo venuti come i colpevoli
ritornano sul luogo del delitto,

siamo venuti come colui che Ti ha seguito,
ma Ti ha anche tradito,
tante volte fedeli e tante volte infedeli,

siamo venuti
per riconoscere il misterioso rapporto
fra i nostri peccati e la Tua Passione:
l'opera nostra e l'opera Tua,

siamo venuti per batterci il petto,
per domandarti perdono,
per implorare la Tua misericordia,

siamo venuti
perchè sappiamo che Tu puoi,
che Tu vuoi perdonarci,
perchè Tu hai espiato per noi.

Tu sei la nostra redenzione
e la nostra speranza.



PREGHIERA PER IL VENERDI'

Signore Gesù, ricordiamo la tua Passione e la tua Morte,
dalle quali sono venute a noi il perdono e la Grazia.
Ti offriamo la fatica e la lotta spirituale che oggi ci attende.
In particolare vogliamo offrirti il piccolo sacrificio che ci costa
ubbidire alla Legge dell'astinenza dalle carni.
Fa, Signore, che partecipando sulla terra alle tue sofferenze,
meritiamo di essere con Te nella gioia del Paradiso.
Così sia.






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CAT_IMG Posted: 29/3/2017, 11:23     Elen Sofia Ricci - le creazioni di Salvatore (foto)





Elena Sofia Ricci, il cui vero nome è Elena Sofia Barucchieri, nasce il 29 marzo del 1962 a Firenze, figlia di Elena Ricci Poccetto, scenografa, e di Paolo Barucchieri, storico dell'arte. La sorella Elisa Barucchieri è una danzatrice. Elena Sofia debutta in teatro in età molto precoce, mentre al cinema esordisce con il film di Carlo Vanzina "Arrivano i gatti", con Jerry Calà e Franco Oppini.

Dopo avere preso parte a "Zero in condotta", per la regia di Giuliano Carnimeo, il vero successo arriva nel 1984 grazie a Pupi Avati, che la dirige in "Impiegati", film grazie al quale ottiene il Globo d'Oro in qualità di migliore attrice rivelazione. Dopo "Una domenica sì", di Cesare Bastelli, Elena Sofia torna a lavorare con Pupi Avati in "Sposi" e in "Ultimo minuto", al fianco di Ugo Tognazzi.

Nel 1987 è presente anche ne "La rivolta degli impiccati", di Juan Luis Bunuel, ma soprattutto è accanto a Carlo Verdone in "Io e mia sorella", commedia che le vale un Ciak d'Oro, un David di Donatello e un Nastro d'Argento come migliore attrice non protagonista. Nel 1989 viene diretta da José Marìa Sanchez in "Burro" e da Beat Kuert ne "L'assassina", mentre nel 1990 trova dietro la macchina da presa Luigi Magni ne "In nome del popolo sovrano" e Luciano Odorisio in "Ne parliamo lunedì", grazie al quale vince un David di Donatello e un Ciak d'Oro come migliore attrice non protagonista.

Elena Sofia Ricci negli anni '90


Nella prima metà degli anni Novanta l'attrice toscana è al cinema anche con "Ma non per sempre", di Marzio Casa, in "Persone perbene", di Francesco Laudadio, e in "Non chiamarmi Omar", di Sergio Staino. Dopo avere recitato per Lucio Gaudino in "E quando lei morì fu lutto nazionale", collabora con Maurizio Nichetti per "Stefano Quantestorie", con Davide Ferrario per "Anime fiammeggianti" e con Furio Angiolella per "Tra noi due tutto è finito".

I film "Mister Dog" e "Vendetta", rispettivamente di Gianpaolo Tescari e Mikael Hafstroem, passano senza lasciare il segno. Nel 1996, poi, Elena Sofia Ricci è al fianco di Marco Columbro in "Caro Maestro", telefilm proposto da Canale 5 in cui recita al fianco di Sandra Mondaini e Nicola Pistoia.
L'anno successivo viene diretta da Paolo Fondato nel film "Donna di piacere", mentre nel 1999 lavora con Roger Young in "Jesus".

Gli anni 2000


Dopo essere stata nel cast di "Commedia sexy", di Claudio Bigagli, e di "Come si fa un Martini", di Kiko Stella, l'interprete fiorentina appare in "Storia di guerra e d'amicizia", di Fabrizio Costa, e nella commedia corale di Carlo Vanzina "Il pranzo della domenica", insieme con Rocco Papaleo, Giovanna Ralli e Massimo Ghini: è il 2003, anno in cui è anche a teatro con "Metti una sera a cena".

A partire dal 2004 è una delle protagoniste di "Orgoglio", serie tv di Raiuno in cui veste i panni, per tre stagioni, della nobile Anna Obrofari.

Nel 2006 è nel cast de "I Cesaroni", fiction di Canale 5 con Claudio Amendola, Matteo Branciamore, Antonello Fassari e Max Tortora, in cui ha il ruolo di Lucia Liguori. Nello stesso periodo, presta il volto e la voce a Francesca Morvillo, la moglie di Giovanni Falcone, in "Giovanni Falcone, l'uomo che sfidò Cosa Nostra".

Nel 2009 Elena Sofia Ricci è nel cast di "Ex", commedia corale diretta da Fausto Brizzi, e l'anno seguente torna al cinema in "Genitori & figli - Agitare bene prima dell'uso", per la regia di Giovanni Veronesi. Nello stesso periodo è sul grande schermo anche con "Mine vaganti": grazie alla pellicola di Ferzan Ozpetek ottiene una nomination al David di Donatello, e vince un Nastro d'Argento e il Ciak d'Oro come migliore attrice non protagonista.

È stata sposata per un anno con Luca Damiani. Nel 1996, dalla relazione con Pino Quartullo (attore e regista) ha avuto Emma. Sposata dal 2003 con Stefano Mainetti (Roma, 8 agosto 1957), direttore d'orchestra e compositore, autore inoltre di colonne sonore, con lui ha avuto una figlia, Maria, nel 2004.

Gli anni 2010


Nel 2011 lascia "i Cesaroni" e al cinema appare nella commedia di Ricky Tognazzi "Tutta colpa della musica", al fianco di Arisa. Sempre nel 2011 prende parte al cortometraggio "La voce sola", in cui veste i panni di una donna sola, Lisa, insoddisfatta della vita fino a quando trova un amore ricambiato grazie al volontariato. Quell'anno, inoltre, inizia a recitare nella fiction di Raiuno, diretta da Francesco Vicario, "Che Dio ci aiuti" (dove interpreta la protagonista, Suor Angela), che si rivela uno straordinario successo di ascolti, al punto da essere riconfermata per le stagioni successive, in virtù di una media di sette milioni di telespettatori a puntata.

Nel 2014 Elena Sofia Ricci è nel cast di "Romeo e Giulietta", miniserie diretta da Riccardo Donna in cui affianca Alessandra Mastronardi, che aveva interpretato sua figlia ne "I Cesaroni", e di "Le due leggi", serie di Raiuno in cui veste i panni di una direttrice di banca.

Dopo avere ritrovato Ferzan Ozpetek dietro la macchina da presa nel film "Allacciate le cinture", in cui recita accanto a Kasia Smutniak, nel febbraio del 2015 è una delle ospiti della quarta serata del "Festival di Sanremo" presentato da Carlo Conti.

Tornata al cinema con la commedia "Ho ucciso Napoleone", che la vede affiancare Micaela Ramazzotti, Libero De Rienzo e Iaia Forte, Elena Sofia è sul grande schermo anche con "Noi siamo Francesco", un film dedicato al tema della disabilità in cui è al fianco di Paolo Sassanelli. Non solo cinema, comunque, perché la Ricci è anche a teatro, con "I Blues", spettacolo di Tennessee Williams.
CAT_IMG Posted: 19/3/2017, 01:27     De Lucia Enzo - le creazioni di Salvatore (foto)

DE LUCIA IL SINDACO DI POLVICA, TUTTO IL RESTO E STATO CONCORDATO DA ME



SE QUALCUNO AVEVA QUALCHE DUBBIO DA OGGI NON LO AVRA' PIU' ENZO DE LUCIA IN PERSONA A PUBBLICARE UN POS IN CUI AFFERMAVA CHE DE LUCIA NON ERA PIU' DELEGATO PER LA FRAZIONE DI POLVICA, IL PASSAGGIO PIU' IMPORTANTE FORSE FONDAMENTALE, DEL POST DE LUCIA E PERO' UN ALTRO. NON PASSA INNOSSERVATO INFATTI UNA FRASE CHE EVIDENZA PROBABILMENTE COME QUALSIASI SCELTA VENGA PRESA, QUINDI IL CAMBIO DELLE DELEGHE O CAMBIO DI RUOLI ALL' INTERNO DELLA GIUNTA, SI A FORSE INFLUENZATA DALLO STESSO DE LUCIA ECCO DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL POST DI ENZO DE LUCIA LA DELEGA PER LA "MIA POLVICA RESTA SEMPRE ASSEGNATA AL SOTTOSCRITTO E FARO' SEMPRE IL SINDACO" DI POLVICA IL RESTO E STATO CONCORDATO ASSIEME A ME. MI E STATO TOLTO SOLO LA FUNZIONE DI STATO CIVILE(DA LEGGE), NON PUO' ESSERE ASSEGNATA A UN ASSESSORE E HO PREFERITO CHE VENISSE ASSEGNATA AL CONSIGLIERE COMUNALE DI NOLA ARCH. PASQUALE PETILLO NONCHE' MIO FRATELLO



UN BACIO A TUTTI


FONTE: WEB
CAT_IMG Posted: 12/3/2017, 00:01     Protocollo D'intesa - le creazioni di Salvatore (foto)
Mercoledì 15 Marzo alle ore 18:00 presso la Sala Consiliare del Comune di Cicciano si firmerà il Protocollo Di Intesa tra StreetNews.it, la Proloco Cicciano e il Comune di Cicciano. Si parlerà del progetto StreetNews.it e della fattiva collaborazione come ufficio Stampa di tutti gli eventi targati Proloco Cicciano e Comune di Cicciano.Si ringrazia il Prof. Maurizio Napolitano per l'organizzazione dell'evento. La Cittadinanza è invitata non mancate!!


CAT_IMG Posted: 25/2/2017, 18:00     Sergio Cstellito - le creazioni di Salvatore (foto)
Sergio Castellitto

Attore e regista. La famiglia è originaria di Campobasso. Frequenta l'Accademia nazionale di arte drammatica 'Silvio D'Amico', dove si diploma nel 1978. La sua carriera artistica inizia a teatro sotto la guida di registi come Luigi Squarzina e Aldo Trionfo. Il debutto cinematografico è nel 1982 con il film "Il generale dell'armata morta" di Luciano Tovoli, con Marcello Mastroianni. Seguono una serie di lavori cinematografici tra cui il riuscito "La famiglia" (1986) di Ettore Scola, accanto a Vittorio Gassman e Stefania Sandrelli; "Rossini! Rossini!" (1991) di Mario Monicelli e "Il grande cocomero" (1993) di Francesca Archibugi, nel ruolo di uno psichiatra alle prese con una ragazza epilettica, con il quale vince il primo Nastro D'Argento. Con "L'uomo delle stelle" (1995) di Giuseppe Tornatore, girato in gran parte nella barocca Ragusa Ibla, ambientato nella Sicilia del dopoguerra, vince il secondo Nastro D'Argento come migliore attore protagonista. Sul piccolo schermo è stato Fausto Coppi nel film tv "Il grande Fausto" di Alberto Sironi e nel 1999, con grandissimo successo di critica e di pubblico, il santo di Pietralcina in "Padre Pio" di Carlo Carlei. Alterna la sua attività fra cinema, televisione e teatro dove debutta nella regia nel 1996 con "Manola", dirigendo Nancy Brilli e Margaret Mazzantini, che ha sposato e con la quale ha quattro figli. Nel 1999 esordisce come regista cinematografico con "Libero Burro" scegliendo come interpreti principali se stesso, la moglie Margaret e Michel Piccoli. Nel 2002 è protagonista del film di Marco Bellocchio, "L'ora di religione". Nel 2004 torna dietro la macchina da presa per dirigere 'Non ti muovere', tratto dall'omonimo romanzo scritto dalla moglie e da lui interpretato a fianco di Penelope Cruz, in questa prova resa sgraziata e quasi irriconoscibile. Il film, in concorso a Venezia nella sezione 'Orizzonti', è acclamato da critica e pubblico, e riceve numerosi premi - tra cui il David di Donatello a Penelope Cruz e a lui come miglior attore, il Nastro d'Argento per la migliore sceneggiatura (Castellitto e Mazzantini). Nel 2005 torna a lavorare con Bellocchio per recitare ne 'Il regista di matrimoni', presentato a Cannes nella sezione 'Un Certain Regard'. L'anno successivo per la prima volta è su un set di Gianni Amelio nel molto apprezzato 'La stella che non c'è'. Ultimamente ha partecipato anche a produzioni cinematografiche statunitensi come 'Le cronache di Narnia: Il principe Caspian', secondo capitolo della fortunata serie fantastica per ragazzi. Una nota curiosa è che Castellitto ha davvero vissuto nel comune di Narni in Umbria, antica Narnia dei romani a cui si è ispirato Clive Staples Lewis, l'autore dell'omonimo romanzo da cui è tratto il film. Nel 2008 fa parte della giuria del 61. Festival di Cannes.

CAT_IMG Posted: 12/12/2016, 13:55     Santa Lucia - le creazioni di Salvatore (foto)
Lucia nasce a Siracusa alla fine del III secolo in una famiglia nobile e molto ricca. Da piccola rimane orfana di padre e con la madre sono costrette a professare di nascosto la religione cristiana per sfuggire alle persecuzioni. Ancora ragazzina, Lucia era promessa sposa a un giovane pagano ma lei non aveva alcun interesse per il matrimonio: in lei era forte l’amore per Dio.
Sua mamma inizia a stare male e soffre di gravi emorragie. Lucia la convince a recarsi in pellegrinaggio a Catania presso la tomba di Sant’Agata, in occasione dell’anniversario del suo martirio per chiedere la grazia della guarigione. Dopo la messa, Lucia, mentre prega sul sepolcro, si addormenta e in sogno le appare Sant’Agata che le promette la guarigione della madre e le anticipa che diventerà santa.
Subito la madre ritornò a stare bene. Supportata da questo miracolo e dalle parole della Santa, Lucia tornata a Siracusa comunica alla madre che non vuole sposarsi e che la sua intenzione era quella di aiutare i poveri della città, donando loro tutto quello che possedeva. La notizia arriva alle orecchie del pretendente di Lucia che preso dall’ira, avendo scoperto la sua fede cristiana, la denuncia all’arconte di Siracusa (Pascasio) che subito la fa arrestare. In quel tempo, infatti, erano in vigore i decreti di persecuzione dei cristiani emanati dall’Imperatore Diocleziano.
Durante il processo, Pascasio cerca di convincere Lucia a rinnegare la sua fede e a compiere sacrifici in onore degli dei romani, lei però non cede. Alterato dalle sue risposte, ordina che sia portata in un “luogo infame, dove sarai costretta al disonore” (postribolo), ma quando i soldati tentano di spostarla, Lucia miracolosamente diventa irremovibile.
Pascasio pensa che Lucia sia una strega per questo ordina che sia cosparsa di urina e di riprovare a muoverla usando dei buoi. Ma gli animali non riescono a spostarla. L’arconte, infuriato, ordina che venga bruciata. Cosparsa di pece e olio, il corpo di Lucia viene avvolto dalle fiamme, ma non brucia.
Alla fine Lucia fu decapitata con un colpo di spada. Si narra anche che le furono strappati gli occhi, per questo lei divenne protettrice della vista, anche se non ci sono fonti ufficiali su questo gesto terribile. L’emblema degli occhi sulla coppa, o sul piatto, è da ricollegarsi, semplicemente, con la devozione popolare che l’ha sempre invocata protettrice della vista a motivo del suo nome Lucia, da Lux, che vuol dire “luce”.
Il 13 dicembre del 304, Lucia muore da martire e il suo nome e quello di Siracusa diventano famosi in tutto il mondo.
Attestato dalla testimonianza scritta di un testimone oculare, come il miracolo della fine della carestia dell’anno 1646, domenica 13 maggio, una colomba fu vista volteggiare dentro la Cattedrale durante la Messa. Quando la colomba si posò sul soglio episcopale, una voce annunciò l’arrivo al porto di un bastimento carico di cereali. La popolazione tutta vide in quella nave la risposta data da Lucia alle tante preghiere che a lei erano state rivolte.
Dopo il miracolo, i palermitani decisero di bollire il grano e di condirlo con dell’olio di oliva. Fu così che nacque la cuccìa, il cui nome deriva da “coccio” cioè chicco. Anche se oggi la ricetta è del tutto rivisitata e resa molto più golosa.
La festività dovrebbe avere una finalità spirituale: in ricordo del miracolo la Chiesa propone il digiuno e l’astensione dal consumare, per questa giornata, pane e pasta. Un celebre motto palermitano recita: “Santa Lucia, vulissi pani, pani unn’ aiu e accussi mi staiu”. Ma il 13 dicembre, in un tripudio di arancine, panelle, gateaux e cuccìa, si preferisce consolare lo stomaco piuttosto che l’anima.


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