Un mesetto fa... [il giorno preciso non lo ricordo O_o , ahimè, per impegni delle player il post ha richiesto un sacco ma, almeno, siamo riuscite a terminarlo! Un plauso per noi!]
Ariel: [Fa...decisamente troppo freddo. Valuta persino che potrebbe rintanarsi in qualche locale, tanto che c'è perchè.. nel momento in cui sei in cerca di qualcosa di specifico, teoricamente, non importa poi molto se tu cerchi per strada o tra quattro mura. E' una questione di fortuna. "Fortuna" da mettere tra un sacco di virgolette, perchè di fortuna a dire il vero ce ne è assai poca in questa storia. Stringe le braccia al petto, infreddolita dalla temperatura gelida che c'è ormai di prassi a Shadows, specialmente di Notte. C'era realmente un tempo in cui lo sopportava meglio il freddo. Tra i brividi per il freddo, e il caldo per la febbre..finirà per anticiparsi l'andare nella tomba, se lo sente. Devia per una strada secondaria e conclude di non riuscire a resistere poi quanto credeva. Forse sarebbe stato meglio davvero avere con sè Preston. Ma..è come in quelle *cose*, no? Quelle che sai di dover fare da solo, almeno in quei momenti, perchè se già non ti fa stare benissimo il pensiero di quanto vai a compiere, non vuoi neppure che sia imposto a chi vuoi bene che possano sorbirsi una cosa del genere. Affonda di più il viso nella sciarpa che le avvolge il collo e, insieme a guanti e cappotto pesante scuro lungo ai piedi, costituiscono il suo abbigliamento con cui ha voluto sfidare l'intemperia. Gli occhi vagano da una parte all'altra della strada. Scrutano ogni viso, ogni persona incrociata, nell'idea che non può essere così sfigata da non trovare neppure mezzo vampiro in una città che pullola di creature tra le più disparate. Mancano solo i folletti! Ecco..magari dovrebbe fare più attenzione a dove cammina, piuttosto. Perchè, non volendo, il controllare attorno le ha fatto totalmente passare inosservato di essere in rotta di collisione con qualcuno..che presto avrà le sue scuse, dapprima detta istintivamente in lingua svedese e poi ripetute ancora più velocemente in inglese, per adeguarsi alla lingua corrente] Mi scusi! Ero sovrappensiero e non l'ho vista. Sono mortificat..[le muoiono le parole in gola nel rendersi conto che il ragazzo che ha urtato ha tutt'altro che l'aspetto di un uomo comune. Pelle d'alabastro, una bellezza da togliere il fiato tanto che, dopo lo smarrimento iniziale, lei stessa si dà della stupida per essere rimasta a guardarlo in viso più del necessario]..mortificata..[ripete, incerta]
Will: [E’ una notte bellissima per fare una passeggiata e pensare un po’ ai fatti propri, un po’ fredda forse, ma che te ne importa quando sei un vampiro? Niente, appunto, anche se… come fa da un po’ di notti, William si è messo un maglioncino nero invece della camicia che di solito va a completare la sua mise. Perché? Perché gli viene naturale indossare qualcosa di pesante per proteggersi, dopotutto lui è morto assiderato e gli fa sempre un po’ di sensazione uscire senza coprirsi durante le stagioni fredde, è più che altro un riflesso involontario, un’abitudine, dato che, visto la sua natura, il freddo non lo infastidisce più. Non ha una destinazione precisa, semplicemente gli andava di uscire, la casa vuota l’ha entusiasmato per le prime due sere… poi è tornato ad annoiarsi. Ora, ha deciso di farsi un giro, potrebbe andare al Night ma non gli va, potrebbe andare… dove? Bah, ormai è in centro e si sta anche alterando perché ha fame e non si è nutrito prima di uscire. Stupido, sciocco, vampiro. Sta ancora pensando a dove potrebbe andare e intanto una piccola parte di sé presta attenzione a quello che succede in giro, ancora gli è rimasta la fissa del cacciatore, non ha più sentito nulla attorno alla sua casa se non qualche piccolo movimento… o forse è semplicemente lui che è troppo paranoico. Ma va bè, succede se un gruppo di cacciatori ti tortura fino a farti affacciare all’inferno, oh mamma, non che non se la sia cercata eh, però intanto son cose che segnano. Passeggia di tanto in tanto fischietta qualcosa, è quasi di buon umore, annoiato, ma di buon umore… ehm.. non diciamo perché che forse è meglio. °° Buon umore, il suo, che viene urtato quando una ragazza gli finisce addosso. *Stupidi umani* grugnisce tra sé, ma alla biondina arriverà soltanto un ringhio sommesso. La guarda, è bella non c’è che dire e il suo lato da gentleman si fa strada. Sempre essere gentili con le possibili prede. Sorride, affabile, mostrando le sue adorabili fossette.]Non ha nulla di che rimproverarsi mia cara, le sviste capitano a tutti.[Risponde subito alle scuse in svedese, sa parlare diverse lingue lui, s’è fatto una cultura eh, ed è stato in molti posti. Nota che la ragazza fissa il suo viso più del necessario e se ne compiace. Non sembra molto in forma però lei.]Posso fare qualcosa per voi milady? Perdonatemi la franchezza ma sembrate…[Cerca la parola giusta per non essere scortese.]in difficoltà[Il tono di voce sale leggermente alla fine della frase, lasciandola a metà strada tra un’affermazione e una domanda.]
Ariel: [Le aumenta il battito cardiaco. Facile fraintenderlo, e associarlo a un essere rimasta folgorata dai modi e dal bell'aspetto di William. Non riesce a crederci..forse la *fortuna* l'ha incrociata. Ma è ancora presto prima che possa dare un esito effettivo. E' una possibilità, e deve coglierla al balzo. Non è detto che vi saranno altre occasioni. Alcuni fattori, assieme all'avvenenza, la influenzano particolarmente. Ad esempio il modo forbito, elegante, di porsi. Non si sentono molti giovani parlare così. Si passa la mano dietro al collo, pur sopra la sciarpa visto che è imbaccuccata per venti] ..onestamente..[esordisce, con una punta di imbarazzo in questo ammettere. Diciamolo chiaramente: non è da sè intripparsi troppo con le parole, solitamente va giù molto schietta, e magari con qualche battuta. Il timore, tuttavia, di perdere di vista il ragazzo senza aver compreso se è effettivamente un vampiro, e ancor peggio..perdere la possibilità di mantenere i propri propositi, la dissuade dall'essere avventata. Svela, in parte. Non senza essersi meravigliata, e non poco, che il ragazzo le risponda alle scuse utilizzando la propria madrelingua. Ok, o è pure svedese di nascita o, ammettiamolo, quanti si metterebbero a impararla come lingua straniera?] ..sì, diciamo che non..sono nelle mie condizioni migliori. La mia solita fortuna! [si è proposto di aiutarla. Oh, fosse realmente un vampiro e..avesse la certezza che non sia uno psicopatico quale Victor!] ..è gentile, grazie. Ma..l'aiuto che mi servirebbe...non è facoltà di molti poterlo attuare. Sarei..fin troppo fortunata a inciampare su qualcuno che può..[Dice e non dice. Ma intanto trasale per il freddo. Strofina le braccia, e ne trema anche] ..mi scusi ma..credo non andrò molto lontano se non vado in un luogo più caldo..rischio di diventare un ghiacciolo! [Gli porge la mano] ..mi chiamo Ariel, piacere di averla..scontrata! [azzarda a chiedere, infine] ..posso offrirle un caffè? ..mi sento in colpa per questo piccolo incidente [e ciò le darebbe modo di non concludere l'incontro subito oltre a darle una piccola conferma, in caso che lui non possa bere niente]
Will: [Sente il battito della ragazza accelerare, è un suono inebriante, eccitante, e il suo istinto animale si risveglia: per qualche secondo torna a Praga, durante gli anni in cui si divertiva a cacciare e far fuori persone a caso. Rimembra bene il periodo buio che aveva vissuto subito dopo la sua fuga dall’Olanda, dopo le terribili torture psicologiche che i suoi simili gli avevano inflitto per costringerlo a combattere la loro guerra contro i Lycan, aveva perso la testa dopo tutto quello che gli avevano fatto, non era molto in sé, e per questo molte persone ci avevano rimesso la vita. Scuote impercettibilmente il capo, non è più quella persona, ora è migliore, ora c’è Nina. Si controlla stringendo i denti fino a farli scricchiolare quasi, ma lo sguardo che rivolge ad Ariel è inevitabilmente quello di un predatore affamato, perché è questo ciò che è dato che nemmeno si è nutrito prima di uscire. Ascolta distrattamente la ragazza mentre cerca di dare un contegno alla sua fame. Ha bisogno di aiuto la biondina, questo l’aveva capito dalle sue condizioni, ma quello che ora le sta dicendo è che necessita di una cosa che non tutti possono fare… mah, inarca un sopracciglio scuro William e la guarda divertito, anche un po’ con un’aria strafottente; è riuscito a ricomporsi e ora comprende e non comprende ciò che lei dice, insomma a lui pare che la ragazza abbia piuttosto bisogno di un medico… ha l’aria malaticcia. Prende delicatamente la mano che lei gli porge e apprende il suo nome: Ariel.]Incantevole nome devo dire, i miei complimenti.[Sorride, ha un’aria affascinante, non perché voglia far colpo su di lei, non gli importa molto, è la faccia da gentleman quella… ma lui riesce ad essere ammaliante e sensuale anche appena sveglio °°]William Renè Norwood… il piacere è tutto mio.[Sfodera la sua risata meravigliosa e profonda udendo la proposta del caffè… certo.. un caffè…]Non bevo… caffè, ma magari potrei offrirle io qualcosa per riscaldarsi un po’…[Propone la cosa divertito, di solito quando fa queste proposte ha secondi fini, ora no, gli va semplicemente di farlo e poi quella ragazza sembra davvero conciata male.]
Ariel: [Lo coglie. Lo sguardo del predatore. Le corre un brivido che non è certo suscitato dalla temperatura fredda, lungo la spina dorsale. Ed è questo a renderla più recettiva a cambiamenti pur minimi nell'espressione o nell'atteggiarsi di William. Cautela, continua a dirsi. Non si scherza comunque, con un vampiro. L'idea che si è fatta, che si stesse trattenendo attanagliato dalla fame, non si può dire che svanisca. E' una sensazione di pochi attimi, eppure quella minaccia permea sottile, costante, nonostante il manierismo di lui. Sarà forse per quel sorriso, tanto bello quanto sfuggente nei sentimenti. Non è facile interpretare un vampiro, specialmente per creature come gli umani. E questo..disorienta, fa crogiolare nel dilemma. In ogni caso, non ha altra scelta. Maledice, in parte, di essersi messa i guanti. Nel prenderle la mano per ricambiare delicatamente il gesto d'amicizia che gli ha rivolto, non riesce a essere obiettiva sulla temperatura che può avere la sua pelle. Oltre il minuscolo dettaglio che chiunque, con un clima del genere, avrebbe le mani gelide stando senza niente che le copra. Ricambia il sorriso, sebbene il proprio sia coperto dalla sciarpa. Si comprende che lo fa dalla mimica facciale] ..Grazie! [apprende, quindi, il suo nome. William Renè Norwood. Si domanda se sarà questo, il nome di colui che potrà aiutarla a far sì che..possa avere altro tempo, per sistemare le cose] William..non hai un nome svedese, ma sai parlare la mia madrelingua come vi fossi nato [muta il registro, ora che si sono presentati. Palesa sollievo] ..è bello poter conversare senza rincorrere a una lingua che mi è straniera. Ti spiace se proseguiamo a conversare così? [E non vi è solo il piacere personale a far da sfondo a questa richiesta. Ben pochi potrebbero tradurre ciò che verrà detto tra loro. Vuole evitare ciò. E anche parlare nella propria lingua, non è comunque falso che apprezzi il poterlo fare. Lo ringrazia, per il pensiero..e spera vivamente che *offrirle qualcosa per riscaldarsi un pò* non sia ambigua come frase quanto ha appreso che sanno essere le parole, se pronunciate da certi elementi. L'avvenenza di William non aiuta a non immaginarselo, comunque. Ma non si permette di indagare, o di indugiarci] ..non sai quanto possa rendermi felice sentire quanto hai detto! [ritrae la mano, ormai la presentazione è terminata, e provvede a ripararla nella tasca. Un pò più di tepore che le sale lungo il braccio] ..c'è un bar, giusto dopo quella strada [gli indica con un cenno del viso] ..è un posto molto carino. Possiamo andare lì! [Almeno non dovrà congelare. Un altro cenno del capo, intende fargli strada fino al bar in cui si premurerà di scegliere, nel momento in cui dovranno accomodarsi, un tavolino che sia distante dagli altri clienti, e in cui possano parlare con maggiore..privacy]
Will: [Piega leggermente in giù gli angoli della bocca in un’espressione di noncuranza e alza le spalle udendo le parole di Ariel *William..non hai un nome svedese, ma sai parlare la mia madrelingua come vi fossi nato* è stato un po’ ovunque prima di arrivare a Shadows e inoltre, può vantare un miscuglio di nazionalità diverse tra i suoi antenati.]Olandese, nato poco lontano da Amsterdam. Mamma olandese, papà inglese… nonna paterna svedese, dalla quale, tra l’altro, ho ereditato questi meravigliosi occhi azzurri[Sorride indicandosi il viso… modesto come sempre… ma è scherzoso e rilassato il suo tono, nonostante la fame è di buon umore.]E poi comunque sono stato un po’ dappertutto in giro per il mondo, anche in Svezia…[Sorride alla richiesta di Ariel di proseguire la conversazione nella sua lingua madre. Perché no? Riporta la mano che le aveva teso nella tasca dei jeans.]Non mi crea grossi problemi parlare svedese, se ti viene più comodo possiamo proseguire a conversare usando la tua splendida lingua madre.[Normalmente non darebbe del tu a una signorina appena conosciuta, ma visto che Ariel lo fa con lui, si adatta per non metterla a disagio… cioè, non che gli dispiaccia mettere a disagio le persone, a volte si diverte anche, ma già è evidente che la ragazza ha problemi suoi quindi evita. La osserva attentamente, e nota che lei sembra avere qualche riserva sulla sua proposta di *offrirle qualcosa per scaldarsi*… oh, Ariel, se l’avessi incontrato qualche mese fa sicuramente avrebbe inserito in questa frase mooolti significati nascosti, ma ora è tranquillo, vuole provare a fare il bravo, ha detto a Nina che sarebbe stato soltanto suo e lui non butta parole al vento, promette solo se sa di poter mantenere… o per lo meno se sa di voler provare a farlo. Propone un bar, Ariel, non troppo lontano.. ah, per lui va bene dal momento che non prenderà comunque niente. Le fa un cenno del capo.]Vada per il bar.[La segue tenendo sempre le mani in tasca, i tratti del viso distesi, sta cercando nella sua mente di arginare il pensiero della fame concentrandosi sul suono dei suoi stessi passi. Giungono finalmente al bar, e Ariel lo guida verso un tavolino abbastanza appartato. Si mette a ridere scherzoso Will e torna a darle del lei.]Non vorrà mica approfittare di me, signorina, portandomi in un luogo così appartato… sa, sono un uomo…[Cosa? Non sa nemmeno lui come definirsi e alla fine opta per la soluzione più facile.]Ho una donna nella mia vita.[E’ così dopotutto. E quella che doveva diventare una battuta scherzosa termina con un po’ di smarrimento nella voce di Will, che comunque si sente in dovere di puntualizzare.]Scherzavo ovviamente, sul voler approfittare di me intendo…[Sorride lievemente a disagio e si siede stendendo le lunghe gambe, appoggiandosi allo schienale e incrociando le braccia sul petto. Osserva la ragazza malaticcia e visto che le ha dato del tu…si prende un minimo di libertà.]Permettimi, non voglio essere scortese, ma… che ci fai in giro con questo freddo? Voglio dire, non sembri avere una bella cera.[Viva il tatto di William -.- Intanto si avvicina qualcuno a prendere le ordinazioni, qualcuno che Will liquida con un cenno della mano.]Io niente, chieda alla signorina.[Fa un cenno con il capo in direzione di Ariel e si trattiene dal fare una battuta sconveniente sul suo essere affamato e ride tra sé…]
Ariel: [Non può che far emergere..sorpresa, nel sentire enunciare con tanta noncuranza quel miscuglio genealogico che ha dato origine a William. Errava, quindi. Parte di sangue svedese c'è davvero, non l'avrebbe sincertamente detto e lo esprime pure] Allora, in minima parte, sei comunque un mio connazionale! [sbatte le ciglia, certo che il ragazzo ha una modestia..molto accentuata, pensandovi in connotato ironico, naturalmente. Bhè, lo capisce. Non è vanesia ma..è vero che gli occhi, quando azzurri e così chiari, sono affascinanti. Non può non ricordarli, quelli che appartenevano a colui che è stato..il grande amore della sua vita. Le si stringe il cuore, e caccia il pensiero per avere la forza di non lasciare trapelare..il dolore. Perchè sapere di averlo perduto, di non aver potuto nulla, è terribile. E adesso..non può permetterselo. Avrà..tempo, o cercherà comunque di averne ancora, per piangere chi non c'è più. Ora deve pensare a mettere in salvo..Astrid, e sè stessa] comunque..[riprende il filo del discorso, e gli conferma quanto già comunque lui aveva dato a disponibilità senza troppo indugio] ..sì, è bello poter conversare in svedese e mi è..molto più comodo. Se lo è per entrambi, poi, tanto meglio. E' una perfetta comunione di intenti! [La temperatura entro il bar è decisamente migliore. Nonostante questo avrebbe lo stesso evitato di togliersi la giacca ma sarebbe troppo strano, tenere un capo del genere al coperto, per cui -pur con dispiacere- inizia con il togliersi la sciarpa da attorno al collo. Passa a sfilare i guanti, che poi ripone nelle tasche della giacca, e infine si libera di questa, e l'appoggia sullo schienale della sedia. Deve fare tanto d'occhi a William, l'osservazione sul luogo appartato -lo capisce- può creare decisamente dei fraintendimenti! quindi si premura di aggiungere] ..e io sono una donna..[sembra voler scherzare, con l'ovvio. Ne ascolta poi che lui stesso stava scherzando, riguardo l'approfittare. E'..impegnato. Ha una donna che lo attende. Questo, da una parte, la tranquillizza. Non è..decisamente come Victor. Non quel tipo di vampiro che si farebbe chiunque, purchè avvenente. E che..non lascia certo intendere di avere rispetto per qualcuno che non sia sè stesso, ovvio. Si accomoda, e risponde anche a questo] ..anche io ho..[si ferma. Un attimo. Perchè si rende conto che è la prima volta che lo dice con tanta spontaneità e..ciò le suscita un accenno di sorriso] ..un ragazzo, nella mia vita [o quel che ne resta. Con la speranza di non dargli questo dolore] Non dico che non sei..ragazzo che, qualora fossi single, non mi avrebbe colpita. Anzi, complimenti. Però..[ancora una volta] non sei lui..[E non vuole..ferire Preston. Certo, poteva essere cominciata davero come..un appoggiarsi alla sua amicizia, alla sua allegria, per riuscire a..voltare pagina. Ad andare avanti con la propria vita, ricominciata da un punto in cui non avrebbe dovuto ricominciare. Con sentimenti, sensazioni, sbagliatissime in un ambito delicato da cui..si è dovuta separare. Perchè era..giusto. Doloroso, ma giusto. Esattamente come questa situazione del caxxo. Posa le mani l'una sull'altra, sul tavolo. Ancora non le è..facile capire William, ma ci sta attenta. A come si esprime. China lo sguardo pochi momenti, come se cercare le parole giuste dovesse richiedere necessariamente l'interrompere il contatto visivo, perchè si scava talmente in profondità nei propri sentimenti, nella propria condizione attuale, che gli occhi sarebbero uno specchio troppo veritiero, e crudo, su quanto sta cercando disperatamente. Sfiora l'anello che ha al dito. Quell'oggetto che non riesce a sfilare e che sta condannando, non una, ma due persone..alla fine] Nessuna scortesia, figurati..[inizia, rassicura anche su questo punto. Non ritiene che la verità, detta poi con tanta..cautela, e quindi con premura, non può ritenerla offensiva] so di non essere..in forma. Ma..sai, William..[continua, parlandogli come non fosse uno sconosciuto appena incontrato. E quindi con schiettezza, perchè non ha tempo per eccessivi giochi. Se non altro, parlare in svedese, concede anche questo. Nessun altro può interpretare il loro dialogo, o lo spera. Il tono quindi è moderato]..a volte non puoi fare altrimenti. E io sono..in casini immensi. Per cui, per quanto stia male, non posso..permettermi di restare chiusa in camera a commiserarmi. Non potrò..risolvere niente, in questo modo. Il mondo non ti dà nulla, se non ti metti in gioco personalmente e lotti con tutte le tue forze.. [domanda, poi] puoi...capirmi? [l'essere in una situazione tale che..o ti adoperi per restare a galla, oppure affondi e non ci sono altre scelte, nessuna scialuppa o boa di salvataggio a parte la tua forza, la determinazione a non lasciarti andare fino all'ultimo. Schiarisce la voce, poichè si avvicina una cameriera. Utilizza l'inglese, ovviamente, per ordinare. Ma è sbrigativa, pur restando affabile] ..mi porti un thè caldo, grazie. E..[indica dal bancone] ..qualcosa di dolce, possibilmente con tanto zucchero o cioccolato. So che avete un'ottima torta Sacher, magari una fetta! Grazie mille..[congeda con educazione la ragazza, confidando che ci metta un pò nella preparazione dell'ordinazione. E' vero che non è molto, ma c'è gente e..magari può contare nuovamente sulla sola presenza del vampiro, ancora per un poco]
Will: [Senza sapere ha fatto parecchio con la sua battuta che doveva rompere il ghiaccio, William osserva Ariel, che pare abbastanza sollevata all’udire del suo essere impegnato e apprende che anche la ragazza, a sua volta, ha una persona nella propria vita. Non che ci sia da stupirsi, Ariel è davvero bella, nonostante appaia malaticcia e malconcia e, anche se lui non accenna a farle complimenti, ha certamente notato questa cosa. Non commenta nulla, non sono affari suoi, dopotutto è vita privata di Ariel quella, come Nina è cosa solo sua, tuttavia, non può trattenersi dal fare un sorrisino compiaciuto e consapevolmente strafottente udendo certe parole di Ariel *Non dico che non sei…ragazzo che, qualora fossi single, non mi avrebbe colpita. Anzi, complimenti.*Le poche sillabe che seguono sono però un puntualizzare, *Però.. non sei lui* e William non vuole certo esserlo, per quanto bella sia Ariel, lui è preso da un’altra persona, si è dato e “promesso” in un certo senso e non parla mai a vanvera, potrà dire tante sciocchezze e fare il buffone, ma mai parla per far prendere aria ai denti. La fissa e con franchezza mette in chiaro le cose.]Ariel, chiariamo una cosa, non voglio niente da te, non la prendere come un’offesa ma solo per ciò che è: la verità. Sono qui perché ho piacere ad esserci e mi pare tu sia un’ottima compagnia e, se vogliamo dirla tutta, non avevo nulla di meglio da fare stasera.[Potrà anche suonare sgarbato ma è la verità e ci tiene a dirla.]Una volta, non molto tempo fa, ero una persona diversa e avrei agito diversamente, ma puoi davvero stare tranquilla, non intendo approfittare di te e non ho secondi fini.[E’ calmo, sia nel tono che nei tratti del viso, ancora non ha abbandonato la postura assunta, tiene sempre le braccia incrociate sul petto ed è comodamente stravaccato sulla sedia. Osserva Ariel chinare il capo e sfiorarsi un anello che lui guarda con non poca curiosità, ma per ora non chiederà niente poiché non è nella posizione per poterlo fare, non conosce abbastanza Ariel e certe domande potrebbero sembrare sconvenienti, dopotutto è un signore William no? Gli arriva intanto la risposta alla domanda che aveva rivolto alla bella svedese sul suo trovarsi in giro nonostante l’aria ben poco sana e la temperatura che, per un umano, immagina essere non troppo gradevole. Quelle che William sente son frasi complesse e semplici al tempo stesso, poche parole che sottintendono molto. Gli sembra di tornare indietro nel tempo quando lei sfodera quell’affermazione sul mondo che non dà niente, e gli chiede se può comprenderla? Certo che può, William ha passato una quantità industriale di cose che l’hanno segnato nell’anima e ahimè, anche nel corpo, ha vissuto molte fasi nella sua vita, passando attraverso diversi stati d’animo: è stato umano, è stato un bambino che è dovuto crescere troppo in fretta per forza di cose, è stato uomo quando ancora doveva essere un ragazzino, si è venduto, è stato usato, è morto e poi è tornato alla vita, è stato torturato dai suoi simili e poi ancora da cacciatori, anche se questa seconda volta, era mosso dalla voglia di autodistruggersi, ha ucciso morendo un po’ dentro anche lui ad ogni vita che spezzava e infine è giunto qui, a Shadows, dove ora è amico e amante e poi chissà cos’altro diventerà ancora. Ha fatto molte cose per sopravvivere nella sua vita, molte delle quali non va propriamente fiero, ma rifarebbe tutto da capo perché alla fine sono state scelte sue, per quanto sbagliate possano essere, lui ha scelto e questo lo rende padrone della propria esistenza, lo rende l’uomo che è. La sua espressione si sarà fatta più dura ora, pensando a tutte queste cose, tuttavia, il tono che userà per rispondere ad Ariel sarà moderato e comunque calmo.]Posso comprenderti Ariel, sono solo da quando avevo sei anni e…[Abbozza un’espressione simile a quella che aveva quando ha srotolato tutto il miscuglio di nazionalità che contribuisce al suo essere William.] diciamo che ho dovuto fare di tutto per sopravvivere, anche cose che di cui non vado fiero, ma sai, penso che l’importante nella vita sia fare solo ciò che si sceglie, voglio dire, ognuno decide di tirare avanti come meglio crede, non dovrebbe mai esserci nessuno a dirci come dobbiamo vivere la nostra vita, perché scegliere, ci permette di essere, ci definisce come persone, come uomini e donne. Siamo l’accumulo delle nostre scelte, i percorsi che decidiamo di intraprendere nella nostra vita ci rendono ciò che siamo e, bada bene, non è il passato a plasmarci, ma siamo noi stessi a scegliere cosa diventare.[Fa un pausa e si porta avanti, appoggiandosi con i gomiti sul tavolo e la fissa intensamente.]Non sarò fiero di alcune cose che ho fatto nel mio passato, ma non cambierei nulla, rifarei tutto, perché so per certo di aver compiuto ogni singola azione consapevolmente, scegliendo.[E’ ciò che è lui e, anche se a volte finge mascherando la sua vera essenza con arroganza e cattiveria, sa bene che tipo d’uomo complesso è. Intanto la cameriera è giunta al loro tavolo e Ariel ha ordinato. Riflette ancora William sulle parole della ragazza e certo non ha dimenticato il suo dichiararsi in “casini immensi”, per cui attende che la signorina se ne vada a preparare l’ordinazione o a servire altri tavoli e poi fissa di nuovo Ariel.]Allora, hai detto di essere in casini immensi… cosa hai combinato?[Sorride prendendo con leggerezza la cosa, come fa sempre, e torna ad appoggiarsi allo schienale della sedia. Ancora non sa che lo attende qualcosa di estremamente complesso.]
Ariel: [Sarà la situazione d'emergenza, o saranno anche e soprattutto le parole di William e come si sta ponendo nella conversazione, ma ogni obiezione logica che la mente le rimanda (tra cui il: non fare l'ingenua e non fidarti che potrebbe essere semplicemente un bravo attore) arriva a cadere, a ogni scambio di vedute. Le piace dirsi che è così perchè sa capire a pelle le persone. Giusto? Sbagliato? Al momento ha questioni più pressanti che interrogarsi in merito. Non palesa affatto fastidio per il *chiarimento*, anzi lo specifica pure] preferisco le persone schiette, William [gli sorride, dopo questo dire. La cameriera si è avvicinata al tavolo e frena il resto che avrebbe potuto dire. La ringrazia nuovamente e, presa una bustina di zucchero, ne riversa il contenuto dentro la tazza prima di prendere il cucchiaino e iniziare a mescolare. Piano, senza che il cucchiaino faccia rumore contro i bordi della tazza, tanto è sovrappensiero nel compiere quel movimento ciclico. Wililam la rassicura nuovamente, sostiene che in passato sarebbe stata un'altra storia ma che adesso non possiede secondi fini, che non ha da temere da questo incontro. Sapesse che, in effetti, non è tanto quello a preoccuparla. Ma il futuro, e nemmeno troppo lontano. Ascolta, senza interromperlo. Ogni tanto fa un sorriso più *comprensivo*, quando si toccano certe questioni come il far di tutto per sopravvivere ma non si esprime, nè si sente in diritto di poter essere tanto arrogante da dirgli che comprende. In fondo..ognuno ha il proprio bagaglio di esperienze. Viverne di simili non significa forzatamente essere in grado di comprendere l'altro, è solo il conoscere una persona, e far parte della sua vita concretamente, che in parte può infrangere quel velo di eventi che formano una persona. Niente altro. La cameriera si congeda, dato che nessuno dei due esprime di volere niente altro, e l'allontanarsi di lei fa scoccare la domanda fatidica: cosa ha combinato per essere tanto nei casini? L'ironia? vivere, semplicemente. Vivere quando non avrebbe dovuto farlo, non quando la vita occupata era quella di un'altra persona. E ciò..non le dà pace. Sospira, profondamente. Alla fine non prende neppure un sorso dalla tazza, ma vi avvicina le mani, dopo aver appoggiato il cucchiaino a fianco, per scaldarsi le mani. Sente..davvero molto freddo. Il problema è che lo sa che ciò non deriva solo dalla malattia. E' il rimorso, è il senso di colpa. E l'incognita se avrà o no modo di..cercare di rimediare, prima che sia troppo tardi. E' difficile che permei il sorriso, sebbene sul viso..cerchi di ostentare tranquillità. Non lo è. Si incupisce quel tanto che basta a lasciarlo intendere, che quanto verrà proferito è gravoso. Un'ammissione difficile, prima di tutto verso sè stessi. Indugia ancora. E infine..la butta fuori, la sua condanna] ..sto morendo, William [fa uno sforzo immenso a non fare incrinare la voce. Improvvisamente guardare il thè piuttosto che gli occhi di lui diviene molto più semplice, e sostenibile] ..non mi resta molto. Giorni, una settimana. In ogni caso sempre troppo poco. Forse l'avrei accettato di nuovo..se questo non coinvolgesse altre persone [perchè un tempo vi era giunta, all'accettazione. Certo, non ci volle molto sforzo. Senza Jorn, non aveva poi questo gran desiderio di risollevarsi, di combattere. Cosa che adesso, invece, vuole disperatamente. Riesce a muoversi perchè sostenuta dalla magia, diversamente starebbe già agonizzando, lo sa] ..ogni essere umano sa che deve morire. Lo so anche io. Ma un conto è andarsene sapendo che è naturale, un conto è sapere che il tuo morire..non sarà solo un lutto per chi ami..ma significa anche portarti nella tomba..un'altra persona. Che non può morire con te, perchè..non è giusto che sia così. [alludere a un'altra persona che morirebbe con lei, si potrebbe fraintendere e pensare che lei sia incinta, e quindi è logico pensare che, morendo lei, morirebbe anche il figlio. Non ci ha riflettuto, nel parlare lasciando solo che i fatti escano come parole sofferte, ma che non ha ancora modo di cambiare] ..da qui, il casino immenso. Da qui il non potermi permettere di restare semplicemente ad accettare un destino già deciso. E..il cercare chi..potrà aiutarmi..in questo..[un salto nel buio, letteralmente. Difficile, complicato e..con un sacco di implicazioni. Ci ha pensato, all'ossessione, da quando ha saputo della morte di Jorn. E parole proferite eoni addietro, da quella creatura che ha permesso il proprio essere nuovamente tra i vivi, che si rivelano infine per ciò che erano realmente: una grande fregatura]
Will: [La risposta si fa attendere, evidentemente non dev’essere semplice ciò che Ariel ha da dire. La osserva, infatti, la ragazza sembra prendere tempo, o semplicemente raccogliere tutte le sue forze per spiegarsi. Sospira profondamente e appoggia il cucchiaino accanto alla tazza per poi avvicinare le mani ad essa. Per quanto Ariel cerchi di mantenere un’espressione il più possibile calma, il mio vampiro è molto attento, ha un grande intuito, nonché fiuto per i guai, e qualcosa comprende…certo, non si aspetta nemmeno la metà delle cose che poi dirà lei, tutto andrebbe a pensare tranne che quello che arriverà da lì a pochi secondi. Eccola la bomba: sta morendo. Ariel sta morendo. Guai grossi, enormi, giganteschi e monumentali all’orizzonte. William-Renè-Empatia-Norwood riesce soltanto a imprecare mentalmente per la situazione in cui è riuscito a ficcarsi anche senza volerlo e a guardare Ariel senza mutare la sua espressione. Ora dovrà pure consolare la ragazzina…no eh! Per evitare ipocrisia si limita a commentare con un tranquillo…]Oh..[E allora? Dopotutto anche lui è morto, è una cosa che si supera se si vuole, il soprannaturale ne fornisce di mezzi, a volontà! Vampiro, fantasma errante… Zombie? William serietà! Ma sul serio lui non riesce ad essere dispiaciuto, non ha grandi doti di compassione per gli estranei. Si mostra per cui normale, senza essere troppo sconvolto e attende il proseguire di Ariel. A quanto pare la cosa include più persone. *Forse l'avrei accettato di nuovo..se questo non coinvolgesse altre persone* forse l’avrebbe accettato? Qui il signorino la pensa in modo diverso e lo esprime anche.]Non si accetta di morire Ariel, si può fingere di farlo, ma non si accetta mai di lasciare questo mondo. Si chiama istinto di autoconservazione ed è proprio di ogni specie.[Non ha molto altro da dire, si limita ad ascoltare. Lui non può nemmeno immaginare di essere di nuovo umano e così prossimo alla morte, praticamente gli umani vivono con un piede nella fossa! No, no non esiste, Will ama la vita…ahem… la sua non vita, mai accetterebbe di morire definitivamente. È morto, l’ha superata, è stato un colpo e se n’è fatto una ragione diventando una creatura decisamente più forte. Basta, è come se fosse cosa da nulla per lui, che poi abbia avuto i suoi momenti difficili… leggasi Londra e un certo trascorso con i cacciatori da cui poi Ian l’ha salvato…è altro. Non era in sé. Si astiene comunque dal far sapere questa cosa, non gli piace parlare delle cicatrici che lo segnano in maniera evidente, e poi comunque viene distratto da altro. Già, perché ora Ariel allude a un’altra vita che potrebbe finire con la sua e istintivamente William si sporge sopra il tavolo impercettibilmente per guardare il grembo della ragazza… non sembra in dolce attesa. Comprende sempre meno, e aggrotta le sopracciglia il mio vampiro. Questo potrebbe essere troppo anche per lui, mai accetterebbe di portarsi nella tomba Ian ad esempio, o Nina... quasi comprende Ariel. Le persone che William ama si contano letteralmente sulle dita di una mano e sarebbe pronto a morire per loro, di certo farebbe di tutto per non portarsele nella tomba. Gli estranei sono altra cosa, con loro per William vige la regola: meglio morto te che io. Istinto di autoconservazione appunto. Torna ad appoggiarsi allo schienale della sedia e si guarda un po’ in giro, intuisce forse quello che Ariel vuole e di nuovo torna a pensare che meno vuole problemi più si ritrova ad essere una calamita per essi. Con la mano destra si frega lentamente la barbetta, pensoso. Dunque, se è come lui crede, dovrà trovare un motivo valido per farlo… e qui si torna indietro nel tempo. Fai ammenda per le vite che hai tolto a persone innocenti in passato, Will? Potrebbe essere un modo. Insomma sta tentando di rivedersi per Nina, no? Sta camminando su un filo, ostentando un equilibrio precario che potrebbe perdere facilmente da un momento all’altro, ma per ora è stabile… più o meno… e vuole rivedersi, diventare un uomo migliore. O almeno provarci. E quale modo migliore per aiutare due persone in un solo colpo? Potrebbe anche pensarci, all’eventualità di dare una mano ad Ariel… intanto ci tiene a vedere se la sua idea è esatta, della serie “non fasciamoci la testa prima di rompercela”. Assottiglia lo sguardo e punta un indice contro la ragazza. Niente giri di parole, come il solito.]Ho capito… ho capito, forse. Tu vuoi che io ti aiuti, giusto?[Eh, non è stupido, ha intravisto il discorso che si dispiega al di sotto delle frasi di Ariel, celato da quelle vaghe parole *Il cercare chi..potrà aiutarmi..in questo..* Sa che quella piacevole compagnia non ci sarebbe senza un valido motivo da parte della ragazza svedese e, forse, ha anche capito COME lei vuole essere aiutata; al mondo nessuno fa qualcosa per nulla. Lui compreso. Vedrà cosa Ariel gli risponderà a poi prima di prendere una decisione vorrà sapere altre cose. Se invece la sua intuizione si rivelerà sbagliata, pace all’anima di Ariel, la lascerà pagando il conto e andrà a nutrirsi perché ormai la sete sta quasi minando il suo fragile autocontrollo.]
Ariel [Non riesce a dargli torto. Sul riuscire ad accettare di morire. La coscienza che nel *dopo* c'è un posto privo di dolore, e meraviglioso, non ti esime dal rimorso di non essere più tangibilmente vicino a chi ami. E' semplicemente un qualcosa che gli altri si aspettano da te, prima che te ne vada. Davanti all'inevitabile, è giusto passare a una dignitosa rassegnazione e trascorrere quanto resta in serenità, per quanto possibile. Dicendo agli altri che.. andrà comunque bene. Perchè la vita andrà avanti, e non gli sarai comunque così lontano finchè avranno memoria di te. Frasi fatte, dette per addolcire una pillola che si blocca comunque in gola, non importa con quante belle parole si possa cercare di dare un significato più mite. Tutto ciò lo esprime con un sorriso. Tirato, come l'avesse smascherato quanto ciò che aveva proferito finora fosse un semplice ripetersi un concetto più atto a convincersi di non poter far altro, per mutare il destino. Vent'anni fa.. lo era. Adesso, con quanto sa, con quanto ha vissuto, è cosciente di poterlo evitare. Non solo per sè stessa. Incrocia le braccia sul tavolo, e si sporge per parlare più piano. Nonostante stiano conversando nella propria madrelingua, l'argomento è così intimo e delicato che sente comunque la necessità che non possano riuscire a sentire mezza parola, favorita dal chiasso della sala] Io sto cercando qualcuno che possa farlo, William. Non so se tu sei quel qualcuno, non riesco avere questa certezza [per quanto vi possano essere segnali di un possibile vampiro, è anche vero che non è così abituata a riconoscerli. E in inverno ciò è anche più difficile, causa delle temperature più fredde] ..so solo di avere poco tempo. E per questo..non posso girare intorno alle questioni, o intraprendere vicoli ciechi che mi condurrebbero solo a finire i miei giorni senza aver realizzato ciò a cui tengo. Hai ascoltato la mia storia [lo invita a riflettere su questo, pacata. Niente di più vero, o fronzoli] ..molti di coloro che potrebbero aiutarmi..approfitterebbero della situazione per costringermi ad azioni deplorevoli. Io ho bisogno di qualcuno che possa comprendere che.. sono una brava persona, e anche se finirò per stringere accordi con l'inferno stesso, è quello che intendo restare. Mi rendo conto che è arrogante, e che sarà difficile, terribilmente [ha già veduto quanto sia labile il confine tra l'intenzione e la follia, quando si parla di vampiri neofiti. Si è dominati dalla sete di sangue. E il pensiero di uccidere qualcuno per prolungare la propria vita..è atroce. Altrettanto è consapevole che un Master, tramite la sua influenza, può porre freno a quell'istinto violento. Può, tramite un semplice ordine, impedire alla sua creatura di uccidere. Non sa se William è un vampiro, o se sia QUEL tipo di vampiro che è in grado di riconoscere che avere il potere di togliere una vita.. non vuol dire che debba forzatamente essere intrapresa come l'unica via a disposizione] ..nonostante questo.. io spero ancora di poter trovare una speranza, anche in tutta questa oscurità. Se tu fossi a conoscenza..di un modo per riuscire in questo, allora avrai la mia eterna gratitudine [e lo dice a cuore aperto, non è il tipo di persona che non mostra riconoscenza. Ma è anche una di quelle che crede fermamente che il dimostrare riconoscenza equivalga anche a non andare contro determinati precetti, e i propri valori] ..e ti prego...di aiutarmi, William. [non può parlare liberamente. Non può esporre in un luogo pieno di umani la natura del possibile vampiro. Ma se questo ragazzo così avvenente è ciò che spera che sia..allora dovrebbe avere già compreso. Un accordo o un diniego, a questo punto è il momento di tirare le somme]
Will: [Ha ascoltato, sì, con attenzione anche e si è fatto una sua idea. Di solito ha un buon intuito, anche se poi alla fine fa sempre delle pessime scelte, le persone le sa pesare in un certo senso… più o meno. Lascia finire di parlare Ariel, non commenta più nulla ma trova conferma, in molte parole, alle idee che si era fatto. Si parla di stringere accordi con l’inferno, di eterna gratitudine e di persone che potrebbero approfittarsi della situazione… insomma era come aveva immaginato. Pensa, valuta la situazione, lo fa inconsapevole di cosa comporti l’essere Master, lui non ne ha mai avuto uno, ha fatto tutto da sé e non sa che legame venga a crearsi poi tra una creatura e colui che l’ha trasformata. Non sa e si basa su.. niente. Guarda Ariel, come se volesse leggerle dentro, ha spirito la ragazza e negli occhi una certa determinazione forse, anzi, sicuramente mossa dalla disperazione. Insomma, glielo dice anche che non ha tanto tempo e necessita a tutti i costi di aiuto. Ora, diciamocelo, William non ha mai brillato per altruismo e generosità, ma c’è qualcosa in Ariel, quello scintillio che hanno solo le brave persone appunto. Deve valutare un po’ di cose Will, ma la verità è una sola: la sua è una sensibilità particolare al momento, da poco si è concesso di provare qualcosa, di uscire dal suo stato di torpore emotivo, dal suo isolamento interiore e alcune cose inevitabilmente lo colpiscono. Si è più volte sorpreso di quanta intensità abbiano i sentimenti, le emozioni che l’hanno recentemente travolto e ancora non li sa gestire, non li sa comprendere, è un mondo nuovo. Si sorprende tutt’ora perché ascoltando quella ragazza malaticcia, viene preso da…cosa? Boh, è forse compassione? Diverse espressioni attraversano il ben viso di Will, tamburella un po’ con le dita sul tavolo e alla fine vi si appoggia con le braccia intrecciando le mani.]Sì, in effetti io potrei fornirti quell’aiuto che tanto necessiti.[Pensa ancora a cosa dire, si schiarisce la voce.]Non sarà facile, all’inizio è un casino dovrai aggiustare la percezione di molte cose e regolarne tante altre.[Dovrà anche convivere con sentimenti forti, ma questo lui non lo dice perché di fatto ha sempre represso tutto.]Non ho mai… aiutato[Sorride per far intendere il sottointeso ad Ariel.]nessuno, penso sia giusto che tu lo sappia, per correttezza. Non ho mai fatto nulla del genere in tutta la mia vita e per me non c’è mai stato nessuno che rappresentasse ciò che poi io rappresenterei per te[Un Master appunto.]per cui non so propriamente cosa voglia dire e non posso darti opinioni in merito.[Gli piace parlare chiaro, vuole evitarsi casini, è un periodo che è tranquillo più o meno e si sente in dovere di dirle queste cose. Non è al corrente di tutta la storia passata di Ariel per cui non sa se lei sia informata o meno su affari di vampiri. Pare comunque chiaro a se stesso che la aiuterà, dopotutto non è forse coerente con la persona che vuole diventare? Che uomo sarebbe se lasciasse morire lei e chiunque altro le sia legato? In Ariel è come se vedesse un po’ la sua occasione di redimersi per ciò che ha commesso in passato. La guarda dritta negli occhi.]Niente aspettative, non sono un eroe e non voglio esserlo, ho un pessimo carattere a volte[Insomma, non è tipo da distribuire carinerie] ma sia chiaro che non ti costringerò mai a fare nulla che vada contro i tuoi principi[E’ pur sempre un uomo rispettoso, specialmente con le signorine.] faccio questa cosa perché mi va di farla, e perché aiutando te aiuterò un po’ anche me stesso.[Accenna a un sorriso. Tutto comunque torna. Non si fa niente per niente e in un certo senso viene in tasca qualcosa anche a lui. Abbassa ancora di più il tono di voce.]Sei una brava persona Ariel, non meriti di morire così.[Torna ad appoggiarsi allo schienale della sedia.]La vita vale la pena di essere vissuta, sempre, per quanto brutta sia.[E lui lo sa bene.]Ti aiuterò, non farmene pentire.[Non vuole problemi, già si basta da solo come fonte inesauribile di casini.]
Ariel [Avranno tempo. Per comprendere tutto ciò che la propria storia racchiude. Una storia a due binari paralleli, il proprio e quello di Astrid, giunti fatalmente a incrociarsi nuovamente, separate dal tempo ma..non più nel corpo. Perchè lo ha anche pensato: che Astrid ormai fosse deceduta, come pattuito dalla strega. Forse..tutto ciò doveva semplicemente accadere. Forse tutto ciò porterà a un errore madornale, non è questo ciò a cui vuol credere. Lo sguardo le cade sull'anello al dito. Jorn. Sente il cuore pesante, al pensiero di quanto non sia riuscita minimamente ad aiutarlo. Salvare Astrid, quel gesto che lui non era riuscito a completare, è uno dei tanti piccoli passi che non possono che renderla più convinta della necessità di proseguire. Sospira, e di sollievo. Ha persino trattenuto il respiro nell'attesa tremenda del responso di William. Accetta. Lui. Ha. Detto. Che. Accetta. L'aiuterà. Anche se mette in chiaro di non aver mai aiutato qualcuno..come si accinge a compiere con sè. La propria conoscenza è molto limitata, per lo più da ciò che ha appreso dalle memorie di Astrid. Quelle che le fanno percepire così forte che il proprio morire avrebbe significato realmente il proseguire in un eterno inferno per quella ragazza, per cui prova una pena e una compassione radicata oltre un mero concetto di umana pietà. Le loro storie sono così diverse, eppure.. sì, azzarda di comprenderla. E di poter determinare, in ciò, quale sia il sentiero giusto, che non significa prettamente che sia il migliore. Anzi. Ascolta, attenta, l'ammonimento di Will. Niente aspettative. A dire il vero, come ha esposto prima, è solo una la richiesta che possiede, ed è lo stesso vampiro a darle conferma che rispetterà la propria scelta: non..permetterà che il Cambiamento alteri i propri principi, ciò in cui crede. Primo fra tutti il diritto alla vita. Gli vale un sorriso più convinto, e appoggia la mano su quella del ragazzo prima che si faccia indietro con la schiena. Un momento solo. Un ringraziamento, o il siglarsi di un accordo in cui si troveranno complici nel sfidare un destino terribile. Non sarebbe obbligato ad aiutarla, e anche se la pone in modo che lui si estrappola da ogni possibile implicazione sentimentale circa la propria storia.. le sembra di percepire che.. vi è più di quanto lui non voglia mostrare con le parole. Non ne fa menzione. Rispetta questo spazio] Il grazie te lo dico lo stesso.. anche se sono stata così geniale da far in modo che, aiutandomi, tu potessi aiutare in parte te stesso [ricalca, con un sarcasmo leggero, le sue parole. Sospira di nuovo, più serena almeno in parte. E si trova a realizzare che.. riesce, finalmente, a sentire qualcosa di molto simile alla pace. Il dado è tratto e.. non si tornerà indietro. China il viso al suo complimento. Non per imbarazzo, non è da lei. Ma per una propria riflessione personale, e la espone] ..cerco di fare del mio meglio per esserlo..[una brava persona] ..ma non sono migliore, o più importante, di tanta altra gente che, in questa città, non ha modo di trovare un aiuto, per quanto sperato..[non può che concordare, infine] ..hai ragione [concorda] ..la vita..vale la pena essere vissuta, comunque sia [pochi sanno apprezzare così tanto la veridicità di questa considerazione quanto coloro che si sanno condannati a morte. Ormai il thè sul tavolo ha perso ogni attrattiva. Il pensiero vaga veloce in tante cose da terminare, prima della fine. Primo fra tutti..] Non intendo fartene pentire..[afferma, scostando un poco la sedia dal tavolo, come volesse alzarsi. Ma ancora rimanda questo, per un'ultima richiesta] ..spero perciò di non chiederti..troppo, con questa richiesta [non si nega mai un ultimo desiderio, vero? Finalmente incrocia i suoi occhi. Chiari, quanto i propri. Uno scrutarsi reciprocamente negli intenti] ..un ultimo giorno. [spiega] ..come ti ho detto, ho una persona speciale nella mia vita. Io..[ride, e questa volta lo sente davvero un pizzico di imbarazzo. La situazione è così..strana, in fondo] ..ok, puoi prendermi definitivamente per una sentimentale ma.. desidero..un ultimo giorno con lui. Come..persona..[non sa se sia delicato dirlo, o meno. Ma lo fa] viva. In grado di..stare con lui alla luce del giorno. Un ultimo giorno in cui potrà sentire..il mio cuore battere..[finisce che si commuove, gli occhi diventano lucidi a questo esternare un sentimento tanto.. genuino e..bello. Sì. Non ci avrebbe certo sperato, eppure, ecco che deve asciugare una lacrima che, traditrice, non ce la fa a restarsene ferma] ..dopo di questo..lasciami detto solo dove..avverrà e mi farò..trovare lì. Non mancherò.
Will: [Ne è convinto, per ora, di quello che sta facendo, è convinto che sia una buona cosa…da vedersi poi se sarà davvero così. È sempre stato fermo sulle sue scelte, sulle decisioni prese nella sua vita, e non rimpiange nulla nonostante poi si siano rivelate in gran parte pessime le alternative di vita da lui intraprese. Ha sempre accettato le conseguenze delle sue azioni, ma stavolta è più cauto, mette in chiaro le cose. Niente problemi, perché sa benissimo che potrebbe non essere l’unico a pagarne il prezzo. Ammette a se stesso che quel pensare per due gli viene faticoso e difficile, ha sempre ragionato per sè e valutato per sè, ma ora deve mettere in conto che non è più solo, ha accanto una persona…forse…. Bè, lui la percepisce così, perché si è impegnato indirettamente, ma avrà poi modo di parlare anche con Nina. Ora i suoi pensieri si collegano come fili ad altro. Aiutare Ariel per aiutare se stesso, di fatto è un po’ egoistico come pensiero, ma tant’è… non ha mai preteso d’esser altruista e buono, è semplicemente William e solo così sa essere. Che si voglia rivedere è altro, e chissà se poi effettivamente l’aiutare quella ragazza lo metterà sulla buona strada per diventare un uomo migliore… certe cose difficilmente si possono cambiare. Normalmente Will direbbe che le persone non cambiano mai, fingono soltanto di farlo, smussano inutilmente angoli per poi tornare ad essere quelle di sempre, ma ora ha bisogno di pensarla in altro modo, ha bisogno di darsi una possibilità, di credere che può migliorarsi, redimersi, per Nina. Non commenta nulla di ciò che Ariel dice, si perde semplicemente in riflessioni sue e viene destato dal contatto della mano di Ariel sulla sua, un gesto così spontaneo e naturale che lo stupisce e si ferma a guardarla leggermente sorpreso. È umana, le sue sono reazioni umane… lui ha quasi dimenticato com’è essere così fragili ed emotivi, si è da sempre congelato nel suo isolamento interiore, seppellendo i sentimenti sotto strati di indifferenza, cinismo e freddo menefreghismo. Sacrificare il resto per sopravvivere, un meccanismo di difesa questo suo spegnersi emotivamente, questo suo non voler sentir nulla, perché il solo aprirsi implicherebbe aver troppo da affrontare. Ora lo comprende bene e, a volte, vorrebbe tornarsene allo stato di prima, vorrebbe tornare a difendersi e invece ha incontrato la persona che seppur di poco ha abbattuto il suo muro. Non è ancora pronto per molte cose e si affaccia come un bambino su questo nuovo mondo fatto di sentimenti ed emozioni, prendendosi ciò che gli arriva con il triplo dell’intensità rispetto a come arriverebbe a una normale persona. Chissà, magari prima o poi imparerà a gestire il tutto e, se ci pensa, se pensa in quest’ottica, ciò che sta per fare è a dir poco una follia. Legare a sé una persona quando nemmeno sa come gestire se stesso, ma da qualche parte dovrà pur sempre iniziare, no? Così diversi, William e Ariel, lo si capisce anche dalla risposta che la ragazza gli dà circa il suo “essere una brava persona” *..ma non sono migliore, o più importante, di tanta altra gente che, in questa città, non ha modo di trovare un aiuto, per quanto sperato..* Lui la penserebbe in altro modo, lui si penserebbe migliore e più importante di molta altra gente in quella città. Presuntuoso, arrogante a volte, egoista, poco propenso a capire il prossimo, ma tutto sommato ha qualche buona qualità nascosta sotto tutte queste cose. È capace di grandi atti se giustamente motivati, è molto legato a ben poche persone e, per esse, farebbe qualsiasi cosa, darebbe persino la sua tanto amata vita. Ma Ariel non gli farà pentire di nulla, non gli causerà problemi, questo gli dice la ragazza, e aggiunge altro: una piccola richiesta aggiuntiva, un ultimo giorno da umana per poter stare con la sua persona speciale. Ok, il definirsi ancora una persona viva lo irrita un po’ e lo si noterà dal suo viso, che sa essere terribilmente espressivo.]Ehi, io sono ancora una persona viva, molto viva, per la cronaca.[Poteva astenersi da un commento del genere? Difficilmente, si tratta pur sempre di William, non si rende conto che potrebbe persino mettere a disagio Ariel, già imbarazzata di suo, e ora pure commossa nel parlare del sentimento che vive. Distoglie lo sguardo, William, come a volerle lasciare la sua privacy… la verità è che certe cose lo mettono a disagio, non sa mai cosa fare o dire. Fa un cenno alla cameriera.]Milady, mi permetta un attimo..[Toglie la penna dalla mano della donna e scrive qualcosa su un tovagliolino, allungandolo poi verso Ariel, come segno di tacito assenso alla sua richiesta. In seguito si premura di pagare il conto.]Pago quello che ha preso la signorina, tenga il resto.[Sorride alla cameriera tendendole dei soldi e una volta ch’ella si sarà allontanata, William si rivolgerà di nuovo ad Ariel.]Un giorno, un giorno solo, prima che io rinsavisca e cambi idea.[Sarà difficile che questo accada, di solito prende decisioni e non torna mai indietro.]Casa mia.[Indica il tovagliolino con un cenno del capo e intanto scosta la sedia, se Ariel avrà altro da dire o domandare l’ascolterà, altrimenti lei lo vedrà congedarsi elegantemente. È pur sempre un gentleman, ma è arrivato il momento di alimentarsi e se non ci sarà altro di cui discutere se ne andrà per la sua strada.]
Ariel [Non intendeva certo offendere, con la propria frase, e si dispiace di essere sembrata davvero.. indelicata, a parlare di essere ancora vivi proprio davanti ad un vampiro. Cosa si era ripromessa? Attenta alle parole? Bhè, a quanto pare scollegare completamente cuore, le emozioni in merito a quanto deve fare, e quello che deve dire nel proprio discorrere è..meno facile di quanto pensasse. Almeno..non ci ha ripensato. Esprime, quindi, le scuse] ..Scusami, William. Non intendevo quello. Sono solo..molto influenzata da..tutto, praticamente. [l'educazione in merito a quanto è un vampiro, quello che ha vissuto. Insomma, qualunque umano in genere viene anche bombardato dai mass media con l'accezione che i vampiri siano creature defunte che si nutrono di sangue. E' un lapsus. Pessimo nel tempismo, ma non detto sicuramente con intento dispregiativo] Umana..[rettifica] ..un ultimo giorno da umana [e quindi con annesso tutto ciò che ha detto prima. I modi galanti del vampiro fanno nuovamente capolino. E per compiere cosa, ha modo di assistervi: scrive infatti sul tovagliolo qualcosa, e questo qualcosa può leggerlo quando si avvicina proprio quel pezzo di carta a sè. Un indirizzo. A primo impatto non sa dove sia, ma si informerà senz'altro. Non può davvero mancare. Intenta a cercare di ricordare la via, si accorge in ritardo dell'arrivo della cameriera, cosa che avviene quando Will le porge i soldi per pagare. Inutile cercare di fermarlo, anche se solleva comunque l'obiezione] Oh...no aspe..[tardi, appunto. Si sente un disco rotto, non può fare altrimenti se non..] Bhè...grazie, di nuovo. [dice, facendo pure la considerazione che di ciò che ha preso ha poi spiluccato poco. Ci può far poco, rischia concretamente di dar di stomaco. E' troppo tesa, non le fa bene questo. Non per colpa di William, l'impatto emotivo è quello che è, anche quando sai di non poter tornare indietro perchè alternative non ve ne sono. Andrà bene. Deve credere in questo. A quello che lei e Preston si sono promessi. E farà di tutto per mantenerla, quella promessa. Prende il tovagliolo, quindi, e lo pone nella tasca della borsa assicurandosi di chiuderla bene. Perdere quel biglietto, conscia che se mancherà all'appuntamento andrà tutto a p..ersoncine per bene non può permetterselo. Annuisce, siglando l'impegno definitivo. E cerca pure di sorridere, sente di doverlo compiere. E' la scelta giusta, quindi non può essere musona!] Va bene. Non ho esattamente idea della zona ma, ehi! se non riesco nemmeno a orientarmi per la città sarei proprio un caso da sbattere in una stanza imbottita con tanto di perdita *accidentale* della chiave! [ironia, che gran mezzo per farsi forza. Per racchiudere il marcio che la consuma e dimostrarsi ben più forte di quanto sia in realtà. Perchè i dilemmi sono tanti, le paure ancora di più. Ma niente ripensamenti, non può averli. Non così vicina all'obiettivo. Visto il suo volersi congedare gli offre un'ultima stretta di mano] Tra un giorno ti verrò a trovare [un giorno e mezzo, visto che andrà da lui di notte. Ha persino qualche ora in più del previsto se la si vede con l'ottica giusta] ..per cui..a presto, William [resterà nel bar ancora un pò, al contrario del vampiro. Per metabolizzare la cosa, e cercare di finire l'ordinazione che è un peccato resti lì. Lo sente importante quanto un condannato è conscio che sarà l'ultima volta che mangerà simili squisitezze. Inoltre..non crede di essere proprio nella facoltà di camminare, al momento. Ecco un altro vantaggio nell'amare qualcuno in grado di teletrasportarsi un pò ovunque! Sa che non dovrà attendere molto, dacchè lo chiamerà su cellulare, perchè Preston possa giungere lì, a ritemprare i propri dubbi, e darle tutta quell'allegria, quel bisogno di vivere, che le permetterà di affrontare anche questa sfida.. a testa alta]
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