CITAZIONE (nu95 @ 30/8/2022, 08:20)
Infatti ad esempio nei 100 metri o 200 piani sono praticamente tutti di colore i più’ forti al mondo da decenni.
Stiamo contestando assunti che non sono più’ in discussione da decenni.
I grandissimi velocisti, salvo rarissime eccezioni, come il Namibiano Frank Fredericks, africano, sono tutti neri americani, canadesi o delle Antille, compreso il "nostro" Marcell Jacobs, figlio dell'americano Jamont.
Sono discendenti di schiavi che venivano stivati sulle navi e portati nelle colonie oltre Atlantico, sdraiati e senza nessuna possibilità di muoversi, quelli che si ammalavano venivano gettati in mare, per non avariare il resto della "merce". Nelle colonie venivano trattati come animali e spesso venivano fatti accoppiare gli uomini e le donne più forti, ne è risultata una selezione, molto poco naturale, ma certamente elevatissima, che ha portato a fenomeni atletici, impensabili con la sola selezione naturale. A questo va aggiunto il problema che vede tanti di questi ragazzi versare in pessime condizioni economiche, il che porta a trovare nello sport una delle poche vie d'uscita.
Probabilmente Hitler, se non fosse stato fermato, avrebbe proseguito con le sue sperimentazioni sugli essere umani, tra cui anche quella di accoppiare gli uomini e le donne più forti e avremmo avuto qualcosa di simile anche tra i bianchi.
Queste aberrazioni dell'umanità hanno portato a creare una sorta di superatleti. In ogni caso esistono anche bianchi con doti atletiche assurde, tipo i velocisti Armin Hary (che corse 10" netto nel 1960), o Pietro Mennea o i saltatori Tamberi, Marko Milic e Kilganon (andate a vedere che tipo di schiacciate fa Jordan Kilganon, che non è nemmeno uno e 90). Probabilmente il benessere diffuso non aiuta a trovare atleti bianchi dotatissimi e vogliosi di massacrarsi di allenamenti per arrivare ai massimi livelli mondiali, come fece certamente Pietro Mennea.
Da sempre seguo con interesse il dibattito sugli atleti di colore, bianchi, gialli ecc ecc. Più che evidenze scientifiche, con rimandi a studi e testi davvero attendibili, mi sembra ci siano riscontri empirici, che portano ad affermare, senza tema di smentita, che i neri superatleti siano molto più comuni rispetto a bianchi o asiatici. Se qualcuno ha riferimenti a bibliografia scientifica riguardo a questi temi sarei curioso di consultarla.