CITAZIONE (gaspa206wrc @ 10/2/2024, 18:54)
Ciao Sisteron, mi permetto due considerazioni. La prima: Rovanpera gareggia sin da quando aveva 14 anni, e probabilmente ha iniziato a guidare mezzi da rally quando ne aveva (immagino) 10 o 12 (forse anche meno!). Il fatto che a 23 stia cercando stimoli alternativi, mi fa credere (potrei benissimo sbagliare) che lo sport del rally non sia la sua più grande passione. Forse qualcuno che poteva avere influenza su di lui sin da piccolo lo ha "spinto" più del dovuto nell'intraprendere e sviluppare la sua carriera? Comunque secondo me fa più che bene a prendersi l'anno sabbatico e a correre altrove: chi meglio di lui può sapere quale sia la strada giusta per sé stesso?
In seconda battuta, pur stimandoti per il tuo infinito contributo al forum, non sono d'accordo con te quando definisci il WRC come il più importante campionato motoristico del mondo. Forse poteva esserlo 30, o magari quarant'anni fa. Purtroppo ritengo che la manifestazione alla quale assistiamo oggi, con percorsi microscopici e standardizzati, gare assurde e senza storia a far parte del calendario con altre blasonatissime in panchina, pochi piloti ufficiali tali da contarli con le dita delle mani di un falegname e nessun privato, e pochissima varietà nei modelli e classi delle vetture, sia solo un pallido ricordo del vero mondiale e comunque molto meno accattivante della F1, del WEC, della IndyCar e anche della IMSA che stanno tutti offrendo notevoli motivi di interesse. Inoltre tali campionati non hanno rinnegato e stravolto nella lunghezza e sostanza i loro eventi iconici, a differenza del WRC .... tanto per fare un banale esempio, la 24 ore di Le Mans durava una giornata intera anche negli anni '60 del secolo scorso; dall'altra parte, il rally RAC, che sino ai primi anni '80 era a percorso segreto e si spingeva sino in Scozia con decine di ps al giorno per quasi una settimana, se si tenesse anche nel mondiale 2024 sarebbe tristemente composto da due o tre prove speciali al giorno, lunghe non più di 15-20 km l'una
. Lo stesso dicasi per tutte le altre competizioni su strada, di qualunque campionato.
Per concludere da parte mia un "bravo" a Kalle che và ad approcciare la pista in modo umile, partendo da una Porsche GT3. E se sono rose ... fioriranno!
Non posso che essere assolutamente d’accordo con te nel descrivere lo scempio al quale il nostro sport è stato sottoposto a causa di decisioni che ne hanno progressivamente snaturato i tratti salienti e più belli. Quoto…senza riserva.
Tuttavia penso ad un’immagine qualsiasi: una strada dell’entroterra francese, un’auto lanciata in derapata in un tornante, i colori tenui di un tramonto (o dell’alba), le montagne mezze innevate e mezze nere sullo sfondo…..quanta poesia c’è ancora dietro questo singolo fotogramma? Quanta bravura (nonostante tutto!! Nonostante tutte le critiche che io stesso non perdo occasione di muovere!!) c’è ancora nell’avere il coraggio di guidare in certe condizioni sulle strade di ogni giorno?
E che dire di certi scorci meravigliosi delle foreste svedesi o finlandesi? Un lampo colorato in un solitario panorama completamente bianco o completamente verde.
O le pietraie elleniche improvvisamente bagnate da una pioggia torrenziale ed inaspettata (com’è successo lo scorso anno e nel 2021)? I torrenti secchi che diventano improvvisamente guadi…l’acqua ed il fango che schizzano da ogni parte.
C’è rimasto davvero pochi dei fasti che furono, vero, ma quel poco ci regala ancora immagini del rapporto auto/mondo esterno e momenti di guida sportiva così sublimi che non può esserci pista che tenga. Quando sei nel circuito, a sfinirti fisico e mente su di una strada sempre e costantemente uguale, dove sono le cunette? Dove sono le montagne? Dove sono le colline ed i boschi? Dove sono la neve o il verglas? Dov’è l’emozione di un freno a mano tirato o di un controsterzo riuscito?
Due curve fatte bene in un rally del mondiale si “mangiano” in un solo boccone mezzo WEC, con contorno di IMSA, Indy e relativi catini ovali tanto cari agli americani. E sebbene non abbia avuto la possibilità di provarlo di persona mi immagino quanta gioia ci possa essere nel guidare al top anche solo per 15 km una WRC sui colli del Montecarlo….una gioia che mi riesce difficile pensare ci possa essere dopo 300 km di un GP di F1 a premere pulsanti su qualcosa che assomiglia un volante ed a sfiancarti l’anima per tenere sempre la stessa identica traiettoria su di una striscia di asfalto larga metri e metri (non una stradina sulla quale a malapena passa la macchina).
Sabbene martoriati….sebbene martirizzati….i rally hanno ancora quel quid che li rende inarrivabili.
In vetta all’Olimpo del motorsport c’erano e, almeno per il sottoscritto, ci restano ancora loro.